magliocurioso@hotmail.it
Indice
1. Definizione e prime propriet
2. Uno schema per lo studio della funzione integrale
2.1. La funzione integranda
2.2. Una banale propriet
2.3. Il segno di F(x)
2.4. I limiti di F(x) [Parte 1]
2.5. I limiti di F(x) [Parte 2]
2.6. Ricerca di asintoti obliqui.
2.7. Monotonia di F(x)
3. Un esempio svolto
3.1. Studio di f(t)
3.2. La (3)
3.3. Il segno di F(x)
3.4. Limiti di F(x)
3.5. Monotonia di F(x)
4. Esercizi proposti
5. Ringraziamenti
2
3
3
4
4
5
5
6
7
7
7
7
8
8
8
9
10
(2)
(4)
oppure
Z x0
F(x) :=
(6)
f(t) dt
g(x)
Si osservi che la funzione integranda f pu anche essere discontinua in un numero finito o al massimo numerabile di punti. Rilassando al massimo le condizioni
cui deve soddisfare la funzione integranda, si pu arrivare a dire che linsieme delle
discontinuit della funzione integranda un insieme di misura nulla secondo Lebesgue e quindi potrebbe essere anche di cardinalit maggiore del numerabile come
ad esempio linsieme di Cantor.
2
Il TFCI dimostra la continuit della funzione integrale prima dalla sua derivabilit. Pertano, la notizia della continuit di F andrebbe di logica preposta alla
notizia della sua derivabilit anche perch la derivabilit stessa di F assicurata
solo nei punti in cui f continua.
LA FUNZIONE INTEGRALE
Per ognuno di questi due ultimi casi si applicano sia il teorema fondamentale del calcolo integrale sia la regola di derivazione delle funzioni
composte. Ad esempio per la (7) si ottiene
F 0 (x) = f(g(x))g 0 (x) x (a, b)
(7)
ed analogamente
F 0 (x) = f(g2 (x))g20 (x) f(g1 (x))g10 (x)
(9)
Zx
et dt
F(x) =
0
Per la (3) si ha
F(0) = 0
Inoltre, poich larea racchiusa tra la curva e lasse delle ascisse
sempre positiva ne consegue che per la funzione integrale si ha
F(x) > 0 per x > 0
F(x) < 0 per x < 0
Infatti
Zx
F(x) =
t2
Z0
et dt
dt =
x
spesso si possono semplificare notevolmente i calcoli semplicemente trasformandolo alla seguente maniera
Za
(11)
f(t) dt
b
LA FUNZIONE INTEGRALE
x x
0
Queste considerazioni derivano dal fatto che i punti dellasse reale hanno misura di Lebesgue nulla. Semplificando al massimo, quello che succede alla funzione
integranda in un singolo punto non ha effetto sullintegrale.
Zx
et
dt
0 t1
La funzione integranda presenta un punto di discontinuit per t = 1.
Per studiare come si comporta la funzione integrale in quel punto
sufficiente calcolare
Zx t
e
F(1) = lim
dt
x1
0 t1
Poich lintegrale diverge a anche F(x) diverge a . Se ne deduce
che F(x) non definita per x > 1 e che pertanto il suo dominio
F(x) =
lim F(x) mx = q
Nei punti c in cui lintegrando possiede finito il limite destro (sinistro), allora
la funzione integrale sicuramente definita e continua a destra (sinistra). Questo
discende proprio dal fatto che i punti dellasse reale hanno misura di Lebesgue nulla.
Se ad esempio si ha
1, se x 0,
f(x) =
1,
se x > 0.
e
Zx
F(x) =
f(t) dt
1
fissato x = 0 lintegrale F(0) = 0 non un integrale improprio. Infatti, prescindendo lintegrale di Riemann dal comportamento dellintegrando su insiemi di misura
nulla secondo Lebesgue ed essendo {0} un insieme con tale caratteristica, possibile
modificare arbitrariamente il valore di f(0) come ad esmpio prolungare in maniera
continua a destra ponendo f(0) = 1 senza modificare il valore di F(0). Tutto questo
implica che la funzione integrale relativa ad f continua nei punti c in cui f presenta discontinuit eliminabili o di prima specie. Quando la discontinuit in c di
seconda specie oppure quando uno dei due limiti destro o sinistro della f in c non
esiste oppure ancora quando non esistono entrambi possono venir fuori problemi e
bisogna prestare maggiore attenzione nello svolgimento dei calcoli.
6
Per svolgere questo passaggio bisogna applicare la regola di De lHopital.
LA FUNZIONE INTEGRALE
2.7. Monotonia di F(x). Calcolare la derivata della funzione integrale applicando la (2). Questo calcolo permette di dedurre i punti di
stazionariet della funzione integrale, gli intervalli di crescenza decrescenza e conseguentemente i suoi punti di max e min relativi o assoluti,
gli eventuali punti di cuspide e punti di flesso a tangente verticale: le
normali informazioni che si ottengono dallo studio della derivata prima
di una funzione.
Se possibile si calcola anche la derivata seconda applicando la (4)
mediante la quale si possono determinare quali siano gli intervalli di
concavit e di convessit e i punti di flesso della funzione integrale.
3. Un esempio svolto
Seguendo lo schema riportato al capitolo precedente viene ora presentato un esempio svolto e commentato di uno studio di una funzione
integrale.
Esempio 3.1. Studiare la seguente funzione integrale
Zx
et
F(x) :=
dt
3
t(t + 1)
2
3.1. Studio di f(t). Si comincia studiando
f(t) :=
3
et
t(t + 1)
Zx
f(t) dt =
f(t) dt
2
LA FUNZIONE INTEGRALE
4. Esercizi proposti
Si invita ora il lettore ad esercitarsi coi seguenti esempi proposti 9 .
Esercizio 4.1. Studiare la seguente funzione integrale
Zx
Zx
2
y2
F(x) := x e dy yey dy
1
F(x) :=
et t dt
0
F(x) := x +
+e t dt
x
9
Gli
esempi
proposti sono
gli
stessi
presentati
dagli
utenti del forum che parteciparono alla discussione originale reperibile
al
seguente
link
http://www.matematicamente.it/forum/
studio-della-funzione-integrale-i-vi-t25340.html.
Il lettore, visionando, il contenuto della medesima discussione trover numerosi suggerimenti per
la loro risoluzione ed in taluni casi lo svolgimento completo.
10
F(x) :=
dt
1t
0
Esercizio 4.11. Studiare la seguente funzione integrale
Zx
et
F(x) :=
dt
1 t ln (3 t)
1
Esercizio 4.12. Studiare la seguente funzione integrale
Zx
t3
F(x) :=
dt
et2 1
0
Esercizio 4.13. Studiare la seguente funzione integrale
Z
x
ln tan t dt
F(x) :=
5. Ringraziamenti
Desidero ringraziare Camillo Enrico e Luca Lussardi del forum
http://www.matematicamente.it/. Senza la loro preziosa collaborazione questa dispensa non sarebbe ora pubblicamente disponibile.