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19/08/13

BRUCIATA VIVA CON IL FIGLIO DI 3 ANNI - La Repubblica

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BRUCIATA VIVA CON IL FIGLIO DI


3 ANNI
FIRENZE - Di lui rimasto solo un fagotto con dentro un corpo
irriconoscibile, quasi cancellato dal fuoco. E' il cadavere di Mirko, tre anni,
bruciato probabilmente vivo insieme alla mamma in una Panda finita in una
scarpata. Per tutto il giorno polizia e carabinieri hanno apertamente parlato
d' omicidio. Chi ha ucciso il bambino, dunque, l' ha fatto per sbarazzarsi di
un testimone di troppo che aveva assistito alla morte di Milva Malatesta, 31
anni, la madre. Il probabile, feroce ma un po' maldestro, duplice omicidio
scoperto gioved notte a Poneta, vicino a Barberino Val d' Elsa, paese del
Chianti stretto fra le province di Siena e Firenze un giallo con un finale in
bilico, con due persone (il marito e un amico di Milva) chiuse per ore nella
caserma dei carabinieri di Tavarnelle, per lunghi interrogatori. Solo alle 22,
polizia e carabinieri hanno riscoperto la cautela: "La vicenda molto strana.
Per non si pu escludere nemmeno un' ipotesi diversa da quella dell'
omicidio. Bisogna attendere i risultati dell' autopsia". La macchina l' hanno
vista per primi due fidanzati gioved notte. Sono le quattro. La coppia nota
del fuoco in una scarpata, lungo la strada isolata che porta a Poneta. All'
inizio sembra un incidente, un' auto uscita fuori strada, una Panda 30
bianca che dopo una sbandata ha fatto un salto di una decina di metri.
Basta guardare meglio per capire che si tratta di qualcosa di diverso. Vicino
alla carcassa dell' auto c' una tanica di benzina. E' vuota, macchiata di
sangue, forse con delle impronte sulla plastica. Sopra, lungo la strada,
proprio nel punto dove la macchina andata gi ci sono tracce di benzina.
Una lunga scia di tre, quattro metri. Un delitto, probabilmente, anche se il
sostituto procuratore Emma Boncompagni e i primi carabinieri e poliziotti
arrivati a Poneta tacciono per alcune ore. Ma i dubbi sembrano sparire
presto. Accanto a quel che resta della Panda e dei corpi di Milva Malatesta
e del suo bambino arrivano altri carabinieri della stazione di Tavarnelle,
della compagnia Oltrarno, del Nucleo operativo di Firenze, poliziotti della
Squadra mobile, della Criminalpol. Tocca a loro cercare l' assassino. E la
caccia comincia tentando di saperne di pi sulle vittime. Milva Malatesta, 31
anni, nata a Tavarnelle. Da poco aveva trovato un lavoro in una ditta di
dolci. Nella sua vita molte storie d' amore finite male, suicidi, un paio di figli
da crescere. Da ragazzina per anni Milva si lega ad un giovane, Enzo, dal
quale ha un bambino che adesso ha 13 anni e vive con i genitori di lui. Enzo
morto, impiccato in carcere. Un destino uguale a quello del babbo di Milva,
anche lui suicida, anche lui impiccato. Dietro quel gesto una brutta storia di
voci di paese, sospetti velenosi che lo indicavano come un guardone legato
in qualche modo alla vicenda di sangue del mostro di Firenze (otto duplici
omicidi fra il ' 68 e l' 85). Erano i primi anni ottanta. Milva dopo d' allora vive
sempre in provincia di Firenze e incontra Francesco Rubbino. Francesco
un muratore palermitano. I due si innamorano e si sposano nell' 88. Lui ha
ventuno anni, lei ventisei. Vanno a vivere al Pino, una frazione di cinque
case ed un negozio ormai chiuso per pochi affari vicino a Certaldo. La storia
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per non funziona. Troppa gelosia, litigi, botte. Alla fine dell' agosto del ' 90
nasce Mirko, ma la situazione non migliora. La mamma di Milva cerca di
salvare in tutti i modi quel matrimonio sempre sull' orlo della rottura. Ci
provano anche con l' aiuto e i consigli dei testimoni di Geova, ma non serve.
Pochi mesi fa, la separazione, dopo alcune denunce per maltrattamenti
firmate in caserma, e soprattutto dopo che Francesco, raccontano in paese,
aveva picchiato a sangue e minacciato con un coltello Milva. Francesco ieri
rimasto chiuso per ore negli uffici dei carabinieri di Tavarnelle insieme ad
un altro ragazzo: Nicola Fanetti, 31 anni, di Castellina in Chianti, amico
intimo da quindici giorni di Milva. Francesco Rubbino in caserma c'
arrivato dopo che si era presentato al commissariato di Poggibonsi. Erano
le due di ieri pomeriggio. Nella sua cascina nel senese, dove abita da
quando si lasciato con la moglie e dove dice di aver passato da solo la
notte del delitto, ha visto il telegiornale, ha sentito della morte della moglie e
del figlio, ha capito che la polizia lo cercava per ascoltarlo e cos si
presentato al commissariato. A Nicola invece poliziotti e carabinieri ci
arrivano dopo aver tentato di ricostruire le ultime ore di vita di Milva. Ecco
come. La ragazza alle sette di gioved pomeriggio con Mirko a casa sua al
Pino. Sono gi nel cortile, pochi metri quadrati di ghiaia coperti da giocattoli
del bambino, cartacce, mozziconi di sigarette. Giocano insieme, poi, quando
mancano quindici minuti alle otto, salgono su in cucina. Lo racconta Anna,
una vicina: "L' ho vista dalla finestra davanti ai fornelli. ' ' Mi scaldo un po' di
verdura' ' mi ha detto. Che ore erano? Quasi le otto". Anna non l' ha sentita
uscire, ma Milva se n' andata dopo poco. Aveva un appuntamento per le
dieci e mezzo di sera. Con chi? Con Nicola Fanetti, il ragazzo con il pizzo da
pirata e i capelli corti che lavora come restauratore di mobili a Castellina in
Chianti, a mezz' ora di strada da Tavarnelle, quaranta minuti da dove
stata trovata la Panda bruciata. Nicola per all' appuntamento non si
presenta. Colpa di un incidente stradale che ha lasciato il segno: una ferita
sul braccio. La stessa ferita, medicata prima di mezzanotte all' ospedale di
Poggibonsi, che non convince completamente gli investigatori.
di GIANLUCA MONASTRA

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