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, SCIENZA DELLE COSTRUZIONI a ALFREDO SOLLAZZO Volume primo: Statica dei sistemi rigidi ‘Volume secondo: Elementi di meccanica dei continui e resistenza dei materiali Volume ter20: Teoria tecnica delle travi v ALFREDO soLLAzz0 3 MAURUMEZZINA Protege organ 4 Semen se Couto SeiFeterscs dan Teoria tecnica delle travi UTET (© 1993 Unione Tipografco-Edice Torinese 1 ‘cot Rafaeli, 28 10128 Tarino ‘wade, memeizaione elton ‘produaione ah adatamento totale 9 parse. con [gains mezzo (compres mitoim ee cope fotos: Toke) Sono rservat pe ut Paes. ‘vipodurre una portions non soperor stan decimal presente volume Lerichiete rprodutions van inghrateal"AIDROS, ‘Wa dele Erbe, 2011 ano ‘Tes t2ssehh, Fax Ozeo0roRe3 Fowocompes. ve: Compeait- Torino Stampa: Tipog 12 Gravinese - Torino ISBN 88-02-08675 + eivorepowa concedere a pagent ovtovizzasone Capitolo 3. Il teorema det lavori virtual INDICE, Introdutione Capitolo 1. Strutture: concetti fondamentali 1. Meecanica strutturale 3. Richiami e defnizioni Estensone alla trave dei risultat del problema di Ssint-Venant Spostament erotazioni 5. Lenergia di deformazione Le distorsion’ Sistemi piani Analisi sruturale di travie sistem di travi 9. Travie sstemi di trav iperstatii Capitolo 2, La trave ad asse rettilineo 1. La trav infessa 2. Equazione della linea elastica 3. Integrazione dellequazione della linea elastica . 4. Application’ '. Diseontinuita della linea elatica 6 1 8 I metodo di Mobr . Applcazioni del metodo éi Mobr . La trave appoggiata a sezione vatibile 9, Influenza del talio sulla deformazione 10. La trave caricataassialmente 11. La trave soggetta a torsione : 12, La trave sotto condition! generiche di earico pplicato alle travature 1. Lrequazione dei lavori virtual peri sstemi di travi 2. Ricerca di spostamenti ¢ rotazioni 3. Applicazioni del teorema di Castigliano Pag. xt 1 1 INTRODUZIONE La teoria delle travi e dei sistem di travi rappresenta uno degli argomenti pit trattati nei Corsi di Scienza delle Gostruzioni, anche se il suo studio viene quasi sempre appro~ fondito e completato, almeno per chi continua ad occuparsi di discipline strutturali. negli insegamenti successivi e specialmente in quelli di Tecnica delle Costruzioni ‘ravi e sistemi di sravi, gi8 affrontati per quanto possibile nel primo Volume sulla base della meccanica dei eprpi rigid, vengono qui visti quali sola lineermente iperele- stici. omogeneie isotropi. il cui comportamento put dedursi usufruendo di un‘opportuna estensione alla trave dei risultati del problema di Saint-Venant. a partire cioe dalia soluzione del problema dell’equilibrio elastico dell‘omonimo solido riportata nel se- condo Volume. Lo studio viene impostato nellipotesi pit generale di struttura spazialmente estess & comunque caricata. anche'se. in pit circostanze. ci si limita per semplicta ad affrontare il solo caso, tanto frequentemente considerato nella pratica ingegneristica. del sistema: piano. Vengono comunque forniti tutti gli elementi atti ad estendere Timpiego dei me- todi illustrat anche a strutture che. per configurazione geome.tica efo di carico. non ppossano ridursi al piano e usufruire delle semplificazioni che cit comporta, Dopo aver esposto nel capitolo 1 i necessari preliminarie ribadita la distingione tra strutture sostatiche ed iperstatiche. nel capitolo 2 la soluzione éelia trave rettilinea in= flessa viene conseguita per integrazione dell equazione differenziale della linea elastica {in modo da risolvere il problema indipendentemente dalla circestanza che esso sia sta= ticamente determinato 0 indeterminato. Vi si introduce alirest il lassico metodo di Molr per a ricerca di spostementi e rotazioni e si sviluppa adeguatamente la questione del- influenza dello sforzo di taglio sulla deformazione. Non si tralasciano infne i casi della trave caricata assialmente. di quella soggetta a sollecitazioni torcemti e, in generale, a condizioni qualsiansi di carico. I capitolo 3 & dedicato allo studio delle travature elastiche con il teorema dei lavori virruali. Partendo dalla trattazione generale di quest ultimo conenuta nel secondo Vo- lume, vi si d& partcolare rilievo alla possibilita, nelle condizioni pit generali di geome- tria, di vincolo © di carico, di determinare spostamenti ¢ rotazioni d} una struttura staticamente determinata, 1 capitoli 4 e 5 trattano rispettivamente dei sistemi di coordinate il primo e dei coefficient ai rigidezta ¢ di deformabilitt il sceondo: e281 porgon® gli element necessati ad impostare i classici metodi delle forze e degli spostamenti per la risoluzione di travi e sistemi di travi val Indice Indice 1x Capitolo 4. Sistemi di coordinate . Pos, 77 Capitolo 10. Verifiche di resistenza 1. Coordinate global coordinate local _ on 1. Premessa 2 Misureindipendent > al 2, Esemph oi sae limite 3, Trasformazione of coordinate - 8 3, metodo dele tensions ammissbii - 4. Relazioni i congrvenza¢ di equibro ~ 9 4. Trav sogeette a stat di tensione monoasiali ' §, Dualit stavco-inematica 7 4 5S. Trav soggtte a stat i tensone prise | Capitoto 5. Coefficient di rigidezza e di deformabilita » 9 Capitolo 11, Stablita dl? equilibrio - 1. Carattristiche di risposta srurtrale a) om 1, Premesse e definizon! j 2 Sistem a pit coordinate » 201 2, Cetera stain od | 3. Condizion di singolaita per [XJ e [#1 105 ecto per aramations sabe ton 4: Leenergia di deformazione 7 44 Insabilid per dramazion intabile aa 5. Sintesidirigdezzee deformabita nei sistem compless > 108 £ raneeiun be cocanes progresrivo > Capitolo 6, I metodi delle forze e degli spostamenti... » 7 Soon ere aetse condiion di vince _ 1, Generalita : : : > ou 8. I carico eitico ald dt limite i proportionaltd . 2 thmetodo delle forze ns 9. Verifehe di staid : 5, Trav a una campara ~ me 10. Lissa carieata di punta con imperfeioni » 4, metodo dele forze quale applicezine del teorema dei avor viral: e equ 11. Gonsiderazioni citea la Normativa italiana : sioni i Muller Bresiay » BL os 5. Appliczioni Bs Bibliografia : 6. Timetodo deal spostament » aa Indice enalitco sees - 8 7. ti metodo deel spostamenti quale appliszione del teorema dei avori vali» 148 se vtumi 2 & Applicezion: Dos Indice dei nomi (i te volui) Capitolo 7. Le travature reticolari » 187 1, Lequasione de aver viral ricera ei spostamenti nodali . . . . « » 17 2, metodo dele forze a » 160 3. 1 metodo dest spostamenti 165 Capitolo 8. 1 metodi delle rotazioni e dei momenti > 169 i 1. Generalita » 16 2. La rave elasicamente incastata agi etre > 10 53, metodo delle rtazioni » 16 4. It metodo dei momenti > 183 , 5. Applicaton sistem con sconnesson interne » 188 | 6. Sistemi simmetrici e antiimmetrici » 1m Capitolo 9. I metodi delle forze e degli spostamenti in notazione matriciale : » 97 1. Hl metodo dele fore: stature isosttiche » 197 2 Il metodo delle free: sruttue jpersatiche > 200 3. Generlizstione dele condizini di carico > 203 “anni enostamenti sistem cinematicamente determina. » 20 “smvrirmene indeterminat as xn Introduzione Nei capitoli 6, 7. 8, 9, i metodi in parole sono esposti parallelamente mostrando la dualita delle loro impostazioni. Vi si fa ancora uso del teorema dei lavori virtual di cui, anche in questa occasione, si mette in rilievo la portatae la generalita. sia quando lo si applichi, come pit comunemente accade, nell'ambito dei metodi delle forze o della congruenza. sia quando lo si uilizi per sviluppare i metodi degli spostamenti o dell'e- Quilibrio, 1 capitolo 9 & dedicato allo studio matrciale delle suture, la cui importanza @ ogg! notevole in quanto indispensabile premessa al caleolo automatico dele sess. Il capitolo 10 si riallaccia sua volta agli argomenti trattati alla fine del secondo Volume a proposito della resistenza dei rateriai. Introdotto sinteticamente il concetto i stato limite eribadito il significato del coefficient di sicurezza. vi siespone. sempre con riferimento a travi e sistemi di trav, il cosiddetto metodo di verifica delle «tensioni ammissibii», ancore oggi molto usato nelle tecnica e. comungue, tappa indispensabile ai fini di una pid ampia trattazione del problems della veriica strutturale. L’Opera si conclude con un capitolo (i1n. 11) dedicato alla stabil del!equilibrio, la cui collocazione nel presente Volume si givstfica con lacitcostanza che, pur fornendo in forma sommaris i concetti generali relatvi @ tale complessa problematica. esso tratta prevalentemente del «carico di punta» Tutti gli argomenti sono affrontati privilegiando gli aspetti appliativi. come dimo- sirato del resto dal numero elevato di esempi contenuti nel testo a corredo di tutti gl argomenti Cartrozo 1 STRUTTURE: CONCETTI FONDAMENTALI 1. Meccanica strutturale. Dicesi struttura un corpo continuo o un insieme di corpi connessi tra loro € opportunamente vincolati, soggetti a forze applicate in punti diversi, in grado di ‘ctrasferire» i carichi ‘Scopo dellanalisi strutturale 2 quello di stabilie se alla struttura & assicurate la funzionalita nel senso pit generale, Tale analisi @ legata sostanzialmente a tre fattori: alle leggi costitutive dei ma- teriali (relazioni tensioni-deformazioni); alle caratteristiche geometriche della struttura e dei suoi componenti; ale condizioni di vineolo che esistono al contorno e allinterno di essa ‘ La determinazione di tali proprietd @ usualmente fondata sull’utilizzo di metodi ‘gonerali di analisi e sintesi, che, nel loro complesso. costituiscono la Meccanica strutturale. ‘Nella definizione delle relazioni in parola ci si imbatte sempre in cause di non linearita che derivano da ciascuno dei fattori prima citati (materiale, geomettia. vincoli). In dipendenza degli scopi che ci si prefigge, tali non linearita possono o ‘meno essere introdotte nell'analisi che si intende effettuare: i metodi proposti in ‘buona parte di questo Volume ¢ le teorie su cui si fondano si applicano a strutture idealmente elastiche, che esibiscono spostamenti sufficientemente piccoli, in ma- niera tale che le relazioni che ne governano ill comportamento possano essere considerate linear Un «elemento strutturale» un particélare corpo, che si conviene di poter assimilare ad un modello semplice, per il quale sia possibile la formulazione diret di leggi rappresentative di comportamento. Una classificazione dei diversi tipi di clementi strutturali pud essere fondata sulle caratteristiche geometriche degli stessi: 2 possibile cos! individuare elementi nei quali una dimensione & prevalente rispetto alle rimanenti due, detti percid «monodimensionali» (travi ad asse retti- €0 0 curvilineo). In alternativa si possono avere elementi «bidimensionali» (co- ‘munemente noti come lastre o piastre piane e curve), o, infine, «tridimensional». ‘La precisione dei sisultati ottenibili da un‘analisi dipende’ fondamentalmente dalla qualita del modello impiegato, e ciot dalla sua aderenza al reale. Questa, 2 Capitolo primo @'altra parte, & 2 sua volta funzione sia della raffinatezza con cui il singolo ele- ‘mento costituente 2 in grado di rappresentare il comportamento del corrispon- dente reale, sia della fedelta di rappresentazione dell'intera struttura mediante organizzazione di tali elementi in un singolo complesso. Spesso, nella definizione delle leggi di comportamento di elementie di complessi strutturali, ci si imbatte nella circostanza che l'intero campo di tensioni-deforma- zioni del corpo, assegnati i carichi e le caratteristiche di risposta dei costituenti (materiale, geometria), possa essere determinato una volta che gli spostamenti o gli sforzi interni siano noti in un numero discreto di punti. E questo il caso, ad esempio, di strutture «a scheletro», costitite cio’ esclusivamente da elementi ‘monodimensionali, le cui caratterictiche di risposta si possono far dipendere da quelle di un numero finito di punti, detti «nodi>. Poich€ le relazioni forze-sposta- ‘menti, per strutture con tale comportamento, dipendono da un numero discreto di parametri, queste sono spesso indicate come:strutturesdiscrete e la loro analisi come Meccanica strutturale disereta In questo Volume si intende proporre una disamina dei metodi pit usuali della Meceanica strutturale discreta, con riferimento allo studio di strutture a scheletro, i eui componenti siano cio costituiti esclusivamente da travi. L'analisi di siffattisistemi strutturali, & gi8 stata proposta nei capp. 5, 6, 7 del Vol. I di quest’Opera nell’ambito della Meccanica dei corpi rigidi. In questa sede, viceversa, essa sara inquadrata alla luce della teoria dei continui deformabili e, in particolare, dei continu linearmente elastic e isotropi (Vol. II, capp. 4 5). 2. Richiami e definizioni. Si definisce trave (Vol. I. cap. 5) il solido monodimensionale generato da una figura piana che si sposta nello spazio conservandosi perpendicolare alla traiettoria descritta dal suo baricentro. Tale traiettoria, che si suppone coincidente con una linea continua o rettificabile, si dice asse geomeirico o linea dasse: essa pud essere tuna curva gobba o piana e, in particolare, pud ridursi a una retta. La sua curvatura 8 Thiene modesta in modo tale che il slide si possa considera, come suol dis a debole curvanura. ren 82 Nney La figura geometrica ha forma generica, anche pluriconnessa, ¢ le sue dimen- sioni possono variare purché la variazione avvenga con continuita e gradualita: si Strutture: concerti fondamentali 3 ritiene tuttavia che tali dimensioni siano «piccole» rispetto alla lunghezza della linea d'asse. Setioni zrasversali sono le singole posizioni assunte dala figura gene ratrice nel suo movimento; se la figura non varia, né in éimensioni né in forma, 1a trave si dice a sezione costante ‘Sempre in conformita con quanto fatto nel Vol. I. si introduce una coordinata curvlinea s lungo la linea d'asse, con origine nel baricertro di una delle sezioni di estremita, ad esempio G, (fg. 1-1) Si scelgono due terne ortogonali destre di riferimente: una globale, fissa, O(0,. Yar ¥9)sValtra, locale, G,(x,. x3. 33), 6on origine nel baricentro della Sezione cor rente 5. Particolarizzando la scelta fatta nel Vol. 1, mentre I'asse x, continua ad essere contiderato diretto zecondo la tangente alla inea «'asse e con verso con- corde con quello assunto positivo per s, gli assi x, ed x, vengono ora considerati rispettivamente diretti secondo i due assi principal d'inerzia & ed 7 della sezione. ‘Accanto alla legge A(3) con cyil'area della sezione trasversale varia con l'ascissa curvilinea s misurata lungo Masse, si precisano le leggi con cui si evolvono, in funzione ancora dis. le caratteristiche inerziali J,.J,.J, della sezione stessarispetto agli ass x,, x, della terna locale e rispetto al baricentto $i indicano inoltre (Vol. I, cap. 5. n. 2) con gi(8), 4u(8), @x(8): my(3). mals), my(5) Je componenti, sempre secondo la terna locale, delle distribuzioni q(s) ed mis) rispettivamente di forze e coppie, lungo la linea d’asse. Analogamente sono nel- Tordine F ed MC le eventuali forze e coppie concentrate in punti dell'asse ed F,, Fs Fy, Aly le loro componenti; Ze W, sempre nellordine, le forze e le coppic reattive di componenti Z,, Zs, Zs. Wy. Ws, Ws, applicate nei punti d'asse e, co- munque, nelle sezioni in cui Sono localizzati gli eventuelivincoli (Bg. 1.2) 4 Fg. 12 Nila vi 2 da aggiungere a quanto esposto, sempre nel Vol. I, circa le sei carat- teristiche della sollecitazione N, T,, T,, My, Mz, Ms. che é possibile definire nella generica sezione $ (fig. 1.3): e' solo da osservare che T, € T,, M, ed M, si iden- tificano rispettivamente con i tagli T, € T, e i moment fiettenti M, ed M,, diretti secondo gli assi principali d’inerzia £ ed della sezione. ‘Quanta ai segni da attribuire alle caratteristiche della sollecitazione, resta valida la convenzione di considerare positive, se cospiranti con gli assi della terna locale. le azioni che la porzione che si trova dalla parte positiva dell'asse x; esercita sul- attra. 4 Capito primo Accanto alla trave hanno rilevanza. in ingegneria strutturale, le strurure a sche- letro (0 telai) cui si 8 gia accennato al n. 1, costituite da pit travi. ad asse rettilineo © curvo, variamente articolate nello spazio ¢ inerociantesi tra loro in eleuni punti detti nod Esse si dicono anche sistem di rravi ed il loro studio presuppone evidentemente che sia noto il comportamento dei singoli elementi monodimensionali costitutiv, sui quali preliminarmente si fisserd lattenzione nei numeri che seguono. 3. Estensione alla trave dei risultati del problema di Saint-Venant, Nei capp. 7-12 del Vol. II si trattato del problema dell'equilibrio elastico per il solido di Saint-Venant. definito come un cilindro retto, sufficientemente allun- gato, a sezione trasversale qualsiasi, di materiale linearmente elastico, omogeneo ed isotropo, con forze di volume ovuncue nulle, forze superficiali nulle sulla su- perficie laterale € non nulle in corrispondenza delle basi, con distribuzione asse- gnata arbitraria Serutture: concett fondamentali 5 Se si considera il generico tronco di lunghezza non trascurabille di una trave in equilibrio ad asse rettlineo, compreso tra due forze concentrate qualsiansi, non Vi 8 dubbio che esso possa essere assimilato ad un solido di Saint-Venant. Il suo comportamento si pud infatti studiare considerando applicate, alle sue sezioni di estremita, in virti del postulato di Saint-Venant (Vol. IL, ap. 7, n. 3). le caratte- ristiche della sollecitazione ivi presenti: gli stati deformativo e tensionale, ottenuti in ogni suo punto come conseguente soluzione del problema di Saint-Venant, sono invero validi ovunque, qualunque sia l'effettiva legge didistribuzione delle tensioni sulle basi del tronco, con la sola esciusione delle zone immediatamente adiacenti @ queste ultime, Orbene, Yestensione del problema di Saint-Venant alle travi avviene nel mo- mento in evi si ammette che Ia sohuzione dellequilibrio elastico sia valida anche nei punti immediatamente vicini alle basi del tronco considerato, postulando con cid che la distribuzione delleensioni su queste ultime sia proprio quella richiesta dalle soluzioni dei vari casi particolari del problema di Saint-Venant stesso. Non & pid necessario, quindi, se si fa un'ipotesi del genere, che il tronco sia slungo» rispetto alle dimensioni trasversali del cilindio; esso potra avere anche Junghezza infinitesima e, conseguentemente, i risultat, @ suo tempo ottenuti, po- tranno ritenersi validi anche per travi a sezione variabile e ad asse curvilineo, eventualmente soggette a carichi distribuiti con legge generica lungo I'asse. A parita di caratteristiche della sollecitazione, pertanto, lo stato di tensione in ‘una qualsiasi sezione della trave viene valutato come se essa sezione appartenesse aun cilindro caricato conformemente alle ipotesi di Saint-Venant. In conseguenza 4i cid, le sole componenti della tensione che si considerano presenti nella trave Sono le Gs, Ty € Ty (Vol. II, cap. 7, n. 2): in funzione di queste ultime si possono esprimere le sei caratteristiche della sollecitazione nella generica sezione mediante le (7.22) del Vol. II. Nasce cosi la reoria tecnica della wrave. Un tal modo di procedere porta a risultati ampiamente accettabili sul piano applicativo, confermati sperimentalmente e avvalorati dall’esperienza eccezional- ‘mente ampia che si possiede in merito. Le sole zone in cut i risultati cosi conseguiti ‘non sono accettabili sono quelle adiacenti alle sezioni in cui sono applicate forze & coppie concentrate di rilevante entita € quelle a cavalo di eventuali brusche va- riazioni della sezione trasversale (del resto gia escluse dalla stessa definizione di trave), L'estensione dei risultati del problema di Saint-Venant non @ inolie accet- tabile nel caso che la trave sia dotata di grande curvatura'. 4. Spostamenti e rotazioni. Si consideri un elemento infinitesimo di trave compreso fra le sezioni di ascisse ed's +, ds misurate lungo la linea d’asse. Si indicano con u, ua, 4; le componenti dello spostamento del baricentro G, della sezione corrente rispettivamente secondo le direzioni degli assi.x,, 2.x, della * A proposivo delle travis prande caratura pub veers: ©. Betas, pg. 253, bo 6 Capitolo primo tema locale ¢ con 7, 72575 le componenti, sempre secondo gli assi, della rotazione della sezione medesima, positive se cospiranti con gli ass. Estendendo i risultati conseguiti a proposito del problema di Saint-Venant. Je due facce dell’elemento considerato subiscono i seguenti spostamenti relarivi (fig. 1.4): Fig 14 Strutture: concettifondamentali 7 — una traslazione du, attribuibile allo sforzo normale N secondo Ia direzio- ne dell'asse x3, valutabile mediante la (8.9) del Vol. II © pati a: Nas du, = yt ay — due rotazioni attorno agli assi_principali di ineria x, ed x, della sezione. autribuibili ai due momenti lettenti M, ed /M,, valutabli mediante Ja (9.13) del Vol. I, pari a: Mids ay, = bo dye MEP ys El, (2.2) — una rotazione attofno allasse x, attribuibile al momento torcente My, valu- tabile mediante la (10.12) del Vol. II, pari a: Mya dy, = . a3) Gi, in cui si @ introdotto il momento d inerzia torsionale J, = J,/q, posto uguale al rapporto tra il momento d'inerzia polare J, il fattore di torsione q della sezione: — due traslazioni, secondo le direzion! x, ed x, degli assi principali d'inerzia della sezione, attribuibili nell'ordine ai tagli T, e Ts. valutabili tramite la (11.31)' del Vol. II, pari a: Ts Teds au dE as) con 73 € 7; fattori di taglio della sezione?, relativi rispettivamente agli assi neutri m= nedy In merito # quanto esposto c’é da osservare che, per effetto dello sforzo normale della flessione semplice, la generica sezione, come nel sotido di Saint-Venant. si 1 piana. La deformazione da taglio, che comporta, com’? noto, un ingob- bamento. @ stata ridotta a una traslazione rigida relativa delle due sezioni termi- nali, cosi come non si 2 preso in considerazione l'ingobbamento dovuto alla tor- sione. Nella teoria tecnica della trave si considera valida cio, in via approssimata, Vipotesi semplificativa di conservazione delle sezioni piane 0 di Bernouilli-Navier che & tanto pid! vicina alla realta quanto pit! le deformazioni dovute a taglio e torsione risultino modeste rispetto a quelle derivanti da sforzo normale ¢ flessione. Tl moto della generica sezione @ quindi, sulla bese dellipotesi appena fatta, un ‘moto rigido individuabile attraverso le componenti u,, 1, us dello spostamento del 2 Le (1.4) sono valide a rigor slo nel e380 in cu li asi principal ineraa @ ed m siano anche asi di simmetia orogens dela seione: quando se it baneento della exon cincda con lento cpl, 8 Capito primo baricentro G, secondo le direzioni degli assi x,, x3. x, della terna locale ¢ le com- ponenti yi, 7s. 75 della rotazione della sezione attorno agli stessi ssi. 5. L’energia di deformazione. Partendo dalle espressioni appena ricavate per spostamenti e rotazioni relativi di due sezioni a distanza ds T'una dall‘altra, e osservando che ciascuna caratteristica della sollecitazione compie lavoro soltanto per la componente dello spostamento 4a essa stessa prodotto, il teorema di Lamé-Clapeyron (Vol. II, cap. 4, n. 7) porge la seguente espressione per lenergia di deformazione elastica del generico tronco di trave: doe M&S, Mids 2EA ” 2El, (1.5) Tas Tids +a —_ 2GA 2GA ” 2Gi, ottenibile anche a partire dalle (8.12), (9.20), (10.20), (11.39) del Vol. IL, relative ai singoli casi particolari di Saint-Venant. Per lintera trave, integrando lunge la linea d’asge, si ha quindi lespressione: (1.6) Gi, a ne. sia le caratteristiche geometriche della sezione, sia i moduli di elasticita del materiale sono espressi in funzione dellascissa s, 6. Le distorsioni. In una trave possono essere presenti effeti deformativi non derivanti da forze applicate, bensi da distorsiont provocete da fenomeni quali le variazioni termiche ‘uniformi 0 non uniform, ilrtiro del materiale, ecc Come si vedra nel seguito, questi effeti possono produrre oppure no situazioni tensionali nella struttura. dando luogo, nel primo caso, agli stati di coazione cui si @ accennato trattando dei solido elastico (Vol. Il, cap. 4, n. 11) e alla conseguente presenza di un'energia vincolata Struttore: concetti fondamemali 9 Per effetto dell ipotesi di conservazione delle sezioni piane, si prende in consi- derazione una particolare classe di distorsioni dette di Volterra, che si concretiz~ zano per l'appunto in spostamenti rigidi relativi tra le due, facce delimitanti un generico concio elementare. Esse si possono pensare generate dalla sostituzione di quest'ultimo con un elemento a forma di cuneo a facce piane, in modo da produrre nella trave uno spostamento relativo delle facce, secondo le quali sono stati operati i tagli necessari per ricavare il concio, riconducibile ad un unico moto rigido. ‘Nel caso pitt generale, le distorsioni di Volterra sono di sei tipi, potendosi le deformazioni del tronco élementare porsi, con riferimento alla generica sezione di ascissa s, nella forma: fs, a7 dus ds Ass) love le quantita 2,(5), 265), 2(6)s ¥y(5)» Vals), vals) sono dette caratteristiche della distorsione. Le quantita 2,(s)ds, 73(s)ds, As)ds rappresentano gli spostamenti re- lativi nelle direzioni rispettivamente degli assi x, £- x, della terna locale, subiti dalle facce di ascisse s ed s + ds del concio generico. Le y,(s)ds, y,(s)ds, pals)ds, sono, a loro volta, le rotazioni relative che le facce del medesimo elemento subi- scono attorno alle tre direzioni di cui sopra Le caratteristiche della distorsione si considerano positive se, per gli spostamenti da esse indotte, le corrispondenti caratteristiche delia sollecitazione positive, sup- poste agenti sulle facce estreme del tronco, compiono lavoro positivo (fg. 1.5). Le funzioni A(s) e v(s) (i = 1, 2, 3) possono essere continue ed in tal caso si parla di caraneristiche distribuite della distorsione. Si possono avere perd anche di storsioni concentrate in determinate sezioni. In quest'ultimo caso le funzioni A{s) ¢ p(s) sono discontinue e le distorsioni concentrate vengono definite attraverso i limit dim, Ads = au, dim, yids = ay, - Jim, Ads dim, vats = 47, (8) dim, 43d5 = du, im, vsts = 75. Come si & gid detto, un'importante categoria di distorsioni & quella legata alle variazioni termiche. 10 Capitolo primo Fig. 15 Si abbia ad esempio una variazione termica f, uniforme per Vntera trave. Essa determina la sola caratteristica 2, che vale As = at as) con a coefficiente di dilatazione termica del materiale costitutivo; 2, & positiva 0 Strutture: concent fondamenta n negativa a seconda che, rispettivamente. 1, rappresent! una variazione in aumento © in diminuzione. La (1.9) si trasforma nella: Ag(5) = at,(s) asy’ qualora la variazione termica si ritenga variabile lungo la linea d'asse con la legge f= ts) ane Fe 16 Si abbia invece una variazione termica con andamento «a farfalla» o alla Navier Jungo uno degli assi x: © x,. con valori ,€ «, di segno opposto ai lembi estremi e valore nullo sull'asse neutro. Con riferimento alla fig. 1.6. risulta, per un tronco ds: aj quindi la caratteristica della distorsione diversa da zero @ la: ar waa .10) essendosi indicata con Ar = 1, ~ 1, la differenza tra le temperature f, al lembo inferiore (che si trova dalla parte’positiva dell'asse ,) ¢ (, al lembo superiore. Ys Fisulta positiva quando Ar sia positiva: quando ciot, come indicato appunto in fig. 1.6. si abbia aumento di temperatura al di sotto dell'asse neutro e diminuzione al di sopra. Un discorso analogo porterebbe, nellipctesi di variazione termica a farfalla lungo Vasse x,, a valutare la caratteristica della distorsione y ‘Una particolare categoria di distorsioni sono i cédmenti vincolari: essi si pos- sono infatti considerare distorsioni concentrate nelle sezioni in cui sono applicati i 2 Capitol primo vincoli ¢ si identificano con gli eventual: spostamenti o rotazioni che, in corrispon- Genza delle sezioni in parola. si determinano secondo le direzioni efficaci dei vin- coli stessi Quando tali cedimenti sono nui. i vincoli si dicono perfett Specificando meglio, detto d il cedimento di un punto P dell'asse della trave secondo la direzione efficace del vincolo ivi applicato, pud porsi b= + eZ. quay Nella (1.11) 6" & un'aliquota indipendente dai carichi agenti, mentre ¢4Z & pro- porzionaie alla reazione Z esplicata dal vincolo secondo la direzione efficace presa in considerazione: la prima prende il nome di cedimento anelastico. la seconda di cedimento elastico. con ¢, coetficiente di deformabilita del vincolo stesso. pari al cedimento provocato da una reazione vnitaria ‘Qualora it vincolo ostacoli una rotazione, lespressione del cedimento angolare @ la seguente: 0 = 0" + ey, 2) con 6” rotazione anelastica. indipendente dai carichi applicati alla struttura, ed e4W rotazione elastica, proporzionale al coefficiente di deformabilita ey, pari, que- stultimo, alla rotazione prodotta da una coppia reattiva unitaria, Ti cedimento di un vincolo imperfetto® quindi uguale di norma alla somma delle due aliquote contenute nelle (1.11) ¢ (1.12); la prima'(6% 0 8") si produce indi- pendentemente dalle condizioni di carioo, mentre laltra (e2Z 0 €ywW¥), per Vannul- larsi della reazione. si annulla quando i carichi esterni cessino di esplicare la loro azione: la prima &. come suol dirsi, irreversibile, mentre la seconda & reversibil 7. Sistemi pia Un importante caso particolare ¢ quello della trave piana che si presenta quando ‘rasse sia contenuto in un piano che sia anche piano di simmetria geometrica e di Fig. > rigor ind a definision d itorsone speterebbe al alo cedimento anelatic, che &indipendente ai cave applica alla rave Strutture: conceit fondamentali B carico, In tal easo (Vol. 1, cap. 5, n. 4), le componenti delle forze attive e reattive sono al pitt le Fy, Fy, Aly = 4, Z,, Zy. W, = W. Le componenti del carico distri- buito lungo T'asse sono le sole g:(5) e g3(6); le eventuali copie distribuite hanno la sola componente m,(s) = m(s); te caratteristiche della sollecitazione (fig. 1.7) nella generica sezione sono esclusivamente le N, M, = M, T, = Te sono legate alle distribuzioni di carico dalle equazioni indefinite (5.31) del Vol. I: (2.13) aM - “Br Ttm=0. Queste, per travi ad asse rettilineo 0 a debole curvatura (1/r ~ 0), si semplifi- ccano nelle: an Bena q-- aus) Menem, Dalle ulime due delle (114) si deduce inote le one (1.15) che, in astern 6 catibuzioni (1.16) La flessione e il taglio sono retti, con x, asse neatro della flessione ed x, asse di soliecitazione ¢ di flessione; sono inolue diverse da zero le sole componemti dello spostamento e della rotazione u, u; € 7; = y. 4 Capitolo primo Accanto alla (1.1), risultano percid valide le (1.2), € (1.4), che si scrivono: Mas dy = Et 7) Tas din, = 1 TE, (138) con € x, = xrispettivamente momento d'inerzia ¢ fattore di tagtio relativi all’asse neutro x, Leenergia di deformazione si riduce alla somma di tre termini e cio®: (1.19) mentre le caratteristiche della distorsione diverse da zero sono al pit As). 43(5), vals) = v6). Una struttura a scheletro che giaccia in un piano che sia per essa anche piano di simmetria geomettica e di carico, si dice telaio piano o sistema piano di travi Plier lL, Fi 18 ste (fg. 1.8). A complessi strutturali di tal tipo ci si @ gia riferiti ampiamente net Vol. I, ove, al solito, i} loro studio é stato svolto nell'ambito della statica dei sistemi rigid, Tra itelai piani sono comprese le strature a magic chiuse o policonnesse (Big. 1.9), nelle qualita linea d'ee si rinchivde una o pid volte su se stessa, Strutture: conceti fondamentali 18 8. Analisi strutturale di travi e sistemi di travi. Di travie sistem di travi si é ampiamente trattato nel Vol. 1, ove, con speciale riferimento al caso piano, si & proceduto ad una loro classificazione nell'ambito della meccanica dei corpi rigidi, attraverso le analisi cinematica ¢ statica. In particolare, sotto il profilo statico, sono state individuate le condizioni cui le strutture devono soddisfare perché lo stato di sollecitazione. sezione per sezione, possa valutarsi sulla base delle sole equazioni della statica dei corpi rgidi Esse possono in sintesi essere definite: = labili, quando, per condizioni generiche di carico, V’equilibrio non sia possi- bile; = isostariche, quando le equazioni di equilibrio ammettano un‘unica soluzione consentano di determinare univocamente le reazioni vincolari le caratteristiche della sollecitazione sezione per sezione; — iperstatiche, quando le equazioni dt @quilibrio ammettano &" soluzioni, con n grado di iperstaicita del sistema, Si tratta ora di studiare travie sistemi di travi come continui deformabili,linear- mente elastici: cid & possibile se si usufruisce delle considerazioni svolte nel pre- sente capitolo in tema di estensione ai solidi monodimensionali dei risultati del problema di Saint-Venant. isi propone, in altri termini, di risolvere il problema dell'equilibrio elastico di tuna struttura e cio’ i determinare. in ogni punto di essa, sia lo stato di deforma- Zione che lo stato di tensione Tale risutato pud ritenersi raggiunto quando, sezione per sezione, si siano de- terminate da una parte le tre componenti us, 43, ¥ dello spostamento del baricen- to e le tre rotazioni 7, y,, 7; dallaltra le Sei caratteristiche della sollecitazio Vi sono, in tale ordine di idee, tre tipi di condizioni cui il sistema da analizzare deve soddisfare: — le caratterstiche della sollecitazione ¢ le deformazioni devono, all'interno della struttura o di ciascun elemento componente, verificare le relazioni locali che coinvolgono le leggi costitutive del materiale ¢ la geornetria dell’elemento stesso; — gli spostamenti delle sezioni di estremita della struttura o di ogni elemento devono essere compatibili con gli spostamenti dei noci ai quali elemento & col- legato. Le conseguenti condizioni che ne derivano sono condizioni di congruenca tra queste sono ovviamente comprese le eventuali condizioni di vincolo esterne. espresse in funzione degli spostamenti — tutti i carichi agenti sulla struttura 0 su ciascun elemento (ivi comprese le azioni trasmesse dai nodi) devono essere in equilibrio; in ciascun nodo, inoltre. la somma delle azioni trasmesse dalle travi concorrenti deve uguagliare Teventuale forza esterna applicata: queste relazioni sono condizioni di equilibri. Una classificazione dei metodi di calcolo impiegati nell’analisi strutturale, ¢ in particolare per lo studio dei sistemi di travi, pud essere tentate in base all’ordine con cui i gruppi di condizioni appena citati vengono imposti alla struttura. 1 metodi nei quali si parte da una situazione equilibrata imponendo successiva- mente le condizioni traducenti il rispetto della congruenza, sono detti merodi delle forze; quelli nei quali si parte da una situazione che rispetti la congruenza ¢ sfo- 16 Capitelo primo iano in condizioni di equilibrio si dicono metodi degli spostamenti. Nei primi si assumono quali incosnite delle grandezz= di carattere statico (o forze), nei secondi delle grandezze di carattere cinematico (0 spostamenti) Di questi due gruppi di metodi che s} notevole importanza hanno per lo studio sia delle travi che dei sistemi di travi, si parlera diffusamente nel seguito. 9. Travi e sistemi di travi iperstatici. La determinazione delle reazioni vincolari e la costruzione dei diagrammi delle caratteristiche della soliecitazione per travi isostatiche sono state illustrate in nu merosi esempi svottnel Vol. I dove, tes altro. sono state trattate la tave sem: plicemente appoggiate agli estremi (figg. 5.55, 3.56, 5.57, 5.58), la mensola (gg 5.59, 5,60. 5.66). la trave con sbalzi (fgg, 5.61. 5,62) ed alcuni telai variamente Vincolati e caricati (Age. 5.63, 5.64). Fe 10 Fig 103 Fie 1s Sgt Fig. aa Fig as Fig. 116 Numerosi esempi di risoluzione di sistemi piani isostatici sono stati svolti nel cap. 6 dello stesso Volume, ove si 2 ampiamente discusso sulla determinazione elle reazioni vincolarie sulla costruzione dei diagrammi delle caratteristiche della sollecitazione (fgg. 6.45, 6.46, 6.47, 6.54, ecc.). Venendo ora a trattare di strutture iperstatiche, si osserva che le pid importanti strutture piane a una campata, dotate di un grado di iperstaticita, sono la trave con due cerniere fisse nelle-sezioni di estremita (fig. 1.10) e la trave ineastrata ad un festremo e appoggiata in un’altra sezione, coincidente (fig. 1.11) o non (fg. 1.12) con, quella terminale. EE otate di due gradi di indeterminarione la trave (fig. 1.13) vincolata agli estremi con un incasiro e una eerniera, mentse & tre volte iperstatica quella, piamente incastrata (Sg. 1.14). " svete cere Struture: concen fondamenali " Tra le travi ad esse curvo sono frequenti ‘arco incernierato agli estremi (fig. 1.15) e Varco incastrato (fig. 1-16), rispettivamente una ¢ tre volte iperstatici, ‘Un notevole interesse ha infine la trave continua, dotata di una cerniera fissa ¢ pil appoggi scorrevoli con linea di scorrimento parallela all‘asse (fig. 1.17). 4 ” ‘ nM £ Fig. 117 4 2 © » gor rene Essa ha un numero di indeterminazioni pari al numero degli appogei scorrevoli di cui dotata meno uno. Pub capitare che nelle serioni di estremita i vincoli siano rappresentati da incastri (fig. 1.18) , in tal caso, il numero dei gradi di iperstaticita aumenta, La trave continua di fig. 1.18 ad esempio quattro volte iperstatica mentre guella di fig. 1.19, in cui due degli appoggi scorrevoli sono stati sostituiti da altret- tante cerniere fisse, Jo @ sei volte 1 sistemi piani di travi possono talvolta presentare una certa complessita: in aggiunta a quanto illustrato nel cap. 6 del Vol. I. pud essere percid opportune indicare un procedimento generale che consente di stabilire rapidamente il grado i indeterminazione, tenendo ovviamente conto del fatto che in ess. accanto alle eventuali indeterminazioni dovute alla sovrabbondanza dei vincoli esterni. sono spesso presenti delle indeterminazioni interne legate alla presenza di maglie chiuse che rendono pit diffcottoso il compito. Un procedimento semplice, sia sotto il profilo concettuale che pratico, & basato sul suddividere la travatura, mediante tagli arbitrari, in tronchi indipendenti, privi sia di legami esterni sovrabbondanti che di magliechiuse. Ricordando che ciascuna delle m sconnessioni triple cosi operate introduce nel sistema tre gradi di liberta impedendo contemporaneamente la trasmissione delle tre caratteristiche della sol- lecitazione originariamente presenti nella sezione, & chiaro che, se ciascuna delle parti ottenute risultaisostatica, il grado di indeterminazione delia struttura di par- tenzaé pari a 3m, con m per 'appunto numero dei taeli praticati. Pud perd succedere che, per effetto di questi ultimi, in alcune delle parti in cui la travatura & stata sud- divise siano state indotte delle condizioni di labilita, dovute allinsufficienza dei vin- coli esterni residui su ciascung porzione o alla pretsistenza di sconnessioni che in- Gucano liberta di movimento, B hecessario percid detrarre al numero 3m dei gradi di liberta introdotti effettuando gli m tag. il numero /complessivo delle liberta di moto determinatesi nelle varie part in cui la travatura é stata suddivisa. I! numero totale delle iperstatiche della struttura di partenza vale quindi: n= 3m- 18 Capitolo prime i considerino a titolo di esempio i due telai di fig. 1.20. Per entrambi il proce- dimento illustrato comporta Veffettuazione di due tagli o sconnessioni triple che interessino ad esempio i due trasversi. Appare evidente che, per la struttura di fig. 1.20a, i due tronchi in cui essa risulta suddivisa sono altrettante mensole isostati- che: il numero dei gradi di indeterminazione della struttura @ quindi pari a 3 x 2 = 6, in accordo d'altronde con il fatto che il telaio @ tre volte iperstatico esternamente per la presenza di tre condizioni di vincolo sovrabbondanti e tre volte iperstatico internamente per la presenza di una maglia chiusa. Nel caso della struttura di fig. 1.20b i due tagh individuano invece due tronchi entrambi labili: pit ciel e Fig 120 in particolare quello di sinistra possiede un grado di labilita perché vincolato me- iante una cerniera che consente rotazioni atiorno ad A, mentre quello di destra ne possiede due per essere vincolato esclusivamente da ud appoggio scorrevole. Si ha Pertanto, per Tintera struttura, un numero di gradi di iperstaticita pari a 3X 2 — 3 = 3 in accordo con la circostanza. anche in tal caso immediatamente Tilevabile, che il telaio & esternamente isostatico e tre volte iperstatico intemna- mente per la presenza della maglia chiusa 4-4} Fig 12 a * Con considerazioni analoghe si osserva che la struttura di fig. 1.21 8 dotata di 7 gradi di indeterminazione. Ai-quattro tagli, necessari per suddividerla in tre por- Zioni, fanno riscontro infatti i tre gradi di labilita di cui @ dotata la porzione intermedia priva di vincoli esterni e i due gradi di labilita di cui sono dotate le due Porzioni laterali, ciascuna delle quali, per la presenza delle cerniere interne, pre- senta un tronco cui @ consentita una liberti di movimento rispetto alla residua parte: si ha quindin = 3x 4—5= Canto. 2 LA TRAVE AD ASSE RETTILINEO J. La trave inflessa. Particolarmente ricorrente nelle applicazioni ¢ una speciale trave piana: quella ad asse rettilineo soggetta a forze e reazioni vincolani esclusivamente normali all'asse, detta trave inflessa. Per essa le caratteristiche della sollecitazione relative a una generica sezione sono al pid i taglio il momento flettente, essendo ovunque tullo lo sforzo normale. La denominazione di trave inflessa che le viene attribuita 2 peraltro da ritenersi impropria in quanto. nella grande mageioranza dei casi. essa non & assoggettata a fiessione semplice ma piuttosto a flessione composta (a fles- sione cio® accompagnata da taglio) mtn) n Fe 21 La trave inflessa ad asse rettilineo (fig. 2.1) viene riferita ad una terna di assicon ‘origine nel baricentro di una delle sezioni di estremita (0 = A), di regola quella di sinistra: Passe y, coincide con l'asse della trave, l'asse y, & ortogonale ad esso. I] terz0 asse y,, perpendicolare al piano medio della trave, é diretto a sua volta verso Posservatore ed é tale che la terna O(), 2,93) sia, al soto, una terna destra Le forze attive e reattive hanno component rispetiivamente F, e Z, = V; le coppie attive e reattive sono 4, = fe W, = W; la scla componente del carico distribuito lungo T'asse & la 4,()3); Ie eventuali coppie distribuite hanno la sola ‘componente m,()3) = mys) Le caratteristiche della ‘sollecitazione nella generice sezione si riducono allo sforzo di taglio T,(y,) = T()) € al momento flettenté iM,(),) = M(y,)s i cui segni vengono fissati in base alle usuali convenzoni 20 Capitalo secondo Delle componenti us ¢ 1; dello spostamento del baricentro della generica se- zone, rispettivamente paralela e normale al'asse. la prima é trascurabile rspetio alla seconda. La componente u;()3) detta percio semplicemente spostamento e il suo diagramma, riportato paralielamente alla dirczion¢ di y, si dice linea elastca! della trave. Le’ coordinate di questutima sono positive se equiverse con y.. € Girette pertanto verso il basso; la rotazione y, = y della generica sezione & posiiva se antioraria, essendo Passe y, diretto verso Fosservatore Da quanto si é detto si deduce che, per una trave inflessa, in assenza di sforzo normale, sono equivalent, ai fini stati, vincoli quali la cerniera fissa e l'appoggio scorrevoie con direzione efficace normale all'asse. Conseguentemente una trave vincolata agli estremi con due cerniere fisse, cinematicamente iperdeterminata, risulta, per le particolari condizioni di carico cui & sottoposta, staticamente isode- 2. Equazione della linea elastica. La seconds ¢ la terza delle (1.14) porgono le equazioni indefinite: ar. ay 7 ay aM Geetom. 5 @2) che legano le caratteristiche della sollecitazione taglio ¢ momento flettente al ca- 3) € all'eventuale distribuzione di momento m(y,); da esse si trae la: aM (2.3) Fig. 22 ud confondersi 'angolo di rotazione 7 della generica sezione (pari all'angolo che * uestadenominaione ¢ sata git adottatanet:app. 9 11 6! Vol, M pr iatcare la detonmist del ase 4x soido 6 Suint-Venant soroposorspettvamente« fesione semplice e compost, La tave ad asse retilineo a Ja tangemt alla linea elastica forma con I'asse y,) (fig: 2.2) con la sua tangente. Pud porsi ioe la: uy a (2.4) in cui il segno meno si giustfica rilevando che, nei tratti in cui la linea elastica ha du, andamento crescente con ys (¢ quindi ? uj = <> > 0), Yangolo y risulta orario © pertanto negativo. dys Se, ai fini deformativi, si considera il solo contributo del momento fletente prescindendo dagli effetti del taglio, dalla (1.2), si deduce: ae May, = 2.5) EY 2.5) © quindi: ye 7 Bem, sy onde, per la (2.4), si perviene infine al legame differenaiale®: Puy aM 2.6) ays Derivando la (2.6) rispetto ay}, si deducono successivamente, con riguardo alle (2.2) e (2.1), le espressioni seguenti a du a Tem; 2 a Glee en d du; am ey PH) om 0. Bese ay “8 2 Alla (2.6) si pervine ache a paire dalla (12) el Vol. che ponge I corvatara della tine elastca de iindro i Ssit-Venantsopgetto 8 Bestone: mM 4a ® ‘on il segn0 meno ovo ale convention’ adotae per momento ¢ carta, (segue note) 2 CCapitolo secendo ultima delle quali ¢ un'equazione differenziale del quart’ordine alle derivate totali detta equazione della linea elastica. Essa & Yequazione risolvente in termini di spostamenti della trave inflessa, cui vanno associate quattro condizioni al con- tomo, rispecchianti le condizioni imposte dai vincoli alla struttura. ‘La sua integrazione consente di ricavare nell’ordine, a partire dalle distribuzioni assegnate di carico q,(,) ed m(y) e per il tramite delle 2.4), (2.6), (2.7) le leggi i variazione dello spostamento 11,(),), della rotazione 7()3) € delle caratteristiche della sollecitazione Ms) € 70). La (2.8) si semplifica nella: a> 9) nel caso frequente di m 0 6 di seve a sezione costante. 3. Integrazione del!'equazione della linea elastica. Da quanto esposto si deduce che il problema della trave inflessa @ un problema al contomo alle derivate totali in quanto la sua soluzione si ottiene integrando Tequazione differenaiale del quart'ordine (2.8) 0 (2.9) e associando ad essa oppor- tune condizioni in corrispondenza delle sezioni vincolate, generalmente coincident con le sezioni di estremita \ ‘Le condizioni in parola possono essere di carattere cinematico 0 statico: nel primo caso esse fssano il valore di una variasile cinematica quale la rotazione y' di tuna sezione o Jo spostamento u- del suo baricentro; nel secondo di una variabile Statiea quale il momento fiettente Mo il tagio T. Variabili cinematiche e statiche Si dicono tra loro duali quando la variable cinematica compia lavoro per effetto Posto infat, come ben note: ce traseurando la (diay) spew alfunita, sbe: 1 ey 7 oh ) inando ta curvarura ~ tra Ia (2) € la (0), si ha ifine Ia (2.6), La eave ad esse rerilineo 2B deta corrispondente variable static (e cot sono duit rtazione e il momento, fo spostamento ei agli). Le eondizion! al eontorno che fssano il valore di una variable cinematic si dicono geomeriche: quelle ehe sano il vlore Gi una tarabile satica si dicono Stonehe' facie slevare che, in una cera sezione, solo una dele due quanta Gal pod essere vincolata, non mai entrambe contemporeneamente Gi premesio si eva che Tinterazione della (2-8) non offre particoar diff colt: pub essere opportuno pero mostrare come il problema della Geterminazione della deformata t= us()s). Si Spezzi in due problemi del second’ordine nel caso paricolare di trav lsotatica, Per quest'ultima infatti la valutazione delle reazioni vincolari e delle leggi di vanaione delle caratterstiche dell sollestasionetagio © momento fttent si affronta di norma con i metodi della statica dei sistemi rgidi. I procedimento pit tonsueto 2 quello dipsufruye delle equazioni cardinal della satia; ma, in mha- fiera equivilGite, sito anche segue l procedimento exposto nel Vol. I (eap. 3. br 1s) She consste nelintegrare Tequavione indefinite (2-3), con conseguente determinazione delle legt di variazione del talio.e del nomento fetente meno Gi due costantarbtrarie. Quest i valutano po in base ad alretante condizion| Stticheehe esprimono il risptto,in termini di cartteriiche della sollectazione, tbe cendiion dl vincolo. ‘A questo punto, nota ormai la legge M = M(y,) del momento. si pud procedere allintegrazione dell'equazione differenziale (2.6) Tirisultato di una prima integrazione porge, a meno ci una costante arbitraria, d igen ves soo 2 =~ y cai se: dona sean a integrazione seatuisce, a meno di die costant, 1a legge con cui varia lo sposta ‘mento ta(y,). Le nuove costanti si determinano in base a condizioni al contorno di caratere geometric. Tl problema deformativo nella traveisosttica cit del ttt indipendente da quello statico-e pud essere affronato a valle del primo uilizzando la (2.6), Diversaments si presenta ileaso della trave infessa iersatica, Per exs0 non possibile infatti determinare, con l'impiego dei soli metodi della statica dei sistemi Fi, le retzion’ vincolai née legi con cui variano lungo Taste i taglo ei momento fetente;né ovviamente & possibile ulzzae i git cato procecimento illustrato nel cap. 5, n. 15 del Vol. I. Non si pud pereid, in quanto non & nota, utlizzre la legge con ca varia il momento fettente MQ) n¢ iipiegare la (2-6) af fini i ottenere Tequazione in termin! fin dela linea elastic, ncczssri pertanto partve dalla (2.8); pervenire, per successive integraziont ea meno dl quatro costant! asia, alle leggi con a varano fl taglor I mo- mento, la rotazone e lo postamento dei punt dase; valutare le costant con imporre quattro condizioni, geometriche o statiche, da esprimere in funzione di igo delle sue derivate. A prosedanento svollo, si sarin grado di determinare, a partie dalla legge usgy) onmal nota, tut gl element sa d caattere saieo che deformativo ie ‘th alle wave e,in paricolare, le reason! vincoas: I trve sar, per eos dire, ‘risoltan. 24 CCapitalo secondo Nella trave iperstatica in definitive. differentemente da quella isostatica, i due problemi, quello statico e quello deformativo, non si possono affrontare separata- mente Puno dallaltro: o, in altri termini, 'equazione differenziale (2.8) del IV ordine che regge il problema non si pub spezzare nelle due equazioni differenziali del IT ordine (2.3) € (2.6). 4, Applicazioni. ‘Sia assegnata la trave semplicemente appoggiata agli estremi di fig. 2.3, soggetta al carico g, uniformemente distribuito, Eo SS Fig. 23 La legge di variazione del momento, desumibile dalla (5.34), del Vol. I, & la seguente: By vs u=2%Vy,-y) 7 (ys = 9) Lequazione differenziale (2.6) si scrive? EN > Neel supp success per semplith, le dervat du speto ad, Yeranno indicate con isimbol us, La trave ad asse retilineo 25 Nell'ipotesi di sezione costante, attraverso due successive integrazioni, da essa si ricavano le: 228 -el acs n-4) cA yi w= Bly 2B) oye. fw 2 ae Le condizioni al contomo da imporre per ys = Ded yy = J, risulti us = 0. Si hanno perc a rispetto dei vincoli sono che, per pe: le costanti i valori: at MEI” ¢ pertanto le leggi con cui vatiano la rotazione e lo spostamento u, assomono la forma y+ 3 (24) 7 at [os _ 4 [al, 2) . verti? 1} *t7 Lo spostamento massimo (0, come suol disi, la frecci f) si ha nella sezione di mezzeria (ove risulta y = 0): pe te fy {| ED 7 pee 2.10 mor 2.10) rmentre le rotazioni y4€ 7s delle sezioni di estremita A e B valgono: a ai 2.11 24ET en Al medesimo risultato si giunge se si affronta il problema a partire dalla (2.9). Alttraverso quattro successive integrazioni si hanno infatt le espressioni: Eu = a3 -T = Ell = ant; @.12) 6 CCapitolo secondo ¥ -M = Eliya q + Gt Gi rag 3 ¥ = Bly = Bh = 7 +E + Gt Gs (2.12) hve 3 yh Em, = y+ Ge Geant c. Imponendo le condizion| esprimenti Mannullasi, alle Jue estremita, dello spo- stamento e del momento fiettente, risulta che per }, = O ed ys =f sono u: = O€ uf = 0. Le costanti assumono, cos) procedendo, i valori: = al a? -#, p= 4 Gn, G 2 & 24 Gs . che, sosttuiti nelle (2.12), consentono di riottenere le leggi di variazione gi rica- vate in precedenza, In fig. 2.3 sono rappresentati nell'ordine i diagrammi del taglio e del momento, nonché quelli della rotazione y(y,) dell'abbassamento 0 deformata della trave 4,0). Dalla legge di variazione del taglio si riottengond i valori noti delle reazioni. Per una mensola a sezione costante (fig. 2.4), soggetta a una forza concentrata Fz nella sezione di estremita, risulta: M=-F(l- yy) L'equazione differenziale (2.6) della linea elastica & pertanto: Edu = Fl - ys) 5 , per successive integrazioni, si hanno le: A 4 yeu a Ble cs -Alp-2)oc on ay -G] Gant. La trave ad asse retilineo a7 Imponendo che per y; = 0 siano nulli tanto lo spostamento 1, che Ia rota~ zione y, si deducono le: G=G=0 da cui scaturiscono le: Y= — Eph (2.13) (2.14) 28 CCapitols secondo Analogamente, se si parte dalla (2.9), si hanno fe: (2.15) ec bectisey, ueGerotranra, Imponendo Je condizioni al contorno: us=0 per n=, -& per yal, 1 Er ED per mezzo delle quali si ritorna alle espressioni di y © iu, prima ricavate. 1 Giagrammi T(,), MO), 70s) € us0) sono Fiportati nelVordine in figura 2.4 La trave di fig. 2.5, sempre a sezione costante, & incastrata perfettamente agli estremi ¢ soggetta a un carico uniformemente distribuito g,. Trattandosi di una struttura iperstatica, la sua risoluzione & possibile a partire dalla (2.9). Per integrazione di quest'ultima si otengono ancora le espressioni (2.12) con- tenenti quattro costanti arbitrarie, da determinare imponendo che, per y; = 0 ed 5 = 1, rsultino verificate le condizioni u, = 0 © — y= us = 0. Si haino cost i valor: . 1 Gea-zat che, dopo qualche passaggio, consentono di ricavare le seguenti leggi di varia- one, lungo Masse, delle funzioni taglio, momento, rotazione, spostamento: raa(h-9}: La wave ad asseretilinea a 2 che si traducono nei diagrammi riportati in fig. 2.5. Da esse si possono ricavare la freecia f nella sezione di mezzeria: 1 git (2.16) il momento massimo nella medesima sezione: 1 2 (247) Moe = He a2! 30 Capitolo secondo La trave ad asseretilineo 3 , nelle sezioni di estremita, i momenti fletenti conseguentemente le funzioni 7(3), MCs). 703), u(0») assumono le espressioni seguenti di immediata deduzione: 1 { 2 ™, pat 2.18) | ls 4 Qs) 5 Teal-nt oii | ei taal : M | Le reazioni vincolari V, ¢ Vz sono entrambe dirette verso Palto ¢ valgono 4ul!2 come nella trave semplicemente appoggiata agli estremi e uniformemente caricata T punti di flesso della deformata si hanno nelle sezioni di momento nullo (pet ae {yy = 0.2113 Fed ys = 0.7887 D. al" °* IE che si traducono nei diagrammi di fig. 2.6. Da esse si traggono i seguenti risultati notevoli: 5 TaVantal: To zal (2.19) | Saal | Mya Eats (2.20) ' | 1 = pe “ : —S Moa = aay ah 5 (2.20) Fe25 | fe o00se 20 @2y ' In fig. 2.6 & rappresentata la trave iperstatica vincolata con incastro in A, ap- =o poggio in B, sempre a sezione costante, soggetta ancora a un carico q, uniforme- | [mente distrib. 1 at | Partendo dalle (2.12), le quattro costanti arbitrarie si determinano imponendo n= (2.22) che, per ys = Op risuting u, = Oe uj = Oe che per ys = Isiano u, =O ed uj = 0. 8 OE Si hanno cosi le: 5 1 Moa si manifesta nella sezione distante 318 dallestremo appoggiato; Ia freccia G=-Lat: Geta: G-ae0; massima f nella sezione che dista 0,4215 / dal medesimo estremo; il flesso della 8 8 deformata nella sezione distante 1/4 dall'estremita incestrata. 32 Cepitole secondo La stessa trave di fig. 2.6 2 soggetta (fig. 2.7) ad una coppia ly applicata nella sezione di appoggio B. In assenza di carichi applicati in campata sono valide le (2.15) ottenute per integrazione della (2.9) An Pa B + Fig.27 Le condizioni al contorno sono: moO, w= per 3 0) Eluy=-M, per ys Esse, dopo qualche passaggio, porgono, per le costanti, le espressioni seguenti: Maly Me Fen a oer Ge Si possono cost ricavare gli elementi ati a costruire i diagrammi rappresentati in figura. I risultati pit importanti sono i seguenti Ms My = ~ Eu) =~ hs 2.23) yy = et Ye= — Ui = Fey (2.24) La trave ad asserettitineo 3 Il primo assicura che il momento M, nella sezione d’incastro & antioratio ¢ vale My: conseguentemente il diagramma del momento flettente, ad andamento li- neare, si annulla nella sezione di ascissa 3. Posto yy = 1 nella (2.24) si ricava la: aga e2 € cio? la coppia che @ necessario applicare in B per cttenere una rotazione unitaria, Tl diagramma dello sforzo di taglio & costante ¢ la sua ordinata vale 3.4(¥/2!: Yandamento della deformata mostra V’esistenza di un flesso nella sezione C di ‘momenta nulla Si consideri infine la trave a sezione costante di fig. 2.8, libera nel piano, sog- getta a spostamenti noti di estremit2, rappresentati dai valori: 4x0) = By. Wi = Br» u,(0) = Bs u(D = By, (2.26) di cui i primi due sono Je rotazioni cambiate di segno e gli altri due gli abbassa- menti, positivi se diretti, come al solito, verso il basso. aCe ry A a aoe fh nov Fig 28 Lintegiale generale dellequazione differenciale della linea elastiva & dato, i ‘mancanza di carichi in campata, dall'ultima delle (2.15); imposte percid le condi- 34 Capitolo secondo La rave ad asseretilineo 35 son! 2.26) 5 hano le costa: i weds eA +O + Ads | -_ on C= 208+ H+ OB: ors oer Gai In esse sono evidenziate le funzioni di interpolazione ¢,()s) € le loro derivate g/ 4a(',g(". Udiagrammi delle g, sono riportati nella fig. 2.8. Le (2.27) saranno utili zate. come si vedra in seguito, nella formulazione dei metodi generali di analisi strutturae; sul piano fisico ciascuna di esse rappresenta I'andamento della defor- mata della trave assegnata, scarica e assoggettata nelle sezioni di estremita al singolo spostamento 8, assunto unitario. Sostituendo questi valoti nelle (2.15) si hanno le espressioni: w= > BOB: uy= = 70) = S e008 5. Discontinuith della linea clastica, m 2.27) ‘ Un esame delle equazioni (2.6), (2.7), (2.8) consente di esprimere alcune con- M=~ > Els'0065 siderazioni in merito all'andamento della linea elastica. Dalla (2.6) si deduce intanto che, come si osserva anche negli esempi svolti, i 4 momento ? nullo in corrispondenza dei punti di flesso della deformata e che inoltre =~ > Ele"098,. questa ha delle discontinuita del second'ordine laddove subiscano brusche vari Zion’ il momento M o la rigidezza EJ: ad esempio nella sezione in cui sia applicata con: tuna coppia concentrata tl La linea elastica ha, per la (2.7), delle discontinuita del terz’ordine nelle sezioni ys ove varino il taglio 7-0 Teventuale distribuzione di coppie m(y,): ad esempio in corrispondenza delle sezioni in cui agiscono forze concentrate; per la (2.8), ws) : 2 presenta infine delle discontinuitd del quart’ordine nelle sezioni ove il carico pn2e-sban Varia bruscamente, pa 2p Sp Th Orbene, l'eventuale presenza di queste discontinuita rende pit complessa I'in- tegrazione dell'equazione differenziale della linea elastica: quest ultima va cio® € quindis eseguita per ogni tratto che rispetti la continuita delle funzioni us. 3. ui). us". IL numero delle costanti di integrazione che entrano nel problema aumenta conse- - RL, ‘guentemente in misura notevole in quanto queste ultime sono in numero di due per peso tds ogni tratto qualora si parta dalla (2.6) 0 addirittura di quattro per ogni tratto se si usufruisce della (2.8) 0 della (2.9). In corrispondenza delle sezioni estreme e di 91 6 quelle di passaggio da un tronco all'altro si devono impcrre le condizioni necessa- Bae = {Fe per determinare le costanti: anche in tal caso esse sono di carattere esclusiva- ‘mente geometrico e coinvolgono solo spostamentie rotazioni qualora si parta dalla 1 4 2.6); sono di carattere sia geometrico che statico € coinvolgono anche tagli € shes ‘momenti se si parte dalla (2.8) o dalla (2.9). + Si conviene ci oi dire che unt funsione presenta una dsconinuhd dl iesino ordine laddove vati bruscamente la sus denvata esa 36 Capitolo secondo Si consideri, a titolo di esempio, la trave semplicemente appoggiata di fig. 2.9, soggetta ad una forza concentrata F, nella sezione y; = a. Supponendo di voler utilizzare la (2.6),occorre esprimere innanzitutto le leggi di variazione che il mo- mento flettente assume nei due tratti in cui la forza suddivide la trave. Si ha, indicando con M' il momento relativo al primo tratto ed M® quello relativo al secondo: Fb 7 Moe vs sy, b, come ipotizzato in figura, l'abbassamento u,(y,) assume il valore mas- simo nel punto di gecisa y, = V5 che & anche punto di mullo per la rota- zione 703). Per a= be ciod per carico concentrato nel punto di mezzo, le (2.28) € (2.29) si particolarizzano nelle: Ae : (2.30) 4857 ex) BP "eS" Ter 2.31) Fp Ye” Teer e sia il diagramma delle rotazioni (y,) che la deformata risultano simmetrici ri- spetto alla mezzeria della trave. 6. 11 metodo di Mohr. Un metodo alternativo per costruire la linea elastica di una trave inflessa isosta~ tica & dovuto a Mohr e sfrutta Vanalogia esistente tra le equazioni (2.3) e (2.6): aM __ |. , am\ ay |e . ti M ayy El Dal loro esame si osserva infatti che esse si trasformano Puna nellaltra quando La trave ad ass retiineo 39 ys Ja «curvatura» M/EJ che compare nella seconda; ed inoltre il momento M con lo spostamento 1. Introdotto perci un «catico fittiziow: 2.32) € un «momento flettente fittizio»: @33) Ja 2.8 si serive: aM" - 234) Leequazione che Jega lo spostamento 1, alla curvatura MIEJ, esprimendo la congnienza della deformazione, si trasforma ciot nell’equazione che porge il mo- mento fittizio M” in funzione del carico fittizio q3 attraverso una condizione di equilibrio. an .quazione della linea elastica di una trave inflessa, per la quale sia possibile valutare, con i metodi della statica dei sistemi rigid lz legge di variazione de] momento flettente M, si pud quindi ricavare considerendo una trave ausiliaria, caricandola con il diagramma delle curvature e determinando la conseguente legge ai variazione del momento flettente M” = ts Derivando la (2.33) rispetto ad y; si he la relazione: aM” dy ay ayy ary 2.35) da confrontare a sua volta con Ia (2.2): aM. get m il evi secondo membro & il taglio generalizzato, Posto quindi ay dys (2.36) si osserva che, per determinate la rotazione y = y(),) nella generica sezione della trave, si deve valutare, nella corrispondente sezione della trave ausiliaria, il taglio fittizio T* conseguente al carico 4 40 Capitelo secondo Nellanalogia si hanno pertanto le seguenti corrispondenze tra trave ausiliaria e rave reale! dus Mou, Ts mY ys che sono alla base del cosiddetto metodo di Mohr per lo studio delle travi infesse ‘Va da sé che, qualora la trave abbia rigidezza flessionale EJ = cost. si pud adoperare come carico fttizio il diagramma del momento fiettente anziché quello delle curvature: cosi procedendo, spostamenti rotazioni si ricavano a meno di EJ. 1 procedimento illustrato si applica nel modo pit! immediato e spontaneo al caso di una trave semplicemente appoggiata agli estremi: per questa struttura la trave ausiliaria, da caricare con il diagramma delle curvature, & vincolata come la trave i partenza (fig. 2.10a). Infatti per essa analogia é soddisfatta, non solo peri punti imterni (per Iidentica forma delle (2.3) e (2.6)), ma anche per le sezioni di estre- mit, ove, a spostamenti nulli e rotazioni diverse da zero nella trave reale, fanno riscontro momenti nulli ¢ tagli diversi da zero nella trave ausiliaria, Re Fig 210 ® 4 Un discorso analogo vale per la trave vinéoleta ad una delle estremit con un carrello e all'altra con un doppio pencolo parallelo all’asse (fig. 2.10b): quest'ul- timo infatti consente lo spostamento ma non la rotazione. La trave ausiliaria risulta pertanto vincolata come quella di partenza in quanto, cosi procedendo, in B risulta rullo il taglio e diverso da zero il momento M”. Per estendere il discorso a travi in condizioni di vincolo diverse, occorre invece imporre alla trave ausiliaria vincoli tali che i legami, tra g3, M’, Te rispettiva- mente M/EJ, u, € y, siano validi anche nelle sezioni vincolate. Cosi per una men- sola con jncastro in A (fig. 2.10c), si hanno, per il rispetto del vincolo, te condizioni u,(0) = us(0) = 0, efor es La trave ad ass rettiineo 4 mentre nessuna condizione di carattere geometrico pud imporsi nell'estremita li bera B. La trave ausiliaria deve dunque essere vincolata in modo che M'(0) e T'() siano nulli mentrerisultano diversi da zero M"(D e T"(): essa ® quindi una mensola libera in A e incastrata in B. La trave ausiliaria, relaiva allo schema di fg. 2.104. presenta, infine, per i motivi esposti in precedenza. un semplice appoggio in A ed ‘un incastro in C. Si osserva inoltre che, nella sezione B della trave reale, il vincolo impone l'annullarsi dello spostamento mentre vi @ diversa da zero la rotazione nella trave ausiliaria si dovranno percio verificare, sempre in B, le condizioni M=0, Tra = Tic #0 ‘Queste si possono conseguire introducondo in B una sconnessione semplice del tipo M = 0, che comporta appunto l'annullarsi de) momento e Ja trasmissione dello sforzo di taglio. Riepilogando, nel passaggio dalla trave effettiva ¢ quella ausiliaria, restano in- variati, nella sezione terminale, la cerniera ¢ il doppio pendolo parallelo all'asse: alla sezione di estremita libera fa riscontro un incastro e viceversa; in corrispon- denza di un appoggio intermedio la trave ausiliaria presenta una cerniera interna, Le considerazioni svolte si possono estendere senza difficolta ad altre condizioni divincolo della trave reale. In tutti questi casi, pur perdendo quell'immediatezza che indubbiamente presenta nel caso originario della trave semplicemente appogeiata, il procedimento di Mohr & pur sempre uno strumento assai utile sul piano appli- cativo. Dagli esempi riportati al numero successivo seaturisce la semplicita con cui alcuni risultati si possono conseguire per questa via, in alternativa a quelli deduci- bill pid laboriosamente attraverso 'integrazione deli’equazione della linea elastica. 7. Applicazioni del metodo di Mohr. Si considera il caso di trave appoggiata a sezione costante, soggetta a due copie a Capitolo secondo My €4 My nelle sezioni di estremita, di verso tale da produrre momento fletiente positivo: I relativo diagramma é i forma traperia (fg. 2-11). La trave ausiliaria & Vincolata come la trave di partenza: essa viene caricata con il diagramma delle curvature che, nell'ipotesi di sezione costante, ha le ordinate proporzionali al dia: gramma del momento. Le rotazioni delle sezioni di estremit& y, € yp si ticavano determinando i tagl T= Vie Ta = — Vs della trave ausiliara ‘Decomponendo il trapezio in due triangoli e considerando, ai fini della deter- minazione delle reazioni, altrettante forze concentrate equivalenti applicate nei rispettivi baricentri, si hanno le: Wer OM, + a “> GT Vee Ty ey (ly + 2m, a Tae Gey Ua + lla) Di conseguenza, ricordando il legame (2.36), risultano le: i Ya =~ Bp OM + Me) 1 (2.37) Ya Gey My + 2s) che, per Al, = Aly = 4, si semplificano nel: ~ a= Ye" Ger easy Se risulta My Mal me 3E] 2.38), “i 2.38), Ye 6E] * entre, per Ml, = 0, si hanno le: - Ml manos 2.38), a (2.38), Ye 3EI° La ave ad asse rettiineo a La trave semplicemente appoggiata agli estremi di fig. 2.12, soggetta ad una forza concentrata F, nella sezione di mezzeria, si suppone dotata di un rinforzo nel tratto centrale che rende in questa zona il momento d'inerzia della sezione tra- sversale 2 volte maggiore di quello dei tratti lateral, Fe.2i2 Detti rispettivamente J, ed J; i momenti d'inerzia relat quello centrale, sia i ai tratti lateralie a Jilly Il diagramma delle curvature con cui caricare la trave ausiliaria differisce percid da quello del momento flettente della trave assegnata in quanto la sua legge di Variazione nei tratti laterali é rappresentata da M/EJ, mentre. nel tratto centrale. diviene AM/EJ,. L’ordinata massima nella sezione di mezzeria & pari a 2FW4EI,: quella immediatamente dopo linizio del tratto rinforzato vale AF,a!2EJ, Risulta pertanto: AFP +0 Fa? 16EJ, ay 4EJ, —% ©, per A = 1 (trave a sezione costante), siriottiene il valore (2.31),. La freccia massima di mezzeria & pari a sua volte a: IEP Fat fae yt, 6E, \ ! | | con 2. < 1. Sia inoltre a la lunghezza dei tratt laterali. ! 48EI, “a Capitalo secondo ¢€ 5 particolarizza anch’essa nella (2.30) per & Lo stesso risultato partcolere si consegue ovviamente ponendo a = 1/2, mentre, pera = 0 (trave tutta rinforzata) si ha are $8, fs Per Ja mensola soggetta 2 carico g, uniformemente distribuito, a sezione co- stante, rappresentata in fig. 2.13, si vogliono determinare la rotazione della sezione B i estremita e la corrispondente freccia f Fig. 2153 Assunta come trave ausiiaria la mensola incastrata in B, la si carica con il iagramma delle curvature che coincide, a meno di EY, con quello del momento fiettente della trave assegnata. Quest ultimo & una parabola, di ordinata massima 41, a tangente orizzontale in B Applicando il metodo di Mobr ¢ ricordando che V'area del diagramma vale un terzo dellarea del rettangolo di dimension le 4l°/2EI, si ha: ail” 9 ey (2.39) Con riferimento alla fig, 3.19 del Vol. I, che individua la posizione de! baricen- tro del diagramma delle curvature, si ha inoltre: gt BED f=My . (2.40) quindi la freccia f richiesta. La rave ad asseretilines 45 8. La trave appoggiata a sezione variabile. Utili applicazioni del metodo di Mohr possono essere svolte con riferimento alla trave appoggiata alle estremita. a sezione comunque variabile lungo V'asse. Aleuni dei risultati conseguibili per tal via sono di notevole interesse per le applicazioni ¢ saranno richiamati nei capitoli successivi Sia dunque assegnata una trave, a sezione variabile, soggetta ad un carico ge- nerico: tanto il momento d'inerzia J della sezione corrente rispetto all'asse neutro ‘quanto la legge di variazione del carico flettente q,, siano variabili cio? in funzione di yy. Si vogliano determinare le rotazioni provocate dal carico nelle sezioni di estremita Ae B, nonché quelle dovute, nelle medesime sezioni, a una coppia i intensit& unitatia applicata successivamente in A e in B. } tibia . [eer ig. 28 isi riferisce dapprima alla fig. 2.14a, in cui sono indicate la trave assegnata, il carico fiettente qa(),), le rotazioni ye v/s! da valutare. Nella fig. 2.14c ® rappre- sentata la trave ausiliaria caricata con il diagramma delle curvature, ottenuto al solito dividendo per EJ()) le ordinate del diagramma del momento flettente M();) rappresentato in fig, 2.14b. La trave ausiliria @ anch'essa semplicemente appog giata agli estremi; con ovvio significato dei Simbol, le reazioni vincolari V, © Ve i determinano iimponendo equilibrio alla rotaziore successivamente rispetio a BY ead A Si hanno allora le: Mos) 4 va fy, M2 Eos) dy=0, Al) 46 Capitolo secondo. da cui si deducono le espressioni: 7 fe = 9) MOs)dw 5 @aty if Tr | Mba « I in cui si@ introdott il cosiddetto peso elastico elementare: ys oi 2.42) Ells) ee) Esso rappresenta (cfr. la 1.17) la rotazione relativa tra la generica sezione della trave all'ascissa y, e quella all'ascissa y, + dy,, provocata da un momento flettente Gi intensita unitaria. Il peso elastico dell'intera trave vale ovviamente: [: ayy ZIG) e diviene pari a: nel caso di sezione costante, Fig. 235 | La tave ad asse rettilneo a7 Nella fig. 2.152 @ rappresentata ancora la trave di cui all’esempio precedente. Il carico & dato questa volta dalla coppia unitaria (, = 1 applicata in A: si vo- liano determinare le rotazioni ay, € A nelle sezioni ci estremita A e B rispetti- vamente. Operando sulla trave ausiliaria (fig. 2.15c), si hanno per 'equilibrio ancora le (2.41), Osservando che Ia legge di variazione del momento flettente &: (2.43) Agli integrali a secondo membro delle (2.43) si pud dare rispettivamente il ato di momento d’inerzia e di momento centrifugo dei pesi elastici elemen- petto alle verticali per Ae Be porte: 2.43)" Ji. Se si considera infine la trave di fg. 2.16a, in cui il cerico & rappresentato da una coppia unitaria applicata in B anziché in A, si possono analogamente ricavare le rotazioni ag, ¢ f pari rispettivamente a: (2.44) 48 Capitole secondo Si osserva che, a meno del segno, dovuto alle convenzioni assunte, la rotazione nella sezione B provocata dal, = 1 coincide con la rotazione della sezione A provocata da wll, = 1; cid in conseguenza tra altro del teorema di Maxwell (Vol. I, cap. 4. n. 9). E immediato rilevare infine che. se la trave & a sezione costante, il peso elastico dellintera trave vale w = I/EJ e che, pertanto, in accordo con le (2.38), ¢ (2.38);. risulta’ dalle (2.43). (2.44): Fi ei BEE. M8) 9. Influenza del taglio sulla deformazione. La trattazione svolta ai numeri precedenti per la trave inflessa & basata sul considerare il solo contributo del momento flettente alla deformazione, trascu- rando Tinfivenza dello sforzo di taglio: cid & lecito per Ja scarsa incidenza che la deformazione dovuta al taglio ha rispetto a quella flessionale, specialmente se la rave é sufficientemente lunga rispetto alle sue dimensioni trasversali 0, come sual dirsi, se @ sufficientemente «snella». ‘Si pud tuttavia tener conto del contrbuto del taglio sulla deformazione ricor- Fig.207 * Pes te euveucn ai aes le pat w/6quando rappresate la sotksine dll sesone D dove ‘ad voa coppia untariaorana aplienta in A'¢ & ~ w/8 quando Tappresent la otaione in A dovats& une ‘applic in B. i ' La trave ad asse retilinee o dando quanto si & detto nl cap, 11 del Vo. I, ove. a propasito del slide di Saint-Venant, si 2 separato idealmente il contributo del taglio da quello del mo- mento, Nellipotesi di taglio retto e, pid’ in particolare, di sezione simmetrica rispetto allasse di sollecitazione, per la (1.18), si ha: dt, = BE as» 2.46) in cui di, @ 'aliquota dello spostamento 1, della linea d’asse attribuibile al taglio. Con riferimento alla fig. 2.17, detta uy, Valiquota di u, dovuta al momento fletiente, pud porsi My = My + ly Derivando rispetto ad yj, si ha: dus dity dt 4 fe dy, yy dys e, ricordando la (2.4), risulta: ay Mens a7) ays dys La figura mette in evidenza che il taglio non fa variare l'angolo di cui la generica sezione della trave ruota rispetto alla configurazione di riferimento; Ia linea ela- stica si inclina perd ulteriormente risperto all'asse y, diz dy, aT a, GA ecice dello scorrimento che, sezione per sezione, siha tra le fibre parallele agli assi Mae Ys Dalla (2.46) si ha: GA dy a ays , per la (2.47), il taglio & fornito dalla: GA (4 x \as +: 50 Capitolo seeondo che, sostituita nella (2.1), porge equazione: 24 as |x 4 [oe legen " dys Analogamente per la (2.2), si ha: aM _ GA a, e, per la (2.5)', si ricava infine la: [oy] 98 (4) sm wn (2.49) Le (2.48) e (2.49) sono le equazioni che reggono il problema della trave ad asse rettilineo soggetia 2 fiessione e taglio; esse costituiscono un sistema del quart’or- ine nelle funzioni w4(y3) € 73) ‘Con semplici sviluppi, si ricavano il Iegame tra y evs: nonché le seguenti espressioni del momento € del taglio: ay, El ra a3 GA M=~-EI (2.50) ey 2 El day a GA ayy +m, che esprimono le caratteristiche in parola attraverso lo spostamento i, il carico gs e Teventuale distribuzione di coppie flettenti m. Si supponga di voler risolvere, tenendo conto del contributo dello sforzo di taglio, la trave a sezione costante soggetta a carico q, uniformemente distribuito, nelle due ipotesi di appoggio e di incastro nelle sezioni di estremita. | La wave ad asserettilineo a Posto: dus aotree asi dys esp il sistema risolvente, rappresentato dalle (2.48) e (2.49), si serve: Dalla prima equazione, si deduce: quindi integrando: at -BLysa,. en Ga Sostituendo nella seconda equazione, risulta: e quindi successivamente: (2.52) Dalla posizione (2.51) si deduce: ya DL a ED 6 32 Capito secondo ¢ percio Gay yi we BH 6 SOS + BB+ G-onee. oe ay Oger 6 \F* Gal 2 Nel caso di trave semplicemente appoggiata agli estremi, le quattro costanti si ricavano imponendo che. per ys = 0 ed y = /. siano null sia gli abbassamenti che i momenti flettenti. Si ha cio8, ricordando la (2.5)' 140) = w = 0 (e]-0. ‘© quindi, dopo qualche sviluppo, si ricevano le seguenti espressioni per le costanti: ~ ax 1 ©. ae 24ET (2.54) Nella (2.54) sono agevolmente distinguibili i contributi f;del momento flettente, che coincide con quello fornito dalla (2.10) ¢ Valtro f,, dovuto al taglio: x of GA 8 Il rapporto fra le due aliquote & pari a: sty S642} La trave ad ass retilineo 3 ¢ risulta direttamente proporzionale al fattore di taglio z. Esso cresce inoltre con il ‘quadrato del rapporto tra il raggio d'inerzia della sezione trasversale rispetto al- Passe neutro e Ia Junghezza / della trave. Per travi «snelle» il rapporto in parola & piccolo e quindi Influenza del taglio risulta trascuratile. Posto £/G = 5/2 e sup- te) 2} Hlfy = 2,4(hily? e pertanto, se si suppone hil = 1/10, la freccia dovuta al taglio risulta pari al 2,4% di quella provocata dal momento. Se‘fa trave & incastrata agli estremi, le condizioni da imporre sono le seguenti: 4,(0) = w2() = 10) = 1 = 0, in quanto, nelle sezioni vincolate, devono essere nulli sia gli abbassamenti che le rotazioni Le costanti assumono percid i valori seguenti: ax ! at 5G GA 2 12E7 : + G=G=0, ¢ la legge di variazione u,(y,) diviene: 24a} Per yy = U2 si ha la freccia massima: a 24ET fle st- o» . (2.56) Ja cui prima aliquota coincide con la (2.16). Il rapporto f/f, essendo pari a: Lhy= (3) : & cingue volte pid elevato che nel caso della trave appoggiata. | 4 CCapitolo sezondo 10. La trave carieata assialmente. Fermo restando il sistema di riferimento descritto in fig. 2.1, nel caso di trave caricata assialmente sono presenti solo forze attive ¢ reazioni vincolari parallele alTasse, di componenti F, e Z,rispettivamente. Le component del carico distr ‘buito lungo I'asse si riducono alla g,(y3) mentre sono diverse da zero la caratteri- stica della sollecitazione N(),) ¢ la componente dello spostamento_u,(93) Llequazione indefinita che esprime lequilbrio della trave in dirézione assiale & ha .t4),: =~ 4 2.51) dys essa lega lo sforzo normale N(y) nella generica sezione alla componente q; del carico. La (1.1), porge d’altronde, se riferita ad un elemento infinitesimo dy, di trave, il legame: N au, = BE ayy (2.58) Si he pereid: aus N=EA . 2.59 a (2.59) quindi, dalla (2.57), si ricava la: £ fe, 4) 4 4,-0 60) ay FAG) T Ono 2.60) che & Vequazione differenziale della trave rettilinea caricata assialmente. Per EA = cost, essa diviene: Puy ay EA +a=0 2.61) ‘ei 8 di immediata integrazione. Sia, a titolo di esempio, la trave iperstatica a sezione costante di fig. 2.18, vvincolata alle estremitA con due cerniere fisse, soggetta ad un carico assiale: n= a2 L La trave ad asterettlineo 55 2 Fig. 218 variabile linearmente con Mascissa y,, a partire da zero per y, = 0, fino a J, per yaa l “La (2.61) si serive: Fu ay} e, tramite due successive integrazioni, porge le espressioni: ay BL ayptas ays y -BStGntG BGrGntG EAu, Le costanti C, ¢ C, si determinano imponendo, le condizioni di vincolo: u,(0) = u() = 0 Esse assumono i valori I Gag Ge La legge di variazione delio spostamento lungo l'asse @ pertanto la seguente: Eau = 24y,()- 2), - 7 mentre, per la (2.59) quella dello sforzo normale risulta: Sfp Capitolo secondo Da quest’ultima, si ricavano infine i valori oe, mye-B, ello sforzo normale ai due estremi della trave ¢ quindi le reazioni H,, ed Hy dei Vincoli, entrambe dirette verso sinistra (fig. 2-18), Nella medesima figura & ripor- tato il diagramma dello_sforzo normale ad andamento parabolico con punto di allo allascissa y, = (323). s an me 4 Seguendo un procedimento analoge a quello esposto al n, 4 per la trave infiessa. ® possibile ricavare, anche per la trave sollecitata assialmente ma priva di carichi esplicitamente applicati (fg. 2.19), Vequazione della deformata in funzione degli spostamenti 8, € fi, delle sezioni estreme. Integrando infatt la (2.61) in cui si sia posto q, = 0, si ha: Fig 219 (2.62) La (2.62); contiene le costanti C,-e C, che si determinano imponendo le condizioni: 40) = By ws) = Be - - Risultano cosi i valori: omc La rave ad ass retilinea 7 Mequazione della linea elastica diviene a sua volta: = Dhow, (2.63) Per la (2.59) si ha inoltre: EA N= GB, ~ 8) 2.63)" In fig. 2.19 sono rappresentate le funzioni di interpolazione f(y) € fs()3) aventi significato analogo alle g, a suo tempo introdotte per la trave inflessa. 11. La trave soggetta a torsione. La trave retilinea soggerta a torsione non @ un sistema piano: su di esse si suppone infatti che agiscano coppie attive dotate della sola componente ul, & aistribuzioni di copie m,(xs). Perché sia assieurato V'equilibrio alla rotazione at- tomo all'ase y, & necessario pertanto che i vincoli siamo in grado di esplicare coppie torcenti reattive di componenti W,, L'unica caratterisica della sollecita- zione diversa da zero @ il momento torcente M,() la sola componente dello spostamento & rappresentata dalla rotazione torsiovale 74()). Dalla (1.3) si deduce il legame: ys Ms oe Me es 4, GI, in cui 2 ovvo il significato dei simboli¢, mr Fig. 2.20 * Si ico che G2 I rigidezs torsional, con J, momento diners torsional dela sexione. 58 Capitolo secondo Liequazione indefinita che esprime I'equilibrio alla rotazione attorno ad_y, delPelemento di trave (fig. 2.20), compreso tra due sezioni distanti dy, I'una dal- Paltra &: = My + My + dM, + may, © quindi risuta: aM, mm (2.65) Tenendo conto della (2.64), la (2.65) diviene: Zo, 4)-m=0; (2.66) la (2.66) @ equazione differenziale della trave ad asse rettilineo soggetta a tor- sione. Per sezione costante risulta 2.67 E interessante rilevare la perfetta analosia tra la (2.67) ¢ la (2.61) relative alla trave caricata assialmente, fatta salva la sostituzione della rigidezza estensionale EA con la rigidezza torsionale GJ,, di uy con 7, di qs con my ‘Valgono percid per la trave soggeita a to:sione considerazioni analoghe a quelle svolte al numero precedente. In particolare, si pud scrivere la legge di variazione della rotazione torsionale y,(y;) nella forma: 2 w= > hOB» (2.68) A in funzione delle rotazioni torsionali f, e B,, supposte assegnate, delle sezioni di estremita, positive, pari nell'ordine a! By = ys(0) 3 B= yl). it La ave ad asserettiineo 59 Si ha inoltre, per la (2.64), la: i, TG A) (2.69) MO simile alla (2.63)' Il diagramma del momento torcente lungo la trave soggetta a torsione varia in generale con una legge che dipende dalla distribuzione m,();), cosi come il dia- gramma dello sforzo normale dipende, in una trave caricata assialmente, dalla distribuzione 4,005). 12. La trave sotto condizioni generiche di carico. Nel caso pit! generale, la trave ad asse rettilineo pud essere assoggettata a condizioni qualsiansi di carico. I! problema non & pit ridotto allo studio di un sistema piano, come nei cas illustrati nei numeri da 1 2 10 del presente capitolo: nella sua sezione corrente sono infatti presenti in tal caso tutte le sei caratteristiche della sollecitazione. Il principio di sovrapposizione degli stati elastici consente di scindere il pro- blema e quest’operazione si pud svolgere con relativa facilita se, ferma restando Vipotesi di ritenere gli assi coordinati y, € ys, giacenti nel piano della sezione coincidenti nel?ordine con gli assi principali d'inerzia € ed 1 si suppone altresi valida lipotesi, gia pit! volte invocata in precedenza, che questi ultimi siano anche assi di simmetria della sezione medesima. Si suppone inoltre che, per effetto del- Teventuale variabilita di quest’ultima con y,. gli assi & ed 7 si mantengano paralleli a se stessi Le equazioni differenziali di base possono, sotto tali ipotesi, essere ottenute studiando separatamente la trave sotto le azioni assiali sotto quelle torcenti e sotto le sollecitazioni di flessione composta nei piani yay3 €'Y.¥s- Riepilogando risultati gia conseguiti in precedenza 0 conseguibili in maniera analoga’, si hanno le seguenti equazio 7 er iva le (2.70), &nesesariooxservare che, accanto ai lesan (2.1), (22), (2): ar, an, is Sg Meme ye = tt a om as ‘iizzt alm. 9 per evar le (2.70, « oecrtono i corspondent leg rs Ts is Ma Mu at, as, : o oy Fay mE OR ay i immediasgiustifcaione, 0 Capitelo secondo Se & possibile trascurare gli effetti del taglio sul riducono alle: (2.70) (2.71) i i 4 La trave ad ase retilines a E da rilevare che, essendosi decomposta Ia flessione deviata nelle due flessioni secondo i piani principali, le equazioni (2.71) sono tra loro disaccoppiate. Nel sistema pid generale (2.70), le equazioni che reggono la flessione composta sono invece tra loro accoppiate due a due. ‘Tutte le equazioni differenziali sono a coefficient costanti se la trave & a sezione costante, CaprroLo 3 IL TEOREMA DEI LAVORI VIRTUALI APPLICATO ALLE TRAVATURE i travi 1. equazione dei lavori virtuali per i Il metodo pit generale per lo studio dei sistemi di travi, si fonda sul teorema dei lavori virtual, enunciato nel Vol. II (cap. 3, n. 3) per un generico continuo defor- mabile tridimensionale. Esso si sintetizza nell'equazione: [ree [Sec an il cui primo membro rappresenta il lavoro virtuale compiuto dal campo delle forze esterne equilibrato (di Volume e di superficie) per uno spostamento virtuale qual- siasi ¢ il secondo membro il lavoro virtuale interno che il campo delle tensioni compie per effetto della deformazione congruente corrispondente allo sposta- mento prescelto, * aw) (ig : pO BAR ane Fig. La (3.1) di portata estremamente generale risultando valida comungue si scel- ‘gano il sistema di forze-tensioni e il sistema di spostanenti-deformazioni in essa coinvolti, purché, ovviamente, il primo sia equilibrato e il secondo congruente. Si tratta ora di particolarizzare la (3.1) con riferimento per l'appunto ad un sistema di travi su cui, per fissare le idee, si considerano agenti le seguenti forze esterne (fig. 3.12) 64 Capito ter20 — carichi ripartti q(s) distribuiti con legge generica lungo tratti degli assi delle travi componenti; — forze concentrate F applicate in arbitrari punti dellasse: — coppie m(s). distribuite con legge generica lungo tratti della linea d'asse: = copie Mt concentrate. applicate in sezioni arbitrarie; — reazioni Z dei vincoli che si oppongono a spostamenti dei punti d'asse; — reazioni W dei vincoli che si oppongono alla rotazione di sezioni Si considera inoltre che, con riferimento al generico sistema virtuale di sposta- ‘menti-deformazioni (fig. 3.1b), siano: 1,(s) la legge con cui varia la componente dello spostamento det punto d’asse in corrispondenza del quale il carico distribuito abbia intensit& q(s), misurata nella aitepione stein del cari: 7 la componente dello spostamento, subita dal punto di applicazione della genetica forea concentrata, misurata nella drezione di quest ultima: ‘Ya(s) la Tegge con cui varie la componznte della rotazione della sezione corrente. compresa nei tratti della linea d’asse interessati da distribuzioni di coppie, gia. cente, sezione per sezione. nel piano in cui sono attive queste ultime; 7 1€ componente della rotazione della sezione in cui sia applicata la generica coppia concentrata, nel piano in el & ava ques ukimas spostamenti dei punti di applicazione delle reazioni vincolari, nella dire- sine queste hime; @ la componente della rotazione della sezione in cui sia applicata una coppia reattiva, nel piano in cui @ attiva questultima, IL primo membro dell'equazione (3.1) assume allora la forma: = [nono + Fup + [rms (G)ds + Eaty, + E28" + EWo', (3.2) in cui gli integrali sono estesi a tutti trati della linea d’asse lungo i quali esistono distribuzioni i forze 0 di copie e le somme sono estese a tutte le forze concen- trate, coppie concentrate, reazioni vincolari ¢ coppie reattive applicate al sistema, ‘Tutt i termini considerati sono positiv. o negativi a seconda che forza e sposta- ‘mento siano dotati dello stesso verso o di verso opposto. Il lavoro virtuale interno rappresentato dal secondo membro dell’equazione (3.1) si puo valutare come somma dei lavori che, per i vari tronchi elementari ds costituenti la travatura, le caratteristiche della sollecitazione del sistema forze- tensioni compiono per gli spostamenti nel sistema virtuale di spostamenti-defor- mazioni, espressi in funzione delle cortispondenti caratteristiche. In fig. 3.2 8 rappresentato il generico tronco di trave appartenente ai due sistem appena citati*. Si osserva che vanno considerati sei distinti contributi del lavoro, ® Come git presto nel cap. itsistema locale riferimento Q(x) (i = 1,2, 3) viene fst in modo che aiiassx edz, coinidan rspetuvamente con gles principal ineraa& ed y dela secione trasverae. Lt Aesion (in generale devils) spud decomporr nee due Reson ete pe Te quali asse neuro carsponde salfecive a= fe 1. = 7 Pet quanto riguaéa I apo, I watazione sola vale a rigor se la senone © Smumetenrgpetto ad entramb gt is principal ineasoconrario esa solo approsimat 1 teorema dei lavori virwall applicato alle travature 6 Fig. 32 relativi alle sei earatteristiche della sollecitazione presenti nella generica sezionc € precisamente: = il lavoro compiuto dallo sforzo normale N per la variazione di lunghezza | | | | 6 Capitol ter20 2 sia a wonc aged prt" i lavori compiuti dai tagli 7, © 7, per gli scorrimenti relativi delle se- zioni terminali del troneo, dovuti nspettivamente a T} ¢ T} ¢ pari nellordine « me 18 oa TEE con 2 at 6 api entre ap a mail on javori compiuti dai momenti flettenti M, ed M, per le rotazioni relative Mids ed delle due sezioni terminali del tronco, per effetto rispettiva- mente di M; ed M3; — ilavoro compiuto dal momento torcente M, per la rotazione relativa attorno Mids Gi, Ai lavori elementari cosi valutati si aggiungono quelli rinvenienti dal considerare che il sistema di spostamenti-deformazioni pud comprendere una distorsione im- pressa di caratteristiche 2;(5), 2:65), 2:(5), vi(s). Wx), pu(s). A seguito di cid le caratteristiche della sollecitazione compiono i lavori Tyi(s)as, TAz(s)ds, NAS(6)ds, Myyi(s)ds, Map is)ds. My x(s)ds. ‘Iintegrando lungo la linea d’asse dell'intera travatura, si ha cos: + (NN Ty TT Li s+ | yas + | yt [res [aia fae MMy MMi “| Ea | ad x, delle sezioni terminali del tronco impresta a M; e pari pertanto a as “| TAi(s)ds + | TAY)ds+ (3.3) + | NaYGs)ds + | Mypi(s)as + | Myyi(s)as + | MVi)ds - Uguagiiando ta (3.2) alla (3.3) si ha lespressione dei lavori viruali scritta per una travatura generica. Se si ipotizza che il sistema sia piano, le caratteristiche ella sollectazione siriducono alle N, M, = M, T, = T:le possbil earateristiche della distorsione a 13, 43, yj) = y". In questo caso particolare, cui per semplicita faremo generalmente riferimento nel seguito, il teorema dei lavori Virtuali si serve percid: | (s)ui(s)ds + Fup + | m(s)yn(s)d5 + EA, + EZ8" + EWO i | ' i Tteorems dei lavori virtual applicato alle iavature a G4) NAY@)ds + { My"(s)as + | igs + { con = J. X= x Nelle (3.2), (3.3) e (3.4) tutte le grandezze prive di asterisco i, riferiscono ovviamente al sistema forze-tensioni equilibrato e quelle munite di asterisco al sistema virtuale di spostamenti-deformazioni congruent. Supponendo che la distorsione sia conseguente a fenomeni di variazione ter- mica, pud porsi, per una variazione termica uniforme nella sezione pari a 15s): BE) = ars: se invece In varnzione temmca i, Iungo Vsse xp della generca serine, anda- mento «a farfalla» con una differenza 41"(s) tra i lembi estremi, risulta: + adt’(s) vo= a, con h dimensione parallela ad x, Nelle ipotesi fette, i termini della (3.4) conseguenti alle variazioni termiche vvalgono percid: | NAx()ds = | Natyds ; { Myo | Ma rispettivamente relativi alla variazione uniforme 1) « a farfalla Ar” 2, Ricerea di spostamenti e rotazioni. 1 teorema dei lavori virtuali consente, in maniera estremamente generale, di determinare, con le modalita che verranno esposte, le spostamento in una dire- ione arbitraria di un punto qualsiasi della linea dasse di una travatura o la rota: Zione della sezione trasversale per ecco. Si presta pertaato ad uno studio completo del comportamento della struttura, per la quale si pud pervenire al tracciamento della deformata, determinando gli'spostamenti di un numero suffciente di punti lungo gli assi delle travi costituenti. 6 Capitolo terz0 Tale risultato si pud conseguire scegliendo opportunamente i due sistemi (quello i forze-tensioni, qualsiasi purché equilibrato, e quello di spostamenti-deforma- zioni, qualsiasi purché congruente) previsti ai fini dell'applicazione del teorema dei lavori virtuali. Quale espressione pitt generale di quest'ultimo, relativa a una tra- vatura piana, si considera ovviamente la (3.4). Cid premesso, sia assegnata (fig. 3.32) una travatura isostatica piana soggetta a condizioni di carico generiche, 2 cedimenti vincolari e a variazioni termiche: quale sistema di spostamenti-deformazioni si sceglie quello «effettivo», certamente con- ‘gruente per ipotesi ¢ 0 Ts TA ae PE Lye o “— Fes iso) St im oak ‘Quale sistema di forze-tensioni si assume invece una forza concentrata F") = 1 i intensita unitaria. applicata al pumo M della linea d'asse di cui si cerca lo spostamento. nella direzione secondo la quale questo spostamento si vuol valutare (fig. 3.36). Tale forza, detta esplorativa, va considerata ovviamente insieme alle reazioni vincolari da essa stessa provocate, in modo che il sistema strutturale sia equilibrato. La forza in parola viene sostituite da una coppia 1" = 1, di intensita unitaria anch'essa, qualora, anziché tichiedersi lo spostamento di M, si vogtia determinare la rotazione della sezione per lo stesso punto. Il lavoro virtuale esterno a primo membro della (3.4). risulta espresso al pit dalla somma di tre termini ¢ pit precisamente: = dal lavoro che il carico esplorativo F™! = 1, di eui al sistema forze-tensioni compie per effetto dello spostamento uy che il punto M del sistema spostamenti deformazioni subisce nella direzione del carico esplorativo stesso (owvero il lavoro che 4" = 1 compie per effetto della rotazione yy della sezione per M): Puy owero: My = dal lavoro che le reazioni del sistema forze-tensioni compiono per eventuali cedimenti vincolari del sistema spostamenti-deformazioni: EZ + EWG, 1 teorema dei lavori virtual appicato alle travature o con le somme estese a tutte le reazioni vincolari e coppie reattive esistenti. IL lavoro virtuale interno di cui al secondo membzo della (3.4) si scrive a sua volta nella forma: cn ” [3 are | ror + | rena | essendo i simboli contrassegnati dalla lettera m riferiti alla condizione di carico esplorativa F = 10. = 1; privi di simboli se relativi al sistema effettivo. Pit particolarmente N, 7 ed M™ sono le leggi con cui, lungo la linea dasse, variano, con lascissa s, le caratteristiche della sollecitazione del sistema forze” tensioni, mentre N, T ed M sono le leggi di variazione delle caratteristiche della sollecitazione nel sistema effettivo. Analogamente r, = 1,(5) ¢ At = A1(s) sono le variazioni termiche eventualmente agenti su questultimo, anche esse espresse in funzione dell’ascissa curvilinea misurata lungo l'asse In conseguenza delle scelte fatte, il teorema dei favori virtuali porge dunque Vespressione: 1 {vs +526 + EwmB @) [heer es + | Nias + | Mia A ds In essa le grandezze presenti nel secondo ¢ terzo addendo a primo membro tutte quelle a secondo membro si possono facilments determinare lavorando sul sistema isostatico dato: dalla (3.5) si possono quindi ricavare, a meno rispettiva- mente di F = 10 di a) = 1, lo spostamento uy ¢ la rotazione yy richiesti. Va dda sé che tuttii termini della (3.5) hanno le dimensioni di un lavoro. in particolare quelli a primo membro dovranno assumersi positivi o negativi a seconda che forza € spostamento (0 coppia e rotazione) siano dotati o meno dello stesso Verso: ma cio he verranno svolti nel seguito. risulter& pid chiaro dagli esemy 70 Capitolo erz0 La (3.5) porge lo spostamento o la rotazione oggetto di ricerca come somma di quote ben determinate. Pid precisamente si possono distinguere: — una quota derivante da eventuali cedimenti dei vincoli (8205 + SW) 3.6), con le somme estese a tutte le reazioni vincolari e coppie reattiv — una quota derivante dal contributo dei carichi, in cui sono effetti dello sforzo normale, del momento flettente e del taglio: ue NOON TOT MoM gh (Aes [eras (Me: 00, ‘s} - | Nanas + | mire Aas 66, Risulta percid: ty =u + uP + ul { 67) um H+ P+ Tutte le considerazioni svolte sono valide anche se, in luogo di uno spostamento assoluto, si vuol valutare lo spostamento relativo di due punti qualsiansi det si- stema dato o Ja rotazione relativa di due sezioni, In questo caso il carico esplora- tivo viene sostituito da due forze unitarie opposte, dirette secondo la congiungente i due punti o da due coppie di momento unitario opposte, applicate alle due I primo degli esempi proposti si riferise alla trave semplicemente appoggiata agli estremi soggetta ad un carico uniformemente distribuito, con l'appoggio di destra dotato di un cedimento anelastico assegnato , (fig. 3.4a), Si voglia deter- ‘minare la rotazione della sezione di appoggio A. ‘Quale sistema di spostamenti-deformazioni (SD) si assume il sistema effettivo, vale a dire la trave caricata dal catico q e soggetta al cedimento 6. Quale sistema 1 teorema dei lavori virtual appliato alle travature n di forze tensioni (FT) 2 conveniente considerare, per quanto esposto in prece- denza, Ia medesima trave, soggetta, nella sezione A di cui si vuol determinare la rotazione, ad una coppia ("" = 1, che si sceglie di verso arbitrario, ad esempio orario. (0) e 1 4|- 7” » Fie 3 Con riferimento alla fig. 3.4, le caratteristiche della sollecitazione nel sistema spostamenti-deformazioni sono date dalle espressioni seguentiz t= B- ay: le caratteristiche del sistema forze tensioni sono invece: re 1 -4: 1 Marty L’equazione (3.5) dei lavori virtuali si scrive dunque: |" pompy sf termdy = "Tl gt 1 v'f"fat 2 ~-&[[t-e}tera[(f—F hao. con il secondo addendo a primo membro negativo per terer conto della circostanza n Captolo terzo che il lavoro compiuto dalla reazione 1/f per il cedimento 6, & negativo, in quanto forza e spostamento hanno versi opposti ‘Sviluppando gli integral si ricava: La rotazione cercata ? percid somma del contributo del carico rappresentato dal primo termine a secondo membro a suo tempo gia valutato (cfr. la (2.11),)? di quello determinato dal cedimento dy. Si osservi che la prima di tall aliquote pende esclusivamente dall'effetto del momento flettente essendo nulla la quota attribuibile al taglo. Un secondo esempio si riferisce all'arco semicircolare a sezione costante di fig 3.5a soggetto ad un carico verticale F concentrato in chiave e ad una variazione termica uniforme r, > 0 di cui si voglia determinare lo spostamento orizzontale u, della sezione A. Fig. 3s (so) on Assunti come sistema di spostamenti-deformazioni (SD) quello effettivo € come sistema di forze-tensioni (FT) lo stesso arco caricato in A da una forza orizzontale F = 1 rivolta verso sinistra (fig. 3.5b), si hanno, per 0<@ < le seguenti leggi di variazione dello sforz0 normale e del momento flettente al variare dell'angolo o: NO = senw j M” = Rsenw ; Ne m= (R- Roose). = cosa ; F cosw 5 + Ensendo ius postiva, I rotisione yd ritenere dost dello sesto verso della coppia explorative ssunte nel stem frae tension essa € oe orara in asordo per 'appunto con i rsulso (2-11) 1 teorema dei lavori virtual appicato ale travature B Si trascura il contributo dello sforzo di taglio. 1 L’equazione (3.5) dei lavori virtuali posto ds = Rdw. si scrive, moltiplicando per 2 gli integrali estesi alla meta di sinistra del’ arco: EA : 2 emy LM aginy 2 em + [ Nat,Rdw Er 2 2 [ER EA 0 (1 = cow) senoRéy + 2 { senwat Reo A sviluppi effettuati risulta, per lo spostamento cercato, lespressione: FR FR’ oR TEr Ex Mee 2EA * ET * Ea somma di tre aliquote riconducibili nell‘ordine ai contributi delio sforzo normale, del momento fiettente ¢ della variazione termica uniforme agente sulla struttura. 3. Applicazioni del teorema di Castigliano. Introdotto nel Vol. II (cap. 4, n. 9), il teoreme di Castigliano afferma che. assegnato un sistema iperelastico in equilibrio, la componente 1, dello sposta- mento del punto di applicazione della generica forza concentrata F™ nella di zione di quest'ultima, pari alla derivata dell'energie di deformazione del corpo rispetto alla forza medesima, Esso pud essere impiegato. in assenza di autotensioni, ai fini della ricerca dello spostamento di un punto d’asse o della rotazione della sezione di una qualsiasi ‘ravatura piana quando, nel punto, o rispettivamente nella sezione in parola,risult applicata nel primo caso, una forza concentrata ditetta come la componente ri- chiesta dello spostamento, 0, nel secondo, una coppa concentrata. Qualora perd, in generate, 3 vogiano valiae spstamend rotaion i punt genion a esi | non siano applicate forze 0 coppie concentrate, & sempre possibile introdurre queste ultime lasciando indeterminata la loro intensita; esprimere 'energia poten- | Ziale © in funzione della forza o della coppia introdotte; valutare lo spostamento 0 _| la rotazione richiesta; porte infin, nellespressione ottenuta, uguale a zero il mo- | dulo della forza o deila coppia introdotte, | Inassenza di autotensioni 'energia di deformazione diuna travatura pianadespri- | 4 Capitolo erz0 ribile attraverso la relazione (1.19) in cu lecaratteristiche della sollectazione N, T ed M sono funzioni della forza concentraia F™ applicata nella sezione del cui baricentro si vuole determinare lo spostamento nella direzione della forza stessa Si ha pertanto: a Uy = Geer = Sper | > e quindi X_N tar M _oM tu -[e Barer os + “| Ga oer ts [$ preva. (3.8), Analogamente, se si desidera la rotazione yy della sezione in cui sia epplicata ‘una coppia 0, si ha NON as [& a {4 oi ds. G8): % | FA Ba GA Baer * | “Er ager E da osservare inoltre che N, T ed M sono funzioni lineari di F 0 di .”: derivando percid le caratteistche della solleitazione si ottengono le: ON _ nim. ar ‘my BM sim Sper NO 3 Sper Ts pte = MS aN Lyn, Tm, 2M agi sr; eer; La derivata rispetto ad F™ o ad ™ della funzione che esprime una caratte- ristica della sollectazione @ pari cio’ al valore che la caratterstca stesea assume per effetto del catico F™ = 104 = 1 Le (8) € (3.8), divengono percid: wh ME ef ae [Me on € porgono Jo spostamento o la rotazione richiesti attraverso un’espressione formal- mente identica alla (3.6), che rende le medesime grandezze mediante il teorema dei lavori virtuali. TI teorema dei Iavori virtual applicato alle ravature 15 Se nella sezione, del cui baricentro si cerca lo spostamento 0 della quale si vuol valutare la rotazione, non sono rispettivamente applicate la Fo la 4, la (3.9) si trasforma, per quanto detto in precedenza, nelle: nvm m1 uum NN M ee GA A titolo di esempio si considera una trave a mensola ifig. 3.6) di luce /, soggetta un carico uniformemente distribuito q, di cui si vuole determinare la freccia GB. mm Javee Fig. 3.6 dell'estremo libero A. Si introduce in tale estremo una forza Fe si valutano le caratteristiche della sollecitazione conseguenti alle due condizioni di carico sovrap- poste. Si ha: T=-FM—gy; my — 2 M=—Fey— 4, Risultano percid Je: er SFT ~ aM Brent e quindi, per la (3.8),: 16 Capitol terz0 “ber | (Fm + gy)dy + [lens + 2a | pee 2 git G.10) x a? al GA 2 * BEI * La (3.10) evidensia il contributo dello sforzo di taglio (che contiene il fattore 2) e il contributo del momento fletiente; é facile provare che il secondo @ nettamente prevalente sul primo. Caprroto 4 SISTEMI DI COORDINATE. 1. Coordinate globali e coordinate locali. Nel presente capitolo ¢ nel successivo si forniscono alcuni concetti fondamentali necessari per affrontare lo studio dei sistemi di trav- con i metodi di quella che nel cap. 18 stata definita Meccanica strutturale discret ‘in merito si osserva innanzitutto che la determinazione delle caratteristiche di risposta di una struttura discreta ¢, in particolare. di una struttura composta di elementi monodimensionali (travi), implica V'individuazione delle relazioni esi- stenti tra un certo numero di parametri divsi in due categorie: spostament e forze. ‘Alla prima appartengono tutti i parametri che, indipendentemente dalla loro natura di spostamenti propriamente detti 0 di rotazioni, sono indispensabili ai fini di descrivere la struttura nella sua configurazione deformata. Alls seconda, che comprende sia forze propriamente dette che coppie, appartengono i parametri atti ad identificare la condizione di carico cui la struttura & sottoposta, Allo scopo di individuare in maniera univoca i predetti parametr. si fe uso sistema di coordinate che, associato al particolare problema strutturale che tende esaminare, serve a ordinare e identificare le varie quantita che si ritengono significative per la struttura in studio. La sua scelta dipende quindi dalla geometria strutturale, dalla disposizione dei vincoli, dalla distribuzione delle forze e dalle informazioni richieste sugli spostamenti. Molteplici possono essere i criteri secondo i quali si fissa un sistema di coordi- nate su di un'assegnata struttura, variando essi in funzione degli scopi che ci si prefigge nell’analisi. Se, ad esempio, quest'ultima mira a valutare lo stato di sol- lecitazione interno di tutti gli elementi che comporgono Ia struttura, ® opportuno che gli eiti forza € spostamento, individiati dal sistema di coordinate, siano in ‘grado di define in maniera univoca la configurazione statico-cinematica di ciascun elemento. Generalmente quindi un sistema di coordinate definisce spostamenti ¢ forze relativi ad un insieme discreto di sezioni strutturali n termini di componenti aventi specifiche direrioni. Solitamente tali direzioni si assumono in mada tale che. nel sistema coordinato, a ciascun punto prescelto sia associata una triade ortogonale. ‘Spesso le direzioni coordinate sono considerate coincidenti con quelle definite dal | | | 78 Capitolo quarto sistema di riferimento globale O(y)), (i = 1,2, 3), ma tale scelta non & obbligato- ria, Per strutture composte da pitt lementi ¢ opportuno che le sezioni associate al sistema di coordinate siano quelle nodali Cosi procedendo, per strutture spaziali a telaio, vi sono al pit sei coordinate associate a ciascun nodo che definiscono sei parametri cinematici (tre spostamenti ¢ tre rotazioni) e sei parametri static (tre forze ¢ tre coppie) (fig. 4.1a). Viceversa, nel caso di sistemi di travi piane, ad ogni nodo si associano al pit tre coordinate che definiscono rispettivamente due spostamenti e una rotazione ovvero due forze € una coppia (fig. 4.1b, ©). a) Fig. 6.1 ‘Ma la scelta del sistema di coordinate dipende anche, come si detto, dalla tipo- logia strutturale. Se ad esempio si intende analizzare strutture reticolari (composte cioé di elementi monodimensionali soggetti esclusivamente a sforzo normale pet i quali la conoscenza dello stato di sollecitazione dipende soltanto dalla variazione di Tunghezza), il numero delle coordinate associate a ciascun nodo, suficiente per 'a- nalis, diventa pari a tre nel caso spaziale (ig. 4.2a) a due nel caso piano (fig. 4.2). Sistemi di coordinate n Fea? In una struttura composta di piti elementi, in aggiunta alle quantita statico- cinematiche globali di cui si 2 detto, occorre individuare spostamenti e forze. disaccoppiati elemento per elemento, la cui conoscenza permette di passare alla sie che, nel eso particolare in esame, 1 sistema d fore {F™)& component indipendent “ Anc in questo cso leu) sono tr lor indipende Sistemi di coordinate 9 Dall'esame di queste ultime si rileva che u{” rappresenta la variazione di Junghezza del'asta, 1.” la traslazione relativa (Bg, 4.72) delle sezioni estreme depurata dell’effetto della rotazione rigida ud; u{"" la rotazione relativa delle se- zioni estreme, Fig 47 Se, con riferimento alla stessa trave, si considerano le forze V,, V3 € V; legate alle F, per mezzo delle (4.14)', le corrispondenti relazioni duali sono le seguenti Us a?) [-1 0 0 $10 oO} }u a p=| 0 -w mio 0 ” a o -m wioo 1j]% a , in forma scalare: me A = 4 a = 4-3 (4.21) 90 Capitolo quarto II significato di queste ultime @ illustrato in fg. 4.7. Da essa si evince che i” 2 la rotazione della sezione di sinistra e i” quella della sezione di destra, lette a ‘meno del moto rotatorio di corpo rigido che porta la trave nella posizione finale. L'esame delle (4.20) e (4.21) porta a concludere che gli spostamenti generaliz- zati associati a un sistema di forze non vincolate tra loro da equazioni di equilibrio, si identificano con gli spostamenti che la struttura subisce a meno di moti di corpo rigido. Le componenti dello spostamento cos! definite sono le sole responsatili della deformazione strutturale. In quanto finora esposto & risultata essenziale la distinzione tra spostamenti u,¢ spostamenti v, indipendenti, tra forze F, e forze V, indipendenti. In quanto segue, tuttavia, per semplicita di notazione, gli uni o gli altri parametri, usati per rappre- sentare la situazione deformativa e statica della strurtura, verranno spesso indicati boli u; ed F,, a prescindere dalla circostanza che siano dipendenti o indi- salvo ovviamente a precisare di volta in volta se appartengano all’una 0 all'altra categoria, 4, Relazioni di congruenza e di equilibrio. ‘Nell'analisi di strutture monodimensionali composte di pitt elementi di parti colare importanza Io studio delle relazioni che legano tra loro le grandezze cine- matiche giobali (u) e locali (8). e, dualmente, le forze esterne {F} ed interne {S) Nel primo caso si ha’ {8} = [4] {u) (4.22) con {u} vettore a componei righe prescelt isi tiferisca ad esempio alla struttura di fig. 4.8 per la quale & possibile indi- indipendenti ed [4] matrice di congruenza (ad m colonne), associata alla struttura in esame e ai sistemi di coordinate ao OB SBR AYO FOR * Resch (4.2) pousaeser itt, le {u) devono essere loro indipendent Inf nella matric (4. 4a jesima coloanarappresnta il vetoe (8) corrspondene alt condinione cnemaica u, = 1 ¢ 1, = 0 (ca ‘8 D(A) pod ester peranto dents solo quando leu sano pve di ml leper Fig. 48 : y 3 Sistemi di coordinate 3 viduare subito le seguenti relazioni cinematiche che legano le m = 4 componenti B° con le » = 3 componenti indipendenti che si traducono nella: BP 1 0 | BP on {2} ei | en a}. (4.22) -) o 1 4 aio fe in eui compare appunto la matrice [A] quattro righe e tre colonne La seconda colonna di quest'ultima comprende, ad esempio, com’? facile rile- vare, i valori delle (6) cortispondenti agli spostamenti = 1. 1s, = 0 (con h * 2). L’esempio di fig. 4.9 & riferito invece a una travaturé reticolare per la quale la I Fig. 49 = go 2 Capitol quarto deformazione di ciascun elemento @ rappresentata dall'unico parametro defor- mativo: pi? = p= a1, cche si identifica con la variazione di Iuaghezza della generica asta e. Gii spostamenti u, indipendenti sono a loro volta in numero di quattro. La (4.22) si serve 0 o 4 0 0 io 0 0 0 0 4 ot | -1 0 1 0 % Ber= | 0 0 sena cosa} jusf? 9 csena cosa 0 0 uy 8 0 0 0 1 con [4] matrice a sei righe e quattro colonne, la cui genesi appare owvia se ci i riferisce agli schemi riportati nella medesima fig. 4.9. Le sei 8 vengono cosi determinate in funzione degli spostamenti indipendenti u, (i 4). Da un punto di vista statico il problema si presenta analogo in quanto si tratta in generale di costruire le relazioni di equilibrio che legano le m = s X t componenti di sforzo imterno (= 1... 53 e f) con le N forze esterne Fi = 1... N). Esse assumono la forma: F} = [B] {5}, (4.23) ‘con [8] matrice di equilibrio. Si noti che, perché quest’ultima sia definita, il vettore {5} deve essere costituito da forze indipendenti 6 Nel caso di strurtura isostatica, sempre usufruendo unicamente di condizioni di equilibrio, & possibile altresi esprimere le (S} in funzione delle (F} mediante uun‘espressione del tipo: (5) = IFS (424) in essa la matrice [6] si pud costruire ‘acilmente in quanto la sua jesima colonna contiene gli sforzi interni che si manifestano nella struttura ponendo F, = 1 ed F,=O(per hj) * io per mosis analogh a quell evidemaiai nella note precedente con iferimento ad (x) | | Sistemi di coordinate 93 Si consideri a titolo di esempio la mensola di fig. 4.10a, non soggetta ad azioni assiali, composta di due travi. Vi é indicato il sistema di coordinate globali, men- te, in fig, 4.10c sono rappresentati i sistemi di coordinate locali. Le forze nodali e ali sforzi interni sono a loro volta rappresentati? nelle figg. 4.10b e 4.104. Om , At Ax tee, Pr se Fig. 410 Imponendo gli equilibri nodali (fig. 4.10e), si hanno le relazioni seguenti: R=s- 52 sp 8 — s@7~ so - A= s?, 7 Le consion leq reatve 2 cascoo dei due element sntetono di dure le fore local alle 50, SP. SP. SP. Quest ume sono dot indpendent. 94 Copitolo quarto che, in forma matriciale, si traducono nella: FR) [1 0 f-1 07 (se Ajo oo; 1 of jsp (4.23)' A(lo ria -1| |S? FB) [0 sp in cui compare la matrice [B] quadrata e non singolare. Nel caso in esame & percid possibile invertire la (4.23) ponendo la (4.24) nella forma: {8} = (BY (F) (4.25) con [B]? = [b]. Risulta ciod: sp) fa 1 0 Ov fF, spl fo roa affn see TO se} lo o 0 adn Questa circostanza si presenta ogniqualvolta, in una struttura isostatica, da una parte il vettore (S} comprenda gli sforzi intern indipendenti relatvi a tutte le aste che costituiscono la struttura e, dall'alra, il vettore F sia rappresentativo di tutti carichi nodal Se la struttura @ labile, le equazioni di equilibrio sono in numero superiore al numero degli sforzi (S} incogniti: il problema di determinare (5) in funzione di (F) risulta percid impossibile. In una struttura iperstatica, invece, le equazioni di equilibrio disponibili sono in numero inferiore al numero degli sforzi interni da determinare: il problema di cui sopra ammette allora =" soluzioni essendo n la differenza trail numero delle incognite e il numero delle equazioni disponibili: n & il grado di iperstaticia. Tn tale ultimo caso & perd ancora possibile costrure la (4.24), ma essa non é pit composta da sole equazioni di equilibrio; 2 queste ultime @ infatti necessario ag- sgiungere opportune condizioni che coinvoigono le deformazioni strutturali. La solu- ione di questo problema costituisce il nucleo fondamentale del metodo delle forze 5. Dualit statico-cinematica, Al precedente n. 3 si é dimostrato che, in una trasformazione di coordinate, le matrici che legano tra loro le quantita cinematiche e quelle che legano le quantit’ Sistemi di coordinate 95 statiche, sono luna la trasposta dell'altra e precisamen:e: {u} = [C] {v} 5 {F} = (CY {F) , (4.26) owero, dualmente: F} = (D} (¥} 5 {ui} = [DY (u) (4.27) Tale proprieta & generale in quanto valida per ogni tipo di trasformazione di coordinate, Essa pud essere dimostrata anche per le (4.22) ¢ (4.23): {B) = [A] {u} 3 (F} = [B] {5}. purché, ovviamente. i parametri statici ¢ cinematici che in esse compaiono siano Telativi agli stessi sistemi di coordinate globali e locali, Si applichi allo scopo il teorema dei lavori virtuali associando al sistema forze- tensioni, rappresentato dalle forze nodali esterne (F), un arbitrario sistema di spostamenti-deformazioni (u}, riferito al medesimo sistema di coordinate. Risulta che il lavoro esterno: {FY (u) (4.28) ® uguale al lavoro interno L, Poiché gli elementi costitutivi sono caricatiesclusivamente in corrispondenza dei ‘quest’ ultimo pud essere espresso nella forma: L, = {}" (8) (4.29) ‘Uguagliando a (4.28) alla (4.29) risulta percio: {FYT {u} = (5) (8) ¢, imponendo la (4.22) che esprime le relazioni di congruenza esistenti tra (8) ed {u), si hay {FY {u} = {S)" [A] (a) - - Da quest'ultima, per l'arbitrarieta del vettore spostamento (u}, si deduce: {FY = {S}" [A] 96 Capitol quarto 0 meglio* {F) = [AY (5) (4.30) Ul confronto tra la (4.30) € la (4.23) fornisce infine luguaglianza: [8] = [4], 4.31) che lega tra loro le matrici di congruenza [A] e di equilibrio [B] relative al mede- simo sistema di coordinate. ‘Le relazioni (4.26), (4.27) e (4.31), tutte eapressioni delle stessa propricth, sto- biliscono la dualita statico-cinematica. A titolo di esempio ci si riferisca al sistema i fig. 4.8 per il quale vale il legame (4.22)' tra le quattro componenti locali 8° (e = 1, 2; i = 1, 2) le tre componenti slobali u, (i= 1, 2, 3). In virtd della (4.31) si deduce la: (F} = [B] {S} nella forma: da cui risultano le: A Fas) 4 52 Fy Essendo la matrice [B] rettangolare bassa e di rango massimo, appare evidente che il problema di ricavare le (S} note le (F} & una volta indeterminato. Esso presenta cio® «! soluzioni essendo 1 ls differenza tra il numero delle incognite © quello delle equazioni di equilibrio ‘Con riferimento al sistema di ig. 4.102 noto il legame (4.23) rappresentato dalla (4.23)' che consente di ricavare le F, note le 5 indipendenti. * La (4.30), rcavataapplicano il worema del Ivor viral con nfermento 2 un tems d spostament congruent (pel (422), garamsce che la [A]"8 una matric espimente Veguibrio a eae extern (F) aor intra (S)- \ Sistemi i coordinate ” In virta della (4.31) si ha: [4] = [By e, conseguentemente. il legame (4.22) che porge le f° in funzione delle u, si serive: BY uy ? Us pp is e, in forma scalare, si traduce nelle: em ay + uy — hy must, di owvio signiticato fisico. Carrroxo 5 COEFFICIENTI DI RIGIDEZZA E DI DEFORMABILITA 1. Caratteristiche di risposta strutturale. La formulazione dei metodi di calcolo dei sistemi di trav richiede la definizione Gi alcune quantita caratteristiche, dette coefficient di rigidezza e coeffcienti di deformabili, strettamente legate alla struttura su cui si opera e al sistema di coordinate prescelto Nel presente capitolo, proseguendo nell'intento enurciato all'inizio del prece- dente, i concetti in questione verranno esposti sistematicamente e formalizzati in ‘modo'da consentimne I'utilizazione ai fini della trattazione generale della statica delle strutture. La ricerca della risposta strutturale implica innanzitutto lindividuazione di un sistema di coordinate (cf. il cap. 4). che, associato al perticolare problema, iden- tifichi e ordini i parametri statici e cinematic coinvoltirell'analis. Problemi nei quali suficiente una sola coppia di parametri (una forza F, cio’, ed uno spostamento u) a caratterizzare in maniera completa la risposta, indivi= Guano strutture ad une sola coordinata (fig. 5.1). In questo caso la relazione che lega la forza allo spostamento, letti con riferi- # a ' ¥ 2 *y f+ $+— a ” | 1 | ‘ ° Fi. 100 Capitol quinto mento all'unica coordinata associata ad entrambi, pud scriversi, attesa la linearit& del sistema, nella forma: wu 6.) In tale relazione viene evidenziato il :oeffciente k di rigidezza che, per una data struttura,é legato alla coordinata presce ta. Esso rappresenta infatti a forza da asso- ciare alla coordinata considerata perché il corispondente spostamento sia unitario. ‘Una maniera alternativa per descrivere il comportamento strutturale & basata sullimpiego del coefficiente h di deformabilita, tale che: 62) Esso 8 definito come lo spostamento che si legge in corrispondenzs della coor- dinata, in conseguenza dell'applicazione di una forza unitaria. Costituendo le (5.1) e (5.2) due modi alternativi per deserivere la stessa rela zione, i coefficienti & € ft sono Tune T'nverso dell'altro, in modo che risulti kh 1 6.3) Tornando alla ig §.1.siimmagina che i sistem ivi rappresentatisiano costituiti di aste a sezione costante ji cui momento <'inerzia rispetto all'asse baricentrico della sezione trasverssle sia J. Detto £ il modulo di elasticta longitudinale del materiale costituivo, i coefficient! in parola valgono: per la trave di cui alla Ag, la BES P Keds ed 64), — per la trave di cui alla ig. 5.16 EI I ka haa (5.4): — per la trave di cui alla ig. 5.1: 3EIL k nee 64, Queste espressioni sono desumibili da risultati gia noti in quanto le (5.4), € (5.4),, si ricavano rispettivamente dalle (2.14) ¢ (2.28); le (5.4); dalla (9.13) del Vol. il. Le (5.4), € (5.4); suppongono che si trascuri influenza del taglio sulla deformazione. Si osserva subito che la determinazione dei coefficienti k e h pud risultare pit! 0 Coefficient di rigidezza e di deformabilta 101 ‘meno complessa in relazione alla struttura su cui si opera: ne! caso ad esempio di un sistema iperstatico, la loro valutazione pud non essere cosi immediata come per gli esempi proposti. 2. Sistemi a pitt coordinate. Nella fig, 5.2.2 rappresentata la stessa mensola di cui alle figg. 5.1a € b. Questa volta perd Ia descrizione del suo comportamento 2 ottenuta attraverso le due coordinate che individuano rispettivamente forza e copia, ovvero spostamento € rotazione della sezione di estremita. I versi positivi per esse assunti sono rappre- sentati nella figura stessa: ci si propone di costruire le relazioni intercorrenti tra le fore F, ed F; ¢ i corrispondenti spostamenti w, ed u, ad esse conseguent +++ Fig 52 Tali relazioni si possono ottenere seguendo due procedimenti alternativi, tra Joro dual, in cui si utilizzano di volta in volta i coefficient di rigidezza e di defor- mabilit2, nee ; me 102 Capitolo qinto Si cominci (fig. 5.32) con I'applicare alla struttura gli effetti degli spostamenti u, edu, presi uno per volta, Siano (Hg. 5.38) Fy 60 Fy, le forze che occorre applica: fn corrispondenca delle coordinate 1 ¢ 2 rspetvatmente, per ottenere 1a config Fatione relativa ad uy % 0.00 uy = 0; analogamente (ig. 5.30) siano Fed Fle forze cui @ associat la configuazione iy ~ O ed tn = 0; ‘Lieguivalenca tra il sistema di fig 530 e i sistem di cui alle figg. 5.30 € conduce a srivere! Fie Fut Fa 5 & = Fat Fa 69 Per la linearita del problema, detta ky (i, j= 1, 2) la forza che & necessario applicare alla coordinata é per realizzare la configurazione corrispondente a uj = 1 ed u; = 0, risulta: : Gii indici da cui ® affetto il generico ceefficiente di rigidezza rappresentano i primo la coordinata secondo la quale & applicata la forza, il secondo la coordinata cui @ riferito il corrispondente spostamento unitario. Per il teorema di Maxwellt, risulta ky = ky Sostituendo nella (5.5) si ottengono le: F, (5.5)’ {f = Kye + Kyte, ly + etl Esse si sintetizzano nella relazione matriciale: {F) = [K] {u) , 6.6) in cui & evidenziata la matrice di rigidezza [K] simmetrica: gli elementi della prima colonna sono relativi alla condizione deformativa u,=1e u; = 0; quelli della seconda colonna alla condizione u, = Oe w= L Trascurando gli effetti del taglio sulla deformazione, non vi & difficolta ad otte- nere per le ky i valori che seguono ®: IE 6EJ SP ea iy * Inmet osserv che, ipotizando aguagianca lle component off di cu alla (4.27) det Vo. ricala Fo = FE Cal come Pugunlianra dele free cemports ela dept portament,Tguaglanss deli ‘poglament compora it quella dle fore. * Ei i postone dedure dalle 2.27), «che porgono moment «ti di estremih per na rave sais 4 ase retilineo,soggetia a spostaend ol ele sain’ etree lana chitramente tt pot perch, Sporiament posi sulla base delle cooednate preset in 8g 5.2, comipondono forze pose era Coefficient di rigidezza e di deformabiita 103 6EL 4ED ky es kn 7 Per cercare ora le relazioni inverse delle (5.5)', si applichino alla struttura gli effetti delle forze F, ed F, prese una per volta. Siano (fg. 5.4b) uy ed us sli spostamenti che si leggono, in corrispondenza delle coordinate 1 ¢ 2 rispettiva- mente, come effetto dell'applicazione della sola forza F,, Siano analogamente (fig. 5.40) uy ed upp gli spostamenti effetto dell'applicazione della sola forza F;. * Fig. 5 L'equivalenza tra il sistema di fig. 5.4a ed i sistemi di cui alle figg. 5.4b e c. conduce a scrivere: Yay + ty Wa + Un + 6 Per la linearita del problema, detto h, (i, j = 1, 2) lospostamento che si legge in corrispondenza della coordinata f, come efferto dell'applicacione della sola forza F,= 1, sisulta: ya hy 104 Capito quinto Gli indici da cui @ affetto il generico coefficiente di deformabilita h, rappresen- tano il primo Ia coordinata secondo la quale si legge Io spostamento, il secondo quella secondo cui agisce la forza unitaria. ‘Anche in tal caso, sempre per i teorema di Maxwell, risulta hy, = Ay Sostituendo nella (5.7), si hanno le: {* = high + Ina 5.7)" Ay Fy + nF 5 che, in forma matricial, si sintetizzano nella {u} = [HI LF} 6.8) in cui & evidenziata Ia matrice di deformabilita [#7]. Nel caso specifico, per i coefficienti A, si hanno le espressioni B B A= apps Pu BE Pe iy has ~ Dey Le (5.5)' e (S.7)' rappresentano l’estensione delle (5.1) (5.2) ad un sistema a due coordinate. Sostituendo la (5.8) nella (5.6) si ha la relazione: (x) HH) = [1 (5.9) che lega le due matrici simmetriche [K] [HH] ¢ generalizza la (5.3). Le matrici in parola, riferite, per la stessa struttura, al medesimo sistema di coordinate, quando esistano, sono T'una V'inversa dell’altra Usufruendo delle espressioni trovate per lé ky € hy si prova immediatamente che, per il sistema di fig. 5.2, si ha IEF 6ET Poe - P i 3ET ET 0 CE] 4ED 1 1 F T = La (5.9) 2 cio? soddisfata, | Coefficient di rigidezza e di defornabilita 105 L’estensione delle (5.5)' ¢ (5.7)' a sistemi associat a v coordinate non offre a tal punto alcuna difficolta. Si hanno infatti le relazioni: Fm katy + Riga + on + aay Fy = Kay, + Kegla + one + ely (5.10) eat + Realy one Realy con ky = ky € le duali hy + hgh +o + hy F - hig, + high +o. + hy, (a1) haFy + hake +o. + hay con hy = hy. Generalizzando considerazioni gid espresse, la jesima colonna della matrice [K] di rigidezza del sistema rappresenta le forze da applicare in corrispondenza delle 7 coordinate per realizzare la condizione cinematica u = 1 ed u, = 0 per ogni i + j. Analogamente la jesima colonna della matrice [Hf] d deformabilita rappresenta gli spostamenti che si leggono in corrispondenza delle y coordinate per la condizione di carico F, = 1 ed F, = 0 per ogni f+ j. Come &evidente dalle stesse definizioni. la magsiore o minore difficolta insita nella determinazione delle due matrici dipende dal particolare tipo di problema. Per le strutture isostatiche, ad esempio, & di norma pit semplice determinare le deformabilita che le rigidezze. 3. Cons joni di singolarith per [X] ed [7]. Le considerazioni svolte nei numeri precedenti valgono nell'ipotesi, implicita- mente ammessa, che entrambe le matrici [K] di rigidezza ed [#7] di deformabilita siano definibili. ‘Come precisato al n, 2 del cap. 4, gli spostamenti, il cui numero, pid in generale, si indica con N, possono essere condizionati da r equazioni olonome di congruenza del tipo (4.4): [C.] {u} = {0}. Sia ora (H7] la matrice di deformabilita della strutturaletta nello stesso sistema di N coordinate di {u}. Per la relazione (5.8) {u) = [A] (F} 106 Capitoto qunto 1a (4.4) diviene: [C.] (4) {F} = (0) + per l'arbitrarieta di (F), essa si serive poi: (Cl [A] = (0) ‘e comporta Vesistenza di equazioni del tipo” CP hy HOP + oo + Cy, = 0 6.13) 6 npatad, che stabiliscono legami tra le righe della matrice [H] di deformabilita. “A questo punto si osserva che, se non ssistono telazioni tra le forze (F). la matrice [#1] pud essere costruita, in quanto & senz’altro possibile considerare la condizione di carico F, = 1 ed F, = 0 per ogni i + j, necessaria per costruire le jesima colonna. Ma la (5.12) rende la [H] singolare e pertanto non & possibile efinie la sua inversa (K]. In tal caso, pertento, la matrice di rigidezza non esiste. ‘La circostanza illstrata si chiarsce riferendosi al sistema di fg. 4.4 a suo tempo considerato. Nel telaio ivi indicato, le condizioni di inestensibilita delle aste. por- tano alle tre condizioni di congruenza (4.8): um =0 0 0, che coinvolgono quattro degli NV = 6 spostamenti introdotti per studiare la strut- wr E facile rilevare che la (5.12), coinvolgente le deformabilita hy, comporta in tal caso Puguagiianza delle prime due righe ci (H] ¢ 'annullarsi della terza e della quarta riga, La matrice [K] non @ percid definibile: cid & d'altronde immediata- mente evidente se si osserva che, volendo ad esempio costruire la prima colonna di tessa, sarebbe necessario assegnare la condizione i, = 1, ua .. uy = 0, incompati- bile con le (4.8). Dualmente si osserva che, se non esistono relazioni tra le componenti u, desl spostamenti assunti per descrivere il comportamento della struttura, pud costruitsi Ta matrice [K] in quanto & senz’altro possibile scegliere il sistema di spostamenti = Leu, = 0 (per ogni i j), necessario per determinare la jesima colonna. Se > La relsione (5.12) comport che le mauce prodoto [C] [7]. ad rrighe ed N colone, bie tut termini mil Da tle considerations i deducono le r= N equazon (S13). CCoetficient di rgidezza e di deformatiita 107 si suppone perd che Je forze agenti (in numero di Ni siano condizionate da ‘equazioni di equilibrio del tipo (4.10): [DJ {F} = 0, usufruendo della (5.6) {F} = [K] {u) . si ha: (Dal [K] {uw} = 0: per l'arbitrariet® di (1) risulta pertanto la: [D1 [K] = (0) (5.14) Ma quest'ultima mostra la singolarita della matzice [K]; non & possibile quindi definire la sua inversa [H] che, in tal caso, non esiste. ‘Ancora una volta il discorso pud essere chiarito riferendosi ad un esempio gid trattato nel cap. 4: quello cio® della trave di fig. 4.62, Le r’ = 3 condizion’ di equilibrio (4.13) comportano, per Ia (5.14), delle relazioni tra le righe della matrice [K] di rigidezza, la cui costruzione non offre peraltro alcuna difficolta. Si determinano infatti 'u- guaglianza della prima riga con la seconda cambiata di. segno, 'uguaglianza della terza riga con la quarta cambiata di segno ¢ un legame lineare tra le componenti della terza, quinta e sesta riga. [X] 8 pertanto singolare con la conseguenza che [#1] non esiste E facile da quanto esposto dedurre che condizioni di equilibrio cui debbano soddisfare le forze agenti sussistono solo nel caso in cuila struttura risulti labile ed il loro numero & pan proprio al grado di labilita. Se viceversa la struttura & almeno isostatica, le forze agenti esplicitamente su di essa non devono soddisfare @ nessuna condizione in quanto 'equilibrio & assicurato dalle reazioni vincolari: in tal caso percid la matrice di rigidezza non & mai singolare. Lrenergia di deformazione. Liespressione dellenergia di deformazione elastic totale & della struttura, sup- posta caricata da » forze F, (i = 1... »)in corrispondenza delle quali si manifestano 108 Capitelo quinto spostamenti u, (7 ¥), @ pari a on FS rua piny as Per il teorema di Lamé-Clapeyron (Vol. Il. cap. 4, n. 7), infatti, la ®, che misura il lavoro prodotto per portare il sistema, lungo un cammino di deforma- ione arbitrario, dalla configurazione ci riferimento a quella attuale, & pari alla meta del lavoro delle forze esterne Utilizzando la (5.6) € ricordando che [K] & simmetrica, si pud esprimere & in funzione delle sole componenti {1} dello spostamento: o=t wx: 6.16 utilizzando viceversa la (5.8), si ha l'espressione di ® in fu ze (F) 1 delle sole for- oe Lenn (5.17) La (5.16) ¢ la (S.17) hanno ovviamente signiticato quando esistano rispettiva- mente la matrice di rigidezza (K] quella di deformabilita (H] che nellordine vi compaiono*. Entrambe sono delle forme quadratiche omogence rispettivamente nelle com- ponenti {u} 0 (F). In forma scalare esse si scrivono come segue: Shans o- 6.16) ont S har, 7" In accordo con quanto si richiede generalmente in clasticita lineare, la @ & definita positiva, Pertanto sia la (5.16) che la (5.17) sono positive per valori qual- siansi, non tutti null, delle variabili indipendenti {u) 0 {F) rispettivamente. Derivando due volte la (5.16)’ si ha: 6.18) + eslude chev sino legam re vara inematchee saiche rispetivamente s Poorer Coefticienti di rigidezza e di deformabilta 109 ‘mente, operando sulla (5.17)', si hi ao OFF,” (6.19) Le (5.18) ¢ (5.19) consentono di esprimere rispetiivamente i coefficienti di rigi- dezza ¢ di deformabilita in funzione di ®. Per il tecrema sull'invertibilita dell'or- dine di derivazione, & confermato che ky = ky ed h, = hy 5, Sintesi di rigidezze e deformabilita nei sistem! complesst. Un’punto cardine dei metodi di analisi struttura‘e di sistemi costituiti dall’as- semblaggio di pit elementi semplici, consiste nella sintesi delle matrici di rigidezze [x] 0 i deformabilita [#1] dell'intera struttura a partire da quelle [K'"] 0 [1] dei ‘suoi costituenti (e = 1... 1). Riferendosi dapprima alla sintesi delle matrici di rigidezza, siano (6) ed {S**) Je s componenti di spostamento e di sforzo interno relative all'elemento e, lette nel sistema di coordinate locali. Si supponga che {8"°) sano dei vettori a componenti indipendenti, legati alle (S') da relazioni del tipo: (9) = [KY] (8) (5.20) Detti {5} e (8) i vettori (4.2) ottenuti raccogliendo tutte le componenti locali rispettivamente di spostamento ¢ di forza dei 1 elementi costitutivi, esiste la relazione: {S) = (K] {6} in ci compare la matrice (Z] di sigidezeadsassemblata, od m rghe ed m colonne, Simmetrea (8.21) [K") [0] (Key {0} (0) = 5 (6.2) OO ww [Ky . che ha una struttura «diagonale a blocchi». Siano {F) ed {u} rispettivamente le v forze esterne ei v spostamenti strutturali, questi ultimi supposti indipendenti,letti nel sistema di coordinate globali; opera. Zone di sintesi consiste nel costruire la matrice [K], a » ighe e » colonne, delln- 10 Capitolo quimo tera struttura, tale che: F) = [K] {u} , 6. nota che sia la matrice [X] definita dalla (6.21). ‘A tale scopo ci si rif innanzitutto alle relazioni gia note che legano le grandezze locali a quelle globali. Esse sono rappresentate dalla (4,22), che lega le A, con le 1, iramite la matte di congruence [A 4B) = [A {u} dalla (4.23) che lega le F,con le , tramite la matrice [B) di equilibrio. Quest'ul- tima relazione, poi, in virta della (4.31), si pud scrivere nella forma (4.30) F) = [AF (8). Applicando il teorema dei lavori vitwali con le modalita gia illustrate al n. 5 del cap. 4, i hala: Fw) = 9B). in cui si @ associato al sistema di forze nodali esterne {F} un arbitrario sistema {u"} i spostamenti riferiti al medesimo sistema di coordinate; ed inoltre {S} ¢ {8°} sono i corrispondenti parametri locali di forza e spostamento. Sostituendo in quest'ultima relazione le (5.21) ¢ (5.23), si ha: {u)” [K] {u"} = (f)" 18) (8°) (5.24) ce, per la (4.22): {u)" [K] {u"} = (u}7 [AY ER] [A] {u) (8.25) La (5.25), vista arbitrarieta dei vettori (u) ed (u’), diviene a sua volta: [x] = (4) [&] [4] (5.26) © permette di ricavare la matrice di rigidezza globale [K] del sistema, note le ‘matrici di rigidezza local dei singoli componenti attraverso la [K]. La (6.26) si pud anche porre nella forma i= & aera), 626) facendovi comparire la sottomatrice [A'] corrispondente al generico elemento costitutivo e. i Coefficient di rigidezza e di deformabilia nm Il semplice sistema di fig. 5.5, composto di tre aste, 2 una struttura descritta da tuna sola coordinata parallela alla direzione di scorrimento del carrello, cui & asso ciato lo spostamento nodale u. Fig. 55 La deformazione di ciascuna asta & rappresentata dal solo piarametro deforma- tivo B® = I, I egame (4.22) tra componenti locali ¢ globali dello spostamento & dato dalla: AI) f= cosa. Al =| cose 1, 1 I legame (5.20), tra sforzi ¢ componenti locali dello spostamento, &, rispettiva- mente per le tre aste: 50 = FA cogent: in EA 0s aI; EA £4 yo FA 10, per cui la matrice [2] &: EA esa 0 ° Rl ° FA o 0 0 FA 12 Capitlo guinto In virto della (5.26) si ha quindi, per Punico coefficiente di rigidezza k, il valore: EA cosa. o 0 | |= cose A EA cosa. = ° - 0 cosa 0 0 1 EA = FAG + 200%), (27 Gesumibile peraltro anche dalla (5:26)' che porge: fe quindi ancora, ponendo h = [ cosa. la (5.27). i le co ti di Passando ora a lavorare sulle matrici di deformabilita, siano s' le component spostamento edi sforz0 interno relative all'elemento costitutivo ¢ della struttura: si Supponga inoltre che (S'} siano dei vettori a componenti indipendenti Esiste dungue la relazione: (ee He} {S) (6.28) che, assemblata con tiferimento a tuti i felementi, porge la: (8) = 1H {5}. (5.29) in cui compare le matrice diagonale simmetrica a blocchi disessemblata: ey @ = _ | (0) He) (0) (A= o ! . } ose (5.30) (Hy 4 Net sntes dele deformabii siihiede ndipenéenaa delle (S¥) cos come nea snes dei Ha eras & neceasarin quella dele (8) area pensar Coefficient di rigidezza e di deformabilita 43 ‘ad m' righe ed m' colonne (m' = s' x 1). Siano {F} ed {u} le »” forze esterne e i y’ spostamenti corrispondenti, letti entrambi nel sistema di coordinate globali e si suppenga che {F) sia un vettore a componenti indipendenti La matrice di deformabilita [H) dellintera struttura & definita dalla relazione: {u} = [H) (F} 631) Essa si pud ricavare a partire dalla (5.29) ricordando la (4.24) che porge la (S} in funzione delle {F}: {8} = [] (F}. Quest'ultima, nel caso di strutture isostatiche, si castruisce solo attraverso con- 2ET jue elementi costtutivi della struttura: Ee} -vn fg Ev La relazione (5.33) diviene dungue: qi: 1 0 [re wl 7 16 Ey oO Alllo stesso risultato si perviene ovviamente per mezzo della (5.33)' Seetinromnr nnne erent Caprro.o 6 I METODI DELLE FORZE E DEGLI SPOSTAMENTI 1. Generali Nel cap. 2 si # mostrato come lo studio delle travi rettilineé, soggette a diverse condizioni di carico, estensionali flettenti o torcenti, si possa conseguire attraverso Pintegrazione delle corrispondenti equazioni. Indipendentemente dalla circostanza cche la struttura sia isostatica o iperstatica, si ottiene per tal via la soluzione del problema dell’equilibrio e, conseguentemente, si ricevano li stati, sia deformativo che tensionale. In questo spirito, al n. 4 di quel capitolo, si sono studiate ad esempio aleune travi iperstatiche, quali quella doppiamente incastrata e quella incastrata ad un estremo ed appoggiata allaltro. soggette entrambe ad un carico uniformemente distribuito sull'intera luce; al n. 9 inoltre il primo dei due esempi Citatié stato ripreso e trattato tenendo conto del contributo dello sforz0 di taglio sulla deformazione. E analogemente si & proceduto al n. 10 per studiare la trave soggetta ad un carico assile, vincolata con cerniere fisse nelle sezioni di estremitd € quindi iperstatica, Nel presente capitolo si riprende lo studio delle travi, mostrando come esse possano essere efficacemente trattate con i metodi celle forze e degli spostamenti 8 cui si gid sommariamente accennato al n. § del cap. 1. L'introduzione di questi metodi d’analisi consente tra Valtro lo studio delle strutture a telaio, per le quali essi risultano particolarmente efficaci E da notare infatti che l'impiego delle equazioni differenziali di base, studiate con riferimento alla trave rettilinea nel cap. 2, consente comunque la soluzione di strutture costituite da un unico elemento, quali che siano i vincoli i carichi cui lo stesso 2 sottoposto. ‘Al contrario, la soluzione di compagini strutturali pit complesse non & conse- guibile attraverso lo studio esclusivo delle suddette equazioni differenziali, alle Quali vanno aggiunte opportune condizioni «di contatto» al contorno dei singoli elementi: & proprio in questi casi che i metodi pitt volte citati, delle forze e degli spostamenti, hanno il loro campo di applicazione. In maniera duale l'uno rispetto allaltro, infatti, essi perseguono la finalita di ricavare l'unica soluzione, rispettosa sia dell’equilibrio che delia congruenza. us Capitolosesio saranno meglio chiarite nel seguito, quali il numero delle incognite, la facilita di serivere le equazioni coinvolte nell’analisi, la standardizzazione del procedimen- to, ecc. ‘in generale si pud comunque affermare che il metodo delle forze & di pid im- mediata applicazione nel caso di una struttura con poche iperstatiche (0, al limite, isostatica), mentre quello degli spostamenti risulta tanto pid efficace quanto pit 2 struttura risulti vincolata e diminuisca pertanto il numero degli spostamenti assunti come incogniti. 2, Il metodo delle forze. Nel metodo delle forze si fa uso della possibilita di determinare in una struttura {sostatica lo-staigadi sollecitazione in funzione dei carichi applicati, mediante sole ‘equazioni di equilibrio. ‘Se la struttura 2 iperstatica si pud renderla isostatica introducendo delle scon- nessioni semplici, in numero pari al grado di iperstaticita: in tal modo si ottiene il cosiddetto sistema principale del sistema dato. Si applicano a quest'ultimo i carihi agenti ricavando una soluzione staticamente individuabile imponendo solo condi- Zioni di equilibrio: essa non & tuttavia congruente con il sistema assegnato per effetto delle sconnessioni introdotte nel definire il sistema principale. ‘Si sovrappone alla condizione di carico data il sistema di azioni che si trasmet- tevano in partenza attraverso le sconnessioni. Queste azioni, che si dicono inco- {ite iperstatiche. i indicano con X, (i= 1... n); ease sono in numero n paral ‘grado di iperstatcita della struttura ¢ cio’ al numero di sconnessioni semplici pra- ticate. ‘Si ricavano i valori incogniti delle iperstatiche rendendo equivalente i sistema principale a quello di partenza con 'imporre le n condizioni di congruenza che traducono il ripristino della situazione esistente prima che venissero introdotte le sconnessio Cosi procedendo si ha un sistema di n equazioni lineari nelle incognite ipersta- tiche X, (i= 1... n), che, una volta determinate, individuano l'unica configura zione strutturale che, oltre ad essere equilibrata, & anche congruente. Si valuta infine lo stato di sollecitazione e di deformazione della struttura ridu- cendone lo studio a quello del sistema principale sottoposto, oltre che ai carichi esterni assegnati, anche alle iperstatiche omai note. Alcuni esempi possono pid efficacemente iilustrare il discorso svolto. Si ritorni alla trave una volta iperstatica, rappresentata in fig. 2.6 e riproposta in fig. 6:10, esi assum per essa il sistema prinipale che si ottienesosttuendo una cerniera all'incastro: & chiaro che, se su tale struttura si fa agire il carico q, nella Sezione A si manifesta una rotazione 7, (q) = 7 che viola la condizione di vin- colo (incastro) ivi prevista nel sistema ai partensa (fig. 6.10). Il metodo delle forze prevede che a tale situazione si sovrapponga (fig. 6.1¢) | metodi delle forze ¢ degli spostamerti 19 SSSA OTT, Fig. 61 quella ottenuta facendo agire sul sistema principale l'iperstatica X, dotata ad esem- pio del verso di tentativo indicato in figura, che si mponga la condizione di congruenza: VP + y(%) = 0, (6.1) esprimente che la rotazione 7, (X;) provocata da X, sia uguale e contraria ay). In altri termini si impone che ia soluzione del sistema ¢i fig. 6.1a equivalga alla sovrapposizione di quelle di cui alle fgg. 6.1b e 6.lc, ovvero di quelle di cu alle figg. 6.10 ¢ 6.1e, l'ultima delle quali rappresenta simbalicamente il sistema prin- cipale soggetto in A ad una coppia di intensitd unitaria, i cui effetti sono moltipli- cati per X, Liesplicitazione della condizione @ possibile, in funsione delle caratteristiche geomettiche della trave, se si dispone delle soluzioni relative ai sistem schematiz- zati nelle figg. 6.10 ed ¢. Dal secondo si deduce il coeffciente di deformabilta h,che, per quanto si detto nel cap. 5, rappresenta la rotazione della sezione A del sistema principale quando in essa agisca una coppia di intensitd unitaria, ‘La condizione ai congruenza determinatrice di X, assume perc la forma: + bX, = ay 120 Capito sesto in cui compaiono sia il termine noto 1’! che il coefficiente h. La loro preventiva Geterminazione non presenta peraltro difficolta se si adopera uno qualsiasi dei procedimenti illustrati nei capp. n. 2.¢ 3. . Da un punto di vista operativo ct solo da rilevare che occorre, come gi pre- cisato, fissare un verso di tentativo per Pincognita X, e, in conseguenza di tale Seelta, leggere come positive le rotazioni 7 ed h se fanno compiere ad X, lavoro positive, Operando in questo modo. il coeffciente di deformabilita h & sempre Positive, mentre il segno di 7" dipende dalla particolare condizione di earico Essegnata: nel caso i Be, 6.1, 7! &, ad esempio, positiva. A sviluppi effettuati si tticne ¥, in valore e segno: a seconda che quest ultimo sia positive 0 negativo, il ‘verso esatto & concorde discorde con quello assunto in partenza, La seelta del sistema principale & largamente arbitraria. In fig. 6.2 ad esempio, la struttura gia proposta viene studiata assumendo come sistema principale, non pid la trave Semplicemente appoggiata agli estremi, bensi la mensola. L'incognita Iperstatica & data in tal caso dalla reazione X, dell'appogeto B rimosso, che si fssa 1d esempio con il verso indicato in fig. 6.2e. La condizione di congruenza & uy(g) + we(%) = 0 e ciot: (6.2) Fie 62 12 Essa impone che lo spostamento di B secondo la direzione efficace del carrello risulti nullo: wf rappresenta lo spostamento che B subisce nel sistema principale per effetto del carico q ig. 6.2b); he il coétficiente di deformabilita esprimente lo spostamento che B subisce, secondo la direzione efficace del carrello soppresso, per effetto di una forza di intensita unitaria parzllela alla direzione in parola (fig. 6.2). E ancora, in fig. 6.3, il sistema principale & rapp-esentato dallo schema di par- tenza nella ‘cui generica sezione C sia stata introdotta una cerniera, operand ppercid una sconnessione del tipo M = 0. In tal caso X, @ un'iperstatica interna data dalle due coppie uguali e opposte che, nel sistema originario, si trasmettevano attraverso Ia sezione Ce sono state annullate nel passageia al sistema principale La condizione di congruenza é: ¥elq) + FAX) = 0 e ciok H+ AX, =0 3) relative 0 mutue delle due facce interessate dalla sconnes- 1 Capitolo seo applicate in C (la seconda). La (6.3) assicura. in altri termini, che in C la tangente alla linea elastica sia unica: in essa. al solito, 7 da ritenere positiva se di verso concorde con quello prefissato per l'incognita X, (fig. 6.3c), Il telaio di fig. 6.4a &'due volte iperstatico. Il sistema principale va percid scelto praticando due sconnessioni semplici che, sempre a titolo di esempio, possono consistere nel sostituire in A all'incastro uaa cemniera fissa, e, in C. alla cerniera fissa un carrello a linea di scorrimento orizzontale. Le ineognite iperstatiche sono due e si igentificano con una coppia X, applicata in A ed una forza orizzontale X; applicata in C, assunte con i versi di tentativo indicati in fig. 6.4c. Le condiziont di congruenza, di immediata giustificazione, sono le seguenti ¢ derivano dal'imporre lequivalenza tra la struttura di fig. 6.44 ¢ quelle di cui alle figg. 6.4b e 6.4c: {2 + 14M XD = 0 4) U2) + ucl%yy X) = 0 Esse dichiarano che, sia la rotazione in A che lo spostamento orizzontale in C, devono essere mull Lesplicitazione delle (6.4) si pud effertuare osservando che sia la rotazione y, 4 4 ee oe " Fig. 64 | metodi delle forze ¢ degli sportamenti 123 che lo spostamento uc sono funzioni di entrambe le incognite X, ed X;. La linearita del problema consente peraltro di considerare la struttura di fig. 6-4¢ somme di quelle rappresentate nelle figg. 6.4d ¢ 6.4e: per ciascuna di queste ultime due. infine, & possibile determinare i coefficienti di deformabilit® fy), fig). a. tg che rappresentano gli spostamenti indicati in figura, provocati dalle iperstatiche X, ed Xq, assunte di intensita unitaria ‘Noti gli hy (i, j= 1, 2), il sistema (6.4), con riferimento alla fig. 6.4, diviene: Ii Xy + hyXy + YQ) = 0 ay in X, + Nagy + ul? = 0. Dalla sua risoluzione si ricavano i valori di X, ed Xz che rendono il sistema principale scelto equivalente @ quello assegnato: anch2 in tal caso l'assegnazione dei versi positivi di tentativo alle due incognite implica la conseguente assegna- zione dei segni agli spostamenti y! ed u!) nonché agli hy, Con riferimento a quanto esposto opportuno rilevare che la soluzione conse- guita con il metodo delle forze & il risultato dell'applicazione successiva del prin- cipio di sovrapposizione degli stati elastic. Infatti, nelle sezioni in cui sono state pTaticate le sconnessioni semplici, sono stati valutati dapprima gli spostamenti Govutiall'effetio dei carichi esterni sul sistema principale; successivamente a questi sono stati sovrapposti gl effetti provocati dalle incognite iperstatiche, a loro volta ottenuti considerando le X, (i= 1... n) una per vo'ta: gli effetti provocati da ciascuna di queste sono stati infine valutati moltiplicando quelli dovuti a valori unitari delle iperstatiche per I'intensita incognita di ciascuna di esse © passando percid attraverso i coefficienti di deformability. Concludendo e generalizzando, per una struttura 1 volte iperstatica, il sistema principale si ricava introducendo n sconnessioni semplici, arbitrarie, purché ovvia- mente tali che il sistema ottenuto sia geometricamente definito. Fissate — 1 sconnessioni, potra in generale farsi variare la n-esime in una semplice infinita di modi: ad una travatura n volte iperstatica corrispondoxo percid =" sistemi princi- pali. Per una data condizione di sollecitazione, gli n legami, resi inattivi in un certo sistema principale, sviluppano un egual numero di reazioni iperstatiche che consi- * Net cao speci & facile rilevare che, ole ad esere post, come abbigo, i coset a inc eu ed ho, son tl anche hy ey 8 cnservn infati che (rvsione in A pe effet dn forza Uhlaia‘oriaonale applcne ts C'eon f vero ol My come Inaesta jn ip. sac) postvaperche eotta ‘manifestamente dello sesso verso assuto per incognite X. mentre hy (aslesione GC pe elt & una ‘coppia uniaria con i veso eX, epplicta in A)® poston perehé Sele sess verso auto per Xian tenerle tale crcosanza pub ruttavie non verieas i egelient a india divers postono este cot posit © neat. Peri teoreme di Maxwell come gia devo nel exp. 5 ila comungie hy = he 14 Capitelo sesto stono in una forza o in una coppia in corrispondenza di ogni sconnessione semplice eseguita a carico di vincoliesterni; in due forze o due coppie uguali ed opposte per ogni sconnessione semplice operata all'interno. Una volta determinata, attraverso imposizione delle conseguenti condizioni di congruenza, una r-upla di incognite iperstatiche, i valori relativi ad una qualsiasi altra n-upla si possono ottenere ov- viamente operando sul sistema principale, mediante sole condizioni di equilibrio, Nei paragrafi seguenti il metodo dele forze verra applicato alla soluzione di diverse strutture variamente caricate. A tal proposito si mostrer come lo stato tensionale in esse indotto posse essere dovuto non solo a forze esplicitamente applicate, ma anche a distorsioni dei tipi pit svariati quali variazioni termiche, cedimemti vincolari, ece. 3, Travia una campata, La trave di fig. 6.5a, vincolata nelle sezioni di estremita A e B con due cerniere fisse e quindi una volta iperstatica, ¢ soggetta a due forze F, ed F; parallele all'asse, applicate rispettivamente nelle sezioni Ce D. Assunto quale sistema principale la Fis. 65 " trave incemnierata in A e semplicemente appoggiata in B (fig. 6.56), Vincognita iperstatica X, & rappresentata dalla reazione orizzontale della cerniera B. La con- dizione di congruenza, detto uy lo spostamento orizzontale di B, si scrive perci: UPR, Fi) + us(X) = 0, 5) owero, separando gli effetti: UPlR) + WPF) + Xi = 0 6.) T metodi delle forzee degli spostementi 125 1 tre contributi presenti nella (6.5)’ sono di immediata valutazione, risultando: Fa up) = - Fla +b) 1 EA ~ ‘ EA EA us) 1 segni degli spostamenti sono stati al solito assunti positivi se concordi con il verso positivo di X;, di modo che h risulti a sua volta positiva. Si ha pertamto, dopo qualche passaggio®: X= + iha+ Kee +) , conseguentemente, l'andamento del diagramma dello sforzo normale @ quello indiéato if fig. 6.5¢. * Fis. 66 Seguendo lo stesso procedimento si pud studiare la trave di fig. 6.6, soggetta ad ‘una vatiazione termica uniforme in aumento pari a f,. In questo caso la condi i congruenza &: e cio’: ! atl +X a= 0 con a coefficiente di dilatazione termica del materiale costitutivo. Si ha percid: X, = EAat, @ il diagramma dello sforzo normale & riportato in fig. 6.6. * La.X; 8 positva © guind i suo verso coincide con quelo di tenmivo feat in paren. 126 Capitole es Quando ci si riferisca a traviinflesse, pud riuscire particolarmente utile, ai fini di eterminare gli spostamenti¢ le rotazioni necessarie ad esplicitare le equazioni di congruenza, limpiego del metodo di Mobrillustrato ain. 6 ¢ 7 del cap. 2. E utile 4 tal proposito ritornare sulla trave a sezione costante perfettamente incastrata agli estremi, soggetta 2 carico uniformemente cistributo. Gama, \ Fig. 67 sid Con riferimento alla fig. 6.72 si osserva innanzitutto che, pur essendo Ia strut- tura tre volte iperstatica, in realtA, quando si assuma il sistema principale di fg, 6.7b, Pincognita da determinare & una sola in quanto, nullo 10 sforzo assiale, risultano altresi, per evidenti ragioni di simmetria, uguali tra loro le coppie inco- mnite X,. T metodi delle forzee degli spostamenti 27 E necessrio percid pore una sola condizione di congruenza,relativa ad una qualsisi delle sezioni di estremita,e cid la: Yi + 14%) = 6.7) che, separando gli effetti, pud porsi nella forma: ye) + Xk =0 (6.7) Nella (6.7)' il coefficiente di deformabilita ht rappresenta, come mostrato in fig. 6.74, la rotazione delle sezioni estreme, prodotta, in configurazione simme- trica, da due copie unitarie applicate contemporaneamnente in A ¢ B. Nelle fgg. 6.7e e 6.7f& rappresentata la trave ausiliaria caricata successivamente con i diagrammi delle curvature relativi alle condizioni di zarico di cui alle figg. 6.7¢ ed. Si ricavano cosi Ie: gl 1 24ET ET jo) ve Nelle espressioni precedenti si sono assunte positive le rotazioni se concordi con il verso orario dell'incognita X,, reinterpretando percid : segni fornti dal metodo di Mohr. La sostituzione in (6.7)' fornisce quindi il risukato gi noto: 1 Xa-e nel quale il segno meno dichiara che il verso di tentative assunto per le X, in fig. 6.7b & errato e che le coppie reattive sono percid rialzanti Non dissimile da quello esposto 2 il caso della trave incastrata, soggetta ad un carico concentrato F applicato nella sezione C. distante ae 6 dai due estremi (lig. 6.82). ‘Assunta Ia trave semplicemente appoggiata come sistema principale (fig. 6.80). Ie incognite iperstatiche da determinare sono X, ed Xy.i cui versi posit tativo vengono fissati ad esempio in modo che le copie siano rialzanti zion di congruenza sono: (6.8) WAlF, XX) = 0 vo(F, X,,X,) = 0 Si risolve il problema senza passare attraverso i coetticienti hy. La trave ausi- ia & semplicemente appoggiata agli estremi; il dicgramma delle curvature 128 Capito sesto (fig. 6.8) & pari alla differenza tra quello triangolare A” DB" dovuto ad Fe quello trapezio A’ B” EF dovuto alle incognite ipersatiche X; ed Xl primo si pub Fai ‘ab? considerare equivalente a due forze yer ed “sper dirette verso il basso. appli- cate nei baricentri dei triangoli A’ C’ De C” DB rispettivamente; il secondo a due Xi Xl _ forze —* e —*-. dirette verso Ialto, applicate nei baricentri di A” B” E ed or EI ° DE Pe EBF. Fie.6s Imponendo Mequilibrio alla rotazione attorno a B" ed A’ si ricavano rispettiva- mente le reazioni V', Vs, in funzione delle incognite X, ed X,¢ della forza F. Dal sistema (6.8) si deducono infine i valor: abt yo, ye -~: 69 | | i 1 metodi dele forze degli spostamenti 19 positivi a conferma che i versi prefissati per le incogrite sono esatti. I! diagramma del momento flettente & riportato in fig. 6.84. Le travi rappresentate nelle fige. 6.9 ¢ 6.10 sono soggette infine a un cedimento vincolare anelastico 6 dell'estremo di destra rispetto a quello di sinistra. [La prima trave (fig. 6.9a) @ una volta iperstatica: assunta, quale sistema princi- pale, la mensola di fig. 6.9b e introdotta l'incognita iperstatica X,, la condizione di congruenza & la seguente: us (X,) = 8 e ciok: AX,= 6. (6.10) Il coefficiente h, pari all'abbassamento di B dovuro ad una forza verticale uni- taria ivi applicata, si pud valutare con il metodo di Mohr utilizzando la trave ausiiaria di fig. 6.9¢. Si ha cost: et 3Ey * 5g. 610 130 Capitol st0 La (6.10) diviene percid: xp =6 BED quindi si ha la x0 8, wean cui corrispondono il momento d'incastro M,’ 3EI6 M,=XI= (6.2) il diagramma del momento flettente di fig. 6.94. Per la struttura di fig. 6.10a si assume quale sistema principale la trave sempli- cemente appoggiata di fig. 6.10b che. per le particolare condizione di carico consi- stente nel cedimento 6 di B, 8 un sistema emisimmetrico o antisimmetrico: le iper- statiche sono quindi due coppie in A ¢ B di uguale intensita X,, dotate entrambe dello stesso verso, come indicato in figura, Per la congruenza & necessario porre: ¥a{6) + y4%) = 05 5 ra) + AX, (6.13) 1a rotasione in A provocta dal cedinento & & dk immedita valtzion ¢ risulta pari a 5 (8) = — Quanto al coefficiente di deformabilita A, basta far riferimento alla trave ausi- liaria di fig. 6.10 da cui risulta: ‘equindi, per la (6.13), si ha: x= (6.13 In fig, 6.10¢ 2 riportato il diagramma del momento flettente, che ha punto di nullo nella sezione di mezzeria, 1 metodi delle forze ¢ degli spostamenti 131 4, Il metodo delle forze quale applicazione del teorema dei lavori equazioni di Miller-Brestau, irtuali: te Il teorema dei lavori virtuali, che nel cap. 3 & stato usato per determinare spostamenti ¢ rotazioni relativi a una qualsivoglia sezione di una travatura isosta- tica, si presta egregiamente alla soluzione di un sistema iperstatico in quanto in grado di esplicitare le condizioni di congruenza che sono aa base del metodo delle forze. Con il suo ausilio @ anzi possibile pervenire a risultati estremamente gene- rali, prendendo in considerazione sia il contributo delle forze applicate, sia quello di eventuali distorsioni, quali i cedimenti vincolari, le variazioni termiche, ecc. I procedimento pud essere applicato allo studio di un sistema spaziale qualsiasi: in quanto segue, tuttavia, per semplicita, ci'siriferira al caso di strutture piane. ‘assegnata una travatura n volte iperstatica (fig. 6.118) e siano X, (i n) ig |n * ¢ tie b+ oe 2 < < +X. + rears 7 : sem & & & Let me +Xe 4 a eee © | crue bee & . Reem 132 Capito sesto le incognite relative ad un prescelto sistema principale: siano inoltre 1, gli sposta- menti subiti dai punti di applicazione delle X, nelle loro stesse direzioni, positivi se fanno compiere lavoro positivo all iperstatica correlativa. Con riferimento alla. fig. 6.11b le iperstatiche, in numero di quattro, siano X,, X.. Xy, Xj ed uy, Us. ts 1, siano agli spostamenti dei loro punti di applicazione (pid precisamente 1, ed uy siano gli spostamenti verticale e orizzontale del baricentro della sezione D; u; = yp sia Ia rotazione di tale sezione e u, lo spostamento orizzontale di £). Per il principio di sovrapposizione degli stati elastici, ciascuna delle caratteristi- che della sollecitazione N, T, M nel sistema di fig. 6-11b risulta somma del con- tributo dovuto ai carichi applicati, ed. quelli dovuti alle n incognite iperstatiche (figg. 6.1lc. 4. €. f, 2). Avendo contrassegnato con la lettera o Valiquota dovuta ai carichi e con la lettera j quella ascociata alla jesima iperstatica ascunta unitaria, & possibile scrivere le espressioni: ve wis S nox, T= Ts S Tex, 64) oN Ma Me 3 Mex, Si assume quale sistema spostamenti-deformazioni ($D) il sistema principale su cui agiscono, accanto ai carichi. Ie iperstatiche che si intende determinare: quale iesimo sistema di forze-tensioni (FT), si assume invece quello corrispondente al- razione deltiesima incognita iperstatica assunta uguale a 1 (fig. 6.11). Tutto cid premesso, se, nello spirito di quanto illustrato al n. 2 del cap. 3, si fa lavorare il sistema di forze-tensioni iesimo per il sistema di spostamenti-deforma- Zioni, la (3.5) porge lespressione’: (29 + SW) + en “ wef oo as [95 ass 6.13) + | Nas + | > Le doe somme a secondo membro sno exe rispetivamente a tte le reszionivincoar (needing for ¢eoppi) relative assem fore tension prsceho 1 metodi delle forzee degl spostament 133 Nella (6.15) tutte le grandezze contrassegnate dalla lettera i sono relative al sistema forze-tensioni (¢ quindi al carico esplorativo X; = 1); le altre (e ciod i cedimenti vincolari, le variazioni termiche e le carateristiche della sollecitazione 1N, T, M) sono riferite al sistema spostamenti-deformmioni La sostituzione delle (6.14) nella (6.15) porta a scrivere: w= + Shy X, n), (6.16) avendo indicato con u{" lespressione 160) = U0 + ul + iO = - (825 + TW) + olfears[aetea] em o([ eae [geo [ge Geko tof af a can Gist). Dalle (6.16). (6.17), (6.18) appare che lo spostamento u, del punto di applica- ione delliesima incognita iperstatica nella sua medesima direzione @ somma di vari contributi e precisamente: — di un contributo (u° + u!%) dovuto alle autotensioni e cio’ ad eventuali cedimenti vincolari e variazioni termiche; = di un contributo u/® dovuto ai earichi effettivamente agent sulla struttura; — di un contributo dovuto alle n incognite iperstatiche, rappresentato dalla somma ‘>, /,X;. In quest'ultima compaiono i coefficienti hy di deformabilita, for- niti dalle (6.18), il generico dei quali rappresenta il contributo specifico che allo spostamento u, da la forza X,= I. Al variare di i tra 1 ed n, fe (6.16) rappresentano, nella forma pit generale, le 134 Capitolo equazioni di congruenza della travatura data, scritte con riferimento al sistema principale prescelto: lo spostamento u, @ primo membro va posto uguale a zero se iI vincolo soppresso 2 rigido o perfetto. Se esso & suscettibile di cedimento, I'e- spressione di u,é rappresentata invece dalle (1.11) o dalla (1.12) in cui aZ oa W si sostituisce I'iperstatica X;: in generale percid u,é composta di un’aliquota clastica proporzionale ad X, ¢ di un'aliquota irreversibile da essa indipendente. Come si avra modo di rilevare dagli esempi che saranno svolti di seguito, non deve in nessun caso sfuggire la circostanza che tutti contributi presenti nelle (6.16) sono valutati come lavori e che quindi essi vanno assunti con il segno positive o negativo a seconda che forza e spostamento abbiano lo stesso verso 0 verso con- tari: Nel caso si abbia a che fare con vincoli cedevoli elasticamente si osserva in particolare che forza ¢ spostamento hanno segno costantemente contrario ¢ che pertanto il segno del corrispondente contributo al lavoro & sempre negativo. Le (6.16), dette equazioni di Maller-Breslau, si scrivono per esteso come segue: hy X + hy Xy + Ii X, + big Xy + + hy X, = ay = uf + hak, 4, — uf (6.19) Xba + one — Bag X= ty — HO), owero, in forma matrciale: [H] (X} = (uu). 6.197 Nelle (6.19) gli fy sono i coefficienti di deformabilita relativi, per la struttura principale prescelta, al sistema di coordinate associato alle incognite iperstatiche ‘ed [HH} @ la conseguemte matrice di deformabilita ‘Come si detto al cap. 5, il teoremia di Maxwell asscura che hy = hy in quanto la componente dello spostamento del punto di applicazione dell'iperstatica X,nella direzione di quest ultima, provocata dalla X, = 1, 8 uguale alla componente dello spostamento del punto’ di applicazione dell'iperstatica X) nella direzione di quest'ultima, provocata dalla X, = 1. Per cale motivo il mimero complessivo dei coefficienti h & pari a: n(n + 1) a L’esame delle (6.18) conferma inoltre chi coefficienti h, (ad indici uguali), che figurano lungo la diagonale principale della matrice [#1] simmetrica, sono positiv Posto infatti i = j, la (6.18) diviene: i | 1 metodi delle forzee degli spostament 135 ce quest'espressione & pari al doppio dell'energia di deformazione @ della struttura, rappresentata dalla (1.19), definita positiva. La valutazione degli-h, & possibile utilizzando le (6.18) in quanto la struttura 2 isostatica e pertanto le legai di variazione delle caratteristiche N, T", M® sono ottenibili mediante sole condizioni di equilibrio: nello spirito del metodo delle forze la soluzione & conseguita sovrapponendo configurazioni strutturali note da un punto di vista statico. Dall'esame dei coefficienti ¢ dei termini noti presenti nelle equazioni di Millier- Breslau, si deduce che queste, in generale, non possono essere costruite se non si conoscono in partenza le dimensioni strutturalie le costanti elastiche del materiale costitutivo. Vale la pena di osservare infine che, qualora ci si possa accontentare di un’ap- prossimazione meno spinta, si possono trascurare, sia nelle espressioni dei coeffi- cienti delle incognite che in quelle dei termini noti, alcuni contributi, quali ad nelle strutture a telaio, quelli del taglio e dello sforz0 normale, tispetto al contribuio del momento flettente 5. Applicazioni. In quanto segue, si riportano alcune applicazioni del teorema dei lavori virtuali alla soluzione di semplici strutture La trave incastrata ¢ eppoggiata a sezione costante di fig. 6.12a & soggetta ad un carico q uniformemente disttibuito e presenta un cedimento anelastico 6 dellap- poggio A. In fig. 6.12 & reppresentato il sistema principale prescelto, su cui si considerano agenti il carico q e Vincognita iperstatica X,. coo > A aan coche, a Fig. 612 Secondo quanto tratteggiato al paragrafo precedente, si assume quale sistema 4i spostamenti-deformazion’ il sistema principale reso 2quivalente a quello dato 136 Capito seso (ig. 6.12b) ¢ quale sistema di forze-tersioni quello rappresentato in fig. 6.12c, su cui agisee il carico esplorativo X, ‘Le caratteristiche della sollecitazione relative ai due sistemi sono date dalle leggi seguenti: “— per il sistema forze-tensioni: re — per il sistema spostamenti-deformazioni: T= T+ TMX, = gy +X, M= M+ Mx, = ~ gyn + Xy Applicando il teorema dei lavori virtuali si ha l'equazione: xf" = 16 = | - gy + Xd + Ga | ot Her [beZer)e. om in cui il segno meno @ primo membro & giusificato osservando che la forza unitaria assunta nel sistema forza-tensioni di fg. 6.12¢ ha verso opposto a quello dello spostamento assegnato: il corrispondente lavoro virtuale delle forze esterne & percid negativo. La (6.20). in cui si riconoseono immediatamente i seguenti contributis ui = alt . 4 GA ~ ET (6.21) ud seriversi: . fy = — 6 = We ¢ porge per l'iperstatica I'espressione: | metodi delle Forze e degli spostamenti 137 Se in quest'ultima si trascura Pinfiuenza del taglio e si pone uguale a zero il cedimento, si riottiene il valore: 3 Xazd 48 fornito dalla seconda delle (2.19), a suo tempo ricavata considerando per Iap- ‘Punto il solo contributo del momento flettente in una trave incastrata e appoggiata Gon vincoli perfet. ‘Sesipone q = 0 si esamina la trave soggetta al solo cedimento vincolare 6 si ha: é aa 7 BET." * GA Quest’espressione, trascurando il contributo del taglio, porge infine il risultato: 3EI8 Xa. coincidente con quello di cui alla (6.11). Il segno meno sta ad indicare che, nel- ipotesi prospettata, la reazione & diretta verso il asso. Le struttura di ig. 6.138 2 iperstatica sia intemamente che esternamente, in quanto, oltre a possedere due cernicre esterne, & dotataaltzesi del vincolo sovrab- Dondante interno rappresentato dal pendolo BE. «| cs m NT 7a " 072 08) © Aa Fig 63 my 138 Capitolo sexo Quale sistema principale pud essere assunto quello di fig. 6.13b (in cui si & sostituita la cerniera G con un carrelo e i soppresso il pendolo), che viene reso quivalente a quello dato introducendo. accanto al carico Fle iperstatiche X, e X. ul sono corrispondent rispettivamente gli spostamenti orizzontali w, di G € oriz~ Zontale relativo u, dei punti B ed E. “Assunto il sistema di fig. 6.130 quale sistema di spostamenti-deformazioni, si scélgono | due sistem di forze-tensioni di cui alle igg. 6.13¢ e 6.134. Le caratteristiche della sollecitazione relative @ questi ultimi si mente N, T°), M ed N®. T®, M®; dette inoltre N°, T, M Miche che, nel sistema principale, vengono indotte dal solo carico,risultano, per il Sistema spostamenti-deformazioni, le: | N= NO 4 NOX, + NOX, T = T!4 TOX, + TOX, M= Ms MOX + MX, Applicando il teorema dei lavori virtuali si hanno le seguenti equazioni di congruenza: + ds+ ds => toa ae [sBEae [a |, EA ‘ (622) BLP AN re MMe ~1tb =| ae s+ EA EA GA a A primo membro di entrambe figura il lavoro virtuale esterno, che & nullo per la prima in quanto tale deve essere lo spostamento orizzontale di G; per la seconda @ pari al lavoro che i carichi esplorativi, applicati in B ed E nel sistema (F7)- compiono per effetto dello spostamento reletivo che i punti B ed E devono subire nel sistema (SD) per ripristinare la condizione imposta dal pendolo BE soggetto allo sforzo normale X,. Tale lavoro & negativo in quanto le forze X= 1 e lo x, spostamento relative —Z- hanno segno opposto: questa creostanza si presenta costante, ogni qualvolta si abbia a che fare con un vincolo elastico (esterno 0 interno)* ~ E appena necessario precisare infine che gli integrali definti a secondo membro delle (6.22) devono essere valutati separatamente peri vari tronchi in cui le carat- «ese ch ele sme pent po iad cone un ve samen eel ead) ko en tore Gl pend we | metodi delle forze ¢ degli spostament 139 teristiche della sollecitazione dei sistemi interessati si esprimono con leggi diverse. A ciascun tronco saranno ovviamente attribuitii corrispodenti valori di A.J, y. E. G, che dipendono dalle caratteristiche geometriche della sezione trasversale ¢ dalle propriet® del materiale costitutivo. 7a Fig 6 I sistema di fig. 6.14, una volta iperstatico, subisce “azione di una variazione termica uniforme in aumento pari a f, ¢ un cedimento aagolare orario @ dell'inc stro A. Soppresso il carrello in C, Yiperstatica ® rappresentata dalla X, ‘Accanto al sistema di spostamenti-deformazioni di fig. 6.14b. si assume il stema di forze-tensioni di fig. 6.14c: in quest'ultimo sono evidenziate le reazioni vincolari che equilibrano il carico esplorativo. Il teorema dei lavori virtuali porge 'equazione di congruenza: von =m [2 eof Brae EA GA MMS yin + [Ma [rea posto pertetto (1 = 0). A secondo membro compare il lavoro che la reazione W', Gell'incastro A nel sistema (FT) compie per effetto del cedimento angolare assc- gnato 6: le caratteristiche della sollecitazione N, T, M presenti sotto i segni di tegrale, sono espresse dalle: N= NX, ; TX,; M=MOx,, quanto sono nulli i contributi N“, T°, M‘ dovuti ai carichi. Compare infine sempre a secondo membro, il termine traducente i! lavoro interno che la carat- 140 Capitalo seto teristica NO, letta nel sistema forze-tersioni, compie per effetto della deforma- Zione assiale provocata, nel sistema spastamenti-deformazioni, dalla variazione rermica f, isi ponga infine il problema di valutere lo spostamento che si determina in una struttura iperstatica per effetto di un sistema di carichi applicati: ad esempio, per fa trave incastrata ed appogeiata di fig. 5.15a, si desideri valutare lo spostamento verticale up del baricentro della sezione D. E evidente che occorre innanzitutto risolvere la trave assegnata, che @ una volta iperstatica. a x # wy A ec F ® a) ° 4 1s . Ate Bt Fig. 6.5 ro Questo risultato si pud conseguire assumendo il sistema principale di fig. 6.15b, in cui @ evidenziata lincognita X,, ed imponendo la condizione: Ya (HX) = 0. Questa pud esplicitarsi impiegando il teorema dei lavori virtuali, scegliendo il sistema di fig. 6.15b come sistema sposcamenti-deformazioni e quello di fig. 6.15¢ come sistema di forze-tensioni: risolta I'equazione di congruenza, la trave asse~ {gnata 2 ricondotta a quella rappresentata in fig. 6.15b con X, ormai nota. Per determinare lo spostamento di D, seguendo il procedimento illustrato ne! cap. 3, 8 necestario scegliere nuovamente i due sistemi su eui operare per applicare il teorema dei iavori virtual. La trave di fig. 6.15b & ancora da assumere come sistema spostamenti-deforma- i i } ' | metodi delle forze e degli spostsmenti 14 zioni, mentre quale sistema forze-tensioni converra prendere in considerazione la trave appoggiata soggetta al carico esplorativo F"™ = 1 di fig. 6.154. Una volta risolto il sistema iperstatico, tutte le successive operazioni saranno cio® compiute operando su una struttura isostatica. 6. Il metodo degli spostamenti 1 metodo degli spostamenti deve il suo nome al fatto che la soluzione per un’assegnata struttura & ottenuta assumendo come incognite v spostamenti indi- pendenti, la cui conoscenza permette di risalie allo stato di sollecitazione interno Tali spostamenti si dicono gradi di liberta cinemauici della struttura, 1 metodo si basa sulla scrittura delle equazioni (3.10) che legano, attraverso i coefficient di rigidezza k,, le forze F, applicate in corispondenza degli spostamenti incogniti u, agli stessi spostamenti, resi ativi uno per volta: Sure (6.24) Se la struttura non & labile, le proprieta della matrice [] di rigidezza assicurano Vinvertiilita delle (6.24) e quindi la determinazione degli spostamenti incogniti u, ug bs wks Fig 6.6 * na tte posse sata mosiata, aa esempio. tn. 4 oe cap. 2 ove, per una genencetrave ines scarica (pag. 38), 000 cave le lege i varanone el spostamen,rocaion carateristiche della sll Citanione in fanzione pr Fappunto i spostameatierotazion| delle iol diesem | | 12 Capitolo esto Noti questi ultimi, si risale allo stato di sollcitazione interna. Lialgoritmo appena descritto non @ generale: esso infatti opera nell'ipotesi di strutture caricate esclusivamente da forze F, correlative agli spostamenti u, dette generalmente forze nodali. La sua estensione a condizioni di carico diverse (carichi applicati agli elementi costitutivi, variazioni termiche, ecc.) (fig. 6.166) & perd conseguibile sfruttando ancora una volta la possibilitd di ricavare le sollecitazioni in corrispondenza di valori assegnati degli, Si pensi infatti di separare leffetto dei carichi non nodali da quello dei carichi nodali, studiando la struttura come somma di due schemi. ‘Nel primo schema (fg. 6.16c), unitamente ai carichi non nodali (carichi applicati in campata. autotensioni, ecc.), si applica un sistema di forze nodali F!") capaci di azzerare i v spostamenti u, nella condizione di carico considerata. La conoscenza ‘degli u, che, nella particolare condizione ¢i carico imposta, sono tutti nulli, con- sente di determinare lo stato di sollecitazione interno corrispondente. Attraverso condizioni di equilibrio nodale si ricavano quindi le F{°. Il ripristino della condizione di carico assegnata & ottenuto sommando alla so- luzione ricavata dal primo schema, quella relativa alle date forze nodali, non an- cora considerate, alle forze Fi*\, cambiate di segno, introdotte allo scopo di azzerare gli u,, La soluzione di questo secondo schema (fig. 6.16d) avviene me- diante equazioni simili alle (6.24) del tipo: x ky =F - Fi G=1.9, (6.24)' contenenti, quali nuovi carichi nodal, le differenze (F, — F}”) Ii metodo si articola percid nelle seguent fasi — da un esame della tipologia strutturale e delle condizioni di carico, si indivi- duano v spostamenti x, indipendenti che si assumono quali incognite del problema. Essi devono essere tali da consentire di risalire allo stato di soliectazione interno i ciascuno degli elementi costitutivi; — bloccando tutti gli spostamenti 1, attraverso opportune forze F;*) (f= 1... ¥). si stadia la struttura sotto i carichi non nodali, determinando le sollecitazioni® E” — imponendo alta struttura scarica lo spostamento u, = 1 e bloccando contem- poraneamente tutti gli altri, si determinano le » forze ky (i = 1... ») in grado di smanenere stems in equi in qua congursiont deforma, Stent cosi per colonne la matrice di rigidezza — si impongono gli equilibri nodali per la struttura caricata dalle forze (FF) ¢, tramite il sistema (6.24), si determinano gli spostamenti uj Detto £9 (i= 1 1, si pud porre — not glu, si ricava lo stato di sollecitazione della struttur ¥) il valore che la generica sollecitazione assume per u, i valore E dovuto ai v spostamenti nels forma E% x; * Con il simbolo £' sl inica i generale un quasi efferio corlato con It condsione di cai. eu corispondonespostamenti nodal nul. Un'salogs comsiderazione var in weuito per Ee. | | ! a 3 | metodi delle forze © degli spostament 143 = lo stato di sollecitazione finale si ottiene sommando alle E. cosi ricavate, le E® ottenute nella prima fase. Risulta cio: B= E94 S By Si sottolinea la dualita tra i due metodi di analisi struturale illustrati (metodi delle forze e degli spostamenti). Infatti il metodo delle forze si basa sulla possibilita di determinare spostamenti e rotazioni in una struttura staricamente determinata Esso lavora individuando una n-upla di forze X, la cui conoscenza rende il pro- blema staticamente isodeterminato. La soluzione si ricave sovrapponendo lo stato i sollecitazione, ricavato in corrispondenza dei carichi assegnati e per valori nulli delle X,, a quglio ottenuto sulla struttura scarica sommands gli effetti delle X, prese una per volta. Dualmente il metodo degli spastament si fonda sulla possibilita di determinare le forze interne in una struttura nella quale gli spostamen:i di alcune determinate sezioni siano noti. Individuata quindi la s=pla di gradi di liberté u, il metodo consegue la soluzione sovrapponendo Io stato di sollecitazione ricavato in corri- spondenza dei carichi assegnati e per valori tuti mulli delle x, a quello ricavato sulla struttura scarica, cumulando leffetto degli spostamenti presi uno per volta, L’applicazione del metodo ad alcuni esempi pud servire ad illustrarne meglio le modalita. Si consideri la trave di fig. 2.6 ripresa in fig. 6.17a, stadiata gia con il metodo delle forze. Nello spirito del metodo degli spostamenti, il solo parametro incognito @ rap- presentato per essa dalla rotazione yy della sezione B in cui & ubicato I'appoggio semplice, in quanto lo spostamento orizzontale di B 2 nullo per la particolare condizione di carico considerata. La rotazione 74 dunque il solo grado di libert& cinematico del sistema, cui viene associato un verso positivo di tentativo che, nel caso specifico della figura, quello antiorario, In presenza del carico g, la prima fase del procedimento consiste nel considerare ‘una coppia nodale M{' (fig, 6.17b) il cui effetto, sommato a quello di q, azzeri la rotazione incognita. Al sistema di fig. 6.17b si sovrappone quindi quello di ig. 6.17¢ in cui compare ‘il momento M,(7p). Per lequilibrio deve essere: Ms) + Maly, 0 (6.25) Ma Mg(y,). peril principio di sovrapposizione degli effetti (fig. 6.174), pud porsi pari a ky, ove k 2 il coefficiente di rigidezza alla rotazione della sezione B. 144 Capitlo sesto VOT rd) po Fig 617 La (6.25) si scrive allora nella forma: MY + kys = 0 Quest’ultima, duale della (6.1)', presuppone la conoscenza di k e di Mp”: dalla sua risoluzione Scaturisce l'incognita 7. | ‘Da un punto di vista operativo si osserva che, fssato in partenza il verso positivo per yp. s leggeranno positive le coppie applicate in B a seconda che facciano Eomplere o. meno lavoro positivo alla stessa yg. Cosi operando, k & sempre posi- tiva, mentre M{) pud assumere, a seconda dei casi, I’uno o altro segno; nel caso specifico, ricordando la (2-18), si ha: (6.25)' 1 metodi delle forze ¢ degli spostamenti 4s I coefficiente di rigidezza k vale inoltre (cfr. 1a 2.25): 41 cee 1a (6.25)' diviene perci Loe, AED art Pal quindi si ha Vespressione: cche, essendo positiva, conferma I'esattezza de! verso di rotazione di tentativo an- tiorario assunto. Essendo: si pud ricavare il momento M,(y) (fig: 6.17¢) che, per la (2.23), vale: 1 Lin Mon = Mateo) = Hea? ed 2 di verso antioratio. Sovrapponendo infine i momenti desumibili in A nelle situazioni di cui alle figg. 6.17b € 6.17c, si ha il momento, anch'esso anticrario: Loa ontop Maz h tage gal, che conferma il risultato (2.20). La trave continua a sezione costante di fig. 6:18a,"incastrata nelle sezioni cestreme, 2 soggetta ad un carico q, uniformemente distribuito sulle due campate di Tuc fy > dy - Per conseguire la soluzione con il metodo degli spostamenti, occorre osservare che il sistema & dotato di un solo grado di liberta cinematico, dato dalla rotazione Yq della sezione sull’appoggio B, il cui verso di tentativo si assume ad esempio antiorario. Nello spirito del metodo degli spostamenti si suppgae dapprima che la rotazione 146 Capitol sesto & 3 2 Fig 618 . + ¥ aa PAGE . oot ‘ UN A Ae en in B sia impedita (fig. 6.180): per ottenere questo risultato & necessario fornire alla struttura una forza esterna nodale M$). Il suo valore si ottiene osservando che, nell ipotesi prospettata di rotazione in B nulla, ciascuna delle due travi AB ¢ BC risulta perfettamente incastrata agli estremi. Per tale motivo l'equilibrio della ‘rave, in questa configurazione (fig. 6.18e, g) & garantito se &: 1p 44 gp gape MS! + oy ali- Gy al= 0, per cui Mi? vale: My = sae r Fae in valore e segno. 1 metodi delle forze ¢ degli spostamenti Ww? L ripristino dell'equilibrio con i carichi assegnati si ottiene sommando alla 6.18b Ja configurazione 6.18. cui corrisponde il diagramma di fig. 6.18f, con incognita. Il valore di questultima ® determinato osservando che lo stato di sollecitazio- ne interno, funzione della yg, & proporzionale (fig. 6.18¢) alla rotazione tramite il coefficiente di rigidezza k, il cui valore & ottenibile dall'equazione nodale (fig. 6.18h): e vale cio’? Lrequivalenza tra il sistema 6.182 e quelli di cui alle figs. 6.18b e 6.18¢, fornisce Pequazione: MY + kyp= 0 (6.26) da cui si deduce il valore di 7 1 (,- weer (~ Wh (6.27) positivo (per essere J, > l,) € quindi concorde con quello antiorario assunto in partenza, Tmomenti M,, ed Myc si possono valutare® mediante le: Men valgono: (6.28) 7 2 ot soma del coetficien rider ky € hye, Fieve lavorande salle travi BA € BC secondo lo schema di ig 178 : "Es si rieavane sommando ai momenti Mf ed MS! da leggere nella schema di fi. 6.18, i moment Kagya € Kycra dot ala rotazione Y». Ques contribu sono diettamentsproporaionali ai coefient 6 snpldezza Kyy © Kye dele ve av, 148 Capitolo sesto cessendo antiorario il primo, orario il secondo. Per = ly = I, risultano yp = 0 ed 1 Myc = - Max =P come peraltro € immediatamente rilevabile osservando che, nell'ipotesi prospet- tata, il sistema & simmetrico e simmetricamente caricato rispetto a B e che pertanto Ia rotazione in B & nulla. 7. Il metodo degli spostamenti quale applicazione del teorema dei lavori vir- tual. In maniera analoga e duale rispett® a quanto mostrato al precedente n. 4. possibile esplicitare le equazioni di equilibrio nodale utilizzando il teorema dei Javori virtual: risultati cui si perviene sono generali e consentono di tener conto, nella soluzione. di tutti i contributi (effetti dello sforzo normale, del taglio, del ‘momento fiettente, di variazioni termiche, di cedimenti vincolari, ecc.). It proce- dimento vale ovviamente per un sistema qualsiasi, anche se, per ragioni di sem- plicit, analogamente a quanto fatto al. 4, esso viele qui rferito ad una struttura piana. ‘Sia assegnato un generico sistema che. per fissare le idee, si identifica con quello rappresentato in fig. 6.19a, € siano a(t ¥) ali spostamenti indipendenti assunti quali gradi di liberta cinematici: nel caso specifico & ¥ = 3 con 1, ed ty spostamenti propriamente detti, uy rotazione. Siano inolire F,, Fy, Fy, le forze esterne applicate in corrispondenza dei sum- menzionati spostamenti, anch’esse distinte in forze propriamente dette (F, ed F,) € coppia (F;). Il sistema sia inoltre soggetto, oltre che alle F, in corrispondenza degli u,, anche a condizioni di carico generiche su ritto e trasverso (che, per semplicita, si sono rappresentate con due distese di carico q uniformemente distribuito) e agli effetti di ipotetici cedimenti vincolari e variazioni termiche, non esplicitamente indicati in figura * Si indicano con Fi valori delle forze nodali che, agendo insieme a tuti i carichi ‘non nodali, sono tali da azzerare gli spostamenti x; nella condizione di carico di figg. 6.19, equivalente a quella di fig. 6.19, tai forze F,) sono state sottratte € sommate ai carichi effettivamente agenti La configurazione di fig. 6.19 viene a sua volta scissa nelle due indicate nelle fig. 6.19c e d: nella prima sono stati immessi insieme alle F,, tutti i carichi non nodali, compresi gli eventuali cedimenti vincolari, le variazioni termiche, ecc. nella seconda { carichi nodall residui F, ~ F'°. E evidente che gli spostamenti nodali relativi alla fig. 6.19¢ sono null per la definizione stessa di forze nodali F". T metodi delle forzee degli spostanenti 9 Gii effetti relativi alla configurazione 6.19d, caratterizzata da carichi esclusiva- ‘mente nodali, possono essere ottentuti grazie alla possbilita di sovrapporre gli stati elastic relativi ai singoli spostamenti nodali, presi uno per volta. Sfruttando tale possibilita, dette N°, T, M® le caratteristiche della solleci- tazione relative al sistema 6.19¢ a spostamenti nulli e V®, 7, M® quelle relative al sistema caricato solo in corrispondenza dei nodi in modo che risulti u, = Ie 44, = 0 per ogni r + j, & possibile esprimere le caratteristiche N, T, M del sistema 6:19 0 b assegnato, tramite le espressioni seguenti eR wpm g fens * wee pa * * ef mrt age] yey ‘rae * . woe Fig. 619 150 Capitelo esto Ne wes 3 wy Tears ¥ 7%, (6.29) M= M+, M%y, 7 Liepplicazione del teorema dei lavori virtuall avviene assumendo dapprima ‘quale sistema forze-tensioni il sistema dato, cui siano state sommate e sottratte le forze nodali F (fg. 6.19b). ¢ come iesimo sistema spostamenti-deformazioni congruente quello in cui, nulli i carichi non nodali, si assegna lo spostamento nodale u, = 1 si azzerano tutti gli altri gradi di liberta (Sg. 6.19h).. Con riferimento all’espressione generale (3.4) si hanno cos) le: (Fy FO+ BO) — F0uP — Baty + oy - | alswub(syas — | (shreds + | weM s+ er eee | [tae [Ba cet, in cui le due prime somme a secondo membro sono estese a tutti gli eventuali carichi concentrati Q ¢ coppie concentrate Mt applicate in sezioni generiche del sistema di fig. 6.19b: esse compiono lavoro per gli spostamenti u{?e 7 leti nelle corrispondenti sezioni del sistema di fig. 6.19h. E ovvio inoltre il significato delle Gistribuzioni q(s) ed m(s) supposte presenti nel medesimo sistema 6.19b, che com- piono lavoro per le corrispondenti distribuzioni di spostamenti u(s) ¢ 31"(s) lett nel sistema 6.19h. Nessuna incertezza pud infine sorgere circa il significato delle caratteristiche della sollecitazione presenti negli altri termini. Si applichi ora nuovamente il teorema dei lavori virtuali considerando come sistema forze-tensioni quello di fig. 6.19c a spostamenti nodali null, in cui le forze T° ¢ tutti carichi non nodali sono in equilibrio con le caraileristiche inteine N®, T®, M®. Come sistema spostamenti-deformazioni si assume ancora quello i fig. 6.19h. 1 metodi delle forze e degli spostamenti 151 Si ha quindi: FIO 1 =~ EQui) — Say? — { as uis)ds + , eye wopo - { montins + | weds + | ee at 631) GA woye Se boty € pertanto le (6.30) possono porsi nella forma (6.24)': ky FF Getic 32) x ' Get), (6.32) in cui la generica F}® assume Vespressione (6.31) e lek, valgono*: NONO Tero foto k [2° aly Ga + as 6.33) Girton Per esplicitare ulteriormente le (6.32) non resta @ tal pun jostrare come sa posible valuare 2° tastomande opporunancats ie Gan A ale scopo conviene applicare una terza volta il teorema dei lavori virtual considerando, quale sistema forze-tensioni, quelio di fig. 6.19h certamente equili- brato © quale sistema di spostementicceformazion!quelo i fe ¢ toe Cosi procedendo, sempre per la G4), # ha: 32% + EW9 = _f xen rere Moyo 0, ng At faa [ited Geto * La cicostanza che fe (6.3) ¢ 1 (18) sano fomalmente idee par rappresemando imesionaimente dere. pene al fateh ele prince nase pest ore nen eee ‘sono valutate per uno spostamento unitaric: nelle seconde per una forza uritaria. " 1s2 Capito sesto in cui @ primo membro compaiono i lavori che le reazioni vincolari Z e Ww presenti nel sistema 6.19h compiono per effetto degli eventuali cedimenti vincolari 6 @ presenti nel sistema dato e quindi anche in quello di fig. 6.19c. Gli ultimi due integrali a secondo membro rinvengono dall'eventuale azione esercitata sul sistema da variazioni termiche costanti r, 0 varabili 41 nello spessore. Utilizzando le (6.34), si pud quindi scrivere 'espressione (6.31) di F' nella forma: Fil = ~ 2Qup — Eyl — | g(su(s)as + - | m(syyX(s)ds + EZ + SW! + (6.35) cche esprime la generica forza nodale di incastro perfetto in funzione dei carichi non nodali applicati alla struttura, oltre che degli eventuali cedimenti vincolari e varia Zioni termiche ®. Come gia si avuto modo di osservare per il metodo delle forze. anche per il me- todo degli spostamenti non deve sfuggire che tutti i contributi presenti nelle espres- sioni proposte sono valutati come lavorie che quindi vanno assuntipositivi o negativi 1 seconda che forza e spostamento abbiano il medesimo verso 0 verso contrari. Le (6.32). scritte per disteso, divengono: Kyte + Kast + 1+ Kyat, = Fy - FY Jot eer ae 635 Itty + Ry + ven + Kelty owero, in forma matrcile: {K] (u) = (F- F%} 637) Nelle (6.36) ik, Sono i coetficienti di rigidezza della struttura, relativial sistema di coordinate connesso con i gradi diliberta cinematici assunti per conseguire la soluzione; nella (6.37) [K] la matrice di rigidezza, "Sieger che in determinaione dele forze secondo le (6.38) com rsrdetonitive el nen fs if 9h ste delle coupon ‘(ye dele restion’e carsttentiche dela sclestaone 2", W, Ni Spontment nodal, ls conoscena dell spots sponamento wf rd) tute valuta ia fone eg Ef | metodi delle forze e degli spostumenti 153 I generico ky rappresenta, come & owvio, Ia ferza esterna che & necessatio applicare secondo 10 spostamento u,, insieme alle residue k, (r= 1. v3 7 +i) perché nella struttura, caricata esclusivamente da taliforze, & abbiano gli sposta- menti u, = Leu, = 0 (perr # p) L'esaime dellespressione (6.33) consente di confermare la circostanza che i coef- ficienti di rigidezza, come quelli di deformabilita definiti dalle (6.18), sono inva. Tiantirispetto allo scambio degli indii. Si ha cioé: ky = ky in accordo, al solito, con il Teorema di Maxwell La matrice di rigidezza [K] 8 percid simmetrica ed il numero complessivo delle wy +1) zo. 1 cocfficienti ky che figurano lungo la diagonale principale, sono tutti positivi come gli hy: cid si rileva osservando che, nella (6.33), posto f= j. si ha: ky @ pari a No ra tn | Beare [Beare [ae € che quest'espressione é il doppio dell’energia di deformazione ® della strut- ‘ura, rappresentata dalla (1.19), definita positiva. E appena il caso infine di rilevare che la valutazione dei coefficienti di rigidezza (6,33) awviene senza difficolta tramite le caratteristiche della sollecitazione N", 7, M®,a loro volta note in funzione degli spostamenti delle sezioni di estremita Nel caso di travi retiinee a sezione costante, il tagio T® e i momento flettente -M® i possono ricavare mediante™ le (2.27}, € (227),3 N" si pud a sua volta ricavare mediante la (2.63)'. 8. Applicazioni. Gi si riferisce dapprima alla trave continua a sezione costante di fig. 6.18a git risolta al n, 6: essa verra qui studiata mostrando come, sulla base di quanto esposto al n. 7, sia possibile dedurre equazione di equilibrio alla rotazione del nodo B applicando il teorema dei lavori virtuali. Dalle (6.36) si deduce nel caso in esame Kyp = - Mf. (6.38) * Lc (2.27) tengono conte de solo contributo del momeato fettene ala deformazione, 1 loro impiego & quind rationale se rascura nella valtanione dele hil contbut del apo. Qulora si volesse tency conto tale contibto, le (2.27) andrebbero opportnameste modest 154 Capitol sesto ‘Trascurando il contributo dello sforzo di taglio, le (6.33) si riducono alla: [24 629) e le (6.35) alla: My) = — fone (6.40) Nelle (6.39) ¢ (6.40), Ms) ed u{"s) sono rispettivamente le leggi di variazione el momento fettente © dello spostamento de leggere nella trave di fig. 6.184. Gli {ntegrali sono estesi ad entrambe le travi AB e BC e quindi tanto il coefficiente k quanto il momento M$? risultano somma di due contributi ‘Sia u.l(s) che M°\s) si possono d'altronde valutare mediante le (2.27); € (2.27) rispettivamente, ponendo in queste ultine, per la trave AB, B,=~1 (¢ B, = Bs = Bs = 0)s per la trave BC, B, = ~ 1 (€ B, = By = By = 0). ‘A sviluppi effettuati si ha: = dalla (6.39): hee 6.41) — dalla (6.40): een Mp =D G-"). © quindi dalla (6.38) scaturisce per yg lespressione (6.27) gia conseguita al n. 6. La trave di fig. 6.182 sia ora caratterizzata dalla presenza di un cedimen- to anelastico 8 dell'appoggio B, in assenza di ogni altra condizione di carico (fig. 6.202). Sia al solito yg la rotazione della sezione B, solo grado di liberta cinematico del sistema. Dalle (6.35) si deduce per la forza nodale lespressione: MS 203, in cui 6 va letto nel sistema 6.206 ¢ Z" 2 Ia reazione dell'appoggio B, supposta orientata come nel sistema 6.20¢. Lavorando su quest'ultimo € usufruendo delle 2.27), si ha: 6E) _ 6EI = TY — Ty = SEL _ SEL 20 = 7h - TRE z 1 metodi delle forzee degl spostamenti 135 © quingi risulta: Fis. 6.20 Mi = 6638 [4 ~ i + Mi A sua volta il coeffciente di rigidezza k & dato dalla (6.41). mentre equilibrio del nodo & espresso dalla (6.38). Dopo qualche passaggio si ha percio la: I momenti Mz, ed Myc sono pari? a: 6EIS 4EJ Mag = ARO +P ve M, GEIS, AED 6EI6 e _ th antiorario il primo, orario il secondo. Come terzo esempio si consider il caso in cui. sempre sulla stessa trave, agisca una variazione termica «a farfalla» nello spessore, pari a Ar, positiva (fig. 6.2la). agente sulla sola prima campata. ® si sono dat dala soma ei momenti Mid ed Mid snvorario il primo e ora il secondo, ei quell ova petiamente kaa © e rela al sehema i. 6.20 (fr In (6.139) lasione y. entrambs snort properional 156 Capitalo sesto Fig. 621 ” Dalle (6.35) si ricava, con ovvio significato dei simboli ° oy 25 gg { (2 8) py 280 amp =~ [a et as {G \er ae dy eat S ara con M' da leggere nello schema di fig. 6.21¢ € deducibile dalla (2.27) Ferma restando lespressione (6.41) di k, risulta per l'equilibrio, in virth della (6.38): Eladt della rotazione incognita. Il momento M,, si ricava sovrapponendo ad MS] = Mf il contributo della rotazione yg pari a Kyq yp. A conti ftt si ricava: uM last hh Th Uguale ed opposto™, e pertanto antorario, risulta Mac. © Si cuseri in proposit che MEd! = 0. Carrroto 7 LE TRAVATURE RETICOLART 1, Lrequazione dei lavori virtuali: ricerea di spostamenti nodal Le travature reticolar, gid trattate nel Vol. I (cap. 7) nell‘ambito della statica dei sistem rigidi, sono strutture composte di elemeati monodimensionali ad asse rettilineo per le quali usuale P'ipotesi i collegamerti nodali a cerniera e di forze esterne, attive € reattive, applicate esclusivamente nei nodi! (fg. 7.1). La sola caratteristica della sollectazione presente nelle aste & pertanto rappresentata dallo sforzo normale N che si mantiene costante lungo ciascun elemento ed & positivo © negativo a seconda che quest'ultimo sia un tirante o un puntone rispettivamente. Fig. 72 L’equazione dei lavori virtuali, a suo tempo ricavata per una travatura a parete piena, si semplfica considerevolmente in quanto mancano innanzitutto i termini, relativi allo sforzo di taglio e al momento fiettente; gli integrali sono inoltre sost titi da somme estese alle a aste che costituiscono il sistema. La (3.4) si riduce percid all’espressione che segue: Fu; +328 = S Mik +S Manik, @) — le prime due somme estese rispettivamente a tutti i nodi cui siano applicate forze e a quelli su cui agiscano reazioni vincolari; * Per semplici nelle applicaroni isi iferia a wavatue piane Capitolo settimo — N, €4 N{ sforzi normali agenti nella generica asta, che viene qui contrasse- gnata con la lettera k, rifertirispettivamente al sistema forze-tensioni e al sistema spostamenti-deformazioni. L'indice k varia tra 1 e a essendo quest'ultimo il nu- ‘mero complessivo delle aste: = hy il coefficiente di deformabilita o extensiblita della kesima asta hy = WEA, essendo /, ed A, rispettivamente lunghezza ed area della sezione trasversale della stessa, E modulo di elasticita longitudinale, supposto unico per Mintera struttura; — a cvefficiente di dilatacione termica, anch'esso costante per Tintero sistema; =f variazione uniforme di temperatura relativa alla kesima asta, variabile eventualmente da asta ad ast L'impiego della (7.1), ai fini di determinare la componente ty dello sposta- mento del generico nodo M di travatura (fig. 7.2a) secondo une direzione prefis- sata, avviene con Jo stesso procedimento illustrato al cap. 3 per una struttura a parete piena. Si assume quale sistema spostamenti-deformazioni quello effettivo ¢ quale si- stema forze-tensioni quello rappresentato dalla struttura soggetta nel nodo M alla forza F™ = 1, diretia secondo la direzicne dello spostamento che si desidera valutare (fig. 7:2b). Detti Z" la generica reazione vincolare esterna, N{* lo sforzo nella kesima asta Gel sistema forze-tensioni ed N10 sforzo effettiva letto nel sistema spostamenti deformazioni, si ha: \ nya ez +S MeN * 3, MPa La componente ny dello spostamento & pereid somma dite aliquotee cid ¢i up = - 32, dovuta a eventuali cedimenti vincolari; uf = 3 NONI « dovuta ai caricl =D Nand am dovuta all'eventuale variazione termica ¢, interessante una 0 pid aste. * La (ra) eesesa geo tute le ate deta travatra: per quelle on soggette a varizione termica 8 suppone Le travature reticlatt 159 ‘Ad un risultato analogo, che tenga conto peraltro del solo contributo dei carichi. si perviene applicando il teorema di Castigliano. L'energia potenziale elastica relativa a un sistema reticolare ha infatti l'espres- sione seguente: Nike» mm o-t co) in oui il generico sforzo Ny @ funzione della forza concentrata F’ applicata nel nodo M. Derivando la (7.3) rispetto ad F™, si a: a ee uy = 1, hy NY. (7.4) w= oe SM Be = Sv os) oy [oa [ao | aim | woan esr | ear | -a5F | w5F | ~05F 2 [eo | en | 69 | mm =F] -r[atr| ro No (ar [on [es [ao |e | mam [on soo we fa fatal aa 29 | eo | eo | oa | wm sforzo avn [-va [ve [ve ve | 160 Capitol serio Qualora la forza nodale F'™, seconco la cui direzione si desidera valutare lo spostamento del nodo M, non sia compresa tre quelle effettivamente applicate, basta ovviamente porre F™ = 0 nellespressione finale di ty Facendo riferimento, a titolo di esempio alla travatura pian isostatica rappre- sentata in fig. 7.2a, gid risolta a pag. 283 del Vol. I, si assume questa come sistema i spostamenti-deformazioni: gli sforzi N, nelle aste sono quelli riportati nella tabella sottostante alla figura, limitati a meta struttura in quanto questa & simme- trica e simmetricamente caricata. Supponendo di voler determinare lo spostamento verticale del nodo 4 del cor- rente inferiore. si assume come sistema ¢i forze-tensioni la struttura di fig. 7.2b. cui corrispondono gli sforzi NY" raccolti nella seconda tabella.. Per la (7.3). estendendo la somma a tutti gli elementi si ha: as2] uF y= NNO [ss jt 4 | 4 vendo supposto che l'area della sezions trasversale delle aste del corrente supe: riore sia pari ad A,, quella delle aste di parete ad A. quella delle aste del corrente inferiore ad A. La configurazione deformata di una struttura si pud ovviamente costruire deter- minando, con il procedimento proposte, due componenti dello spostamento per ciascun nodo. La medesima operazione si pud eseguire per via grafica impiegando tun metodo, detto del diagramma di Willo. per la cui tratazione si rimanda ai testi classic’, 2, I metodo delle forze. Un sistema reticolare pud risultare iperstatico per sovrabbondanza di vincoli esterni (fig. 7.34), per eccesso di aste (fg. 7.36) 0, infine, per entrambe le circo- stanze contemporaneamente (fig. 7-32) 1 risoluzione del problema con il metodo delle forze ricalca il procedimento Fig. 73 " » = ” esposto al n. 4 del cap. 6. In quanto segue si fa riferimento ad una travatura piana (fig. 7.4), ma il discorso varrebbe, senza alcuna variante, nel caso pid generale 9 trad es: LF, Donat [1], pag 194 eee Le travature reticolari 161 a ff Fig 7 La travatura sia dotata di a aste ¢ presenti un grado di iperstaicita pari ad n. rinveniente sia da sovrabbondanza di vincoli esterni che di aste (fig. 7.4a). In fig. 7.4b & rappresentato un sistema principale su cui agiscono sia i carichi che le incognite iperstatiche X, (j = 1... n). Siano w,, come al soito, gli spostamenti dei ppunti di applicazione delle X, nelie loro stesse direzioni, postivi se fanno compiere lavoro positivo alliperstatica correlativa. Nel caso di vincoli esterni soppressi, le 4, sono spostamenti assoluti: trattasi invece di spostamenti mutui o relativi nel caso di rimozione di legami interni sovrabbondanti. Per la struttura rappresentata in fig. 7-4a, il sistema principale 2 stato ottenuto ad esempio sostituendo la cerniera fissa di destra con un carrello e praticando dei tagl in due delle aste diagonali i € ti sono pertanto, nel caso in esame, gli spostamenti relativi delle due sezioni, create dal taglio nelle due aste in parola. nella direzione delle aste medesime. Scelto quale sistema spostamenti deformazioni il sistema principale su cui agi- scono, accanto ai carichi, le n iperstatiche da determinare, la caratteristica sforz0 normale nella kesima asta (k = 1... a) si indica con N, ed & funzione, oltre che dei carichi, anche delle n iperstatiche: ~ Ne + 3 sex, (rs) con Ni?! ed NJ) sforzi determinati nella kesima asia rispettivamente dai carichi (fig. 7-4c) e dalla iesima incognita iperstatica posta uguale ad 1 (fg. 7.44, e, 1) Si assumono m sistemi di forze tensioni (fig. 7.44, e,f), ciascuno dei quali rela- | | | 182 Capitolosetimo tivo all'azione dell'iesima incognita iperstatica scelta di intensita unitaria: il relativo sforzo normale nella kesima asta vale Nf? (k= 1... a;i= 1... n). “Tutto cid premesso, facendo lavorare il sistema iesimo di forze tensioni per il sistema spostamenti-deformazioni, siottiene lo spostamento 1, del punto di appli- cazione della X, nella direzione di quest'ultima. Si ricava cosi la corrispondente della (6.13): > Man. 76) = 22% +S wong, = ccon il gia precisato significato dei simboli i, ys a f- Il primo membro della (7.6) & da porre uguale a zero per la congruenza se i vvincoli soppressi nel passaggio al sistema principale sono rigidi come nel caso prospettato in fig. 7.4; in caso contrario ess0 & positivo o negativo a seconda che la forza unitaria, leita nel corrispondente sistema di forze-tensioni, abbia oppur no verso concorde con lo spostamento letto nel sistema spostamenti-deformazioni, ‘A secondo membro la prima somma @ estesa a tutte le reazioni vincolari del sistema iesimo di forze-tensioni che compiono lavoro per gli eventuali cedimenti dei loro punti di applicazione, letti nel sistema spostamenti-deformazioni Le altre somme sono estese, come indicato, a tutte le @ aste della travatura Sostituendo la (7.5) nella (7.6), si ha was Sax Gat. an uo + afl +l = — 22% + S NP ant, + DS NPNE om im (= 1..n) (78) hg= > NPNOy am je lam. 9) Pertanto lo spostamento u, del punto di applicazione delliesima incognita iper- statica nella direzione di quest ultima & espresso dalla somma dei tre contributi x, 1 ex”, rispettivamente dovuti ai cedimenti vincolai, alle variavioni termiche ai carichi, nonché di quello delle incognite iperstaiche, espresso in funzione dei coefficienti di deformabilita hy. Perle (7.7), che sono le condizioni di congruenza di Miller-Breslau relative alle Le travature reicolari 163 travature reticolari, valgono le stesse considerazioni svoite al n. 4 del cap. 6: ad esse si rimanda in particolare per quel che attiene al significato e al numero dei coefficient hy ‘Qualche cOnsiderazione aggiuntiva pud essere opportuna con riferimento agli spostament u,a primo membro, che, per la congruenza, vanno posti uguali. com’ roto, al valore che, nel sistema strutturale di partenza, > imposto dalla presenza ci vineoli soppressi. Tornando alla struttura di fg. 7-4, tre volte iperstatica, si rileva che, nelle tre equazioni (7.7) che per essa & necessario scrivere, risulta sempre u, = 0: cid & evidente per quanto attiene ad u, dato che il earrello con retta di scorrimento orizzontale deve equivalere alla preesistente cerniera fissa. Ma & altrettanto chiaro che la medesima condizione va imposte con riferimento alle due aste sovrabbondanti diagonali che, tagliate nella generica sezione e sottoposte sulle due facce del taglio delle forze X, ed X,, devono, peril rispetto della congruenza, riacquistare quella continuita che il taglio aveva loro sottratto consentendo uno spostamento mutuo in direzione assiale delle due facce separate dal taglio stesso. In alternativa si sarebbe potuto assumere quale sistema principale quello ottenuto sopprimendo, anziché tagliando, le due aste diagonali (ig, 7.5) In tl caso le iper- statiche X, ed X; sarebbero state rappresentate da altrettante forze applicate ai nodi i estremita di cascuna delle due aste: e queste ultime sarebbero state a loro volta sottoposte ll'azione di forze X,€ X, rispettivamente ugualie opposte alle precedenti Ferma percid restando Ja prima condizione di congrucnza ancora data dala y=0, si sarebbero dovute imporre le: (7.10) Fig 75 164 Capito serimo con 1, ed iy spostamenti mutui dei nodi di estremita di ciascuna delle due aste- soppresse. Le (7.10) esprimono le condizioni che le variazioni di lunghezza delle due aste, lunghe d ed entrambe di ares della sezione trasversale pari ad A,. siano proprio eguali ai valori che 2 loro competono nel sistema di partenza. I! segno meno presente nelle (7.10) si giustifica infine rilevando che le forze X, = 1 ed X, = I. di cui ai rispetivi sistemi di forze-tensioni rappresentati nelle figs. 7.5b e 7.Se, hanno, in ogni caso, verso contrerio & quelli dei corrispondenti spostamenti letti nel sistema spostamenti-deformazioni di fig. 7.5a, come sempre accade del resto in presenza di vincoli esterni o interni elastci* Tornando alle equazioni (7.7). si osserva ancora che pud utilmente separarsi in esse leffetto dei carichi da quello delle autotensioni. Il sistema si pud infatti spez- zare nei due seguenti S ayxeur=o Ge tans Styx, + a + wl G21.) it secondo dei quali diviene: D A,X, + a" @=1.m), quando unico apporto sia quello di una variazione termica che si manifesti a carico di una o pitt aste. Se una o pid aste presentano difett di montaggio per effetto di deficienze di lunghezza pari a 4,. si possono assimilare queste ultime a variazioni termiche in diminuzioneS ponendo: 4, atl € dando @ u{" la forma: de con a’ numero delle aste per le quali si presenta il difetto in parola. * Con ferment sitasioneprospetat inf. 75, le ate diagonal soporss i poiza che sano dei anton: exe perio accoriano. Le X; = 1@.X, = 1 de stems gi orzetension sono dette verso Feserao Euindibanne verso conreri alo sportamentoeltvo, Sele de ase fosserosate tent deltiransisarebbe ‘erieat a medesimacrcostaca in quanto. a ronte dun llungrment nel stems spstamentdeformazion Aifg.75a.leX,= 1e.X, = Isaredser state dete vers interno. quindavebberoavatocomungue vero ‘opus ibpeis alo spomament relive pet ude SeebUero sia eauate = compete lavoro Gi aces d lunghezzaequivalgono owiamete, nelle ast ia cu sano present, ad opportani aument 4 temperatura, Le tavature retcola 165 3. I metodo degli spostamenti, Ancora una volta si ricalca il procedimento illustreto a proposito delle trava- ture a parete piena. Facendo riferimento in particolare a quanto esposto al n. 7 del cap. 6, si consideri il sistema reticolare di fig. 7.6a. Si assumano per esso li spostamenti indipendenti u, (7 = 1... »), coincidenti con le componenti dello spo- stamento di ciascun nodo secondo due direzioni ortogonali. Nel caso specific gli spostamenti in parola, si indicano con i simboli 1, Us, Usy ty. Le forze esterne applicate nei nodi in corrisponderza del summenzionati spo- stamenti siano F, (i= 1... v); nel caso specifico esse sono Fy, Fy, Fy, Fe Se si esclude la presenza di autotensioni, mancano i carichi nén nodali; manca perc nell silppo del proceciment; tut a fase consistent nll determina zione delle forze nodali F", che, agendo insieme ai carichi non nodali, azzerano iv spostamenti u, La caratteristica della sollecitazione sforzo normale nella generica asta, relativa alle configurazione di cui alla fig. 7.68, pud essere ottenuta sovrapponendo gli stati elastici conseguenti ai singoli spostamenti nodali presi uno per volta. Detto N¥" lo sforzo che si ha nella kesima asta del sistema in parcla per effetto dello sposta- mento nodale u, = 1, con u, = 0 per ogni nodo per il quale sia r +, si ha, per lo sforzo normale NY, nella generica asta del sistema date, Mespressione: = 3m eta). ay Si applica il teorema dei lavori virtuali assumendo quale sistema forze tensioni quello assegnato (fig. 7.6a) ¢ come iesimo sistema di spostamenti-deformazioni congruente quello caratterizzato da u, = 1 ¢ da tutti gli altri spostamenti nodali azzerati (fig. 7.6b).. a ' | «0; me » Fig. 26 Si ha cost l'espressione: 3 Uae Gat), 1F = 3S NPA, = 166 Capitolo setimo che, introdotti i coefficienti di rigidezza: ky = > NEN Gitlu, (7.13) porgono infine le: DS ky, =F, @=1..9) (7.14) im Le (7.14) sono le equazioni risolutive éel problema, corrispondenti aile (6.32) del cap. 6. Per disteso esse assumono la forma (5.10). e, in sintesi, sono espresse dalla: [K] (w) = 17, 7.5) in cui, rispetto alla (6.37), manca il vettore (F). Nulla di nuovo c® da dire sul piano concettuale circa i coefficienti ky. il loro numero ¢ le loro propriet; ci si limita solo @ ricordare che il generico di essi rappresenta la forza che & necessario applicare secondo lo spostamento 1, insieme alle residue ky (r = ‘+ i) perché nella strutture si abbiano gli spostamenti eu, = 0 (r+) i fssi @ titolo di esempio, lattenzione sulla struttura di fig. 7.7a, soggetta alla forza F, = F; per essa la (7.15) si traduce in quattro equazioni, tante cio quanti sono i gradi di liberta cinematici. Le aste sono sei e si suppongono tutte dotate della medesima sezione trasversale di area A Si faccia riferimento ai quattro schemi di cui alle fgg. 7.7b, ¢, d, e, ciascuno dei quali sintetizza la situazione derivante dellattivazione di uno’ solo degli sposta- menti u, (= 1... 4) assunto unitario. Gili sforai Mi G@= 1... 45 k= 1... 6) sono raccolti nella tabella che segue Nyt 2 | 3 ‘ 5 6 EA | EA 1 0 | -4 | o o o | -4 EA EA 2 ; ° ° ojo | EA) EA 3 0 T | 0 0 aT 0 cA EA 4 ° 0 | FR | oo | ae ° Le travature reticolasi 167 [n [e z . “eu oohy Fg. da cui si deduce. tramite le (7.13), la matrice delle rigidezze k, della travatura quindi il sistema risolutivo nella forma (7.15): FA = Determinati gi spostamenti 1, si possono ricavare infine, attraverso le (7.11) ali sforzi N, nelle a aste componenti la struttura 168 Capitao setimo Com’® facile rilevare, il procedimento pud essere applicato ad una qualsiasi struttura, indipendentemente dalla circostanza che essa risultiiperstatica 0 isosta- tica ed & particolarmente,semplice, specie se si automatizza il calcolo Se, accanto ai catichi nodali compaiono anche delle autotensioni, ccorre modi- ficare il procedimento esposto, considerando anche le forze nodali F° (i= 1...¥), ¢ procedere come illustrato nel cap. 6, xi nn. 6,7, 8. CaprroLo 8 I METODI DELLE ROTAZIONI E DEI MOMENTI |. Generalita. Lo studio delle strutture intelaiate, costituite da pid travi, di norma ad asse rettlineo, solidarizzate tra loro nei modi pid vari, ma generalmente connesse mu- tuamente mediante nodi incastro (cfr.: Vol. I, pp. 202 e segg.), si pud effettuare impiegando i cosiddetti metodi delle rotazioni ¢ dei momenti, inquadrabili rispet- tivamente il primo tra i metodi degli spostamenti il secondo tra i metodi delle forze, di cui, pit in generale, si parlato nei capitol precedenti Le strutture in parola sono spesso a maglie rettangolari® (fig. 8.12 ¢ b) e com- prendono, come caso particolare, le travi continue (fg. 8.1c); nella loro analisi si prescinde dalle deformazioni provocate dal taglio e dello sforzo normale e si tiene conto del solo contributo del momento flettente. Le strutture intelaiate, ai fini dell applicazione dei metodi in parola, si guono in due categorie a seconda che siano, come suol dirsi. a nodi fissi 0 a nodi spostabili: nelle prime i nodi subiscono soltanto rotezioni; nelle seconde si hanno anche spostamenti 4 t aaa =" Feet \ Bae possono essere, com’® noo, monoconnesse opluiconneste (Vel. 1, pg, 28). 170 Capitolo oxave Una struttura a nodi fissi per qualungue condizione di carico &, ad esempio. ‘quella rappresentata in fig, 8.22, caratterizzata dal fatto che ogni nodo interno & collegato, mediante almeno due aste non alineate, ad altrettanti nodi sicuramente fissi, Se si prescinde dal contributo dello sforzo normale, come ipotizzato all'inizio pertanto dal’allungamento o dall'accorciamento che le varie aste potrebbero subire per effetto di quest'ultimo, & chiaro che, in tal caso, sotto T'azione dei carichi, la deformazione comporta esclusivamente una rotazione dei nodi. Ma a nodi fissié anche la struttura simmetrica e simmetricamente caricata rispetto ad un asse, rappresentata in fig. 8.2b: essa, pur non soddisfacendo infatti alla condizione precisata in precedenza (di avere cio® ogni nodo collegato, con almeno due aste hon allineate, ad altrettanti nodi fissi), presenta ugualmente spostamenti nulli in quanto lipotesi contraria, sempre in presenza di aste inestensibili, contrasterebbe con la necessita che la deformata risulti a sua volta simmetrica, T sistemi di fig. 8.3 sono a nodi spostabili. In particolare quello di fig. 8.3a, sempre in virth dell ipotesi di trascurare le variazioni di lunghezza delle aste dovute allo sforzo normale, presenta un solo spostamento di piano 6 che coincide con lo spostamento orizzontale dei tre nodi A, B € C appartenenti al trasverso. Un di- scorso analogo vale per la struttura di fig. 8.3b ove gli spostamenti di piano sono due e valgono 6, ¢4,. rispettivamente riferiti al primo e al secondo piano del telaio I sistema di fig. 8.3c, invece, pur essendo simmetrico e simmetricamente caticato, presenta tuttavia, per la sua particolare configurazione, uno spostamento uguale € Gi segno opposto per i due trasversi posti a livelio del primo piano. Gili spostamenti e le rotazioni nodali sono di regolg incogniti. Possono tuttavia essere prescritti spostamenti e rotazioni consistent in cedimenti di tipo rotatorio 0 traslatorio dei vincoli esterni: questa circostanza si presenta ad esempio nelle trevi continue, nel caso in cui uno 0 pitt appogsi (fig. 8.34) presentino cedimenti vin- colari di entita nota. 2. La trave elasticamente incastrata agli estremi. Si consideri la singola trave estratta dal complesso strutturale, soggetta ad una generica condizione di carico? in campata, schematizzata con il simbolo C. Siano Inoltre B, = Yas Bs = Yar Bs = Sms» Bs = San li spostamenti delle sezioni di estre- rita, assunti convenzionalmente positivi se dotati dei versi indicati in fig. 84a; le rotazioni, in particolare, si suppongono orari. Le azioni nelle medesime sezioni siano a loro volta F, = Mys, F; = Moms F, = Tys, Fa = Top, positive? se dirette in modo da far compiere lavoro postive alle cotrispondenti componenti dello spostamento (fig. 8.46). Si trascura, sulla base dellipotesi gid prospettata al n. precedente, la deformabilitt assiale della trave. 2 ba condone erin & compris. come vl in sept, anche d event don cedinentvincla, varanon|termiche, ere spl sie Geena 6 - STP sina wo into Ma Min Thy Ti andere vao int on come ecaertiche deta ean stn ote cape Pn ne ie esen dela we T metodi delle rotazioni e dei moment Fie a3 a7 m Capito onavo Serivendo le relazioni forze-spostamenti nella forma (6.36), si hanno Fm FO + kB, + habs + Bay + habe Frm iO 4+ bP, + hab + haB + Habe en Fy = B+ kB + Raa + has + kB Fy BL" + keBy + kaBy + hoBs + KuBe in cui F{°, FS, Fy*, FiO sono le forte nodali 0 forze di incastro perferwo che annullano, in relazione alla specifica condizione di carico considerata, sia le rota- Zioni che gli spostamenti nelle sezioni F ed S. Esse sono cio le reazioni vincolari lie si determinerebbero nella trave soggetta al carico C se essa fosse perfettamente incastrata agli estremi ‘Sia {coefficient di rigidezza k, che le forze d'incastro perfetto F,” presenti nelle (8.1) si possono determinare ulilizzando le metodologie esposte nei precedenti capitoli: in particolare, se la rave é a sezione costante, esplicitando le k, mediante* Je (2.27), « si hanno le: 6 4 2 Mas = Mi) + rns + ¥58 + or 2, 4 6 Myy = Mi + rps + Lee + ay 2) 6 mw, 2 5 Tas = THE + Se as + spp Yon + gh Ons ~ 6 2 6 2 Tan = TSR — Se ps — Sp Yon ~ ge Ons + a Ose» in cui si 8 introdotto il peso elastico della trave pari a Un caso particolare di notevole intezesse & rappresentato dalle strutture a nodi fissi per le quali il comportamento de. generico elemento costitutivo pud essere + {seg de coetcien di rigdersa ky come quill ele forze ineasio perfetto, sono posto nega ‘seconds che le coppe ol forge dex rappresetate sano concord o discord con iver post conven ‘onalmente asst nf. 8.4. 1 seg ches ettengono adoperando le (2.27), devono eee pees oppor {unaneate eda lla sussione in same, teneno presente che le formule tordateforscone momenta fetene etaglo in actondo con ia convennione peserae Valida pet le caratterice dela seston. ‘bene risordare che octcentd nigienas coi Tava prescindono dal conto del ago wula deforma ' | \ { metodi dele rotazioni e dei mementi 13 descritto assumendo come gradi di liberta le sole rotazioni di estremita f, = Yes e Bz = yx: In tal caso le (8.1) ed (8.2) si semplificane rispentivamente nelle: Fy = FO + ky, + kB fe 1 hah + haba 6) e nel: My = Mi + * 765+ 29.0 4) » Mag = MiB + 2 95 + As valide, le seconde, per trave a sezione costante. Le relazioni (8.1) ... (8.4) sono alla base, come si vedra, del cosiddetto metodo delle rotazioni, in cui si assumono come incognite del problema spostamenti ¢ rotazioni delle sezioni estreme delle varie travi costituenti il sistema intelaiato. Le (8.1) e (6.2) si possono porre nella forma (6.27) [K] {8} = (F - F}, 6.5) in cui compare la matrice [K] di rigidezza della trave, che, nel caso pitt generale di fig. 8.4, per la particolare scelta dei gradi di libertd operata, @ singolare. Cid in quanto (cap. 5, n. 3) la trave & labile ed esistono delle condizioni di equilibrio che | legano le forze su di essa agenti | Diverse si presenta la situazione nel caso particolare di spostamenti Jpg © 3yg nulli. Questa ipotesi equivale @ ritenere infatt la trave semplicemente appoggiata agli estremi (e percidisodeterminata); la matrice [K], presente nelle (8.3) © (8-4), 2 pertanto non singolare. Queste considerazioni, oltre ad essere important di per sé, sono utili per stabi- biome home £

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