Si valutano i beni di Vittorio Emanuele III Si valutano i beni di Vittorio Emanue
le III Gli eredi dell'ex-re e i rappresentanti dello Stato si riuniranno per pro cedere alla stima - .Si parla di 1 miliardo e 200 milioni Itnnu, 8 gennaio. In q ual modo si proceder fra gli enti e lo Stato alla di-ivisione dei beni che furono Bin|di Vittorio Emanuele III? Il] Tribunale, nel disporre due mesi or sono l'ap ertura della successione, indic genericamente che un quinto del patrimonio spetta allo Stato e gli altri quattro quinti invece alla ex-regina Giovanna di Bulgari a, alla principessa Jolanda Calvi di Bergolo, alla principessa Maria di Borbone e agli eredi della principessa Ma. falda. Rimaneva da affrontare la fase pi delic ata e pi complessa di una vicenda che si sta trascinando da quasi sette anni nell e aule del Palazzo di Giustizia: valutare la consistenza del patrimonio, suddivi dendo in cinque quote e assegnarle a ciascuno di coloro che ne hanno diritto. E' questo il motivo che riunir domani mattina nell'ufficio del giudice dott. Giusep pe Tamburrino i due legali dei Savoia gli avvocati Carlo D Amelio e Giovanni And rea Serrao e quello del Demanio, l'avv. Arias, dell'Avvocatura dello Stato, Un l avoro, il loro, che occuper ancora del tempo, dei mesi certamente. Infatti v' da s tabilire preliminarmente il valore complessivo dei beni, perch la divisione possa essere fatta in modo pi semplice. Esiste una valutazione fatta dal fisco, ma non improbabile che sia da una pane che dall'altra, venga chiesto il giudizio di un perito il quale stabilisca il valore attuale dei mobili e degli immobli che cost ituiscono il patrimonio: alcuni quadri, per esempio, che sono ancora al Quirinal e; il castello e la tenuta di Kacconigi; la Villa Savoia a Roma che venne acquis tata da Vittorio Emanuele nel 1904; il casino di caccia a Sant'Anna di Valdieri; due tenute nell'Agro romano, Capocotta e Bufalora; il castello di Pollenzo in p rovincia di Cuneo e quello di Sarre in provincia di Aosta. All'incirca, si pu dir e che il valore dei beni ascenda ad un miliardo e 200 milioni dei quali quattro quinti torneranno ai Savoia, mentre l'altro quinto quello spettante all'ex-re Um berto II sar avocato dallo Stato, cos come stabilisce la Costituzione e come ha sa nzionato la recente disposizione del Tribunale. Per quanto sia prematuro parlarn e, non nemmeno improbabile che i Savoia cerchino innanzi tutto di soddisfare le esigenze dello Stato consegnandogli la quota del patrimonio che gli spetta. (La difficolt e nel trovare la formula con cui formare lo quote) Superato questo osta colo, l'accordo fra gli eredi di Vittorio Emanuele III dovrebbe essere semplice perch l'assegnazione delle quote potrebbe avvenire per estrazione, cos come d'altr a parte consente la legge. Ma facile prevedere che prima di giungere ad una conc lusione non saranno poche le riunioni nell'uilicio del giudice dott. Tamburrino. E d'altro parte anche logico che sia cosi; il patrimonio in discussione costitu ito da beni che per gli eredi Savoia hanno un valore reale (come ad esempio Vill a Savoia a Roma e due tenute nell'Agro romano) e da altre che ne hanno anche uno , diciamo cos, sentimentale (come il casini- di caccia di Sant'Anna di Valdieri, il castello di Pollenzo e quello di Sane). Come fare a tradurre in cifre questi valori o suddividerli in tante parti uguali? LaStampa 09/01/1954 - numero 8 pagina 6 A causa delle condizioni e della qualit di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico pu contenere degli erro ri. La Stampa - Tutti i diritti riservati