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Girodivite: Ad Augusta, chi rompe non vuole pagare http://www.girodivite.it/Ad-Augusta-chi-rompe-non-vuole.

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società
Ad Augusta, chi rompe non vuole Versione stampa
per la
Città invisibili
Comunicazione
pagare :.: Ultimi
Le industrie che per anni hanno inquinato interventi sul
Guerre Globali il porto di Augusta, ora si tirano indietro forum
Immigrazioni sulla proposta di bonifica da parte del Giugno 2007:
Ministero dell’Ambiente. Ad Augusta, chi
Lavoro
mercoledì 4 ottobre 2006, di Giuseppe Marziano - rompe non vuole
Mafie 1538 letture pagare
Movimento :.: Articoli di
Numerose riunioni si stanno susseguendo in merito al questo autore
Politiche porto di Augusta. Dopo anni di inquinamento
La Metamorfosi
Scuola & indiscriminato dei fondali, si vuole avviare un processo
Università di bonifica del comprensorio del porto. Le riunioni sono Discariche qua,
:.: Culture state promosse dal Ministero dell’Ambiente, con la discariche
presenza delle industrie, dei Sindaci delle città vicine, là....l’impegno di
Arte Bertolaso
degli organi di Governo.
Cinema - Visioni Cose da non
Musica Il porto di Augusta risulta essere inquinato dagli scarti credere ..... la
della raffinazione delle industrie, e quindi vanadio, smentita
Teatro nichel, greggio in generale, idrocarburi, da mercurio.
Qualcosa da non
ZeroBook Tutti materiali che si sono depositati sui fondali e che
credere
:.: Rubriche ora, devono essere rimossi. Il Ministero ha stimato la
spesa in circa 400 milioni di euro, di cui circa 112 milioni È mio, è mio... di
Alive, di chi è il cervello?
messi dallo stesso Ministero che ha riconosciuto un
Lorenzo
concorso per la presenza della Marina Militare, con le Riapre la
Misuraca
sue aree di stoccaggio, e circa 280 milioni che devono Cattedrale di Noto
L’ombra d’Argo, essere messi dalle industrie. Durante i lavori delle prime
di Alberto G. Approvato il DDL
riunioni le industrie hanno accettato la problematica,
per i reati contro
Biuso come a dire che noi abbiamo rotto, noi paghiamo. l’ambiente
Lettere in Giro:
Nella ultima riunione soltanto la ERG ha accettato, Ancora della
discutiamo di...
seppur con qualche riserva, esborso certamente non questione
Nonviolenza in poco oneroso. Ma le altre? Non vale più la regola del chi meridionale
cammino, di rompe paga? Dopo anni di sfruttamento della risorsa :.: Articoli di
Peppe Sini ambientale, come se questa fosse infinita, logica che questa rubrica
Openhouse prevaleva negli anni 60, la necessità di restituire, se non Tolentino:
Urbino_online perfettamente integra, la risorsa ambientale alle future L’ottimismo è il
generazioni, in nome dello sviluppo sostenibile e della profumo della
Punto G -
concezione di sostituzione di capitale, nessuno a Politica
Quando la satira
disposto a pagare. Nell’attesa che le industrie prendono
si fa rete Catania è bella
la loro decisione, e gli organi istituzionali le loro, si
Segnali di continua ad inquinare. Diario di Aprile
Fumo, di Pina
Qualcosa sta
La Villa Rispondere all'articolo - Ci sono 1 contributi al forum. accadendo a Serre
Sportivamente - Policy sui Forum -
Sud-Sud
Tanto per Ad Augusta, chi rompe non vuole pagare
abbaiare, di Grave atto
21 giugno 2007, di : palpri |||||| Sito Web: risposta intimidatorio contro
Riccardo Orioles

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Tempi Moderni, Maurizio Cirignotta


di Donatella La Liguria vara una
Guarino Inquinare è facile, comodo, redditizio, …… Bonificare
legge sulla violenza
non è semplice e, soprattutto ……. costa. (bisognerà femminile
:.: Dossier
vedere a chi) Ad Augusta ancora una volta il danno e
Prima che... la beffa e con la complicità delle istituzioni e sempre Là dove finiscono i
mostra sulla pelle dei cittadini. sogni (un centro
fotografica sui commerciale vi
paesi della Dal 1949 fino agli anni ‘80, periodo di entrata in seppellirà)
costa jonica funzione del depuratore consortile IAS (Industria Il Piano
messinese Acque Siracusane) gli stabilimenti petrolchimici di Ospedaliero
Augusta, Priolo e Melilli, hanno scaricato in mare (ed Regionale della
L’informazione
anche altrove) ogni genere di rifiuti. Da quel momento Campania:
in Sicilia riflessioni e
nessuno poteva più inquinare il mare e il depuratore
Il Ponte sullo proposte
IAS avrebbe dovuto rendercelo più pulito. Invece nel
Stretto di 2003, quando il mare di Augusta si colorò di rosso, si Bullismo o
Messina scoprì che l’inquinamento continuava, continuava e, microcriminalità. A
Archivio dossier probabilmente continua, perché “la volpe (o il lupo) Gela non esiste la
perde il pelo ma non il vizio”. Non posso dimenticare differenza
L’imbroglio
nucleare quella frase detta da un dirigente dell’Enichem ed :.: Articoli più
intercettata dalla procura della Repubblica di Siracusa recenti
Il caso Kirby in cui, proponendo la falsificazione dei registri, si Grecia: errori
Pippo Fava diceva: “accussì i futtemu”. Arrivarono collettivi, sacrifici
Una Val di Susa inaspettatamente le forze dell’ordine che con grande individuali
ad Alta velocità scalpore arrestarono diciassette dirigenti
Corsi e ricorsi
(TAV) dell’Enichem, di cui si evitò perfino di mostrare i volti. storici
E non posso dimenticare, in particolare, una delle
L’erba voglio motivazioni dell’accusa: “Hanno agito in disprezzo Barcellona,
della vita”. E così qualcuno, di fronte a questo l’antimafia nel
Viterbo Low
mirino del consiglio
Cost “scempio continuato” ha deciso di indagare su quanto
comunale
già si sapeva: i suoli, la falda ed i fondali del porto di
Il caso di
Augusta (ed anche fuori porto) erano ricoperti da uno Carceri. La pietà è
Contrada Xirumi morta mentre
spesso strato di sostanze altamente tossiche i cui
- Lentini SR continuano i suicidi
nomi sono spesso incomprensibili e talvolta
Quale scuola impronunciabili. Ne citiamo solo alcuni: antimonio, Ali spezzate
per quale città arsenico, cadmio, cromo totale, cromo esavalente,
mercurio, rame, selenio, vanadio, benzene, L’Italia non
Eutanasia dimentica il suo
etilbenzene, toluene, xilene, ecc. ecc. Forse sarebbe
Uranio passato
più semplice elencare quel che non c’è.
impoverito: Una tela di
morire È stato anche accertato, dopo accurate indagini, che i Penelope: la
radioattivi fanghi del porto hanno contaminato anche i pesci ed realizzazione degli
:.: Girodivite altre specie marine (ma noi lo sapevamo già e lo impianti a rete
Network urbani
avevamo anche denunciato – era l’estate del lontano
Antenati 1989-) ma senza risultati, anzi le Istituzioni che ci La mostra
Bancarella dovevano tutelare ci tacciarono persino di totale fotografica Prima
“incompetenza ed ignoranza”. È stato fatto un calcolo che...
Cartamenù approssimativo della quantità di fanghi tossici giacenti Missili Patriot in
Ddisa sui fondali della rada di Augusta: 17-18 milioni di Polonia per le
Girodivite metricubi, quasi cento metri cubi per ciascun abitante guerre stellari
del triangolo infernale aggiungendovi anche il dell’era Obama
Open House capoluogo. Finalmente, da quello stesso ministero
Associazione La Georgia,
che in passato ne aveva legalizzato la diffusione avamposto USA in
Culturale anche fuori della rada, arriva un perentorio, ma Caucaso
Sherazade altrettanto debole altolà: bisognava bonificare la rada
di Augusta da tutta quella melma fetida e micidiale
Upgrade
che, metabolizzata dalle specie ittiche, finisce
Electronic
nell’organismo umano. E, ad Augusta, tutti sanno che
Service
nel porto ancora ci sono pescatori che operano

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“protetti dalla strana cecità” delle forze preposte alla


vigilanza. Una decisione, quella del ministero
dell’ambiente, che sembrava far imboccare la strada
giusta, quella della riparazione del danno. Ma come
fare a prelevare quei fanghi velenosi e, soprattutto,
dove metterli? Ve la immaginate una discarica da 17
Newsletter del milioni di metri cubi? E per di più in zona sismica?
sito Come bisognava procedere? Dragare, aspirare,
Tieniti aggiornato filtrare magari con l’aiuto di un bacino parallelo al
sulle prossime porto di Augusta? Tecnicamente ma soprattutto
uscite e sulle economicamente sono sorte subito delle difficoltà: Le
iniziative di operazione di dragaggio avrebbero rimesso in circolo
Girodivite una buona parte degli inquinanti da asportare;
qualcuno ha proposto addirittura la copertura dei
Nome fondali sotto una camicia di cemento (quasi come il
sarcofago della centrale di Chernobyl) – un bel regalo
E.mail del “progresso” per le future generazioni! – Ma per
fare tutto questo occorreva bloccare il porto a tempo
indeterminato, quel porto sulla cui superficie ogni
Iscriviti
giorno decine di petroliere, rimorchiatori, pilotine,
Cancellati ecc. vanno e vengono con i loro carichi umani e con
gli altri carichi preziosi e micidiali di idrocarburi grezzi
o raffinati che riforniscono almeno mezza Italia di
carburanti, lubrificanti, detergenti, ecc., che
riempiono di miliardi di euro le sia le casse delle
aziende e quelle dell’erario. (Le accise sui prodotti
petroliferi di Augusta-Priolo-Melilli lucrate
annualmente dall’erario italiano ammontano a 18
miliardi di euro, vale a dire lo stipendio medio vitale
per ogni famiglia siciliana). Qualche azienda,
grottescamente, ha osato perfino dire che con
l’inquinamento non c’entrava e non voleva
contribuire. Poi è intervenuto anche il TAR: ma a
favore degli inquinatori che si sono vista regalare una
proroga per la bonifica. D’altronde, con i loro profitti,
che problemi hanno l’Enichem, La Esso, la Erg, l’Enel,
ecc, a pagarsi un avvocato? Certamente la stessa
cosa non può permettersela il comune di Augusta, dal
momento che non ha neanche i soldi per pagare gli
stipendi dei dipendenti. Nelle varie conferenze dei
servizi e nei vari incontri ad ogni livello, la
determinazione del ministero dell’ambiente, in un
primo momento è sembrata prevalere ma, il diritto
alla salute, il diritto a vivere in un ambiente sicuro è
subito venuto in conflitto con il diritto al lavoro: sono
scesi in campo tutti: amministratori, politici, sindacati,
aziende: i cittadini sono rimasti solo spettatori. Nel
complesso di una situazione così grave è stato loro
negato perfino il diritto ad esprimersi con un
referendum sulla fattibilità del famigerato
termovalorizzatore, anche questo “imposto dall’alto”
come anche il rigassificatore. Eppure dal 30 novembre
1990 eravamo un’area ad elevato rischio ambientale.
Quando si è paventato il blocco del porto di Augusta,
le aziende del petrolchimico, gli operatori portuali, dei
cantieri, delle agenzie marittime, ecc. si sono
preoccupati: bloccare il porto significava smettere di
lavorare. Pertanto l’altolà del ministero maldigerito da
tutti quelli che nel porto a vario titolo vi lavorano è

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diventato “fermitutti” in attesa del più che probabile


“dietrofront”. Purtroppo la situazione che si è venuta
a creare nella vicenda della bonifica del porto di
Augusta la possiamo paragonare a quella di un malato
grave – magari di cancro – che chiede al medico di
non operarlo per continuare a lavorare per non
rinunziare al guadagno. Ma in tutta questa
paradossale situazione che dicono i cittadini? È stata
data mai voce ai pescatori ed alle loro famiglie? A
quelli che girano per la costa dove prolificano i cartelli
con la scritta “divieto di balneazione”? Da un lato tutti
vorrebbero rivedere il mare bonificato e pulito,
pescoso ed anche balenabile come un tempo ormai
lontano, anche quelli che con il loro lavoro lo
sporcano e lo inquinano, dall’altro lato ci stanno quelli
che vedono minacciato il loro posto di lavoro. Da
parte mia prevedo che i grossi interessi che ruotano
attorno al porto di Augusta, non consentiranno a
breve scadenza l’inizio dei lavori di bonifica, anzi c’è il
rischio che questa non venga nemmeno attuata vista
l’importanza strategica del petrolchimico di Augusta
dove la salute vale meno del profitto. Molto
probabilmente tutto resterà così com’è dimostrando
tutta l’incapacità e la debolezza dello stato che, da un
lato, nelle sue leggi afferma il principio che: “chi
inquina paga,” ma consente di continuare ad
inquinare, mentre dall’altro lato, i cittadini
continueranno a pagare di tasca propria e sulla loro
pelle le conseguenze dell’inquinamento. Per risolvere
questa intricata vicenda le “soluzioni italiane” si
intravedono già: basterà mettere qualche altro
cartello di divieto di balneazione e di pesca; basterà
obbligare gli automobilisti a fare il tagliando per avere
il bollino blu o costringerli ad acquistare la macchina
euroquattro o eurocinque, basterà assoggettarli a
circolare a targhe alterne, basterà ingrandire ospedale
e allargare il cimitero, perché qui, nel triangolo
maledetto, alla logica che “il lavoro non deve morire”
se ne aggiunge un’altra ancor più aberrante ed
inumana: “di lavoro e col lavoro si deve morire”. Ci
auguriamo che per “bonifica” non si intenda la triste
sorte di Marina di Melilli: la deportazione degli abitanti
dai luoghi contaminati. Eppure a me, fin da piccolo,
avevano insegnato altre cose: il lavoro serve per
vivere e che la salute vale più dei soldi. Forse erano
altri tempi ed altri luoghi o, forse, ….. sono nato nel
tempo e nel luogo sbagliato. Ma non c’era l’art. 32
della Costituzione? Probabilmente o l’avranno
abrogato a nostra insaputa o forse non vale solo per
Augusta e dintorni. Augusta, 3 febbraio 2007

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