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T.

point
2015

Capitolo I

Aeroporto [ Nanni ]
Il volo stato lungo e scomodo. Quasi interminabile.
Il vociare di una comitiva toda in good vibes per le vacanze; il
piangere a singhiozzi di un bambino; il russare del ciccione del
sedile accanto. Berretto calato sugli occhi e cuffiette inserite nelle
orecchie per estraniarsi dal contenuto umano di questo cilindro di
alluminio con le ali.
E finalmente dopo il bianco immenso delle nubi e del blu profondo
del mare, verde foresta terra strade.
Poi si scende.
Coda allimmigrazione.
Coda al ritiro bagagli.
Coda alla dogana.
Ma quello che conta che il passaporto e il suo possessore siano
passati. I bagagli sono no problem: nulla da cercare e nulla da
trovare l dentro.
Quando la doppia porta a vetri si apre per uscire dallaeroporto, il
caldo e lumidit sono un pugno nello stomaco. Laria sembra
spessa come una forma solida. Rumore di auto e senor, taxi
senor? a chiamare attenzione.
Hotel Continental, por favor
E la Toyota con gli ammortizzatori un po sgonfi gi in moto. Aria
condizionata a palla. Un vago tentativo di chiacchiera abortito dal
silenzio del passeggero.
Agli svincoli della superstrada jeepponi della Policia Nacional
squadrano le persone da attraverso i finestrini che si abbassano uno
dopo laltro. Le luci intermittenti blu e rosse verniciano a tratti
cadenzati tutto ci che sta nel loro campo visivo.
Poi, la citt che fino ad un istante fa era solo uno skyline nero sullo
sfondo rossastro di un sole che tramontava lontano ti cade addosso
con il suo sfarfallio luminescente gorgogliante colori al neon.
Lacciaio e il cemento si portano via la vista diretta del mare con le
sue lunghe strisce di onde di marea.
Il sole tramonta presto qui, e la vita notturna, quella seria, inizia
tardi. Ma prima c il jet-lag da smaltire e qualche tono di
abbronzatura caramello da aggiungere. Poi alcuni preparativi e il
contatto. Non il caso di mandare a puttane tutto andandosene a
puttane adesso. C tempo e tempo.

Doccia. Lunga. Sessione veloce e impegnativa in palestra per


accoppiare la stanchezza corporea a quella mentale.
Unaltra doccia. Cena. Nanna.
Fuori buio, se non si fa caso alle luci delle insegne e delle finestre
dei grattacieli.

Berlino [ Nena ]
Laria gelida taglia la strada con folate continue. Moabit, XXXX.
Sferraggliare di treni sullo sfondo parallelo al rettilineo, poi la
macchina svolta e imbocca la xxxx. Capannoni da ambo i lati;
sfasciacarrozze e docks di spedizioni. I cassonetti rigurgitano pile
quasi ordinate di materiale da discarica. Un paio di curve ancora e
poi la macchina si arresta andando ad occupare uno spazio largo tra
due lampioni.
La donna che ne scende ha il volto quasi completamente coperto da
una spessa sciarpa. Il lungo piumino imbottito che le arriva alle
caviglie le nasconde le mani inguantate nelle tasche. Ha un berretto
di lana calato sulla fronte. Nero; come il piumino.
I suoi passi risuonano sullasfalto e sulle piccole pozze di ghiaccio
che ogni tanto calpesta.
Va come di fretta e con misurata attenzione ogni tanto si guarda
alle spalle.
Un TIR della Dkt le passa accanto e dal finestrino abbassato in
proposito esce un fischio e un invito di piena marca sessista.
Allincrocio svolta ancora. Questa volta a sinistra. E fatti pochi passi
entra in un portone che d accesso ad un negozio di telefonia.
Controlla lora.
Poi prende dalla borsetta tre spillette dei Rolling Stones e se le
appunta sul berretto seguendo una immaginaria linea verticale.
Alle 10 e 20 precise, apre la porta.
Linsegna adesiva in tedesco, turco e indiano, e le altre scritte
sono semplici tags di qualche writers tracciate a marker indelebile,
anche se cos indelebili non sembrerebbero visto lo stato in cui si
trovano.
Ed entra.
Il piccolo Heinj la riconosce per la cliente che aspettava e con un
gesto del capo e degli occhi le fa cenno di aspettare l, accanto alla
vetrinetta che funge da bancone, rigurgitante telefonini ed altri
apparecchi elettronici.
Con rapidi passi le alle spalle e spranga la porta che allinterno ha
unanima in metallo di un quarto di centimetro.
Cappotto, sciarpa, borsa, cappello, dice in un tedesco fluido
come pu esserlo quello di un immigrato indiano di terza
generazione a Berlino.

La donna esegue senza esitazioni e in un istante la vetrinetta si


ritrova ingombra dei capi di abbigliamento.
Heinj percorre le linee del suo corpo con un Garrett modificato,
senza che questi emetta alcun suono n lampeggio.
Non che si aspettasse qualcosa di differente ma la prudenza
sempre necessaria e mai troppa: ragione per cui, riguadagnato il
retro del bancone e controllato i vestiti l appoggiati, accende il
jammer ambientale GPS e il disturbatore di frequenze.
In realt si tratta di due apparecchiature abbastanza vetuste che
era riuscito a procurarsi tempo addietro da una vecchia ex fonte
militare della vecchia ed ex, anchessa, Germania dellEst, e che
nemmeno con il suo ingegno e capacit elettroniche era riuscito a
migliorare di molto. Facevano comunque il loro lavoro e la loro
porca figura coi clienti che tanto non avevano idea delle reali scarse
potenzialit di quei due appartati, ma limpressione era sempre
buona.
Nena, che adesso si era presentata dando il nome di Gloria, aveva
annuito a tutta quella parata di scanner e lucine e bip bip e aveva
ricordato al piccolo la richiesta su cui si erano precedentemente
accordati.
Heinj,annuendo a conferma, aveva mezzo sorriso anche lui.
Laffare si sarebbe concluso e nelle sue tasche sarebbero entrati
una buona manciata di euri.
Laffare si sarebbe concluso e lei se ne sarebbe uscita con
nellintercapedine del piumino una strisca sottile di chip telefonici
usa e getta internazionali non tracciabili, ed in borsa un Ipod
modificato con parte della memoria schermata e criptata.
I soldi cambiano svelti di mano mentre Heinj le spiega per filo e per
segno come usare al meglio la mercanzia acquistata.
Bene, abbiamo ancora qualche minuto prima che debba riaprire la
porta vuoi una tazza di chai?... fatto da poco ed bello caldo ed
incluso nel prezzo.
Gloria annuisce e ringrazia e mentre Heinj intento a riempire le
tazze, ne approfitta per togliere le spille dal berretto. Rigirare il
piumino che doublefaces. Poi il berretto sparisce dentro la borsa
mentre lui le apre la porta sul retro.
Ritorna allauto secondo un percorso diverso da quello dellandata.
Poi mette in moto, accende e se ne va sparendo tra il dedalo di vie
dietro i magazzini.

Sente per un momento le gambe cederle guidando, ma riprende


tono e contegno mentre accosta e butta in un contenitore della
spazzatura la prima delle tre spille. Quello del metallo.
La seconda fa la stessa fine qualche isolato pi avanti e lultima
finisce nel cestino della indifferenziata accanto al bancone bar del
locale dove si fermata a mangiarsi uninsalata.
Gloria adesso non c pi.
Resata solo Nena.

Dallaltra parte del mondo

Luned

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