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IL LIBRO DE’ GIUDICL a8t PREFAZIONE. Tn questo libro de’ Giudici sono de- scritti i principali avvenimenti, ¢ le vicende del popolo ebreo dalla mor- te di Giosué fino al tempo di Heli sotto tredici Giudici, il primo de’ quali fu Othoniel, e Pultimo fu San- sone. Della giudicatura di Heli som- -mo sacerdote, e di quella del pro- feta Samuele si parla nel principio de’ libri de’ Re. L’ opinione pit co- mune de’ nostri interpreti , come gia degli Ebrei, fa autore di questo Ii- bro lo stesso Samuele profeta; e le difficolta che sogliono addursi con- tro di quest’ opinione non sono senza risposta, né tali, che pel loro peso ci costringano ad abbandonarla. Il no- me di Giudice significa in questo luo- go non un qualunque magistrato che amministri giustizia, e decida le cau- se vertenti tra i cittadini della repub- blica, ma significa un-capo supremo della nazione che ha potesta assoluta di governare il popolo in guerra e im pace. Conciossiaché P amministrazio- 182 ne della giustizia, e la tutela delle leggi essendo obbligo principalissimo de’ rettori di qualunque societa; quin- di é che non solo presso gli Ebrei, ma anche presso altre nazioni fu da- to il nome di Giudici a quelli che aveano la somma autorita del gover- no. Cosi i Cartaginesi chiamaron Suf fetii loro primarii magistrati con voce simile a quella che in ebreo signifi- , ca Giudice. Avvi chi paragona i Giu- dici d’Israele co’ dittatori di Roma , se non che ne’ tempi della vera li- berta romana i dittatori non erano a vita (come lo furono i Giudici @’I- sraello), anzi di brevissima durata soleva essere P impero dei dittatori romani, come quelli che essendo creati per’ qualche grave pericolo di uerra, o per altro urgente bisogno fella repubblica, passato questo, de- ponevano immediatamente la dittatu- ra. 1 Giudici degli Ebrei furono uomi- ni grandi suscitati e mandati da Dio a liberare e difendere il popol suo ne’ tempi delle sue maggiori avversita. Imperocché tolti questi casi si vede; 2 183 che da Giosué in poi fino a tempi de’ Re non ebbe ordinariamente il popolo verun capo che comandasse a tutte, o ad una parte delle tribi; perocché ognuna di queste era gover- nata da’ suoi principi e anziani,-alla cura’ dei quali era commesso di man- tenere l’esatta osservanza della leg- ge, e di decidere secondo la stessa legge le controversie che nascessero tra gli uomini della loro tribh. Que- sti Giudici adunque eletti per lo pit da Dio stesso, qualche volta eletti dal popolo, ebbero la suprema_po- testa talora sopra tutto. Israele, talora sopra alcune solamente delle tribi, vale a dire sopra quella parte della ‘nazione che era maltrattata e oppres- sa da’ nemici, i quali come strumenti della giusta ira divina punivano colle loro crudelta le prevaricazioni del po- polo, e la sua ingratitudine verso il suo Dio. Questo supremo Signore d’I- sraele dopo averlo con giustizia ga- stigato e afflitto per le sue infedelta, mosso a compassione di lui spediva alcuno di questi grandi uomini a li- 184 berarlo , a ristorare lo stato della re- pubblica, e soprattutto a purgarla dalla idolatria e da’ vizii che andavan con essa congiunti, a ristabilire il cul- to del vero Dio , ela osservanza del- la sua legge. Quindi‘é, che come vicegerenti del medesimo Dio ebber pienissima autorita non solo pel tem- po, in cui si trattava di guerreggiare contro i nemici dello stesso Dio, e del popol suo, ma anche per tutto il rimanente della loro vita, restando ad essi appoggiata fa custodia delle leggi, e la difesa della religione. Ma egli é da notare , che per quanto as- soluta fosse la loro potesta, non in- trodusser giammai questi Giudici ve- run cambiamento nelle costumanze del popolo , né formarono alcuna nuo- va legge ; ma la sola legge di Mosé, e quello che per ordine di Dio era stato prescritto dal primo grande le- gislatore , fu sempre la sola invaria- bil regola, a cut si conformavano esattamente e nel giudicare le pri- vate controversie , e nel governo de’ pubblici affari. Fe meen RT EN ERE, NL A I COCA AE? 185 Trovansi delle gravi difficolta, e per conseguenza una grandissima discre- | panza tra’ criticl, e gl interpreti ri- | guardo alla maniera di computare gli ‘anni del governo di questi Giudici, affine di combinarli coll’ epoche fisse e indubitate della nostra istoria sacra. In una materia di tanta oscurita, e aliena dal mio istituto, e dal fine, cui é diretto questo lavoro, mi con- tenterd di osservare, che da Otho- niel, il primo di questi Giudici, fino a tutta la giudicatura di Sansone, si contano comunemente circa trecento anni. Siccome generalmente parlando gli stessi Giudici furono uomini di singolar virth e bonta di vita, sono percto generalmente lodati nel libro dell’ Ecclesiastico con queste parole: I Giudici notati ciascuno pel loro nome, il cuore dé quali non fu corrotto, ed essi non si allontana- rono dal Signore: sia in benedizio- ne la lore memoria, e le loro ossa di la rifioriscano , dove riposano, e duri in eterno il nome loro, e passi @ loro figliuoli colla gloria Giudici. Vol. IF. 9 186 di que’ santi nomini, cap. 46. Sono parimente rammentati con laude dal- P Apostolo Paolo, Hebr. xt. 34. 35., | e celebrati per la esimia lor fede. E- quantunque di alcun diessi sieno in — questo libro medesimo raccontati i traviamenti e gli errori; contuttocid furon degni di tali encomii per le molte virtuose loro operazioni; e l’es- sere in tal guisa commendati dallo Spi- rito santo nelle Scritture, e Pessere nominati tra’ Santi, porge a noi tutto il motivo di pensare e di credere, che il loro fine fu santo. Dopo la ste- ria de’ tredici Giudici, nei cinque ultimi capitoli sono descritti alcuni fatti, 1 quali, per sentimento di mol- tissimi interpreti, credonsi avvenuti dopo la morte di Giosué, e prima che fosse eletto giudice Othoniel. Osservo gia s. Agostino (de Civit. xvin. 23.), che in tutto il tempo del governo de’ Giudici vedesi il popolo d’ Israele in una perpetua alternativa di afflizioni e di affanni per giusta pena de’ suoi peccati, e di prosperita, e di eonsolazione per effetto della divina mi- 187 sericordia, volendo Dio far compren- dere agli Ebrei carnali (non ad altro intesi, che a’ beni e mali presenti) co- me né la vittoria de’ nemici, né la felicita temporale ottener potevano, se non col mantenersi fedeli a Dio, e nell’ esatta osservanza delle sue leg- gi. 11 nuovo popolo, lo spirituale I- sraele ha migliori speranze e obbietti infinitamente pii grandi, pe’ quali dee vivere ed operare; contuttocid da questo esempio pud egli appren- dere, che alla fede sincera, e alla vera pieta appartengono le promesse anche della vita presente. §. Girola- mo poi parlando di questo libro af- ferméd, che quanti sono qui i prin- cipi del popolo, altrettante son le fi- gure; perocché ciascheduno di que- sti liberatori d’Israele con caratteri pi, o men chiari e manifesti rap- presentava quel Salvatore celeste, il quale da nemici’infinitamente peg- giori, e pit crudeli liberar dovea il genere umano. Oltre a cid nella va- rieta de’ fatti che sono qui riferiti trova Puomo cristiano utilissimi inse- 288 gramenti, vi trova esempi santissimi a imitare, e nelle cadute stesse e negli errori de’ pik grandi uomini trova saluberrime istruzioni, per le quali pud apprendere ad operare nel santo timore e tremore la propria salute, { | | [ IL LIBRO pe GIUDICILI CAPO PRIMO. Sotto la condotta di Giuda, e del suo fratello Simone si espugnano moltissime cittd delle Genti. Othoniel avendo presa Cariath-Sepher, prende per moglie Axa figliuola di Caleb col- la giunta diun podere che s inaffiava. Si salvane i Cananei tributarii. ° 1 P ost mortem Jo-« sue consuluerunt filii Israel Dominum, dicen- _ tes: Quis ascendet ante nos contra Chananaeum et eritdux belli? Dopo la morte di Giosué i fizliuoli a T- sraele consultarono il Signore, e dissero: Chi andra innanzia noicon- tro il Cananeo, e chi sara il capitano di que- sta guerra P 2. E il Signore disse: |. &Dixitgue Dominus: Giuda andra inaanzi: Judas ascendet: ecce Vers. 1. Dopo la morte di Giosué ec. Giosne non avea alla sua morte designato verun successore, ¢ le trib divise ne’ di- versi paesi ad esse assegnati, erano rette da’ loro capi particolari. Trattandosi adesso di ripigliare la guerra contro gli aatichi abi~ tatori della Cananea, il popolo vide la necessits di avere un ca~ po; ¢ percid ricorre al Signore, Le tribi erano in questo frat- tempo cresciute di forza, e di numero d’ uomini da poter venire a capo di tale impresa; © Dio senza destinare verun condottiere parucolare comanda, che la trib di Giuda cominci Ja guerra. a era pil forte, © numerosa @’ ogui altra tribu. 190 tradiditerramin manus ejus. 3. Et ait Judas Si- meoni fratri suo:Ascen- de mecum in sortem meam, et pugna contra Chananaeum., ut et ego pergam tecum in sertem tuam. Et abiit cum eo Simeor, 4. Ascenditque Ju- das , et tradidit Demi- nus” Chananaeum, ac Pherezaeum im. manus eorum : et percusserunt ix Bezec decem millia virorum. 5. Inveneruntque A- donibezee in Bezec, et pugnaverunt contra eum ac percusserunt Chazta- naeum, et Pherezaeum., 6. Fugit antem Ado- nibezec: quem persecuti comprehenderunt, cae- GIUDICI ‘ecco che io ho dato nelle sue mani quel paese, 3.E disse Giuda a Si- meone suo fratello: Vieni meco nella térra toccata a me in sorte, e combatti contro il Gananeo: io poi verrd teco nella terra, che é toceata in sorte a te. E Simeone si uni.con lat. 4. E Giuda si mosse, e il Signore li fe’ vinci- tori del Pherezeo : e-wccise- ro ia Bezec dieci mila uomini. del Cananeo, e | §. Imperocché s’ ins | contrarono in Bezec con Adonibezec, e com- batterono con lui, e mi- sero in rotta i Cana- nei, e i Pherezei, 6. E Adonibezec si fuggi: ma quelli lo in« seguirono, e lo presero, Vers. 3. Dissa Ginda a Simeone ec. La trib di Simeon avea Ja sua porzione dentro i limiti della stessa trib di Giuda , come si é vedute, Jos. x1x. Vers. 4. In Bexzec, Dovea essere la capitale di Adonibezec, il quale prendeva il nome della signoria di questa citta. S. Girola- mo parla di due. villagei detti Bezee vicini P uno all’ altro , di- stanti diciassette mighia da Sichem verso Scitopoli. CAPO L sis Summitatibus ma~ nuam ejus, ac pedum. 4. Dixitgue Adoni- besec : Septuaginta re- ges, amputatis manuum, ac pedum summitati- bus, colligebant sub ', mensa mea ciborum re- liquias: sicut feci, ita reddidit mihi Deus. Ad- duxeruntque eum in Je- rusalem, et ibimortuus est. 8. Oppugnantes ergo filti Juda Jerusalem, ceperunteam, et percus- serunt in ore gladii, tra- dentes cunctam incen- dio civitatem. 198 e gli tagliarono i polli- ci delle mani, e de’ pie- di. 4. E disse Adonibe- zee: Settanta re, a’qua- li erano stati Lagliati i pollici delle mani e det piedi mangiavano sotlo ‘Ja mia mensa i miei a- vanzi: Dio mi ha ren- duto quello che ho fat. to altrui. E lo condus- sero a Gerusalemme, e ivi mori. 8. Imperocché i fi- gliuoli di Giuda aven- do assediata Gerusa- lemme la presero, e vi fecero un gran macello, e diedero tutta la cilla alle fiamme. Vers. 6. Gli tagliarono { pollici delle mani, 4 de’ piedi. Per giusto giudizio di Dio fu fatto a lui quello che egli avea fatto a tanti altri. I] troncamento de’ pollici rendeva V uomo incapace di maneggiare le armi; e si legge avvenuto talora tra i Romani, che qualche padre mutilasse in tal guisa i figlinoli per esimerli dal!’ andare alla guerra: quindi secondo atcuni il titolo di pol- trone venne dal pollice troncato, Vers. 7. Settanta re. Quasi ogni citta aveva il suo signore ia quei tempi; e non é impossibile, che di una stessa citta pia regi fossero stati vinti, e trattati in tal modo I’ un dopo I’ altro da questo tiranno. Sembra, che ei si convertisse, € riconosciuto if vera Dio , morisse penitente, Vers, 8, duendo assediata Gerusalemme la presero. Nel ca- po x. di Giosué si racconta, come fu fatto prigioniero ¢ ucciso Adonisedech re di Gérusalemme: quindi comnnemente si crede. che Gerusalemme fosse allora occupata dagli Ebrei; ma dipoi li Jebusei, che eran padroni della citta di Sion, aveyano ripresa quella citta; onde quelli di Giuda la espugnarono, ¢ in certo 892 g. Et postea descen- dentes pugnaverunt con- tra Chananaeum, qui habitabat in montanis, .et ad meridiem, et in campestribus. ro. (1) Pergensque Judas contra Chana- naeum, qui hahitabatin Hebron ( cujus nomen fuit antiquitus Cariath- Arbe), percussit Se- sai, etAhiman, etThol- mai: . 11. Atque inde pro« fectus abutad habita- zores Dabir, cujus no- men vetus erat Cariath- Sepher, id est civitas “iterarum. 12. Dixitgue Caleb: Qui percusseritCariath Sepher, et vastaverit eam, dabo ei Axam fiw lam meam uxorem, Q) Jos. 15. 14, GIUDICI g. E di poi andarone a combattere contro il Cananeo abitante rel- la montagna , e a nezs zodi nelle pianure. 10. Indi Giuda st mosse contro il Chana- neo che abitava in He- bron (delta in antico Cariath-Arbe ), e mise in rotta Sesai, e Ahi- man, e Tholmai: 11. E partitosi di co- 44 ando contro gli abi- tanti di Dabir , di cui Pantico nome era Ca- riat-Sepher, vale a dire citta delle lettere. 12. E Caleb disse: fo dard per moglie Axa mia figlia a chi prende- ra Cariath-Sepher, e la distruggera. €° modo la purgarono dalle sozzure dell’ idolatria col darla alle fiamme, dovendo essa diveatare sede della religione , ¢ capitale del popol di Dio. * La presero ec. L aveano presa, e fattovi.on gran inacello, aveano data la cittd tutta alle fiamme. Vers. 10. Giuda si mosse contro il Cananeo che abitava in Hebron, Da questo versetto fino al 16. & raccontata la spediztone descritta, Jos. xv. 14., ec., ed é ripetuta in questo lnogo forse per significare , come non fu necessaric, che i figlinoli di Giada si desser briga per impadronirsi di Hebron: peroccha questa cit- era gid stala soggiogata , vivente ancor Giosue. nam a CAPO L 13, Cumque cepisset eam Othoniel filius Ce- nez, frater Caleb minor, dedit ei Axam filiam suam conjugeine 14. Quam pergen- tem in itinere moruit vir suus, ut peteret a patre suo agrum. Quae cum suspirasset sedens in asino, dixit ei Caleb: Quid habes? 15, At illa respondit: Da mihi benedictionem: guia. terram arentem dedisti mihi, da et irri- guam agquis. Dedit ergo ei Caleb irriguum su- perius, et irriguum in- ferius. 16. Filii autem Ci- naei cognati Moysi a- scenderunt de civitate palmarum cum filiis Juda, in desertum sor- lis ejus, quod est ad meridiem Arad, et ha- bitaverunt cum eo, 193 13. E avendola pre- sa Othoniel figlivolo di Cenez, fratello minore di Caleb, questi gli die- de per moglie Axa sua figlia. 14. E mentre ella si partiva col suo marito, questi l’avverti di chie- dere a suo padre un campo. Ed ella stando- si sopra il suo asino a- vendo gettato un so- spirole disse Caleb: Che hai? | 15, Ed ella rispose : Dammi la benedizione : giacché mi hai date un terreno asciutto, dam- Mene ancor uno che si possa inaffiare. Le diede adunque Caleb una ter- ra che s° inaffiaya da sommo ad imo. 16. Ma i figliuoli di Cineo parente di Mosé andarono dalla citta delle palme co’ figliuoli di Giuda neldeserto che era nella porzione di questi a mezzodi della cilla di Arad, e abilaro- no con loro. Vers. 16. Ma i figliuoli di Cinco ce-1 Cinei discesi da Jethro suacero di Mose, e da Hobab suo cognate si erano invorporati 9 19h 17. Abiit autem Ju- das cum Simeone fra- tre suo, et percusserunt ‘simul Chananaeum, qui habitabat in Sephaath, et interfecerunt eum. Vocatumque est nomen urbis, Horma, id est, Anathema. 18. Cepitque Judas Gazam cum finibus suis, et Ascalonem, at- gue Accaron cum tere MINIS $US. 19. Fuitgue Dominus cam Juda, et montana possedit : nec potuit de- flere habitatores val- fis, quia falcatis curri- bus abundabant. GIUDICI aq. Giuda poi mos- se con Simeone suo fra- tello, e assalirono il Gananeo che abitaya in Sephaath, e ne fecer, macello. E alla citta fu dato il nome di Horma, cioé Anatema. 18. E Giuda s'impa- droni di Gaza col paese circonvicino, e di Asca- Ione, e di Accaron col- le loro adiacenze. 1g. E il Signore fu con Giuda, e si-fe’padro- ne delle montagne; ma non poté levarsi d’ in- torno gli abitanti della valle che aveano gran numero di cocchi armas “ti di fale. cogli Ebrei, come si ¢ detto, Num. xxiv, 21., @aveano avuto per Joro stanza la citta delle palme, la quale ¢ probabile, che fosse Engaddi, e non Gerico (come alcuni pensano ) , citta distrutta, ¢ da non doversi riabitare secondo quello che leggesi Jos. vi. 26. En@¥ddi non era molto lontana da Gerico, ed era celebre an- ch’ essa pelle sue palme. I Cinei non contenti ( per quanto pub vedersi ) del loro soggiorno , se w’ andarono ad abitare nel deser- to appartenente alla trib. di Giada verso il mezzodi , dove era la cttta di Arad; onde i Cinei vennero ad abitare presso agli Amaleciti. Vers. 17. Il Cananeo che abitava in Séphaath. Si crede, che sia la stessa citta di Sephata, di cui si parla, 2, Paral. xiv. g. to. Vers. 19. Ma non pote ec. Con ragione credono molti inter- preti, che queste parole sieno qui poste come prese dalla bocca degli Ebrei, i quali volepdo scusarsi di non avere sterminate quelle genti , ¢ coprire la poca loro fede, ¢ la infingardaggine, € CAPO. 195 20. Dederuntgue Ca- 20. E diedero He- leb Hebron, (1) sicut di- bron a Caleb, secondo xerat Moyses, qui dele- Yordine di Mosé, e que< vit ex ea tres filios E~ gli ne slermin6 i tre fi- nac. gliuoli di Enac. . 21.Jebusaeum autem 21, Ma quanto alli habitatorem Jerusalem Jebusei che abitavano non deleverunt filii Be- in Gerusslemme, i fi- niamin: habitavitgueJe- gliuoli di Beniamin non busaens cum filiis Be- Vi disttussero: e abité lo niamin in Jerusalem,u- Jeuseo co’ hgliuoli di sgue in praesentem Seniaminin Gerusalem- diem, me, come anche in og- gi. 22, Domus guogueso- 22. Parimente Ia casa seph ascendit in Bethel, di Giuseppe mosse con- Suitgue Dominus cum tro Bethel, e il Signore i oo fu con essi. . 23, Imperocché nel tempo che assediavano quella citta, Ja quale’ pell’ avanti chiamavasi Luza, : eis. | 23. Nam rtim obside- . rent urbext, guae prius Luza pocabatur, G) Num: 314. 24. Jos. 15. 14, pusillanimits davan sempre la stessa risposta: Non abbiam po- into: € quelle genti hanno cocohi ferrati; onde con amara iro- nia furon percit proverbiati da Giosué, cap. xvii. 18. Da una ner- te adunque la diffidenza, ¢ il poco coraggio , dal!’ altra parte una falsa pieta che indusse gli Ebrei a lasciare tranquilli gli avanzi delle nazioni da Dio maledette , e a tollerare di vivere in varii luoghi insieme con esse, fu V origine di grandissimi mali per israele. * Non pote levarsi @intorno ec. Perché que’ di Ginda non meno che quei dele altre trib. non si tennero saldi nella fede in Dio, né si appoggiarono unicamente sulle divine promesse , ma si fidaron di sé, ¢ della lor forza, meritamente gli privé il Signore di quegli speciali aiuti, co’ quali avrebbere infallibil- mente vinti € distrutti affatte i lero nemici. 196 2h. Viderunt homi- nem egredientem de ci- vitate, dixeruntque ad eum: Ostende nobis in- troitum civitatis, et fu- ciemus lecum misericor- diam. 25. Qui cum dgtendis- sel els, percusserant ure bem in ore gladii:ho- minent autem illum , omnem cognationem e> jus dimiserunt. 26. Qui dimissus, ab- iit in terram Hetthim, et aedificavit ibi civitatem, pocavitque eam Luzam: guae ita appellatur ws sque it praesentem diem. 27. Manasse quoque non delevit Bethsan, et Thanaccumviculis suis, et habitatores Dor, et G1IUDICI 24. Osservarono un uomo, che usciva dalla cilla, e gli dissero: Inse- gnaci la via per entrare nella citla, ¢ userem Le« co miscricordia, 25, E quegli avendo- la loro insegnata, mise- ro a fil di spada tutlii ciltadini: ma diedero li- berta a quell’ uomo, e 2 ‘\utta la sua famiglia. 6. E questi, liberato cheNy, and6 nella terra di Hethim, e vi edifies una cid, cui diede il nome. di kuza: e cosi si chiama anche al di Vog= gi. 27.Manasse patimen- le non distrusse Beth. san, e Thanac co’ loro villagai, né gh abitants Vers. 24. Osservarono un uomo che usciva dalla citta, Sér- bra che quest’ uomo venisse a darsi volontariamente nelle mani degli Ebrei, persuaso forse da’miracoli fattida Div in favor degli Ebrei, che la swa patria dovea cadere nell@ore mani, e che Dio ne avea dato ad essi i] dominio. Dicendosi nel versetto preceden- te, che il Signore fu cogli Ebrei a questa conquista, pare, che if fatto di quest” uomo avesse qualche cosa di simile al fatto di Ra- hah; onde egli pud forse essere scusate in qualche modo det- Y aver tradita la patria: Vers. 26. Nella terra di Hetthim. Vorse nella terra degli He- thei abitanti al mezzodi della Cananea verso PAvabia Petrea, do- ve trovavasi una citta detta Lussa per testimonianza di Giusep- ye Ebree. CAPO L Jeblaam, et Mageddo cum viculis suis, coe- pitgue Chananaeus ha- buare cum eis. 28. Postquam autem confortatus est Israel, Jecit eos tributarios, et delere noluit. 29. Ephraim etiam non interfecit Chana- naeum, gui habitabat in Gazer, sed habitavit cum eo. 30. Zabulon non de- levit habitatores Cetron, et Naalol; sed habitavit Chananaeus in medioe- jus, factusgque est ei tri butarius. 31. Aser quogue non delevit habitatores Ac- cho, et Sidonis, Ahalab, et Achazib, et Helba, et Aphec, et Rohob: 32. Habitavitgue in medio Chananaei habi- tatoris illius terrae,nec interfecit eum. 33. Nephtali quoque non delevit habitatores Bethsames , et Betha- nath, et habitavit inter Chananaeum habitato- rem terrace, fueruntque 197 di Dor, e di Jeblaam, e di Mageddo co'loro vil- laggi, e cominciarono i Cananei ad abilare in- sieme con lui. 28. Ma dopo che I- sraele ebbe ripreso for- ze, se li fe’ tributarii, e non volle distrugger}i. 2g. Ephraim sunil- mente non istermind it Cananei, che erano in Gazer, ma abité con es- si. 30. Zabulon non di- slrusse’ gli abilanti dt Cetron, e di Naalol: ma iCananei abitarono con Yui, e furono suoi Lribu- tari. 31. Anche Aser non distrusse gli abitanli di Accho, e di Sidone, e di Ahalab, e di Achazib, e di Helba, e di Aphec, e - di Rohob: 32. E sistelte in mez- zo ai Gananei abitato- ri di quel paese, e non gli stermind. 33. Allo stesso modo WNephtali non distrusse gli abitatori di Bethsa-~ mes, e di Bethanath, ma dimord tra’Ghananei a- bitalori di quella Lerra, 198 ei Bethsamitae, et Be- thanitae tributarii: 34. Arctavitque A- morrhaeus filios Dan in monte, nec dedit eis lo- cum, ut ad planiora des scenderent : 35. Habitavitgue in monte Hares, quod int- terpretatur Testaceo, it Ajalon, et Salebim. Et aggravata est manus domus Joseph, factus- gue est ei tributarius. 56. Fuit autem ter- minus Amorrhagi ab a- scensuscorpionis, Petra et superiora loca. GIUDICI e iBethsamiti,ei Betha- nili furon suoi tribu- tariis 34. Ma sli Amorrbei serrarono 1 figliuolit di Dan sulla montagna, né lasciaron loro il modo di scendere alla pianu- ra; 35. E abitarono (gli Amorrhei)sul monteHa- res,che vuol dire Monte de’ vasi di terra, in Aja« lon,e in Salebim. Ma la casa di Giuseppe li su« perd, e se li rendé tribu- tarii. 36. Or il paese del- PY Amorrheo ebbe per confinit la saliia dello scorpione, Petra,e i luo- ghi superiori. Vers. 36. Ll paese dell? Amorrheo ebbe per confini ec. Cost dovea essere in antico, ma dipoi gli Amorrhei si erano dilatatt grandemente nelia Cananea, e di 1a dal Giordano, dove erano Og , e Schon di stirpe Amorrhea, ¥99 CAPO IL Un Angelo rammenta i benefizii di Dio; lo che udendo il popolo piange: ma dopa la morte di Giosue , e de’ coetanei di lui, Israele libe- rato pit volte , sempre va di male in peggio. a A scenditque An- gelus Domini de Gal- galisadlocum flentium, et ait: Eduzi vos de AE gypto, et introduxi in terram , pro qua ju- ravi patribus vestris: et pollicitus sum, ut non faceremirritum pactum meumvobiscum in sem- piternum ; 1. O. un Angelo del Signore and6 da Gal- gala al luogo de’ pia- gnenti, e disse: Io vi trassi dali Egitto, e v’in- trodussi nella terra pro- messa con giuramento a’ padri vostri: vi assi- curai di non rompere in eterno il patto ch’io fe- ci con voi: Vers. 1. Un Angelo del Signore andé da Galgala al luo- go ec. La storia che é qui raccontata, succedette assai tempo do~ po la morte di Giosué, la qual morte é dipoi riferita, vers. 6, 7. affine di reader conto del cambiamento di massime e¢ di costumi che era stato ne} popolo, quando furono morti con Giosné i se- niori, i quali insieme collo stesso Giosué aveano governato tanto bene lo stesso popolo. Le trib: mandate da Giosué a’ luoghi loro assegnati si scordarono ben presto degli ordini dati da Dio ri- guardo alle nazioni di Canaan , ¢ cominciarono a imitarne YP’ ido~ Jatria, e gl! impuri costami. Quindi I’ ira di Dio; quindi I’ Ange- Jo mandate a rimproverare ad Israele la sua ingratitudine. Jo non veggo ragione veruna assai forte per dubitare, se questo fosse un vero Angelo, o (come alcuni hanno creduto} un uomo di Dio, un profeta , né dobbiamo senza necessita distaccarci dall’ ordina- rio significato di questa parola. Quest’ Angelo fu veduto venire dalla parte di Galgala, luogo , che dovea rammentare agli Ebrei i benefizii ricevuti da Dio per tutto il tempo che vi avean dimo~ rato, e il rinovellamento dell’ alleanza, e€ le promesse solenui fatte a Dio di fedelta , ¢ obbedienza. Da Galgala adunque andd P Angelo al luogo che fu poi detto de’ piagnenti, In questo luoge 200 2. Ita dumtaxat ut non feriretis foedus cam habitatoribus ter- rae hujus, sed aras €a« rum subverteretis: et noluistis audire vocem meam: cur hoc fecistis? 3. Quam ob rem no- dui delere eos a facie vestra; ut habeatis ho- stes, et dii eorum sint vobis in ruinam. 4. Cumque logueretur Angelus Domini haee verba ad omnes filios Israel, elevaveruntipsi GIUDICE 2. Gon questo perd che voi non faceste al- leanza cogli abilanti di questo pacse, ma get- taste a lerra i loro alta- ri; e non avete volulo ascoltar la mia voce: per- ché avete fatto questo? 3. Per la qual cosa io non ho voluto ster- minar coloro dinanzi a voi, affinché gli abbiate nemici , e sieno gli dei loro vostra ruina. - 4. © nel tempo, in cui Angelo del Signo- re diceva queste parole a tutti i fighuoh d'I- vocem suam , et fleve- runt, sracle, eglino alzaron le strida, ¢ piansero. dovea essersi adunato il popolo afflitto dalle disgrazie che erano cadute sopra di lui, dopo che egli si era quasi scordato del suo Die. Aleuni credono, che il detto luogo fosse vicino a Gerusa- temme. Vers. 2. Con questo perd, che non faceste alleanza ec. Si é gia vedute , che varie trib: aveano fatte dell» alleanze cogli abi- tanti delle citts soggiogate , volendo piuttoste averli per servi e tributarii , che sterminarli. Vi erano state eziandio delle famiglie che aveano contratti de’ matrimonii con persone di quella schiat- ta. Tutto cid, come Dio I’ avea ben predetto, serype corrompere a poeo a poco la maggior parte della nazione. Vers. 3. Per la qual cosa non ho voluto ec. Voi non avete voluto obbedirmi, né sterminar quelle genti, allorché dovevate, ¢ potevate farlo, mentre io vi avrei aiutati: adesso io vi dico , che non vogiio sterminarle, affiaché servano di strumenti all’ ira mia per punirvi della vostra disobbedieuza. , Vers. 4. * E nel tempo in cui P Angelo det Signore ec. Dal seguito della storia rilevasi quanto poco fossero da valutarsi tat cAPO U. 5. Etvocatum estno- men loci illius locus: flentium, sive lacryma- rum : immolaverunique ibi hostias Domino, 6. (1) Dimisit ergo Josue populam, et abie- runt filii Israel unus- quisque in possessio- nem suam, ut obtineret eam, 4. Servieruntgue Do- mino cunctis diebus en jus, et seniorum, qui longo posteum vixerunt tempore, et noverant o- mnia opera Domini, quae feceratcumIsrael. 8, Mortuus est autem Josue filius Nun, famu- lus Domini, centum et decem annorum. (1) Jas. 24, 28. 201 §. Qnde quel luogo fu chiamato il Iuogo de’piagnenli, ovvero de’ piagnislei : e v’ immo- larono ostie al Signore. 6. Or Giosué licenzid il popolo, e se n’andaro- noi figliuoli @ Israele ciascuno alle possessio- ni toccate Joro in sorte per occuparle. q- E seryirono al Si- gnore per tutto il tem- po che duro egli, e i se- niori, i quali vissero lungamente dopo di lui, e sapevano tutte le o- pere che avea fatte il Si- gnore a favor d’ Israele. 8. E Giosué figliuo- lo di Nun, servo di Dio, si mori in eta di cento dieci-anni. lagrime esprease da timore merdmente servile: sicché imparissi- mo anon fidarei giammai de’ sentimenti d’ un’apparente pieta', ina a chiedere a Dio dopo il peccato Ja vera conversione del cuo- re, Pamore ‘cioé della divina legge , e ? odio d? ogni ingiustizia. Vers. 5, E ivi immolaron ostie al Signore. Tn certe occasioni straordinarie si osserva, che si veggono offerti sacrifizii anche fuori del tabernacolo, come cap. vi. 19., xu. 19., 2. Reg. ult, 25., a. Reg. xvnr. 56., ec.; onde da queste parole nou pud inferirsi , che il luogo de’ piagnenti fosse a Silo. Vers. 6, Or Giosué licensia il popolo ec. Si potrebbe tradur- re aveva licenziato il popolo, e se n’ erano andatii figliuoli @ Israele ec. Qui il sacro storico viene ad esporre V origine dei peccati, ¢ delle sciagure del popolo, come abbiam gia toceato di zopra. 202 9. Eisepeticrunt eum in finibus possessionis suae in Thamnathsa- re inmonte Ephraim a septentrionali plaga montis Gaas. 10.Omnisque illa ge- neratio congregata est ad patres suos: et sur« rexerunt alii, qui non noverant Dominum, et opera, quae fecerat cum Israel: a1. Feceruntque filit Israel malum in con- spect Domini, et sers vierunt Baal. "3a. de dimiserunt Dominum Deum pa- frum suorum, qui edu- werat eos deterra AE- gypti: et secuti sunt deos alienos, deosque populorum, qui habita- bant in circuitu eorum, et adoraverunt eos: et - ad‘iracundiam concitas verunt Dominum , GIuDIct! 9. E lo seppellirono a confini del suo relag- gioinThamnathsare sul monte Ephraim verso la parte settentrionale del monte Gaas. 10. EB tutta quella generazione si riuni co’ padri suoi, e altri succe- dettero, i quali non co+ noscevano il Signore, né le opere che egli avea fatte a favor d'Israele. 11.,Ei figliuoli d’I- sraele fecero il male al cospetto del Signore, ¢ servirono a Baal. 12, E rinunziarono al Signore Dio de’padri loro , che gli avea trat- ti dalla terra di Egitto, e seryirono gli dei stra- nieri, gli dei de’ popoli circonvicini , e gli ado- rarono: € provocarono ad ira il Signore, " Vers. g. * di confint. Dentro ai confini del suo rl@agzio. Jo- 0. Sue xxiv. ¥. Vers. 10. Tutta queNa generazione si riunt co! padri suoi. Frase usata sovente nelle Scrittnre, Ja quale include I aperta professione dell’ immortalita dello spirito umano, Vers, 11. * Servirono a Baal, Ebr. - Baalim. Baalim ¢ plu- rate. Ma si usa cosi anche nel nome dell’ unico vero Dio il plu- fale pel singolare. CAPO IL. 13. Dimittentes eum, et servientes Baal, et Astaroth. 14. Iratusque Domi- nus contra Israelem tradidit eos in manus diripientium + qui ce- perumt eos, et vendide- runt hostibus, qui habi- tabant per gyrum, nec potuerunt resistere ad- VEPSATIS SUIS + 15, Sed quocumgue pergere voluissent ma- nus Domini super eos erat, sicut locutus est, et juravit eis : et vehe- menter afflicti sunt. 16. Suscitavitgue Do- minus judices, qui libe- rarent eos devastai tium manibus ; sed nec eos audire voluerunt : 17. Fornicantes cum diis alienis, et adoran- tes eos. Cito deserue- 205 - 13. Rinunziando a lui per servire a Baal, e ad Astaroth. 14. E il Signore sde- gnatocontro Israele gli diede in potere di colo- ro che i predavano: e questi fi presero, e li venderono a’nemici che abitavano all intorno , ed essi non poterono pit far fronte a’loro ayver- sarii: 15, Ma dovunque vo- lessero andare,la mano del Signore era sopra di essi, come egli avea detto ,e giurato: e gli afflisse oltre modo. 16. Ma il Signore su- scité de’giudici, i qualt gli liberassero dalle ma- ni degli oppressori; ma memmen vollero ascol« tarlis 17. Ma peccavanoco- gli dei stranieri,; e gli adoravano. H ben pre- Vers, 13. Per servire a Baal, e ad Astaroth. Per Baal inten- donsi tutti i falsi_ dei de’ Gentili, per Astaroth. tutte le dee. Si distinguevano poi questi Baalim P un dali’ altro con qualche ag- giunto: onde Beelzephon , e Beelphegor dio de’ Moabiti , Beelze- bub degli Accaroniti, ec.: Astaroth , ovvero Astarte credesi , che fosse la Luna, o Venere. Vers. 14. * In potere di coloro che gli predavano. Significa i mali governatori del popolo. 204 runt viam, per quam ine gressi fuerant patres eorum: et audientes mandata Domini, om- nia fecere contraria. 18, .Cumgque Domi- nus judices suscitareé , in diebus eorum flecte- batur misericordia, et audiebatafflictorum ge« mitus, et liberabat eos de caede vastantium. ‘19. Postguam autem mortuus esset judex , revertebantur, et mul to faciebant pejora, guam fecerant patres eorum, seguentes. deos alienos, servientes eis, et adorantes illos. Now dimiserunt adinventio- nes suas, et viam dus rissimam,per guam.ame- bulare consueverunt, 20. Iratusque est fur ror Domini in Israel, et ait: Quia irritum fecit gens tstapactum meum, quod pepigeram cum patribus edrum, et vo~ cem audire contempsit: ai. Etego non de lebo gentes, quas dimi- GIUDIcI sto, abbandonarono Ia strada battuta da’ padri loro: e uditi avendo gli ordini del Signore fecer tutto alVopposto. 18. E mentre il Si- gnore suscitava de’giu-. dici, mentre questi vi- veano , si lasciava pie- gare a misericordia, e udiva i gemiti degli af- flitti,e li liberava dalle crudelt3 degli oppres- sori. Lo Lo 1g- Ma morto che era il giudice, tornavan quegli a far molto peg- gio di quel che avesser fatto i padri loro , se- guendo gli dei stranie~ ri, servendoli, e adoran- doli. Non abbandonaro- no i loro eapricci, né Y ostinato tenor di vita, a cui erano assuefatti. 20. E il furor del Si- gmore 6i accese contro Israele , ed egli disse : Perché questa nazione ha violato il patto fer- mato da me co’padri lo- ro, e ha ricusato di a- scoltar la mia voce: 21.Io pure non di« struggero le nazioni, le Fan a EO CAPO I. 205 sit Josue, ef mortuus ests 22. Utin ipsis expe- riar Israel, utrum cu- stodiant viam Domini, etambulent in ea, sicut custodierunt patres €0- Tum, an non. 23. Dimisit ergo Do- quali Giosué in moren- do lascid: 22, Affin di far prova per mezzo di queste, se Israele seguiti, 0 no, la via del Signore, e per essa cammini , come la seguitarono i padri lo- ro. 23, Il Signore adun- minus omnes nationes has, et cito subvertere noluit , nec tradidit in manus Josue. . que lascid stare tutle queHe nazioni, e non volle subito sterminar- le,e non le diede in potere di Giosué. CAPO I. Tsraele associandosi colle genti abbandonate dal Signore, si contamina colle loro scellera- tezze: guindi é maltrattato pit volte da’ re Sstranieri; ma ravvedutosi é liberato per mez z0 di Othoniel, di dod, e di Samgar. Hf ae sunt gentes, 1. SZueste son le guas Dominus dereli- nazioni lasciate dal Si- quit, ut erudiretin eis gnore, affin di discipli- Vers, 22. Affine di far prova per mezzo di queste ec. Mi ser- virb, dice Dio, di queste nazioni a provare, cioé a far si, che ma~ nifesto si renda ad essi, ¢ ad ogni uomo, se questo popolo vera- mente mi ami, o mi disprezzi. Se egli mi ama come suo Dio , re- sistera ag!’ inviti e alle lusinghe degl’ idolatri , che cercheranno di alienarlo da me, e io sarb suo protettore, e suo padre ; se ei si unisce eon questi, e va dietro a’ falsi dei, ¢ prende ad imitare i pravi costumi di quelle nazioui, io punir, e abbandonerd coa giustizia gl’ ingrati figliuoli. 206 GIUDICI Esraelem, et omnes, qui non noverant bella Cha- nanaeorum : nare per mezzo di esse Israele, cioé tutti quel- i che non sapevan nul- Ja delle guerre de’ Ca- nanei: 2. Affinché in appres~ so imparassero i loro fi- gliuolia combattere co’ nemici, e ad avvezzarsi 2, Ut postea disce- rent filii eorum certare cum hostibus, et habe- re consuetudinem prae- liandi : al maneggio dell’armi: 3. Quingue satrapas 3. Cinque satrapi de’ Philisthinorummnem- Filistei, tutti i Cana- gue Chananaeum, et nei, e Sidonti,ed Hevei, Sidonium, atque He che abitavan sul mon- vaeum, quihabitabatin te Libano dal monte di monte Libano de mon- Baal-Hermon fino al- te Baal-Hermon.usque YVingresso di Emath. ad introitum Emath. Vers. 1, Ciod tutti quelli che non sapevan ec. Quelli che si erano trovati alla lunga guerra di Giosué contro i popoli di Ca~ naan, e avean veduto tutto quello che i} Signore avea fatto a fa- vor d' Israele , vissero nella pieth; ma i loro discendenti si di~ menticarono de’ benefizii di Dio, ed ebbero bisogno che Dio li richiamasse a sé mediante le angustie, e le afilizioni che egli mandava sopra di Joro per mezzo delle nazioni stesse infedeli ri- mase’nel paese. Vers. 2. Affincht in appresso imparassero i loro figlitoli ec. Volle Dio, che gl!’ Israeliti percossi di tanto in tanto da quelle nazioni imparassero a conoscere quanto dura cosa é la guerra, imparassero a faticare, € sudare sotto Je armi, I loro padri non colle loro braccia , né colle Joro spade , ma col soccorso, col con- sighio, ¢ coll’ assistenza continua del Signore si. erano renduti terribili a tutte le penti: i figliuoli degenerati dalla pieta de’ pa- dri dovranno esercitarsi alla guerra sotto duri maestri , quali so- no i Filistei , gli Hevet, i Pherezei , gente nata al mestiero delle armi. Vers, 3, Cingue satrapi de Filistei. Si é veduto che di cinque satraple tre erayo state soggiogate dalla tribi di Giuda, Gaza , Ascalon , ¢ Avcaron ; ma queste si erano gia messe in liberta. sepeers GAP O Uf. 4. Dimisitque eos, ut in ipsis experiretur I- sraelem, utrum audiret mandata Domini, quae praeceperat patribus eorum per manum Moy- si, ant jon. 5. Ttague filii Israel habitaverunt in medio Chananaei, et Hethaei, et *Amorrhaei, et Phe- rezati,et Hevaei, et Je- busaei: 6. Etduxerunt uxo« res filias eorum, ipsi« que filias suas filiis eo- rumtradiderunt, et ser vierunt diis eorum. q. Feceruniqgue ma- lum in conspectu Do- mini, et obliti sunt Dei sui, servienies Baalim, et Astaroth. . 8. Iratusque contra Israel Dominus tradi-~ dit eos in manus Chu- san Rasathaim regis Mesopotamiae, servie~ runtque ei octo annis. 9. Et clamaverunt ad Dominum, qui suscita- 207 4. E il Signore li Ia- seid per provare per mezzo di essi Israele, se fosse obbediente, o no,a’comandamenti in- timati dal Signore a’pa- dri loro per mezzo di Mosé. 5, GI’Israeliti pertan- ta abitarono in mezzo a’ Cananei, e agli He- thei, e Amorrhei, e Phe- rezei, ed Hevei, e Jebu- sei: 6. E sposaron delle loro figliuole € marita- ton le proprie figlie co’ loro fighuoli , e serviro- no a’loro dei. q. E fecero il male al cospetto del Signore, esi dimenlicarono del Joro Dio, servendo a Baal, e ad Astaroth. 8. E il Signore irato contro Israele li diede in potere di Chusan Ra- sathaim re della Meso« potamia, e a lui furon soggetti per otto anni. 9. E alzaron le loro grida verso il Signore, Vers, 8. Li diede in potere di Chusan ec. Li feee soggetti a questo re, a cui pagavan tributo, Questo Chusan nel versetto 30. & detto re della Siria, cioé di quella detta de? due fiumi, che ¢ Ja Mesopotamia, 208 vit eis salvatorem , et liberavit eos; Othoniel videlicet filium Cenez Sratrem Caleb mino- rem (1): 10. Fuitquein eo Spi- ritus Domini, et judi- cavit Israel. Egressus- que est ad pugnam, et tradidit Dominus in manus ejus Chusan Ra- sathaim regem Syriae, ef oppressit eum. 12. Quievitque terra guadraginta annis , et mortuus est Othoniel filius Cenez (2). 12, Addiderunt au- tem filii Israel facere malumin conspectt Do- mini, qui confortavitad- versum eos Eglon re- gem Moab; quia fece- runt malum in conspe« clu ejus. GIUDIC!I il quale suscitd loro un salvatore che gli liberd, vale a dire Othoniel fi- glinolo di Cenez, fratel- Io minore di Caleb. 10.8 fu in lui lo Spi- rito del Signore, e giu- dicd Israele. E andé, e diede battaglia, e il Si- gnore diede in suo po- tere Chusan Rasathaim re della Siria, elo de- bello. 11. E il paese ebbe riposo di quarant’anni, e Othoniel figliuolo dt Cenez mori. 12, Mai figliuoli d’I- sraele ricominciarono a fare il male nel co- spetto del Signore , il quale diede forze con- tro di loro ad Eglon re di Moab: perché essi. avean peccato nel co- spetto di lui. Q) Sep. 1.13, (2) Jos. 14. 10. Vers. g. Suscitd loro un salvatore ec. Noto gid s. Girolamo che quanti in questo libro sono. i principi del popolo , tante so- no le figure: imperocché tatti figuravano colui, il quale una miglior redenzione dovea recare.a Israele, € a tutto il gencre umano, Vers. 10. * Giudicd. Governd Israele. Vers, 11, E il paese ebbe riposo di quarant? anni. Questi quarant’ anni si computano dalla morte di Giosué sino alla mor~ te di Othoniel. In questo tempo gl’ Israeliti dopo essere stati per alcani anni sotto dominio straniera Tarono Liberati da quell il- - lustre condottiere , ed ebbero pace, fino a tanto ch’ egli visse, ° cAPO IL 13. Et copulavit ei fi- kos Ammon et Amatlec: abiitgue , et percussit Israel, atque possedit urbem palmarum. 14. Servieruntque fi- li Israel Eglon regi Moab decem, et octo annis. 15. Et postea clama- veruntad Dominum, qui suscitavit eis salvate- rem vocabulo Aod, fe hum Gera, filii Jemini, qui utraque manu pro dextera utebatur, Mi- seruntque filii Israel per illum muneraEglon regi Moab. 209 13. E uni con lui i figiuoli di Ammon e di Amalec: ed egli si mosse , e mise in rotla Israele , e s’impadroni della citta delle palme. 14. Ei figliuolt @’ I- sraele furon soggetti ad Eglon re di Moab per diciotto anni. 15. E di poi alzaron le grida ‘al Signore, il quale suscilé loro un salvatore per nome Aod, figliuolo di Gera, fi- ghuolo di Jemini, il- quale si serviva della man sinistra come del- la destra. E i fighuoli d@ Israele mandarono per mezzo di lui de’re- gali ad Eglon di Moab. Vers, 12. e 13, Diede forze contro di loro ad Elon. Dio vo- lendo servirsi di questo re per gastigare gl*Israeliti, To rendé su- periore ad essi di forze, e permise ancora, che egli facesse lega eogli Ammoniti, ¢ cogli Amaleciti. Dio non mosse resto princi- pe a fare I’ ingiusta guerra, che ei fece contro Israele; ma della cattiva volonta di lui si servi ad eseguire i suoi giusti decreti ri~ guardo al suo popole. La citta delle palme, Engaddi. Vers, 15. Figlizolo di Jemini. Figliuolo di Beniamin, o sia della tribu di Beniamin: questa tribu era la pit maltrattata, ¢ oppressa da Eglon , ¢ da lei fece Dio uscire un nuove salvatore ’ Israele, Si serviva della man sinistra ec. Era cid pregio grande di un guerriero in que’ tempi, ¢ attesa 1a maniera delle armi usata allora, onde veggousi lodati anche per questo lato gli eroi presse OUniero. . Mandareén ... de’ regali ad Eglon. Vale a dire il tributo. perocché civ” intence nelle Scritture pel nome di regali. Giudici, Vol. LV. 10 “10 16. Qui fecit sibi gladium ancipitem, ha- bentem in medio capu- lum longitudinis pal- mae manus,et accinctus est eo subter sagum in dextro femore. 19. Obtulitgue mune- ra Eglon regi Moab. Erat autem Egloncras- sus nimis. 18. Cumgue obtulis- set ei munera, prose _cutus est socios, gui cum eo venerant. 19. Et reversus de Galgalis, ubi erant ido- la, dixit ad regem: verbum secretum habeo ad te, orex. Et ille im- peravit silentium ; e- gressisgue omnibus, qui circa eum erant, GiUDICI 16. Egli si fece un pugnalea due tagli col- la sua guardia lingo come la palma della mano.e lo mise sotto la sua casacca al fianco destro. 19. E presentd i re- gali ad Eglon re di Moab. Or Eglon era ’ grasso fuer di modo. 18. E offerti che eb- be a lui i regali, Aod ando dietro ai compa- gni che eran venuli con hui. 19. E poi torné da Galgala, dove erano gl’ idoli, e disse al re: Io ho da parlarti in segre- to, o re. Ed egli li fe’se~ gno di tacere: e ritira- tisi tulti quelli che e- ran con lai, Vers, 16, Un pugnale a due tagli colla sua guardia lun. go ec. Sembra dirsi, che tutto il pugnale colla guardia non aves~ se di lunghezza, se non un palmo, che é lo spazio che corre tra V estremita del pollice, e del? indice detla mano distesa. I pu- guale cosi era piuttosto come uno di quelli che si dicono da noi caltelli da caccia. Questo pugnale se lo mise Aod al lato destro certamente contro |’ usanza comune: perocché la spada portavasi dal lato sinistro presso gli Ebrei , come presso i Romani. Ma Aod facendo uso della sinistra, come della destra, si mise il pngnale da quella parte per meglio coprire i suoi disegni. Vers. 19. Da Galgala , dove erano g? idoli. Forse Eglon, e i suoi alleati avean messe delle statue de’ loro dei in quel luogo appunto , perché ivi era stata Inngamente V’ arca del Signore, ¢ Jo stesso Luogo era in venerazione presso gli Ebrei. Aod dovette 20. Ingressus est Aod ad eum: sedebat uutem in aestiva coe naculo solus, dixitque : Ferbum Dei habeo ad te. Qui statim surrexit de throno: 21, Extenditque Aod sinistram manum , et tulit sicam' de dexte- ro femore suo, infixite que eam in ventre ejus 22. Tam valide, ut capulus sequeretur fer rum in vulnere,ac pin- guissimo adipe stringe- retur. Nec eduxit gla- dium, sed ita ut per- cusserat, reliquit in corpore; statimgue per CAPO IIL 2e 20.Aod se gli appres- a0, e slando quegli solo in una camerada estale gli disse: Io porto a te una parola di Dio. E quegli subitamente si alzé dal trono : 21. Ma Aod stese Ja man sinistra, e preso il pugnale dal suo destro lato, lo ficcd a lui nel ventre 22. Con tanta forza che la guardia penetré dietro al ferro nella fe- rita, e vi rimase coper- ta nella eccessiva pin- guedine. Ed egli non ti- ré fuori il pugnale, ma dalo che ebbe il colpo, fingere di aver avata a Galgala qualche oracolo o da Dio, 0 dagli dei di Eglon ; nel.ghe & impossibile lo scusarlo da menzogna , né i santi stessi sono sempre esenti dalle imperfezioni, le quali so- vente si mescolano nelle arioni pii grandi. Benché Eglon fosse un oppressore , un tiranno, il quale si adoperasse eziandio ad alienare gli Ebrei dal vero Dio per ridurli all’ idolatria; contut~ tocio il fatto di Aod non sarebbe stato lodevole, non sarebbe sta~ to senza colpa dinanzi a Dio, se lo stesso Dio padron della vita, ¢ della morte de’ regnanti, come di tutti gli altri nomini, non avesse con segni certi, e straordinarii chiamato Aod a simile im- presa. Ma quando Dio ha parlato, allora Aod diviene un ministro della giustizia divina; e cio che egli fa per ispirazione del Si- gore , € per autorita datagli dal cielo, non puv servire giammai diregola, né di esempio. I Cristiani certamente non debhono ignorare , che secondo la parola dell’ Apostolo , ogni podesta vies ue da Dio, e per quanto di tal podesta abusi ? aomo, che ne é rivestito, le sole armi, alle quali sia lecito di ricorrere, sono Y orazionc , umilta, ¢ la pazienza. 212 secreta naturae .alvi $tercora proruperunt, 23. 4od autem claue sis diligentissime o- stiis coenaculi, et ob- frmatis sera, 24. Per posticum e- gressus est. Servique regis ingressi viderunt clausas fores coenacu- ti, atque dixerunt: For- sitan purgat aloum in aestivo cubiculo: 25. -Expectantesque diu donec erubescerent, et videntesquod nullus aperiret , tulerunt cla- vem; et aperientes inve- nerunt dominum suum im terra jacentem mor- tuum, 26. dod autem, dum illi turbarentur, effugit, et pertransiitlocumido- lorum , unde reversus Suerat, Penitque in Seirath: GIUDICI lasciollo fitto nel ven- tre: e subito per le se- grete vie naturali. si- sgravo il corpo de’ suoi escrementi. 23,Ma Aod, chiuse a chiave con tulta solle- citudine le porte della camera, 24. Usci per la porta di dietro. E venuti i servi del re vider chiu+ se le porte della came- ra, e dissero: Forse egli soddisfa a qualche biso- uno naturale. nella ca- mera d'estate: © | 25. Ma avendo lun- gamente aspettato , né sapendo pii che pensa- re, veggendo come nis« suno apriva, preser la chiave , e aperto che ebbero, trovarono il lo- ro signore giacente per terra morto. 26. Ma in mezzo al loro turbamento Aod se ne fuggi, e passa pel luogo degt'idoli, di do- ve avea dato volta in- dietro. E arrivé a Seix rath; ' Vers, a2. * Vi rimase coperta, Serrata dall’ eccessiva pin- guedine, GAPO It. 29. Et statim inso- nuitbuccinain monte E+ phraim: descenderunt- gue cum eo filii Israel , ipso infronte gradiente. 28. Qui dixit ad eos: Sequimini me + tradi- dit enim Dominus inti- micos nostros Moabi- tas in manus nostras. Descenderuntgue post eum, et oecupaverunt vada Jordanis, quae transmittunt in Moab, etnon dimiserunt trans- ire gquemquam, . 29. Sed percusserunt Moatitas in tempore illo circiter decem mil« La, omnes robustos, et fortes viros: nullus eo- rum evadere potuit. 30.. Humiliatusque est Moab in die illo sub manu Israel: et guievit terra octoginta annis. 31. Post hune fuit Samgar filius Anath, qui percussit de Phili- 213 27. E immediata- mente diede fiato alla tromba sul monte E- phraim; e scesero con lui i figliuoli d’ Israele, andando egli innanzi a loro, 26. E disse loro; Se- guitemi ; imperocché il Signore ha dati in no- stro potere i nostri ne- mici i Moabiti, E que- gli andarono dietro a lui, e occuparono i gua- di del Giordano, per do- ve si passa a Moab, e non lasciarono che al- cun passasse. 29. Ma uccisero in quel tempo circa dieci mila Moabiti, tutti gente robusta, e valo- rosa: nissuno di essi poté scamparla. 30. E fu umiliato ia quel giorno Moab. sot- to il braceio d’ Israele : e il paese ebbe riposo per ottant’anni. 31.Dope Aod fu Sam- gar figliuolo di Anath, il quale uccise secento Vers. 30. Per ottant? anni, i quali si contano dalla morte di Othoniel alla morte di Aod. Vedi vers. 14. 214 stiim sexcentos viros gomere : et ipse guogue defendit Israel. GIUDICI uomini Filistei con un vomere: ed egli pure fu il difensor a’ Israele. CAPO IV. Debora la profetessa , e Barac combattono feli- cemente contro Sisara. generale dell’ esercito del re Jabin.Sisara fuggitivo é ucciso da Jahel moglie di: Haber Cineo. : 1. A ddideruntque filii Israel facere ma- dum in conspectu Do- mini post mortem Aod, 2, (1) Et tradidit il- los Dominus in manus Jabin regis Chanaan, gui regnavit in Asor: habuitque ducem exer- citus sui nomine Sisa- ram ; ipse autem habi- tabat in Haroseth gen- 1. M. i figliuoli ? Israele ricominciarono a far il male nel cospet- to del Signore, morto che fu Aod, 2. £ il Signore li die- de in potere di Jabin re di Canaan, il quale regno in Asor: ed ebbe per condottiere del suo esercito uno chiamato Sisara,ed egli abitavain Haroseth delle nazioni. dium. Q) &. Reg. 12.9. Vers. 31. Uccise secento Filistel con un vomere. Egli dovea essere a lavorare nel campo , quando facendo i Filistei_ uva scor- reria. nel paese, egli non avendo altre armi si servi del suo vo- mere. Da tal condizione , ¢ da tal vita Samgar fu chiamato al go- verno d? Isracle, di cui { come dice la Serittura) egli fu il difen- sore, Aleuni hanno creduto , che ei fosse giudice delle sole tribiu di Ginda, di Dan, e di Simeone , eh’ erano vicine a Filistei. Vers. 1. Murto che fu Aod. Non si parla di Samgar si perché Ul suo governo {fu ristretto a tre sole trib, come abbiam detto , ¢ si perché fu di poco tempo, mm CAPO Ivy. 3. Clamaveruntque filii Israel ad Domi- num: nongentos enim habebat faleatos cure rus, et per viginti an- nos vehementer oppres- serat-eos. 4. Erat autem Debo- ra prophetissa uxor Lapidoth,'guae judicas bat populum inillo tem- pore. 5. Et sedebat sub palma, quae nomine il- ius vocabatur , ‘inter Rama, et Bethel in monte Ephraim: ascen- debantque ad eam fie i Israel in omne ju- dicium, 6. Quae misit et vo- cavit Barac filium Abi- noem de Cedes. Neph- thali, dixitque ad eum: 215 3. E i figliuolt d’ I. sraele alzaron le grida al Signore: perocché Jabin avea novecento cocchi armati di falci, e gliavea vessati fuor di modo per venti anni, 4. Ma eravi una pro- fetessa , Debora moglie di Lapidoth, la quale in quel tempo reggeva ik popolo, 5. Ella stava a sede- re sotto una palma, la quale prese il nome da lei, tra Rama, e Bethel sul monte Ephraim: e andavano a leii figliuo- li d'Israele per tutte le loro Iiti. 6. Ed ella mandé a chiamare Barac figlino- to di Abinoem di Gedes di Nephthali , e gli dis- Vers. 2. Jabin re di Canaan, che regno in Asor. Nel capo xa Jos. veggiamo un Jabin re di Asor vinto , € ucciso da Giosué , € Ja sua citta data alle fiamme. Questo nuovo Jabin dovea essere della stirpe del primo , 0 suo successore; onde avea ristaurata Ta cittd di Asor , e ivi regnava. Ed egli abitava ec. Cid s’intende di Sisara. Non si sa il luogo della citta di Haroseth ; ma si vede, che essa era popolata da un miscuglio di varie nazioni. Vers. 4. Una profetessa, Debora ec. Alcuni Padri han credu- to, che ella fosse vedova , e che Barac fosse suo figliuolo; ma cid non ¢ certo, Vedi Hieron. ep. ad Furiam. Debora vuol dire Ape. Barac fu giudice insieme con Debora; ma la principale au- torita risedeva in questa gran donna, alla quale cedeva volen- tieri lo stesso Barac. 216 Praecipit tibi Domi- nus Deus Israel, va- de, et duc exercitum in montem Thabor,tol. lesque tecum decem millia pugnatorum de filiis Nephthali, et da filiis Zabulons © 4. Ego autem addu- cam ad te in loco tors rentis Cison Sisaram principemexercitus Ja- bin , et currus ejus, ate que omnem multitudi- nem, ettradam eos in manu tua. ‘ | Be Dixitgque ad eam Barac: Si. venis me- cum, vadam ; si nolue- ris venire mecum, non pergam. 9+ Quae dixit ad eum: Ibo quidem te- GIUDICI se: Il Signore Dio d'I- sraele li comanda, va, e conduci l’esercito sul monte Thabor, e pren- di teco dieci mila com- hattenti della tribh di Nephthali, edi quella di Zabulon: | 7. E io condurré a te in un luogo det torren- te Cison Sisara condot- tiere dell’ esercito di Ja- bin, e i suoi cocchi, e duita sua gente, e li dar6é in tuo potere. 8. Ma Barac le disse: Se tu vieni con meco, io anderé; senon vieni meco ,io non mi muo- yo. g. Ed ella rispose a lui: E bene, io verro te- Vers. 6. Di Cedes, di Nephthali. Cedes, o Cades della trib di Nephthali ; lo che si aggiunge per distinguerla da due altre che erano una nella tribu d@’ Issachar, F altra nea trib di Giuda. Sul monte Thabor. Questo monte era a’ confini delle tribu di Zabalon, e d’ \ssachar ; & isolato nel mezzo di una gran pianu- xa. Sopra di esso per comun sentimento segui Ja trasfigurazione di Cristo. . Vers. : L In un luogo ‘del torrente Cison. Hi Cison corre da mezzodi del monte Thabor. Hy Vers. 8, Se non vieni meco ec. Barac é lodato pella sua fede e speranza in Dio ; onde convien prendere queste parole non come indizio di timore, o di diffidenza, ma come dettate a lui dal gran desiderio che avea d’aver Debora seco in una impresa di tanta importanza, affine di esser meglio in istato di eseguire i veleri di Dio mediante i consighi di uaa gran donna iluminata dalle Spirito divino, Vedi Heb. xi. 32. GAPO Iv. eum, sed in hac vice victoria non reputabi- tur tibi; guia in manu mulieris ‘tradetur Si- sara. Surrexit itague Debora,et perrexit cum Barac in Cedes. 10. Qui, accitis Za- bulon et Nephthali, a- scendit cum decem mil. libus pugnatoram, ha- bens Deboram in comi+ tatu sto. 11. Haber autem Ci- naeus recesserat guon- dam aceteris Cinaeis Sfratribus suis filiis Ho« bab, cognati Moysi: et tetenderat tabernacula- usgue ad vallem, quae vocatur Sennim, et erat juxta Cedes, 13. Nuntiatumqueest Sisarae,quod ascendis- set Barac filius Abi» au co, ma per questa volla non sara attribuita a te Ja vitloria; perocché Si- sara sara dato nelle ma- ni di una donna, Allora Debora si alz6 ,e andd con Barac in Cedes. 10. Ed egli, chiamati ase quelli di Zabulon e di Nephthali, si mos- se con dieci mila com- battenti, avendo Debora in sua Compagnia. ut. Or Haber Cineo si era discostato dagli altri Ginei suoi fratelli fighiuoli di Hobab, pa- rente di Mosé: e avea spiegate le sue tende fi- no alla valle detta di Sennim, ed era vicinoa Cedes, - 12, E Sisara ebbe av- viso, come Barac fi- gliuolo di Abinoem era Vers. g. Sisara sara dato nelle mani dé una donna. Una donna, ciot Jahel, ebbe la gloria di uccidere Sisara; una donna, ciog Debora , fu la direttrice dell’ impresa. Ando con Barac in Cedes. A Cedes sembra, che doveano rannarsi le milizie ebree per indi passare sul Thabor. Jabin mandy Sisara contro gli Ebrei , ¢ anche mando altre schiere ver- so il Cison. Medi cap. v. 18. , Vers. 11. Haber Cineo si era discostato éc, Quando gli altri Cinei erano passati dalle vicinanze di Engaddi in-un altro paese (Jud, 1, 16.,), Haber si separo da quelli, e ando a stare nella valle di Sennim nella tribu di Nephthali, ed era stato neutrale in questa guerra di Jabin cogli Ebrei, Vedi vers. 17. ‘ Giudici. Vol. IF. 10 * 218 noem in montem Tha- bor: - 13. Et congregavit nongentos falcatos cur- rus, et.omnem exerci-« tum de Haroseth gen tium ad torrentem Ci« son. 14. Dixiique Debora ad Barae: Surge; haec est enim dies, in quia tradidit Dominus Sisa- ram in manus tuas 3 en ipse ductor est tuus. De« scendit itague Barac de monte Thabor, et decem millia pngnato- vum'cum ea: 15. (2) Perterruitgue Dominus Sisaram, et omnes currus ejus; uni- versamgque multitudi- nem in ore gladii ad conspectum Barac,; in tantum, ut Sisara de curru desiliens, pedi- bus fugeret 16. Et Barac perse- gueretur fugientes cure rus, et exercitum usque ad Haroseth gentium; et omnis hostium mul- titudo usque ad inter- necionent caderet. (1) Psalm. 82. 10. GiUDIcr andato al monte Tha- bor: . 13, Eaduné novecen- to cocchi armati di fal-, ci,-€ si mosse con tulto Pesercito di Haroseth delle nazioni verso il. torrente Cison. 14. E Debora disse 4 Barac: Levati su; peroc- ché questo @ il giorno, in eui il Signore ha da- to nelle tue mani Sisa-. ra: ecco che eglié tua scorta, Scese adunque Barac dal monte Tha- bor , e con lui i dieci | mila combalttenti. 15. E il Signore get- to spavento sopra Sisa- ra, e i suoi cocchi, e so« pra tutta la sua gente, che fu messa a fil di spada al primo apparire. di Barac ; talmente. che. Sisara saltato git dal cocchio fuggissi a piedi: 16.E Barae insegui i cocchi che fuggivano, e le schiere fino ad Ha- roseth delle nazioni: e tutta la turba de’nemi- ci peri dal primo fino al. Yultimo. CAPO IV. 17. Sisara autem fu- giens pervenit ad ten- torium Jahel ucxoris Haber Citaei. Erat enim pax inter Jabin regem Azor, et domum Haber Cinaei, 18. Egressa igitur Jahel in oceursum Sis sarae,dixitad eum: In- tra ad me, domine mi: intra, ne timeas. Qui ingressus tabernacu~ lum ejus, et operius ab ea pallio, 19. Dixit ad eam: Damihi, obsecro, paul- lullum aquae, quia si- tio valde. Quae aperuit utrem lactis, et dedit et bibere, et operuit illum. 20. Dixitque Sisara ad cam: Sta ante o stium tabernaculi: et cum venerit aligquis in- terrogans te, et dicens: Numguid hic est ali- guis ? Respondebis: Nullus ese. 21g 17. Sisara poi fuggen- do arrivé allatenda di Jahel moglie di Haber Cinco. Imperocché era« vi pace tra Jabin re di Azor, e la casa di Haber Ciueo, 18. Usei adunque Jas hel incontro a Sisara, e gli disse: Entra in casa mia, Signore: entra,non temere. Ed egli entrd nella tenda di lei, ed el- la lo ricoperse con w mantello. : 19. Ed ei le disse: Dammi di grazia un po” di acqua, perché ho gran sete. Ed ella aper= seunotre di Jatte, e die- gli da bere, e lo copere se con un mantello. 20, E Sisara te disse: Sta dinanzi alla porta della tenda; e venendo alcuno che domandi, ¢€ dica: Vi ha egli qua al- cuno? Risponderai: Non ci é nissuno. Vers. 17. Arrivd alla tenda di Jahel. 11 marito Haber dovea essere lontano dalla sua tenda, e le donne aveano Ja loro separa- ta, come si & veduto altre volte. Vers. 19. dperse un otre di latte. O perché non avesse pron~ ta P acqua, o per dimostrazione di maggior affetto , o per conci- are a Sisara il sonno. 220 au. Tulit itaque Ja- hel uxor Haber clavum tabernaculi, assumens pariter et malleum: et ingressa abscondite, et cum silentio, posuit su- pra tempus capitis ejus clavum, percussumque malleo defixit in cere- brum usque ad terram: gui soporem morti con- socians defecit, et more tuus est. : GIUDICI 21. Prese adunque Jahel moglie di Haber un chiodo della tenda, e con esso prese anche un martello: e ands ta- cita,e cheta, e applicé il chiodo sulla tempia del capo di lui, e datogh un colpodimartellolospin- se nel cervello, e confic- cé Sisara sulla terra, ed egli passando dal sonno alla morte peri. Vers. 21, Prese Jahel... un chiodo della tenda. Uno di quei ‘chiodi , a’ quali fitti in terra erano raccomandate le corde, onde sostenevasi la tepda di pelli. In questo fatto di Jake] dobbiamo considerare , che i Cinei érano incorporati nella repubblica ebrea, della quale Jabin e Sisara suo capitano erano pubblici, e dichiarati nemici. EK. vero, che Haber era stato neutrale in questa guerra; ma cid neu vuol dir altro, se non che egli non avea dato ainto agl’ Israeliti, ¢ non era state inquietato da Jabin; ma non poteva sussistere tra I’ uno e Paltro alleanza, né confederazione di sorta alcuna, essendo Ha-~ ber obbligato ad aver per nemici i nemici degli Ebrei,; ma que- sta specie di neutralita fu causa, che Sisara si fidasse di entrare nella tenda. di una donna Cinea. Questa lo accoglie, e ispirata da Dio con animo pitt che virile trafigge il superbo nemico, € salva la repubblica, onde @ lodata dallo Spirito santo per bocca di Debora nel capo seguente. Quanto alle parole , colle quali el- Ja invitd Sisara a entrare nella sua tenda, aelle quali parole sembra trovatsi una specie d’ inganno, se noi poniamo, che Jahel. fosse gia ispirata fin da quel punto a fare il gran colpo, brame- rei di sapere da’ critici, in qual altro modo ella poteva parlare per far s1,, che Sisara entrasse senza sospetto , dove lo aspettava da morte. Fa d’ uopo perciv di riguardarle in tal supposto come parole di una donna nemica, le yuali contengono una non inusi- tata ironia. Se ella non era ancora ispirata, ma Dio le fece solo in appresso conoscere Ja sua volonta, la sna causa ¢ ancor pia agevole a difendersi ; perocché avrebbe allora parlato con tutta schiettezza , sebbene di poi , inteso il volere di Dio, cangiasse di sentimenta. ¥ Padri hanno ravvisato in Debora la chiesa Giudai- ca, la quale fu la prima ad alzar bandiera contro i} regno. del cAPO IV. 22. Et ecce Barac sequens Sisarampenie- bat: egressague Jahel inoccursum ejus, dixit ei: Veni,et ostendam tibi virum, quem quae- ris. Qui cum intrasset ad eam, vidit Sisaram jacentem mortuum, et clavum infixum in tems pore ejus. 23, Humiliavit ergo Deus in die illo Jabin regem Chanaan coram filtis Israel: 2h. Qui crescebant quotidie, et forti_ manu opprimebant Jabin re- gem Chanaan , donec delerent eum. 221 ‘22. Quand’ ecco che arriva Barac, che dava dietro a Sisara: e Jahel andatagli incontro gli disse; Vieni, e farottive- dere colui che tu cerchi. Ed entrato che fu den- tro, vide Sisara giacen- te, e morto, e il chiodo fitto nella sua tempia. 23. Il Signore cosi ue milié in quel giorno Ja- bin re di Canaan di- nanzi a’figliuoli d’Israe- le: 2h. I quali prendevan vigore ogni di pit,e con mano forte premevano Jabin re di Canaan, fi- no a tanto che Pebbero distrutlo, demonio ; ma la piena vittoria sopra questo terribil nemico del- VP uman genere era riserbata a Jahel donna straniera innestata ab popol di Dio come un ramoscello d’ ulivo salvatico a un dome- stico ulivo, La piena vittoria sopra il demonio era riserbata alla Chiesa dei Gentili, Ja quale armata della croce di Gest Cristo abbatté il demonio , ¢ distrusse il suo reguo, 222 GIUDIC!I CAPO V. Cantico trionfale , e di rendimento di grazie di Debora e,di Barac dopo la vittoria. . Cccinerun ue Debora et Barac filius Abinoem in illo die, dicentes : 2. Qui sponte obtulix stis de Israel animas vestras ad periculum, benedicite Domino. 3, Audite reges; au- vibus percipite princia pes: Ego sum, ego sum, quae Domino canam, psallam Domino Deo Israel. 4. Domine, cum exi- res de Seir, et transi- res per regiones Edom, terra mota est, coelique ac nubes distillaverunt aquis. Bh E cantarono De- bora e Barac figlivolo di Abinoem in quel giorno, e dissero: 2. Uomini d'lsraele, i quali offeriste volonta- riamente al pericolo le vostre vite, benedite il Signore. 3. Ponete mente, o regi; prestate le orece chie, 0 principt: Io so- no, son io quella che canterd al Signore, da- rd innidi laude al Signo- re Dio @ Israele. 4. Signore, allorché tu partisti da Seir,e ti avanzasti per le region diEdom, la terra si scos- se, ei cielie le nuvole si sciolsero in acqua. > Vere. t. Cantarono Debora e Barac. Questo bellissimo can- tico fu composto da Debora; ed ella lo canty insieme colle don- ne ebree: Barac lo cant co’ suoi soldati. Vers. 4., 5, Signore, allorche tu partisti da Seir ec. Debora yammenta con quanto apparato di grandezza e di maesti Dio st facesse vedere al suo popolo, allorché lo conduceva pe’ monti di Seir, ¢ ne’ paesi dell’ idumea, e al monte Sina ( posto nella stes- sa regione di Seir ¢ di Edom) per dar ivi al popolo la sua leg- GAPO V. 5, Montes luxerunt afade Domini, et Six nai 2 facie Domini Dei Esreel. 6. In diebus Samgar fli Anath, in diebus Jahel quieverunt semi- tae. et gui ingredie- bantur per eas, ambu- luverunt per calles de- vios. 7. Cessaverunt fors tes in Israel, et guie- verunt, donec surgeret Debora, surgeret ma- ter in Israel. 8. Nova bella elegit Dominns, et portas ho- 223 5. T monli si strusse- ro al cospetto del Si- gnore, e il Sinai dinan- zi alla faccia del Dio d’I- sraele, 6. Nei giorni di Sam- gar figltuolo di Anath, ne’ giorni di Jahel le strade non erano pit battule: e que’ che so« lean frequentarle, cam- minavano pe’sentieri in- accessibili, 7. Venner meno gli uomini di valore in I+ sraele, ed erano spauri- ti, fino a tanto che De- bora compari, compari una madre per Israele. 8. Il Signore ha pre- so nuovi modi di guer- ge. Ella dice che la terra, il cielo, le nuvole, i monti diedero in quel modo che ad essi era permesso , segni visibili del lord osse- quio, e venerazione verso il loro Creatore. Questo pensiero ¢ to- talmente simile a quello di David, Ps. 67. 8. . Vers. 6. Ne’ giorni di Samgar ... ne giorni di Jahel. Ella de- scrive tutto il tempo scorso dalla giudicatura di Aod fino a que- sta vittoria; lo descrive , dico, col rammentare i due personaggi piu illustri di tutto quell istesso tempo, Saingar giudice, ¢ Jahel agguagliata per ka sua virtu, benché donna privata, ad un gran principe. In questo tempo dice Debora che le strade erano de- serte, e chi dovea per necessita far viaggio prendeva i piu sco- scesi , € trasandati sentieri: tanto era temuto Jabin , e il suo ca~ pitano Sisara. : Vers. 7. Compart una madre per Israele, Ella si chiama ma- dre d’ Israele per P affetto, ¢ per I’ autorita acquistata colle sue profezie, * Fenner meno gli uomini di valore. Ebr. Eran deserti i _villaggi @ Israele, 224 stiumipse subvertit:cly- peus; et hasta si appa- ruerint in quadraginta millibus Israel. q. Cor meum diligit prineipes Israel: qui propria voluniate obtu- listis vos discrimini, be- nedicite Domino. 10. Qui ascenditis super nitentes asinos, et sedetis in judicio, et ambulatis in via, logui- mini. 11: Ubi collisi sunt currus, et hostium suf- focatus est exercitus , ibt narrentur justitiae Domini, et clementia in fortes Israel: tune descendit populus Do- mini ad portas , et ob- tinuit principatum GIUDICEI reggiare, ed egli ha di- strulte le forze nemi- che: non si vide in qua~ ranta mila soldali @ I- sraele uno scudo, o wna Tancia. i . g. li mio cuore amai principi a Israele: voi che vi offeriste volonta- rii al popolo, benedite il Signore. 40. Parlate voi che cavalcate i begli asini, e voi che sedete su’ tri- bunali, e voi che batte- te Je sirade pubbliche. 11. Cola dove i coc. chi furono infraniti, e dove i] nemico esercito fu aflogato, ivi si rac- contino le vendette del Signore, ela clemenza verso icampionid Israe- le: allora fu che il popo= lo del Signore si aduno alle porte, e riprese il principato: Vers. 8. Non si vide ec. Debora dice che in dieci mila uomini, i quali assediati sul Thabor andarono ad assalire il nemico , non ve n’era uno che fosse armato di scudo, e di lancia: erano adun- que gl’ Israeliti talmente oppressi sotto Jabin, che non era stata dasciata loro aleun’ arma ne da difesa, né da offesa; contuttocio que’ dieci mila uomini malissimo armati sbaraglianc, ¢ distruggo- no un’ armata numerosissima, e invineibile. Vers. g. Foi che volontarii vj offeriste ec. Questo & come if yitornello del cantico. Vers. 10. Voi che battete le strade pubbliche. Le quali prima erano ehiuse a tutti i viandanti, ce cAPO VY. 12. Surge, surge, De- bora, surge, surge; et loquere canticum: sur- g¢, Barac, et apprehen- de captivos tuos, fili Abinoem. 13. Salvatae sunt religuiae populi; Do+ minus in fortibus di- micavit. 14. Et Ephraim de- levit eos in Amalec, et post eum ex Beniamin in populos tuos, o A- matlec: de Machir prin- cipes descenderunt , et 225 12, Su via, su via,o Debora, su via, su via, intuona il cantico: su via, o Barac, melti le mani su’tuoi prigionie- ri, o figliuolo di Abi- noem, 13, Le reliquie del popolo sono salvate; i Signore ha combattuto co’valorosi. 14. Uno di Ephraim gli stermind in Amalec, e dopo dilui uno di Be- niamin a ruina delle tue genli, o Amalec: da Machir son discesi de’ principi , e da Zabulon capitani di eserciti per la guerra. de Zabulon , qui exer citum ducerent ad bel. landum. Vers, 11. dilora fu che il popolo del Signore si aduno alle porte. Dopo la vittoria che si & or riportata, il popolo delle cam- pagne , e delle citta si raduna alle porte, dove si rende ragioue , e si trattano gli affari, e il popolo stesso ha ripigliata la sua si- gnoria. Vers. 12. Metti le tue mani su’ tnoi prigionieri ec. Metti alla eatena quelli che tu hai presi nella battaglia, e nella gran rotta. Vers. 13, Le reliquie del popalo sono salvate, Dopo tante de- solazioni, e stragi, ¢ ruine, Dio ha salvati con misericordia gli avanzi del popelo suo. Questa maniera di parlare é usata soven~ te ve’ libri santi, ¢ ad essa allude VApostolo, Rom. 1x. 27., xt. 5., allorché parlando della riprovazione degli Ebrei dopo if ge an Ti- fiuto del Jore Messia ripete piu volte, che gli avanzi, ¢ le reli- quie di quel popelo (quelli cioé che si convertirono , € abbrac- . ¢larono la vera fede) ebber salute. Vers. 14. Uno di Ephraim gli stermind in Amalec ec. Que- sto luogo sia per ragione della frase poetica, sia per non aver not una piena cognizione dell’ istoria, é molto oscuro, Seguendo i ve~ sligu dela Volyata sembra, che Debora voglia paragonare la vit- 226 GiuDICL , 15. Duces Issacar fuere cum Debora, et Barac vestigia sunt se- cuti, gui guast in prae- ceps, ae baratrum se discrimini dedit : divi- so contra se Ruben, magnanimorum repere ta est contentio. 16. Quare habitas inter duos terminos, ut audias sibilos gregum? diviso contra se Ruben, Magnanimorum reper- ta est contentio. 15. Teapi d’ Issaear sono andati con Debo- ra, e han seguito le pe- date di Barac, il quale sié gettato ne’pericoli, come in un precipizio, ein un baratro: Ruben essendo in divisone con seco stesso, si troyaro= no in lite tra loro i va« lorosi. 16. Per qual motivo stat tu tra due confint intento a udire il bela- re de’greggi? Ruben es- sendo in divisioneconsé medesimo, si son trova- ti in lite tra loro i valo« rosi. toria di Barac con altre riportate dal popol di Dio contro i Ca- nanei, onde in primo luogo rammenti la vittoria di Giosué sopra gli Amaleciti, Hx. xvi. ro; Giosud era della trib di Ephraim: in secondo luogo pud essere che si pavli di Aod della tribu di Beniamin , il quale uccise Eglon re de’ Moabiti, coi quali erano collegati i popeli di Amalec, Jud. i. 12, 13. Ma moltissimi in- terpreti pretendono che sia questa una profezia riguardante Saul della trib di Beniamin , e Ja guerra che questi dovea fare agli Amaleciti. Indi si celebra finalmente il valore de’ principi della tribt: di Manasse , e i capitani illustri della tribi di Zabulon. Vers. 15. Teapi d’ Issachar sono andati con Debora. Torna Ja profetessa alla recente vittoria, ¢ loda i capi, o sia i principi della tribu d’ Issachar , i quali dietro a Bavac con incredibil riso- luzione, € fortezza d’ animo dal Thabor si erano precipitati sopra P immenso esercito nemico disteso nella pianura, come se si {os~ ser gettati in un baratro che dovesse ingoiarli, Vers. 16. Perché stai tu ira due confini ec. Per qual motivo, o Ruben, ti stai di mezzo tra’ due partiti, quello de’ tuoi fratelli, e quello di Jabine di Sisara, senza pensare ad altro che ai tuoi greggi, € a sentire il loro belare in vece della tromba guerriera. che ti chiamaya ad unirti co’ tuoi contro i) nemico comune ? CAPO V. 17. Galaad trans Jordanem quiescebat , et Dan vacabat navi- bus: Aser habitabatin litore maris, et in por tubus morabatur. 18. Zabulon vero, et Nephthali obtulerunt animas suas mortiin regione Merome. 19. Venerunt reges et pugnaverunt: pus gnaverunt reges Cha- naan in Thanach jux- ta aguas Mageddo ; 227 17. Galaad. stava in riposo di 1a dal Giorda- no,e Dan badava alle sae navi: Aser stava al lido del mare, e si trat. teneva ne’porti. 18. Ma Zabulon, e Nephthali sono andati incontro alla morte nel paese di Merome. 1g. Vennero i regi, e attaccaron la mischia : combatterono i re di Canaan in Thanach presso le acque di Ma- et tamen nihil tulere geddo; ma non ripor- praedantes. taron nulla di preda. - Ruben essendo in divisione ec. Non si ha verun lame per sapere, onde procedessero le domestiche dissensioni di quelli della trib di Ruben, per le quali dissensioni Ruben non ebbe parte a questa guerra. Vers. 17. Galaad stava in riposo ec, Gli abitanti_ di Galaad erano la mezza tribu’ di Manasse, ¢ parte di quella di Gad ; né pur queste si mossero contro Jabin. Dan badava alle sue navi ec. La tribu di Dan era sul Mes diterraneo , dove avea de’ porti, tra’ quali Joppe , onde dice che ella pensava al suo traffico , ¢ alle navi che servivano al suo traf- fico. Aser essendo vicina a Nephthali, e a Zabulon avrebbe par dovuto soccorrere queste tribu; ma gli Aseriti anch’ essi erano oceupati a far mercatanzia, ¢ si stavano attorno a’ lidi del Medi- terraneo , o ne’ porti, Vers. 18., € 19. Nel paese di Merome ec. Questo Inogo dovea essere appie del habor , Oin poca distanza. Alcuni eredono che mentre Barac co’ dieci mila uomini assalti Sisara, Zabulon, ¢ Nephthali assalirono a Thanac, ¢ a Mageddo i re Cananei. Nel versetto 8. si mettono quaranta mila soldati d’ Israele. Thanach , e Mageddo eran dieci , o dodici miglia lontane dal ‘Thabor, Non riportaron nulla di preda. L’ Ebreo Non portaron via ne pur un pezzetto d’ argento: non vi erauo allora monete coniate. 228 GIUDICI 20. De coelo dimica- tum est contra eos: stellae manentes in or- dine , et cursu suo ad- versus Sisaram pugna- verunt. 21. Torrens Cison traxit cadaveraeorum, torrens Cadumim , tor- rens Cison; conculca , anima med, robustos. 22. Ungulae equo- rum ceciderunt, fugien- tibus impetu, et per praeceps ruentibus fore 20. Dal cielo fu fatla guerra contro diloro: le stelle standosi nelle lo- ro ordinanze, e nel cor- so loro combatterono contro Sisara. 21. It torrente di Ci- son strascind via i loro eadaveri, il torrente di Cadumim, il torrente di Cison: calpesta, anima mia, que’ campioni. 22. Gli zoccoli de’ ca. valli si sono spezzati, impetuosamente fug- gendo, e rovinando pet tissimis hostium. precipizii i pia valorosi nemici. 23. Maledite la terra di Meroz, disse ? Ange- lo de) Signore: Maledi- _ 23, Maledicite terrae Meroz , dixit Angelus Domini: Maledicite Vers. 20. Le stelle standosi nelle loro ordinanze ec. Debora figura che le stelle, come un esercito di bella ordinauza, e d’ in- finita forza , combatterono contro Sisara , lanciando centro di Jui grandine, bufera, tuoni, fulmini, ec. Giuseppe ( Antig. lib. v. 6.) racconta, che tutte queste cose farono mandate da Dio in ainto del suo popolo contro Sisara. Vers. 21. Il torrente di Cadumim. Vuolsi che il Cison avesse due rami, e che ]’ uno di questi rami sia detto Cadumim, per- ché scorrendo verso oriente andava a gettarsi nel mare di Ti- heriade : quello che é certo si é, che Cadumim ¢ lo stesso fiume, o torrente, che il Cison. Calpesta, anima mia ec, Passa & pie franco sopra i corpi morti de’ guerrieri di Sisara. Vers. 22. Gli zoccoli de’ cavalli ec. Gli antichi non ferravano, almeno comunemente, i cavalli; quindi si fa luogo a questa poe~ tica esagerazione di Debora, la quale dice che nella rovinosa fa- gade’nemici si spezzavano gli zocegli a’ gavallj spinti a gorrere per luoghi aspri, q nog hattuti. CAPO V. habitatoribus ejus, quia non. venerunt ad att- sxilium Domini, in ad- jutorium fortissimorum ejus. 2h. Benedicta inter mulieres Jahel, uxer Haber Cinaei, et bene- dicatur in tabernaculo suo. 25. Aquam petenti fac dedit , et in phiala principum obtulit 6uty~ rum. 25. Sinistram ma- num misit ad clavum , et dexteram ad fabro- rum matleos, percussit= que Sisaram quaerens z capite vulneri locum, et tempus valide pers forans. 229 teisuoi abitatori; peroc- ehé non son yenuli in aiuto del Signore, in aiu- Lo de’ suoi guerrieri. 24. Benedelta tra le donne sia Jahel, moglie di Haber Cineo; sia ella benedetta nella sua ten- da. 25. A lui che doman- dava acqua, diede latte, ein.un vaso da principe gli offerse burro. 26. Prese il chiodo colla sinistra, e colla de- stra il martello da fab- bro, e scelto il luogo del- latesia per la ferita, die- de a Sisara il colpo, tra- panandoglicon gran for- za la tempia. Vers. 23, Maledite la terra di Merox ec, Non si sa, dove fos- se questo luogo di Meroz. Sembra perd, che Meroz possa essere Jo stesso che Merom, Jago vicino a Dothaim , e dodici miglia di- stante da Sebaste. L’ Angelo del Signore ordina, che sieno male~ detti gl Israeliti abitanti attorno a quel lago; perché in tali strettezze non porsero aiuto a’ Joro fratelli , e forse se la intesera segretamente col nemico. Vers. 24. Sia ella benedetia nella sua tenda, Dove esegui la grande opera che si descrive in appresso. Insieme ancora si ac~ cenna il carattere della virtuosa donna di starsene nella propria casa. Vedi quel che si é detto, ad Tit. u. 5, Vers. 25. E in un vaso da principe gli offerse burro. La vo~ ce ebrea tradotta nella nostra Volgata per vaso da principe , propriamente, e strettamente significava vaso di terra da far le ibagioni ne’ sacrifiait, ed é quedlo che i Latini chiamavano sim- pulum, 250 297. Inter pedes ejus ruit: defecit, et mor- tuus est: volvebatur ante pedes ejus , et ja- cebat exanimis , et mi- serabilis. 28. Per fenestram res spiciens , ululabat ma- ter ejus , et de coena- culo loguebatur: Cur moratur regredi currus ejus? guare tardave- runt pedes quadriga- rum illius ? 29. Una sapientior ceteris uxoribus ejus , haec socrui verba re- spondit : 30. Forsitan nunc dividit spolia , et pul- cherrima feminarum e- ligitur ei: vestes diver- sorum colorum Sisarae traduntur in praedam, et supellex varia ad ornanda colla congeri= tur, ; GluDICI 27. Precipita tra i pié di lei, vien meno, e st muore, rivoltandosi di- nanzi a lei; e giace esa- nime infelice. 28. Ma la madre di Ini traguardando dalla finestra sclamava,e dal- la sua stanza diceva: Come mai tarda a giun- gere il suo cocchio? co- me mai son lentii pie- di de’suoi quattro caval« li? 29. Ma una delle mo- gli di lui pit saggia del- le altre cosi rispose alla suocera: 30.Forse adesso scom- parlisce egli le spo- glie, e a parte per lui si mette la pid bella trale donne: veste di diversi . colori sono dale a Sisa- ya per sua preda, e or- namenti diversi da met- tersi al collo, Vers. 27. Precipita tra i pie di let ec. Descrizione , anzi pittu- ra vivissima de’ naturali movimenti d’ un uomo, e soprattutto a’ un uomo forte che perisce di morte inaspettata. Vers. 28. Zraguardando dalla finesira sclamava, e dalla sua stanza diceva ec, Nell’ Ebreo, e ne’ LXX si vede, che la fi- nestra era chiusa da gelosia secondo I’ uso orientale , particolar~ meote negli appartamenti delle donne. La bellezza di questi tre verselti 28. 29. 30. sorpassa ogni elogio. : CAPO V. 31. Sic pereant o- mnes tnimici tui, Do- mine: qui autem dili- gunt te, sicut sol in or- tz suo splendet, ita rus tilent. 32. Quievitque terra per quadraginta an- 0S. 23k 31. Periscan cosi, o Signore, tutti i tuoi ne- mici: ma color che li a- mano, sieno ammantati di luce, come risplende i] sole nel suo nascere. 32. Il paese ebbe ri- poso per quaranl’ anni, cAPO VI. Provandosi gl’ Israeliti oppressi da Madian, é destinato Gedeone a soccorrergli: ed egli do- po avere eretto un aliare , e offerto sacrifizio a Dio distrugge 0 altare di Baal: é concedu- to @ lui un nuovo prodigio nel vello di lana. EF ecerunt autem flit Israel malum in conspectt Domini: qui tradidit illos in manu Madian septem annis, 2. Et oppressi sunt valde ab eis. Fecerunt- gue sibi antra et spe- luncas in montibus , et munitissima ad repus gnandum loca; L M. i figliuoli d’ Israele fecero i] male nel cospetto del Signore, il quale li diede in potere de’ Madianiti per settle anni, - nO 2. E furono grande« mente vessati da loro.. E si fecero caverne, e spelonche ne’ monti e luoghi assai forti per re- sistere; Vers, 1. Lidiede in potere di Madian, Vedi Exod. ti. 15., Jos. xix. a1, Num, xxxv. 16,, 19,, xxi. 8, 10, Vers. 3. E tuite le altre nazioni @ oriente. Intendonsi proba- bilmente i popoli delP Arabia deserta, i Moabiti, Ammoniti, {du- mei , Gedareni, ec. 232 | 3. Cumgue sevisset Fsrael, ascendebat Ma+ dian , et Amalee , cete- rigue orientalium na- tionum ; 4. Et apud eos figen- tes tentoria, sicut erant in herbis, cuncta va- stabant usque ad in- troitum Gazae: nihil~ gue omnino ad vitam pertinens relinguebant | in Israel, non oves, non boves, non asinos. 5. Ipsi enim et uni- versi greges corum ve- niebant cum taberna- culis suis, et instar locustarum universa complebant , innumera multitude hominum., et camelorum, guidquid tetigerant devastantes. 6. Humiliatusque est Israel valde in conspe- etu Madian. q. Et clamavit ad Dominum, postulans aucilium contra Ma- dianitas. 8. Qui misit ad eos virum prophetam, et locutus est: Haec dicit’ Dominus Deus Israet: Ego vos feci conscen- GiuUDIct?r 3. E quando Israele avea seminato, veniva il Madianita, e l’'Amaleci- ta, e tutte le altre na- ztoni dell’ oriente; 4. E piantate vicino ad essi le tende guasta- vauo il tulto im erba fi- no all’ingresso di Gaza: e non lasciavan cosa ve- runa ad Israele da so- sientare la vita, non pe~ core, non bovi, non asi- ni. 5. Imperocché veni- vano con tutti i loro greggi, e colle loro ten- de,e a guisa di locuste inondavano la terra col- laimmensa moltitudine di uomini, e di cammel- li, edovunque stendean- si le loro mani, portavan desolazione. 6. E Israele fu ridol- to in gran miseria dalla presenza de’ Madianiti. q-E alco le grida al Signore, domandando soccorso contro de’ Ma- dianili. 8. E il Signore man- ad ad essi un uomo pro- fela, il quale cosi parld: Queste cose dice il Si- gnore Dio d'Israele : To GCAPO VIL. dere de AEgypto, et e- duxi vos de domo ser- vitutis , 9. Et liberavi de ma- nu AEgyptiorum , et o- mnium inimicorum, gui affligebant vos: ejeci- que eos ad introitum vestrum, et tradidi vo- bis terram eorum, 10. Et dizi: Ego Do- minus Deus vester: Ne timeatis deos Amor- rhaeorum , in quorum terra habitatis: et no- luistis audire vocem mean. 11. Venit autem An- gelus Domini , et sedit sub quercu , guae erat én Ephra, et pertine- batad Joas patrem fa- miliae Exri: cumgue Gedeon filius ejus ex- culeret, algue purgaret frumenta in torculari , ut fugeret Madian , 233 vi fect uscir dall'Egitto, e vi trassi dalla casa dv servilh, g. E vi liberai dalle mani degli Egiziani , e di tutti i nemici vostri che vi straziavano: e li discacciai alla vostra ve- nuta, e diedi a voi le loro terre. 10. E dissi: To it Si- gnore Dio vostro: Non temete gli dei degli A-~ morrhei, nella terra de’ quali abilate: e non a- vete voluto ascoltar la mia voce. a1, Indi venne I An- gelo del Signore ,e si assise sotto una quercia che era in Ephra, e ap- parteneva a Gioas capo della famiglia di Ezri: e meutre Gedeone suo fi- gliuolo balleya,e net- tava i] granoin una can- tina per fuggire , e na~ scondersi da’ Madianiti, Vers, 8. Mando ad essi un uomo profeta. Non si ha nulla di certo riguardo a quest’ uomo dotato di spirito profetico, e man- dato da Dio a preparare gli animi del popolo prima di mandare V Angelo a Gedeone a ordinargli di far vendetta de’ Madianiti. It profeta dovea eccitare i] popolo a penitenza, come fece, ram- mentando i benefizii di Dio, e Ja mala corrispondenza degli Ebrei. Vers. 11. Sotto una quercia che era in Ephra, e apparte- neva ec. Questa citta di Ephra era della porzi, ne della mezza Giudici. Vol. IF. an 234 12. Apparuit ei An- gelus Domini, et ait: Dominus tecum , viro- rum fortissime. 13. Dixitque ei Ge- deon: Obsecro, mi do- mine , Si Dominus no- biscum est, cur ap- prehenderunt nos haec omnia? ubi sunt mira- bilia ejus , quae narra- verunt patres nostri, atgue dixerunt: De AEgypto eduxit nos Dominus? Nune autem dereliguit nos Domi- nus, et tradidit in ma- nu Madian. 14. Respexitgue ad eum Dominus , et ait: (2) Fade in hae forti- tudine tua, et liberabis (1) 1. Reg: 12.11. GIUDIC! 12.Apparve a lui PAns gelo del Signore , e dis. se: li Signore é con te, jl pit forte di tutli gli uomini. 13, E Gedeone gli disse : Di grazia , signor mio, se 6 con noi il Si- gnore , donde avvien e« gli che siamo stretti da tutti questi mali? Dove sono i miracoli di lui raccontatici da’ padri nostri, i quali dicevano: Dall Egitto ci trasse il Signore? Ma adesso il Signore ci ha abbando- nati, e ci ha dati in po- tere de’Madianiti, 24. Allora il Signore lo mird, e disse: Va con questa tua fortezza , e Nbererai Israele dal po- tribt di Menasse nella terra ai Canaan, Gioas padre di Gedeone era capo della famiglia di Ezri. Vedi 1, Paral. yur. 18, Mentre Gedeone batieva, e nettava il grano in una can- dina, Non era quello il tempo da poter battere il grano nell’ aia a vista di tutti , facendo passare i bovi sopra i covoni distesi. Ge- deong avea portato tutto quello che avea potute segare, nel luo- g0, dove pigiavansi le uve: ivi egli batteva col coreggiato il suo grano per andar poi a uascoaderlo , affinché non potesser togtier= _ selo i Madianiti. . Vers. 12. * O il pite forte di treti gli uomini. Bastava questa sola espressione dell’ Angelo ad assicurare Gedeone del dono di- vino d’ uaa iusuperabil fortezza, CAPO VL Israel de. manu Ma- dian: scito, quod mise- rim te. “45. Qui respondens ait: Obsecro, mi Domi- ne, in quo liberabo I- srael? ecce familia mea infima est in Ma- nasse, et ego minimus in domo pairis mei. 16. Dixitgue ei Do- minus: Ego ero tecum, et percuties Madian quasi unum virum, 19. Et ille: Si inve- ni, inguit , gratiam co- ram.te, da mihi si- gnum, quod tu sis, qui logueris ad me: . 18. Nec recedas hinc, donec. revertar ad. te, portans sacrificium , et offerens tibi, Qui re- spondit; Ego praesto- labor adventum tuum. 235 tere di Madian : sappi, che son io che ti man: do. 15. Ma quegli rispo- se, e disse : Signor mio, dimmi, tiprego, in qual modo libererd io Israe- le ? tu vedi come Ja mia famiglia é Ja infima di Manasse , e io sono ‘il minimo della casa del padre mios 16. E il Signore gli disse: Io saré con te,e abbatteraii Madianiti, quasi fossero un solo uomo. 17. Ed egli: Se bo frovato grazia dinanzi ale, dammit, disse, un se- gno che se’lu quegh che meco parli, 18. E non andartene di qua fino a tanto che io tornia te, e portiun sacrifizio, e teYofferisca. E quegli rispose: lo a- spetto il tuo ritorno. Vers, 18. E porti un sacrifizio, ¢ te U offerisca. La voce ebrea mincha pud ottimamente tradursi un regalo, un dono, come in altri luoghi della Serittura (sup. cap. uw. 15.}, € questo & quello che essa significa in questo Inogo. La Velgata ha tradotto sacrift- sio, non tanto perché tale é V ordinario e comune signifieate di quella parola , quanto perché P Angelo converts di poi in sacrifi- zio il regalo. offerto a lui da Gedeone. Del rimanente né Gedeo- ne era sacerdote, né quello era lnogo da sacrifizio, né egli avreb~ be portate le carni cotte del capretto, se questo avesse devute 236 ag. Ingressus est i- taque Gedeon, et coxit haedum , et de farinae modio azymos panes , carnesgue ponens inca- nistro, et jus carnium mittens in ollam , tulit omnia sub quercu, et obtulit ei. 20. Cui dixit Ange- dus Domini: Tolle car- eS , et pone supra pe- tram illam,, et jus de- super funde. Cumgue Secisset ita, 2s. Extendit Ange- dus Domini summita- tem ‘virgae , quam te- nebat in- manu , et teti- bit carnes , et panes azymos , ascenditque ignis de petra, et car- GIUDICI 19. Gedeone adunque, anda a sua casa, e cosse un capretto, e pane az- zimo per una misura di farina: e mise le carni in un canestro, e il bro- do delle carni ia una pentola, e portd ogni cosa sotto la quercia e a lui lofferse. 20. Disse a lui P An- gelo del Signore: Pren- dile carni, ei pani a2- zimi, e metlili sopra quella pietra, e versa sopra di essa il brodo. E fatto ch’egli ebbe co» si, a1. Stese l'Angelo del Signore Ia punta del bastone che aveva in mano, e toccé le carni, e i pani azzimi, e usei dalla pietra una fiamma, la quale divor6 le carni, sacrificarsi > ma lo avrebbe menato vivo. E ancora manifesto , che Gedeone non riconobbe I Angelo, ma lo prese per un profeta mandato dal Signore: volle egli adunque dargli da mangiare. Vers. t9. Per una misura di farina. Per un epha. Notisi la diberalita“di Gedeone: egli cosse pel suo ospite tanto pane, quanto poteva battare per dieci persone ; perocché un gomor di farina basta per una persona; e I epha contiene dieci gomor. Vo- leva egli probabilmente, che 1’ ospite non solo mangiasse del suo pane, ma ne prendesse seco pel suo viaggio. Generalmente si osserva, che gli antichi onoravano i forestieri non con isquisiter- Za, né con varieta di vivande, ma colla quantita grande di quello che mettevan loro davanti. . CAPO VI. mes, azyimosgue panes consumpsnt: Angelus aatem Domini evanuit ex oculis ejus. 22. Vidensque Ge- deon, quod esset An- gelus Domini, ait: Hex, mi Domine Deus : quia vidi Angelum Domini facie ad faciem, 23. Dixitgue ei Do- minus: Pax tecum: ne timeas , non morieris. 3h. AEdificavit ergo iki Gedeon altare Do- mino , vovavitque illud Domini pax, usque in praesentem diem. Cum- que adhuc esset in E- Pura, geae est familiae Bzri, 239 e i pani azzimi e PAn- elo del Signore ‘spari a’ suoi occhi. 22.E Gedeone veg: gendo che quegli era un Angelé del Signore, disse: Abi, mio Signo- re Dio, io ho veduto un Angelo del Signore fac- cia a faccia. 23. Eil Signore gli disse: Pace con te: non temere, tu non morrai. 24. Gedeone adun- que edificé in quel luo- go un altare al Sizgno- re,e chiamollo Ja pace del Signore, come si chiama fin al di d’oggi. Ed essendo egli tuttora in Ephra, la quale ap- pertiene alla famighia di Eazi, Vers. 21, Usck dalla pietra una fiamina ‘ec. L’ Angelo tos G& a Gedeone il segno che gli avea domandato , col qual seguo gli fece vedere come egli era un Angelo del Signore che non avea bisogno dicibo umano, ma a Dio offeriva in sacrifizio 1e cose por- tategli da Gedeone , consumandole col fuoco. L’ Angelo adunque fece qui le parti dj sacerdote, Gedeone quelle di ministro, Vers. 22. Ahi, mio Signore Dio, io ho veduto ec. Vedesi an- che da altri luoghi ‘della Scritewra I’ opinione che si avea comu- nemente, che un uomo non potesse vedere uno spirite celeste senza morirne; sentiménto, che trovasi ripetuto daghi-scrittori gentili. . Vers, 23. E il Signore gli disse, Probabilmente ‘cid fa Ia note te seguente , allorché gli.apparve. 238° 25. Nocte illa dixit Dominus ad eum: Tol- le taurum patris tui, et alterum taurum anno- ~um septem , destrues- gue aram Baal quae est patris tui: et ne- mus, guod circa aram est, succide : 26. Et aedificabis ah tare Domino Deo ta in summitate petrae hujus, super quam an- te sacrificium posuist:: tollesquetaurum secun- GIUDICE 25. In quella notte dissegliil Signore: Pren- di iltoro del padre tuo, eValtro Loro di settean- ni, e vaa distruggere Paltare di Baal che é del padre tuo , e taglia il boschetto che é intor- no all’altare + 26, Ed edificherai un altare al Signore Dio tuo sulla cima della pie- tra, sopra la qual pone- sti, gia il sacrifizio: e prenderai V’altro toro, e dum, et offeres holo~> Y offerirai in -olocausto, caustum super struem lignorum , quae de ne-~ more suecideris. ‘27. Assumpsit ergo Gedeon decem viros de servis suis, et fecit sicut praeceperat ei Domi-+ nis. Timens autem do- mum. patris sui, et ho- mines illius civitaus , per diem noluit id fa- cere , sed omnia nocte complevit. sopra una massa di le- gna del -boschetto ta- gliato. 27. Prese adunque Gedeone dieci: de’ suoi servi, e fece quanto ‘a+ veagli ordinato il Si- gnore, Ma avendo pau- ra della famiglia del pa- dre suo, e degli uomini di quella citta, non vol- le cid fare di giorno, ma esegui ogni cosa la not- te. - Vers. 24. Edificd in quel luogo un altare ec. Questo altare egli lo eresse per ordine del Signore vers, 26., onde si ha qui un altare fuori del tabernacolo, ma voluto da Dio, come in altri Inoghi. Vers. 25. Prendi il toro del padre tuo, e U altro toro di.sette anni, Quantungue nel verso 26. non si parli se nen del toro di cAPO VI, 28. Cumque surre- aissent viri oppidi ejus mane, viderunt destru- ctam aram Baal, lu- cumgue succisum, et taurum alterum impo- situm: super altare , guod tune aedificatum eral, 29. Dixerunique ad invicem: Quis hoe fe- cit ? Cumgue perquire- rent auctorem facti, di= etum est: Gedeon filius : Joas fecit haec omnia. 50. Et dixerunt ad Joas: Produc filium tuum hue, ut moriatur; guia dextruxit aram Baal, et succidit ne- mus, . 3a. Quibus ille re- spondit: Numquid ul- tores estis Baal, ut pu- gnetis pro eo ? Qui ad- versarius est ejus, ma- 239 28. E gli uomini del- la cilta levalisi fa mat- tina,vider distrutto Pal- tare di Baal, e il bo- schelto atterrato,e Val- tro toro posto sopra Pal- tare che era stato eret- to.di nuovo. : 29. E dissero tra di loro: Chi ha fatta tal cosa ? E fatta diligente ricerca dell’autore di tal fatlo, fu detto loro: Ge- deone figliuolo di Gioas ha fatte tutte qneste cose. 30. E disseroa Gioas: Conduci qua fuoriil tuo figlinolo,affinché sia me: 4 so a morte; perché ha distrulto TP altare. di Baal, e ha tagliato il boszhetto, 31. Ma quegli rispo- se loro: Vi assumelte voi forse di far le ven- delte di Baal, e di com- batter per lui? Chiun- sette anni che doveva offerirsi in olocausto , contuttocio parmi non sia da dubitare, che anche il primo toro fu offerto in sacrifi- zio pacifico. Vers, 30. Conduci qua fuori il tuo figliuolo ec. Be tu non vuoi punire il tuo figliuolo, come egli merita, rimettilo nelle nostre mani. I} padre di famiglia avea pieno diritto sopra i suei fighiwoli, ako riatur, anteguam lux crastina veniak: si Deus est, vindicet se de €0, gui suffodit a- ram. ejus. 32. Ex illo die voca- tus est Gedeon Jero- baal, eo quod dixisset Joas: Uleiscatur se de eo Baal, qui suffodit aram ejus. 33. Igitur omnis Ma- dian , et Amalec , et o- rientales populi con- gregati sunt simul: et GIUDICL que @ nemico di lui, muoia prima che ven- gail didi domane: se egli é Dio, si vendichi di colui che ha distrutlo il suo allare. 32. Da quel di in pot Gedeone fu chiamalo Jerobaal per aver detto Gioas: Si vendichi Baal di colui che ha distrut- to il suo altare. 33. $i raunarono a-« dunque tutti i Madia- niti, e gli Amalecilt, e i popoli d’ oriente; e transeuntesJordanem passato il Giordano po- - Vers. 31. Vi assumete voi forse di far le vendette di Baal ? Gioas elude la domanda de’ cittadini di Ephbra: egli non confes- sa che il figliuoto abbia distrutto VP’ altare di Baal, ma dice che chiunque sia colui che ha fatto tal cosa, egli acconsente che sia messo a morte; mada chi? dice egli- volete voi forse fare da avvocati di Baal, ¢ prender la pugna per lui? Se egli é Dio, sa- pra ben vendicarsi senza di voi. L’ argomento non era assai forte, se noo nella supposizione che gli adoratori di Baal avessero fer- ma opinione che questo loro Dio non lasciasse mai di vendicare immediatamente le offese fattegli. Il vero , il solo Dio non puni- sce sempre in questa vita le colpe degli uomini, si perché vuole che temansi i gastighi della vita futura, ¢ si perché ha ordinati « tal fine i principt ¢ i magistrati , i quali, come dice PApostolo, non senza ragione portano la spada, Rom. xu. 4. Gioas ado-~ rava Baal , come gli altri cittadini di Ephra, anzi suo era P altare di Baal, vers. 25.; ma Gedeone dovea avergli raccontato gli or- dimi del Signore , ¢ lo avea illaminato , ¢ convertito. Vers. 32. Jerobaal. Come chi dicesse: litighi Baal con chi lo ha offeso, ovvero: colui che litiga con Baal: sembra, che questo nome gli fosse dato dal padre. Ia esecrazione del nome di Baal fu cangiato questo nome in quello di Jerubeset , 2. Reg. x1. 21,, mettendo Beset, che significa confusione , vituperv, in luon~ go di Baal , e in Osea x. 14. Gedeone ¢ detts Arbel. CAPO VI castrametali sunt in valle Jezrael. 34. Spiritus autem Domini induit Gedeor, gui clangens buccina convocavit domum A- biezer, ut sequeretur se. . 55. Misitque nuncios in universum Manas- sen, qui etipse seculus est eum: et alios nun cios in Aser, et Zabu- lon , et Nephthali , qui oecurrerant ei. 36. Dixitque Gedeor ad Deum: Si saleum facis per manum meam Israel, sicut locutus es, 39. Ponam hoc vel- lus lanae in area: si ros in solo vellere fue- rit, et in omni terra sic citas , Sciam, quod per manum meam, sicut lo- cutus es, liberabis I- srael. ody sero il campo nella val- Te di Jezrael. 34. Ma to spirito di Dio investi Gedeore, il quale sonando la trom- ba convocs la famiglia di Abiezer, perch) an- dasse con hut. 4 35. EB spedi avvisi x tulto Manasse, il quale anch’esso lo seguild; e altri nunzit ad Aser, € a Zabuion,e a Nephtha- li, i quali andarono in- contro a lui. : 36. E Gedeone disse a Dio: Se tu sei per sal- vare Israele per mezzo mio, come hai detto, 37. Io metterd que- sto vello di lana nell’aia: sé sul vello sara ru- giada , e tutto il terre- no asciutto, io intende- r6, che ‘per mexeo di me libererai Istaelz, confor- me hai detto. | Vers. 33, Nella valle di Jesrael. Questa é.1a valle di Jerrael nella triba di Manasse, o d’ Issachar, famosa per la sua quasi in- eredibil fertilita. Essa non era longi da Ephra patria di Gedeone, Vers. 34. Convoca la famiglia di Abieser. kphra & arteneva ai discendenti di Abiezer , de’ quali era Gedeone: egli adunque convocd tutti i suoi parenti, ed é prebabile , che avendo manife- stati i comandi del Signore, non solo i cittadini di Ephra, ma an- che le vicine tribit lo avessero riconosciuto per gindice , mentre era da esse obbedito. ur * oho : 38. Factamgque est ita. Et de -nocte con. surgens , expresso vel- lere , concham rore im- plevit, 39. Dixitque rursum ad Deum: Ne irasca- tur furor tuus contra me, si adhuc semel GIUDICI 38. E cosl avvenne. Ed essendosi egli alza- to che era ancor notte, spremuto il vello, empi un catino di rugiada. 39. E dinuovo diss’e- glia Dio: Non si accen- da il tuo furore contro di me, se io cerco ancor tentacero,signumquae- waa provachiedendoun rensinx vellere. Oro ut segno nel vello. lo pre- solunivellus siccum sit, go che il ‘solo vello sia et ombis terra rore ma asciutto, e tutta la ter. dens. ra-molle di rugiada. ho. Fecitgue Dens ho. E il Signore fece- nocte ila ut postalave- quella notte. come. egli ‘Vers, $7. Io metterd questo vello di lana ec. Gedeone avea gia comigciata VY impresa. commessa a lui dal Signore, avea di- stratto con evidente pericolo della vita P altare di Baal, avea convocat il popolo, ¢ solamente adesso chiede a Dio questo se~ gno: civ la Inogo di credere, che non per sé egli lo chiedesse , ma per tianimare il coraggio del popolo, il quale avvilito nelle sue miserie , che erano il frutto deila sua infedelta, avea bisogno di qualche prodigio per mettersi di cuore a secondarlo in una guerra moo pericolosa. Pav anche essere, che Dio stesso moves- se l’ animodi Gedeone a domandare a tal fine un seguo evidente di sua vocazione, mentre e Dio replicatamente Jo concede di buon grado , e in questo segno medesimo racchiudevasi una figu- ra, e una profezia; imperocché i Padri, e tutta la Chiesa nel pri- mo segno chiesto da Gedeone, vale a dire nel vello bagnato di rugiada, ravvisano Cristo conceputo nel seno di Maria; onde a cid alludendo disse poi Davidde, che Cristo sarebbe disceso come proggia sul vello, ¢ come rugiada che cade‘a stille sopra la terra, Ps. uxu. 6., 6s. Girolamo dice, che i pastori avvisati dal- Angelo trovarono f Agnello di Dio, Agnello di puro ¢ mon- dissimo vello, i quale in meszo al universale aridita della terra era bagnato di celeste rugiada. Epitaph. Pauliae. Notisi ancora ; come ne] primo di questi due segni Gedeone intese di chiedere la rugiada, cioé Ia grazia, e VY ainto celeste per sé medesimo ; nel secondo. domand. Ja stessa grazia per tutto. il popolo. : CAPO VI 243 avea domandato: e il solo vello fu asciutto, e la rugiada per tutto il terreno, rat: et fuit siccitas in solo vellere, et ros in omii terra, CAPO VIL Fatta prova alle acque di quelli che doveano andare alla guerra, Gedeone udito il sogno di uno de soldati Madianiti, gli assalisce ar- mato di trombe , di pentole, e di lucerne; ¢.li vince co’ loro principi Oreb ¢ Zeb, DL sitar Jerobaal , qui et Gedeon , de no- cle consurgens , ek O- munis populus cum eo , venit ad fontem, qui vocatur Harad: erant autem castra Madian in valle ad septentria- nalem plagam collis excelsi, 2. Dixitgue Dominus ad Gedeon: Multus te- cum est populus, nec tradetur Madian inma- nus ejus, ne glorietur contra me Israel, et di- 1 uindi Jerobaal, o sia Gedeone, levatosi di notte tempo, se n‘an- do insieme con tutto il popolo alla fontana det- ta Harad: e il campo de’ Madianiti era nella valle verso la parte set- tentrionale d’ un alto colle. . 2. E il Signore disse a Gedeone: Una_ gran turba di gente é con te, e¢ Madian non sara dato nelle mani di lei, affin- ché Israele non si glo- ” Vers. x, Alla fontana deta Harad. Vale a dire del timore: ¢ questo nome puv esserle stato dato a cagione dello spavento, che invase in quel luogo i Madianiti, come vedremo. Verso la parte settentrionale di un alto colle. Intendesi il monte Gelboe : perocché la valle di Jezrael avea da mezzodh il Gelboe ; da settentrione ? Hermon. ahh cat: Meis viribus libe- ralus sum. 3. Loguere ad popu- lum, et cunctis audien- tibus praedica: (1) Qui Sormidolosus , et timi+ dus est, revertatur. Re- cesseruntgue de monte Galaad, et reversi sunt de populo viginti duo millia virorum, et tan- ium decem millia re- manserunt, 4. Dixitgue Dominus ad Gédeon: Adhuc po- pulus miltus est ; duc e0s ad aguas, et ibi probabo illos, et de quo dixero tibi, ut tecum vadat, ipse pergat: quem ire prohibuero , revertatur. 5. Cumgue descen- disset populus ad a- guas, dixit Dominus ad Gedeon: Qui lingua lambuerint aquas , sic- ut solent canes lambe- GIUDICE rifichi contro di me, ¢ dica; Colle mie forze mi son liberato, 3. Farla al popolo , ¢ a sentita di tutti inti- ma: Chi & pauroso, e timido, se ne vada. E si ritiraron dal monte da Galaad,e tornarono a casa ventidue mila uo- mini dal popolo, erima- ser solo dieci mila. K.EilSignore disse a Gedeone: Troppa gente hai ancora con te: con- ducigli all’acqua, e ivi io faré saggio di loro: e chiio ti diré che ven- ga teco , venga: e que- gli, a cui vieterd d’ an- dare, se ne yada. §. FE giunto che fu il popolo alle acque , dis- se il Signore a Gedeo- ne: Quelli che avran leccate le acque colla lingua , come soglion (x) Deut. 20. 8. 1, Mach. 3. 56. Vers. 3. Si ritirarono dal monte di Galaad. Bisogna di ne- cessita riconoseere un altro monte di Galaad diverso da quello che é di 14 dal Giordano. Riguardo a questa iatimazione fatta a’ ordine di Dio, vedi Deut. xx, 8. CAPO VI. re, separabis 0s seor- Sum: gui autem curva- tis genibus biberint, in altera parte erunt, 6. Fuit itaque nume- rus eorum, qui mana ad os projiciente lam- buerant aquas, trecenti viri: omnis autem reli gua multitudo flexo po- plite biberat. 9. Et ait Dominus ad Gedeon : In trecen- tis viris, qui lambue- runt aguas, liberabo vos, et radam in manu tua’ Madian: omnis qutem religia multitu- do"revertatur in locum suum. 8. Sumptis itague pro numero cibariis, 245 feccarle i cani, li. met~ terai in disparte : quel- h che avran piegate le ginocchia per bere, sta- ranno da un altro lato. 6. 1 numero adun- que di coloro, i quali a- vean le¢cata YP acqua, portandola colla mano alla bocca, fu di trecen- to uomini: e tutto il resto della moltitudine avea piegato il ginoc- chio per bere. 7. E il Signore disse a Gedeone : Quest tre- cento uomini, i quali hanno leccata 1 acqua, son quelli, per mezzo de’ quali io vi liberero, e dard in tuo potere i Madianiti: tutto il resto della moltitudine se ne ritorni indietro. 8. Presi adunque de’ viveri a proporzione . Vers. 5. Quelli che avran leceate le acque colla lingua. Molti Mss. della Volgata portano colla lingua, e colla mano. Dio adunque vuole che Gedeone ritenga seco solamente quelli, i quali senza piegar le ginocchia, presa Vacqua colla mano, se ¥ accosteranno alla bocca per rinfrescarsi. Questi che quasi di corsa, come fanno i cani, prenderanno piccol ristoro alla lor sete, questi come piu temperanti, e pazienti negli incomodi saranno gli eletti a seguir Gedeone. Saranno rimandati quelli, i quali tolle ginocchia per terra sorbiranno avidamente I’ acqua, mo- strando meno vigore di spirito, € minor fortezza contro i pati- menti. 246 GIUDICI et tubis, omnem reli- guam multitudinem ab- tre praecepit ad. taber- nacula suai et ipse cum trecentis viris se certamini dedit. Castra autem Madian erant subter in valle. . 9 Eadem nocte di- xit Dominus ad eum: Surge, et descende in castra: guia tradidi eos in manu tua: 10. Siz autem solus ire formidas,descendat tecum Phara puer tuus, 11. Et cum audieris guid logquantur, tunc confortabuntur manus iuae, et securior ad ho- sium castra descen- des. Descendit ergo i- pse, et Phara puer ejus in partem castro- rum, ubi erant armato- rum vigiliae. . 12, Madian autem, et Amalec,-et omnes orientales papuli fusi jacebant in valle, ut lo~ del numerpe delle trom: be ,.ordind (Gedeone) , che tutto il resto della moltitudine se n’andas- se alle sue tende, ed e- gli_co’ trecento uomini si dispose a combatte- re. Ora gli alloggiamen- ti di Madian erano gia nella valle. g- La stessa notte disse a lui il Signore: Alzati, e scendi agli al- loggiamenti: perocché io ho dati coloro in tuo potere: : 10. Ma se haj paura di andar solo, venga te- co Phara tuo servo. 1x. E quando avrai sentito i loro discorsi, allora si rinvigoriran le tue braccia , e andrai con maggior fidanza a- gli alloggiamenti. Ando adunque egli, e Phara suo servo da quella par- te degli alloggiamenti, dove erano sentinelle armate, 12, Ora i Madianiti, e gli Amaleciti, e tutti i popoli di oriente s’ e- rano.sdraiati nella val« * Vers. 8. * Eran giit nella valle. Erano nel fondo della valle, ve CAPO VU. castarum multitudo: ca- meli quoque tntnumera- biles erant, sieut- arena guae jacet in litore ma- ris. 13. Cumque venisset Gedeon , narrabat ali- quis somnium proximo suo, et in hunc modum referebat', guod vide- rat: Vidi somnium’, et videbatur mihi quasi subcinericius panis ex hordeo volvi , et in cas stra Madian descende- re: cumgue pervenisset ad tabernaculum , per- cussit illud, atque sub- vertit , et terrae fundi- tus.coaeguavit. 14. Resporndit is, evi loguebatur: Non est hoe aliud , nisi gladius Ge- deonis filii Joas viri I- sraelitae: tradidit. e- nim Dominus in ma- nus ejus Madian, et omnia castra ejus. aha le-come una turba .di locuste: { cammelli an- cora erano inaumer abi- li come la rena del lido del mare. 13. E nell’ accostarst che fece Gedeone, uno di quelli raccontava un sogno al suo vicino , e spiegava in tal guisa quello che avea veduto: Ho veduto tal sogno, in cui mi parea come un pane d’orzo cotto sotto la cenere che ro- tolasse, e cadesse negli alloggiamenti di Ma- dian; e arrivato che fu al padiglione, lo percos- se,e lo rovescid, e at- terrollo da capo a pié. 14. Risposegli Paltro, col quale egli parlava : Questo non altro signi- fica se non Ja spada di Gedeone _ figliuolo di Gioas Israelita: perocché i] Signore ha dato Ma- dian ,e tutto il campo in potere di lui, Vers. 14. Non altro significa, se non la spada di Gedeone. Dovevano gia essere noti nell’ esercito nemico i preparativi di Gedeone. Egli, ¢ i) suo popolo erano que} pane non di grano, ma di orzo , € cotto sotto le ceneri, cui si divoravano i Madianiti gid da pit anni. La voce ebrea significante il pane, viene da una radice che vale far guerra ; donde questo Madianita trasse I’ in+ terpretazione del sogno. 248 15. Cumque audisset Gedeon somnium, et in- terpretationem ejus , a~ doravit: et reversus est ad castra Israel, et ait: Surgite , tradidit énim Dominus in ma- nus nostras castra Ma- dian. - 16. Divisitgue tre- cenios viros in tres partes, et dedit tubas in manibus eorum , las " genasque vacuas, ac tampades in medio ta- genarum: = 29, Et dixit ai dos: wod me facere videm ritis, hoc facite : ingre+ diar partem castrorum, et quod fecero, secta- mini. 18. Quando perso- nuerit tuba in manu mea, vos quogue per castrorum circuitum clangite et conclamate; Domino, et Gedeoni. GiuUDIEeL . 15. Udito che ebbe Gedeone i} sogno,:e la interpretazione, adoréd (il Signore), e tornd a- gli alloggiamenti d’ I- sraele, e disse: Alzate- vi, perché il Signore ha dato in nostro potere il eampo de’Madianiti. 16. E divise i trecen- to uomini in tre schie- re, e thise @ ciascunoin miano una tromba,e una pentola vota, e nel mez- zd della pentola un lu. me: 19. E disse Ioro: Quel che vedrete fare a me, fatelo voi: io entreré da un lato degli alloggia- menti, e imitatemi in quel ch’io faré. 18. Quand’ io sonerd la tromba che hoin ma- Ro, vol pure intorno al campo sortale la. vostra e gridate ad una voce ; Al Signore, e & Gedeo- ne. Vers. 16. Un lume. Qualche pezzo di legno untuoso acceso da an lato, e capace di conservar La fiamma, come di pino , di ci- presso ec. la qual fiamma nascondevasi dentro Ie pentole , € rot- te queste i soldati prendendo tutti a un tempo in mano il tizto acceso, ¢ sonando tutte le trombe, venivano ‘a far figura di un grande esercito particolarmente riguardo a gente svegliata repen- tinamente nel piu bel del dormire. , . CAPO VIL 19. Ingressusque est - Gedeon , et trecenti vi- ri, qui erant cum eo, in partem castrorum , incipientibus vigiliis noctis mediae; et cu- Stodibus suscitatis ,cae- perunt buccinis clange- re, et complodere inter se lagenas. 20. Cumque per gy- ram castrorim. in tri- bus personarent locis , et hydrias confregis- sent; tenuerunt sini- stris manibus lampa- des , et dextris sonan- tes tubas, clamaverant- gue: Gladius Domini, et Gedeonis , 21. Stantes singuli in loco suo per circui- tum castrorum hosti- lium. Omnia itaque ca- stra turbala sunt, et vociferantes , ululan- tesque fugerunt : 22. Et nihilominus insistebant trecenti vi- ri. buccinis personan- tes. (1) Immisitgue Do- (1) Ps. 82. 10. 2h9 19. Ed entré Gedeéo- ne, ei trecento uomini che eran con luida una parte degli alloggia- mential principiare del- la vigilia di mezza not- te; ed essendosi sveglia- te le sentinelle , comin- ciaron queglia sondr le trombe e a battere tra di Joro le pentole. 20. Ed essendo divist intorno agli alloggia- mienti, e facendost udi- re il suono da tre par- ti, rotte che ebbero le pentole, preser colla si- nistra 1 lumi, e tenendo nella destra le trombe, e sonandole gridavano: La spada del Signore, e di Gedeone, 21. Stando ciascuno al suo posto intorno al campo nemico. Per Je quali cose tutté il cam. po fu postoin contusio- ne e stridendoe urlan- do si diedero alla fuga : 22. E contuttocid t trecento continuavano a sonare le trombe. E il Signore fece si, che Vers. 19. * Ed essendosi svegliate te sentinelle. Ed avendo avegliate Je sentinelle. 250 minus gladium in o- munibus castris , et mu tua!se caede trunca~ bant: 253, Fugientes usque ad Beth-setia, et cre- pidinem Abelmehula in Tebbath. Conclaman- tes autem viri Israel de Nephthali; et Aser, et omni Manasse, per- sequebantur, Madian. _ 2h. Misitque Gedeon nuncios.in omnem mon- tem Ephraim , dicens: Descendite in oceur- sum Madian, et oceu- pate aguas usque Beth- bera aiqgue Jordanem., Clamavitque omnis E- phraim, et pracoccupas vit aguas, atque Jorda- nem usque Beth-bera. _ 28.(1) Apprehensos-« que duos viros Ma- dian, Oreb et Zeb, in- (1) Ps, 8a, 12, Ira. 10, 26. GIUDICI per tullo il campo si sguainaron le spade, e si uccideyano gli uni gli altri: 23. E fuggirono sino. a Beth-selta,e sino.a’con- fini di Abelmehula in Tebbath, Ma gli uomi- ni d’ Israele della tribi di Nephthali,e di Aser,e di tutto Manasse, alza- te le grida inseguirono - i Madianiti, 24. E Gedeone spedi messi per tutta la mon- tagna di Ephraim che dicessero: Andate in- contro a’ Madianili, e occupate le acque fino a Beth-bera,elungo tutto il Giordano. E tutto E- phraim alzo le grida, e occupé le acque e if Giordano fino a Beth- bera. 25. EB avendo_ presi due Madianiti, Oreb e Zeb, uccisero Oreb al Vers. 03. Ma git uomini d’ Israele ec. Forse que’ nove mila uomini rimandati indietro da Gedeone la sera precedente. 11 ro- more della fuga di un esercito cost grande si sparse tosto per ogni parte, e gP Israeliti si levaron eu a’ danai del aemico. Vers. 24. Fino a Beth-bera, Questa citta detta anche Beth- abara eva di 1a dal Giordano. cAPO VIL terfecit Oreb ia petra Oreb, Zeb vero in tor-: culari Zeb. Et. perse~ cuti sunt Madian, ca- pita Oreb et Zeb por- tantes ad Gedeon trans fluenta Jordanis, 262- maéso di Oreb, e Zeb allo strettoio di Zeb. E inseguirono i Madiani- ti, e portaron le teste di Oreb e di Zeb a Ge- deone dila dal Giorda- no, CAPO VHE La triba di Ephraim fa risentimento contro di Gedeone, perché credesi dispreszata; ed egli con buone parole L acguieta, Vince Zebee ¢€ Salmana , e stermina gli uomini di Soccoth , e di Phanuel; e degli orecchini, e di. altri do- nativi del popolo ne fa un Ephod, che fu la rovina di sua famiglia, e d Israele. Dopo aver . governato guarant anni, e aver avuto dalle . gue mogli settanta figliuoli , e uno, ciod Abi- melech, da una concubina , egli se ne muore , e Israele torna all idolatria. Le Dzerantgne ad eum virt Ephraim: Quid est hoc, quod fa- cere voluisti,ut nos non vocares, cum ad pu gam pergeres conira Madian? Jurgantes a M. quelli di E- phraim dissero a lui: Che é quello che ti se’ messo in testa di fare non invitandoci, men- tre andavi a combalte- re contro Madian? E Vers. 25. Uccisero Oreb al masso d’ Oreb ec. Cosi la morte di questi due priccipi di Madian diede il nome a questi due luo- ghi. Quelli quali si parla in appresso, e gli uccisero erano della tribu di Ephraim, do’ 252 fortiter , et prope vim inferentes. 2. Quibus ille re- spondit: Quid enim ta- le facere potui, quale vos. fecistis? nonne melior est racemus E- phraim , vindemiis A- biezer? 3. In manus vestras Domints tradidit prin- cipes Madian, Oreb et Zeb: quid tale fa- cere potui, quale vos Secistis? Quod cum lo- cutus esset, Pegaievit spirttas éorum, quo ai GIUDICTI altercavano aspramen- te e quasi gli andavano alla vita. 2. Ed ei rispose loro: Ma che poteva far io di eguale a quel che voi a- vete fatto? non vale e- gli pti un grappolo di Ephraim che le vendem- mie di Abiezer ? 5. 11 Signore ha dati a voi nelle mani prin- tipi di Madian, Oreb e Zed : ché poteva far io di eguale @ quel che voi avete fatto? EB parlato ch’egli ebbe in tal gui- Sa, si caltnd i] Toro spi- mebant contra eam, rito , che era inviperito contro di lui. Vers. 1. Ma quelli di Ephraim dissero a lui. Queste querele degli Ephraimiti farono, dopo che Gedeone tornd dal’ inseguire 5 nemiel : ma son messe qui per V occasione di'aver raccontata la loro prodezza nell’ uccidere Oreb e Zeb, € con questi molti altri Madianiti. Gli Ephraimiti erano superbi per la potenza della lo- ro triba (Vedi Isai, w. 13.4, e per la prelazione data ad Ephraim da Giacobbe ; pareva loro di pit, che essendo essi i pill viciai, ¢ sk strettamente congiunti con que’ di Manasse, Gedeone avrebbe dovuto chiedere soccorso ad essi piuttosto che a Zabulon, ad Aser , ¢ a Nephtali. Gedeone avra avute le sue ragioni per fare, come egli fece: nohdimeno egli non eppore alla loro arroganza , se non I’ umilta, e la dolcezza. ‘ Vers. 3. Non vile egli pit un grappolo ec. E una maniera di proverbio, colla quale vuol dire, che le piu piccole imprese di quelli di Ephraim sorpassano tutto quello che mai far potesse la Sua famiglia, e anche tutto Manasse. In vece di grappolo si pu mettere raspollo. In una parola egli preferisce quelio che avea- no fatto gli Ephraimiti , prendendo Oreb'e Zeb, alla rotta data a tutto P esercito di Madian. u ; # CAPO Vill. 4. Cumgue venisset Gedeon ad Jordanem , transivit eum cum tre. centis viris , qui secum erant: et prae lassitu- dine fugientes perse- git non poterant. §. Dixitgue ad viros Soccoth: Date, obse- cro, panes populo , gui mecum est, quia valde defecerunt: ut possi- mus persequi Zebee , et Salmana reges Ma- dian, 6.Responderunt prin- cipes Soccoth: Forsitan palmae manuum Ze- bee et Salmana in ma- nu tua sunt: et idcirce postulas, ut demus e- xercitui tuo panes? q. Quibus ille. ait: _Cum ergo tradiderit ’ Dominus Zebee et Sal- mana in manus meas, conteraym carnes ve~ 253 4. E Gedeone arriva- to che fu al Giordano, lo passé co’trecento uo- mini che eran con Iui,i quali non poteyano in- seguire i fuggitivi per la stanchezza. 5. Ed egli disse a quelli di Soccoth: Date, vi prego, del pane alila gente che @ con me, perché sono molto rifi- nili: affinch possiamo dar dietro a Zebee, e Salmana regi di Ma- dian. 6. Risposero i princi- pi di Soccoth: Hai tu forse messe le manette a Zebee,e Salmana, che domandi del pane pel tuo esercito ? q- Disse egli loro: Quando adunque il Si- gnore avra dato nelle mie mani Zebee ¢ Sal- mana, io lacereré le vo- Vers. 5. Affincht possiamo dar dictro a Zebee ec. Questi due re avyean trovato modo di passare colla loro gente il Giorda- no. Gedeone co’ suoi era stato in movimento quasi tutta la notte 1 precedente; onde non é da ammirare , se la mattina si trovano stanchi , € bisognosi di ristoro. Vers. 6. Hai tu forse messe le manette ec. Deridono costoro la visoluzione manifestata di andar dietro con si pochi compagni a que’ re, i quali veramente fuggivano, ma aveano molto maggtor compagnia, 25h stras cum spinis , tri- bulisque deserti. 8, Et inde conscen- dens, vénit in Phanuel: locutusque est ad viros loci illius similia. Cui et ilk responderunt , sicut responderant virt Sencar - Dixit itague et eis: ‘Cum reversus fue- ro victor in pace, de- struam turrim hane. 10. Zebee autem.et Salmanarequiescebant cum omni exercitiu suo. Quindecim millia viri remanserant. ex omni- bus turmis orientalium populorum, caesis cen- tum viginti millibus bellatorum educentium gladium, 11. Ascendensgue Gedeon per viam eo- rum , qui in tabernacu- lis morabantur .ad o- rientalem.Nobe, et Jeg- baa, percussit castra hostium, qui securi e- rant, et nihil adversi suspicabantur. Ose. 10. 14. 12, Fugeruntque Ze- bee et Salmana, quos perseguens Gedeon “GIUDICI stre carni colle spine, e co'triboli del deserto, 8. E partitosi da quel luogo giunsea Phanuel: e parlo nella stessa gui- sa agli uomini di quel luogo. E:quelli rispose- ro a lui, come avean ri+ sposto quelli di Soccoth. g. Ond’ ei disse loro: Tornato ch’io sta in pa- ce, e vineitore, distrug- gerd questa torre, - 20. Ma Zebee e Sal- “mana prendevan riposo con tutta la loro gente. Imperocché eran rimasi quindici mila uomini di tutte le schiere de’popo- li di oriente, essendo stali uccisi cento. venli mila soldati che porta: vano spada. tu. E Gedeone presa ‘Ja strada per andar vere so di quelli che abitano sotto le tende dalla par« te orientale di Nobe, e di Jegbaa, altaced ib campo de’nemici, i qua- li si tenevan sicuri, e nulla sospetlavano di avverso. 12. E Zebee eSalma- na si diedero alla fuga: ma Gedeone ltenae. lor CAPO VIII. tomprehendit , turbato omni exerecitu eorum, 13. Revertensque de bello ante solis ortum 14. Apprehendit pue- rum de viris Soccoth: interrogavitque eum no- mina principum et se- niorum Soccoth , et de- scripsit septuaginia se- piem viros. 15. Penitque ad Soc- coth , et dixit eis: En Zebee et Salmana, su- per guibus exprobra- suis mihi, dicentes: Forsitan manus Ze- bee et Salmana in ma- nibus tis sunt; et id- circo postulas , ut de- mas viris, qui lassi sunt, et defecerunt, pa- nes? 26. Tulit ergo senio- res civitatis , et spinas deserti, ac tribulos, et contrivit cum eis, atgue 255 dietro, e li prese, aven- do messo in iscompiglio tutto il loro esercito. 13. E tornato dalla battaglia prima del le- var del sole ‘ 14. Prese un fanciul- Yo di quelli di Soccoth : e gli domandé i nomi de’principi, e de’ seniori di Soccoth, e prese no- la di settanta sette per- sone. 15, Ed entré in Sac- coth, e disse loro : Ecco- vi Zebee e Salmana,per conto de’ quali voi mt scherniste dicendo: Hai tu forse messe gia le manette a Zebee e Sal- mana; e per questo do- mandi che noi diamo del pane alla lua gente stanca, e rifinita ? 16. Prese adunque i seniori della citta, e con ispine e triboli del de- serto laceré, e fece in Vers. 13. E tornaio dalla battaglia prima del levare det sole. Secondo questa lezione non pare siavi da dubitare , di di- re, che Gedeone consumd 1a giornata parte nell’ inseguire it ne- mico, parte nel far riposare la sua piccola schiera avendo trovato in qualche luogo da mangiare per lei: che dipoi assali di notte tempo Zebee e Salmana, e mise in rotta le loro genti, ¢ li fece Pprigionieri, indi tornv verso Soccoth, dove arrivi in tempo che il sole (non del primo, ma del secondo giorno) non era ancor levato. 256 eomminuit vires Soc- coth, 19. Turrim quoque Phanuel subvertit , oc- cisis habitatoribus ci- vitatis. 18. Dixitque ad Ze- bee et Salmana: Qua- les fucrunt viri, quos occidisus in Thabor? Qui respondgrunt : Si- miles tut, et unus ex eis quasi filius regis. 19. Quibus ille re- spondit: Rratres mei Juerunt, filii matris mene: Vivit Dominus , quia si servassetis eos, non vos occiderem, 20. Dixitque Jether primogenite suo: Sur- &e, et trterfice eos. Qui non eduxit gladium : timebat enim, quia ad- huc puer erat. 21. Dixeruntque Ze- bee et Salmana: Tu surge, et irrue in nos: GIUDICI brani que’ cilladini di Soccoth. aq. E atterrdé simil- mente la torre di Pha- nuel, uccisi gli abilanti della citta. 18. E disse a Zebee e Salmana: Come eran fatti quegli uomini che voi uccideste sul Tha- bor? Risposer. quelli : Ei ti somigliavano, e uno di essit sembrava quasi un figliuolo di re. 19. Ed eglirispose lo- ro: Erano miei fratelli, figliuoli di mia madre. Viva il Signore 4, se voi avesle salvato ad essi la vila, io non vi farei mo- rire. 20. E disse a Jether suo primogenito: Va, uc- cidili, Ma egli non tird la spada: perché avea paura, essendo ancora fanciullo. ar. E Zebee e Sal- mana dissero: Su via, tu stesso dacci il colpo: Vers. 16. Lacerta, ¢ fece in brani que’ cittadini. Li fece bat- tere colle spine, € co’ triboli, come si del grano co’ coreggiati. Quelli, che farono cosi trattati, erano i settanta sette uomini principali di Soccoth: similmente riguardo alla citth di Phanuel dee credersi ch’ ei fece punire in tal guisa i caporioni, CAPO VII quia juxyta aetatem ro- bur est hominis. Sur- rexit Gedeon, (1) et interfecit Zebee et Sal- mana: et tulit orna- menta , ac bullas , qui- bus colla regalium ca- melorum decorari se- lent, 22. Dixeruntque o- mnes virt Israel ad Gedeon: Dominare no- siri tu, et filius tuus et filius filii tui, quia libe- rasti nos de manu Ma« dian, 23. Quibus ille ait: Nor dominabor vestri , nec. dominabitur in vos jilius meus , sed domi- nabitur vobis Dominus. 24. Dixitgue ad eos: Unam petitionem po- {1) Ps. 82. 12. 257. perocché la forza dell’ uomo é proporzionata al’eta. E Gedeone si a- vanzd , e uccise Zehee e Salmana,e prese i loro ornamenti, e le lunette, che soglion mettersi per fregio al colio de’ cam- melli reali. 22. Or tutti gli uo- mini d’Israele dissero a Gedeone: Sii tu il si- gnore nostro, e il tuo fi- gliuolo, e il figliuolo del tuo figliuolo, avendoci tu liberato dal potere di Madian. 23. Egli rispose loro: to non sardé signor vo- stro , né lo sara il mio figliuolo, ma il Signore comandera a voi. 24. E disse loro: Una sola cosa domando da Vers. 21,.E le lunetie. Gli Arabi, e gl Ismaeliti ebber maj sempre in venerazione grande la luna, i] costume de’ quali passv ne’ Turchi. Queste lunette , che i Madianiti mettevano al petto de’ loro cammelli , erano segni di questa venerazione. Vers. 22. Sii tu il signor nostro. Eg\i gia era giudice, ed era da tutti riconosciuto , e obbedito come giudice : quello adunque, che a lui offeriscono, egli é il libero assoluto principato, e di pia ereditario nella sua famiglia. Vers. 23. Non saro io signor vosiro ec. Né io, né i miei fi- giiveli non regneremo sopra di voi, de’ quali il solo re é il Si- guore, Allorché i] popolo chiese a Samuele di dargli un re, Dio si ehjamo offeso per tal richiesta. Vedi 1, Reg. vu. 4. Gudici, Vol, IF. 12 258 stulo a vobis: date mi- hi inaures ex praeda vestra: inaures enim aureas Ismaelitae ha- bere consueverant. 25. Qui responde- runt: Libentissime da- bimus . Expandentes- gue super terram pal- lium, projecerunt in eo inaures de praeda. 26. Et fuit pondus postulatorum inaurium mille seplingenti auri sicli absgue ornament tis, et monilibes, et ve- ste purpurea, guibus veges Madian uti soli- t erant, et praeter tors ques aureas camelo- rem. 27. Fecitque ex eo Gedeon Ephod , et po- suit illud in civitate sua Ephra. Fornica- tusque est omnis Israel in eo, et factum est Ge- deoni, et omni damui ejus in ruinam., GIUDICEI voi; datemi gli orecchi- ni che avete Ipredati: imperocché gl’Ismaeliti solevan portare orecchi- ni d’oro. 25, Ed essi risposero: Arcivolentieri te lidare- mo. E steso per terra un pallio, vi gettaron sopra gli orecchini pre- dati. 26. E il peso deglt orecchini che Gedeone avea domandato, fu di mille settecento sicli di oro senza gli ornamens ti, e le collane, e le ve- sli di porpora, delle quali solevano far usoi re di Madian, e senza le Lunette d’oro de’cam- melli. 27. E Gedeone ne fe. ce un Ephod, ¢ lo depo- sild nella sua citta di Ephbra. E peccd tutto Israele a causa di que- sto Ephod,il quale fu la roviaa di Gedeone, e di tutta la sua famiglia. Vers. 24. GP Ismaeliti solevan portare oreechini @ oro. Lo stasso uso aveano gli Ebrei, uomini e donne (Exod. xxxu.>. xxxv. 22.), ei Persiani, e gli Africani , ec. Vers.29, E Gedeone ne fece un Ephod. Per monumento del- 3a vittoria. 5, Agostino, e Teodoreto con un gran numero d’ in- terpreti intendono, che P Ephod fatto da Gedeone, fosse PEphod CAPO VII : 08 Humiliatus est autem Madian coram filiis Israel, nec potue- runt ultra cervices ele- vare, sed quievit terra per quadraginta annos, guibus ‘Gedeon prae- Suit. 29. Abiit itaque Je- robaal filius Joas , ét habitavit in domo sua: 50, Habuitgue se- ptuaginta filios, qui e- abo 28. Ma i Madianiti furono umiliati dinanzi a’ figlinoli d’ Israele , e non poterono pit alza- re la testa : ma fu pace hel paese pe’ quarant’ aumi, nei quali governd Gedeone. oe ' 29. Se ne ands adun- que Jerobaal figltualo di Gioas ad abitare nella sua casa: 30. Ed ebbe settanta figliuolt uscili dal suo gressi sunt de femore ejus: eo gnod plures haleret uxores. fianco; perocché ebbe pit mogli. , proprio ornarhento de’ pontefici: e pud ben credersi, che Gedeo- ne lo facesse per uso del pontefice, affinché questi se ne servisse per sacrificare talora all’ altare cretto per comando di Dio in Ephra dal medesimo Gedeone. Silo, dove era il tabernacolo, e dove stava il pontefice, non era molto lontano da Ephra. Co- munque sia, non possiamo dubitare delle. buona intenzione di Gedeone ; meutre egli é da Paolo noverato tra i Santi, Heb. x: ed é ancora qui notato, vers. 33., come per tutto il tempo che egli visse, Israele servi al Signore. Contuttocid s. Agostino, e con Jui varii interpreti han creduto, che Gedeone in ele peceasse, fa- cendo quest’ ornamento sacro, e tenendolo in sua casa, mentre non poteva usarsi, né tenersi fucra del tabernacole: ma lo stesso s. Agostino sembra ridurre a non grave colpa V errore di questo grand’ uomo, mentre dice, che , sebbene egli avea fatto quello che era vietato da Dio, non era pero un alienarsi motto da lat, it quale qualche cosa di simile avea voluto che si facesse per onor suo nel suo tabernacolo, Quaest. 41. Fu la rovina di Gedeone, ¢ di tutta la sua casa. Fa causa della rovina di Gedeone , cioé di tutta la sua discendenza, la quale caduta nella superstizione per causa dell’ Ephod , -e dipoi nell idolatria, merito di essere punita da Dio, come é detto in appresso. . 260 31. Concubina autem illius, quam habebat in Sichem, genuit ei fi- lium nomine Abime- lech, 32. Martuusque est Gedeon filius Joas in senectute bona, et Sé« pultus est in sepulchro Joas patris sui in E- phra de familia Ezri. 33. Postquam autem mortuus est Gedeon, aversi sunt filii Israel, et fornicati sunt cum Baalim. Percusserunt- gue cum Baal foedus , ut esset eis in deum: GIUDICI 31.E una concubina, che egli avea in Sichem, gli partori un figliuolo per nome Abimelech. 32. E mori Gedeone figliuolo di Gioas in prospera vecchiaia, e fu sepolto nella sepoltura di Gioas suo padre in Epbhra, la quale appar- teneva alla famiglia di Ezri. 33. Ma dopo la mor- te di Gedeone i figliuo- i @Israele si ribellaron (da Dio), e fornicarono con Baal. E fecero al- leanzacon Baal, perch’ei fosse loro dio. Vers. 31. E una concubina ec. Moglie legittima, ma seconda- ria, quali farono Agar e Cetura riguardo ad Abramo e a Sara, Vers. 32, * E mort Gedeone figliuolo di Gioas, Fu questo. gindice un’ espressa figura dell’ unico liberatore dell’ uman ge- nere, avendo con esso molti e manifesti rapporti. Lui previene un Angelo che rinfaccia a’ figli de’ patriarchi le loro iniquita co- me col suo zelo, e coll’ invito alla penitenza il s. Precursore pre- venne il desiderato Messia. Ad insorgere non meno contro Ge- deone che contro Gest: Nazareno i primi furono i congianti pia prossimi. Molti collegatisi con Gedeone in principio , poi lo la- sciarono prefigurando quanto si vide posteriormente in Cristo rima lodato, ammirato nei suoi miracoli da immense turbe , ma in seguito universalmente abborrito , abbandonato , esecrate. Col fragor delle trombe , € colla repentina luce di quelle faci, che si oceultavano in vasi di terra, distrusse Vantico eroe i suoi nemici; ed il Salvatore del mondo coll’ Evangelio, ed ostensione di sua Divinita nelle umiliazioni ancor della Groce trionfo di ogni av- versario, In fine coll’ orribil supplizio di que’ di Soccoth ¢ Pha- CAPO VIII. 34. Nee recordati sunt Domini Dei. sui, gui eruit eos de mani- bus inimicorum suorum omnium per circuitum. 35. Nec fecerunt mi- sericordiam cum domo Jerobaal Gedeon, jux- ta omnia bona, quae fecerat Israeli. 261 34. Né si ricordarono de! Signore Dio loro, il quale gli avea liberati dalle mani di tutti i ne- mici che aveano all in- torno. 35. N& ebber pietd della famiglia di Jero- baal, (cioé) Gedeone, in ricompensa di tutti i benefizii che egli avea fatti ad Israele. CAPO IX, Abimelech, uccisi i suoi settanta fratelli, usurpa tirannicamente [ impera: parabola di Joa- tham suo fratello,che si era salvato. Egli vin- ce £f esercito di Gaal, e atterra la torre di Si« chem , e finalmente é oppresso da una donna ‘con un pezzo di macina. 1. Ain autem A- bimelech filius Jerobaal in Sichem ad fratres matris suae, et locutus est ad eos,et ad omnem cognationem domus pa- tris matris suaedicens: Le M. Abimelech figliuolo. di Jerobaal se n’andoa Sichem dai fra- telli di sua madre, par- 16 con essi e eon tutti i parenti della. casa del padre di sua madre, die cendo : nuel si adombra il rigore, col quale nel giorno grande il Giudice de? vivi e morti si vendichera della massa de’ reprobi. Vers. 33, Fornicaron con Baal. Cog! idoli, co’dei delle genti. Vers. 1. * Del padre di sua madre. Del suo nonuo materno. 262 2. Loguimini ad o- mnes viros Sichem: Quid vobis est melius, ut dominentar vestri sepluaginta viri amnes filii Jerobaal, an ut dominetur unus vir? simulque considerate , quod os vestrum, et ca- vo vesira sum, ¢ °3. Loentique sunt Jratres matris ejus de eo ad omnes viros Six chem univerbos sarme- nes istas , etinclinave- runt-cor eorum post A- bimelech, dicentes: Frater noster est, 4. Dederunique illi septuaginta pondo ar. genti de fano Badat-be- rith. Qui condaxit ex €0 vires inopes, ef va- gos, secutique sunt eum. GIuDIc! 2. Dite. a tutti gli uo- mini di Sicbem: Qual co- saé migliore per voi, di essere dominati da set- tanta uomini figliuoli tutti di Jerobaal, oppu- re di essere sotto il do- minio di un solo? e in« sieme considerate ch’ io sono della stessa carne, e dello stesso sangue con. voi. 3. Fi fratetli di sua madre:parlarono di lui con tutti gli uomini di Sichein su questo tuono, e caparrarono il loro af- fetto per Abimelech, di- cendo: Egli é nostro fratello. 4.E gli diedero set~ tanta libbre d’ argenlo del tempio di Baal-be- rith. Col quate cgliassel- dé della gente mendica, e vagabonda che lo se- gui, Vers. 2. Qual cosa & migliore per voi ec. In tutto questo dis- corsé P astute ¢ ambizioao uomo suppone, che la dignita di giu- dice dovess¢ aversi per ereditaria, che i figlivoli di Gedeone vi aspirassero, e che percid fossero per nascere delle guerre civili ; cosi egli col pretesto del pubblico bene copriva P iniquo disegno di usurpare ja tirannia, . ‘Vers. 4. Settanta libbre Pargento nel tempio di Baal-berith. Baal-herith ¢ il dio de'patti, é delle alleanze , o delle confedera- zioni, come i Romani aveano Giove Pistio, o Fidio, che presedeva alle stesse alleanze. La libbra d’ argento conteneva ventiquattro CAPO IX. 5, Etvenit in domum patris sui in Ephra, et occidit fratres suos fi« lios Jerobaal septua- ginta viros super lapi- dem unum: remansite que Joatham filius Je- robaal minimus,etabs- conditus est. 6. Congregati sunt autem omnes viri Sis chem , et universae fa- miliae urbis Mello: ab- derunique , et constitue- runt regem Abimetlech juxta gquercum, quae stabat in Sichem. q. Quod cum nuncia- tum esset Joatham , i- vit, et stetit in vertice montis Garizim, eleva- taque voce clamavit, et dixit; Audite me viri 263 5. E andd alla casa de} padre suo in Ephra, e ueccise 1 seltanta fi- giiuoli di Jerobaal sui fratelli sopra una sles- sa pietra: e non vi ri» mase altri ehe Joatham figliuolo di Jerobaal i} pir piccolo, che fu na- scosto. 6. E si adunarono tutti gli uomini di Si- chem, e tulte le fami» glie della citta di Mello: e andarono a crear loro re Abimelech presso la quercia ch’era in Si- chem. 7. La qual cosa quan- do ebbeintesa Joatham, ando a posarsi sulla ci- ma del monte Garizim, ead alta voce gridd: A- scoltate me, uomini di sicli, mezz’ oncia per siclo, Vedesi qui l’ antichissimo uso di tenc~ re depositato ne’ templi i] pubblico denaro. A Roma i} pubblico tesoro era nel tempio di Saturno, Vers, 5. Uccise i settanta figliuoli ec. Ne accise sessanta no~ ve; perocché uno si salvo; ma la Scrittura mette il numero ro- tondo, - Vers. 6. E tutte le famiglie della citi di Mello .. presse la quercia ec. Questa citta che non é altronde nota, dovea essere vicina a Sichem. La quercia credesi queila stessa, sotto di cui Giosué alzo un monumento, Vedi Jos. xxiv. 26. Vers. 9. Ando a posarsi sulla cima del monte Garizim. Gin- seppe dice , che cio egli fece in tempo che era una festa grande a Sichem. 264 Sichem, ita audiat vos Deus. 8. Ierunt Ligna’, ut ungerent super se re- gem: dixeruntque oli- vae: Impera nobis. 9 Quae respondit: Numquid possum de- serere _ pinguedinem meam, qua et dii utun- tur, et homines , et ve- nire utinter ligna pro- movear? 10. Dixeruntque liv gna ad arborem ficum: Veni, et super nos ré- GIUDICI Sichem: cosi Dio ascolli voi. 8. Gli alberi andarono per eleggersi unre, e dissero all’ ulivo: Su lu nostro sovrano. 9. Ma quegli rispose: Potré io abbandonare il mio sugo che serve agli dei, e agli uomini, per venire ad essere supe- riore agli alberi? 10, E gli alberi disse- ro al fico: Vieni, e regna sopra di nolL guum accipe, Vers, 8. Gli alberi andarono per eleggersi un re ec. Joatham per dimostrare a’ Sichimiti V ingiustizia che aveano commessa nel? eleggere il tiranno Abimelech, si serve di un elegante apo- Jogo. Pel fico, V ulivo, e la vite, che ricusano ji} principato , alcu- ni intendono Othoniel, Debora, e Gedeone, i quali furono ottimi giudici, ma non per loro volonta entrarono nel principato, ma di mala voglia, € per non disobbedire al comando di Dio ,. ben sa- pendo, come un uomo assunto al governo non é pili padrone di sé, ma dee consacrarsi tutto al bene del popolo; onde per pro- curare P altrui vantaggio, e felicita perde sovente la sua tran- quillitd , ¢ il suo proprio bene. Civ é significato nelle seuse che adduconsi dal fico, dall’ ulivo, e dalla vite per non accettare il principato sopra gli alberi. Vers. 9, Il mio sugo che serve agli dei, e agli uomini. L’ uso delP olio ae] tabernacolo del Signore era continuo non solo per accendere le Jampane del candelabro , .ma anche per ispanderlo sulla farina ogni volta che offerivasi P olocausto, 0 vittima pacifi- ca, Riguardo agli uomini P olio ¢ di uso infinito, Notisi, che Joa- tham parla co’ Sichimiti gid idolatri; onde non é miracolo , se ei parli di lei nel numero plurale; oltre di.che, come abbiam detto altre volte, il plurale pud essere benissimo posto pel singolare, GCAPO IX. Lt. Quae respondit eis: Numquid possum deserere dulcedinem meam, fructusque sua- vissimos , et ire , ut ine ter cetera ligna promo- vear ? 12, Locutaque sunt ligna ad vitem: Veni, et impera nobis. 13, Quae respondit eis: Namquid possum deserere vinum meum, quod laetificat Dexm , et homines , et inter li- ga cetera promoveri? 14. Dixeruntgque o- mnia ligna ad rha- mnum: Veni, et impe- ra super 108. 15. Quae respondit eis: Si vere me regem vobis constituistis , vé- nite, et sub umbra mea requiescite : si autem 265- 11. Ma egli rispose loro: Poss’ io lasciare la mia doleezza, e i soavis- simi frutti, per andare ad esser superiore agli altri alberi? 12. E gli alberi disse- ro alla vite: Vieni, e sii nostra sovrana. 13, E quella rispuse loro: ‘Poss’ io abbandc.« nare il mio vino che le- tifica Dio, e gli uomini, per esser fatta regina delle piante? 14. Disser di poi tul- te le piante al roveto: Vieni a comandare a noi, 15, Ed egli rispose lo- ro: Se veramente mi fa- te vostro re, yenite a ri- posarvi sotto la mia om- brasma sé non volete, Vers. 13. Letifica Dio, e gli uomini. Nello stesso senso, in cut dicesi che la vittima & di soave odore a Dio, si dice che il vino offerio a Dio cogli olocausti , ¢ colle vittime pacifiche letifica iI Signore. Vers. 14, 15. Dissero ... al roveto ec. 1 rovete ¢ Abimelech: il roveto non ha nulla, che possa allettare , ¢ ha molte cose che possonp offendere , e disgustare: cosi egli é altissimo a significare un vomo cradele, un empio, un tiranno: ¢ in cid si dimostra ¥ imprudenza grande de’ Sichimiti. Coatuttocid questo re inutile ad ogni bene, incapace di proteggere, ¢ difendere altrai, coman-~ da, che tutti e grandi, e piccoli sticno sotto di lui; altrimenti minaccia i} fuoco che divorera i principi, ¢ i capi del popole an- che prima degii altri. : 2 * 266 non pultis , egrediatur ignis de rhamno, et des voret cedros Libani. 16. Nunc igitur, si recte, et absque pecca- to constituistis super vos regem Abimelech , et bene egistis cum Je- robaal, et cum domo e- jus, et reddidistis vi- cem beneficiis ejus, qui pugnavit pro vobis, 17. Etanimam suam dedit periculis, ut erue ret vos de manu Ma- dian ,. 28. Qui nance surre- aistis contra domum patris mei, et interfea cistis filios ejus, septuas gintaviros super unum . lapidem , et constitui-. stis regem Abimelech filium ancillae ejus su- perhabitatores Sichem, eo quod frater vester Siés 19. Si ergo recté , et absque vitio egistis cum Jerobaal, et doma ejus, hodie laetamini in Abimelech, et ille lae- tetur in vobis. GIUDIC! esca fuoco dal roveto, e divoriicedri del Libano. 16. Ora adunque se giustamente, e senza colpa avete eletto per vostro re Abimelech, e se avete trattato bene Jerobaal, e la sua fami- glia, e avete data ricom- pensa a’ benefizii di lui, che adopré la spada per. voi, 17. E pose a repenta- glio la propria vita per liberarvi dalle mani del Madianita, 18. Voi che ve la sie- te presa contro la casa del padre mio, e avete uccisiisuoi figliuoli,set- tanta persone sopra una stessa pietra, e avete e- letfo re degli abitatori di Sichem Abimelech fi- gliuolo di una sua schia- va, perché é vostro fra- tello: 19. Se adunque con giustizia, e senza pec- cato portali vi siete ver- so Jerobaal, e verso la sua famiglia, fate oggi festa per ragione di A» bimelech, ed egli faccia ‘festa per ragion di voi. CAPO: IX, 20. Sin autem per- verse, egrediatur ignis ex €o, et consumat ha- bitatores Sichem et op- pidum Mello : egredia- turque ignis de viris Sichem, et de oppido Mello , et devoret Abi- melech. 21. Quae cum dixis- set, fugit, et abiit in Bera: habitavitque ibi ob metum Abimelech Sratris sui. 22. Regnavit itague ‘Abimelech super Israel tribus annis. 23, Misitque Domi- nus spiritum pessimum inter Abimelech, et ha- bitatores Sichem: qui coeperunt eum dete- stari, 2h. Et scelus inter- Sectionis septuaginta fi- Liorum Jerobaal , et ef- Susionem sanguinis eo- 267 20. Ma se perversa- menteavete operato, e- sca fuoco da lui, che di- vorigli abitanti di Si- chem, e la citta di Mel- lo: e dagli uomini di Si- chem, e dalla citta di Mello esca fuoco, il qua- le divori Abimelech, 21. Dette le quali co- se si fuggi egli,e se n’ andé a Bera: e vi abité per timore di Abime- lech suo fratello. 22. Regnd adunque Abimelech in Israele per tre anni. 25.¥ il Signore man- dé uno spirilo pessimo tra Abimelech, e gli a- bitanti di Sichem:1 qua- li principiaronoad ayer-~ lo in esecrazione, 2h. E a gettare so- pra Abimelech loro fra. tello, e sopra tutli gli altri princrpi di Sichem Vers. 22. Regno in Israele per tre anni. Regnd sopra i Sichi- miti, sopra quelli di Ephra, e forse sopra altre vicine citta ; ma non hassi argomento per credere, che ei regnasse mai sopra tutto Israele. Vers. 23. Il Signore mando uno spirito pessimo. Dio feces che i Sichimiti ripensando a quello che avean fatto, si pentiss ero della propria iniquits, e cominciassero ad avere orrore del tiran- no ; indi afin di punirlo permise , che lo spirito di discordia +i metlesse tra lui, © gli stessi Sichimiti. 268 rum conferre in Abime- lech fratrem suum , et in ceteros Sichimorum principes , qui eum ad- juveraut. 25. Posueruntque im- sidias adversus eumin. summitate montium: et dum illius _praestola- bantur adventum, ex- ercebant. latrocinia , agentes praedas de. praetereuntibys: nun ciatumque est Abime- lech. . 26.Venit autem Gaal filius Obed cum fratri- bus suis, et transivit iz Sichimam. Ad cujus ad- ventum erecti habitato- res Sichem, 27. Egressi sunt in agros, vastaites vi- neas , wvasque calcan- tes: et factis cantan- tium choris , ingressi sunt fanum dei sui, et GIUDICI che lo avean favoreggia- to, la scelleraggine del- Y uccisione dei settanta fighuoli di Jerobaal, e lo spargimento del loro sangue, 25, E gli lesero insi- die sulla cima dei mon- ti; e in aspettandoil suo ritorno commelttevano assassinamenti, e svali- giavano i passeggeri, e ne fu avvisato Abime- lech. 26.Allova Gaal figliuo- lo di Obed passé a Si- chem co’ suoi fratelli. E alla venuta di lui inani- mati gli abitanti di Si- chem, 27. Uscironoalla cam- pagna dando il guaslo alle vigne, e pesltando le uve: e fatti de’cori di cantori entraton nel tempio del Ioro dio, e Vers. 25. E in aspettando il suo ritorno ec. Forse egli per lo piu faceva dimora ad Ephra nella sua casa. Vers. 26. Gaal figlinolo di Obed passa a Sichem ec. Questo Gaal emole di Abimelech vedesi,, che era venuto a Sichem in ainio della citta , e la sua veauta acerebbe il coraggio de’ Sichi- miti, onde cominciarono a fare e dire. tutto il mal che puievan contro Abimelech , dando il guasio alle vigne esuc, e de’ stive patenti, ¢ amici. CAPO IX. inter epulas , et pocula maledicebant Abime- lech. 28. Clamante Gaal filio Obed: Quis est Abimelech, et quae est Sichem, ut serviamus ei? Numguid non est filius Jerobaal? Et con- Sstituit principem Zebul servum suum super vi- ros. Emor patris Si- chem. Cur ergo servie- mus ei? 29. Utinam daret a- liquis: populum istam sub manu mea, ut au- ferrem de medio Abi- melech. Dictumgue est Abimelech: Congrega exercitus multitudi- nem, et veni: 30. Zebul enim prin ceps civitatis , auditis sermonibus Gaal filii Obed, iratus est valde, 269 ira Je vivande, ei bic« chieri mandayan impre- cazioni ad Abimelech. 28. Gridando Gaal fi- gliuolo di Obed: Chi é egli Abimelech, e che @ ella Sichem, onde a lui dobbiamo esser servi? Non é egli figliuolo di Jerobaal? ed egli ha de- stinato Zebul suo servo qual principe sopra la casa di Emor padre di Sichem. Per qual moti- vo adunque saremo suot servi ? 2g. Piacesse al Cielo che alcuno desse in mia mano il governo dique- sto popolo , che leverei di mezzo Abimelech . Efu dettoad Abimelech: -Raduna un buon eser- cito, e vieni: 3o.Imperocehé Zebul principe della citta, udi- ti i discorsi di Gaal fi- gliuolo di Obed, ne pre- se ira grande, Vers. 28. Non é egli figliuolo di Jerobaal? Di Gedeons cle distrusse I’ altare del vostro dio , ¢ atterro il boschetto ? Ha destinato Zebul suo servo ec. Vedesi ehe Abimelech tenendosi in Ephra avea dato a questo Zebul il goverto di Si- ebem, citta illustre, (dice Gaal) fondata da Emor ; oade merita- va certamente la preferenza sopra di Eplira. 270 31. Et misit clam ad ‘Abimelech nuncios, di- cens : Ecce Gaal filius Obed venit in Sichi- mam cum fratribus suis, et oppugnat ad- versum te civitatem. 52. Surge itaque no- cte cum populo, qui te- cum est, et latita in agro: 33. Et primo mane, oriente sole, irrue su per civitatem: illo au- tem egrediente adver- sum te cum populo suo, fac ei, quod potueris. 34. Surrexit itaque Abimelech cum omni exercitu suo nocte, et tetendit insidias juxta Sichimam in quatuor locis. 35. Egressusque est Gaal filius Obed, et stetit in introitz portae civitatis. Surrexit au- tem Abimelech, et o- mnis exercifus cum eo de insidiarum loco. 36. Cumque vidisset populum Gaal, dixit ad Zebul: Ecce de GIUDICI 31. E mando per se- greli nunzii a dire ad Abimelech: Ecco che Gaal figliuolo di Obed @ giunto a Sichem co’ suoi fratelli , e cerca di farsi padrone della citla contra di te. 52. Muoviti adunque colla gente che hai te- co, di notte tempo, e slatti ascoso nella cam- aona : 33. E alla punta del di levandosi il sole, gét- tali_ contro la citta: e uscendo egli colla sua gente incontro a te, fa a lui tutto quel che po- trai, 34. Per ta qual cosa Abimelech si mosse di notte tempo con tutto il suo esercito, e pose insidie vicino a Sichem in quattro luoghi, 35. E Gaal figliuolo di Obed usci fuori, ma si fermé all’ ingresso della porta della cilta. E Abimelech, e tutto il suo esercito usci d’ a- guato. 36. E Gaal vedendo quella gente disse a Ze- bul: Mira qual molltu- CAPO IX. montibus multitudo de- scendit. Cui ille respon- dit: Umbras montium vides quasi capita ho- minum, et hoe errore deciperis. 37. Rursum Gaal ait: Ecce populus de umbi- fico terrae descendit, et unus cuneus venit per viam, quae respicit quercum, 38. Cui dixit Zebul: Ubi est nunc os tuum , guo loquebaris: Quis est Abimelech , wt ser- viamus ei? Nonne hic populus est, quem de- spiciebas? Egredere, et pugna contra eum. 39. Abiit ergo Gaal, spectante Sichimorum populo, et pugnavit con- tra Abimelech: ho. Qui persecutus est eum fugientem, et in urbem compulit: ce- cideruntque ex parte ejus plurimi usque ad portam civitatis. a7r dine scende dai monti. E quegili rispose a Jui: Quel che tu vedi son T ombre de’ monti che ti paiono teste di uomi- hi, e questo éil tuo in- ganno. 37. E ripiglié Gaal: Mira qual turba scende dalle pid alte cime, e una schiera s’ incammi- na per Ja strada che me- na alla quercia. 38. E disse a lui Ze- bul: Dov’ é adesso, la tua audacia, colla qua- Je dicevi : Chi & Abi- melech, che dobbiamo servire a lui? Non son eglino costoro quel- la gente che tu disprez- zavi? Va adunque, e combatti contro di Jui. 39.E Gaal and, e avendo spettatore tutto il popolo di Sichem, at- taccd la mischia con Abimelech : 4o. Ma questi messo- lo in fuga lo insegui, e lo costrinse a rifuggir- si nella citla: e periro- no molti de’ suoi fin sotto Ja porta della cilta. 272 4. Et Abimelech se- dit in Rama: Zebul autem, Gaal , et socios ejus expulit de urbe, nec in ea passus est commorari. 42. Sequenti ergo die egressus est populus in campum. Quod cum nunciatum esset Abi- melech , 43. Tulit exercitum suum, et divisit in tres termas, tendens insi= dias in agris. Pidens- que, quod egrederetur populus de cipitate,sur- rexit , et irruit in eos &4. Cum cuneo suo, oppugnans, et obsidens civitatem:, duae autem turmae palantes per campum — adversarias persequebantur. 45. Porro Abimelech omni die illo oppugaa- GIUDICI 41. E Abimelech si fermé in Ruma: ma Ze- bul discaccid dalla cil- ta Gaal, e€ i suoi com. pagni, né permise che pit vi dimorasse. ' 42. Quindi il giorno appresso usci il popolo alla campagna, Della qual cosa essendo sta- to recato avviso ad Abi- melech, 43. Prese il suo eser- cito , e lo divise in tre schiere , ponendo insi- die neicampi. E veg- gendo come il popolo era uscito della citta, si mosse, e si scaglid con- tro di essi 44. Colla sua schiera, e assedid, e balté la cilla, e le altre due schiere inseguivano gli avversarii dispersi per la campagna. 45. Or Abimelech as- sali la cilta per tullo Vers. At. Zebul discaccio dalla cita Gaal ec, Bisogna cre- dere, che il popolé veggendo Abimelech vincitore si voltasse di nuove in suo favore; le che djede a Zebul if modo di cacciare Gaal co’ suoi compagni. Non si vede perd, che Zebul si mante- nesse in autorita; mentre il di seguente i Sichimiti si mossero di nuevo contro Abimelech , il quale dopo averli messi in fuga do- vette assalire la citta.

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