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Trama - i ragazzi della via

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Due bande di ragazzi - quella di Boka e le "camicie rosse"


di Franco Atis - si sputano un campo da gioco, rinserrato tra
alte pile di legname. I due gruppi si sono data un'ingenua
organizzazione militare: in quella di Boka, dove tutti sono
ufficiali, solo Nemecsek ha il grado di soldato semplice.
Costui avendo disobbedito a un ordine, viene iscritto
nell'albo dei traditori. Ritenendosi immeritevole di tanto
disonore - poiché aveva preso coraggiosamente parte ad
audaci spedizioni nel rifugio di Franco Atis - Nemecsek si
riscatta ampiamente rivelando a Boka l'ora e il giorno in cui
Atis attaccherà, per conquistarlo, il loro campo da gioco.
L'impresa, che gli merita l'elogio del capo, è andata così:
penetrato nel rifugio degli avversari, si è appostato su di un
albero, ha scoperto i loro piani, ma non ha saputo resistere
a dare una lezione di dignità a quel traditore di Gereb,
passato da Boka a Franco Atis per vendicarsi di non essere
stato eletto capo del gruppo. Non potendo farlo picchiare,
perché troppo piccolo, Atis lo ha fatto gettare in un
laghetto dai fratelli Pasztor. Nemecsek è lieto che Boka lo
abbia lodato e aspetta con ansia il giorno del
combattimento. Quando questo ha luogo, però, il piccolo
giace sul suo letto, ammalato per le ripetute immersioni:
ha la febbre altissima, delira, sua madre piange. In un
momento di lucidità, ha la forza di alzarsi, di correre dove i
suoi amici difendono il campo, di determinare col suo
intervento la vittoria del suo gruppo. Svenuto tra le braccia
di Boka, che lo ha appena promosso capitano, il piccolo
Nemecsek viene riportato a casa, per morirvi. Boka,
piangente, apprende che sul loro campo sorgerà, a giorni
un palazzo.

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