collana diretta da
Giuseppe Ricuperati
5
Giovanni Bonacina
Edoardo Tortarolo
INDICE
Introduzione di Edoardo Tortarolo
Bernd Ssemann
Lo spirito dellilluminismo e la politica. Contorni e confini del
progetto politico di Federico II
VII
Massimo Mori
Federico II e la cultura illuministica
23
Eckhart Hellmuth
Federico il Grande e larchitettura
45
Michele Cometa
Federico II di Prussia e la letteratura
73
Riccardo Morello
Federico II di Prussia e la cultura musicale della sua epoca
87
Walter Sparn
Ciascuno a modo suo. Religione e teologia nella Prussia di
Federico II
99
Edoardo Tortarolo
Opinione pubblica e opposizione in Prussia sotto Federico II
137
INTRODUZIONE
Se c un paese europeo la cui storia recentissima ha suscitato interesse, timore e ammirazione certamente la Germania. Sono sentimenti che nella loro contraddittoriet ben riflettono latteggiamento
pi radicato che il pubblico italiano in particolare ha nutrito verso
la cultura, la societ e le strutture pubbliche tedesche, sin da quando
il vasto spazio politicamente invertebrato dellEuropa centrale nel
Cinquecento e nel Seicento stato lentamente, nel corso di quasi due
secoli, coagulato in entit via via pi estese e rassodato con la forza
militare nel Reich di Bismarck, producendo gli esiti disastrosi nel
Novecento che tutti sappiamo. Dalla fine della seconda guerra mondiale il processo di ricomposizione nello spazio politico dellEuropa
centrale si riproposto nellarco di mezzo secolo. Caso pi unico
che raro, due stati, in competizione per quarantanni in tutti modi,
esclusa solo la guerra aperta, si sono (ri?)unificati nel rapido volgere
di meno di un anno e hanno dato origine a un sistema politico ed
economico, la cui efficienza, produttivit, capacit di innovazione e
solidit mettono in difficolt i partner dellUnione europea. Nella figura del re di Prussia Federico II (1712-1786) si sono condensate
molte delle caratteristiche che si ritrovano nella storia tedesca dei due
secoli successivi: senso dellidentit collettiva, volont di imporsi, ricerca di regole vincolanti per tutti, disponibilit al sacrificio individuale in vista di un guadagno futuro della collettivit. O almeno cos
la storiografia ottocentesca e novecentesca ha visto presenti gi nel
sovrano vere o inventate tendenze di lungo periodo della storia tedesca: nel passaggio dalle presunte virt prussiane alle altrettanto
presunte virt tedesche Federico II stato un perno. Va da s che
questa ricerca di una genealogia della paradossale tedeschit in Federico II (francofilo quanto pochi altri anche nel generalmente francofilo Settecento) si sia prestata a mille fraintendimenti ideologici. Il
pubblico italiano ha avuto la sua parte di interpretazioni nobilmente
o sciaguratamente ideologiche e strumentali di Federico II. A parte
gli echi di opere classiche come lampia biografia eroica di Thomas
VIII
introduzione
Carlyle1, basti ricordare, nella categoria delle interpretazioni sciagurate, il libro del generale Emilio Canevari, organizzatore dellesercito
della Repubblica Sociale Italiana dopo essere stato tra i firmatari del
Manifesto della razza. Il suo Federico II il Grande usc strategicamente nel novembre del 1944 a Milano e si accostava alla mitizzazione tardo-hitleriana di Federico II come prova che si pu salvare il
destino militare di un paese allo stremo facendo ricorso alla forza della
volont e allo spirito di sacrificio. La chiave di volta della vita di Federico II era saper resistere alle avversit, sfidare i colpi del destino,
restare diritto nella tempesta come esempio ai sudditi: non vi altra
regola. [] Se il re o i suoi soldati o il suo piccolo popolo non avessero dimostrato tanta lunga, incrollabile tenacia, quellavvenimento favorevole [luscita dei russi dalla coalizione nel 1762] si sarebbe prodotto troppo tardi inutilmente2. Lanno dopo, nella traduzione di
Giorgio Bassani e con la prefazione di Alberto Savinio, fu pubblicata
a Roma, sorta di antidoto al veleno inoculato dal fascismo repubblichino attraverso il re di Prussia, la Vita privata di Federico II scritta
da Voltaire3. Nel mutato clima del tardo dopoguerra la traduzione
della sintesi di Gerhard Ritter svolse, pi sommessamente, unanaloga
funzione di contravveleno. Federico II vi era presentato come uno
statista razionale, autocratico s, ma perno di una storia tedesca che
non si poteva esaurire nella bancarotta morale oltre che materiale del
nazismo, della guerra e della catastrofe della sconfitta4. E ancora qualche anno dopo, a conclusione di una carriera prestigiosa e influente
di storico iniziata proprio sotto il nazismo, Theodor Schieder torn
sulla biografia di Federico II per individuarne le contraddizioni e anzi
caratterizzandolo proprio come un regno delle contraddizioni: ambivalente, enigmatico e alla fine sfuggente. Anche la biografia di Schieder stata opportunamente messa a disposizione del pubblico italiano
e rappresenta il testo di riferimento pi sicuro per lo studioso italiano
T. Carlyle, History of Friedrich II of Prussia, London, Chapman, 1858-1865.
E. Canevari, Federico il Grande, Milano, Mondadori, 1944, p. 416. Lanalisi
militare della guerra dei sette anni occupava quasi la met del volume (pp. 209-360).
3
Voltaire, Vita privata di Federico II. Tradotta dal francese da Giorgio Bassani con un saggio di Alberto Savinio, Roma, Atlantica, 1945.
4
G. Ritter, Federico il Grande, Bologna, il Mulino, 2000 (edizione, con nuova
introduzione, riveduta rispetto alla prima, uscita nel 1970). Il testo di Ritter, pubblicato in prima edizione nel 1936 (Friedrich der Grosse. Ein historisches Profil, Leipzig, Quelle und Mayer, 1936) si pu accostare quanto allinterpretazione generale alla
bella voce per lEnciclopedia Treccani di Federico Chabod (Roma, Istituto dellEnciclopedia Italiana, 1932, XIV, pp. 952-6).
1
2
introduzione
IX
introduzione
e discussi in quelloccasione e profondamente rielaborati per la pubblicazione, raccolta ora in questo Quaderno della Rivista Storica
Italiana. La direzione della Rivista Storica Italiana ha accolto con
liberalit i contributi in questa sede prestigiosa. La dott. Paola Rumore (Universit di Torino) ha tradotto i saggi scritti originariamente
in tedesco e ha collaborato alla redazione dei testi.
Freiburg im Breisgau/Torino, giugno 2013
Edoardo Tortarolo
Bernd Ssemann
LO SPIRITO DELLILLUMINISMO E LA POLITICA.
CONTORNI E CONFINI DEL PROGETTO POLITICO
DI FEDERICO II
Stando allimmagine di sovrano che Federico il Grande aveva di
s, la politique rappresentava una delle colonne portanti (points principaux) del suo governo. Nei Testaments politiques del 1752 e del
1768 egli si dilunga sui motivi che hanno ispirato il suo pensiero e
le sue imprese. Analoghe considerazioni si incontrano nellExpos
du Gouvernement Prussien, des Principes sur Lequel[s] il roulle, avec
qualques Reflexions Politiques, redatto nel 1776, nonch nelle Considerations Sur LEtat Politique de LEurope del 17821. Alcune altre informazioni si ricavano poi da vari scritti celebrativi, dalle lettere e dai discorsi. Il sovrano aveva richiesto che si desse lettura
delle trascrizioni pi ampie su questo argomento nellAcadmie
Royale des Sciences et des Belles Lettres de Prusse, che egli stesso
aveva riformato2. La scelta di questa sede prestigiosa era il frutto
di un calcolo ben ponderato sulla pubblica diffusione delle sue idee.
Egli sapeva infatti che alcuni membri dellAccademia avrebbero riferito di quelle idee nelle loro corrispondenze, contribuendo in tal
modo allaccrescimento della sua gloria. Infine, per comprendere
adeguatamente la figura del sovrano, occorre prendere in conside-
1
Questi saggi sono disponibili, insieme ai Testaments politiques, in unedizione
bilingue (tedesco-francese) a cura di R. Dietrich, Die politischen Testamente der Hohenzollern (Verffentlichungen aus den Archiven preuischer Kulturbesitz 20), Kln,
Bhlau, 1986.
2
Riguardo alla storia dellAccademia e al suo significato complessivo per lEuropa cfr. ora E. Tortarolo, Internationalitt in der Akademie der Wissenschaften
zu Berlin, in Friedrich der Groe in Europa. Geschichte einer wechselvollen Beziehung,
a cura di B. Ssemann e G. Vogt-Spira, Stuttgart, Steiner, 2013, I, pp. 293-306.
bernd ssemann
rite dal bilancio di quanto aveva di volta in volta conseguito9. I Testaments politiques si rivelano una fonte particolarmente preziosa per
cinque ragioni:
1. essi hanno un grande significato in quanto tali: si tratta infatti
di testi redatti con grande scrupolo, su cui Federico tornato a pi
riprese e a cui ha affidato il proprio modello di sovranit a uso dei
suoi successori;
2. essi contengono riflessioni spontanee, contingenti e occasionate
da eventi specifici, che Federico elabor in circostanze che percepiva
come problematiche;
3. essi presentano le esperienze del sovrano diversamente da quel
che accade nello scritto giovanile LAntimachiavel10 secondo un ordine e una sistemazione che egli stesso aveva concepito, rivelandone
lambizione di offrire un resum dei suoi propri pensieri;
4. essi si condensano di frequente in moniti chiari e imperiosi, ancorch il sovrano affermi pi volte il contrario;
5. insieme ai trattati del 1776 (Expos) e del 1782 (Considrations),
essi consentono uninterpretazione ad ampio raggio. Percorrendo un arco
di quarantanni, i Testaments mostrano chiaramente che cosa persiste e
che cosa muta nelle concezioni di Federico e ci sia relativamente ai
suoi ripensamenti circa le questioni politiche sia rispetto allavvicendarsi
9
La concezione politica e giuridica del monarca stata spesso oggetto di studi
specifici. Parimenti le sue concezioni della morale e delletica. Le presentazioni pi
datate richiedono sovente unintegrazione, a causa della prospettiva eccessivamente ristretta da cui osservano la questione, riducendola alle solite bipolarit, come assolutismo/Illuminismo, machiavellismo/antimachiavellismo, potenza/diritto, ragion di
Stato/umanit, spregiudicatezza/coscienza. Persino le biografie pi recenti tentano di
svelare la legge dellazione di Federico ricorrendo a concetti quali natura bifronte,
dominio delle contraddizioni (Th. Schieder) o doppiezza, se non persino a metafore che rimandano allenigma del suo personaggio o alla contraddizione interna
di Federico (T. Schieder, Friedrich der Groe. Ein Knigtum der Widersprche,
Frankfurt/Main, Propylen, 1983, pp. 341-64: Roi-Conntable, Federico il Grande,
Torino, Einaudi, 1989).
10
LAntimachivel ha influenzato nella maniera pi determinante la ricezione dellidea politica del sovrano prussiano; la mia discussione si serve dellelemento speculativo-teoretico che domina in quellopera solo come termine di confronto. Johannes
Kunisch ha preferito assumere latteggiamento opposto nel suo studio sulle affermazioni di Federico circa la teoria dello Stato. Kunisch ha rinunciato espressamente a
unanalisi dettagliata dei Testaments politiques, poich quei testi sono eccessivamente
diretti allorientamento della prassi. A questo proposito cfr. il suo contributo (in
cui ripropone con qualche modifica un testo pi vecchio), Lob der Monarchie. Aspekte
der Staats- und Herrschaftsauffassung, in Friedrich der Groe in Europa gefeiert
und umstritten, cit., pp. 27-42.
bernd ssemann
delle ragioni che orientarono il suo operato sia, ancora, alla variazione
della funzione della strategia e del posizionamento tattico11.
Gi nel primo Testament politique (1752), la politique occupa un
posto di primo piano accanto allamministrazione della giustizia, alleconomia finanziaria e allorganizzazione militare. Il sovrano concepiva
la politique in pieno accordo con lIlluminismo europeo come unarte,
come larte del governo. Se si possiede questarte, si dispone di una
conoscenza sicura delle misure e dei mezzi adeguati (moyen convenable) per la salvaguardia dei propri interessi: Pour agir Conformement
a Ses Interets il faut Les Conoitres, et pour parvenir a Cette Conoissance il faut de letude, du recoeuillement et de Laplication12. Occorre pertanto studiare accuratamente gli sviluppi che si realizzano in
Europa, concepirli in una maniera scevra da pregiudizi e tenere sotto
controllo la situazione economica e militare. Il principe deve conoscere
la situazione in cui versano le casse dello Stato cos come si conf a
chiunque attenda in maniera avveduta alla propria economia domestica. Nei periodi di pace il sovrano agir pertanto come un ispettore
accorto, intransigente e illuminato dalla ragione (clair par sa raison);
in guerra, invece, sar un comandante capace di pianificare rigorosamente la gestione delle finances e del fourrage. Solo in questo modo
il principe riesce a garantire la sicurezza dello Stato e ad ampliare i
suoi possedimenti. Quando si aspira a realizzare qualcosa di grande,
occorre accrescere la propria potenza e innalzare la propria fama: on
ne parvient des grandes choses quen affrontant de grands hasards13.
Il sovrano inglese s un reggente accorto, ma vede tutto dalla prospettiva del suo principato di Hannover. Per questa ragione le sue considerazioni sono irrimediabilmente unilaterali: La haine quil a contre
la Prusse vient en partie dansienes brouilleries du ministere hanovrien
avec celui de Berlin, et en partie de lenvie quil porte a laccroissement
de puissance de son voissin14.
Ovviamente il carattere soggettivo e contingente pu indebolire la forza espressiva di un testo. Daltra parte questo tipo di unidimensionalit, proprio perch evidente, non costituisce un vero e proprio impedimento allinterpretazione. La situazione delle fonti e lo stato della ricerca sono soddisfacenti, ma sono comunque peggiori di quel che si pensa. Ledizione storico-critica delle opere continua a rimanere
un desideratum.
12
Qui e in seguito si cita da Die politischen Testamente der Hohenzollern, cit.
13
In una lettera al principe Augusto Guglielmo del 12 agosto 1756, in uvres
de Frdric le Grand, a cura di J.D. Erdmann Preu, 30 voll., Berlin, Decker, 184656; voll. X-XV: uvres potiques: XIII, n. 7836, p. 205.
14
Die politischen Testamente der Hohenzollern, cit., p. 332.
11
Fig. 1 - Axel Groehl, Staatslenker. Ohne Zgel kommen die Sorgen, Acquarello (propriet privata).
bernd ssemann
a dire il dovere di rendersi utile alla patria e di servirla18. opportuno fare alcune considerazioni a questo proposito, trattandosi indubbiamente della pi citata tra le sue dichiarazioni. Il termine su cui
si regge la questione, che in tedesco viene perlopi reso con Diener
(servitore), incontra in francese molteplici sfumature di significato. Il
sovrano si descriveva come il premiere domestique de ltat o come
il premier Serviteur de lEtat o, ancora, come il premier magistrat
o premier ministre19. Cos facendo, Federico spostava laccento sui
diversi aspetti del suo ruolo, dava voce a esigenze diverse e si riferiva
a circostanze differenti. Queste sfumature possono venir colte a partire dai differenti contesti in cui veniva descritto il ruolo del sovrano
e confermano il sospetto che Federico ne abbia di volta in volta consapevolmente accentuato un aspetto o laltro. Soltanto la formulazione
le premiere domestique de ltat richiama un concetto assimilabile
al tedesco Diener, ancorch nel francese si alluda anche al ruolo di
pubblico ufficiale (Amtstrger) o di funzionario (Beamte). Parlando
di s come del premiere Serviteur de lEtat, Federico poneva invece
laccento sulla sua funzione di servizio e sul carattere esemplare delle
sue azioni; nellespressione premiere magistrat spostava invece lattenzione sulla sfera della gestione dello Stato e, di conseguenza, sul
rapporto tra il sovrano e i suoi sudditi; con premier ministre rimarcava il significato della sovranit rispetto allorganizzazione costituzionale dello Stato. Complessivamente, per, in tutte queste formulazioni limmagine di Federico si pone in netto contrasto sia con
la figura del sovrano assoluto (la matre absolue), sia con quella del
reggente ozioso.
Lo spirito di servizio non si rivolgeva, per Federico, esclusivamente al suo governo, ma si estendeva anche al tempo a venire, con
lintento di predisporre le condizioni favorevoli per lazione politica
del suo successore. Al contempo, per, egli aveva ben chiari i limiti
delle sue possibilit: Federico non si aspettava affatto che i suoi progetti trovassero una realizzazione immediata. La storia non progredisce in maniera lineare. Nel mondo tutto sottost alla legge del mutamon dieu suprme, Aus dem Briefwechsel Voltaire Friedrich der Groe, a cura di
H. Pleschinski, Zrich, Haffmans Verlag, 1992, p. 177.
18
La patria prese per Federico il posto della trascendenza. Il 18 settembre 1760
egli confessava allamico Jean Baptiste de Boyer, Marquis dArgens, con sguardo retrospettivo: Dovete sapere che non necessario che io viva, ma che io faccia il mio
dovere e combatta per la mia patria (que je combatte pour ma patri) per salvarla, se
possibile (T. Schieder, Friedrich der Groe, cit., p. 381).
19
Die politischen Testamente der Hohenzollern, cit., p. 328 e passim.
bernd ssemann
pre bisogno di venir corretta: Elle est Nessaire et ramener toute Les
choses au but de leur Institution23.
Altero e determinato Federico proclama di non aver mai convocato un consiglio dei ministri. Riteneva infatti che quellistituzione
fosse altamente dannosa; era molto difficile che tante teste mirassero
a un obiettivo comune, operando in maniera ferma e risoluta in vista
del suo conseguimento: un sistheme ne peur emaner que dune Tete;
donc il faut quil parte De Celle du Souverain24. Sotto questo rispetto,
e in alcuni altri casi, Federico dava parzialmente ragione a Machiavelli. Un principe sovrano poteva nutrire lambizione di distinguersi
per i suoi successi militari. Ma le ambizioni devono accompagnarsi
alla saggezza che sola pu garantirgli di agire secondo ragione e di
essere votato a unimpresa giusta. Un atteggiamento siffatto preservava il principe ambizioso dal fascino delle disputes frivoles e dal
commettere azioni sconsiderate nei confronti di avversari potenti, cadendo in rovina25. La guerra, nel migliore dei casi, doveva rappresentare lextrema ratio: Les Aquisitions quon fait par la plume, sont
toujours preferables a celles que lon fait avec Lepe26. In questo
modo luomo politico non era esposto alle peripezie del fato o alla
contingenza delle circostanze: agendo in questa maniera avveduta, egli
metteva al riparo sia le sue finanze sia le sue forze militari, senza per
perdere la presa sul futuro, vale a dire sulla giovent operosa. Fu cos
che la Prussia che ancora nel 1752 difettava di forza interna (force
intrinseque) riusc col tempo a diventare una delle principali potenze europee.
Nel Testament politique pi tardo, del 1768, si legge che luomo
politico non deve soltanto sforzarsi di anticipare gli eventi futuri, ma
deve altres conoscere lo spirito del popolo (le Genie des peuples):
Les prussiens ne manqent pas desprit; il y en a qui forment de
bon[s] sujets27. Il sovrano deve per preoccuparsi innanzitutto di affermare se stesso28. Molti degli ampliamenti sostanziali che si incontrano in questo scritto rispetto alla versione del 1752, cos come liDie politischen Testamente der Hohenzollern, cit., p. 256.
Ivi, p. 326.
25
LAntimachiavel ou Rfutation du Prince de Machiavel, cit., p. 204: Cest
grand, jen conviens, mais ce nest louable qua proportion que lentreprise du conqurant est juste, nonch p. 206.
26
Ivi, p. 174.
27
Ivi, p. 588.
28
M. Junkelmann, Der Militrstaat in Aktion. Kriegskunst des Ancien Rgime,
in Friedrich der Groe in Europa, cit., II, pp. 166-91.
23
24
10
bernd ssemann
frontiere Vaut mieux quune principaut a 60 Lieux. Cest une Attention necessaire de cacher autant quil est possible Ses Desseins dambition []. Le Segret est une Vertu Essencielle pour La politique aussi
bien que pour Lart de la Guerre34.
Federico non afferma in nessuno dei suo scritti che la politica e
lambito politico in generale si esauriscono in una pura azione di governo; essi coinvolgono piuttosto un insieme di questioni che si possono individuare in cinque ambiti principali: la gestione interna (De
la politique intrieure), il quadro del sistema politico europeo nel suo
complesso (De la politique extrieure), la giustizia, la finanza e lesercito.
34
Ivi, p. 706.
11
1752
1768
Diritto
1
a stento 1
22
19
12
12
42
35
23
33
%
%
Le proporzioni sono inequivocabili: soltanto due pagine del Testament politique del 1752 concernono questioni relative allordinamento giuridico appena introdotto. Seguono, quanto allo spazio che
occupano, le finanze e lesercito in misura pressoch uguale. La politica estera tre volte e mezzo pi presente della politica interna. Questa partizione di massima rivela quale fosse in realt linteresse principale di Federico, e rispecchia al contempo le sue preoccupazioni pi
urgenti. Il confronto quantitativo dei due Testaments politiques rivela
i seguenti cambiamenti: lopera cresce, nel 1768, del 17%; lordine tematico muta anche nel senso che le considerazioni militari vengono
espunte dalla parte sulla politica estera e vengono accostate a quelle
sulle finanze; le considerazioni sul diritto vengono ridotte allo 0,8%,
mentre quelle sulle finanze sono limitate al 19%, e la politica interna
mantiene comunque lo spazio che aveva nel 1752; lattenzione per le
questioni militari cresce notevolmente dopo lesperienza delle tre guerre
della Slesia fino a occupare un terzo del Testament politique; le considerazioni di politica estera si riducono di un terzo.
Il confronto qualitativo tra i due Testaments offre il seguente quadro dinsieme: n questi scritti n gli altri trattati di Federico sembrano fondarsi sul progetto teorico di un illuminista, di un principe
illuminato. Nettamente predominanti sono le considerazioni legate a
situazioni concrete, in cui il governo e la responsabilit vengono viste dalla prospettiva di un sovrano assoluto. Federico vedeva una connessione diretta tra le azioni e le meditazioni, indipendentemente dal
fatto che si trattasse di suggestioni di tipo religioso o filosofico35. Le
concezioni di Federico non rimanevano mai su un piano puramente
formale, ma lo conducevano sempre, grazie a riflessioni pragmatiche
e finalizzate a uno scopo preciso, a rivendicare il suo senso di responsabilit. Nello scritto De la politique intrieur egli aspirava con
la docile madre tolleranza a un bonum Commune, a una felicit
35
M. Kerautret, Religise Toleranz oder philosophische Indifferenz, in Friedrich
der Groe in Europa, cit., II, pp. 47-66; R. Nrnberger, Friedrich der Groe als
Staatsmann, Hannover, Niederschsische Landeszentrale fr Politische Bildung, 1986,
p. 6 (riveduto con il titolo Friedrich der Groe. Rflexiones sur Charles XII, in Spiegel der Geschichte. Festgabe fr Max Braubach, a cura di K. Repgen e S. Skalweit,
Mnster, Aschendorff, 1964, pp. 590-601).
12
bernd ssemann
generale. Nel 1752 scriveva, a proposito del cattolicesimo, di auspicare unamicizia con il Papa e di collocarsi in una posizione neutrale
tra Roma e Ginevra. Nel 1768 le sue considerazioni assumevano un
tono decisamente pi superficiale e si infarcivano di frasi fatte: se si
affrontano con rigore le continue ostilit non si perviene a conflitti.
In una politica interna felice rientrava in massima misura, secondo
Federico, tanto la colonizzazione interna quanto lamministrazione dei
territori, dei domini e dei depositi. Oltre a ci egli si occupava abbondantemente di politica sanitaria, demografica e migratoria, nonch
di politica dei traffici, dei commerci, del lavoro, di politica culturale
e delle istituzioni preposte allinsegnamento, del controllo delle notizie e di politica della stampa e della censura. Esattamente secondo lidea della letteratura cameralistica, tutte le istituzioni giuridiche, statali
e militari dovevano curarsi collettivamente e di comune accordo della
sicurezza del paese. La polizia (Policey) non era dunque innanzitutto preposta a combattere i crimini, ma alla promozione di una condotta decorosa (das betragen) e di una certa agiatezza (die bequemlichkeit). Tuttal pi i cosiddetti Kreisausreiter (guardie a cavallo) e gli ispettori di polizia si preoccupavano dellordine, vale a
dire del rifornimento sufficiente di generi alimentari e del benessere
collettivo36.
Dal momento che Federico destinava una grande parte dellattivit amministrativa alla gestione complessiva delle entrate e delle uscite
dello Stato, sembra evidente che egli guardasse alla politique da ununica prospettiva. Incrementando tutte le risorse di cui disponeva il sovrano, essa era pensata come strumento al servizio delle sue decisioni.
La politique non era per concepita in vista di una generica salvaguardia della sovranit; essa doveva invece occuparsi concretamente,
allinterno dello Stato, della conservazione del privilegio dellautonomia decisionale del sovrano contro le continue richieste di cooperazione. Federico riteneva che per questo fine vi fossero mezzi eccellenti: la forte centralizzazione dei procedimenti amministrativi e la
concentrazione e razionalizzazione della sua propria autorit. In questo modo egli contrapponeva unautentica e una falsa politica.
A tale scopo nei Testaments politiques Federico passava in rassegna lintero spettro delle attivit del sovrano. Nel De la politique intrieure analizzava in maniera sistematica alcune parole chiave: nobilt,
Cfr. Geschichtliche Grundbegriffe. Historisches Lexikon zur politisch-sozialen
Sprache in Deutschland, a cura di O. Brunner et al., IV, Stuttgart, Klett-Cotta, 1978,
p. 836 e p. 885.
36
13
14
bernd ssemann
ficiali nobili la borghesia otteneva quel grado solo in guerra doveva venir inculcato il convincimento che tutti loro erano innanzitutto
dei prussiani e che dovevano agire di conseguenza, a prescindere dalla
loro provenienza effettiva. Come misure di protezione di fronte alle
aggressioni esterne Federico prediligeva i mezzi tradizionali, quindi le
alleanze e le coalizioni. Al contempo ammoniva continuamente i suoi
successori affinch non si abbandonassero alla fiducia eccessiva o a
forme di confidenza inopportuna. Ogni Stato persegue i suoi propri
interessi, che nel corso del tempo possono anche mutare. Il principio
della rispondenza al fine orienta sia le massime dazione, sia la scelta
dei mezzi politici adeguati. Pur procedendo sulla base di questi presupposti, occorre per tener ben presente che nellambito della politique vige una legalit sua propria.
Lattore politico che persegua con rigore i propri interessi non pu
venir danneggiato dalla politique in maniera imprevista, e neppure ne
pu venir deluso o gettato in disgrazia. In circostanze particolari, e
per necessit, si possono rompere patti e alleanze. Qui lautore dellAntimachiavel si accosta a un tipo di sovrano pi orientato al modello machiavellico: un sovrano disposto a rompere i patti, favorevole
alla guerra privata e conquistatore. Le contraddizioni tra i principi che
Federico professava e la sua azione effettiva emergono nella maniera
pi nitida nellambito del diritto. Mi limiter a tre esempi.
Nonostante i suoi principi, nel caso Mller-Arnold il sovrano si
oppose al tribunale supremo non soltanto rivendicando fermamente
la propria autorit (che pure gli spettava in quanto sovrano), ma violando lindipendenza dei giudici. Di contro, nel processo contro Katte,
suo padre non aveva mai neppure preso in considerazione lidea di
manipolare il procedimento giudiziario, di mettere in discussione lindipendenza del tribunale o di sanzionare e incarcerare i giudici che
avevano espresso un parere a lui contrario. Federico, invece, rompeva
patti, alleanze e coalizioni, e imbrogliava ripetutamente alleati e amici,
a cominciare dalla doppia rottura del trattato di Nymphenburg fino
allo scioglimento (che non fu certo lultimo) dei patti prussiano-francesi.
Federico era poi incoerente anche rispetto al controllo sulla stampa
e sullinformazione. La prassi della censura mostra nel corso dei decenni un quadro assolutamente disomogeneo. La libert di stampa e
la soppressione della censura nella sfera pubblica annunciata al tempo
della sua ascesa al trono avevano avuto un valore solo temporaneo.
Leditto per il ripristino della censura del 1749 risparmiava la Slesia. La circolare per la censura dei libri e degli scritti che verranno
15
16
bernd ssemann
17
Federico riteneva che il Sacro Romano Impero e la sua costituzione fossero obsoleti, stravaganti e bizzarri. Non lo reputava una
grandezza degna di divenire oggetto di attenzione. La sua Prussia si
sarebbe mantenuta intatta grazie allinvidia dei principi e delle potenze
vicine, ma il numero dei piccoli principati e delle citt del regno scem
progressivamente (1752). Dopo il 1746 lanno in cui il sovrano rinunci a imporre il rispetto delle decisioni imperiali nel regno Federico aveva ritenuto superflui molti interventi nella politica dellImpero da parte della Prussia. La stessa campagna del 1787/88 non aveva
assunto la portata di una guerra secondo i vecchi parametri. Il sistema
del regno era ormai per Federico un mulo esanime, incapace ormai
di reggere alcun carico.
Tento ora di presentare una sintesi di quanto detto e di affrontare
la questione relativa alleffettiva portata storica e interpretativa che risiede nei due concetti centrali di politica e di Illuminismo.
La prassi di governo di Federico si muoveva entro una cornice di
idee e di concezioni illuministiche. Lelemento illuministico si espresse
nella prassi politica in pi occasioni: nella ampia soppressione della
tortura, nellaver richiamato a Halle il filosofo Christian Wolff condannato allesilio da Federico Guglielmo I, nei proclami a favore della
tolleranza, nella codifica e nella garanzia del dibattimento giudiziario,
nonch nei tentativi risoluti di coniugare la sovranit e la dimensione
spirituale sotto la volta delle idee illuministiche, e promuovendone
nuovi ampi sviluppi. Gli effetti delle iniziative intraprese nellambito
dellistruzione pubblica si percepirono chiaramente solo nel corso del
secolo successivo46. Listruzione divenne un compito dello Stato. Da
allora la responsabilit dellistruzione elementare e delle formazione
degli insegnanti prese a ricadere sullamministrazione pubblica, cos
come leducazione musicale in tutto il Paese il che rispondeva a un
particolare interesse di Federico. Voltaire47, Kant e gli illuministi berForderungen in Europa. Zum Selbstverstndnis von Friedrich II. und Katharina II.
als philosophes, in Wo bleibt die Aufklrung? Aufklrerische Diskurse in der Postmoderne. Festschrift fr Thomas Stamm-Kuhlmann, a cura di L. Gth, Stuttgart, Steiner, 2013, pp. 37-56: p. 47.
46
Christopher Clark rimanda al patrimonio di idee illuministiche che circolava
nelle scuole dei magistrati e menziona a titolo di esempio il caso di Neuruppin, cfr.
C. Clark, Preuen, cit., p. 189 (manca lindicazione delle fonti).
47
Voltaire aveva gi celebrato il principe reggente come un principe filosofo,
che render felici gli uomini [] Non vi principe che nutra una simile volont di
riportare i propri Stati allet delloro [] un giorno [] sarete osannato dai Vostri
popoli e lodato nel mondo intero (Katharina die Groe / Voltaire, cit., pp. 13 ss.
18
bernd ssemann
linesi48 lo celebrarono per questo suo impegno. E lo fecero con lobiettivo, espresso con cautela, di considerare ci che idealmente speravano di veder realizzato come una conseguenza di quel che gi era
stato fatto. Ci rivela sotto la pressione della censura una forma
sottile di costrizione esercitata dagli intellettuali.
Agli occhi del pubblico interessato alle questioni di Stato, loperato di Federico soddisfaceva appieno limmagine della politica. I
sudditi concepivano che il loro servizio nei confronti del sovrano si
fondeva con quello nei confronti dello Stato. Federico vedeva nello
Stato il destinatario del suo operare: considerava un proprio dovere,
da quando aveva letto Christian Wolff e Pierre Bayle, lavorare per il
bene di tutti. Si ispirava alla morale illuministica, a un universalismo
piuttosto astratto (Friedrich Meinecke)49. E, infine, anchegli credeva
al progresso del genere umano cos come concepito da Voltaire, e al
potenziamento superiore (Leopold von Ranke) della cultura e della
civilt. Dietro a coloro i quali rivestivano uffici pubblici nella citt e
nel Paese si stagliava la figura patriarcale di Federico. Nessun Hohenzoller prima di allora aveva mai goduto di unimmagine simile a quella
di Federico n mai aveva svolto in maniera tanto risoluta la sua funzione esemplare e assunto quindi un atteggiamento altrettanto netto.
Al contempo egli limit drasticamente le convenzioni, il cerimoniale
e il culto della sua persona50. Non mancava tuttavia lelemento di rappresentanza della politica. Ma Federico si sforzava di non ostentarlo
nel rituale che accompagnava le sue apparizioni pubbliche e la sua
persona in generale; esso traspariva invece in maniera piuttosto astratta
dalla cultura giuridica e dallarchitettura di Berlino e soprattutto di
Potsdam51.
(lettera del settembre 1736). Nel febbraio del 1737 Voltaire apostrofava Federico come
la sua terra promessa (ivi, p. 38) e il 20 dicembre del medesimo anno lo chiamava
il giovane Salomone del Nord (ivi, p. 80).
48
Cfr. Berliner Aufklrung. Kulturwissenschaftliche Studien, a cura di U. Goldenbaum e A. Kozenina, II, Hannover-Laatzen, Wehrhahn, 2003.
49
F. Meinecke, Idee der Staatsrson in der neueren Geschichte, a cura di W.
Hofer, Mnchen, Oldenbourg, 19602, pp. 345-47; quel che segue tratto dai discorsi
di Ranke per il re Massimiliano II di Baviera (1854), cfr. L. von Ranke, ber die
Epochen der neueren Geschichte. Historisch-kritische Ausgabe, a cura di T. Schieder
e H. Berding, Mnchen-Leipzig, Duncker & Humblot, 1971, pp. 58-62.
50
Cfr. B. Stollberg-Rilinger, Offenbare Formlosigkeit? Der Stilwandel des diplomatischen Zeremoniells, in Friedrich der Groe in Europa, cit., I, pp. 354-71.
51
Il sovrano non innalzato a una condizione superiore e non gli si riconosce la somma autorit affinch egli trascini la propria esistenza in maniera negligente
e svogliata, affinch parassiti il suo popolo e viva felice mentre tutto intorno si tra-
19
20
bernd ssemann
21
22
bernd ssemann
Massimo Mori
FEDERICO II E LA CULTURA ILLUMINISTICA
1. Un Illuminismo del buon senso
Dai primi studi sulla sua figura allabbondante messe di pubblicazioni occasionata dallapprossimarsi del tricentenario della nascita1,
nella letteratura critica su Federico II ricorre costantemente il tema
della contraddizione. Questa duplicit talvolta considerata un tratto
essenziale del personaggio, in parte espressione caratteriale, in parte
risultato di vicende biografiche che, sin da giovane, lo inducono alla
dissimulazione2. Di qui la frattura tra il Roi-Philosophe e il Roi-Conntable, tra lautore dellAnti-Machiavel e il conquistatore della Slesia,
tra luomo privato e il principe, tra un esercizio letterario e filosofico
coltivato come divertimento e unattivit politica e militare perseguita
1
Cfr. ad esempio T. Bendikowski, Friedrich der Groe, Mnchen, Bertelsmann,
2010; si veda anche il suo saggio Der ewige Knig, in H. Kemper (a cura di), Mythos
Friedrich: Friedrich der Groe, Reformer, Schngeist, Kriegsherr: Leben und Nachleben des Preuenknigs, Hamburg, Zeitverlag Bucerius, 2011, pp. 14-19. Anche J. Kunisch, Friedrich der Groe, Mnchen, Beck, 20112 (2004), pur concentrandosi sugli
aspetti politico-militari, riconosce le contraddizioni che essi presentano con le attivit
culturali del re. Un po sbrigativamente J. Luh, Der Groe. Friedrich II. von Preuen,
Berlin, Siedler, 2011, risolve il problema dellambivalenza con la tesi che lunico obiettivo di Federico era la ricerca della fama e della grandezza, in qualsiasi attivit si sperimentasse. Il tema della contraddittoriet ritorna anche in lavori pi divulgativi, come
K.-H. Otto, Friedrich II.: Der Philosoph von Sanssouci, Potsdam, Mrkische Reisebilder, 2011. Da un particolare punto di vista la relazione tra luomo di cultura e il
sovrano stata recentemente analizzata da S. Henze-Dhring, Friedrich der Groe
Musiker und Monarch, Mnchen, Beck, 2012, dove lamore per la musica e lattivit guerresca vengono tuttavia considerate come ununit inseparabile (p. 14). Una
considerazione complessiva della molteplicit della personalit di Federico offerta
dal recente volume B. Ssemann (a cura di), Friedrich der Groe in Europa gefeiert und umstritten, Stuttgart, Steiner, 2012.
2
Cfr. ad esempio T. Schieder, Friedrich der Groe, Frankfurt/Main, Propylen,
1983, trad it. Federico il Grande, Torino, Einaudi, 1989, pp. 27-28.
24
massimo mori
come dovere. In qualunque modo venga declinata questa contraddizione, la pietra di paragone per valutarla il rapporto di Federico con
la cultura illuministica. LIlluminismo sembra infatti esprimere precisamente ci che il re celebra a parole e diserta nei fatti. Da un lato
razionalit, fiducia nel progresso, pacifismo, cosmopolitismo; dallaltro pragmatismo politico, scarsa considerazione dellumanit, fiera conduzione della guerra, difesa della ragion di Stato3.
In questimmagine tradizionale di Federico c sicuramente qualcosa di vero. Le sue declamazioni sulla vanit di tutte le cose sono
di solito espressione pi di un esercizio letterario che di una convinzione personale. In unepoca in cui il valore delle composizioni poetiche non misurato dalla profondit dellispirazione, ma dal rispetto
formale delle regole metriche, appariva legittimo proporre contenuti
letterari nei quali, nel migliore dei casi, prevaleva lintellettualismo e,
nel peggiore, ritornavano senza originalit motivi convenzionali. Ma
soprattutto c certamente in Federico la consapevolezza del duplice
ruolo a cui egli chiamato, ora come uomo che intende dedicarsi alla
filosofia, ora come sovrano che deve difendere gli interessi del suo
paese. Gi nel 1737, nel ritiro del castello di Rheinsberg, il giovane
principe dice che, se non fosse impedito dal suo ruolo, andrebbe a
Cirey per fare il filosofo accanto a Voltaire4. Nel 1742, verso la fine
della prima guerra di Slesia, egli assicura di rimpiangere Rheinsberg e
che nulla cambiato nel suo temperamento: mais il faut se plier
son tat dans le monde, et se faire un plaisir de son devoir5. Nel
1757, durante la guerra dei Sette Anni, a Voltaire che gli rimprovera
di non ricercare la pace Federico risponde che se fosse anchegli un
privato cittadino (particulier) non cercherebbe la gloria del mondo,
ma aggiunge notre tat fait notre loi, obbligando a fare ce
quexige notre emploi. Voltaire, nel suo eremo, pu dedicarsi alla filosofia, ma lui, Federico, minacciato di naufragio per se stesso e per
il proprio Stato, deve penser, vivre et mourir en roi6.
3
Cfr. ancora T. Schieder, Friedrich der Groe, p. 86: In Federico il sovrano
dellIlluminismo e lo schietto propugnatore di una pura politica di potenza si contrappongono come grandezze del tutto inconciliabili e che non possono in alcun
modo identificarsi tra loro. Questa inconciliabilit e il dilemma che essa propone di
continuo sono il problema di fondo della personalit di Federico.
4
Lettera a Voltaire del 9.5.1737, XXI, in uvres de Frdric le Grand, Berlin,
Decker, 1846-1857, p. 67. Dora in avanti le uvres verranno citate semplicemente
con lindicazione del volume e della pagina di questedizione.
5
Lettera a Voltaire del 12.4. 1742, XXII, p. 103.
6
Lettera a Voltaire del 9.10.1757, XXIII, p. 16. Cfr. anche lEptre sur la m-
25
Malgrado queste innegabili tensioni, tuttavia, il contrasto si attenua di molto, se si considera che lIlluminismo di Federico, per quanto
riguarda le sue fonti, il suo evolversi, il suo adattarsi alle situazioni,
un Illuminismo sui generis, piuttosto debole nella strutturazione concettuale e pensato prevalentemente in funzione dellattivit pratica. Pi
volte Federico protesta di essere un dilettante, e forse occorre prendere questa ammissione pi sul serio di quanto non la prendesse egli
stesso7. Il suo Illuminismo non pu essere compreso pienamente se
non viene inserito nella cornice di una Weltanschauung pi ampia, in
cui convergono filosofia e buon senso, riflessione concettuale e vita
quotidiana. Anche questa pi generica concezione del mondo si nutre tuttavia di elementi filosofici, in particolare di quelle tradizioni
stoica ed epicurea che, non a caso, erano state ampiamente rivalutate
dalla cultura illuministica e che facevano parte del bagaglio culturale
di ogni persona istruita. Ma anche su questo punto le fonti di Federico non sono sempre solide. Per quanto riguarda lo stoicismo appare
piuttosto scolastico il frequente riferimento a Zenone di Cizio, da lui
peraltro confuso con Zenone di Elea8. Dello stoicismo pi tardo di
Cicerone, Seneca, Epitteto e soprattutto Marcaurelio che comprensibilmente Federico considera il suo eroe e il suo modello9 egli
ha invece conoscenza diretta, seppure in traduzione latina: benevolmente dAlembert si sentir in dovere di correggere il suo augusto
corrispondente quando questi si riferir a Epitteto e Marcaurelio come
ad autori latini10. Anche per quanto riguarda lepicureismo le cose
chancet des hommes (1761): Ennemi declar de leur [dei re] culte idoltre, / je parus malgr moi sur le mme thetre; / Le hazard, qui nous place ici-bas son choix,
/ Voulu quun philosophe et le sceptre des rois (XII, p. 199).
7
Cfr. lettera a Voltaire dell1.5.1960, XXIII, p. 91; lettera a dAlembert del
1.11.1970, XXIV, p. 563; lettera a Voltaire del 4.4.1773, XXIII, p. 277; lettera a dAlembert del 24.2.1781, XXV, p. 195.
8
Lettera a dAlembert del 30.12.1775, XXV, p. 38.
9
ptre au Marchal Keith. Sur les vaines terreurs de la mort et les frayeurs
dune autre vie (1750), X, p. 237.
10
Nella lettera del 9.2.1781, commentando il saggio De la littrature allemande,
che Federico gli aveva inviato, dAlembert osserva che questa lunica piccola menda
riscontrata nellopera. Generosamente egli tenta di giustificare Federico, dicendo che
senza dubbio Vostra Maest non ha voluto riferirsi che alle opere tradotte, che sono
del resto state scritte a Roma, per cui possono in qualche modo essere considerate
come appartenenti ai Latini; infatti Vostra Maest non ignora certamente che gli originali di queste opere sono in greco (XXV, p. 193). Ma se si considera il testo di
Federico, si vede che lequivoco, che dAlembert raccomanda di eliminare dalle successive edizioni, era sostanziale. Dopo aver sostenuto limportanza delle traduzioni
26
massimo mori
non vanno meglio: lopera di Epicuro, che poco pi di un vago riferimento, giunge a Federico non certo attraverso i frammenti tramandati da Diogene Laerzio, ma con la mediazione dellamato De rerum natura lucreziano.
In ogni caso Federico ritiene che epicureismo e stoicismo siano tradizioni filosofiche da conciliare, pi che da contrapporre11. Per spiegare la qual cosa non occorre fare appello alle tendenze eclettiche delle
universit tedesche del tempo, e tanto meno a Christian Thomasius,
che tale indirizzo aveva giustificato teoricamente (seppure Federico lo
indichi come il termine di riferimento metodologico per la riforma
dellistruzione superiore in Prussia12). Piuttosto la convergenza degli
insegnamenti tramandati dalle due scuole post-aristoteliche esprime
quelle che per Federico sono le due esigenze fondamentali delluomo,
che concorrono a comporre latteggiamento insieme teorico e pratico
alla base della sua Weltanschauung. Da un lato si deve cercare il massimo di felicit possibile, accaparrandosi tutti quei piaceri, anche sensibili, che rendono gradevole la vita. In questo Federico si allinea, un
po alla buona, con quella tendenza eudemonistica che costituiva uno
dei caratteri fondamentali della cultura settecentesca. Daltro lato luomo
deve imparare a sopportare tetragono le avversit di unesistenza che
non pu riservargli solo piaceri, ma che data la inevitabile mescolanza in essa di beni e di mali lo sottopone prima o poi a dure
prove. Naturalmente lequilibrio tra le due tendenze non sempre
costante. Laccento viene posto da Federico ora sulluna ora sullaltra
scuola, a seconda delle fasi della vita: lepicureismo appare pi adatto
alla giovent, lo stoicismo alla maturit e alla vecchiaia. Ma la valutazione dello stoicismo varia anche e soprattutto a seconda delle circostanze: le dure esperienze della guerra dei Sette Anni nel 1758,
nella stessa giornata, Federico subisce la gravissima sconfitta di Hochdei classici antichi per infondere nuova energia alla letteratura tedesca, Federico esemplifica: Prendiamo dai Greci, Tucidide, Senofonte, non dimentichiamo la Poetica di
Aristotele, ma ci si applichi soprattutto a rendere bene la forza di Demostene. Dai
Latini prendiamo il Manuale di Epitteto e i Pensieri dellimperatore Marco Aurelio,
i commentari di Cesare, Sallustio, Tacito e lArte poetica di Orazio (De la littrature allemande, VIII, p. 119).
11
Eptre dArgens. Sur la faiblesse de lesprit humain (1749), X, p. 111. Nella
Eptre mon esprit (1749) Federico riferisce questa congiunzione alla propria biografia: Oui, sans har Zenon, jestimai picure, Et pratiquai les lois de la simple nature (X, p. 258).
12
Lettre sur lducation. Lettre dun Genevois M. Bourlamaqui, Professeur
Genve (1769), IX, p. 137.
27
28
massimo mori
29
30
massimo mori
denti. Dio non n spirito n materia, ma piuttosto il sensorium delluniverso, cos come lintelligenza applicata (attach) allorganizzazione eterna dei mondi che esistono23. Pi che riferirsi a Newton, la
nozione di sensorium serviva a Federico per garantire lautonomia divina rispetto al mondo e alla materia, in modo da sfuggire non solo
allo spinozismo invocato da dAlembert (che era poi un eufemismo
per dire ateismo), ma anche al panteismo del detestato Diderot. Inoltre, la reciproca indipendenza di Dio e materia, se introduceva certamente qualche difficolt teorica circa linfinitezza di Dio, serviva anche per risolvere brillantemente il problema della teodicea. Un Dio
che ha in suo potere le eterne leggi del movimento, ma non il dominio della materia, non responsabile di quei mali che scaturiscono
dalla resistenza della sostanza materiale allordine intelligente24.
Al di l di queste oscillazioni, o di queste ingenuit concettuali,
un secondo punto, accanto allidea di un Dio compatibile con lordine morale, preme a Federico. Luomo deve liberarsi dalla paura, coltivata dal fanatismo religioso, di un Dio che assilla luomo con assurdi comandi e minacce. Negli anni giovanili, in cui lidea di Dio ha
ancora riflessi teistici, Federico si accontenta di assicurare che la misericordia divina incompatibile con la concezione di un Dio tiranno,
foscamente tratteggiata da qualche scolastique atrabilaire25. Nella pi
matura concezione deistica la paura di Dio si dissolve nella considerazione del fatto che la provvidenza divina riguarda solo le leggi universali e non si occupa del particolare, ignorando i destini dellindividuo umano. Nella gestione della sua vita luomo non deve quindi
preoccuparsi di piacere o dispiacere a Dio. Certo questa visione priva
gli uomini dellimmagine consolante di un Dio sollecito e premuroso.
Tanto pi che in Federico si rafforza sempre pi lidea che il mondo
sia retto dal caso (hazard), non nel senso epicureo del termine, che
sarebbe incompatibile con lordine delluniverso, ma nel senso che la
pur necessaria connessione delle cose impenetrabile alla mente umana.
Luomo conosce a posteriori soltanto le cause pi prossime, ma non
riesce mai a cogliere le cause delle cause, che stanno alla base degli
avvenimenti. Ogni possibilit di previsione pertanto esclusa e la successione dei fatti, pur obbedendo a leggi necessarie, nella sua opacit
ha di fatto una valenza casuale. Pertanto la prudenza non serve a pre23
Lettera a dAlembert del 18.12.1770, XXIV, p. 576. La lettera di dAlembert
cui Federico risponde del 30.11.1770, XXIV, p. 569.
24
ptre Monsieur Mitchell sur lorigine du mal (1761), XII, pp. 229-30.
25
Apologie des bonts de Dieu, XIV, pp. 7-11.
31
32
massimo mori
33
pure si richiama ma in maniera inopportuna. La sua argomentazione pi forte ora la stessa di cui pi frequentemente si era servito Voltaire: lappello al sentimento interiore della libert. Quello
che il giovane Federico rifiutava come argomento a posteriori, irricevibile di fronte alla dimostrazione a priori della connessione tra provvidenza divina e necessit causale, appare ora fortissimo proprio perch rinuncia ad argomentare astrattamente e si affida allesperienza
delluomo comune. Questo non significa che Federico si pronunci a
favore di una libert assoluta: in pi luoghi egli afferma di attestarsi
su una concezione intermedia, in base alla quale luomo dispone s
della capacit di agire liberamente, ma condizionata dalle passioni e
dai vincoli fisiologici33. In ogni caso, tuttavia, la libert, ancorch limitata, appare unesigenza irrinunciabile per non vanificare il senso
della virt e dellimpegno nellazione. Questo il fulcro della tarda
polemica contro Holbach, in cui Federico, rivendicando alluomo una
componente di attivit che si contrappone alla passivit rispetto ai
sensi, sostiene che dal sistema della fatalit discenderebbero conseguenze funeste per la societ: non sarebbe pi possibile distinguere i
probi dai malvagi e lapplicazione delle pene sarebbe priva di senso34.
Del resto gi molti anni prima il giovane Federico, quando ancora discettava sulla fatalit che incombe su tutte le cose, nel considerare laspetto pratico della vita aveva incitato i suoi Prussiani allazione ricordando loro che le sort est en nos mains35.
3. Una morale sociale
La morale dunque linteresse filosofico fondamentale di Federico. Lindagine razionale delluomo non solo non deve perdersi nei
meandri della metafisica, fonte di errori e di astruserie concettuali, ma
neppure sopravvalutare la matematica e le scienze naturali. Le discipline matematiche, alle quali Federico tende ad assimilare anche lastronomia, gli appaiono un elegante, ma vano esercizio intellettuale.
Anche sulla fisica e sulle altre scienze naturali egli ha ampie riserve,
malgrado il continuo apprezzamento per lesperienza. Il timore che
anchesse si avventurino sugli ardui sentieri della conoscenza pura,
33
Lettera a Voltaire del 13.2.1749, XI, pp. 149-50; Lettera a dAlembert del
7.7.1770, XXIV, p. 543.
34
Examen critique du Systme de la nature (1770), IX, pp. 184-85.
35
Aux Prussiens (s. d.), X, p. 41
34
massimo mori
senza avere una ricaduta effettiva sulla vita pratica: con divertita ironia Federico ricorda la fontana fatta costruire nel parco del castello
di Sanssouci in base al progetto di Eulero, i cui complessi ingranaggi
non riuscirono per a sollevare lacqua di quei pochi piedi di dislivello necessari per provocarne la ricaduta36. Il vero ambito di applicazione della ricerca filosofica luomo, quale lesperienza storica e
quotidiana lo fa conoscere. Ma soprattutto interessa a Federico considerare in che modo luomo, in base alla conoscenza empirica che se
ne pu ottenere, possa agire per la realizzazione della felicit propria
e, ancor pi, di quella collettiva37.
Anche se lattenzione di Federico per la definizione di una morale di natura filosofica, liberata dalle superstizioni religiose, documentata sin dagli scritti giovanili, a una trattazione organica del tema
egli giunge solo allinizio degli anni Settanta, quando la conclusione
delle guerre gli consente di dedicarsi alla stesura di alcuni brevi saggi
filosofici, tra cui lEssai sur lamour propre envisag comme principe
de la morale (1770). In una lettera a Voltaire egli dichiara di essersi
ispirato al De lesprit di Hlvetius e agli Essais di dAlembert, ancorch luno scriva con una metafisica troppo sottile e laltro si limiti
ad abbozzare le sue idee38. Questi due rilievi hanno un elemento in
comune: Hlvetius e dAlembert, seppure in forme diverse, non sono
pervenuti alla concretezza dellesperienza morale, luno costruendo sistemi e laltro formulando teorie non sperimentate. Il ricorso allesperienza consente invece di giustificare i due princpi che, secondo
Federico, possono fondare il concetto di virt. Il primo che, ribaltando una massima di La Rochefoucauld, lamor proprio la molla
fondamentale non solo dellagire umano in generale, ma anche dei
comportamenti virtuosi. Ci richiede ovviamente una comprensione
lata dellamor proprio, il quale innanzitutto lamore della vita e
della propria conservazione, e poi la voglia di essere felici, il timore
del rimprovero e della vergogna, il desiderio della conservazione e
della gloria39. Esso non riguarda soltanto benefici fisici, legati al proLettera a Voltaire del 25.1.1778, XXIII, p. 475. Nella lettera precedente, del
17.12.1777, Federico aveva criticato, per diverse ragioni la metafisica, la teologia, la
geometria (che costruisce in eterno curve inutili) e la medicina, salvando solo le
belle lettere.
37
Questo vale soprattutto per lesercizio della politica: cfr. Examen de lEssai sur
les prjugs (1770), IX, p.163.
38
Lettera a Voltaire del 17.1.1770.
39
Essai sur lamour propre envisag comme principe de la morale (1770), IX,
p. 110.
36
35
prio benessere materiale, ma anche, e forse soprattutto, contenuti psicologici, come la reputazione e la gloria, che possono provenire soltanto dallapprovazione degli altri e dal confronto sociale. Lamor proprio non ha quindi soltanto una radice egoistica, ma si traduce, per
quanto paradossale la cosa possa sembrare, in una forma di disinteresse, che costituisce il secondo principio della virt. Naturalmente
non si tratta di un disinteresse in senso forte, che non prenda in considerazione il proprio tornaconto in questo senso vedere in Federico un kantiano prima di Kant del tutto fuorviante40 bens di
un agire per gli altri con la consapevolezza che esso ridonda anche a
proprio favore. La morale federiciana dunque essenzialmente morale sociale. La risposta alla domanda Che cos la virt?, con cui
si apre il Dialogue de morale redatto ad uso dei figli dei nobili
la seguente: una felice disposizione dello spirito che ci porta a
compiere i doveri sociali per nostro proprio vantaggio41.
La tesi federiciana della convergenza tra amor proprio e azione
morale disinteressata si fonda su una concezione espressamente organicistica della societ, le cui dinamiche vengono talvolta assimilate a
quelle della famiglia o del corpo umano. Anche qui non c nessuna
prefigurazione di un hegeliano spirito oggettivo42. Il modello dellorganicismo socio-politico di Federico lapologo classico di Menenio
Agrippa, che non era mai scomparso completamente dalle analisi sociali del Sei-Settecento, e che viene facilmente fatto convivere con il
modello meccanicistico questo s pienamente illuministico dello
Stato-macchina, dello Stato-orologio. Ne consegue una concezione per
cui ciascuno deve svolgere il proprio ruolo nella societ, agendo in40
Cfr. ad esempio E. Spranger, Der Philosophe von Sans-Souci, Heidelberg,
Quelle & Meyer, 1962, p. 83.
41
Dialogue de morale lusage de la jeune noblesse, IX, p. 117. Almeno in nuce,
la concezione della morale in termini sociali gi presente sin dagli anni giovanili
(Cfr. Rfutation du Prince de Machiavel, VIII, p. 194).
42
Ancora E. Spranger, Der Philosophe von Sans-Souci, cit., p. 85, parla di un
hegeliano prima di Hegel. Su ci viene proiettato forse lo stesso giudizio di Hegel, il quale vede in Federico il primo riconoscimento della natura universale dello
stato (G.W.F. Hegel, Vorlesungen ber die Philosophie der Geschichte, in Werke in
zwanzig Bnden, Frankfurt a.M., Suhrkamp, 1969-1979, vol. XII, p. 523, trad. it. di
G. Bonacina e L. Sichirollo, Lezioni di filosofia della storia, Roma-Bari, Laterza, 2003,
p. 358). Sicuramente Federico rovescia la tradizione giusnaturalistico-illuministica che
subordinava lo stato allindividuo, ma rimane salda la convinzione, propria di quella
tradizione, che la finalit dello Stato la felicit degli individui. Cambia solo il modo
di concepire lo strumento per realizzare quel fine: la felicit degli individui non separabile da una certa politica di potenza.
36
massimo mori
37
zioni dei contadini e condanna della servit della gleba quale condizione contraria alla dignit delluomo (riconoscendo tuttavia che una
abolizione istantanea di questistituto produrrebbe la rovina dellagricoltura e delleconomia nazionale). Malgrado le considerazioni empiriche e pragmatiche che spesso le limitano drasticamente, queste disposizioni culturali e volont riformistiche occorre riconoscerlo
vanno talvolta al di l delle forti idiosincrasie del sovrano. Un solo
esempio: lattenzione per leducazione femminile, lintenzione di prevenire pi che punire laborto, la creazione di istituti per ragazze madri, lauspicio che possa essere rimosso il pregiudizio che riteneva infamante sposare una giovane gi madre di figli altrui non sono da sottovalutare in un uomo che si vantava del fatto che a Sanssouci non
avesse mai messo piede n un prete n una donna.
La forte connotazione sociale che la morale riceve in Federico
getta luce anche sul rapporto da lui intrattenuto con la religione, in
particolare quella cristiana. Il nucleo del Cristianesimo ricondotto
al principio non fare agli altri ci che non vorresti fosse fatto a te,
che esattamente lo stesso che sta alla base della morale sociale. Ha
quindi sbagliato chi, come Holbach, ha criticato la religione di per se
stessa (o, peggio, ha inventato unimprobabile alleanza tra preti e sovrani per ingannare i popoli). Cristo era un esseno e la dottrina degli esseni era simile a quella degli stoici: il Cristianesimo, nella sua essenza, non che pura religione naturale e razionale, secondo gli schemi,
qui un po semplificati, del razionalismo religioso settecentesco46. La
colpa dunque non della religione cristiana, ma dei religiosi, che
lhanno mistificata con contenuti dogmatici e incrostazioni di credulit. Lazione critica dellIlluminismo, e dei sovrani illuminati, deve essere esercitata contro questa fonte di superstizione e fanatismo, non
contro la vera religione. Ma in realt anche la fiducia di Federico in
questa pi circoscritta attivit di rischiaramento molto ristretta ed
questo forse il limite maggiore del suo Illuminismo, sebbene esso
sia almeno in parte condiviso anche da philosophes come Voltaire stesso.
La pessimistica antropologia filosofica di Federico lo induce a pensare che il numero degli uomini che possono elevarsi alla chiarezza
della ragione sia molto limitato. Per la gran massa linclinazione al
meraviglioso sar sempre un ostacolo definitivo ad accogliere una religione puramente razionale47. Anche se i filosofi riuscissero a instauLettera a dAlembert del 18.10.1770, XXIV, p. 560.
Di questa convinzione Federico sin dagli anni giovanili. Cfr. Rfutation du
Prince de Machiavel (1739), VIII, p. 204. Ma cfr. anche lettere a Voltaire del 13.8.1766,
46
47
38
massimo mori
rare il migliore dei governi con la migliore delle religioni, esso sarebbe
destinato a corrompersi in breve tempo48. La fiducia nelleducazione
professata da Helvtius per il quale Federico nutre una stima assai
scarsa49 va contro la testimonianza dellesperienza, cos come illusoria la proposta di dAlembert di inaugurare una religione naturale
estesa al popolo50. In questa situazione lo stesso comportamento del
sovrano deve essere attento a non ferire i sentimenti popolari per non
creare disordini. Nel 1740 un giovane Federico, principe filosofo che
pochi mesi dividono ormai dallascesa al trono, ha gi le idee chiare
in proposito. Socrate incensava i Penati, lincredulo Cicerone rispettava la religione pubblica: facciamo qualche sciocchezza con gli sciocchi per garantire una situazione tranquilla51.
4. Il filosofo e la guerra
Al centro delle preoccupazioni etiche e politiche di Federico vi
sempre lo stato, il bene comune. Non certamente condivisibile linterpretazione un po nazionalistica di Dilthey, il quale sopravvaluta la
presa di distanza di Federico dallIlluminismo francese per sottolinearne invece la consonanza, al di l dei mancati riconoscimenti formali, con quella Aufklrung che, ponendosi totalmente al servizio
della societ e dello Stato, dimostrava la sua infinita superiorit rispetto alla cultura francese52. Ma Dilthey coglie nel segno nellaffermare che lIlluminismo di Federico, privo degli intenti critici verso
lautorit politica che avevano spesso caratterizzato quello francese,
invece incentrato sulla convergenza tra patriottismo ed educazione poXXIII, p. 117, dellagosto dello stesso anno, XXIII, pp. 120-25; lettere a dAlembert
del 25.11.1769, XXIV, p. 514, del 8.1.1770, XXIV, pp. 521-23 e del 7.7.1770, XXIV,
p. 544.
48
Lettera a Voltaire del 29.9.1775, XXIII, p. 339.
49
Cfr. lettera a dAlembert del 24.3.1765, in cui Federico scrive che il De lesprit, per quanto pieno di spirito, non mi ha n persuaso n convinto (XXIV,
p. 436).
50
Lettera a Voltaire del 12.8.1773, XXIII, pp. 282-83; lettera a dAlembert del
18.12.1770, XXIV, p. 579 e risposta del 13.3.1771 alla lettera dell1.2.1771 in cui dAlembert gli proponeva di costruire a Berlino un tempio in cui si venerasse solo la religione naturale (XXIV, pp. 585-86, 590).
51
Lettera a Voltaire del 6.1.1740, XXI, p. 384.
52
W. Dilthey, Friedrich der Grosse und die deutsche Aufklrung, in Gesammelte Schriften, B.G. Teubner Verlagsgesellschaft-Vandenhoeck & Ruprecht, Stuttgart-Gttingen, 1959, vol. III, pp. 83-205: p. 133.
39
polare. Il che tuttavia non dipende tanto dalla presa di distanza di Federico dalla cultura francese, che fatta eccezione per i pochi aspetti
di cui si dir egli continua ad assumere a modello, n da un suo
riavvicinamento a quella tedesca, che continua a sottovalutare. La vera
ragione sta ancora una volta nella concezione affatto concreta, fino a
confondere idealit ed empiria, che muove il suo ideale patriottico.
Nelle Lettres sur lamour de la patrie sentimento, quello dellamor
per la patria, che si colloca al vertice delle virt il richiamo a questa concretezza non potrebbe essere pi esplicito. Non sono queste
case, queste mura, questi boschi, questi campi che io chiamo la vostra patria, ma i vostri genitori, vostra moglie, i vostri amici e coloro
che lavorano per il vostro bene nelle diverse branche dellamministrazione, e che vi rendono servizi ogni giorno, senza che voi vi diate
neppure la pena di informarvi sul loro lavoro53. Di qui il rifiuto di
un astratto cosmopolitismo e laspra critica agli Enciclopedisti, che lo
avevano propagandato. Imbarazzata e poco convincente appare la difesa di dAlembert, che cerca di mostrare come lo spirito cosmopolitico dellEnciclopedia non sia mai andato a detrimento dellamor di
patria54. Questo sicuramente il punto di maggior frizione tra il partito dei philosophes e Federico, il quale si avvicina invece, probabilmente senza averne coscienza, a quel Rousseau che disprezza come
colui che ha corrotto il rigore razionale con la moda dei paradossi55.
La concezione della morale sociale che culmina nellamor di patria e nel riconoscimento dellorganicit statale, da un lato, e lappello
a una razionalit concreta, radicata nellesperienza, dallaltro, possono
spiegare la posizione di Federico nei confronti della guerra. Non necessariamente a questo proposito si produce una frattura tra lintelLettres sur lamour de la patrie ou Correspondence dAnapistmon et de Philopatros (1779), IX, p. 252.
54
Lettres sur lamour de la patrie, IX, pp. 272-74. Lettera di dAlembert del
19.11.1779 e risposta di Federico del 3.12.1779, XXV, pp. 148-50.
55
Per i giudizi sul metodo paradossale di Rousseau cfr. le lettere a Voltaire del
dicembre 1766, XIII, p. 131, e del 29.9.1775, XXIII, p. 399, nonch la lettera a dAlembert del 4.6.1768, XXIV, p. 486. Per la critica del Discours sur les sciences et les
arts cfr. il Discours sur lutilit des sciences et des arts dans un tat (1772), IX, pp.
197-99. Un quadro complessivo del giudizio di Federico su Rousseau contenuto
nella lettera a Mylord Marischal del 1.9.1962, dove da un lato emerge linsofferenza
del re per i paradossi dei filosofi moderni, dallaltro la sua totale incomprensione
del tema rousseauiano del ritorno alla natura: non sar mai persuaso a brucare lerba
e camminare a quattro zampe (XX, pp. 322-23). Malgrado questo Federico offre a
Rousseau la sua protezione a Neuchtel tramite George Keith e gli fa avere degli
aiuti in beni di natura, per non offenderlo.
53
40
massimo mori
lettuale e il sovrano. Limmagine di un Federico scisso tra due personalit, inaugurata da un Voltaire che lo accusa di scrivere bei versi
contro la guerra e nello stesso tempo di prendersi gioco del mondo,
in realt un po stereotipata56. Certo nel 1734, quando il ventiduenne
Federico ha il suo battesimo del fuoco durante la guerra di Successione polacca, le due prospettive appaiono inconciliabili, e la sola soluzione gli sembra essere quella di assolvere gli obblighi militari senza
lasciarsi coinvolgere emotivamente, cos come on peut aller au bordel,/ sans y prendre la chaude-pisse57. Ma gi nella Rfutation du
Prince de Machiavel, spesso a torto considerata come un documento
della frattura tra filosofo e principe, documentata ladesione anche
intellettuale di Federico a una guerra che risponda agli interessi dello
Stato. Da un lato la guerra viene pi volte condannata a causa delle
sue atrocit e conseguenze nefaste: questa critica, che risponde pienamente alle ricorrenti proteste del pacifismo illuministico, rimarr una
costante nelle opere di Federico, non solo in quelle in cui si pu sospettare un condizionamento letterario, ma anche laddove pi evidente la sincerit della valutazione filosofica. Ma, daltro lato, altrettanto costante, dalla Rfutation alla tarda critica a Holbach, la convinzione di Federico che la guerra diventi un dovere quando sia resa
necessaria dallinteresse dello Stato.
In primo luogo questa difesa condotta sul piano giuridico, utilizzando gli strumenti classici del giusnaturalismo seicentesco, Ugo
Grozio e Samuel Pufendorf in primis. La guerra innanzitutto giustificata come procedura giuridica per risolvere le vertenze sul piano
internazionale, dove non esiste un arbitro superiore. In particolare,
viene ampiamente ricuperata la dottrina della guerra giusta. Due modalit di conduzione bellica, richiamate da Federico nellultimo capitolo della Rfutation, venivano unanimemente considerate giuste dalla
tradizione del diritto naturale: la guerra di difesa contro un aggressore esterno, e la guerra di ripetizione del dovuto, per reclamare un
diritto sostenibile per ragioni dinastiche, contrattuali o di altro genere.
Nellelenco delle guerre giuste il principe Federico inserisce tuttavia
anche una terza forma di conflitto, sulla quale in realt i giusnaturalisti erano molto divisi: la guerra offensiva a carattere preventivo, in
base a cui un sovrano pu aggredire una potenza vicina che lo minacci anche solo con il suo ingrandimento territoriale58. Certo Fede56
57
58
41
42
massimo mori
43
amor di patria, senza interesse privato64. Certo si tratta di un programma filosofico che non ha nulla a che vedere con le fantasie federalistiche di un abate di Saint-Pierre65, ma che al contrario presuppone una stretta connessione tra la normativit del progetto filosofico
e il realismo della considerazione storica. Non un caso che, di tutta
la sua attivit letteraria, la ricerca storica sia senzaltro il settore in cui
Federico ha conseguito i risultati pi elevati. Ispirandosi alla storiografia voltairiana, essa ha spesso superato il suo modello: laddove la
pur lucida ricostruzione di Voltaire era spesso piegata alla dimostrazione di una tesi precostruita, legata alla sua filosofia della storia,
quando non semplicemente funzionale alla ricerca delleffetto letterario, lanalisi di Federico sempre finalizzata alla scoperta di costanti
storiche che, sia pur in mezzo allinestricabile intreccio delle cause generali, consentano allagente politico il massimo di prevedibilit e di
responsabilit66.
Non c dunque necessariamente frattura tra Federico II, sovrano
e condottiero, e la cultura illuministica. Certo il modello giovanile del
Tlemaque di Fnelon (letto a nove anni), in cui alla filosofia si assegna il compito delleducazione del futuro sovrano, richiede delle mediazioni per valere anche per il vecchio Federico. Ma in nessuna fase
del suo percorso di sovrano e di intellettuale viene meno lapprezzamento per quello che era per lui il nocciolo dellIlluminismo: lo scetticismo rispetto alle questioni metafisiche, la costante adesione allesperienza, la lotta contro il fanatismo e la superstizione, la priorit dei
problemi pratici su quelli teorici, limportanza di una morale effettivamente operativa, la centralit del problema della societ e dello Stato,
ma soprattutto il senso della concretezza della razionalit umana. Nel
programma illuministico di Federico non manca la dimensione dellidealit: ma egli ritiene che i valori in cui crede, e continua a credere
fino alla fine, non siano realizzabili se non parzialmente e a poco a
poco, scendendo continuamente a compromessi con i limiti imposti
Dialogue de morale lusage de la jeune noblesse (1770), IV, pp. 122-23.
Labate di Saint-Pierre, che ha la cortesia di onorarmi della sua corrispondenza, mi ha inviato una bella opera sul modo di ristabilire la pace in Europa e di
consolidarla per sempre. La cosa del tutto praticabile; per realizzarla non mancano che il consenso dellEuropa e qualche altra sciocchezzuola del genere (XXII,
p. 90).
66
Cfr. Considrations sur ltat prsent du corps politique de lEurope (1738),
VIII, pp. 3-4, 21-27. Che lattivit di storico sia quella in cui Federico massimamente eccelso lo aveva gi osservato W. Dilthey, Friedrich der Grosse, cit., pp. 104105.
64
65
44
massimo mori
Cfr. la lettera a dAlembert del 7.7.1770, XXIV, p. 544: bene che gli uomini
abbiano un archtype, un modle de perfection en vue, senza il quale le loro azioni
mancherebbero di una guida, ma ils ne parviendront jamais cette perfection.
67
Eckhart Hellmuth
FEDERICO IL GRANDE E LARCHITETTURA
Calce e mattoni furono una vera e propria ossessione per molti
principi del tardo Seicento e del Settecento. Con le loro opere di ristrutturazione e costruzione delle residenze e degli edifici sacri, o con
la riorganizzazione di interi paesaggi urbani e la progettazione di parchi e giardini, i principi cercavano di esprimere la maestosit del loro
status e il loro gusto artistico. Ancorch si trattasse di un fenomeno
diffuso in tuttEuropa, esso trov unespressione particolarmente significativa entro i confini del Sacro Romano Impero. Ci perch lImpero, data la molteplicit dei suoi possedimenti, rappresentava un ambito particolarmente propizio per lattivit edificatrice dei sovrani. Il
tarlo del mattone (Bauwurm) secondo lespressione canzonatoria
dei contemporanei imperversava da Dresda a Stoccarda, da Vienna
a Mannheim. Neppure i re prussiani ne furono immuni, seppur con
diversa intensit. Il Grande Elettore, Federico Guglielmo di Brandeburgo, ad esempio, ordin la costruzione di unintera serie di castelli
a Potsdam, a Berlino e nelle zone circostanti. Il regno del Principe
elettore Federico III che diverr il primo Re di Prussia con il nome
di Federico I si connette immediatamente al nome di Andreas Schlter, che con la costruzione dellArsenale e della Corte (il cosiddetto
Schlterhof) del Castello di Berlino (Berliner Stadtschloss) cre le
icone della storia dellarchitettura prussiana. Persino Federico Guglielmo
I, che pare si curasse ben poco delle arti in generale, esib unattivit
edificatoria intensa e raffinata dal punto di vista architettonico. Tra le
altre cose, egli fece progettare a Berlino, ove risiedeva, una serie di
piazze molto ampie e decorate da maestosi palazzi nobiliari.
Tra i committenti delle opere architettoniche nel casato degli Hohenzollern un posto deccezione spetta a Federico il Grande1. Nessun
1
Cfr. innanzitutto H.-J. Giersberg, Friedrich als Bauherr. Studien zur Architektur des 18. Jahrhunderts in Berlin und Potsdam, Berlin, Siedler, 1986. Unottima
46
eckhart hellmuth
monarca prussiano, n prima n dopo di lui, ha mai esercitato unattivit edificatoria tanto intensa2. Ci concerne innanzitutto le due residenze di Berlino e Potsdam: per un verso, egli confer un volto
nuovo al paesaggio urbanistico berlinese; per laltro, la sua Potsdam
che venne distrutta dallultimo grande attacco aereo appena pochi
giorni prima della fine della Seconda Guerra Mondiale3 stata giustamente ritenuta, accanto a Dresda e a Wrzburg, la pi bella citt
tedesca del XVIII secolo.
Nella Storia dellarchitettura di Potsdam del 1790, Heinrich Ludwig
Manger, consigliere supremo per ledilizia e ispettore dei giardini della
Corte prussiana, scriveva che il sovrano, per sua natura, era un ammiratore delle arti belle e delle scienze, ed era parimenti per convinzione e orgoglio amante degli edifici utili e sontuosi4. Lamore di Federico per larchitettura, a cui fa riferimento questo passo di Manger,
era incominciato molto presto. Tant che Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff, il futuro Sovraintendente ai castelli e giardini reali e Direttore generale delledilizia nelle province reali, rientrava negli anni Trenta
del 700 tra i membri dellentourage del Principe ereditario5. Federico
presentazione dellattivit edificatoria di Federico poi quella di M. Engel, Architektur und Bauherrschaft, in Friedrich der Grosse in Europa. Geschichte einer wechselvollen Beziehung, a cura di B. Ssemann G. Vogt-Spira, Stuttgart, Steiner, 2012,
I, pp. 260-92.
2
Opportunamente Johannes Kunisch osserva che guardando a tutto ci che fu
costruito, ampliato e trasformato in Prussia nei 46 anni dellera di Federico, ci si trova
dinanzi a unopera che non soltanto getta nellombra lattivit edificatoria di suo
nonno, il primo re di Prussia sovente disprezzato per le sue dissipazioni, ma che per
la sua variet e originalit potrebbe legittimamente occupare un posto unico nel suo
genere allinterno del paesaggio delle residenze dellancien rgime, J. Kunisch, Friedrich der Grosse. Der Knig und seine Zeit, Mnchen, Beck, 2004, p. 252.
3
Sulla distruzione di Potsdam nel periodo bellico e postbellico cfr. H. Ostertag, Vom Strategischen Bombenkrieg zum sozialistischen Bildersturm. Die Zerstrung
Potsdams 1945 und das Schicksal seiner historischen Gebude nach dem Krieg, in
Potsdam. Staat, Armee, Residenz, a cura di B.R. Kroener, Berlin, Propylen, 1993,
pp. 487-99.
4
H.L. Manger, Baugeschichte von Potsdam, besonders unter der Regierung Knig Friedrichs des Zweiten, BerlinStettin, Nicolai, 1789-90, III, p. 542.
5
Sul rapporto tra Federico il Grande e Knobelsdorff cfr. tra gli altri: H.-J. Kadatz, Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff. Baumeister Friedrichs II., Mnchen, Beck,
19852; A. Streichhan, Knobelsdorff und das Friderizianische Rokoko, Burg b. Magdeburg, Hopfer, 1932; T. Eggeling, Knobelsdorffs malerischer Geschmack got
pittoresque, in Zum Maler und zum grossen Architekten geboren. Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff 1699-1753, Ausstellung zum 300.Geburtstag 1699-1753, a cura
di T. Eggeling e U.-G. Weickardt, Berlin, Stiftung Preuische Schlsser und Grten
Berlin-Brandenburg, 1999, pp. 21-52.
47
48
eckhart hellmuth
Fig. 1
oggi si trova lOpera di Berlino (Deutsche Staatsoper). Ledificio attuale, per, profondamente diverso da quello del XVIII secolo: le
trasformazioni edilizie occorse nei primi tre decenni del XX secolo e
le misure adottate per rimediare ai danni provocati dalla Seconda
Guerra Mondiale ne hanno pregiudicato in maniera persistente laspetto interno ed esterno. Delledificio originario rimane oggi ben
poco.
Per lungo tempo il progetto di questo teatro dopera, iniziato nel
1741 e inaugurato appena due anni dopo, venne attribuito a Knobelsdorff. Nel frattempo si sono per trovate ottime ragioni per credere
che Federico secondo un uso a lui consono fosse intervenuto direttamente nella progettazione, in particolare per quel che concerne
mentalen Residenzpltze des 18. Jahrhunderts, dissertazione presentata alla Freie Universitt di Berlino nel 2001, p. 114 (URL = http://www.diss.fu-berlin.de/diss/servlets/MCRFileNodeServlet/FUDISS_derivate_000000004525/diss_engel.pdf?hosts, ultima consultazione 04.9.2013); E. Frstenau, Das Opernhaus im Laufe der Zeiten,
in 185 Jahre Staatsoper. Festschrift zur Wiedererffnung des Opernhauses Unter den
Linden (1928), a cura di J. Kapp, Berlin, Atlantic, 1937, pp. 119-68: p. 121-29; E.
Meffert, Das Haus der Staatsoper und seine Baumeister, Leipzig, Beck, 1942, pp.
22-43; H. Mackowsky, Das Opernhaus Friedrichs des Grossen und sein Erbauer G.W.
von Knobelsdorff, in Kunst und Knstler: illustrierte Monatsschrift fr bildende
Kunst und Kunstgewerbe, 4, 1906, pp. 308-13 e pp. 337-46; L. Schneider, Geschichte der Oper und des kniglichen Opernhauses in Berlin, Berlin, Duncker und
Humblot, 1852, pp. 55-85. Sul carattere innovativo dellOpera come teatro cfr. H.
Lange, Vom Tribunal zum Tempel. Zur Architektur und Geschichte Deutscher Hoftheater zwischen Vormrz und Restauration, Marburg, Jonas, 1985, pp. 102-104.
49
Fig. 2
laspetto esteriore delledificio10. Fra i trattati di architettura in possesso del monarca prussiano si trovava infatti il Vitruvius Britannicus,
unopera in tre volumi pubblicata tra il 1715 e il 1725 dallarchitetto
scozzese Colen Campbell, che documentava i lavori di celebri architetti del tempo ed era destinata a diventare lopera di riferimento del
neopalladianesimo britannico. Nel primo volume del Vitruvius si trova
il progetto dello stesso Campbell relativo al Wansted (Wanstead) House,
palazzo che gli era stato commissionato da Sir John Child, futuro visconte di Castelemaine.
Evidentemente Federico doveva essere rimasto cos colpito da quel
progetto da spingere Knobelsdorff a recuperare alcuni elementi essenziali del palazzo di Campbell per lOpera berlinese11. Ci significa
che il monarca prussiano si fece costruire nel centro di Berlino un
teatro che, per sua espressa volont, esibisse una facciata ornata secondo un progetto originariamente concepito per un palazzo nobiliare inglese. Federico il Grande aveva unindubbia predilezione per
la citazione architettonica e per la copia, come mostrer chiaramente
il corso della sua attivit edificatoria12. Nel caso della costruzione dellOpera di Berlino, questa sua predilezione determin limpossibilit
Cfr. M. Engel, Das Forum Fridericianum, cit., pp. 100-101.
Cfr. tra gli altri: R. Wegner, Nach Albions Strnden. Die Bedeutung Englands
fr die Architektur des Klassizismus und der Romantik in Preuen, Mnchen, Scaneg, 1994, pp. 26-29; Id., Friedrich der Grosse und die englische Kunst, in Zeitschrift
des Deutschen Vereins fr Kunstwissenschaft, 42, 1988, pp. 49-59, in particolare pp.
52-53.
12
Cfr. innanzitutto A.P. Hagemann, Zitat und Kopie bei Friedrich II., in Friederisiko, cit., pp. 176-85.
10
11
50
eckhart hellmuth
Fig. 3
13
Cfr. innanzitutto T. Biskup, Eines Grossen wrdig? Hof und Zeremoniell
bei Friedrich II., in Friederisiko, cit., pp. 98-115. Cfr. inoltre le parti dedicate alla medesima questione in Id., Friedrichs Grsse. Inszenierung des Preussenknigs in Fest
und Zeremoniell 1740-1815, Frankfurt/Main, Campus, 2012.
51
52
eckhart hellmuth
Fig. 4
het Nederlands historisch instituut te Rome, 35, 1971, pp. 113-93; M. Hasak, Die
St. Hedwigskirche zu Berlin und ihr Erbauer Friedrich der Groe, Berlin, Heymanns,
1932; H.-J. Giersberg, Friedrich als Bauherr, cit., pp. 250-84; S. Badstbner-Grger, Die St.-Hedwigs-Kathedrale zu Berlin, Regensburg, Schnell & Steiner, 20002,
pp. 2-19; T. Eggeling, Friderizianische Antikenrezeption am Beispiel der Hedwigskirche und der Oper, in Katalog Berlin und die Antike. Architektur, Kunstgewerbe, Malerei, Skulptur, Theater und Wissenschaft vom 16. Jahrhundert bis heute, a cura di W.
Arenhvel, Berlin, Hellmich, 1979, pp. 113-19; M. Engel, Das Forum Fridericianum,
cit., pp. 123-56.
53
Fig. 5
Cfr. innanzitutto K.-D. Gandert, Vom Prinzenpalais zur Humboldt-Universitt, Berlin, Henschel, 19853, pp. 17-44, nonch M. Engel, Das Forum Fridericianum, cit., pp. 157-65.
16
54
eckhart hellmuth
Fig. 6
55
Non chiaro chi fosse lautore del progetto. Solitamente viene attribuito al pi vecchio dei Boumann, che di l a poco sarebbe divenuto Direttore generale delledilizia prussiana. Senzaltro Boumann,
esperto riconosciuto nelle questioni architettoniche, rivest un ruolo
di primo piano nella costruzione di questo edificio, come in quella
della Hedwigskirche; tuttavia non certo che egli abbia esercitato
uninfluenza significativa sulla progettazione delledificio. C chi ha
sostenuto con buoni argomenti che anche in questo caso ci sia stato
lintervento di Knobelsdorff (Martin Engel). Quel che per importa
che anche qui, come nel caso della Hedwigskirche e dellOpera, le
direttive principali provenivano direttamente da Federico il Grande:
si conservato un suo abbozzo autografo del progetto della facciata
principale del palazzo del Principe Enrico.
LOpera, la Hedwigskirche e il palazzo del Principe Enrico mostrano una certa uniformit di stile. Ci pu dipendere dal fatto che
Knobelsdorff aveva assai verosimilmente partecipato a tutti e tre i progetti17. Il quarto grande edificio introdotto nel Forum Fridericianum
allepoca di Federico il Grande, invece, di tuttaltro genere. Si tratta
della Biblioteca reale, costruita tra il 1774 e il 1786 su progetto di
Georg Christoph Unger e sotto la direzione di Georg Friedrich Bouman18.
Fig. 7
Ivi, p. 160.
Sulla storia dellarchitettura della biblioteca reale cfr.: A. Hortzschansky, Die
Knigliche Bibliothek zu Berlin: ihre Geschichte und ihre Organisation, Berlin, Beh17
18
56
eckhart hellmuth
57
sua Prussia21. Fino ad allora, infatti, gli Asburgo non erano stati capaci di realizzare il progetto che Fischer von Erlach aveva presentato
gi nel 1726 cosa, questa, che sarebbe avvenuta soltanto verso la
fine dellOttocento. Questinterpretazione non ha per nessun fondamento: Federico il Grande non si espresse mai in questo senso, e neppure i contemporanei concepirono mai larchitettura della Biblioteca
reale in polemica con la Casa dAustria22. Sembra invece assai pi sensato pensarla in unaltra maniera: come si visto nel caso dellOpera,
e come dimostrano numerosi altri esempi della storia dellarchitettura
di Potsdam, Federico amava le citazioni architettoniche, le copie. Egli
collezionava copie degli edifici che riteneva modelli di una cultura architettonica straordinaria. Per quanto questa passione fosse di certo
animata da un interesse genuino per questarte, egli non voleva saperne delle nuove correnti architettoniche che incominciavano a circolare in Europa alla fine del secolo XVIII. Al contrario, come si
evince dalla costruzione della Biblioteca reale nel complesso del Forum Fridericianum, egli coltivava un proprio gusto intriso di motivi
arcaici23. In unepoca in cui gli architetti si apprestavano a scoprire un
nuovo vocabolario architettonico ispirato alla Grecia classica, la ripresa di un progetto dellalto barocco doveva apparire quanto meno
assurda24.
Nonostante il carattere estremamente bizzarro della Biblioteca reale,
i contemporanei furono profondamente impressionati dalla piazza monumentale che era sorta nel corso di quattro decenni nel centro della
citt.
Nel 1786 Friedrich Nicolai celebrava la conclusione dei lavori
del Forum Fridericianum con queste parole: La piazza dellOpera
si estende dai ponti della citt nuova fino ai Tigli (Linden). una
delle pi belle piazze del mondo, su cui si ergono edifici e palazzi
assolutamente magnifici25. Il Forum Fridericianum era per solo una
In questo senso si esprime di recente A.P. Hagemann, Zitat und Kopie bei
Friedrich II., pp. 182-83.
22
Cfr. M. Engel, Das Forum Fridericianum, cit., pp. 184-85.
23
Sullarretratezza delle concezioni architettoniche di Federico II cfr. F.E. Keller, Probleme der sptfriderizianischen Architektur, in Zeitschrift des deutschen Vereins fr Kunstwissenschaft, 42, 1988, pp. 61-77.
24
Cfr. D. Watkin-T. Wellinghoff, German Architecture and the Classical Ideal
1740-1840, London, Thames and Hudson, 1987, in particolare pp. 59-84.
25
F. Nicolai, Beschreibung der Kniglichen Residenzstdte Berlin und Potsdam,
aller daselbst befindlicher Merkwrdigkeiten, und der umliegenden Gegend, BerlinStettin, Nicolai, 17863, p. 168.
21
58
eckhart hellmuth
Fig. 8
parte di un progetto ben pi ampio, vale a dire quello della valorizzazione di Berlino, capitale del regno e residenza reale. Tra gli interventi architettonici intrapresi da Federico rientravano la realizzazione del Duomo, la ricostruzione dellAccademia che era stata distrutta da un incendio, lampliamento del castello di Monbijou e di
Charlottenburg, lammodernamento dei ponti e delle porte cittadine,
e lesecuzione di opere ornamentali come i due colonnati noti come
Spittelkolonnaden e Knigskolonnaden. Venne inoltre radicalmente
trasformata la piazza nota come Gendarmenmarkt: al centro si costru un teatro francese, ed entrambe le chiese quella luterana e
quella francese-riformata vennero dotate di due cupole voluminose
e identiche. Infine, Federico il Grande fece realizzare numerosi Immediatbauten in zone celebri della citt: si trattava di edifici privati,
completamente o parzialmente finanziati dal monarca, le cui facciate
sontuose dovevano suscitare una grande ammirazione. Tutto ci era
pensato allo scopo di conferire a Berlino laspetto di una metropoli
europea.
2. Potsdam: la corte e la citt
Il progetto dellabbellimento e della valorizzazione di Berlino occup Federico fino alla fine del suo regno; nondimeno il fulcro della
sua attivit edificatoria era Potsdam. Soprattutto qui gli riusc infatti
di realizzare le sue intuizioni architettoniche; probabilmente perch
59
proprio Potsdam divenne la sua residenza effettiva26. Gi nel 1743 Federico trasfer i suoi appartamenti nel castello di Potsdam. Ledificio,
che non era in condizioni ottimali, venne successivamente ristrutturato27. Inizialmente il monarca si limit a interventi di risanamento e
di manutenzione; ma, come narra Mager nella Storia dellarchitettura
di Potsdam, gi allinizio del 1745 il sovrano decise di non occuparsi
esclusivamente del risanamento esteriore e della tinteggiatura della residenza reale, ma di impreziosirne ulteriormente gli ornamenti sia allesterno sia allinterno. Il sovrano ordin dunque al Barone von Knobelsdorff di preparare dei progetti per le facciate esterne28. In questo racconto Mangel menzionava, tra laltro, la costruzione di una
nuova ala, la realizzazione di colonnati e soprattutto il riassetto della
facciata principale. In particolar modo a partire dal 1747 Federico incominci a dedicarsi in maniera molto intensa alle opere architettoniche di Potsdam. Il progetto dello straordinario risalto centrale che im-
Fig. 9
26
Cfr. tra gli altri: Friedrich und Potsdam. Die Erfindung seiner Stadt, a cura di
J. Gtzmann, Mnchen, Hirmer, 2012; F. Mielke, Potsdamer Baukunst. Das klassische Potsdam, Frankfurt, Propylen, 19912, pp. 36-83; H. Kania, Die Architektur der
Stadt Potsdam im 18. Jahrhundert, Potsdam, Jaeckel, 1909.
27
Cfr. per quel che segue H.-J. Giersberg, Friedrich als Bauherr, cit., pp. 50-77.
28
H.L. Manger, Baugeschichte von Potsdam, cit., vol. 1, p. 39.
60
eckhart hellmuth
Fig. 10
29
61
Fig. 11
Sul castello di Sanssouci cfr.: W. Kurth, Sanssouci. Ein Beitrag zur Kunst des
deutschen Rokoko, Berlin, Henschelverlag, 1962; H.-J. Giersberg, Schloss Sanssouci.
Die Sommerresidenz Friedrichs des Grossen, Berlin, Nicolaische Verlagsbuchhandlung,
2005, pp. 32-79; Id., Friedrich als Bauherr, cit., pp. 78-143; F. Mielke, Potsdamer
Baukunst, cit., pp. 36-83.
30
62
eckhart hellmuth
63
Fig. 12
64
eckhart hellmuth
Fig. 13
65
nato36. Il Neues Palais era pi di una foresteria di corte; nella sua monumentalit esso rappresentava piuttosto un gesto trionfale, un segno
dellaffermazione della Prussia tra le grandi potenze europee allindomani della Guerra dei Sette anni. Occorreva mostrare al mondo intero la grandezza della monarchia prussiana. Lo stesso Federico con
una qualche autoironia definiva il Neues Palais una fanfaronata.
Sanssouci e il Neues Palais furono indubbiamente le opere architettoniche pi spettacolari che Federico mise in scena a Potsdam. Ma
esse erano, per cos dire, solo le punte di un iceberg. A Potsdam, in
maniera assai pi radicale che a Berlino, lattivit edificatoria di Federico rivoluzion lintero paesaggio urbanistico. Egli non si ispirava,
qui, allideale della regolarit, come aveva fatto per le altre residenze,
ad esempio a Karlsruhe o a Mannheim. Nel caso di Potsdam fece
piuttosto sorgere spettacolari edifici solitari; tra laltro, costru nuove
chiese e ne restaur di vecchie, realizz maestose porte cittadine e intere zone urbane cambiarono radicalmente volto grazie alla costruzione di numerosi Immediatbauten. Federico cre a Potsdam una
sorta di museo dellarchitettura, non da ultimo grazie al fatto che commissionava ai propri architetti la costruzione di copie di edifici celebri e importanti, che egli conosceva unicamente attraverso le incisioni
in suo possesso. La citazione architettonica e la copia, che a Berlino
avevano rappresentato uneccezione (come nel caso dellOpera e della
Biblioteca reale), a Potsdam divennero la norma. Qui si rifletteva la
predilezione del monarca per larchitettura barocca e rinascimentale
italiana. Di conseguenza, il Mercato Vecchio (der Alte Markt) venne
trasformata in una sorta di piazza italiana37.
Tra il 1752 e il 1755, su progetti di Knobelsdorff, il lato della
chiesa di San Nicola (Nicolaikirche) che si affacciava sul Mercato Vecchio venne ornato con una facciata in perfetto stile barocco tardoromano. Non era altro che la copia, in dimensioni ridotte, della facciata
di Santa Maria Maggiore a Roma. Quasi contemporaneamente FedeSelbstinszenierung, in Friedrich der Grosse und die Dynastie der Hohenzollern. Beitrge des fnften Colloquiums in der Reihe Friedrich300 vom 30. September/1.Oktober 2011, a cura di M. Kaiser J. Luh, URL = http://www.perspectivia.net/content/publikationen/friedrich300-colloquien/friedrich-dynastie/zielosko_verwandtenbesuch (ultima consultazione 04.9.2013).
36
Cfr. H. Graf, Das Neue Palais Funktion und Disposition der Appartements,
in ivi, pp. 294-303.
37
Cfr. il lavoro recente di J. Gtzmann, Veduta ideata. Der alte Markt in Potsdam als Auftakt und Hhepunkt der friderizianischen Stadtgestaltung, in Id., Friedrich und Potsdam. Die Erfindung seiner Stadt, Mnchen, Hirmer, 2012, pp. 22-29.
66
eckhart hellmuth
Fig. 14
rico commission a Boumann e a Carl Ludwig Hildebrandt di riprogettare il vecchio municipio. La scelta del monarca cadde su un
progetto mai eseguito che Andrea Palladio aveva preparato per Palazzo Angarano a Vicenza. La cupola con la raffigurazione di Atlante
che sovrastava il vecchio municipio si ispirava al palazzo del municipio di Amsterdam. Il Direttore generale delledilizia Carl von Gontard fece la felicit di Federico il Grande facendo costruire tra il 1771
e il 1772 una copia di Palazzo Barberini a Roma38, che era stato realizzato a partire dal 1625 sui progetti di Carlo Maderno, Gianlorenzo
Bernini e Francesco Borromini.
Anche dallaltro lato del Mercato Vecchio si trovavano parecchi
esempi di architettura italiana: ad esempio un edificio borghese che
riprendeva il progetto che Michele Sanmicheli aveva preparato intorno
al 1530 per Palazzo Pompei a Verona39.
Federico non imponeva ai suoi architetti e costruttori di ispirarsi
soltanto allarchitettura italiana; egli prendeva a modello anche le opere
di architetti francesi e inglesi. In particolare egli dava mostra di una
26.
38
39
67
Fig. 15
68
eckhart hellmuth
Fig. 16
infatti a far costruire edifici sulla base di progetti che egli stesso aveva
selezionato, ma forn ai suoi architetti persino una serie di progetti
abbozzati di suo pugno che dovevano venir realizzati. Il suo vocabolario architettonico gli veniva prevalentemente dalle opere di Vitruvio e Palladio.
Tutti questi edifici erano Immediatbauten, costruzioni di rappresentanza finanziate per intero o in parte dal sovrano. Egli stabiliva di
conseguenza anche i destinatari di questi suoi doni. Di norma si trattava di commercianti e professionisti. Per questa clientela borghese,
tuttavia, siffatti regali avevano un valore discutibile, poich il loro mantenimento richiedeva mezzi ingenti. E come se ci non bastasse, quegli edifici erano assolutamente poco funzionali43. Federico non si curava affatto delle esigenze dei loro futuri occupanti; lui badava alla
43
69
facciata sontuosa, le cui colonne e pilastri dovevano suscitare limpressione di unarchitettura signorile44. Ci valeva, ad esempio, per
Palazzo Barberini, il cui aspetto esteriore faceva pensare che si trattasse della residenza di un grande magnate locale. Di fatto, per, era
abitato da un oste e da un carpentiere, i quali si sarebbero di certo
immaginati di abitare in un edificio con unarchitettura diversa, date
le loro professioni. Nel caso della copia gi menzionata della casa londinese del Generale Wade, dietro la magnifica facciata in stile neopalladiano si celava una modesta abitazione su quattro piani. Ecco che
la facciata londinese originale aveva dovuto adattarsi alle condizioni
urbane di Potsdam.
Talvolta la fissazione di Federico il Grande per le facciate ornate
di colonne e pilastri comportava una serie di conseguenze che suscitavano le critiche dei suoi contemporanei. Cos, ad esempio, nella Storia dellarchitettura di Potsdam, Manger riferisce di un complesso edilizio commissionato dal sovrano, per cui non si era tenuto in nessun
conto il principio form follows function, per nulla estraneo alla teoria
architettonica del tardo Settecento. Anche nel caso di questi tre edifici, come era accaduto diverse volte in precedenza (in specie negli
edifici copiati da Palladio), osserva Manger successe che la comodit interna venne sacrificata a vantaggio della fissazione regale per
lesteriorit. Poich i piani dovevano rispettare dallinterno laltezza richiesta dalla facciata esterna, la loro luce toccava i 19-20 piedi di altezza [circa 6 metri]; dal momento, per, che per le abitazioni ci non
era assolutamente pratico e, quindi, ogni piano con soffitti cos alti
doveva venir suddiviso mediante speciali traverse in appartamenti dai
soffitti pi bassi, non poteva accadere altrimenti che le finestre dei
piani inferiori arrivassero fino ai soffitti dei piani superiori, e che ricominciassero poi dal pavimento senza nessuna balaustra. Nel primo
caso occorreva pertanto apporre dei palchi alle finestre per poter godere della luce del giorno; nellaltro, gli abitanti dovevano adattarsi allidea di doversi sdraiare sul pavimento, come potevano, per riuscire
a leggere, a scrivere e a svolgere tutte le altre attivit quotidiane che
richiedevano la luce del giorno45. Soltanto verso la fine degli anni
Settanta e negli anni Ottanta del Settecento, quando gli interventi edilizi di Federico incominciarono a diradarsi, i suoi architetti poterono
44
p. 306.
45
70
eckhart hellmuth
p. 295.
71
48
Michele Cometa
FEDERICO II DI PRUSSIA E LA LETTERATURA
1. ormai proverbiale il sostanziale disinteresse di Federico II per
la letteratura e per la scena letteraria tedesca a lui contemporanea. Una
scena, com noto, in costante fermento e che nel giro di pochi decenni simpone in Europa con una forza e una capacit di penetrazione mai registrata prima. Proprio sul fronte dellesplicito confronto
con la letteratura francese quella che il monarca aveva frequentato
e costantemente osannato nei suoi scritti erano stati fatti passi da
gigante. Basti pensare alla figura di Lessing, di cui Federico II sembra non avere nemmeno registrato lesistenza.
Allindomani della stesura e della stampa del celeberrimo e controverso scritto sulla letteratura tedesca, Lessing muore (15 febbraio
1781), suscitando unondata di commozione che il monarca neppure
avverte. significativo che il pi grande scrittore di lingua tedesca,
Goethe, in quei giorni totalmente sprofondato nel tentativo di scrivere un dialogo in difesa della letteratura tedesca, contro Federico II,
non possa fare a meno di notare la profonda ingiustizia di una morte
che lascia lintera cultura tedesca del tempo priva di uno dei suoi padri spirituali.
Non mi poteva capitare nulla di pi fatale del fatto che Lessing morto.
Neanche un quarto dora prima che mi giungesse la notizia avevo programmato di fargli visita. Con lui perdiamo tantissimo, molto di pi di quello
che possiamo immaginare1.
1
Goethes Werke. Weimarer Ausgabe oder Sophien-Ausgabe (1887-1919), Mnchen, Deutscher Taschenbuch Verlag, 1987, IV/5, p. 60.
74
michele cometa
75
vasse davvero il tempo di occuparsi direttamente dei destini della cultura tedesca, da lui stesso fin troppo trascurati per via delle guerre e
della politica. Guerre e politica su cui per veniva dato un giudizio
tutto sommato positivo e che non aveva per nulla intaccato la fama
del re filosofo.
Anche Goethe, in un mai ritrovato testo, oggetto di appassionati
ricerche sul finire dellOttocento, aveva progettato un dialogo tra un
francese e un tedesco probabilmente letto al cospetto di Herder, che
ce ne d testimonianza, di Charlotte von Stein, che fu la prima ad incoraggiarlo su questa strada, e di Anna Amalia5 nel quale i due si
confrontavano proprio sullo scritto del re da due diverse prospettive
nazionali:
Non se se le ho gi detto che Goethe ha scritto in una locanda di Francoforte [] un dialogo in cui un tedesco e un francese si intrattengono sullo
scritto del re sulla littrature allemande? Me lo ha dato perch lo leggessi
e vi sono dei pensieri molto belli; il tutto per non mi ha soddisfatto e la
tesi generale non mi piaciuta6.
Avevano letto il dialogo tra gli altri anche il principe Augusto di Gotha, Karl
Ludwig von Knebel, Johann Heinrich Merk, il duca Ernesto di Gotha, Georg Christoph Tobler.
6
J.G. Herder, Briefe. Gesamtausgabe. Nachtrge und Ergnzungen, 1763-1803,
a cura di G. Arnold, IX, Weimar, Bhlaus Nachfolger, 1988, p. 308.
7
Goethes Werke. Weimarer Ausgabe oder Sophien-Ausgabe (1887-1919), cit.,
IV/5, pp. 221-22.
5
76
michele cometa
Gi nel 1796, quando Friedrich von Blankenburg scrive le celeberrime aggiunte al dizionario estetico di Sulzer, Federico II viene definito un giudice cos poco attendibile [] anche se il suo scritto
aveva suscitato attenzione e [] stimolato un bel po di scrittori a
prendere posizione contro di esso8.
Del resto noto che immediatamente a ridosso delledizione tedesca anzi delle edizioni tedesche se si contano quelle di Vienna,
Monaco e Zurigo, sempre nel 1781, e quella pi tarda di Zurigo nel
1787 sullo scritto di Federico II, erano apparsi numerosi saggi in
particolare quelli di Justus Mser e di Johann Friedrich Wilhelm Jerusalem9.
Il testo di Jerusalem, commissionato dalla sorella di Federico II,
la duchessa di Braunschweig, polemizzava cautamente con il monarca
tanto che Goethe si vide costretto a liquidarlo in una lettera alla von
Stein con parole durissime: La letteratura tedesca di Jerusalem apparso. Benevola, modesta, corretta, distaccata e povera10. Nel testo
Jerusalem finiva infatti per accettare i suggerimenti del re sulla necessit del tradurre e sul modello neogreco, ma non manca di sottolineare lesistenza di alcuni grandi protagonisti della traduzione come
Friedrich Leopold Graf zu Stolberg e Johann Jakob Engel e, ovviamente, del padre della grecofilia tedesca, Johann Joachim Winckelmann, certamente il grande assente, insieme a Lessing, nello scritto di
Federico II.
A questi due testi andrebbero senzaltro aggiunti quelli di Johann
Karl Wetzel (1781), lanonima recensione sulla Berliner Haude- und
Spenersche Zeitung del 2 dicembre 1780, i testi di Balthasar Ludwig
Tralles11 e del commerciante ebreo A. M. Lion Gomperz12, cui peraltro il monarca in persona rispose il 6 settembre 1781.
dunque del tutto evidente che lo scritto del re ha non poco
contribuito a far uscire allo scoperto alcuni autori gi consapevoli del
J.G. Sulzer, Allgemeine Theorie der schnen Knste, Leipzig, Weidmann, 17922
(riprod. Hildesheim, Olms, 1970, con unintroduzione di G. Tonelli), I, p. 371.
9
Tra i quali vanno almeno ricordati: J. Moser, Ueber die deutsche Litteratur.
An einen Freund, Hamburg, Hoffmann, 1781; J.F.W. Jerusalem, ber die deutsche
Sprache und Literatur. An Ihro Knigliche Hoheit, die verwitwete Frau Herzogin
von Braunschweig und Lneburg, Berlin, s.e., 1781.
10
Goethes Werke. Weimarer Ausgabe oder Sophien-Ausgabe (1887-1919), cit.,
IV/5, p. 60.
11
B.L. Tralles, Schreiben von der deutschen Litteratur, Breslau, Lwe, 1781.
12
A.M. Lion Gomperz, Lettre sur la langue et sur la littrature allemande, Danzig, Floerke, 1781.
8
77
K. Mommsen, Herzogin Anna Amalias Journal von Tiefurth als Erwiderung auf Friedrichs II. De la littrature allemande, URL = http://www.goethezeitportal.de/fileadmin/PDF/db/wiss/epoche/mommsen_journal-von-tiefurth.pdf. Si veda
anche Id., Potsdam und Weimar um 1780. Gedanken zur Kanonbildung anlsslich
von Friedrichs II. De la littrature allemande, in Kanonbildung. Protagonisten und
Prozesse der Herstellung kultureller Identitt, a cura di R. Charlier e G. Lottes, Hannover, Wehrhahn, 2009, pp. 13-33.
13
78
michele cometa
weimariani, profondamente messo in discussione dal testo del monarca. In una lettera a Herder si legge:
Che cosa penseranno di noi tedeschi gli inglesi, i francesi, gli italiani etc. se
il grande re sulla Sprea scrive cos del nostro stato attuale, e [] giudica
come se avesse vissuto tutto questo tempo a Londra, a Parigi o a Roma?14
79
non li vedr pi. La mia et mi priva di questa speranza. Sono come Mos:
vedo la Terra promessa da lontano, ma non la calpester15.
stato giustamente notato che ogni parola di queste argomentazioni offendeva non solo Goethe, ma tutta la corte di Weimar impegnata in uno sforzo teatrale senza precedenti, i traduttori di Shakespeare e, insieme, tutta lestetica tedesca del tempo. Ma questi passaggi
15
16
80
michele cometa
sulla letteratura costituiscono solo una parte, e certo non la pi rilevante, della produzione intellettuale dei tedeschi che, sia pure allinterno di una retorica della Befrderung vedeva per lo meno messe in
campo figure come Leibniz, Wolff, Copernico, Thomasius, Adelung,
e persino gli inventori tedeschi della polvere da sparo, della stampa e
della pompa ad aria. Questo ovviamente non giustifica la mancanza
di Lutero posto al centro della storia tedesca solo da Herder o il
silenzio sui berlinesi, Moses Mendelssohn innanzitutto, particolarmente
inviso al monarca per ragioni personali.
Tuttavia questa trascuratezza del testo ma Katharina Mommsen
considera con buoni argomenti che questa damnatio memoriae di Weimar rappresenta la dura risposta del monarca proprio a Goethe e allintera corte che, su consiglio del poeta, non si lasci trascinare nellennesimo conflitto prussiano va letta nel contesto di una visione
molto pi ampia della littrature allemande. Non un caso che Federico II di fatto risponda a un testo di cui si era occupato molti decenni prima, nel 1767, allorch il barone Jakob Friedrich Bielfeld aveva
pubblicato uno scritto dal titolo Progrs des Allemands, dans les Sciences, les Belles-Lettres et les Arts, particulirement dans la Posie, lEloquence et le Thtre17, indirizzato proprio allAccademia di Berlino.
certamente significativo che Bielfeld insista, soprattutto nella
terza edizione, sulla Miss Sara Sampson di Lessing e si mostri informato sulle ultime novit, mentre il re tace caparbiamente. Ma chiaro
gi a una lettura superficiale che il testo del sovrano si presenta come
un confronto e a volte una confutazione delle principali osservazioni
di Bielfeld pur nel contesto di una rassegna esaustiva di tutte le discipline praticate in Germania.
La parte polemica del pamphlet si concentra su quelli che Bielfeld considera nellAvertissement i principali scogli (cueils) che le
lettere tedesche devono superare: 1) leccesso di traduzioni dal francese in tedesco che finisce per violentare la stessa lingua tedesca18, una
tesi che il re capovolge integralmente, sostenendo semmai la necessit
delle traduzioni e il loro valore nello sviluppo della lingua stessa; 2)
leccesso di pedanteria nella scelta degli argomenti studiati, un tratto
che Federico II stigmatizza nel suo saggio; e, infine, 3) luso ecces-
17
J.F. Bielfeld, Progrs des Allemands, dans les Sciences, les Belles-Lettres et les
Arts, particulirement dans la Posie, lEloquence et le Thtre, Leide, Samuel et Jean
Luchtmans, 1767, e Lige, J.F. Bassompierre Fils, 1768.
18
Ivi, p. X.
81
sivo nella poesia dellesametro che rende lo stile tedesco oscuro, enigmatico e sostanzialmente noioso19.
Il testo di Federico II dunque certamente scritto in risposta a
quello di Bielefeld. Molti nomi ritornano e soprattutto limpianto delle
discipline, presentate quasi nella stessa sequenza: filosofia, giurisprudenza, medicina, storia, matematica e fisica. Uguale attenzione Federico II dedica alle invenzioni, soprattutto la polvere da sparo, la stampa
e la pompa pneumatica20.
Certo la prolissa parte sui poeti deve aver irritato non poco il sovrano che pure vi attinge per ricordare Canitz, Gellert, Albrecht von
Haller (ricordato tra gli scienziati!). Non una parola invece su Martin Opitz, Friedrich von Hagedorn, Johann Wilhelm Ludwig Gleim,
Anna Louisa Karschin, cui giustamente Bielfeld dedica pagine e pagine, stracolme di esempi poetici. Ancor meno si spiega lassenza di
Lessing e della Miss Sara Sampson diffusamente commentata e ampiamente tradotta in francese.
3. Se quanto abbiamo via via ricostruito plausibile, apparir dunque naturale incominciare a interpretare il testo dalle due prospettive
temporali: quella del 1767, data in cui il re concepisce il testo alla fine
di un trentennio di riflessione sui limiti e le prospettive della cultura
tedesca, e quella di pubblicazione finale del saggio nel 1780, quando
ormai la parabola del monarca si avvia alla conclusione.
Lo scritto di Bielfeld solo lo sprone a mettere insieme considerazioni che risalgono almeno al 1737, quando in una lettera a Voltaire, il monarca aveva gi individuato i due grandi limiti della cultura tedesca: la mancanza di una lingua nazionale normata e normativa e il disprezzo che i principi tedeschi mostrano nei confronti
dei Gelehrten21. Ancora nel 1775, sempre in una lettera a Voltaire, il
re individua nella mancanza di gusto, un altro ostacolo allo sviluppo cultura:
Il gusto manca del tutto ai tedeschi []. Il loro gusto un miscuglio di
quello romano, inglese, francese e tedesco. Manca loro il giudizio critico che
significa cogliere il bello l dove si trova, e imparare a distinguere tra il mediocre e il perfetto, tra il nobile e il sublime []22.
Ivi, p. XII.
Ivi, pp. 46 ss.
21
Die Werke Friedrich des Groen, cit., VIII, p. 306; si veda anche la lettera a
dAlembert, ivi, p. 307.
22
Ivi, p. 309.
19
20
82
michele cometa
83
84
michele cometa
in una lettera a dAlembert del 28 gennaio 177328 il successo dellUmanesimo italiano e del Classicismo francese.
Il problema del metodo per Federico per prima che un problema filosofico un problema politico. la mancanza di metodo nella
scuola e nelluniversit che rende impossibile un miglioramento dei
costumi e della cultura. E qui si innesta la seconda prospettiva da cui
opportuno leggere il testo, un punto di vista costantemente presente
nella politica culturale del sovrano, ma che nel 1780 sembra cristallizzarsi in un testamento spirituale. La riforma della scuola e dellistruzione innanzitutto una riforma del metodo pedagogico altrimenti
troppo affidato allimprovvisazione e allillogicit della prassi:
Passiamo adesso dalle scuole alle universit e giudichiamole spassionatamente.
Lerrore che salta per lo pi agli occhi la mancanza di un metodo generale per linsegnamento. Ogni professore ne ha uno. Dal mio punto di vista vi solo un metodo a cui attenersi29.
Se si guarda allo scritto sulla letteratura tedesca dalla prospettiva del suo impianto di politica pedagogica31 ci si render presto conto
che largomentazione , da questo punto di vista, tuttaltro che daIvi, p. 307.
Ivi, pp. 80 ss.
30
Ivi, p. 86.
31
Concretizzatosi per altro gi nel 1772 con lo scritto ber den Nutzen der
Knste und Wissenschaften im Staate, letto allAccademia il 27 gennaio, e prima ancora con il saggio ber die Erziehung (1769), in Die Werke Friedrich des Groen,
cit., VIII, pp. 54 ss., e pp. 257 ss.).
28
29
85
Ivi, p. 313.
Ivi, p. 314.
34
Ivi, p. 315: E per ci che riguarda la filosofia non deve essere insegnata dai
religiosi ma dai laici.
35
Briefe Friedrich des Groen, a cura di M. Hein, ed. tedesca di F. von OppelnBronikowski e E. Knig, Berlin, Hobbing, 1914, p. 244.
32
33
Riccardo Morello
FEDERICO II DI PRUSSIA
E LA CULTURA MUSICALE DELLA SUA EPOCA
Il 7 maggio 1747 come ci racconta dettagliatamente la prima
biografia di Bach, pubblicata nel 1802 da Johann Nikolaus Forkel1
Johann Sebastian Bach, Thomaskantor a Lipsia dal 1723 e curschsischer Hofkompositeur a Dresda dal 1736, fu invitato dal re di Prussia Federico II a Potsdam, al castello di Sanssouci. Non sappiamo con
esattezza le circostanze che avevano portato a quellincontro di cui
parlarono diffusamente le gazzette dellepoca. molto probabile che
il tramite della visita fosse il figlio di Bach, Carl Philipp Emanuel
(1714-1788), che ricopriva dal 1740 la carica di cembalista di corte a
Potsdam, ma anche possibile che linvito fosse dovuto alla mediazione del conte Hermann Carl von Keyserlingk (1696-1764), ambasciatore russo a Dresda e poi dal 1745 al 1749 a Berlino. Grande estimatore della musica di Bach, costui aveva alle proprie dipendenze
come segretario un cugino del musicista Johann Elias Bach ed
inoltre gli aveva fatto ottenere lincarico di compositore di corte a
Dresda. Alle dipendenze di Keyserlingk era anche quel Johann Gottlieb Goldberg, allievo di Bach e di suo figlio Wilhelm Friedemann,
passato alla storia per le celebri Variazioni. Allepoca della visita a
Potsdam nel 1747 operavano nella cappella reale Johann Joachim
Quantz, flautista e compositore, Georg Benda, Gottlieb e Karl Heinrich Graun e Christoph Nichelmann. Secondo il racconto di Forkel
basato sulla testimonianza di Wilhelm Friedemann, il figlio maggiore di Bach che lo accompagnava in quelloccasione sembra che
il re avesse chiesto a Bach di improvvisare al pianoforte:
J.N. Forkel, ber Johann Sebastian Bachs Leben, Kunst und Kunstwerke. Fr
patriotische Verehrer echter musikalischer Kunst, Leipzig, Hoffmeister und Khmel,
1802.
1
88
riccardo morello
Dopo aver provato e improvvisato per un po, chiese al re un tema per una
fuga da eseguire subito senza preparazione. Il re ammir la sapienza con cui
il suo tema fu sviluppato cos sul momento e quindi, probabilmente per vedere sino a che punto una tale maestria potesse spingersi, espresse il desiderio di ascoltare anche una fuga a sei voci. Poich tuttavia non ogni tema
si presta a un tale trattamento, Bach se ne scelse uno per conto suo e, con
grande meraviglia di tutti i presenti, subito lo esegu in modo altrettanto
splendido e perfetto di quanto aveva fatto col tema del re2.
Come sappiamo il celebre tema noto come thema regium costituir il punto di partenza dellOfferta Musicale (Musikalisches Opfer BWV 1079), la composizione pubblicata gi nel settembre dello
stesso anno con dedica al sovrano, nella quale Bach ritorna sulle circostanze della composizione: Mi resi conto immediatamente che,
mancando la necessaria preparazione, lesecuzione non sembrava allaltezza di un tema cos eccellente3. Il tema scelto da Federico non
si prestava a quel tipo di improvvisazione e Bach dovette adattarlo
alle sue esigenze compositive, e questultimo recht knigliches Thema
appunto il thema regium dellOfferta Musicale. La rapidit nella
composizione e pubblicazione si spiega con la necessit di sfruttare la
notoriet suscitata dallincontro col re e di rendere omaggio al grande
mecenate e musicista dilettante che sino a quel momento non aveva
mostrato un particolare interesse nei confronti della musica bachiana.
probabile che Federico considerasse Bach un genio musicale appartenente al passato, il cui stile contrappuntistico non era pi rispondente alle esigenze della musica contemporanea, quello stile galante che era la cifra dominante della produzione dei compositori attivi a Sanssouci compreso Carl Philipp Emanuel Bach. Prova ne sia
la pressoch totale assenza di musiche di Bach dai programmi eseguiti
a corte e dominati dalla produzione strumentale di stile eclettico allora in voga. Federico non amava particolarmente la tradizione antica
incarnata da Bach lo stesso fugato era per lui indicativo di uno stile
severo vale a dire riservato alla musica religiosa e alla sfera liturgica. Probabilmente era incline ad apprezzare invece le qualit bachiane come improvvisatore e virtuoso della tastiera, cembalo e organo, nonch la fama di profondo conoscitore di strumenti musicali.
Il re di Prussia possedeva alcuni allora modernissimi pianoforti
(Hammerflgel) fabbricati da Silbermann con una meccanica analoga
a quella del Cristofori, ed probabile che Bach abbia concepito al2
3
Ivi, p. 27.
Ivi, p. 28.
89
cuni brani, come il ricercare a tre voci dellOfferta Musicale o il triosonata per flauto, violino e pianoforte, proprio per questo nuovo tipo
di strumento che aveva avuto modo di provare a Naumburg e poi
durante la visita a corte.
Forkel ci racconta che larrivo del vecchio Bach interruppe la
serata musicale, il compositore non ebbe nemmeno il tempo di indossare labito scuro da Kantor e dovette presentarsi a corte ancora
con gli abiti da viaggio e venne trascinato di sala in sala per provare i pianoforti acquistati dal sovrano (ben quindici) ai quali egli
teneva molto. Su tutti gli fu chiesto di suonare e improvvisare. Non
fu dunque Federico II il promotore dello studio e del culto della
musica di Bach a Berlino visto che non sono conservate reazioni
o commenti alla dedica dellOfferta Musicale bens, come noto,
la sorella Anna Amalia (1723-1787), grande appassionata di musica
e ottima musicista. La principessa tenne per anni un celebre salotto
nel palazzo invernale Unter den Linden e in estate nella residenza
della Wilhelmstrasse 102, che era luogo di incontro degli appassionati di musica antica. Tra essi il famoso barone Van Swieten, ambasciatore austriaco a Berlino dal 1770 al 1777, che porter a Vienna
la sua passione per Bach. Il maestro della principessa Johann Philipp Kirnberger (1721-1783) aveva trasmesso a tutto il gruppo lamore per la tradizione contrappuntistica. Egli fece dono ad Anna
Amalia del manoscritto dei concerti brandeburghesi (BWV 1046-51)
e la biblioteca di Amalia, confluita poi nella Biblioteca di Stato prussiana, costituir nellOttocento la fonte primaria della rinascita del
culto della musica di Bach4.
Pur tenendo conto di tutti questi elementi, c tuttavia almeno un
aspetto che collega direttamente Federico II allOfferta Musicale e merita di essere sottolineato: la comune concezione del ruolo che la musica riveste nella societ, la sua centralit nel processo culturale dellAufklrung. Negli anni Ottanta del Novecento una celebre analisi
della composizione bachiana fatta da Ursula Kirkendale5 ha dimostrato il legame strettissimo tra lOfferta Musicale la sua articolazione e costruzione complessiva nonch nei particolari e lInstitutio Oratoria di Quintiliano. Alla base della composizione di Bach c
quella che Nikolaus Harnoncourt, in un suo saggio sulla prassi eseCfr. Bach Handbuch, a cura di A. Kster, Kassel, Brenreiter-Metzler, 1999.
U. Kirkendale, The source for Bachs Musical Offering: The Institutio Oratoria of Quintilian, in Journal of the American Musicology Society, 33, 1980, pp.
88-141.
4
5
90
riccardo morello
6
N. Harnoncourt, Musik als Klangrede. Wege zu einem neuen Musikverstndnis, Salzburg, Residenz, 1982.
91
tato che costituisce il corrispettivo per il flauto di quello di Carl Philipp Emanuel Bach per il cembalo o di Leopold Mozart per il violino si legge una frase che rispecchia assai bene tale concezione musicale:
Dal momento che non intendo soltanto formare un bravo suonatore di flauto,
ma un vero intenditore di musica non dovr soltanto insegnargli la posizione delle labbra, della lingua e delle dita ma plasmare il suo gusto musicale e affinare la sua capacit di giudizio7.
Il trattato di J.J. Quantz si propone infatti come una enciclopedia della musica della propria epoca, un tentativo di plasmare il gusto e fondare una scuola berlinese in grado di competere coi tradizionali centri europei di irradiazione della cultura musicale. Non solo
tecnica strumentale diteggiatura, labbra, modalit di emissione del
fiato e di esecuzione di una nota ma anche e soprattutto analisi e
composizione, dunque riflessione, per formare non semplici esecutori
professionisti o dilettanti ma veri conoscitori della musica. Quantz
mostra di discostarsi dagli enciclopedisti francesi per quel che concerne il giudizio relativo alla musica strumentale. Mentre costoro non
erano riusciti a liberarsi dal pregiudizio razionalistico che bandiva la
musica non vocale, per cui dAlembert poteva affermare nella prefazione allEnciclopdie che la musica occupa lultimo posto nellordine dellimitazione, egli sostiene la piena autonomia del discorso
strumentale. Il lieve disprezzo con cui i francesi alludevano sempre
allambito puramente strumentale, parlando di symphonies e sonates, lascia il posto allapprezzamento tipicamente tedesco per questo genere musicale, che si era andata sviluppando nel corso del Settecento e si fondava sul dosaggio degli effetti. Quantz naturalmente
un sostenitore dellideale equilibrio che si attua attraverso i contrasti dinamici, il variare dei timbri degli strumenti, lalternanza di adagi
e allegri, piani e forti, temi patetici e temi vivaci, tutto ci che costituir la base dellelaborazione dello stile classico e, pur riconoscendo
i pregi della musica vocale e del melodramma italiano, si fa sostenitore di uno stile musicale tedesco che nasce appunto dallutilizzazione
dei migliori raggiungimenti delle due tradizioni francese e italiana8.
Nel Versuch ber die wahre Art das Klavier zu spielen (1753) di
Carl Philipp Emanuel Bach, accanto ai suggerimenti tecnici per leseJ.J. Quantz, Versuch einer Einweisung die Flte Traversiere zu spielen, Berlin,
Vo, 1752, pp. 58.
8
Cfr. E. Fubini, Lestetica musicale dal settecento ad oggi, Torino, Einaudi, 1976.
7
92
riccardo morello
93
1975.
94
riccardo morello
95
96
riccardo morello
nografo del teatro di corte, a partire dal 1753, una star del firmamento
internazionale, Galli Bibiena, che era stato convinto ad abbandonare
Dresda. Federico fu anche un sostenitore dellintermezzo comico, dellopera buffa italiana, alla quale riconobbe sempre unoggettiva superiorit sul terreno della pura efficacia teatrale. Egli ingaggi per Berlino la compagnia di Maria Angela e Carlo Paganini, Filippo Sidoti e
Giovanni Croce, che avevano iniziato la loro carriera al teatro San
Mois di Venezia e poi portato in tourne in tutta Europa i loro successi, tra cui alcuni lavori su libretto di Carlo Goldoni. Il successo
internazionale dellopera buffa italiana era legato al dibattito estetico
intorno alle differenze tra le varie tradizioni nazionali che si era sviluppato soprattutto in Francia e del quale tributario il saggio di Algarotti sullopera in musica. Lapprezzamento del genere buffo si fonda
sempre sulla contrapposizione tra artificio e naturalezza. I soggetti
dellopera comica, tratti dalla vita contemporanea, anzich dalla mitologia come quelli dellopera seria, producono unimpressione di freschezza e una musicalit semplice e naturale.
Uno dei motivi che troviamo nelle considerazioni di Federico sulla
musica accanto allapprezzamento dellespressione la critica della
pompa, dellesibizione puramente fine a se stessa, quale si manifesta
ad esempio nelle grandi rappresentazioni allora in voga nelle corti europee. Certo con una punta dinvidia polemica per la sensazione suscitata dalla rappresentazione di Ezio (1755) di Hasse a Dresda, con
limpiego di oltre quattrocento comparse, cinque vetture tra cui un
carro trionfale tirato da quattro cavalli, Federico scrive alla sorella
Wilhelmine:
Costoro [intende la corte sassone] vogliono che si parli ai loro occhi anzich al loro cuore; ununica scena commovente preferibile alle bizzarrie dei
loro cortei trionfali. Guai a coloro che non hanno mai conosciuto il piacere
di versare delle lacrime12.
97
non amare la figura di Federico e si dichiarava incapace di intraprendere il processo di idealizzazione necessario a suo dire per fare di lui
un grande personaggio drammatico, ha scritto che la poesia commuove
il cuore perch sgorga dal cuore. E Beethoven nella partitura della
Missa Solemnis annot: Von Herzen, mge es wieder zu Herzen
gehen. Sotto la patina dissimulatrice del misogino odiatore di s e
dellumanit si nasconde forse un cuore sensibile.
A margine vorrei infine ricordare il legame anche musicale di Federico con il popolo e con lesercito. Lattribuzione a lui del Hohenfriedner Marsch una delle marce militari tradizionali prussiane, composta prima del 1750 e caratterizzata dalla struttura semplice, ancora
senza trio anche se probabilmente non autentica rappresenta comunque un fatto significativo. Quellandamento misurato, pi solenne
che marziale, esprime assai bene lethos della vecchia Prussia e mi sembra correggere se non contraddire il rutilante militarismo del Preussens Gloria di Piefke, frutto del nazionalismo sciovinistico di fine Ottocento: evoca un sentimento misto di seriet e tenacia, virt eroiche,
purtroppo infangate da quel che seguito nella storia tedesca, ma che
probabilmente, cos amiamo pensare, costituisce lautentica eredit lasciata da Federico II, un re che ha amato la lira di Apollo pi della
spada.
Walter Sparn
CIASCUNO A MODO SUO.
RELIGIONE E TEOLOGIA NELLA PRUSSIA
DI FEDERICO IL GRANDE
Il filosofo piemontese Carlo Denina, che nel 1782 era giunto alla
corte di Berlino su invito di Federico II, pubblic nel 1788, dopo la
morte del suo mecenate, un ampio lavoro sulla vita e sul regno del
sovrano. Successivamente, tra il 1791 e il 1792, diede alle stampe tre
volumi sulla Prussia dei letterati e dei dotti, in cui prendeva in esame,
tra laltro, il giudizio notoriamente negativo di Federico sulla letteratura tedesca del suo tempo1. Sarebbe molto interessante analizzare la
valutazione di Denina, che oggi appare tanto garbato quanto ambiguo. Lascio questo compito agli studiosi di Denina.
1. Federico II: critica del cristianesimo, governo ecclesiastico e politica
religiosa
Lanalisi che intendo affrontare non concerne soltanto la natura
pi o meno religiosa della persona del sovrano, ma si estende al profilo religioso, ecclesiastico e teologico del suo Stato, del BrandeburgoPrussia dellepoca fridericiana, e, pi in generale, alla politica che Fe1
C. Denina, Essai sur la vie et le rgne de Frdric II, Berlin, Decker, 1788;
Id., La Prusse littraire sous Frdric II, 3 voll., Berlin, Rottmann, 1790-91 (riprod.
Genve, Slatkine, 1968). Cfr. A. Costazza, Carlo Deninas ambivalente Position in
Berlin, in Europische Ansichten, a cura di I.-M. DAprile, Berlin, Berliner Wissenschaftsverlag, 2004, pp. 141-68; E. Tortarolo, Das historische Wissen in den deutschen Akademien und Carlo Denina, in Id., Diesseits und jenseits der Alpen, Leipzig, Leipziger Universittsverlag, 2011, pp. 97-116; W. Rother, Piemontesische Autoren, in Grundriss der Geschichte der Philosophie. Die Philosophie des 18. Jahrhunderts, vol. 3, Basel, Schwabe, 2011, pp. 318-31 e p. 353; cfr. anche il saggio di M.
Cometa in questo volume.
100
walter sparn
derico adott nei confronti delle istituzioni ecclesiastiche e universitarie. La politica religiosa ed ecclesiastica di Federico non dipende direttamente e neppure esclusivamente dalle sue convinzioni personali; essa ispirata innanzitutto ad altre questioni, come quella della
legittimit politica di ci che utile o inevitabile. Ovviamente le dichiarazioni personali di Federico sul fenomeno religioso rivestono un
interesse storico; gi i suoi contemporanei ne avevano colto limportanza2. Esse contenevano infatti una violenta critica nei confronti della
religione, che assumeva toni che nellEuropa del XVIII secolo si incontravano soltanto in alcuni rari spiriti liberi laddove invece in
Germania lIlluminismo lasciava grande spazio al rapporto persino costruttivo con la religione, mettendo talvolta capo a uno scambio proficuo3. Per questa ragione occorre anteporre alla trattazione del nostro tema alcune considerazioni preliminari sulla persona di Federico.
Federico II non era un uomo pio n nel senso di allora, n in
quello odierno. Per tutta la vita ader com ovvio alla Chiesa cristiana
di confessione riformata (calvinista), a cui nel 1613 si erano convertiti gli Hohenzollern del Brandeburgo una volta abbandonato il luteranesimo. I suoi rapporti con il cristianesimo non erano buoni: lo riteneva infatti, per un verso, una superstizione sciocca e spregevole e,
per laltro, una disciplina sociale utile dal punto di vista politico. Questa sua opinione derivava in massima parte dalleducazione severa e
rigorosa che gli era stata impartita dal padre, Federico Guglielmo I,
il Re Soldato, promotore del pietismo hallense. La pedagogia dei pietisti si caratterizzava per lesplicita ossessione nei confronti della disciplina sociale, concepita come mezzo per contrastare la (peccaminosa) ostinazione dei fanciulli. Come molte altre vittime di questo
modello educativo, anche Federico era stato abituato a tacitare qualsiasi bisogno interiore, emotivo e morale, che il pietismo associava os2
Cfr. ad esempio [Anonimo], Gedanken ber die Religion, von Friedrich dem
Zweiten, Knig von Preuen. Aus dem Franzsischen, Halle, [s.e.], 1789.
3
Ancor oggi occorre richiamare lo studio di Emanuel Hirsch, in cui lIlluminismo del XVIII secolo viene presentato come unevoluzione necessaria anche dal punto
di vista teologico: E. Hirsch, Geschichte der neuern evangelischen Theologie im Zusammenhang mit den allgemeinen Bewegungen des europischen Denkens, 4 voll.,
Gtersloh, Gtersloher Verlagshaus, 1952, 20005. Un lavoro concepito in maniera analoga a quello di Hirsch, ma aggiornato sulla base della letteratura pi recente, quello
di A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, Gttingen, Vandenhoeck
& Ruprecht, 2009. Il testo di riferimento della storiografia teologica rimane K. Aner,
Theologie der Lessingzeit, Halle, Niemeyer, 1929 (riprod. Hildesheim, Olms, 1964),
che per, seppur ricco di materiale, risulta oggi eccessivamente datato.
101
102
walter sparn
Federico condivideva con Voltaire anche latteggiamento aspramente critico nei confronti delle Chiese cristiane che a quel tempo
fungevano da supporto allo Stato o che come nel caso delle Chiese
evangeliche rappresentavano vere e proprie Chiese di Stato. Obiettivo della sua furiosa polemica era per innanzitutto la Chiesa di
Roma, dove Papa Clemente XIII sosteneva con ogni mezzo lImpero
Asburgico contro la Prussia eretica. Tra il 1759 e il 1774 Federico
diede alle stampe una serie di perfide satire che avevano per oggetto
le ingerenze del Papa e dei suoi gesuiti nelle questioni politiche, e le
fece circolare tra le Corti europee. Gi nel 1759 aveva intrapreso lopera di messa in ridicolo della religione con un Breve fasullo di Papa
Clemente XIII per il Feldmaresciallo austriaco Daun8. Nella scia di
Pierre Bayle del cui Dictionnaire historique et critique Federico aveva
redatto un estratto si dedic anche seriamente alla critica storica del
cristianesimo, in particolare delle sue manifestazioni superstiziose, settarie, di fanatismo spiritualistico e misticheggiante. Cos fece, ad esempio, nella prefazione alledizione compendiata della storia ecclesiastica
di Claude Fleury (1691 e seguenti), che egli aveva studiato integralmente nonostante fosse composta da numerosi volumi (Avant-Propos
de lAbrg de Lhistoire ecclsiastique de Fleury, 1766). Successivamente compose anche alcune satire, come la Jrusalme cleste (1770)
e il Rve (1777), a sostegno del verdetto voltairiano dellInfme, in
cui venivano messi in ridicolo i profittatori di ogni religione. I Commentaires apostoliques et thologiques sur les saintes prophties de lauteur sacr de Barbe-bleu (1779) rivestivano di amaro sarcasmo linterpretazione mistica, vale a dire arbitrariamente allegorica, di testi presunti sacri9. Come si avr modo di vedere, gli stessi teologi protestanti
di quellepoca, richiamando il principio della sola Scriptura, sostenevano unermeneutica contraria allinterpretazione allegorica della Bibbia.
La polemica di Federico contro il cristianesimo ecclesiastico
soltanto uno degli aspetti della sua attivit in campo religioso. Un
altro aspetto, ben distinto da questo, concerne la sovranit ecclesiastica che competeva al monarca in quanto Principe di uno Stato del
Sacro Romano Impero della Nazione Germanica. Questa forma di
Alcuni testi di Federico II dedicati alla critica della religione sono stati tradotti
in tedesco da Rudolf Neuwinger: Friedrich der Grosse, Theologische Streitschriften, Berlin, Nordland, 1939, 19412 (poi ristampati nel 2004 con il titolo Theologische
Streitschriften und Satiren). Rudolf Neuwinger ha curato anche ledizione dei Briefe
ber die Religion, Berlin, Nordland, 1941.
9
103
104
walter sparn
105
La tolleranza di Federico nelle questioni di politica religiosa riguardava quindi gli spazi dazione previsti dal sistema del diritto ecclesiastico statale. La massima della tolleranza che egli formul nel
1740 in una nota a margine apposta sulla relazione inviatogli dal Dipartimento ecclesiastico che ciascuno si salvi lanima a modo suo15
non incoraggiava una sorta di fai-da-te individuale, ma consentiva
la libera scelta tra una delle confessioni giuridicamente legittime nel
suo regno o tra le sette tollerabili da un punto di vista morale e
politico, come ad esempio lUnitas fratrum. Federico preferiva nettamente la religione protestante come amava dire alla Chiesa
cattolica. Nello scritto De la superstition et de la religion (1751) e
nellAvant-propos allopera di Fleury (1766) vi sono notevoli espressioni di apprezzamento nei confronti della Riforma e di Lutero, il
nuovo Bellerofonte, per limpegno profuso nella formazione delle
coscienze e per lintroduzione del principio di tolleranza. Federico
guardava alla Riforma come a una benedizione per il mondo e per
il progresso dello spirito umano, ma era anche profondamente consapevole dei mali che essa aveva in qualche maniera comportato: le
guerre di religione. Se, come usava dire, la storia della Chiesa opera
della politica, delle brame e degli interessi personali dei preti, non
deve meravigliare che nella prospettiva dellinteresse statale egli ritenesse il protestantesimo la religione ugualmente pi adatta alle repubbliche e alle monarchie. Il protestantesimo era indicato per le
repubbliche, in virt dello spirito libero che ne costituiva il tratto essenziale, ma anche per le monarchie, perch qui la religione protestante, non dipendendo da nessuno, poteva essere completamente sottomessa al governo16. Libert di coscienza e soggezione nei fatti sono
i tratti che caratterizzano il doppio ruolo del protestantesimo nella
Prussia di Federico II.
Bene o male, con la conquista della Slesia del 1740 e con la spartizione della Polonia del 1772, Federico si trov costretto a tollerare
il cattolicesimo, questo Stato nello Stato, colmo di intrighi e cospirazioni. Bench esaltasse Federico I il grande Principe elettore che
dal 1648 tollerava i sudditi cattolici delle province occidentali non
ligione, cit., pp. 229-308. Cfr. W. Sparn, Die ffentliche Aufgabe der Theologie im
Sinne Immanuel Kants, in Luthers Erben, a cura di N. Slenczka e W. Sparn, Tbingen, Mohr Siebeck, 2005, pp. 169-92.
15
Citato da M. Lehmann, Preuen und die katholische Kirche nach 1640. Zweiter Teil: Von 1740-1747, Leipzig, Hirzel, 1881, p. 4.
16
Frdric le Grand, De la superstition et de la religion, cit., p. 237.
106
walter sparn
poteva negare che questi aveva agito in senso anche repressivo17. Federico II aveva a cuore la lealt dei suoi sudditi romano-cattolici non
soltanto per questioni di politica ecclesiastica, ma soprattutto a fini
strategici. Egli aveva persino messo a disposizione un terreno per la
costruzione di un sontuoso edificio sacro, la Chiesa di SantEdvige a
Berlino (ancorch per la costruzione di chiese protestanti in Slesia
avesse concesso ben di pi), dove peraltro fece recitare un Requiem
allindomani della morte di Voltaire (1778) cosa che a Parigi si erano
rifiutati di fare18. Il tono canzonatorio che traspare da una lettera indirizzata a dAlembert rivela latteggiamento derisorio che Federico
aveva assunto fin da principio nei confronti della Chiesa cattolica.
Quando, ad esempio, si era trattato di scegliere una determinata persona per il posto di coadiuvante vescovile a Breslavia nel 1743, egli
aveva presentato la propria decisione in questo modo: Lo Spirito
Santo ed io, insieme, abbiamo deciso che19. Gli inizi di quel che
oggi si soliti chiamare Illuminismo cattolico furono recepiti da
Federico II solo alla luce della soppressione dellOrdine dei Gesuiti
(1773) e della chiusura dei monasteri ordinata da Giuseppe II20.
Ancora meno equanime e quasi integralmente condizionato da opinioni preconcette era latteggiamento di Federico nei confronti dellebraismo, che egli riteneva culturalmente inferiore e politicamente dannoso, nonostante alcuni teologi della sua Accademia fossero attivamente impegnati nel tentativo di superare il tradizionale antigiudaismo, investendo, per un verso, su una migliore educazione degli ebrei
e, per laltro, sullagevolazione del processo di conversione. Cos, nel
1763 il predicatore di corte Sack propose di aprire una scuola ebraica
a Francoforte sullOder; nel 1778 David Friedlnder, allievo di Moses Mendelssohn, fond a Berlino una scuola gratuita per gli indigenti
(Freischule) di orientamento ebraico riformato. Mendelssohn incoraggi la redazione dello scritto ber die brgerliche Verbesserung der
Juden (Sul miglioramento civile degli ebrei, 1781-83) del giurista Christian Wilhelm Dohm (assai esperto, peraltro, in questioni teologiche)
e intervenne nel vivace dibattito con la sua Jerusalem, oder ber religise Macht und Judentum (Gerusalemme, o sul potere religioso e
Friedrich der Grosse, Theologische Streitschriften, cit., pp. 107-109.
Lettera a dAlembert del 22 giugno 1780, in uvres de Frdric le Grand,
cit., XXV, pp. 171-74.
19
M. Lehmann, Preuen und die katholische Kirche nach 1640. Zweiter Teil:
Von 1740-1747, cit., p. 399.
20
Cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 170 ss.
17
18
107
108
walter sparn
109
cambiamenti che ci comport in ambito teologico furono lindividuazione di una religiosit autentica e la critica storica delle tradizioni
canoniche. Tutto ci accadeva nella Prussia di Federico II.
2. La convergenza di Illuminismo e protestantesimo nella Prussia di
Federico
Quando, nel 1740, Federico sal al trono, la questione delle ortodossie rigide dellepoca confessionale non era pi attuale. Il Brandeburgo era lo Stato del Sacro Romano Impero che gi nel XVII secolo aveva mosso il primo passo in vista di unepoca post-confessionale. Dal 1613 il casato dei sovrani aveva un orientamento riformato, moderatamente calvinista; non esercitando pi lo jus reformandi, i monarchi non obbligavano i sudditi luterani a convertirsi alla
confessione riformata. Una volta che con la Pace di Westfalia (1648)
anche il calvinismo aveva ottenuto la sua legittimazione giuridica, il
Grande Elettore Federico Guglielmo cerc di porre fine alla disputa
confessionale. Persino lo stesso Federico II si adoper attivamente per
garantire la convivenza pacifica delle diverse confessioni. Al tempo il
numero dei riformati era notevolmente cresciuto in seguito alle ondate migratorie verso la corte berlinese, tra le file dellesercito e nellUniversit di Francoforte sullOder, dove dal 1685 si trovavano altres ugonotti francesi (presenti anche nel margraviato del Brandeburgo-Bayreuth degli Hohenzollern). Ancorch alcune comunit territoriali luterane avessero dovuto accogliere un pastore riformato, nelle
citt si riusc a realizzare una convivenza produttiva tra le diverse confessioni, tant che nellespressione protestantesimo trovava voce
un(auto)coscienza rinvigorita, comune tanto ai riformati quanto ai luterani26.
Federico II si era inizialmente trovato a governare una situazione
profondamente segnata dallalleanza che suo padre aveva stretto con
i teologi pietisti di Halle: unalleanza che, sebbene gi prima della sua
ascesa al trono avesse rivestito unimportanza assolutamente marginale, aveva tuttavia inculcato precise convinzioni nella mentalit prussiana, non da ultimo lhabitus del dovere morale, quella sorta di autodisciplina caratteristica della religione prussiana. Poich il pietismo di Halle intendeva promuovere il miglioramento sociale attra26
Per la preistoria di tale questione cfr. C.V. Witt, Protestanten. Das Werden
eines Integrationsbegriffes in der Frhen Neuzeit, Tbingen, Mohr Siebeck, 2011.
110
walter sparn
verso leducazione dei giovani alla pietas, ma anche allabilit professionale, alloperosit sociale ed economica in vista della realizzazione
dei propri doveri, e alla moderazione, ecco che i pietisti occupavano
tutti posti di primo piano sulla scena pedagogica ed economica. La
riforma dellUniversit di Halle (1693), che presto sarebbe divenuta
lUniversit pi importante della Germania, si deve proprio a teologi
pietisti e a giuristi riformati in primo luogo, rispettivamente, a August Herrmann Francke e a Christian Thomasius, che condividevano
lavversione per lerudizione libresca della scolastica aristotelica e lesigenza di rivolgersi al mondo, ossia alla dimensione della prassi sociale. Halle divenne un centro vivace, animato da idee teologiche, giuridiche e mediche, fonte di ispirazione per le nuove imprese pedagogiche che si realizzarono in Prussia (e non solo) e di cui beneficiarono quasi tutti gli intellettuali di spicco del Paese, compresi Immanuel Kant e Johann Georg Hamann27.
Cionondimeno Federico II nutriva una netta avversione per il pietismo, sia perch esso costituiva una rete politica, di protezione e propaganda molto attiva, sia perch, ove necessario, anteponeva gli interessi religiosi a quelli scientifici. Questo atteggiamento pietista poteva
rappresentare una minaccia per gli esponenti dellIlluminismo che, coltivando lideale di una razionalit universale, erano propensi a subordinare ad essa le questioni religiose. Il conflitto assunse toni spettacolari quando coinvolse Christian Wolff, a cui venennero contestati il
ricorso al metodo matematico, la teologia metafisica e la filosofia pratica fondata sul diritto naturale. La responsabilit delle trame dei teologi pietisti nellallontanamento di Wolff da Halle rappresentava per
Federico II una ragione pi che sufficiente per prendere le distanze
dalla politica del padre e per adoperarsi attivamente affinch Wolff facesse ritorno in quella citt, come trionfalmente accadde proprio nel
1740. Tra i consiglieri principali di Federico Guglielmo I, oltre a Manteuffel, cera il predicatore di corte Johann Gustav Reinbeck, rappresentante della schiera dei teologi wolffiani. Questo gruppo aveva
sostituito la vecchia scolastica con il metodo razionale di Wolff e aveva
introdotto nella dogmatica tradizionale secondo un modello comunque conservatore lutilizzo del procedimento razionale in vista
di una concordia rationis cum fide. In questa direzione muoveva an27
Cfr. Geschichte des Pietismus, a cura di M. Brecht et al., vol. 2: Der Pietismus
des 18. Jahrhunderts, Gttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1995; per la spinta di
modernizzazione dellUniversit di Halle dagli anni Trenta del Settecento cfr. A.
Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 129 ss.
111
che lordine di gabinetto con cui Reinbeck invitava i candidati riformati (nel 1739) e quelli luterani (nel 1740) a servirsi nelle loro prediche sempre di concetti chiari e di argomentazioni razionali28. Fu
un personaggio del calibro di Johann Christoph Gottsched a comporre lomiletica che Reinbeck diede successivamente alle stampe come
manuale di riferimento per tutto il territorio del Brandeburgo-Prussia29.
Una svolta epocale ebbe inizio quando, allincirca dal 1740, il contra rationem maturato negli ambienti ortodossi e pietistici incominci
a perdere plausibilit nella Germania protestante, sia in ambito pubblico, sia in ambito teologico. Negli anni a venire il pietismo sub una
profonda trasformazione e, con esso, anche il wolffismo. Tutto muoveva nuovamente da Halle. I due fratelli Baumgarten Siegmund Jacob e Alexander Gottlieb riuscirono a coniugare in unottima convergenza teologico-filosofica la razionalit astratta del wolffismo e il
misticismo dellermeneutica pietista. Linteresse specifico di Siegmund
Jacob per la storia, rivolto in particolare alla ricezione della storiografia inglese, lo condusse a elaborare un metodo desegesi storicocritico che andava ben oltre i progressi filologici di Ugo Grozio, di
Richard Simon o di August Hermann Francke30. Con lAesthetica
(1750) il pi giovane dei Baumgarten, Alexander Gottlieb, integr
in vista di una critica del sapere mossa dallinteresse per la chiarezza
estensiva delle conoscenze la facolt conoscitiva intellettuale con
quella sensibile31. La rivalutazione della facolt conoscitiva inferiore
come organo estetico ha costituito un tema essenziale anche per lIlluminismo teologico.
28
A. Straberger, Johann Gustav Reinbeck. Pietismus und Aufklrung, in Protestantismus in Preuen, a cura di A. Beutel, Frankfurt, Hansisches Druck- und Verlagshaus, 2009, pp. 163-83; W. Sparn et al., Protestantische wolffianische Theologie,
in Grundriss der Geschichte der Philosophie. Die Philosophie des 18. Jahrhunderts, IV,
Basel, Schwabe, 2013 (in corso di stampa).
29
Cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 107
ss.; A. Straberger, Johann Christoph Gottsched und die philosophische Predigt,
Tbingen, Mohr Siebeck, 2010.
30
S.J. Baumgarten, Unterricht von Auslegung der heiligen Schrift, Halle, Bauer,
1742 (riprod. con unintroduzione di W. Sparn, Hildesheim, Olms, 2012). Cfr. U.
Barth, Hallesche Hermeneutik im 18. Jahrhundert, in Die Hermeneutik im Zeitalter der Aufklrung, a cura di M. Beetz e G. Cacciatore, Kln, Bhlau, 2000, pp. 6998; W. Sparn, Siegmund Jacob Baumgarten, in Grundriss der Geschichte der Philosophie. Die Philosophie des 18. Jahrhunderts, IV, cit.
31
Cfr. A.G. Baumgarten, Lestetica, a cura di S. Tedesco, Palermo, Aesthetica,
2000.
112
walter sparn
113
114
walter sparn
35
Per il contesto letterario cfr. H.-G. Kemper, Deutsche Lyrik der frhen Neuzeit, V/2, Tbingen, Niemeyer, 1991, pp. 173 ss., nonch VI/1: Empfindsamkeit, cit.,
pp. 417 ss.; W. Sparn, Der Messias. Klopstocks protestantische Ilias, in Protestantismus und deutsche Literatur, a cura di J. Rohls e G. Wenz, Gttingen, Vandenhoeck
& Ruprecht, 2004, pp. 55-80; A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 56 ss.
36
H.-G. Kemper, Deutsche Lyrik der frhen Neuzeit, VI/1: Empfindsamkeit,
cit., pp. 151 ss.
115
116
walter sparn
genza di religione e Illuminismo nella Prussia di Federico II. Tuttavia per Spalding questa convergenza non dipendeva esclusivamente
dalla sensibilit dellanimo: essa derivava in misura altrettanto decisiva
dal processo di decanonizzazione delle tradizioni dogmatiche attraverso lopera storico-critica della neologia accademica.
Occorre spendere due parole sul fenomeno della neologia, un
movimento che ha rivestito un ruolo di primo piano nella storia della
teologia41. Essa non costitu una scuola accademica, ispirata da un preciso programma e raccolta sotto la guida di una figura di riferimento.
Il termine neologo venne utilizzato per molto tempo in senso deteriore, per indicare i cosiddetti illuministi devoti, vale a dire coloro
i quali ritenevano praticamente possibile e teoricamente necessaria la
correlazione tra cristianesimo e Illuminismo. A quel tempo era diffusa la convinzione di una perfettibilit del cristianesimo, tanto come
dottrina, quanto come pietas individuale e morale, nonch come orientamento collettivo. Questopinione si radicava nellidea, condivisa dalla
gran parte degli illuministi, di doversi adoperare attivamente per il
perfezionamento dellumanit, ossia per un progresso a venire una
rappresentazione chiliastica che si discostava dalla tradizione cristiana pi antica42. Sostenitori di una siffatta trasformazione del cristianesimo in direzione illuministica, ovvero di questa rifinitura cristiana dellIlluminismo, si incontravano nelle Facolt teologiche e filosofiche (dove si trovavano a fare i conti con la censura), legati da
una fitta rete di corrispondenze e azioni coordinate. Del tutto nuovo
era anche che questi personaggi intervenissero nel dibattito letterario
pubblico che incominciava ad affermarsi proprio a quel tempo in un
tedesco accessibile a tutti, uomini e donne43. Le prospettive dei neologi si modificarono progressivamente durante lopera di rischiaramento (anche) della stessa religione, e i singoli autori interpretarono
e realizzarono ognuno a suo modo la dinamica asimmetrica in cui si
18065 (in Id., Kritische Ausgabe, I/5, a cura di T. Jersak e G.F. Wagner, Tbingen,
Mohr Siebeck, 2001).
41
Cfr. G. Hornig, Neologie, in HWPh, VI (1984), pp. 718-20. La migliore presentazione della neologia accademica ed ecclesiastica A. Beutel, Kirchengeschichte
im Zeitalter der Aufklrung, cit., cap. V, pp. 112-51; sul significato filosofico-religioso
cfr. W. Sparn A.U. Sommer: Die Neologie, in Grundriss der Geschichte der Philosophie. Die Philosophie des 18. Jahrhunderts, IV, cit.
42
Cfr. R. Baum G. Hornig, Perfektibilitt, in HWPh, VII (1989), pp. 23844; W. Sparn G. Walther, Fortschritt, in EDN, III (2006), pp. 1079-84; H.-P.
Grohans, Chiliasmus, in EDN, II (2005), pp. 681-87.
43
W. Schmale, ffentlichkeit 1, in EDN, IX (2009), pp. 358-62.
117
118
walter sparn
lem (tra laltro protettore del direttore della biblioteca di Wolfenbttel, Lessing). Jerusalem sera imposto sulla scena culturale, oltre che
per una serie di prediche che avevano riscosso un grande successo,
per le sue Betrachtungen ber die vornehmsten Wahrheiten der Religion (Osservazioni sulle principali verit della religione, 1768, e tradotto in francese gi nel 1770) e come simpatizzante dellunione ecclesiastica48. Liniziativa di Federico fu tuttavia poco felice. Fu proprio
lo scrittore Jerusalem, celebre per il suo stile tagliente, che non esit
a mettere in ridicolo lo scritto di Federico De la littrature allemande
(1780) con una rassegna della letteratura tedesca contemporanea dal
titolo Ueber die Teutsche Sprache und Litteratur (Sulla lingua e sulla
letteratura tedesche), pubblicata nel 1781 e tradotta in francese per ben
due volte nel medesimo anno49.
Pi duraturo fu invece il successo della politica di reclutamento
di Federico II nel caso di Johann August Eberhard, il pastore berlinese che per la prima volta offr una presentazione esemplare della
critica neologica alla tradizione e ai dogmi. A differenza della quasi
totalit della tradizione, nella Neue Apologie des Sokrates (Nuova apologia di Socrate, 1772-78) Eberhard aveva infatti sostenuto la tesi secondo cui anche i pagani, qualora moralmente retti, sfuggono alle pene
eterne dellinferno, possono conseguire la santit e non vengono dannati a causa del loro cosiddetto peccato originale50. Gi Leibniz aveva
affermato leternit delle pene dellinferno per i peccatori, e questa
convinzione era stata difesa nel 1773 nientemeno che da Lessing, ancorch questi si trovasse daccordo con molti aspetti dellargomentazione della Neue Apologie. Nonostante la protezione del sovrano, la
carriera di Eberhard sub un brusco arresto da parte di alcuni suoi
colleghi, i quali si accorsero immediatamente che questi da una posizione caldeggiata dal pubblico illuminista smantellava lintera eredit agostiniana (probabilmente, per, non era vista di buon grado
J.F.W. Jerusalem, Betrachtungen ber die vornehmsten Wahrheiten der Religion, Braunschweig, Waisenhaus-Buchhandlung, 1768, 17765; Fortgesetzte Betrachtungen 1772-1779. 1792 (riprod. con unIntroduzione di U.A. Sommer, in Id., Schriften, I-II, Hildesheim, Olms, 2007).
49
J.F.W. Jerusalem, Ueber die Teutsche Sprache und Litteratur, Berlin, [s.e.],
1781; insieme alla traduzione tedesca dello scritto di Federico II in Id., Nachgelassene Schriften, II, Braunschweig, Schulbuchhandlung, 1793, pp. 295-364 e pp. 36594, riprod. in Id., Schriften, cit., V (con la paginazione originale).
50
J.A. Eberhard, Neue Apologie des Sokrates oder Untersuchung der Lehre von
der Seligkeit der Heiden, 2 voll., Berlin-Stettin, Nicolai, 1772-1778, riprod. con unIntroduzione di W. Sparn, Hildesheim, Olms, 2010.
48
119
120
walter sparn
121
tra la Bibbia e la parola di Dio, tra la religione e la teologia scientifica, tra la storia e il dogma affrontate da Semler facevano della teologia protestante il veicolo della coscienza moderna storico-ermeneutica, seppur affidando proprio a quella teologia il compito di gettare
un ponte sullampio e brutto fossato come diceva Lessing che
separa lOra e il Prima, il presente che ha perso il proprio Dio e il
tempo dei segni e dei miracoli55.
3. La pratica dellIlluminismo religioso nella Prussia di Federico II
Sotto il regno di Federico II la neologia ebbe occasione di varcare i confini del mondo dotto e di estendere la propria influenza
sulla vita quotidiana. Questa era la sua vera aspirazione. Latteggiamento emancipatorio e pedagogico nei confronti della borghesia cittadina la poneva in piena consonanza con la filosofia illuministica, che
a torto viene spesso ritenuta in tono spregiativo una filosofia popolare. Al di l della teologia popolare, la neologia assumeva altres
un impegno concreto nei confronti degli esponenti del clero e della
popolazione, dellIlluminismo per il popolo. Essa si estendeva, oltrech alla pratica religiosa, a tutti gli aspetti della vita, ivi compresi
quelli relativi allagronomia (il che le procur anche qualche dileggio)56. Mi soffermer brevemente sugli ambiti principali della pratica
neologica nella Prussia fridericiana, non soltanto per rimarcarne gli
esiti positivi, ma anche per sottolinearne le ambiguit e i limiti.
Tutti i neologi, persino quelli che rivestivano ruoli accademici, si
storisierung. Johann Salomo Semlers Hermeneutik des Christentums, Berlin, de Gruyter, 2012.
55
G.E. Lessing, Der Beweis des Geistes und der Kraft (1777), in Id., Werke, a
cura di H.G. Gpfert, VIII, Mnchen, Hanser, 1979, pp. 9-14: p. 13; trad. it. a cura
di G. Ghia, Sulla prova dello spirito e della forza, in Id., Opere filosofiche, Torino,
Utet, 2008, pp. 541-47: p. 546. Cfr. H.B. Nisbet, Lessing. Eine Biographie, cit., pp.
701 ss., in particolare pp. 714 ss.; W. Sparn, Lessing, in Grundriss der Geschichte der
Philosophie. Die Philosophie des 18. Jahrhunderts, IV, cit.
56
Il concetto risale al 1782, ma la letteratura relativa incomincia a comparire gi
negli anni Cinquanta; cfr. Volksaufklrung. Eine praktische Reformbewegung des 18.
und 19. Jahrhunderts, a cura di H. Bning et al., Bremen, Edition Lumire, 2007;
A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 146-51. Particolarmente fortunato fu il Lesebuch fr alle Stnde. Zur Befrderung edler Grundstze,
chten Geschmacks und ntzlicher Kenntnisse, 10 Teile, Berlin, Maurer, 1781-1804 (2
ed. 1782 ss., 3 ed. 1790 ss.), a cura del pastore berlinese di orientamento neologico
Johann Friedrich Zllner.
122
walter sparn
adoperavano con grande vivacit per stabilire una comunicazione attiva con un pubblico che si stava progressivamente ampliando e che
rivendicava una propria competenza nelle questioni religiose. Di conseguenza i neologi ricorrevano, nelle loro numerose pubblicazioni in
lingua tedesco, a uno stile accattivante e brillante, ma al contempo accessibile e semplice, spesso concepito come veicolo di un dialogo ideale
con il lettore, e pienamente conforme al principio neologico fondamentale della semplicit autentica. I molti ebdomadari (Wochenschriften) di argomento morale rappresentavano per i neologi autentiche occasioni per divulgare le loro tesi e i loro argomenti; per la
parte di pubblico pi colta, invece, si pubblicavano numerose riviste
in cui veniva discussa la produzione letteraria pi recente. Il principale organo dinformazione (non solo per la Prussia) per le novit letterarie tedesche ed estere era la Allgemeine deutsche Bibliothek (ADB,
Biblioteca universale tedesca), pubblicata tra il 1765 e il 1805 da Friedrich Nicolai, autore ed editore berlinese, amico di Lessing e Mendelssohn, e membro della Mittwochsgesellschaft. Il pessimo giudizio
che a lungo ha pesato su questo personaggio molto prolifico, ma
spesso incline ad assumere toni polemici troppo bruschi che fu peraltro il traduttore tedesco delle opere di Carlo Goldoni ha conosciuto di recente, e a ragione, revisioni radicali. LAllgemeine deutsche
Bibliothek rappresentava uno strumento decisamente efficace per la
formazione dellopinione pubblica: in quegli anni oltre 400 recensori,
perlopi di orientamento neologico, vi discussero allincirca 80.000
nuove pubblicazioni57.
Sotto la protezione di Federico II i neologi lavoravano alla riforma
della pratica ecclesiastica. Essi fondavano riviste specializzate su cui discutere le loro opinioni circa la riforma liturgica, omiletica e pastorale. Considerando che la messa domenicale non rappresentava pi
lunico centro della comunicazione locale e della coesione sociale58, i
neologi ponevano al centro delle loro riflessioni anche letterarie la pie57
U. Schneider, Friedrich Nicolais Allgemeine Deutsche Bibliothek als Integrationsmedium der Gelehrtenrepublik, Wiesbaden, Harrassowitz, 1995 (sulla Berliner
Mittwochgesellschaft cfr. in particolare pp. 66 ss.); S. Habersaat, Verteidigung der
Aufklrung. Friedrich Nicolai in religisen und politischen Debatten, 2 voll., Wrzburg, Knigshausen & Neumann, 2000-2001; Friedrich Nicolai und die Berliner Aufklrung, a cura di H.E. Bdecker et al., Hannover, Wehrhahn, 2008.
58
Il processo di de-ecclesiasticizzazione (insieme alle polemiche che ne sono
seguite) si impone gi allinizio del XVIII secolo, cfr. F.W. Graf, Entkirchlichung, in
EDN, III (2006), pp. 338-40; M. Burckhardt, Die Diskussion ber die Unkirchlichkeit [] im ausgehenden 18. und frhen 19. Jahrhundert, Frankfurt, Lang, 1999.
123
124
walter sparn
125
126
walter sparn
Stando alla Mittwochsgesellschaft, ai suoi sostenitori, alle sue attivit e alla sua ricaduta pubblica per mezzo della Berlinische Monatsschrift (la cui pubblicazione non pregiudicava affatto il carattere di segretezza della societ), si potrebbe pensare che sotto il regno di Federico II la convergenza tra religione e Illuminismo fosse una questione risolta. Ci sembra trovare conferma nei membri di questa Gesellschaft von Freunden der Aufklrung (Societ degli amici dellIlluminismo), tra cui si trovavano celebri teologi, pedagogisti e giuristi
berlinesi (come Christian Wilhelm von Dohm e Carl Gottlieb Suarez). Essi erano accomunati dalla volont di affermare una riflessione
autonoma, critica nei confronti dei pregiudizi e imparziale nelle questioni religiose, morali, pedagogiche e politiche che concernevano la
destinazione delluomo. Questo centro di discussione consentiva altres la convivenza di opinioni divergenti, talvolta di vere e proprie
discrepanze. Non soltanto Kant e il ministro von Zedlitz, ma anche
Eberhard e Wllner pubblicavano sulla Berlinische Monatsschrift66. La
presa di distanza dei neologi dal concetto tradizionale, essenzialistico,
di religione autentica consentiva di distinguere tra prassi religiosa e
teologia, tra scienza discorsiva e dimensione esistenziale della fede. Fu
cos che allinterno del cristianesimo si apr uno spazio possibile per
il pluralismo teologico e si riconobbe la specificit della teologia come
una tra le molte forme di riflessione. Di conseguenza, sotto Federico
II i neologi non definivano pi in maniera dogmatica il rapporto tra
il cristianesimo e lIlluminismo, ma cercavano di portarlo concretamente al centro della discussione con altri illuministi la qual cosa
implic la considerazione di una grande variet di vedute.
Non bisogna tuttavia dimenticare che allinearsi a Federico II imponeva ai neologi limiti ben precisi. Mi sia qui consentito un excursus: ovviamente la possibilit di azione e di sviluppo della neologia
non era limitata esclusivamente dalle contingenze della politica di Federico II, ma anche da altre forze culturali e dalla loro intima struttura concettuale. Neppure in Prussia i neologi divennero i soli attori
capaci di determinare la politica ecclesiastica. Ancora verso la fine del
regno di Federico II in Prussia cerano parroci e membri delle parrocchie ortodossi e tradizionalisti. Il pietismo riguadagnava un certo
vigore nei risvegli biblici che incominciarono ad avere una notevole
risonanza anche allinterno delle lite sociali e culturali nel momento
in cui, dopo la Rivoluzione francese, lIlluminismo entr profonda66
Cfr. Was ist Aufklrung? Beitrge aus der Berlinischen Monatsschrift, a cura
di N. Hinske, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 19812, pp. XII ss.
127
mente in crisi. Il presunto razionalismo della neologia si contrapponeva ai nuovi orientamenti sovrannaturalistici e alla Glaubensphilosophie (filosofia della fede) promossa da Jacobi, la quale ebbe peraltro un grande successo letterario soprattutto in epoca romantica. Si
incontrano, in quegli anni, tentativi curiosi di combinare alla meglio
istanze illuministiche, pietistiche e teosofiche. N la critica dei neologi contro ogni forma di misticismo n la svalutazione della teosofia nello scritto (assolutamente razionalistico) di Kant contro il visionario Emanuel Schwedenborg (1766) imped il profilarsi di concezioni
e di pratiche esoteriche. Cos, ad esempio, Woellner entr nel 1776
nellordine segreto mistico-teosofico dei Rosacroce, introducendovi nel
1781 anche il Principe ereditario, di cui egli era mentore il che, nel
1786, avrebbe comportato una serie di conseguenze importanti. Il teologo Semler tanto razionale quanto arido, e polemico nei confronti
dellordine dei Rosacroce comunicava in quegli stessi anni al Principe Ferdinando (il fratello minore di Federico II) i risultati dei propri esperimenti alchimistici esperimenti che egli stesso poneva nel
punto di convergenza tra la religione e la cultura illuministica67. Ma
ai neologi genericamente ossessionati dallidea di estirpare ogni superstizione mancava del tutto la sensibilit per cogliere quello che
oggi si soliti chiamare il lato oscuro dellIlluminismo68.
comprensibile che la neologia, impostata nel suo slancio emancipatorio secondo una logica binaria del razionale opposto allirrazionale, avesse esitato a differenziare il proprio concetto di ragione.
Ma ci comportava una serie di limiti interni alla sua capacit di sviluppo. In particolare i limiti riguardavano due questioni introdotte
proprio dalle stesse innovazioni che la neologia aveva inizialmente
comportato.
67
Teosofia, mistica, spiritualis intelligentia, era da sempre la religione privata di
ogni cristiano libero, che esercitava autonomamente la propria ragione, citato da
H.H.R. Schulz, Johann Salomo Semler als er dreizehn Grane Luftgold untertnigst
einschickte, in Theologie und Aufklrung. Festschrift fr Gottfried Hornig, a cura di
W.E. Mller e H.H.R. Schulz, Wrzburg, Knigshausen & Neumann, 1992, pp. 179204.
68
Cfr. H.-P. Reill, Religion, Theology, and the Hermetic Imagination in the
Late German Enlightenment: The Case of Johann Salomo Semler, in Antike Weisheit
und kulturelle Praxis. Hermetismus in der Frhen Neuzeit, a cura di A.-C. Trepp et
al., Gttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 2001, pp. 219-43; Ch. Soboth, Die Alchimie auf dem Abtritt Johann Salomo Semler und die hermetische Kehrseite der
Neologie, in Hermetik, a cura di N. Kaminski et al., Tbingen, Niemeyer, 2002, pp.
69-99; M. Neugebauer-Wlk, Aufklrung und Esoterik. Rezeption Integration
Konfrontation, Tbingen, Niemeyer, 2008.
128
walter sparn
129
del linguaggio a mezzo di comunicazione. Comunque sia, per questa ragione che alcuni filosofi del tempo che pure avevano a cuore
la convergenza tra la pietas cristiana e il libero pensiero non vollero mai prendere parte alla neologia di tipo berlinese: tra questi, Herder (che insisteva sullautenticit poetica del linguaggio religioso), Hamann (che rimarcava lirriducibile natura linguistica della ragione) e
persino Lessing (che concepiva il linguaggio come strumento della
Rivelazione)71. Lingenuit teologico-linguistica imped ai neologi di
Berlino, di Halle e di Francoforte sullOder di stringere amicizia con
alcuni loro compatrioti, come Kant e Hamann. Ovviamente il netto
rifiuto della filosofia trascendentale kantiana costitu un ostacolo ulteriore per lo sviluppo potenziale della neologia72.
Tornando ai limiti imposti alla neologia nellepoca di Federico II,
occorre osservare che uno di essi derivava, seppur non esclusivamente,
dalla stessa politica confessionale seguita da Federico. Si tratta dellorientamento anticattolico dei neologi. Tanto era intenso il loro impegno a favore dellunione protestante e della tolleranza verso la cultura
ebraica, quanto era defilato il loro atteggiamento nei confronti della
Chiesa cattolica: essi si sottraevano risolutamente a ogni iniziativa a
favore della riunificazione. In particolare Nicolai, che pur dava mostra di avere in grande considerazione Mendelssohn e la comunit
ebraica berlinese, nei suoi resoconti di viaggio aveva parole ben poco
gentili per gli ambienti cattolici, per non parlare della sua aperta avversione verso il Papa e i gesuiti. Agli occhi di Nicolai la soppressione dellordine dei gesuiti (1773) e lIlluminismo cattolico che aveva
preso piede in Austria non rappresentavano ragioni sufficienti per rivedere il proprio giudizio sul cattolicesimo. Una posizione analoga
aveva anche Johann Erich Biester, anchegli membro della Mittwochsgesellschaft: sulla Berlinische Monatsschrift del 1784, in occasione delLa loro posizione nellambito della storia ecclesiastica e teologica dellIlluminismo descritta in maniera sempre interessante da E. Hirsch, Geschichte der neuern
evangelischen Theologie im Zusammenhang mit den allgemeinen Bewegungen des europischen Denkens, cit., capp. 39-42, pp. 120-329; sullo stato attuale della ricerca cfr.
A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., 30-34, pp. 181201.
72
Davvero tragico appare il destino di Eberhard che, dalle pagine di una rivista
che aveva egli stesso fondato, scaglia un attacco contro Kant; la polemica oggi ricostruita in I. Kant, Der Streit mit Johann August Eberhard, a cura di M. Lauschke
e M. Zahn, Hamburg, Meiner, 1998; in italiano cfr. I. Kant, Contro Eberhard: la polemica sulla Critica della ragion pura, a cura di C. La Rocca, Pisa, Giardini, 1994.
Cfr. W. Sparn, Einleitung, in J.A. Eberhard, Neue Apologie des Sokrates oder
Untersuchung der Lehre von der Seligkeit der Heiden, cit., pp. XVII ss.
71
130
walter sparn
131
132
walter sparn
pensare che il processo di Illuminismo possa mai considerarsi concluso. In questo senso Kant chiamava la propria lepoca dellilluminismo, ovvero il secolo di Federico79.
Questo encomio, pronunciato in termini analoghi da tutti i neologi prussiani, non riconosceva a Federico II il merito di aver compiuto il processo di rischiaramento; ci si continu invece a interrogare su che cosa fosse il vero Illuminismo, dal momento che se ne
poteva parlare in maniera impropria. Labuso del rischiaramento
scriveva Mendelssohn nel medesimo fascicolo della Berlinische Monatsschrift su cui era comparso lo scritto kantiano indebolisce il
sentimento morale, conduce alla durezza danimo, allegoismo, allirreligiosit, e allanarchia80. Il vero Illuminismo e su ci concordano
tutti i contendenti comunque un fenomeno che concerne la cultura [Bildung]: secondo Mendelssohn, civilt e Illuminismo procedono di pari passo. Ma, come dice Kant, lIlluminismo procede lentamente, deve ampliarsi progressivamente e, cos facendo, agire sulle
condizioni esterne e infine persino sui principi del governo, consentendo cio quellautentica riforma della maniera di pensare che
non era mai riuscita a nessuna rivoluzione prima di allora. Questottimismo esattamente ritagliato sullo Stato di Federico II: soltanto
questo sovrano che assicura a ognuno la libert di fare ovunque
un uso pubblico della propria ragione, condizione necessaria del rischiaramento pu dire quel che una libera repubblica non potrebbe
mai osare: ragionate quanto volete e su ci che volete, ma ubbidite!81.
Kant non faceva mistero del fatto che la libert fridericiana apparisse quantomeno stravagante, paradossale. Lo stesso Mendelssohn si
rendeva conto che in questa maniera il rischiaramento delluomo,
assolutamente universale, poteva entrare in conflitto con il rischiaramento del cittadino, che dipendeva dal ceto e dalla professione82. Il
79
I. Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklrung?, in Berlinische Monatsschrift, 4, 1784, pp. 481-94, in Was ist Aufklrung?, cit., pp. 452-65: p. 491 e p.
462, trad. it. Risposta alla domanda: che cos illuminismo?, in Che cos lilluminismo? I testi e la genealogia del concetto, a cura di A. Tagliapietra, Milano, Bruno
Mondadori, 1997, pp. 16-41: p. 35.
80
M. Mendelssohn, Ueber die Frage: was heit aufklren?, in Berlinische Monatsschrift, 4, 1784, pp. 193-200, in Was ist Aufklrung?, cit., pp. 444-51: pp. 44950, trad. it. Sulla domanda: che cosa significa rischiarare?, in Che cos lilluminismo?,
cit., pp. 3-15: p. 13.
81
I. Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklrung?, cit., pp. 484, 455, 493
e 464; trad. it. cit., pp. 36-37.
82
Emerge, allora, una tendenza sorprendente e inattesa delle cose umane e,
133
cittadino infatti soggetto alla condizione per cui chi occupa un ufficio, e ha pertanto doveri nei confronti della collettivit, deve distinguere nettamente tra un uso pubblico della sua ragione, rivolto alla
comunit, e un suo uso privato, determinato dalla carica civile o
funzione pubblica che riveste, ad esempio dal suo essere ufficiale o
prete. Kant auspicava che il prete rivestisse un duplice ruolo, difficilmente realizzabile: per un verso, egli vincolato alla Chiesa e deve
pertanto istruire e agire secondo quella dottrina (si noti che Kant
chiama questo uso luso privato della ragione, perch la Chiesa esiste soltanto come analogia della famiglia); per altro verso, lecclesiastico, facendo un uso pubblico della sua ragione, pu agire come
cittadino o come studioso che si rivolge al pubblico propriamente
detto, e quindi mettere in discussione ci che in quellinsegnamento
gli risulta contraddittorio o controverso: come pastore egli non
libero; in quanto dotto egli gode invece di una libert illimitata.
Kant auspica che gli ecclesiastici incarnino lasimmetria tra la subordinazione e la libert di pensiero, poich ci non nuoce alla coscienza, e neppure ostacola anzi promuove il progresso dellIlluminismo83.
Ci venne accolto senza riserva dai neologi dellepoca di Federico
II; lasimmetria tra la Chiesa e il pubblico caus s qualche difficolt
nella Prussia fridericiana, ma non fu mai percepita come una discrepanza insostenibile. Nellanno della morte di Federico, Semler riformul in maniera estremamente chiara questo duplice ruolo degli ecclesiastici sostenitori di una teologia illuminata, giustificandolo sulla
base della loro posizione allinterno della Chiesa nazionale prussiana84.
Lattaccamento tenace di Federico II alla Chiesa nazionale rapdel resto, se si considera questa tendenza da un punto di vista pi generale, quasi
tutto, in essa, appare orientato verso il paradosso, I. Kant, Beantwortung der Frage:
Was ist Aufklrung?, cit., p. 493 e p. 464, trad. it. cit., p. 37; M. Mendelssohn, Ueber die Frage: was heit aufklren?, cit., pp. 447-48, trad. it. cit., p. 10.
83
I. Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklrung?, cit., pp. 485-88 e pp.
456-59, trad. it. cit., pp. 28-29. Questa concezione esclude per che una Chiesa sia
vincolata dal giuramento a una confessione immutabile, poich ci impedirebbe il
progredire dellIlluminismo, ivi, pp. 488-89 e pp. 459-60; trad. it. cit., p. 29 (trad.
modificata). Largomentazione ritorna anche in I. Kant, Il conflitto delle facolt, cit.,
pp. 232-33.
84
J.S. Semler, Ueber historische, geselschaftliche [sic!] und moralische Religion
der Christen, Leipzig, Beer, 1786. Cfr. E. Hirsch, Geschichte der neuern evangelischen Theologie im Zusammenhang mit den allgemeinen Bewegungen des europischen Denkens, IV, cit., pp. 48-89; G. Hornig, Semler, Johann Salomo, in TRE,
XXXI (2001), pp. 142-48.
134
walter sparn
present un altro e anzi forse il principale limite strutturale alle potenzialit di sviluppo della neologia nellepoca fridericiana perlomeno rispetto alla teologia successiva e alla sua scelta di collegialit
nel rapporto tra Stato e Chiesa85. In breve tempo questo limite divenne un puntello dellopposizione alleditto sulla religione di Woellner (1788), che sebbene confermasse sia le garanzie di tolleranza
fino ad allora dispensate alle Chiese e alle sette religiose sia una generale libert di coscienza, ivi compreso il diritto alla conversione
obbligava i parroci allantica dottrina delle loro rispettive confessioni e stigmatizzava le nuove eresie (neologiche) come una forma di
abuso dellIlluminismo contro cui istituiva una commissione durgenza per gli esami ecclesiastici, che fungeva di fatto da organo di
censura. I principali neologi prussiani protestarono pubblicamente, nonostante la minaccia di vedersi privati dei loro uffici; alcuni presentarono le loro dimissioni (tra questi, ad esempio, Spalding). Soltanto
Semler difese anche pubblicamente leditto imperiale: lunico neologo
che ag in maniera assolutamente coerente in questa difficile situazione86.
pur vero che nella prospettiva propriamente neologica che auspicava una riforma anzich una rivoluzione87, subito dopo lascesa
al trono di Federico Guglielmo III alla fine del 1797 la censura venne
rimossa e nel 1798 Woellner venne sollevato dal suo incarico. Kant
non riusc a trattenersi dal pubblicare, nella prefazione al Conflitto
delle facolt del 1798, una breve narrazione storica del suo scontro
con la censura prussiana, dellordine sovrano trasmesso da Woellner,
Intorno al 1800 tra i neologi incominciarono a svilupparsi riflessioni circa leventualit di potenziare il ruolo della religione come vincolo per la societ attraverso
la trasformazione della Chiesta di Stato fino ad allora sottoposta al governo del sovrano in un collegio religioso (Religionskollegium), ovviamente soggetto alla protezione pubblica, ma cui veniva riconosciuta istituzionalmente unautonomia di azione,
cfr. J.A. Eberhard, Geist des Urchristentums, Halle, Renger, 1807-1808, riprod. Hildesheim, Olms, 2002. Sul collegialismo come teoria del diritto ecclesiastico statale cfr.
Ch. Link, Kollegialismus, in RGG4, vol. IV (2001), pp. 1482-83.
86
J.S. Semler, Vertheidigung des knigl. Edikts vom 9ten Juli 1788 wider die
freimthigen Betrachtungen eines Ungenannten, Halle, Heller, 1788. Cfr. U. Wiggermann, Woellner und das Religionsedikt. Kirchenpolitik und kirchliche Wirklichkeit
im Preuen des spten 18. Jahrhunderts, Tbingen, Mohr Siebeck, 2009; A. Beutel,
Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 262-66.
87
Sullo sviluppo successivo della monarchia illuminata di Federico II o di Giuseppe II si era espresso J.A. Eberhard, Ueber Staatsverfassungen und ihre Verbesserung. Ein Handbuch fr deutsche Brger und Brgerinnen aus den gebildete Stnden, Berlin, Voss, 1793-1794, riprod. Hildesheim, Olms, 2002.
85
135
nonch della sua stessa risposta. Gli attentati degli oscurantisti erano
terminati e il progresso della cultura nel campo delle scienze88 aveva
ripreso il suo corso; ciononostante (o, forse, proprio per questa ragione?) in quel medesimo 1798 venne sciolta per editto imperiale anche la Mittwochsgesellschaft: essendo una societ segreta, poteva rappresentare una minaccia per la pubblica sicurezza. In questo modo si
concludeva anche il patrocinio dei neologi intrapreso da Federico. La
teologia liberale deve riorganizzarsi di bel nuovo.
88
Edoardo Tortarolo
OPINIONE PUBBLICA E OPPOSIZIONE IN PRUSSIA
SOTTO FEDERICO II1
1. Habermas e i luoghi pubblici nel Settecento tedesco
Sarebbe una scelta curiosa affrontare oggi la questione della crisi
dellAntico Regime in Europa negli anni ottanta e novanta del Settecento senza dedicare attenzione e rilievo al tema dellopinione pubblica e della sua funzione di luogo discorsivo e sociale nel quale le
nuove forme di politica si condensarono nella seconda met del secolo per cercare un nuovo equilibrio nel corso del periodo rivoluzionario2. Gran parte della fortuna impressionante di cui ha goduto
il concetto di opinione pubblica deve naturalmente essere ricondotta
alla monografia di Habermas. A cinquantanni dalla sua prima pubblicazione, Strukturwandel der ffentlichkeit ha compiuto un tragitto
di globalizzazione della sua nozione centrale che ha pochi paragoni
1
La stesura finale di questo saggio stata resa possibile da un soggiorno di ricerca presso il FRIAS (Freiburg Institute for Advanced Study, Albert-Ludwigs-Universitt Freiburg) nellanno accademico 2012-2013. Ho approfittato dei consigli di Patrizia Delpiano, Sandro Landi, Serena Luzzi, Marzia Ponso, Gabriella Silvestrini: li
ringrazio di cuore. La responsabilit per quanto scritto resta ovviamente esclusivamente mia.
2
Chi, come recentemente Jonathan Israel, rifiuta di considerare lopinione pubblica il luogo centrale attraverso cui studiare lIlluminismo si trova nella necessit di
argomentare questa scelta in termini esplicitamente polemici (in questo caso verso
Roger Chartier e Robert Darnton): Questo [le contraddizioni interne allopinione
pubblica tardo settecentesca] non significa che lopinion publique non sia meritevole
di studio. Ma questi studi devono mantenere ferma lattenzione sullinterazione di
idee espresse chiaramente e coerentemente da rappresentanti, dirigenti e giornalisti influenti, con strutture politiche, socio-strutturali ed economiche che determinano in
primo luogo il contesto sociale. Nellopinione pubblica, secondo Israel, queste idee
chiare e distinte si confondono in uninstabile e alla fine incomprensibile baraonda
di posizioni eterogenee (J. Israel, Democratic Enlightenment. Philosophy, Revolution, and Human Rights 1750-1790, Oxford, Oxford University Press, 2011, p. 25).
138
edoardo tortarolo
139
140
edoardo tortarolo
5
Per la problematica nozione di opinione e sfera pubblica nellInghilterra parlamentare post-1688 cfr. le osservazioni critiche di John Brewer su come Habermas
ha concepito la sfera pubblica, eliminandone cio due componenti decisive in Inghilterra: la ricerca del profitto individuale (la acquisitiveness) e le passioni dettate
dalle pulsioni sessuali (J. Brewer, The Most Polite Age and the Most Vicious: Attitudes Towards Culture as a Commodity, 1660-1800, in The Consumption of Culture 1600-1800. Image, Object, Text, a cura di A. Bermigham e J. Brewer, London,
Routledge, 1995, pp. 346-60).
141
142
edoardo tortarolo
liberale a occupare la posizione di iniziatore e anticipatore che escludeva consapevolmente la ricostruzione del contesto argomentativo, sociale e politico nel quale la sua ffentlichkeit si muoveva.
Si torner rapidamente in conclusione sul testo di Kant e sulle letture alternative che ne sono state date e se ne possono dare. Per ora
opportuno proporre un cambiamento di prospettiva da cui guardare
alla formazione di spazi pubblici dove le opinioni su temi rilevanti
per la vita collettiva si potevano esprimere per acquistare forza operativa: una prospettiva attraverso cui vedere gli elementi di attivismo
politico e talvolta di opposizione ai poteri costituiti che sono stati caratteristici del mondo europeo e atlantico nellultimo quarto del XVIII
secolo. Le ampie visioni di Robert Palmer, Jacques Godechot, Franco
Venturi sino a quelle pi recenti di Christopher Bayly e Jrgen
Osterhammel hanno ricostruito con notevoli diversit di accento la
crisi di fine Settecento unificando sollevazioni, resistenze, crisi economiche, fiscali e religiose in un quadro nel quale le diverse interconnessioni sono poste in rilievo e nel quale a priori esclusa la possibilit stessa di Sonderwege se non come scostamenti alla fine poco rilevanti da trasformazioni di ampia portata9. In nessuna di queste ampie visioni della crisi tardo settecentesca la Prussia un centro degno
di interesse, e in molti casi neppure di menzione. Ci sono ovviamente
buone ragioni per questassenza. Come si pu facilmente osservare
sulla scia di unautorevole storiografia la Berlino degli anni settanta,
ottanta e novanta del Settecento non divenne n Philadelphia n Parigi, neppure Ginevra e Liegi n Napoli e Magonza10. Lesclusione
J. Godechot-R. Palmer, Le problme de lAtlantique du XVIIIime au
XXime sicle, in Comitato internazionale di scienze storiche. X Congresso internazionale di Scienze storiche, Roma 411 Settembre 1955. Relazioni 5 (Storia
contemporanea), Firenze, Sansoni, 1955, pp. 175-239; R. Palmer, The Age of the
Democratic Revolution: A Political History of Europe and America, 1760-1800.
I: The Challenge; II: The Struggle, Princeton, Princeton University Press, 1959 e
1964; J. Godechot, Les Rvolutions, 17701799, Paris, PUF, 1963; F. Venturi,
Settecento riformatore, in particolare il vol. III, La prima crisi dellAntico Regime.
1768-1776 e il vol. IV in due tomi: I grandi stati dellOccidente e Il patriotismo
repubblicano, Torino, Einaudi, 1979 e 1984; C. Bayly, The Birth of the Modern
World. Global Connections and Comparisons, 1780-1914, Oxford, Blackwell, 2004;
J. Osterhammel, Die Verwandlung der Welt. Eine Geschichte des 19. Jahrhunderts, Mnchen, Beck, 2009, in particolare pp. 747-77. Ora unutile e lucida introduzione a questi temi S. Conrad, Globalgeschichte. Eine Einfhrung, Mnchen, Beck, 2013.
10
Il tema dellinsoddisfazione politica e della ricerca di equilibri nuovi stato
riproposto recentemente dai saggi contenuti in Enlightenened Reform in Southern
9
143
144
edoardo tortarolo
Le occasioni di discussione e scambio di notizie e commenti critici non mancavano a Berlino. Karl Heinrich Krgen, autore nascosto dallanonimato delle Freye Bemerkungen ber Berlin, Leipzig und
Prag, deline un quadro coerente della ricchezza di occasioni sociali
offerte dalla capitale nella quale opinioni, idee, giudizi si scambiavano
con estrema libert e spregiudicatezza14. Krgen descriveva vividamente i luoghi in cui lopinione pubblica si formava: i teatri, i concerti, le passeggiate, che offrivano unoccasione di incontro tra tutti i
ceti, alti e bassi, ricchi e poveri, dove tutto si accumula lun sullaltro nello stesso mucchio, le societ private, dove prevale uno spirito libero e senza freni, si pu parlare liberamente di ogni cosa, senza
temere di essere esposti a conseguenze negative, e poi le pi di cento
sale per fumare (in realt, come diceva chiaramente Krgen, postriboli)15. A completare il quadro complessivo Krgen descriveva la scena
di strada in cui una donna legge i giornali a voce alta al pubblico
curioso [], rendendo partecipi gli analfabeti degli avvenimenti del
mondo16: un abbozzo di sfera pubblica plebea accanto a quella borghese. Una presentazione analoga della sfera pubblica berlinese si ritrova nelle fortunate lettere del filoprussiano Johann Kaspar Riesbeck:
Una libert nel dare giudizi sul governo, un orgoglio nazionale, una
partecipazione agli affari pubblici []. Si parla qui delle disposizioni
del sovrano di quel che fa in privato con una libert che ci si aspetterebbe solo da un inglese17. Questo quadro coincide con la descrizione dei gruppi cui si rivolgevano programmaticamente le riviste berlinesi proiettando la propria visione dei compiti e delle responsabilit
and Downfall of Prussia 1600-1947, Cambridge, Harvard University Press, 2006. Ma
si pu vedere linterpretazione interessante, anche se troppo attualizzante, di M. Erlin, Berlins Forgotten Future: City, History, and Enlightenment in Eighteenth-Century Germany, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 2004, secondo la
quale la Berlino tardo settecentesca fu un laboratorio di modernit urbana e di elaborazione di nuove e dinamiche percezioni dellevoluzione storica.
14
Il volume portava il sottotitolo enigmatico di Original und Kopie, senza luogo
di stampa n indicazione di tipografo, e la data di stampa 1785. stato ripubblicato
presso Dausien, Hanau nel 1999. Una riproduzione on-line disponibile presso
http://digitale.bibliothek.uni-halle.de. Lautore fu anche traduttore di Swift: Lemuel
Gullivers Reise nach Lilliput, aufs neue frei verdeutscht von Carl Heinrich Krgen,
Kopenhagen, Ole Hegelund, 1786.
15
Freye Bemerkungen, cit., pp. 44, 46 e 71.
16
Ivi, p. 85.
17
Briefe eines Reisenden Franzosen ber Deutschland. An seinen Bruder zu Paris. Uebersezt von K. R. S.l., s.e., 1784, II, p. 87. Una ristampa anastatica apparsa
presso la Nabu Press nel 2010.
145
146
edoardo tortarolo
147
tica serrata a quei provvedimenti stessi che si dovevano eseguire. Analogamente, con notevole sorpresa, lamico di Kant Johann Daniel Metzger ricord la sconcertante disinvoltura del filosofo nellelogiare la rivoluzione francese in occasioni sociali senza timore di scandalizzare
gli ospiti, anche nelle case pi altolocate22. Dalla sfera pubblica descritta da Kgen era esclusa tutta la componente considerata estranea del pubblico dei lettori di bassa condizione sociale. La Volksaufklrung costituiva un problema di natura diversa rispetto alla creazione di una ffentlichkeit raziocinante. Esisteva una sfera pubblica
plebea a Berlino oltre che nei desideri di Moritz? A sentire alcuni osservatori, s. Soprattutto era evidente una grande quantit di letteratura destinata principalmente o esclusivamente a questa opinione pubblica socialmente bassa. Secondo Rohde, direttore di Berlin. Eine
Zeitschrift fr Freunde der schoenen Knste, des Geschmacks und
der Moden: Il bisogno la madre di molte invenzioni, anche dei
canti e dei racconti che si offrono in vendita a Berlino sulle strade e
sui viali, e che meritano per questo e altri motivi di essere chiamati
canti da strada. Gli autori sono stampatori e soldati. Gli stampatori impegnano in estate le loro presse, ogniqualvolta manca il lavoro,
con questa robaccia insensata, che loro stessi pensano e scrivono; per
amore dellozio i soldati si scelgono questo modo di sbarcare il lunario e non si trovano malaccio23. Ignoranti che scrivono libri e li
vendono ad altri ignoranti: la sfera pubblica plebea della strada sembrava assai poco raziocinante. Pi di ventanni prima di Rohde, nel
1775 Anton Friedrich Bsching aveva descritto il tipo di letteratura
che il popolo leggeva volentieri: sul Mhledam luomo del popolo
(der gemeine Mann) poteva comprare in gran quantit per 3 o 6 pfennig pubblicazioni che non si potevano definire altrimenti che insensate, disgustose, superstiziose e sozze storielle, canti, storie buffonesche alla Till Eulenspiegel, interpretazioni dei sogni, lettere dal cielo
e cos via24.
La distinzione di sfere pubbliche rispecchiava molto da vicino la
concezione dellistruzione proposta alla met degli anni settanta dal
ministro per listruzione e il culto, nonch ammiratore e sostenitore
di Kant, von Zedlitz. Nel 1776 aveva proposto nel suo discorso di
Aeusserungen ber Kant, seinen Charakter und seine Meinungen. Von einem
billigen Verehrer seiner Verdienste. 1804, p. 16.
23
Berlin. Eine Zeitschrift, des Geschmacks und der Moden, 3, 5, 1799, p. 175.
24
A.F. Bsching, Beschreibung seiner Reise von Berlin ber Potsdam nach
Rekahn unweit Brandenburg, Berlin, Haude und Spener, 1775, p. 12.
22
148
edoardo tortarolo
149
sul rapporto tra diritti e doveri argomentati razionalmente e sulla influenza delle professioni, del commercio, delle arti e delle scienze sulla
felicit della vita sociale nel suo complesso e, per la nobilt, sui diritti e doveri dello Stato nei loro rapporti reciproci29. Le idee pedagogiche di von Zedlitz corrispondevano alla sua concezione di sfere
pubbliche distinte da attivare e nutrire in un rapporto che considerava sano e sostenibile. La monarchia assoluta doveva seguire il principio che fatta salva lobbedienza alle leggi i membri della sfera pubblica superiore, quella dei borghesi e dei nobili, potessero e dovessero
impegnarsi in uno sforzo di progressiva Aufklrung. Gli strumenti
erano pubblici e segreti. Von Zedlitz li utilizzava entrambi. Come ministro rimprover nel 1779 i professori dellUniversit di Halle che
volevano impedire al controverso e certamente deista Karl Friedrich
Bahrdt di proseguire il suo insegnamento nella Facolt di Filosofia e
li accus di diabolico spirito persecutorio per voler limitare la libera discussione. In una lettera contemporanea a Bahrdt stesso von
Zedlitz dichiarava di saper riconoscere e apprezzare la libert di coscienza, ma al tempo stesso di considerarla troppo importante per lasciar mai penetrare disordine e pura ricerca della disputa30. Come
personaggio eminente della vita letteraria oltre che politica di Berlino
partecipava se non direttamente, certo indirettamente, sia alla parte indirizzata allopinione pubblica colta attraverso la rivista Berlinische
Monatsschrift sia allattivit del club segreto Mittwochsgesellschaft. Il
tramite verso entrambe era saldamente garantito da Johann Erich
Biester, suo segretario personale, che seguiva anche i rapporti ovviamente molto stretti di von Zedlitz con il corpo docente dellintero
sistema di istruzione prussiano31. Biester era membro fondatore della
Mittwochsgesellschaft e direttore con Gedike della Berlinische Monats29
K.A. von Zedlitz, Ueber die Einrichtung einer Volkslehre in einem eigentlich
monarchischen Staat, nach den Begriffen des Verfassers der Abhandlung: Ueber den
Patriotismus, als Gegenstand der Erziehung in Schulen eines monarchischen Staats, in
Deutsches Museum, 2, 1777, pp. 97-104, citazioni alle pp. 103-104.
30
P. Mainka, Karl Abraham von Zeidlitz und Leipe, cit., pp. 493-4.
31
E. Hellmuth, Aufklrung und Pressefreiheit. Zur Debatte der Berliner Mittwochsgesellschaft whrend der Jahre 1783 und 1784, in Zeitschrift fr historische Forschung, 9, 1982, pp. 315-45; J. Schmidt, The Question of Enlightenment: Kant,
Mendelssohn, and the Mittwochsgesellschaft, in Journal of the History of Ideas, 50,
2, 1989, pp. 269-91; U. Goldenbaum, Nul Auguste pour protecteur. Conscience
bourgeoise et loyaut du fonctionnaire dans la Socit du Mercredi Berlin, in Revue Germanique Internationale, 30, 3, 1995, pp. 127-41; T. Hochstrasser, Natural Law Theories in the Early Enlightenment, Cambridge, Cambridge University
Press, 2000, pp. 189-206 (per i rapporti istituzionali e amicali tra von Zedlitz e Kant).
150
edoardo tortarolo
151
152
edoardo tortarolo
Il primo caso si concentr in un numero di anni ridotto su una questione di politica religiosa. Il secondo caso, pi diluito nel tempo, modific un tratto fondamentale della politica fiscale federiciana. In entrambi lefficacia della sfera pubblica come opposizione critica fu innegabile.
La teologia razionalista e neologica, che Walter Sparn ha descritto
con attenzione alle posizioni dogmatiche, rappresent evidentemente
lorientamento religioso dellelite dirigente dello Stato38. I suoi esponenti occuparono le posizioni eminenti nellamministrazione innanzitutto ecclesiastica e culturale prussiana, da Johann Salomo Semler a
Johann Joachim Spalding a Johann Gottlieb Tllner e Wilhelm Abraham
Teller. Il caso di von Zedlitz dimostra questo punto e quanto la libert di coscienza, intesa a proteggere linnovazione razionalista, fosse
al centro della politica federiciana e non semplicemente la rivendicazione di un principio astratto. Il razionalismo teologico combinato
con la posizione di potere istituzionale mise in moto una discussione
pubblica sullinnovazione pi rilevante introdotta dai neologi, la revisione cio del libro di preghiere cantate usato nei servizi domenicali
da tutta la comunit dei fedeli e al centro della concezione luterana
della comunit stessa39. Un gruppo ristretto di tre eminenti teologi
neologi, Johann Samuel Diterich, Spalding e Teller, aveva avviato un
lavoro di drastica riforma della raccolta pi popolare e radicata di
canti ecclesiastici, quella che Johann Porst aveva pubblicato per la
prima volta nel 1708. I tre neologi avevano ridotto i 900 canti alla
met, buona parte dei quali erano stati riscritti nel senso di una teologia razionalista. A questi canti riveduti se ne erano aggiunti altri,
opera dei tre teologi oppure di altri autori contemporanei. Il 2 ottobre 1780 Federico II eman una disposizione speciale per annunciare
lintroduzione del nuovo Gesangbuch nel corso dei due anni seguenti.
38
In questo volume pp. 99-135. Ma anche W. Sparn, Vernnftiges Christentum.
ber die geschichtliche Aufgabe der theologischen Wissenschaften im 18. Jahrhundert
in Deutschland, in Wissenschaften im Zeitalter der Aufklrung, a cura di R. Vierhaus,
Gttingen, Vandenhoek und Ruprecht, 1985, pp. 18-57. Sulla presenza della teologia
neologica nella Allgemeine Deutsche Bibliothek, la rivista di recensioni edita da
Friedrich Nicolai dal 1765 e punto di riferimento per lAufklrung berlinese si veda
R. Kirscher, Theologie et lumires: les theologiens clairs: autour de la revue de
Friedrich Nicolai: Allgemeine Deutsche Bibliothek (1765-1792), Villeneuve-dAscq
(Nord), Presses Universitaires du Septentrion, 2001.
39
Cfr. per unintroduzione C. Boyd Brown, Devotional Life in Hymns, Liturgy, Music, and Prayer, in Lutheran Ecclesiastical Culture 1550-1675, a cura di R.
Kolb, Leiden, Brill, 2008, pp. 259-304.
153
Come stato osservato, certamente Federico II legava allintroduzione di una nuova raccolta di canti, ufficialmente obbligatori, anche
la speranza di unificare ulteriormente il territorio eterogeneo culturalmente e religiosamente attraverso lamministrazione nel campo religioso e di conseguenza di promuovere ulteriormente la ricerca di
una identit prussiana40. In altre parole si trattava di unoperazione
nella quale la struttura statale utilizzava lorientamento prevalentemente razionalistico della sua classe dirigente per avviare una riforma
nello strumento pi efficace di comunicazione con la gran maggioranza della popolazione, la chiesa protestante. Non possono sfuggire
gli elementi che accumunavano nella diversit delle situazioni confessionali questa iniziativa con le riforme non solo delle istituzioni
ecclesiastiche nei paesi sotto il controllo degli Asburgo41. A Berlino
la resistenza allintroduzione fu notevole e si svolse attraverso la mobilitazione di quella stessa sfera pubblica che lelite colta animava per
migliorare ma non contestare il governo assoluto di Federico II. In
particolare due personaggi si misero alla testa del movimento che apertamente contestava linnovazione religiosa promossa dal governo. Samuel Lobegott Apitzsch, un commerciante con forti inclinazioni pietiste, avvi una campagna di petizioni contro il nuovo Gesangbuch
per cui raccolse 130 firme di capifamiglia da quattro parrocchie berlinesi. Christian Wilhelm Kindleben, scrittore, ex-pastore, fondatore
di riviste, scrisse la Freymthige Beurteilung des neuen Berliner Gesangbuchs in tono fortemente polemico contro la nuova raccolta di
M. von Spankeren, Johann Joachim Spalding und der Berliner Gesangbuchstreit (1781), in Zeitschrift fr Neuere Theologiegeschichte, 18, n. 2, 2011, pp. 191211, citazione a p. 194. Interessanti anche C. Rathgeber, The Reception of Brandenburg-Prussias New Lutheran Hymnal of 1781, in The Historical Journal, 36,
1993, pp. 115-36, P. Weber, Der Berliner Gesangbuchstreit 1781. Aporien der Aufklrung von oben, in Literarische und politische ffentlichkeit. Studien zur Berliner
Aufklrung, a cura di I.-M. DAprile e W. Siebers, Berlin, Berliner Wissenschaftsverlag 2006, pp. 151-168 (anche in Berliner Aufklrung. Kulturwissenschaftliche Studien, a cura di A. Koenina e U. Goldenbaum, Hannover, Wehrhahn 1999, pp. 10119). Tutto questo senza dimenticare la diffusione crescente a Berlino a fine secolo,
presso questa stessa elite professionale e amministrativa, di forme di deismo e critica
religiosa radicale su cui ad esempio il saggio di M. Mulsow, Christian Ludwig Paalzow und der klandestine Kulturtransfer von Frankreich nach Deutschland, in Geheimliteratur und Geheimbuchhandel in Europa im 18. Jahrhundert, a cura di C. Haug,
F. Mayer e W. Schrder, Wiesbaden, Harrassowitz, 2011, pp. 67-84 e ora, pi ampiamente nel quadro tedesco, il numero monografico Radikale Sptaufklrung in
Deutschland della rivista Aufklrung, n. 24, 2012.
41
Si vedano i due volume della biografia di D. Beales, Joseph II, Cambridge,
Cambridge University Press, 1987 e 2009.
40
154
edoardo tortarolo
155
diletti dalluomo della strada, il gemeiner Mann. Nei molti, incontenibili e spesso contraddittori suoi scritti, Cranz denunci la corruzione con cui si amministrava lesazione dellaccisa45. Pi ampiamente
Cranz intervenne nella disputa sul Gesangbuch per disegnare una posizione che rispettava lattaccamento popolare per i canti imparati a
memoria nellinfanzia e rifiutava quei canti che non miglioravano e
anzi indebolivano il senso del messaggio religioso46. Si attribuiva anche il compito di promuovere una riforma religiosa profonda approfittando della libert di coscienza concessa dal sovrano nel senso di
un rafforzamento del nucleo deistico nella religione universale e separando nettamente la sfera civile e mondana, di competenza del potere politico, da quella religiosa, libera e intoccabile47.
Lesito della controversia fu complessivamente favorevole agli oppositori del Gesangbuch rivisto in senso razionalista. Attraverso la
contestazione allinnovazione musicale, poetica, dogmatica contenuta
nel nuovo testo si fece valere il rifiuto dellintera politica religiosa di
Federico II. Gi allindomani della petizione di Apitzsch il sovrano
aveva aggiunto di sua mano alla risposta lannotazione: Ciascuno pu
credere da me quel che gli pare, se solo onesto; per quanto riguarda
le raccolti di canti, ciascuno pu liberamente cantare: Ora riposano
tutti i boschi, o simile robaccia folle e sciocca48. In questo modo anche i sostenitori della nuova raccolta avrebbero dovuto affrontare la
discussione pubblica, il libero confronto di argomenti con gli oppoziger Jahrbuch zur Buchgeschichte, 5, 1995, pp. 39-85 e i cenni in M. Mulsow, Monadenlehre, Hermetik und Deismus. Georg Schades geheime Aufklrungsgesellschaft
1747-1760, Hamburg, Meiner, 1998, pp. 263-64. Il successo di vendita ottenuto dalle
pubblicazioni di Cranz era riconosciuto a malincuore da J.G. Heinzmann, Appell an
meine Nation ber Aufklrung und Aufklrer; ber Gelehrsamkeit und Schriftsteller;
ber Bchermanufakturisten, Rezensenten, Buchhndler; ber moderne Philosophen
und Menschenerzieher; auch ber mancherley anderes, was Menschenfreiheit und Menschenrechte betrifft, Berlin, auf Kosten des Verfassers, 1795, p. 40.
45
Die Berlinische Fama ber Stadt- und Landbegebenheiten. Erstes Ausblasen,
Berlin, 1781, in particolare alle pp. 7-10.
46
A.F. Cranz, Supplement zum ersten Stck der Chronik von Berlin, in einem
Sendschreiben an den Weltmann in Berlin, wohlmeritirten Tantenbekehrer und Verfasser der Briefe an einem [sic] Landgeistlichen, das neue Gesangbuch betreffend, von
dem Verfasser der Bockiade, Berlin, 1781, p. 41.
47
Ueber den Missbrauch der geistlichen Macht oder der weltlichen Herrschaft in
Glaubenssachen durch Beyspiele aus dem jetzigen Jahrhundert ins Licht gesetzt, Berlin, im Selbestverlage des Verfassers, 1781.
48
M. van Spankeren, Spalding cit., p. 197. Loriginale tedesco riecheggia quanto
in altre occasioni scritto pi volte da Federico II in materia religiosa. Nun ruhen alle
Wlder una canzone popolare tardo medievale musicata da Bach come ninna nanna.
156
edoardo tortarolo
sitori fino a che la morte di Federico II pose fine alla discussione tacitando di fatto i neologi razionalisti49.
Su una seconda questione di grande rilevanza pubblica si form
una sfera pubblica di opposizione, in questo caso molto diretta, che
costrinse Federico II a un cambio di politica economica sostanziale
rispetto alla decisione presa allindomani della guerra dei sette anni.
La creazione di una Rgie, unagenzia unica di riscossione delle accise e dei dazi, nel 1766, aveva permesso un incremento notevolissimo
delle entrate statali. Aveva naturalmente irritato la popolazione sia per
il peso del prelievo sia per le modalit vessatorie in cui si conduceva
la riscossione50. Pur rappresentando senzaltro un progresso verso la
razionalizzazione dello Stato in una delle sue funzioni fondamentali,
la Rgie aveva suscitato un aumento del contrabbando, occasionato
scontri violenti tra la popolazione e i suoi funzionari (per lo pi francesi) e provocato petizioni nel corso degli anni settanta e ottanta. La
Ian Hunter ha proposto di considerare la stretta contro i neologi frutto di una
decisione presa contro il loro tentativo di avviare una forma di proselitismo contraria alla politica religiosa prussiana (Kants Religion and Prussian Policy, in Modern
Intellectual History, 2, 1, 2005, pp. 1-27). Lepisodio della discussione sul Gesangbuch (non ricordato da Hunter) sembra mostrare al contrario lorientamento del governo prussiano a permettere una discussione pubblica con lintento di frenare la creazione di tensioni troppo forti per lequilibrio politico. Pi convincente la dettagliata
ricostruzione di M.J. Sauter, Visions of the Enlightenment: The Edict on Religion of
1788 and Political Reaction in Prussia, Leiden, Brill, 2009. Uneco della riluttanza di
Federico II ad andare contro i desideri dei fedeli in una lettera di Biester a Kant,
del 5 giugno 1785, in Kants Werke (Akademie Ausgabe), vol. 10, Briefwechsel I, Berlin, Reimer, 1922, p. 402, lettera n. 240.
50
Cfr. F. Schui, Taxpayer Opposition and Fiscal Reform in Prussia, c. 1766-1787,
in The Historical Journal, 54, n. 2, 2011, pp. 371-399; Id., Friedrich der Schwache? Ein Knig im Spiegel seiner Steuerpolitik, in Friedrich der Grosse in Europa,
cit., I, pp. 411-25; Id., French figures of authority and state building in Prussia, in
Figures of Authority. Contributions towards a Cultural History of Governance from
the Seventeenth to the Twentieth Century, a cura di P. Becker e R. von Krosigk,
Brussels, Lang, 2008, pp. 152-70. Il saggio di T. Schenk, Generalfiskal Friedrich
Benjamin Loriol de la Grivillire dAnires (1736-1803). Anmerkungen zu Vita, Amtsfhrung und Buchbesitz als Beitrag zur Erforschung preuischer Judenpolitik in der
zweiten Hlfte des 18. Jahrhunderts, in Aschkenas. Zeitschrift fr Geschichte und
Kultur der Juden, 17, n. 1, 2007, pp. 185-223, ha una parte interessante che documenta linsoddisfazione di dAnires nei confronti della Rgie e i suoi contrasti con
il Generaldirektorium a proposito del contenzioso giudiziario creato dallesazione dellaccisa (pp. 185-97). Il volume di Schui, che amplia i temi presentati nel saggio citato sopra, Rebellious Prussians. Urban Political Culture under Frederick the Great
and his Successors, Oxford, Oxford University Press, 2013, uscito dopo la stesura
di questo saggio.
49
157
discussione sulla Rgie apparteneva alla sfera dei temi politici su cui
non era legittima una discussione diretta. Anche in questo caso tuttavia unopposizione critica venne alla luce anche nella discussione
pubblica. Il modo di espressione non poteva che essere indiretto51.
Nel primo numero della rivista, pubblicato nel gennaio del 1783, lorgano quasi-ufficiale dellAufklrung berlinese, la Berlinische Monatsschrift, diffuse a firma di uno dei due direttori, Biester, un articolo sulle vicende di Johann Paul Philipp Rosenfeld, un predicatore
religioso irregolare. Questi aveva raccolto seguaci nelle campagne intorno alla capitale e, a partire dal 1766, aveva dato voce, con un veemente linguaggio veterotestamentario e pronosticando, alla diffusa insoddisfazione per laccisa e profetizzando un mutamento radicale nel
governo: nel 1770, analizzava Biester, si era giunti a quasi un tumulto
pubblico a Biesenthal, non lontano da Berlino. La critica di Biester
era rivolta contro linganno nascosto dietro lattitudine profetica senza
negare lesistenza del malcontento nella popolazione rurale52. Le proteste contro il prelievo dellaccisa da parte della Rgie erano troppo
forti per passare sotto silenzio. Lanno seguente, nel numero di settembre del 1784 Biester pubblic un saggio prolisso e alquanto involuto su due rompicapi che circolavano in Germania dallinizio dellanno, attribuiti si diceva anche a Goethe, le cui soluzioni sarebbero valse premi cospicui rispettivamente di 30 luigi doro e 40 ducati53. Uno dei due enigmi era stato messo in vendita a Berlino atti51
H.M. Sieg, Staatsdienst, Staatsdenken und Dienstgesinnung in BrandenburgPreuen im 18. Jahrhundert (1713-1806), Berlin, de Gruyter, 2003, in particolare per
le tensioni interne alla cultura della sfera pubblica degli alti funzionari statali, pp.
235-6. Nellampia postfazione alledizione degli articoli di Gedicke su Berlino pubblicati nella Berlinische Monatsschrift il curatore Harald Scholtz sostiene che la rivista super i limiti posti di solito al ragionamento politico per attivare presso il
pubblico una critica costruttiva grazie alle favorevoli condizioni locali e il kairos della
situazione storica. La sua conclusione che si profila unopposizione leale condivisibile solo se si accentua la volont di questopposizione di conservare le premesse fondamentali del sistema federiciano (Friedrich Gedicke: ber Berlin. Briefe
von einem Fremden in der Berlinischen Monatsschrift 1783-1785. Commento, introduzione e cura di H. Scholtz, Berlin, Colloquium, 1987, pp. 162-165).
52
J.E. Biester, Der vorgebliche Neue Messias in Berlin, in Berlinische Monatsschrift, 1, 1, 1783, pp. 46-82, la citazione a p. 61. Unaccurata descrizione degli aspetti giuridici della vicenda nonch delle reazioni sulla stampa in Beytrge
zu der juristischen Litteratur in den preuischen Staaten, 8, 1785, pp. 218-315.
53
F. Gedike, Ueber eine rthselhafte Rthselgeschichte in unsern Tagen, in Berlinische Monatsschrift, 2, 9, 1784, pp. 267-288. Primo indovinello: Es wird ein Ding
geboren, ist einen Fu lang, wiegt 12 Cenntner. Wenn es ein halb Jahr alt ist, wird
es gegessen; wenn es 4 Jahr alt ist, beschlgts der Schmidt, wenn es 80 Jahr alt ist,
158
edoardo tortarolo
rando un numero enorme di acquirenti allettati dalla possibilit di vincere la somma messa in palio. La vicenda era analizzata da Gedike
con una notevole pedanteria, nonch dotti rimandi alle origini classiche e bibliche dellenigmistica. Il saggio era in s trascurabile (e generalmente ignorato nelle ricerche sulla Berlinische Monatsschrift)
se non fosse per due passaggi di notevole interesse per la ricerca di
una sfera pubblica tra legittimo commento e illegittima critica54. Il
primo passaggio riguarda il carattere illuminato dellepoca. Per Gedike la fortuna dellindovinello provava che la dabbenaggine anti-illuminista nel 1784 era assai diffusa. Incredibile! Eppure non ci fu
mai unepoca, che con tanta sicurezza si attribuisse la preferenza di
unAufklrung diffusa pi universalmente ma la nostra et ha qualche notevole somiglianza con lepoca di barbarie [descritta nella prima
parte del saggio] []. Chi conosce questo spirito della nostra epoca,
chi sa sino a quali eccessi incredibilmente ridicoli ma daltra parte anche estremamente tristi si lascino trascinare numerosissimi nostri contemporanei di ogni ceto, anche dei pi alti, da superstizione e scempiaggine, e quale fede profonda nelle smorfie pi insensate che si direbbe potersi ritrovare solo nelle teste di vecchiette risiedono al giorno
frisst es sich selber. Es krhet wie ein Hahn, [al. maut wie ein Katzel] bellet wie ein
Hund und singt doch herrlich. Es ist alle Tage [al. Sonntage] in der Kirche, lsst sich
hereinfahren und heraustragen [al. hereintragen] und hat doch keine Religion. Wenn
es stirbt, wird es in der Kirche begraben, und stirbt doch keinen andern Tod als
durch den Scharfrichter [al. unter Henkers Hnden) (Si partorisce una cosa, lunga
un piede, pesa 12 quintali. Quando ha sei mesi, si mangia; quando ha 4 anni, il maniscalco lo ferra, quando ha 80 anni, si mangia da solo. Canta come un gallo [oppure: miagola come un gattino], abbaia come un cane e tuttavia gorgheggia benissimo. Tutti i giorni in chiesa [oppure: tutte le domeniche], si fa portare dentro e
fuori [oppure: trasportare], per non religioso. Quando muore, lo si seppellisce in
chiesa, per muore solo per la spada del boia [oppure: per il nodo scorsoio]) (pp.
274-75). Secondo indovinello: Ich bin nicht der Schpfer nicht ein Geschpf. Ich
bin niemals unter den Lebendigen gesehn worden, jedoch befinde ich mich itzt [al.
stets] unter den Verstorbenen usw (p. 278). (Io non sono il creatore n una creatura. Nessuno mi ha mai visto tra i viventi, per mi trovo ora [oppure: sempre] tra
i defunti etc). Nello stesso numero di settembre era anche pubblicato il primo saggio, Ueber die Frage: was heit aufklren?, scritto da Moses Mendelssohn, in risposta al quesito di Zllner.
54
Per leco presso i contemporanei cfr. J.M. Bechstein, Etwas ber den Ursprung
der berchtigten Rthsel: Ich bin weder Geschpf u.s.w. s. Berl. Monatsschr. Nov. (sic,
ma settembre) 1784, S. 267, in Deutsches Museum, 1, 1786, pp. 151-61 e la menzione nella lettera in Johann Georg Hamann Briefwechsel, a cura di A. Henkel, Frankfurt/Main, Insel, 1955-1979, V, p. 222 (su Hamann e la sua incompatibilit con gli editori della Berlinische Monatsschrift cfr. ora J. Betz, After Enlightenment. Hamann
as Post-Secular Visionary, Chichester, Wiley-Blackwell, 2012, pp. 296-97).
159
doggi non soltanto nelle menti di uomini di grande rispettabilit, anche di quelli che si definiscono dotti (Gelehrte), ma viene anche esposta pubblicamente in scritti sotto gli occhi di tutti, chi sa tutto questo dovrebbe stupirsi a vedere che si ponga un premio ragguardevole
per la soluzione di indovinelli di cattivo gusto e che gran quantit di
persone si rompano la testa per cercare questa soluzione55. Il riferimento allinteresse esagerato per gli indovinelli si apriva quindi a una
considerazione sul livello dei lumi in unepoca nella quale questo
enigma aveva avuto leffetto di un fulmine. Lanalisi delle soluzioni
proposte che erano pervenute alla rivista attraverso lettere private pareva confermare questo scetticismo. Ma quando analizzava lultima
soluzione al secondo enigma, per cui si era sparsa la voce che lavesse
proposto lAccademia delle Scienze berlinese, Gedike doveva ricordare, con qualche imbarazzo, che il re Federico II stesso era indicato
come la soluzione del rompicapo. Utilizzando modalit interpretative
derivate dalla consuetudine con il libro di Daniele e lApocalisse di
Giovanni, e con un riferimento puntuale al capitolo 33 del libro del
profeta Ezechiele sulla giustizia e le responsabilit di chi vicino al
sovrano ed stato posto a difesa del popolo, lanonimo enigmista attribuiva un ruolo specifico anche alla Rgie. Il cane da guardia messo
alla catena per proteggere i beni del sovrano rappresentava la Rgie.
Poich tuttavia alla Rgie non stata messa la catena al collo, allora
attacca la gente e lammazza, per cui restano per terra tracce di sangue che si possono lavare solo con il sangue (Blutschulden)56. Sono
parole riportate da una (presunta) lettera anonima, che non impegnano
Gedike n personalmente n in quanto responsabile del periodico. Al
contrario, per evidenziare lestraneit del gruppo di Aufklrer impegnati nella rivista, sono bollate come sciocchezze (Unsinn). Nondimeno Gedike insisteva sulla necessit di registrare per i suoi lettori lo
spirito dellepoca e riconoscere la fragilit dellAufklrung. La Berlinische Monatsschrift si offriva come specchio del malessere e, al
contempo, come spazio per rielaborare razionalmente le ragioni, anche se immature e distorte, dellopposizione allesistenza di unistituzione fermamente voluta da Federico II. Linsofferenza generale nei
confronti della Rgie si esacerb alla morte di Federico II (17 agosto
1786) e port alla sua abolizione lanno successivo57. Non per questo
F. Gedike, Ueber eine rthselhafte Rthselgeschichte, cit., p. 273.
Ivi, p. 288.
57
H. Zschoke, Die Berliner Akzisemauer. Die vorletzte Mauer der Stadt, Berlin, Berlin Story Verlag, 2007, pp. 33-39.
55
56
160
edoardo tortarolo
si esaur il dibattito sulla Rgie e sui meriti finanziari e politici dei diversi sistemi di riscossione, cui la Berlinische Monatsschrift, pur
obliquamente, aveva offerto un legittimo canale di diffusione. Le voci
sia di opposizione sia di sostegno al principio dellappalto dellesazione mutarono tuttavia tono e contesto. Da elemento di una visione
apocalittica espressa in enigmi e indovinelli la discussione divenne un
tema della disputa di economia politica tra specialisti58.
3. Kant e leventualit dellopposizione
Come noto, Kant non aveva tra le mani il numero di settembre della Berlinische Monatsschrift quando termin, il 30 settembre 1784, la stesura della sua risposta al quesito di Zllner. Se ne scus
ricordando che avrebbe preferito conoscere la reazione di Mendelssohn prima di inviare alla redazione la propria risposta. Kant non pot
quindi leggere la bizzarra storia dellindovinello che aveva indotto Gedike a riportare la violenta critica alla Rgie. N Kant, che non abbandon mai Knigsberg, aveva visto le strade di Berlino affollate dagli acquirenti di letteratura di consumo plebeo o seguito personalmente, sulluscio di casa, le petizioni contro il nuovo Gesangbuch volute da Apitsch. Tuttavia, ragionevole pensare che fosse ben a conoscenza dellastio verso la Rgie, se non altro attraverso la sua assidua consuetudine con gli ambienti commerciali di Knigsberg e attraverso Hamann, che era un dipendente della Rgie stessa (ferocemente critico verso il suo datore di lavoro)59. se possibile ancor pi ovvio che seguisse le vicende politico-amministrative in campo
religioso che facevano capo a von Zedlitz. Sullo sfondo allora di questi sviluppi di forme di critica pubblica con toni di opposizione aperta
alle misure del governo, sia in campo religioso sia nellambito della
politica fiscale, si pu proporre una lettura ancora pi legata al contesto di quegli anni di quanto sia solito avvenire nel commento al sagF. Schui, Taxpayer Opposition, cit., pp. 392-99.
Cfr. ora lampia e accurata biografia di M. Kuehn, Kant. A Biography, Cambridge, Cambridge University Press, 2001. Inoltre cfr. i cenni sulla vita sociale di Kant
a Knigsberg in J. H. Zammito, Kant, Herder, the Birth of Anthropology, ChicagoLondon, University of Chicago Press, 2002, pp. 100-23. Su Hamann e il suo difficile rapporto con la Rgie cfr. da ultimo R.A. Sparling, Johann Georg Hamann and
the Enlightenment Project, Toronto, University of Toronto Press, 2011, pp. 153-93.
Per un quadro complessivo cfr. L. Scuccimarra, Obbedienza, resistenza, ribellione.
Kant e il problema dellordine politico, Roma, Jouvence, 1998.
58
59
161
162
edoardo tortarolo
Se si rilegge il saggio kantiano tenendo presenti i motivi di dissenso molto concreti che attraversavano la societ prussiana nei suoi
rapporti con il governo assoluto di Federico II, diventa possibile cogliere pi concretamente a che cosa si riferisse Kant. In particolare si
pu giustificare una lettura nella quale le affermazioni generali e apparentemente svincolate da riferimenti puntuali sono lette come negazione di comportamenti specifici e opinioni accreditate dalla tradizione nel corso del tempo. Se forse eccessivo parlare semplicemente
di vocabolario sovversivo per Kant, come per tutti membri dellelite
prussiana negli anni ottanta, si deve tuttavia rilevare che il saggio del
1784 registra i motivi di forte tensione e li interpreta come indizi di
uno sviluppo verso il superamento del governo assoluto, pur in tempi
non brevi63. Il rovesciamento terminologico che ha sorpreso gli interpreti diventa pi comprensibile. Luso pubblico della ragione non pu
che prevalere su quello privato dei singoli uomini che lavorano per
lo Stato: il loro uso privato della ragione dettato dal rispetto per
limpegno allobbedienza nei confronti dellautorit e ha senso come
impegno a mettersi al servizio della comunit. Gli avvenimenti a cavallo tra gli anni settanta e ottanta avevano per mostrato che la critica pubblica aveva conseguenze nellambito che Kant definiva privato, quello nel quale lecito frequentemente porre limiti molto
stretti, senza per questo ostacolare particolarmente il progredire dei
lumi64. Lesempio addotto da Kant non poteva essere casuale: quando
si tratta di prestare il proprio contributo fiscale il cittadino non pu
rifiutarsi di versare la parte decisa dal sovrano (anche se il carico complessivo pu essere stato ripartito senza equit). Ma il cittadino conserva il diritto di esprimere pubblicamente i suoi pensieri contro linopportunit (Unschicklichkeit) o anche lingiustizia delle imposizioni,
storico specifico, anzich un problema universale reso evidente e attuale (e naturalmente anche problematico) dallo stato e dalla societ prussiana sotto Federico II (cfr.
da ultimo Che cos lilluminismo?: i testi e la genealogia del concetto. Introduzione
e cura di A. Tagliapietra; traduzioni di S. Manzoni ed E. Tetamo, Milano, Bruno
Mondadori, 2000).
63
Il riferimento al Kant sovversivo viene dal saggio importante di C. Laursen,
The Subversive Kant: The Vocabulary of Public ad Publicity, in Political Theory,
14, 4, 1986, pp. 584-603. La tesi che Kant considerasse la monarchia assoluta una fase
transitoria verso lautogoverno democratico stata ripresa recentemente, senza riferimento alla discussione prussiana degli anni ottanta, da R.S. Taylor, Democratic
Transitions and the Progress of Absolutism in Kants Political Thought, in The Journal of Politics, 68, 3, 2006, pp. 556-570.
64
I. Kant, Was ist Aufklrung?, in Berlinische Monatsschrift, 2, 12, 1784, pp.
481-494, citazione a p. 485.
163
purch non siano espressi in modo impertinente e scandaloso65. Il riferimento alle polemiche contro la Rgie e contro la sua avidit era
trasparente e non poteva sfuggire ai lettori contemporanei, risentiti
tanto per il peso dellesazione dellaccisa quanto per le sue modalit
umilianti. E dichiarare il diritto a contestarla era indicato come non
soltanto una creazione di legittimit ma anche un contributo al progresso che si sarebbe realizzato pure nella pratica di governo. Lattenzione di Kant per la libera discussione religiosa stata variamente
spiegata, non da ultimo con la convinzione che la religione fosse pi
di altri temi al riparo dallintervento della censura. In realt, la discussione sul diritto dei religiosi di partecipare alla discussione in
quanto dotti rimandava direttamente allo scontro tra teologi neologi
e teologi tradizionalisti, di cui una tappa era stata la campagna di
stampa e di petizioni pro o contro il Gesangbuch. La descrizione di
come si raccoglie la maggioranza dei voti (Stimmen) da portare davanti al trono per permettere alle comunit degli innovatori religiosi
di godere della protezione delle leggi rispecchiava la dinamica interna
alla chiesa luterana intorno al 1780 cos come questa si era effettivamente svolta. Nellambito fiscale e nellambito della convinzione religiosa la sfera pubblica animata dai dotti in quanto cittadini garantiva
sul lungo periodo che il germoglio del pensare in libert si sviluppasse e generasse nel popolo la capacit di agire in indipendenza intellettuale e infine trasformasse i fondamenti del governo. Nel 1784
la realt cui si riferiva Kant era quindi diversa dalla stilizzazione di
Habermas: piuttosto un formicolare di proteste, discussioni, malevolenze, insofferenze, irritazioni, ansie apocalittiche, espresse a voce e
per iscritto, che la sfera pubblica colta dei professori, dei funzionari
e dei teologi razionalisti osservava e filtrava, talvolta recepiva, divisa
comera tra il compiacimento per se stessi e per la propria superiorit intellettuale e morale e lo sconcerto e la sorpresa per il ritardo
altrui sulla strada del progresso. Palesemente Kant era consapevole
della contraddittoriet della realt prussiana e la registrava con unironia che si dovrebbe pi frequentemente cogliere e sottolineare. Sapeva daltronde di rivolgersi a un pubblico da cui si attendeva rea65
I. Kant, Was ist Aufklrung?, cit., p. 486. Nel 1793 Kant torn sullargomento, nel saggio ugualmente pubblicato nella Berlinische Monatsschrift di settembre, intitolato ber den Gemeinspruch: Das mag in der Theorie richtig sein, taugt
aber nicht fr die Praxis, confermando che lingiustizia e lingiustizia nella distribuzione del carico fiscale autorizzavano pienamente quanto meno (wenigstens) a
reclamare per iscritto unequa ripartizione (pp. 201-84, citazione p. 251).
164
edoardo tortarolo
165
lettura del suo stesso saggio, a non aspettare per uscire dalla minorit intellettuale di cui si responsabili69. La vita nelle strade, nei
caff, nelle caserme, nelle case private metteva a dura prova i limiti
della parrhesia dellAufklrung: offriva e talvolta imponeva tuttavia i
temi da affrontare nellopinione pubblica creata dai libri e dalle riviste, per quanto con la cautela opportuna in una monarchia assolutista70.
69
Sul tema complesso della responsabilit individuale per decidere o meno di
uscire dalla minorit intellettuale cfr. J. N. Schneewind, Toward Enlightenment: Kant
and the Sources of Darkness, in The Cambridge Companion to Early Modern Philosophy, a cura di D. Rutherford, Cambridge, Cambridge University, 2006, pp. 328352, in particolare pp. 338-39.
70
I. Kant, Was ist Aufklrung?, cit., p. 493.