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Giovanni Russo
Lanalisi delle dinamiche criminali e, in particolare, delle condotte delittuose
riconducibili alle organizzazioni di tipo mafioso impone di cogliere,
relativamente alla annualit a cavallo del 2013/2014, segnali di una
progressiva intensificazione delle presenze e degli interessi delinquenziali
caratterizzati da metodi o collegamenti con le tradizionali mafie meridionali.
Se, da un lato, non pu che ribadirsi lassenza, nel contesto locale, di
fenomeni palesemente violenti (quali uccisioni, aggressioni armate, ecc.) o
indicativi di un capillare controllo del territorio (attivit estorsiva connotata da
sistematicit e permanenza nel tempo), dallaltro va sottolineata la sempre pi
significativa operativit, in Veneto, di gruppi criminosi originari del Sud
Italia, il cui insediamento, principalmente legato a motivi economici, di
investimento di profitti o di procacciamento di affari, tende a diventare
sempre pi stabile, pur senza assumere connotazioni simili a quelle proprie
delle organizzazioni delle regioni di provenienza.
In tale scenario si inseriscono, secondo trame non sempre facilmente
decifrabili, i collegamenti ed i contatti cooperativi con le locali realt
delinquenziali, ma anche imprenditoriali e commerciali, che lasciano
ipotizzare strategie penetrative nel tessuto economico, anche al fine di
riciclare capitali illeciti.
I rischi di infiltrazione della criminalit organizzata, tanto italiana che
straniera, nel tessuto produttivo veneto risultano essere molto alti, come
dimostrano complessivamente le risultanze delle indagini penali svolte, attesa
lelevata appetibilit economica del territorio regionale, a fronte di una ancora
insufficiente presa di coscienza da parte delle strutture amministrative e
sociali, a cui spetterebbe ladozione di pi consapevoli strumenti di contrasto
preventivo.
Se fino allinizio degli anni duemila siffatto fenomeno aveva proporzioni
ridotte, trovando le mafie preferibile orientare le logiche espansive verso aree
non presidiate da forze criminali organizzate (va ricordato come si sia
sviluppata, in loco, la cosiddetta Mala del Brenta), il venir meno di tale
ostacolo e laccresciuto bisogno di nuove zone dazione sta determinando una
allarmante contaminazione anche delle regioni nordorientali del Paese.
Nelle considerazioni svolte ripetutamente da questa DNA si gi posto in
luce come i gruppi criminali qui costituiti od operanti assumano forme
tipologiche e adottino scelte metodologiche che, pur richiamandosi alle
finalit classiche dei sodalizi di tipo mafioso, si adeguano alla diverse
condizioni di lavoro.
Direzione Nazionale Antimafia Relazione Annuale 2014
(periodo 01/07/2013 30/06/2014
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Nel giugno 2014 stato tratto in arresto a Mestre, ove viveva in regime
di sorveglianza speciale erogato dalla A.G. di Palermo, Vito
GALATOLO, figlio di Vincenzo GALATOLO, condannato allergastolo
per lomicidio del Prefetto di Palermo - Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa,
erede del potere mafioso paterno nellambito del clan dellAcquasanta di
Palermo.