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Il libro

Quante volte Franny Banks, passeggiando sulla Quinta Avenue con gli
anfibi e luniforme da cameriera, si detta: Un giorno, forse,
camminer su questa strada con i tacchi alti e il portamento da vera
diva. Quando arrivata a New York, aspirante attrice e aspirante
molte altre cose, Franny aveva un piano: sfondare nel cinema nel giro
di tre anni. Ora ne sono passati due e mezzo, e le cose non stanno
andando esattamente come sperato. La sola parte che ha ottenuto
stata in uno spot pubblicitario di imbarazzanti maglioni natalizi, e gli
unici fan sono i suoi due coinquilini. Forse il caso di trovarsi un
piano B, come le consigliano tutti: Franny gi si vede mentre torna a
casa da suo padre, sposa lex fidanzato storico e si sistema.
Eppure, dentro di s, sa che non ancora pronta a tradire il suo sogno
e non vuole rinunciare a seguire le orme dei suoi idoli: Diane Keaton e
Meryl Streep. La svolta arriver inaspettata, come in una battuta fuori
copione: un giorno, durante lo spettacolo di fine corso alla scuola di
recitazione, Franny cade rovinosamente sul palco. Sembra la fine della
sua carriera mai decollata, e invece sar il vero inizio. Tra esilaranti
avventure sul set, incontri bizzarri, provini assurdi e un amore
inatteso, Franny scoprir che la vita pu sorprenderti molto pi di un
film.

Lautrice

Lauren Graham lamatissima protagonista del


telefilm Una mamma per amica. Un giorno, forse il
suo romanzo desordio: bestseller negli Stati Uniti, ha
conquistato la classifica del New York Times e
diventer una serie tv.
lauren-online.net/

LAUREN GRAHAM

UN GIORNO,
FORSE

Credo che la personalit venga fuori


pi chiaramente col passare del tempo.
MERYL STREEP
Recitare una felice sofferenza.
JEAN-PAUL SARTRE

QUANDO pronta, inizi, avverte la voce dal fondo.


Prontissima.
Sono anni che aspetto questo momento. Laudizione pi importante di una vita: li
stender tutti quanti, avr la parte. Il pensiero mi strappa un sorriso e faccio un
respiro profondo: testa alta, corpo vigile, ma rilassato. Okay, via.
Iiiihhh. Il flebile suono che esce dalla mia gola a met tra il sibilo di un
pallone che si sgonfia e il rantolo di un gatto asmatico che affoga.
Tranquilla. Non ti innervosire. Di nuovo.
Ehm.
Braaa urrp. Ora il tono basso e roco, la sirena sguaiata di un barcone che
approda in porto, con un bizzarro rumore finale simile allesplosione di un rutto.
Braurrp? Quella non la mia battuta. Non nemmeno una parola. Oddio, adesso
penseranno che ho ruttato per davvero. In realt era pi un gargarismo, non so
quale dei due sia peggio. Mi immagino i commenti: Quellattrice? Al provino ha
praticamente ruttato la parte. Be, potrebbe tornare utile, nel caso in cui il ruolo ne
preveda molti. Seguono risate crudeli, telefoni sbattuti in faccia, le pagine del mio
book fotografico trasformate in aeroplanini di carta e lanciate verso il cestino della
carta straccia. Fine della carriera, kaputt.
Franny? Non riesco a vedere chi mi sta parlando a causa del riflettore che mi
abbaglia, ma posso giurare che c una nota di impazienza nel suo tono. Ho il cuore
che batte allimpazzata e le mani sudate. Devo assolutamente trovare la voce, o
mi diranno di andarmene. O, peggio, verr prelevata dal palcoscenico con uno di
quei ganci giganti che si vedono nei vecchi film. In epoca elisabettiana si usava
lanciare uova marce agli attori, se al pubblico non andavano a genio. Non si fa pi,
vero? Qui siamo a Broadway, almeno credo. Dubito che possano
Il pomodoro mi colpisce la gamba e atterra sulle nude assi del pavimento.
Splat.
Franny? Franny?
Apro un po gli occhi. Dalla finestra sopra il letto mi appare una giornata di
gennaio grigia e piovigginosa: passato Natale ho tolto le tende dopo uno dei miei
buoni propositi per lanno nuovo, quello di essere mattiniera. Le attrici di successo
sono persone disciplinate che si alzano presto per concentrarsi sulla propria arte,
mi ero detta, anche quelle che si guadagnano ancora da vivere facendo la

cameriera. Avevo incominciato lasciando la sveglia nel corridoio che separa la mia
stanza da quella di Jane, coinquilina nonch mia migliore amica, in modo da essere
costretta a uscire dal letto per spegnerla. Avevo anche deciso per lennesima volta
di smettere di fumare, di non perdere pi borse, portafogli e ombrelli e di darci un
taglio con le patatine al formaggio. Per, ieri, ho gi fumato due sigarette e, anche
se il sole coperto, sono ragionevolmente certa che le otto (lora in cui mi ero
prefissata di svegliarmi) siano passate da un pezzo. Tre giorni di astinenza dai
salatini e lombrello sempre accanto allingresso sono gli unici risultati, finora.
Franny?
Ancora nel dormiveglia mi giro su un fianco e mi accorgo del pavimento di legno
rovinato, dove giace una scarpa da ginnastica. Che strano. Credevo di averle
lasciate fuori Ahi! Unaltra vola per aria, colpisce le coperte e rotola via.
Franny? Scusa, che non mi hai risposto, quando ho bussato. La voce di Dan
attutita e leggermente tesa, dietro la porta della mia camera. Non ti ho colpito,
vero?
Ahhh, ecco cosera: la scarpa. Non un pomodoro. Che sollievo.
Ho sognato che me ne tiravano uno! grido.
Vuoi che torni pi tardi? chiede lui, nervoso.
Entra! Probabilmente dovrei alzarmi e trarre dimpaccio Dan, ma fa cos
freddo. Voglio restare a letto ancora un minuto.
Cosa? Scusa, Franny, non sento. Mi hai detto di svegliarti, ti ricordi?
Credo di s, ma sono ancora troppo intontita per concentrarmi sui particolari.
Normalmente mi sarei rivolta a Jane, ma lavora fino a tardi come assistente
personale nel nuovo film con Russell Blakely. Dan si trasferito nella camera da
letto al piano di sotto qualche mese fa, e non gli ho mai prestato particolare
attenzione, se non per notare che fin troppo alto, che trascorre ore e ore a
scrivere al computer e che sembra avere il folle terrore di imbattersi in una di noi
due quando non siamo presentabili.
Dan! Entra!
Sei presentabile?
Molto di pi, perfino per i suoi standard: indosso i pantaloni della tuta e uno
smanicato. Li ho infilati in fretta e furia ieri sera dopo che il termosifone ha
sputacchiato acqua calda sul pavimento ed schiattato con un triste sibilo. Ma
questo quello che ti tocca per cinquecento dollari al mese a Park Slope, Brooklyn.
Jane e io condividevamo lappartamento in un palazzo fatiscente con Bridget,
unamica di vecchia data, finch un bel giorno lei era salita sulla sua scrivania nella
banca daffari in cui lavorava per annunciare che non le importava pi niente di
diventare milionaria entro i trentanni. Siete morti che camminano! aveva urlato.
Poi era svenuta, avevano chiamato unambulanza e sua madre si era precipitata da
Missoula, Montana, per riportarla a casa.
New York, aveva commentato schioccando la lingua, mentre sistemava in
valigia gli abiti della figlia, non una citt adatta alle ragazze.
Cos arriv Dan, che aveva stretto amicizia a Princeton con il fratello di Jane, il
quale ci aveva garantito che era innocuo: tranquillo e responsabile, fidanzatissimo

con una compagna di college, Everett. Ha fatto medicina, ma al momento credo


stia cercando di diventare sceneggiatore, aveva aggiunto. Per poi concludere con il
punto definitivo a suo vantaggio: ricco di famiglia.
N io n Jane avevamo mai avuto un coinquilino di sesso maschile. Mi sembra
molto moderno, non credi? avevo osservato.
Moderno? aveva risposto lei alzando gli occhi al cielo. Ti prego, stiamo per
entrare nel 1995. Fuori moda, piuttosto. Lennesima versione di Tre cuori in affitto:
Jack, Janet e Chrissy.
Janet e Janet, avevo puntualizzato. La mia amica e io siamo simili sotto molti
aspetti: brune, ex studentesse modello, abbiamo letto fino allo sfinimento La casa
della gioia di Edith Wharton.
Verissimo, aveva sospirato.
Franny? riprende Dan, dietro la porta. Non ti sei riaddormentata, vero? Ho
promesso che mi sarei sincerato che
Tiro un respiro profondo e barrisco, con tutta la potenza che mi consente il mio
diaframma: Daaaaan. Vieeeeeeeniiii.
Incredibilmente il lato sinistro del suo viso fa capolino dalluscio. soltanto
quando si assicurato che fossi coperta da capo a piedi ed entrato appoggiando
goffamente il lungo corpo alla libreria dangolo, che vengo folgorata da un pensiero.
I miei capelli.
Non nutro sentimenti romantici verso Dan, ma sono molto presa dai miei
indomabili capelli crespi. Ieri sera, dopo aver fatto la doccia, li ho raccolti ancora
bagnati con un elastico di velluto verde: una tecnica che, stando alle precedenti
esperienze, li ha probabilmente trasformati in uno spaventoso cespuglio intricato
mentre dormivo. Nel disperato tentativo di valutare la gravit del mio stato, simulo
uno sbadiglio e contemporaneamente stiro un braccio verso lalto, sperando di
sistemare con disinvoltura il disastro. Per una strana ragione, la combinazione dei
movimenti mi fa andare qualcosa di traverso e quasi mi strozzo.
cos tardi? farfuglio tra i colpi di tosse.
Be, ho fatto un salto fuori, quindi non so da quanto tempo ha smesso di
suonare la sveglia, dice Dan. Ma Frank in piedi da almeno due ore.
Merda. Sono in ritardo. Frank abita nellappartamento che vediamo dalle finestre
sul retro del nostro palazzo. Conduce una vita misteriosa, solitaria, ma scandita da
orari ferrei. Si alza alle 8.00, si siede davanti al pc dalle 9.00 alle 13.00, esce a
comprare un sandwich, si rimette davanti allo schermo e ci resta dalle 14.00 fino
alle 18.30, sparisce fino alle 20.00, poi guarda la televisione e, dopo tre ore esatte,
va dritto a letto. La tabella di marcia non cambia mai. Non si mai visto nessuno
andarlo a trovare. Come tutti i newyorkesi nei confronti degli estranei loro
dirimpettai, gli abbiamo dato un soprannome, abbiamo fantasticato su di lui e, se
vedessimo che gli sta succedendo qualcosa di spaventoso, chiameremmo di certo il
pronto intervento. Ma, come ogni abitante della Grande Mela, se lo incrociassi in
metropolitana mi girerei dallaltra parte.
Fa un bel freddo, qui dentro, osserva Dan guardandosi intorno da sotto la
lunga frangia castana. Ha sempre bisogno di una bella sforbiciata.

Dan, ribatto mettendomi seduta e tirandomi le coperte fino alle orecchie, sei
cos dotato per lovvio. E lanci le scarpe talmente bene! Dovresti proporti alla
reception del Plaza per un servizio di sveglia personalizzato. New York ha bisogno
di te. Davvero.
Lui mi guarda perplesso per un istante, poi scorgo una luce flebile nei suoi occhi.
Ah! esclama puntandomi contro indice e pollice a mo di pistola. Era una
battuta.
Uh s, ammetto imitando il suo gesto. Era una battuta.
Lo sapevi, Franny, che la statua davanti al Plaza rappresenta Pomona, la dea
romana protettrice di giardini e frutteti, altrimenti detta Abbondanza?
Soffoco uno sbadiglio. No! Abbondanza? La statua della donna a seno nudo che
sta sopra la fontana?
S, ne sono certo. Quando eravamo a Princeton, Everett ha scritto una tesina
sul nudo figurativo di rilevanza artistica di Manhattan. Fu giudicata piuttosto
audace, aggiunge abbassando la voce in tono complice. Poi ammicca con le
sopracciglia. Temo quasi che stia per dire: Urca!
Dan ed Everett, e il loro comune interesse per il nudo figurativo di rilevanza
artistica di Manhattan. La prova che sono fatti luno per laltra, ma a vederli non si
direbbe. Ai miei occhi sembrano pi due scienziati che rispettano il reciproco
lavoro, non due persone innamorate.
Davvero affascinante, Dan. Credo che lo scriver nel diario. Senti, se non
troppo disturbo, daresti unocchiata alla sveglia l fuori e mi diresti lora esatta?
Certamente, risponde lui accennando un inchino formale, come un domestico
inglese di fine Ottocento. Esce dalla stanza, poi la sua testa spunta di nuovo.
Sono le dieci e trentatr, per lesattezza.
Qualcosa nelle sue parole mi fa sobbalzare e devo soffocare una strana
inquietudine, la sensazione di essere in ritardo per qualcosa. Ma il mio turno nel
locale di cabaret dove servo ai tavoli, inizia soltanto alle tre e mezzo. Avevo in
programma di alzarmi prima, per non c niente per cui sia davvero in ritardo,
niente di niente. Almeno, che io sappia.
Un suggerimento, Franny, riprende Dan, serio. La prossima volta, se metti la
sveglia accanto al letto, dovresti riuscire a sentirla meglio.
Grazie, replico soffocando una risata. Domani ci provo.
Fa per andarsene, poi ci ripensa e resta impalato sulla soglia.
S, Dan?
Sei mesi a partire da oggi, vero? dice, e sorride. Vorrei essere il primo ad
augurarti in bocca al lupo. Sono sicuro che avrai successo. Fa un altro inchino e
se ne va, ciabattando nelle infradito numero quarantotto.
Mi lascio cadere sul cuscino e per un istante ho la testa beatamente vuota.
Poi mi torna tutto in mente.
Che giorno .
Il motivo per cui ho chiesto a Dan di svegliarmi.
Perch faccio sogni angoscianti di audizioni e provini.
Unondata di terrore mi si rovescia addosso, mentre i ricordi si affollano: ieri

sera, guardando il calendario annuale della mia agenda, mi sono resa conto che
mancano sei mesi esatti allo scadere del patto che avevo fatto con me stessa
appena arrivata a New York: mi ero data tre anni di tempo per ottenere qualche
risultato, al termine dei quali, se la mia carriera di attrice non fosse decollata,
avrei gettato la spugna. Proprio ieri mi sono ripromessa di alzarmi presto, imparare
a memoria un sonetto, andare alla proiezione diurna di un film straniero in lingua
originale. Insomma, avrei fatto qualcosa, qualsiasi cosa, per migliorare, per cercare
con tutta me stessa di non fallire.
Scalcio via le coperte e devo affrontare il gelo della stanza. Devo anche
svegliarmi, devo alzarmi, vestirmi per ecco, non so bene per quale motivo,
ancora. Potrei andare a correre correre, s! C tempo, prima di andare a
lavorare, e ho gi addosso i pantaloni della tuta, quindi non devo nemmeno
cambiarmi. Mi sbarazzo delle babbucce con cui ho dormito e infilo un paio di calzini
di spugna che trovo in fondo al cassetto, poi recupero una scarpa. Dora in avanti
correr tutti i giorni, mi dico mentre mi sdraio per terra e, con un braccio sotto il
letto, cerco a tentoni laltra. Mi rendo conto che non c alcun collegamento diretto
tra la corsa mattutina e il conseguimento di uno qualunque dei miei obiettivi, non
credo che Meryl Streep abbia mai attribuito il merito del suo successo alla propria
salute cardiovascolare. Ma dubito che qualcuno mi assegni una parte oggi, e
probabilmente nemmeno domani, quindi tanto vale mettersi in moto.
E non ho intenzione di illudermi, come ho visto fare a tanti. Si comincia con tre
anni, che poi diventano cinque, e infine, senza neanche accorgertene, continui a
considerarti unattrice, per passi la maggior parte del tempo in una tavola calda
dove hai il tuo armadietto, indossi luniforme di poliestere rosa e servi lasagne
tiepide a gente che ti chiama Perfavore.
Ho fatto progressi, ma non tali da poter affermare con certezza di aver
intrapreso la strada giusta, nella vita. Ho impiegato quasi un anno per ottenere
lambito posto di cameriera al The Very Funny, dove finalmente, grazie alle mance,
ho incominciato a guadagnare abbastanza per pagare laffitto senza laiuto di mio
padre. Lanno scorso, dopo aver spedito metodicamente foto e curricula a tutti gli
addetti ai lavori, sono stata chiamata dallagenzia Brill. Loro per si occupano
soltanto di spot pubblicitari, campo assai precario: a volte non ho audizioni per
settimane di fila. Questanno sono stata ammessa alla scuola di recitazione di John
Stavros, una delle migliori della citt. Ma quando mi sono trasferita a New York, mi
immaginavo a muovere i primi passi nel teatro davanguardia, recitando in qualche
produzione Off-Broadway, magari, e non a massaggiarmi le tempie fingendo di aver
bisogno di un analgesico. E un risultato allanno non era esattamente ci che avevo
in mente.
Ancora incastrata a met sotto il letto, devo raccogliere le forze per spingere un
pattino seminuovo da una parte. Spazzo avanti e indietro con il braccio, come sulla
neve, anche se incontro molta pi resistenza l sotto. Mi arrendo un istante e
appoggio la guancia contro il freddo pavimento di legno con un sospiro.
Ti rendi conto che gli attori che sfondano davvero si contano sulle dita di una
mano? mi dice chiunque. Ti serve un piano B. unidea che non mi piace per

niente (lunica cosa che abbia mai desiderato recitare) per ne ho uno, perch in
fondo non si sa mai: fare linsegnante come mio pap e sposare il mio fidanzato
storico, Clark. Non una prospettiva tremenda: mio padre rende linsegnamento
della letteratura discretamente affascinante, e nel caso non riuscissi a realizzare il
mio sogno a New York, immagino di poter condurre una normale vita felice con
Clark in qualche sobborgo dove lui fa lavvocato e io, be, qualcosa che mi tenga
impegnata di giorno.
Al liceo e alluniversit ho interpretato ruoli di primo piano in molti spettacoli,
non che per possa andarmene in giro per New York a dire: Lo so che il mio
curriculum praticamente inesistente, ma avreste dovuto vedermi in Hello, Dolly!
Potrei sempre chiedere qualche consiglio a uno dei pochi attori professionisti che
frequentano le lezioni di Stavros con me, tipo James Franklin: sta girando con
Arturo DeNucci ed stato scritturato per il nuovo film di Hugh McOliver, ma prima
dovrei trovare il coraggio di rivolgergli la parola. La sola idea mi fa tremare le
ginocchia: Scusa, James? Sono nuova e (ansima) e cavoli, fa un caldo
tremendo! Ecco, mi chiedevo se (ride istericamente, annaspa) ecco com
possibile che uno cos pieno di talento sia anche cos fantasmagorico?
Ahahahahahahah, scusami (ride sguaiatamente, fugge in preda alla vergogna).
Ho soltanto bisogno di una svolta: e per quella mi serve un vero agente. Non uno
che mi procuri apparizioni nelle pubblicit, piuttosto uno che mi faccia ottenere
audizioni per ruoli importanti. Ruoli recitati, almeno, o un lavoro stabile; qualcosa
che giustifichi anni di sacrificio e che possa, un domani, portarmi in qualit di
ospite allEd Sullivan Theater. La maggior parte della gente sogna di ricevere un
premio ai Tony Awards o di pronunciare il discorso di ringraziamento agli Oscar,
ma lEd Sullivan il posto preferito di mio padre, in cui mi portava da bambina,
quindi per me pi naturale sognare di raccogliere l i frutti del mio successo.
Sei mesi da oggi, penso, e sento lo stomaco contrarsi.
Provare a contare ciascun passo che separa la Franny sdraiata sul gelido
pavimento della sua camera da letto di Brooklyn da quella sul palco dellEd Sullivan
Theater mi disorienta. I due eventi sono separati da un baratro che mi d le
vertigini. Guardiamo il lato positivo, almeno simili momenti riesco a
immaginarmeli: sono come due fermalibri, anche se i volumi veri e propri che
dovrebbero stare in mezzo non sono ancora stati scritti.
Finalmente sfioro la punta rigonfia della mia scarpa da ginnastica e spingo la
spalla ancora pi sotto il letto: affiora insieme con una scatola di vecchie
musicassette del liceo, il mio orsetto Paddington senza uno dei suoi stivali gialli e
un cappello di paglia con la tesa ornata di fiori di plastica che Jane mi aveva
implorato di buttare lestate precedente.
Ficco di nuovo questi logori simboli del mio passato sotto il letto, mi infilo la
scarpa e mi preparo per andare a correre.

CI sono due nuovi messaggi.


Biiip.
Salve, sto cercando Frances Banks. Chiamo dallufficio della dietologa Leslie
Miles. Ho il piacere di informarla che non pi nella lista dattesa per la lista
dattesa della dottoressa Miles. Ora il suo nome passato dalla lista dattesa della
lista dattesa alla lista dattesa vera e propria. Congratulazioni. La contatteremo
entro i prossimi sedici mesi.
Biiip.
Ciao, Franny, sono Heather, dellagenzia. Oggi vai allaudizione per il detersivo
Niagara, giusto? Dov il Scusa, tutte queste carte! Trovato. Volevo sapere
unaltra cosa: hai qualche problema con il fumo? Sto cercando di farti entrare nel
casting di uno spot per una marca di sigarette destinato alla TV francese, mi pare,
o a qualche altro Paese europeo. Comunque, non che devi fumare davvero. Non
penso che Jenny, deve fumare davvero? No? Bene, quindi devi soltanto tenere la
sigaretta accesa tra le dita. pagato bene, sai, per il rischio eccetera eccetera.
Facci sapere!
Biiip.
Oggi ho un vero provino e lappuntamento mi ha aiutato ad alzarmi senza indugi
al mio orario ideale, le 8.00 in punto (be, se si esclude un ritardo di pochi minuti).
Ormai il trionfo alle spalle e ora, davanti allo specchio del bagno, affronto la mia
immagine riflessa, nel tentativo di sembrare minacciosa. Sono un matador che
sfida il pi furioso dei tori, ma ne uscir vincitrice. Brandendo con una mano il
diffusore del phon, affondo laltra nel barattolo e tiro su un mucchio di tremolante
gel verde. Oggi vi domer con la quantit: vi ho preso alla sprovvista! Beccatevi
questa, capelli!
Dopo averli asciugati e piegati al mio volere, la volta del mio minuscolo,
stipatissimo armadio. Col tempo, ho capito che i protagonisti degli spot pubblicitari
tendono a suddividersi in tre categorie, quindi ho perfezionato tre divise da
audizione: casual chic (donna che fa un lavoro dufficio: giacca nera con spalline
imbottite, camicia), mamma casual (donna che lavora in casa: camicia di jeans o
maglione, pantaloni) e sgualdrina (donna che veste da sgualdrina). Sono talmente
abituata a scegliere un abito per impersonare qualcun altro che quando ho il giorno
libero fatico a vestirmi da me. Non faccio che provare stili diversi, per non so

bene quale sia il mio. Alcune settimane fa credevo di averlo trovato: gitana. Adoro
le gonne ampie e i camicioni ricamati, amo i colori vivaci e sono un tipo informale.
Cos avevo scelto i capi pi svolazzanti che avevo trovato nellarmadio e avevo
sfilato orgogliosa davanti a Jane.
Cerano i saldi al mercatino? mi aveva detto dopo un istante di silenzio.
il mio nuovo look!
Cio tipo cantante folk?
Jane, dico sul serio. Renditi utile.
Aveva piegato la testa di lato, studiandomi attentamente. Davvero, Franny, quel
che mi viene in mente che sembri pronta per una fiera dellagricoltura.
Stasera ho lezione, dopo il provino, quindi la tenuta sar una via di mezzo tra
mamma casual e aspirante attrice: maglione nero, calze nere, gonna corta di lana
dello stesso colore e le mie Dr. Martens: scarpe non esattamente da mammina,
ma ideali per camminare. Ho indossato questo outfit cos spesso, finora, che il
total black mi appare un po noioso, un po banale. Cosa farebbe Jane al posto mio?
Tiro fuori una grossa cintura di pelle marrone dal ripiano pi alto dellarmadio e me
la metto lenta sui fianchi. Come tocco finale, pensando al tempo che fa fuori e al
prodotto da reclamizzare (Niagara!), prendo una ciocca di capelli in mezzo alla
testa e la lego con un elastico di velluto nero.
Il telefono in corridoio incomincia a squillare.
Ciao, pap.
Pronto?
S. Ho detto: Ciao, pap.
Franny? Sono tuo padre.
Ho capito.
Come facevi a sapere che ero io?
Te lho spiegato. Adesso abbiamo il Caller ID.
E si pu curare?
Pap. lidentificazione di chiamata. Vuol dire che compare il numero dellaltra
persona.
Che invenzione orribile. Chi pu desiderare una cosa del genere?
Cos sai chi .
Perch non limitarsi a un: Pronto, chi parla?
Pap. Che c? Ho unaudizione.
Vengo subito al sodo, allora. Tua zia Mary Ellen vuole che ti ricordi di prenotare
una stanza per il matrimonio di Katie.
Oh, me raviglioso. Grazie, me lero dimenticato.
La cerimonia a giugno, e se vuoi alloggiare in quellalbergo sulla spiaggia ha
detto di prenotare con largo anticipo.
Va bene, grazie.
Franny, sono in pensiero per te.
Perch?
Be, in base ai miei primi calcoli, questo sistema di identificazione telefonica
potrebbe farti risparmiare tra i venti e i venticinque secondi al giorno. Sono

preoccupato di come potresti impiegare cos tanto tempo libero.


Ah, ah.
Uno dei miei studenti mi ha parlato del nuovo telefilm, Friends. Pare che stia
spopolando. Forse dovresti mandare il tuo curriculum.
Pap, non cos che funziona. Inoltre non sono abbastanza magra per la TV.
Nessuno vuole essere davvero magro come quelle ragazze! Sembrano malate.
Tu scoppi di salute.
Non voglio scoppiare di salute.
Non dire sciocchezze.
Voglio essere in salute. Per voglio sembrare malata.
A questo ti servito studiare i classici, commenta con un sospiro.
Mio padre ama la letteratura e la poesia, la musica sinfonica e lopera. Ha un
minuscolo televisore in bianco e nero con la carta stagnola sullantenna, per
potenziarla, e lo accende solo per guardare il notiziario. Non capisce bene che
faccio, ma si sforza di tifare per me. Lanno in cui mi sono trasferita a New York
mi ha regalato unagenda in pelle marrone. Per segnare gli appuntamenti. Ne avrai
anche troppi, garantito.
Siamo sempre stati molto uniti, specialmente dal giorno in cui mi venuto a
prendere a scuola perch mamma era morta: frequentavo la prima media, era lora
darte della prof Peterson, e stavo modellando un portacenere dargilla quando pap
mi port nella sua Volvo scalcagnata. Mamma era morta in uno scontro frontale
perch aveva imboccato per sbaglio un senso unico in contromano. impossibile,
avevo pensato.
Ma dentro di me sapevo che mi stava dicendo la verit.
Per qualche strana ragione, invece di immaginare il viso di mia madre o cercare
di ricordare le ultime parole che mi aveva detto, riuscivo a vedere solo la logora
copertina bordeaux di Franny e Zooey, di J.D. Salinger, da cui aveva tratto
ispirazione per scegliere il mio nome. Probabilmente era sconvolta, visto che
prendere un senso unico al contrario non era il tipo di errore in cui poteva cadere la
mia intelligente, scrupolosissima mamma, che sapeva cogliere anche i dettagli pi
insignificanti. Guarda che meraviglia, Franny, mi diceva davanti a una tazza di
porcellana scheggiata comprata per due soldi al mercatino delle pulci. Guarda il
puntino giallo sui petali rosa. Lo vedi?
Cos avevo finto che non stava succedendo a me, ma a qualcun altro. Non so se
fosse linizio del mio percorso di attrice, ma per la prima volta mi ero resa conto
che era pi semplice pensare a come comportarmi calandomi nei panni altrui,
piuttosto che nei miei, e che fingere era un modo per sentirsi meglio.
Pi o meno.
Dopo aver salutato mio padre, mi sembra di sentire Jane al piano di sotto, di
ritorno dal set sul quale lavora, il che significa che potrei recuperare qualcosa da
mettere sotto i denti prima di prendere la metro.
Mi hanno messo nella lista dattesa! le dico scendendo le scale.
Quella della dietologa famosa?
S. Inoltre volevo chiederti se secondo te ho un problema col fumo.

Direi proprio di no, replica lei appoggiando un grosso sacchetto di carta sul
ripiano del forno, che nessuno ha mai usato. Indossa un impermeabile di seconda
mano e i soliti enormi occhiali da sole vintage con la montatura rossa. Jane
cresciuta nel Greenwich Village e ha stile da vendere. Mentre io sto l a pensare se
abbinare una camicetta nera a un paio di pantaloni dello stesso colore, lei si infila
un paio di blue jeans e una maglietta, mette al polso una manciata di vistosi
braccialetti e mi guarda come per dire: Visto? Che ci vuole? Compra nei grandi
magazzini e nei negozi di seconda mano, eppure fa sembrare costoso tutto ci che
indossa.
Un attimo! Jane Levine, non sei rimasta a lavorare fino a ora, vero? le dico in
tono interrogativo sbirciando nel sacchetto. Possono farlo?
Possono fare qualsiasi cosa. Non ho la tessera del sindacato. Si appoggia con
aria melodrammatica allo stipite della porta che separa la cucina dalla camera di
Dan e porta languidamente una mano alla fronte. Questo film, sospira. Non so
se sopravviver. Russell mi ha mandato a prendere un sandwich lattuga e
pomodoro da McDonalds alle quattro del mattino. Quello a Times Square era
chiuso per un servizio fotografico, ma ne ho trovato un altro aperto a Midtown, e
adesso Russell mi porta in palmo di mano. Questa mattina, a riprese concluse, ha
invitato me e altre due o tre ragazze nella sua roulotte. Abbiamo bevuto dei
Mimosa! Sfodera un sorriso entusiasta. Credo di essere ubriaca!
Jane sta cercando di diventare produttrice, il che fantastico, perch davvero
in gamba; inoltre una che ispira fiducia e sembra sempre avere la risposta
pronta anche quando in realt non sa niente. Nel frattempo, fa lassistente di
produzione del nuovo film con Russell Blakely, Kill Time. A quanto pare, trascorre
la maggior parte del tempo a portargli il pranzo, svolgere piccole mansioni da
fattorino e sopportare i capricci da primadonna dellattore. Ogni volta che mi parla
di Russell Blakely, mi viene in mente la sua battuta pi famosa, quella tratta dal
suo ultimo film, Steel Entrapment, quando dice a Cordelia Biscayne: Tesoro, sono
a casa, reggendosi al carrello di un elicottero con una mano, a petto nudo.
Menu del giorno: un assortimento di bagel lasciati sul tavolo del buffet
(purtroppo non accompagnati da crema al formaggio) e quella roba cinese col riso
che Dan adora, a mio avviso non del tutto disprezzabile.
Bagel, grazie. E un parere sul mio look, ammesso che tu riesca a vedere
qualcosa, dietro quelle lenti.
Lo sai. Sono una professionista. Jane abbassa gli occhiali sul naso e mi studia
attentamente.
Allora, ovviamente si tratta di un look che ho gi visto. Ma oggi come se mi
stesse parlando; anzi, mi grida in faccia la sua fortissima personalit. Mi sta
dicendo: Sono una casalinga felice che adora la casa, che si dedica anima e corpo
alla sua famiglia e lucida i pavimenti con un ardore che si visto di rado,
nellemisfero occidentale.
Fuochino. Ho un amore folle per i panni da bucato.
Ah. Detersivo per lavatrici! Sei perfetta, hai unaria cos pulita! Sto per cedere
allirresistibile impulso di precipitarmi in lavanderia. Il viso! Familiare, e insieme

una ventata di aria fresca, e i capelli sembrano finalmente domati!


Grazie, Jane.
Tuttavia, lascerei perdere la cintura.
Abbandono il mio infelice contributo alla moda sul corrimano della scala e senza
un particolare motivo decido di fare un ingresso teatrale in salotto, dove Dan sta
lavorando, mettendomi in posa in mezzo alla stanza come una valletta di Ok, il
prezzo giusto! che mostra un nuovo premio.
Dan? Non ho laria di qualcuno che indossa abiti lavati di fresco?
Mmm? fa, senza alzare lo sguardo.
Fallito il mio approccio iniziale, decido di tentarne uno ancora pi plateale.
Dan, insisto nella posa ieratica di un sarcofago egizio, Jane a casa. Si
mangia.
Grmmmh borbotta, continuando a scrivere come un ossesso sul bloc-notes.
Alla fine gli batto le mani davanti al naso. Dan, emergenza! Hai la patta dei
pantaloni aperta!
Cosa? mi chiede alzando finalmente lo sguardo e scostando la frangia dagli
occhi. Scusa, Franny, che questi Photar mi stanno dando del filo da torcere.
Sta scrivendo la sceneggiatura per un film di fantascienza con cui vuole partecipare
a un concorso. Sono sicura che vincer. A Princeton era uno studente brillante e
nessuno al mondo pi fissato di lui con gli extraterrestri. Quando cerca di
descrivermi la trama, mi ritrovo a contare le assi del pavimento, e insieme a
paragonare i vantaggi della crema di formaggio alle verdure con quella allerba
cipollina, ma sono certa che sia meglio di come sembra.
Che ne pensi della mia acconciatura? Sto facendo un sondaggio. Questa volta
la mia domanda sottolineata da un bizzarro passo di danza e da un gesto lezioso.
Mi odio. Qualcuno mi fermi.
grossa? azzarda fiducioso.
Come?
Ecco, il risultato che volevi ottenere, giusto? Una roba grossa con una specie
di fontana di riccioli in cima.
Dalla cucina arriva uno pseudonitrito, come se a Jane uscisse il succo darancia
dal naso. Peggio ancora, mi accorgo che, in attesa della risposta di Dan, ero
rimasta immobile in quella ridicola posa da recita di scuola, coi palmi in su.
Mi arrendo e abbasso le mani lungo i fianchi.
S, una fontana di riccioli era proprio il risultato che speravo di ottenere. Grazie,
Dan.
Sono sulla Settima Avenue e, mentre percorro i sei isolati che mi separano dalla
fermata della metro, prendo una decisione: devo smettere di cercare lapprovazione
di chiunque, indiscriminatamente. Incluse le persone con cui sono cresciuta e che
vedo quando torno a casa per il Ringraziamento; quelli che hanno un qualsiasi
lavoro vero, specialmente se richiede tailleur o tacchi a spillo; i miei compagni di
corso; i commessi di Barneys; gli sconosciuti che incontro sulla metropolitana; i

tassisti che hanno da ridire sulle mie indicazioni; gli addetti della gastronomia
sullOttava dove a volte chiedo una porzione extra di maionese; le madri altrui; gli
insegnanti di danza, gli istruttori di aerobica o quelli che di solito indossano (o mi
hanno visto indossare) la calzamaglia, e fricchettoni che scrivono di strane
creature chiamate Photar.
Non devo cercare lapprovazione di tutti, anzi, non devo cercare lapprovazione di
nessuno. Le attrici dovrebbero essere equilibrate e sicure di s, come Meryl Streep
e Diane Keaton. Dovrei essere pi originale e distinguermi dalla massa, proprio
come loro. Potrei incominciare a portare cravatte da uomo!
Dietro lo sportello, la donna che vende i gettoni per la metro mi scruta
diffidente. Mi conosce perch pago il biglietto da un dollaro e venticinque con gli
spiccioli, anche con vere e proprie montagne di monetine. Non un momento di cui
vado particolarmente orgogliosa, quello in cui blocco la fila mentre lei conta i miei
penny, uno alla volta. Oggi, per, ho le banconote. Ci scambiamo un cenno di
intesa, come se la vita potesse riservarci per questo un futuro migliore.
Metto il gettone nellapposita fessura e mentre aspetto la metro decido di
impiegare il tempo pensando solo a ci che bello, nella speranza di prefigurare un
esito positivo per la mia imminente audizione. Ho letto da qualche parte che essere
positivi unattivit molto potente e che bisognerebbe allenare la mente, invece di
stare a rimuginare se si hanno abbastanza soldi sul conto per prelevare venti
dollari o se verr mai un giorno in cui la tua vita non sar misurata in prelievi da
venti dollari.
Pensa positivo. Pensa positivo.
Non sempre cos facile.
Mmm.
Da qualche parte dovr pur cominciare.
Risultati.
Cose positive nella mia vita, ora.
Mmm.
Sono viva.
Partiamo dallovvio. Mi pare un buon inizio.
Ho trascorso delle belle vacanze con Clark.
Non un risultato, a voler essere precisi, ma comunque un ricordo piacevole.
Ci siamo conosciuti a un corso di orientamento per matricole e da quel giorno
siamo diventati inseparabili. Chi allepoca ci ha conosciuto ha creduto che un giorno
ci saremmo sposati. Non ne abbiamo mai parlato seriamente, ma sono certa che
stato anche il nostro pensiero.
Dopo il college Clark era stato ammesso alla scuola di specializzazione di legge
a Chicago, non alla Columbia, qui a New York, come avevamo progettato. Mi aveva
chiesto di partire con lui, di andare a vivere insieme. A Chicago c una scena
teatrale molto vivace, insisteva, ma non avevo avuto la forza di rinunciare a New
York, non prima di averci almeno provato. Cos avevamo stretto una specie di
patto: ci saremmo presi una pausa e avremmo tirato le somme una volta
terminata luniversit. Ecco spiegato il motivo dei tre anni: avevo pensato che se

Clark poteva prendere una laurea in legge in quellarco di tempo, anchio avrei avuto
la mia opportunit di fare reali progressi. Da allora sono uscita con qualche ragazzo
e probabilmente lui ha frequentato altre ragazze, ma sono storie senza importanza.
E quando ci vediamo, come se il tempo non fosse passato. Alla fine ci
sposeremo, lui lo sa, non fa che ripetermelo.
Sei sicura di non voler venire con me adesso? mi ha chiesto lultima volta, in
aeroporto.
Io, ecco non ancora.
Daccordo. Poi ha aggiunto, ammiccando: Chiamami, quando cambi idea.
A volte, quando le mance sono scarse e i piedi mi fanno male, mi chiedo perch
continuo a rimandare linevitabile. Mi chiedo perch non prendo quel dannato
telefono e mi trasferisco a Chicago, invece di continuare a ostinarmi in unimpresa
che ha meno del cinque per cento di probabilit di successo.
Eppure, non so perch, non lo faccio.
Per quanto stia bene con Clark, quando lo vedo ho le idee confuse. Mi manca, mi
manca molto e
Merda.
Pensare positivo pu essere molto difficile, a volte. Basta abbassare la guardia
un istante, e senza accorgertene ti ritrovi a rimuginare e a macerarti. Vorr dire
che restringer il campo a quanto di bello mi successo in ambito lavorativo. La
mia vita personale non mi di alcun aiuto. Sono venuta a New York per fare
lattrice: non la fidanzata n la persona felice.
Cose belle in ambito lavorativo.
Dunque
Almeno un ingaggio lavevo avuto.
Prima del Giorno del Ringraziamento, subito dopo che Dan si era trasferito in
casa nostra, mi avevano dato una parte in un breve spot trasmesso da reti locali
per un negozio di abbigliamento chiamato Sallys Wear House. Si trattava di una
pubblicit natalizia che sarebbe andata in onda per un tempo limitato, nella quale
gli attori indossavano maglioni ingombranti in materiale acrilico e rafia. Il mio
aveva un motivo a losanghe bianco e grigio, spalline imbottite, collo e polsini
bordati di pelliccia bianca. Dovevo guardare lobiettivo con aria estasiata e dire:
Che bello. In unaltra scena saltellavo gridando: Sogno un bianco Natale! Poi
alzavo lo sguardo verso un punto indefinito ed esclamavo: Ohhh, sta nevicando!
Per festeggiare, eravamo andati tutti e tre in quel ristorantino cinese di cui non
ricordo mai il nome. La pubblicit era andata in onda alcune settimane dopo,
mentre eravamo seduti a guardare Law & Order; allinizio ci eravamo messi a
strillare eccitati, poi Jane aveva cominciato a rotolarsi per terra dalle risate. Non in
modo cattivo, soltanto non riusciva a credere che riuscissi a sembrare felice con
quellorrendo maglione addosso. Fu uno choc vedermi in televisione. Nessuno aveva
pensato di infilare una cassetta nel videoregistratore, e in pochi secondi tutto era
finito. Quel che ricordo che il mio viso pareva una luna piena e sembravo molto
pi alta dellaltra ragazza.
Ma sono enorme! avevo detto coprendomi il viso e sbirciando tra le dita.

Non lo sei, mi aveva rassicurato Jane cercando di riprendere fiato, tra una
risata e un colpo di tosse. Sei unattrice strepitosa, ecco la verit. Ci sono
cascata in pieno: ho creduto che adorassi davvero quellorribile maglione in lana di
topo.
I fiocchi di neve hanno aggiunto unaria cos finta, avevo osservato, ancora
sconvolta.
Tu per eri fantastica. Davvero irresistibile.
Poi, finalmente, si era levata la voce di Dan: Quindi si tratta di una pubblicit
di abbigliamento invernale?
S, Dan, aveva replicato Jane lanciandomi unocchiata. Credo che siamo
unanimemente daccordo nellaffermare che ci che abbiamo appreso in questi
trenta secondi che si trattava di una pubblicit di abbigliamento invernale.
Dan aveva annuito assorto, poi aveva sorriso.
Be, Franny, mi ha colpito. Era molto natalizio. Eri il volto del Natale, Fran.
Ma come si fa a dire a qualcuno che il volto del Natale? Jane e io ci eravamo
scambiate uno sguardo e avevo incominciato immediatamente a formulare una
risposta sarcastica, come faccio ogni volta che mi rivolgono un complimento.
Tuttavia, qualcosa nel suo tono sincero mi aveva fermato, e per una volta nella
vita mi ero limitata ad annuire e ad arrossire, tenendo la bocca chiusa.
Per quello spot guadagnai settecento dollari, la somma pi cospicua che abbia
mai visto su un unico assegno. Ma da allora non ho avuto altri ingaggi.
Probabilmente era un fuoco di paglia. Probabilmente non lavorer mai pi.
Pensa positivo.
Dunque
Quel lavoro lho ottenuto.
E oggi ho la possibilit di ottenerne un altro.
Ecco fatto.
Quando la metro arriva, mi siedo e faccio un bel respiro. La linea D, tra Brooklyn
e Manhattan, una delle mie preferite, perch a un certo punto il treno sbuca
allesterno e attraversa il fiume accanto al ponte di Manhattan. A volte mi metto le
cuffie e ascolto un po di musica, altre compilo il cruciverba del New York Times e
altre ancora leggo, ma qualunque sia il mio passatempo in quel momento, non
dimentico mai di guardare fuori dal finestrino, anche solo per un istante, mentre il
treno attraversa lEast River prima di tuffarsi di nuovo nelle viscere della terra.
soltanto un gesto scaramantico, ma osservare il fiume, le barche, lenorme cartello
a caratteri cubitali rossi con la scritta WATCHTOWER, un rito che mi ricorda che
sono piccola, che sono una delle migliaia, anzi dei milioni, di persone che hanno
guardato il fiume prima di me, da una barca o da unauto o dai finestrini della linea
D; che sono arrivate a New York con un sogno, che lhanno realizzato oppure no,
ma che comunque hanno fatto lo stesso sforzo che sto facendo io ora. Mi aiuta a
vedere in prospettiva e, per quanto sembri strano, mi d speranza.

NEL posto in cui si tiene il casting del detersivo per lavatrici Niagara c uno di
quei vecchissimi e claustrofobici ascensori di New York che si muove cos
lentamente da sembrare fermo, e sono incastrata allinterno con due che hanno
laria di essere attori in erba accompagnati dalla madre. Sono gemelli, credo, un
maschio e una femmina, con i capelli rossi e le lentiggini. La bambina mi rivolge un
sorriso raggiante che deve aver perfezionato allenandosi ore e ore allo specchio.
Rigira una grossa ciocca lucente intorno a un dito.
Bei capelli, le dico.
Dormo su un cuscino speciale di seta cos i boccoli non si schiacciano, mi
spiega sorridente.
Fantastico, rispondo sorridendole a mia volta, nonostante non possa
competere con la sua radiosit. Volete premere il bottone per me, bambini? Vado
al quarto piano.
Lo faccio io! si offre il bambino.
No! Io! replica la sorella dandogli una leggera spinta. me che hanno
chiamato.
Il bambino si fa da parte e sorrido comprensiva alla loro madre, ma lei sembra
ipnotizzata da una macchia da qualche parte sopra la mia testa, cos decido di
concentrarmi sui lacci delle scarpe e sopporto il resto dellinterminabile, cigolante
salita in silenzio. Anche nei migliori ascensori il tempo pu scorrere con inesorabile
lentezza.
Quando arriviamo la sala daspetto affollata, il che significa che ci devono
essere diversi provini. Ci sono bambini e bambine dellet dei gemelli
dellascensore; un paio di uomini sulla cinquantina, entrambi in giacca e cravatta; e
diverse ragazze che mi somigliano, ma in una versione migliore, pi elegante.
Linterprete di Franny nellipotetico telefilm sulla vita della vera Franny.
Mi registro.
Nome
Ora dellarrivo
Ora del casting
Agenzia
Numero di Previdenza sociale
Mentre riempio le minuscole caselle del foglio delliscrizione, scruto la parte gi

compilata come un detective alla ricerca di indizi. Sto cercando di capire quante
persone hanno gi visto oggi, se qualcuna la conosco, se sono della mia stessa
agenzia, se sono arrivate puntuali e se hanno una grafia pi bella della mia.
Qualsiasi cosa faccia in modo diverso da me chi ottiene un lavoro. Se il mio
appuntamento fosse stato cinque minuti prima, avrei avuto io la parte? Se avessi
disegnato una faccina sorridente al posto della o in Penelope, come la persona
che si iscritta prima di me, lavorerei di pi? Se fossi stata la prima a sostenere
il provino, invece della decima, avrei
Franny? Sei proprio tu? Ti chiami Franny, vero?
Vorrei sprofondare. Mi hanno scoperto. Mollo la biro pi velocemente di quanto
avrebbe mai fatto una persona con la coscienza pulita e alzo lo sguardo.
Franny Banks, vero? Sei alle lezioni di Stavros? O mi andato il cervello in
pappa? La ragazza di fronte a me scoppia a ridere; anzi, si piega in due dalle
risate come qualcuno che potrebbe avere davvero il cervello in poltiglia, e continua
a ridere a un volume tale che evidente che non le importa affatto di attirare su
di s lattenzione di tutti i presenti.
Non lho mai vista prima e non so come faccia a conoscere me o il mio
insegnante, ma quel che mi colpisce di lei sono i capelli, incredibilmente lunghi,
lucidi e biondissimi. Inoltre minuta, come una bambola che ha preso vita o una
persona in atteggiamento da bambola, con le mani in avanti, le dita affusolate e
protese a reggere uninfinit di oggetti diversi, e i piedi inarcati, pronti a calzare un
intero corredo di scarpette di plastica di mille colori. Indossa cos tanti braccialetti
doro tintinnanti che il suo esile polso sembra in procinto di spezzarsi da un istante
allaltro sotto il loro peso. Nonostante sia una cupa giornata di gennaio, indossa
jeans bianchi che le calzano alla perfezione e le arrivano giusti giusti alle caviglie,
come Mary Tyler Moore nel Dick Van Dyke Show, speciale Tropici.
Uh, s, sono io. Sono Franny. Mi sembra di sovrastarla. Allimprovviso mi
sento goffa, come se mi avessero dotato di un braccio in pi per sbaglio senza
sapere che farmene.
Oddio! Penserai che sono una grandissima maleducata. Ciao! Sono Penelope
Schlotzsky. Lo so, un nome orribile, vero? Probabilmente mi chiederanno di
cambiarlo. Ride di nuovo e lancia la cortina di capelli di lato, in modo che le
ricadano tutti su una spalla. Mi sembra quasi di sentire lo spostamento daria.
Sono a corto di argomenti, situazione che mi capita di rado. Voglio soltanto
s apere chi le chieder di cambiare nome e se queste persone hanno qualche
consiglio da darmi in merito a quel che dovrei cambiare di me stessa.
Sono la nuova! strilla, prima che io possa reagire. La settimana scorsa
stata la mia prima lezione, ma ero seduta in fondo, tipo paralizzata dal terrore,
quindi non ero sicura che fossi tu, o qualcuna che ti assomiglia, ma dovevo, dovevo
buttarmi e venire a salutarti perch, ti giuro, sei stata, be, sei stata la migliore.
Uno spasso. Mi hai fatto morire dal ridere. Li stenderai tutti, allo spettacolo di fine
corso.
Stavros non incoraggia questo tipo di discorsi tra i suoi studenti. Pacino o De
Niro? commenterebbe. Non perdete tempo a fare paragoni. Concentratevi su di

voi. E mentre sono segretamente lusingata dai suoi complimenti, laccenno alla
performance di fine anno (strombazzato ai quattro venti) mi fa leffetto di un
pugno nello stomaco. Mancano due settimane esatte e ci lavoriamo da mesi:
lunica opportunit che abbiamo di essere presi in considerazione da agenti, registi
e professionisti del settore, che vengono a vederci perch rispettano Stavros e
sanno che ha fiuto per il talento. una serata in cui tutto (o qualcosa, se non
altro) pu succedere. Lanno scorso, Mary Grace entrata in un musical di
Broadway proprio grazie allo spettacolo e altre due persone hanno trovato un
agente, ed proprio cos che James Franklin ha ottenuto il provino che alla fine lo
ha portato al film di Arturo DeNucci. lesempio migliore di quel che potrebbe
accadere. Lui, per, un attore fantastico: non potrei mai sperare in qualcosa di
cos clamoroso. Voglio soltanto un agente, o anche solo un appuntamento con un
agente. Non mi concedo di sperare nientaltro.
Caspita, grazie! rispondo. E benvenuta. Vedrai, ti innamorerai di Stavros.
Sono sincera, tuttavia nella mia voce risuona una nota falsa. Sto cercando di
eguagliare il suo entusiasmo, ma con meno vigore, e la combinazione mi fa
sembrare finta, come una di quelle signore che vendono pantaloni elasticizzati in
TV. Sono cos comodi. Non vi accorgerete nemmeno di indossarli.
Oh, Stavros il migliore! dice Penelope estasiata. Sexy da morire, non
trovi?
Il nostro insegnante di recitazione molto attraente, vero, ma sentirla parlare
di lui in questi termini, come se fosse uno di noi, mi mette a disagio. Mi sembra
una mancanza di rispetto. Be, quando parla travolgente, il massimo che
riesco a ribattere per assecondarla.
Vero! Cos pieno di ardore! Non riesco ancora a credere di essere entrata,
soprattutto perch di solito non prende nessuno a pochi giorni dallo spettacolo. Ma
immagino che si sia detto: Be, in fondo ha gi un agente alla Absolute e due film
in uscita, quindi, perch no, soltanto lennesimo stupido grissino da gestire!
Questo esattamente il tipo di disinvoltura che ti aspetti da unattrice,
suppongo. Cio, personalmente non urlerei ai quattro venti che la mia agenzia la
Absolute Artists, la migliore della citt, n parlerei dei film che ho fatto, o mi
riferirei a me stessa come a uno stupido grissino, soprattutto ad alta voce e in
una stanza piena di gente. Ma daltra parte, nel mio caso, niente di tutto ci
corrisponderebbe a verit.
Quindi dopo questa tortura andrai a lezione? mi chiede scostando una ciocca
di capelli scandalosamente bionda dal viso. Ti va di mangiare uninsalata insieme,
prima, in quella tavola calda sullOttava?
Insalata. Come no. Dovrei mangiarne di pi. Ma non mi attira per niente. Anzi,
avevo gi intenzione di andare in quella tavola calda sullOttava a consumare la
mia consueta cena pre-lezione: formaggio alla griglia, patatine e le parole crociate
del New York Times . Ma per qualche ragione mi ritrovo a cercare un pretesto per
rifiutare linvito.
Oh, mi dispiace, non posso. Ho ecco un altro casting, dopo questo.
La bugia esce prima che io possa anche solo prendere in considerazione lidea di

fermarmi in tempo. Se Penelope mi chiede qualcosa sul prossimo casting, mi


coglier completamente impreparata. Magari posso riciclarne uno di qualche
settimana fa, ma che succede se cera anche lei?
Per fortuna sembra non importarle granch. Ottimo! esclama dandomi una
pacca sulla spalla. Sei perfetta per gli spot pubblicitari. Io faccio piet. Sono un
fiasco totale, urla.
Non so perch, ma ne dubito. Anzi, dubito che la parola fiasco faccia parte del
suo vocabolario. E qualcosa, nel modo in cui mi dice che sono perfetta per gli spot
pubblicitari, mi fa gelare il sangue nelle vene. lunica spiegazione per quello che
mi esce di bocca listante successivo.
Gi, e a dire il vero, subito dopo, ho delle prove. Alzo gli occhi al cielo, come
per dire: la mia routine.
Unestate, in campeggio, cercarono di insegnarmi lo sci dacqua. Rimasi dritta
due secondi, prima di cadere. Dimentica di quello che mi avevano spiegato, mi
aggrappai alla fune e fui trascinata, sobbalzando sulla superficie del lago finch il
conducente finalmente non se ne accorse e spense il motore della barca. la
sensazione che sto provando in questo preciso momento, mentre le bugie si
accavallano luna sullaltra e non riesco pi a fermarmi.
Casting e prove! esclama Penelope come se avesse appena incontrato i suoi
due migliori amici di sempre. Non aberrante?
Certo, le dico. Aberrante.
Facciamo la prossima volta, allora. Mi ha fatto piacere conoscerti, conclude
stringendomi la mano, mentre i braccialetti doro tintinnano rumorosamente. Ci si
vede in scena! Ride e mi saluta con un cenno della mano, un gesto rivolto a me
ma che pare includere anche lintera stanza. Carisma, penso. Ecco quel che
succede, quando una persona dotata di carisma entra in una sala piena di estranei.
Ipnotizzati, guardiamo Penelope e le sue sottili gambe fasciate di bianco
scomparire lungo il corridoio.
Dopo che se ne andata mi sento un po depressa, ma non so perch. Anche gli
altri sembrano accusare il vuoto che ha lasciato, come se fossero disorientati,
confusi. La fissano mentre si allontana, col cuore gonfio di nostalgia, come se
sentissero gi la sua mancanza. Lentamente si rendono conto che non torner, cos
uno alla volta tornano a leggere, a sfogliare il giornale o a studiare le battute dello
spot: una cosa che avrei gi dovuto fare da un pezzo.
Basta bugie, penso. Perch ho declinato linvito di Penelope, se si esclude il mio
rapporto di amore-odio nei confronti delle insalate? Perch il tipo di persona che
usa la parola aberrante per fare la colta? Ora mi toccher andare nella peggior
tavola calda della Sesta Avenue, due isolati pi lontano, e spendere molto di pi.
Concentratevi su voi stessi. In quellistante decido di diventare amica della
bionda. Mi vedo mentre la sostengo e la incoraggio, applaudendo fragorosamente
dopo ogni scena che recita a lezione. Sar cortese, gentile, manger pi insalata.
Frances Banks, tocca a te. Una ragazza dallaria annoiata con un paio di
occhiali anni Cinquanta, un abitino baby-doll e un paio di anfibi legge il mio nome
dallelenco degli iscritti.

Merda. Credevo di avere pi tempo. Non ho nemmeno dato unocchiata alle mie
battute, neanche a una parola. Sarei dovuta arrivare prima e non sprecare
nemmeno un minuto a chiacchierare. Invece me ne sono stata l ad ascoltare i
complimenti di Penelope, provando invidia per i suoi capelli, quando avrei dovuto
concentrarmi. Non posso permettermi di sprecare unopportunit. Ho il cuore in
gola, mi manca laria.
Pronta? mi chiede, con una smorfia svogliata che dovrebbe essere un sorriso.
S. Assolutamente. Prontissima.
In questo momento sarei la persona pi indicata per gestire la scena di un
incidente o per effettuare una rianimazione cardiopolmonare. La persona giusta per
eseguire una manovra di Heimlich su uno che sta soffocando al ristorante. Perch
nei momenti di crisi sono molto, molto calma. Cos, mentre la ragazza mette la
pellicola nella Polaroid, lancio unocchiata veloce alle battute, a sangue freddo, mi
concentro sul testo e ignoro le indicazioni di sceneggiatura. Non mi sarebbero
comunque di molto aiuto, in uno spot come questo, roba tipo: Inala il profumo
inebriante del morbido asciugamano. Mai che dicano: Respira con la bocca a causa
del tizio sudato che ha monopolizzato lasciugatrice della lavanderia a gettoni.
Allora, le battute. Profumare come un fresco giorno di primavera Farsi
travolgere dalle cascate Niagara: tutta la freschezza della luna di miele racchiusa
in un flacone. Non le ho memorizzate alla perfezione, ma andr bene. Per fortuna
non sembra materiale particolarmente originale. Una volta tanto, sono sollevata di
dover sostenere un provino per lo stesso dozzinale spot pubblicitario come ho gi
fatto fino alla nausea.
Tiro un respiro profondo mentre Miss anni Cinquanta mi scatta una foto sullo
sfondo di una nuda parete bianca, per poi allegarla al mio book in modo che chi
deve selezionare gli attori possa vedere che aspetto ho davvero, prima del trucco.
La seguo nella stanza dove si tengono i provini: il pavimento ricoperto da
moquette, non ci sono finestre ed completamente spoglia, a eccezione di due
sedie e un carrello da ufficio con un televisore e un videoregistratore. Su un
cavalletto c una videocamera, girata verso un segno sul pavimento che indica il
punto in cui dovrei stare. Di fronte a me, a pochi metri di distanza, siedono due
donne. Entrambe passano i trenta e sfoggiano la stessa pettinatura con capelli lisci
come spaghetti e la riga in mezzo. Anni Cinquanta inserisce una cassetta nella
videocamera e accanto allenorme lente nera si accende una lucina rossa. Sembra
una terza persona nella stanza, che non parla n sorride, che si limita a fissarmi
senza battere ciglio, senza mai distogliere lo sguardo.
Ciao, Franny, come va, alla grande? Grande. davvero grandioso conoscerti,
cantilena Spaghetto numero uno senza alzare lo sguardo. Se non hai domande sul
prodotto puoi dirci come ti chiami e qual la tua agenzia e cominciare quando ti
senti pronta. Grazie mille.
Cerco di deglutire, ma ho la gola secca. In stanze come questa non facile
rompere il ghiaccio. Se avessero voglia di parlare, potrei buttare l un paio di
battute, creare un legame e temporeggiare, in modo da calmarmi. Ma queste tizie
sono tutte lavoro, nientaltro che lavoro.

Guardo il foglio. Non ho intenzione di farmi prendere dal panico o di chiedere


altro tempo o dir loro che non ho avuto modo di memorizzare le battute. Manterr
la calma, come una vera professionista. Cosa vuole pi di qualsiasi altra cosa il tuo
personaggio? ci chiede sempre Stavros. Biancheria pulita, mi dico. La cosa che
desidero di pi al mondo ottenere un bucato sempre pi bianco. Cerco di
respirare, ma riesco a inspirare soltanto una minuscola molecola di ossigeno.
Sapete che c di difficile, nel mestiere di mamma? Niente. Biancheria pulita.
Sorrido come se avessi la situazione sotto controllo. Il bianco pi bianco ci che
desidero di pi al mondo.
Ho sempre tempo per i miei bambini. Vengono sempre al primo posto. Mi
rilasso un po e penso a un bambino di nome George a cui facevo da baby-sitter al
liceo. Gli piaceva il solletico e non sapeva pronunciare bene il mio nome.
Ho sempre tempo per i miei amici. tutta questione di equilibrio, sapete?
Spaghetto numero uno e numero due ridacchiano. Almeno credo. O soltanto
frutto della mia immaginazione? Non sento bene, il sangue mi pulsa nelle orecchie.
Decido di pronunciare le battute con pi enfasi, in modo che sappiano che considero
il bucato una faccenda tremendamente seria.
Ho sempre tempo per me stessa. Profumare come una fresca giornata di
primavera rende la vita un gioco da ragazzi.
Adesso stanno proprio ghignando, non c dubbio. Devo essere stata davvero
pessima. Cerco di concludere con un colpo di coda, per mascherare la mia
delusione. Il mio bucato il pi pulito del mondo!
Quando mio marito mi chiede come faccio, gli rispondo: semplice! Ogni
giorno penso alla nostra luna di miele, alle cascate del Niagara, e mi faccio
travolgere dal suo ricordo impetuoso. Niagara: tutta la freschezza della luna di
miele racchiusa in un flacone.
Abbasso il foglio e le osservo, sconfitta, ma vedo che sorridono. Anzi, sono
raggianti. Si guardano e annuiscono.
Non ci sto capendo niente.
Fantastico! esclama una delle due. Esilarante.
Davvero, ottimo lavoro.
Molto originale!
Non ho idea di come mai sia piaciuta, ma so che devo assecondarle.
Grazie! replico, e poi, senza un motivo particolare: Volete che apporti
qualche modifica? Stupida, stupida. Non chiedere di ripeterlo, se non sai nemmeno
coshai appena fatto, penso.
Mmm Mi osservano con il capo leggermente piegato da una parte come due
cuccioli nella vetrina di un negozio di animali. Poi si guardano con aria di intesa.
Perch no, giusto per divertimento!
S! Non fraintenderci, stato forte! Ma stavolta lasciati andare!
Per mettici tutto il tuo impegno, come prima.
S! Concentrata ma disinvolta, come se stessi chiacchierando con la tua
migliore amica.
S! Come se ti stessi confidando con la tua amica del cuore.

S! Le stai rivelando un grande segreto, ma non importante. Insomma, un


segreto, per allo stesso tempo una roba da niente.
S! Con naturalezza.
S! Per mettici tutto il tuo impegno.
S! E per favore, ti faresti una coda di cavallo?
S!
La seconda volta ho le idee ancora pi confuse, ma Spaghetto numero uno e
numero due ridono di gusto.
Credo che sia pi divertente con i capelli sciolti, che dici? domanda Spaghetto
numero uno, e Spaghetto numero due annuisce entusiasta.
Quando esco, infilo distrattamente il foglio con le battute nella borsa e mi
precipito verso lascensore.
Vago senza meta per un paio di isolati. Sono cos entusiasta allidea di essere
piaciuta a quella gente, che mi sento euforica e disorientata. Alla fine rallento e mi
ritrovo a Union Square Park, dove decido di fermarmi a sedere e riflettere su quello
che appena successo. Devo capire perch hanno pensato che andasse bene. Una
sigaretta. Non so quanto darei per una sigaretta. Dovrei averne una da qualche
parte in fondo alla borsa. Lo so per certo, perch ho finto di dimenticarmene, ma in
cuor mio so benissimo che esiste.
Recupero il pacchetto, ma non trovo laccendino. Continuo a rovistare nella
borsa, sperando che si materializzi qualcosa. Niente fiammiferi, niente accendino,
niente di niente. Sono la vergogna della categoria fumatori. Non ho mai le due cose
che dovrei avere contemporaneamente. Tengo comunque la sigaretta spenta in
mano, come una coperta di Linus, e guardo il testo dello spot. Per la prima volta lo
leggo da cima a fondo.
Dalle battute avevo capito che la storia si sarebbe svolta in questo modo:
inquadrature generiche di qualcuno che interpreta il ruolo di una mamma fantastica,
intenta a giocare con figli generici, a bere un generico t perfetto con generiche
amiche perfette e altre generiche attivit da madre perfetta.
Ma c dellaltro.
Il mio stomaco si contrae.
Le indicazioni tra una battuta e laltra dicono lesatto contrario. Dopo: Ho
sempre tempo per i miei bambini. Vengono sempre al primo posto, c scritto: La
mamma porta a scuola la figlia mentre sta gi suonando la campanella. Dopo la
battuta: Ho sempre tempo per i miei amici, c scritto: Guarda la segreteria
telefonica con aria colpevole e decide di cancellare le chiamate. Alla fine, la
casalinga affannata infila una quantit esorbitante di panni sporchi nella lavatrice e
il bucato esce miracolosamente immacolato, mentre il marito la abbraccia e le
rivolge uno sguardo di approvazione.
Lo spot doveva essere comico.
Hanno pensato che il mio tono serio fosse una scelta precisa, mentre in realt
stavo davvero cercando di convincerle di essere un modello di perfezione. Se avessi
capito le intenzioni dello spot, lo avrei interpretato in maniera diversa. Con un tono
pi apertamente sarcastico, per esempio. Avrei cercato di far loro capire che avevo

colto il tono brillante dello spot, che ero in grado di interpretarne lesatto registro.
Invece ho cercato di essere seria e convincente, e le ho fatte ridere. Tutto ci
significa o che non ho idea di cosa sia la comicit, oppure che lo capisco meglio di
quanto creda.
Hanno riso, non quello ci che conta? Scatenare lilarit inconsapevolmente
vale lo stesso? Non so bene cosa sia successo, in quella stanza. Forse si
consumato un fiasco clamoroso. O uno strepitoso successo. Vorrei poter chiamare
qualcuno e chiedere spiegazioni, rivolgermi a un ipotetico giudice celeste che
governa tutte le audizioni del mondo, lonnipotente Dio del Comico, affinch mi aiuti
a decifrare questa serie interminabile di eventi incomprensibili. Ma oggi ho soltanto
me stessa, su una panchina, con un foglio sgualcito e una sigaretta spenta, e il
disperato bisogno di un po di sacro fuoco. O almeno di un accendino.

LA maggior parte delle strade di Manhattan va in ununica direzione. Le strade a


numerazione dispari vanno a ovest, verso il fiume Hudson, e quelle pari a est; me
lha insegnato Jane, newyorkese doc. Anche nel nostro quartiere, a Brooklyn, ci
sono per lo pi strade a senso unico, quindi vedo i familiari cartelli con la freccia
bianca e le grosse lettere nere centinaia di volte ogni settimana, ma non li do mai
per scontati. Io guardo sempre in entrambe le direzioni, in caso qualcuno non abbia
visto il segnale e stia procedendo contromano. Faccio cos da sempre. Controllo
non una, ma due, anche tre volte, prima di attraversare una strada a senso unico.
Ed cos, un marted pomeriggio prima di andare a lezione, che vedo James
Franklin.
Sono sicura che non cera, le prime due volte che ho supervisionato il flusso
delle auto dirette a ovest sulla Quarantacinquesima Strada, ma quando controllo
per la terza volta, eccolo l. James Franklin, lattore professionista che continua a
seguire le lezioni di recitazione, quello che ha ottenuto la parte nel film con Arturo
DeNucci. Indossa un giaccone verde di tipo militare e dei blue jeans scoloriti, e
intorno al collo porta una sciarpa a righe blu e rosse. Ha i capelli neri e un po
mossi. bello da togliere il fiato. Anche da lontano, si staglia tra la folla, come se
il sole brillasse pi luminoso su di lui, regalandogli pi attenzione e calore che a
tutti gli altri.
dallaltra parte della Sesta Avenue e sta andando a ovest, mentre io mi sto
dirigendo a nord. Se attraverso la Quarantacinquesima prima che il semaforo
diventi rosso e temporeggio con disinvoltura, c la possibilit di un incontro
fortuito. Forse mi riconoscer, forse si ricorder persino come mi chiamo, anche
se rientrato da poco; stato via per un mese dopo che io avevo appena iniziato
a frequentare. Ma se mi riconosce, forse potrei chiedergli un accendino, e magari
resteremmo allangolo della strada a fumare e chiacchierare delle lezioni, oppure
mi chieder se mi va un caff e andremo a mangiare un boccone e parleremo
Merda. Parleremo di che? Qualcosa mi verr in mente. Qualcosa di divertente, e lui
mi confesser: Sei simpatica. Non sapevo che fossi cos simpatica. Sono davvero
contento di averti incontrata. E magari usciremo, qualche volta, e chiss, forse ci
innamoreremo. E un giorno ci ritroveremo a passeggiare proprio lungo questa
strada e mi dir: Ti ricordi il giorno in cui ci siamo incontrati proprio qui, per caso?
Ma non succeder un bel niente, se oggi mi passa accanto senza vedermi.
Attraverso la Quarantacinquesima e mi fermo accanto a un cestino
dellimmondizia, frugo nella borsa come se stessi cercando qualcosa da buttare, in

attesa del semaforo verde. Finalmente lo vedo attraversare la strada. Distolgo lo


sguardo in modo che non mi sorprenda a fissarlo, e quando alzo di nuovo gli occhi
lho perso tra la folla. Il mio cuore incomincia a battere allimpazzata ma poi
eccolo, e sento il rossore farsi largo sul mio viso. Calmati. Ha una tracolla di tela e
un cercapersone alla cintura. La borsa sembra piuttosto piena, tanto che mi
domando quale possa esserne il contenuto. Forse andato a prendere una
sceneggiatura che deve studiare per unaudizione. O magari se le fa recapitare da
un corriere: ho sentito che funziona cos, quando inizi a lavorare sul serio. Magari
ci sono dei libri di John Osborne o di Charles Bukowski, perch sta cercando di
dare un senso alla sua cupa, tormentata visione del mondo. Scommetto che porta
sempre con s un taccuino, in caso debba annotare un pensiero profondo,
eventualit che, ne sono certa, si verifica praticamente ogni giorno.
Mentre raggiunge il mio lato della strada mi concentro sulla mia borsa e lancio
occhiate al cestino dellimmondizia, sospirando esasperata e frugando platealmente
nel tentativo di trovare ci che sto cercando. Dove accidenti finito? dico a
voce troppo alta, a beneficio di un pubblico inesistente. Alla fine tiro fuori lunica
cartaccia degna di questo nome su cui riesco a mettere le mani: linvolucro sottile
di una gomma da masticare, cos impalpabile che, nonostante limpeto del mio
gesto melodrammatico, plana leggero fuori dal cestino, e quando alzo lo sguardo
James Franklin si volatilizzato.
Mi guardo intorno sgomenta e la mia borsa scivola gi dalla spalla, che nel
frattempo si afflosciata. Pochi istanti dopo alcuni passanti mi urtano e la borsa,
aperta, giace sul marciapiede. Me lo merito, ovviamente, una punizione per la mia
grossolana prova dattrice e per aver agito senza precauzioni al solo scopo di
catturare lattenzione di James Franklin. Che ora, improvvisamente, mi si
materializzato di fronte.
James Franklin davanti a me.
La sua tracolla ha urtato la mia borsa, mentre passava. Un po come se si
fossero scambiate un bacio.
Il pensiero delle borse che si baciano, si innamorano e si mettono pure insieme
mi fa sorridere, ed terribile, perch mi distrae e mi impedisce di escogitare un
modo per essere irresistibile. Devo pensare a qualcosa da dire. Qualcosa di arguto.
Il tempo a disposizione sta finendo. Lui mi sta fissando. Raccolgo la mia roba e lo
guardo con aria ottusa, paralizzata come quelle persone che vincono alla lotteria e
sono troppo sconvolte per dire qualcosa, o come un attore durante una premiazione
che rimpianger tutta la vita di non aver preparato in anticipo il discorso di
ringraziamento e, muto, guarda le lancette dellorologio muoversi inesorabili.
Ringrazia tua moglie! vorresti gridargli attraverso lo schermo della televisione, ma
lorchestra incalza ed ormai tardi.
Oooh, scusa, io
Siamo nella stessa classe! esclamo, un po troppo entusiasta.
Oh, davvero?
S! Da Stavros. Frequento da pochi mesi e nel frattempo tu sei mancato
perch tu sei un attore vero Le parole mi muoiono in gola e gli sorrido

come unebete.
Oh, giusto. Gi. Credo di aver capito chi sei Annuisce, piano, e mi rivolge un
sorriso sghembo. S.
Ha un leggero accento, un po strascicato. Devessere cresciuto in qualche Stato
del Sud. Forse ha passato linfanzia in una fattoria in Texas, oppure in Georgia.
Forse lavorava nel granaio dei suoi e aiutava il padre nel raccolto.
Continua a guardarmi. immobile, non si muove di un millimetro. Io invece
vacillo pericolosamente. Cerco di restare ferma, ma unimpresa impossibile.
Mi piace molto quello che fai a lezione, oso abbassando lo sguardo.
Oh, davvero? Ho limpressione che sia in imbarazzo e si guarda le punte delle
scarpe. timido, penso. Chiss come deve sembrargli caotica la metropoli, rispetto
al silenzio e agli spazi immensi a cui era abituato.
S! Cio, a imitare Marlon Brando sono capaci tutti, basta sbraitare: Stella!
Stella! ma il tuo Stanley era, be, era cos originale. Almeno, io la penso cos.
Devo darmi una calmata. Spero di non sembrare pretenziosa. Ogni volta che si
usa la parola Brando in una frase, le probabilit di sembrare saccenti sono
piuttosto alte. Faccio un respiro, il primo da quella che mi pare uneternit.
Comunque, continuo porgendogli la mano e tentando di sostenere il suo sguardo,
io sono Franny.
Franny. Della classe di Stavros. Strizza leggermente gli occhi, forse per
evitare il fumo della sua sigaretta, anche se ho la sensazione che mi stia
studiando. Hai detto che sei nuova?
Chi, io? Be, pi o meno. Sono nuova a lezione, ma vivo a New York da due
anni. Due anni e mezzo. Ho lavorato per mio padre nella scuola dove insegna e
prima ho fatto parte di una compagnia teatrale. Siamo anche andati in tourne. Ah,
ho girato pure uno spot pubblicitario. E adesso, be, eccomi qui!
Argh. Sto blaterando. Almeno non gli ho raccontato che la compagnia teatrale si
chiamava Forza, ragazzi! e che portavamo in scena stupide favole nelle scuole
elementari degli Stati vicini. Oddio, e se mi chiede che compagnia era? E perch gli
ho parlato dello spot? Probabilmente lui non si abbasserebbe mai a farli.
Davvero forte, complimenti, risponde con il suo accento del Sud, sorridendomi.
Il lavoro lavoro, giusto?
Esatto! S! Il lavoro lavoro! Com vero! Sono sollevata. Per devo
smetterla di ripetere le sue frasi.
Si sente uno strano ronzio e James controlla il cercapersone alla cintura.
Scusami. il mio agente, dice disinvolto. Devo incontrarlo da qualche parte.
Quindi non vieni a lezione? gli domando, con un po troppa ansia nella voce.
No, ribatte lui. Poi aggiunge, con il broncio: Stasera no, cara.
Sembra quasi dispiaciuto per me, come se stesse annullando un appuntamento
fissato da tempo, o come se parlasse con una bambina di cinque anni a cui hanno
appena detto che non pu pi andare allo zoo. Mi infastidisce lidea che pensi di
avermi delusa, anche se la verit che sono inspiegabilmente devastata dalla
notizia.
Nemmeno io. Nemmeno io vado a lezione, perch, ah, che strana coincidenza,

devo andare a ritirare delle sceneggiature, a dire il vero. Merda. Basta con le
bugie.
Oh, davvero?
S. E poi devo ecco ho delle cose da fare, sai con i miei agenti, dico
agitando le mani con aria di mistero.
Davvero fantastico. Con che agenzia sei?
Allimprovviso sono troppo stanca per continuare a mentire. Si chiama
Melasonoappenainventata.
Come? Oh, ho capito. Era una battuta. Ah.
S, era una battuta. Al momento non ce lho un agente fisso. E neanche prima.
Ah, bene James resta in silenzio. Sembra a disagio. Ho rovinato tutto. Non
mi rivolger mai pi la parola. Lo saluter da lontano, qualche volta, ma per la
maggior parte del tempo finger che questo incontro non sia mai avvenuto. Ho il
volto in fiamme e sto pensando disperatamente a una battuta originale per
congedarmi, magari qualcosa che ha detto Diane Keaton in Io e Annie, quando
James abbassa la sigaretta e sfodera il suo irresistibile sorriso del Sud.
Posso avere il tuo numero di telefono? mi chiede.
Mi prende alla sprovvista. Come gli sar saltato in mente? Forse il suo modo
di consolarmi perch non ho un agente. Decido che non mi importa.
Il mio numero? Certo. Hai bisogno di qualcuno che ti rappresenti?
Mi guarda confuso. No, per oh. Stavi scherzando. Di nuovo. Ah.
Ha una maniera strana di ridere. Emette un singolo ah, invece di una risata vera
e propria. Forse una di quelle persone con sottile senso dellumorismo, che non
ridono mai sguaiatamente, lacrimando e sbrodolandosi.
Strappo un foglietto della mia agenda e ci scrivo il mio numero. Quando mi
saluta, mi d un bacetto sulla guancia sfiorandomi con la barba ispida del mento.
Sono contento di essermi... scontrato con te, ironizza con la sua voce roca, e a
momenti mi sciolgo.
E non un modo di dire, aggiunge disinvolto. E questa volta ride davvero.
Evviva!
Ora mi toccher correre, se voglio arrivare a lezione in tempo, ma non mi
importa. Farmi largo tra la folla una sfida che adoro. Sfreccio per la strada senza
toccare nessuno. Sembro il personaggio di un videogame, che difende il proprio
minuscolo spazio vitale dagli invasori, individua un varco sul marciapiede, accelera
per occuparlo prima di qualcun altro, rallenta finch non individua un nuovo varco,
in sincrono con la folla che si muove con me eseguendo una complicata coreografia
per migliaia di persone.
Sono felice. Un ragazzo mi ha chiesto il mio numero di telefono. Andr tutto
bene. Ma sono anche cos agitata che corro troppo veloce e riesco ad arrivare a
lezione nel momento pi sbagliato. Stavros apre le porte del teatro alle cinque e
cinquantacinque precise e le chiude alle sei. Se arrivi troppo presto, ti ritrovi in
mezzo agli studenti pigiati accanto allingresso, la tensione nellaria palpabile e

sei costretto a sentire le conversazioni altrui.


LE CONSEGUENZE DI ARRIVARE A LEZIONE
NEL MOMENTO PI SBAGLIATO
I personaggi parlano contemporaneamente, sovrapponendosi.
CASEY (sulla ventina, bellissima, un po lamentosa, parla con Franny): Franny!
Meno male! Hai saputo? Come, a che proposito?! Franny, ti ho lasciato un
messaggio, come fai a stare unora senza controllare la tua segreteria? Va bene,
stammi a sentire. Ti ricordi la dieta di cui ti ho parlato e che stanno facendo
tutte le ragazze di Los Angeles? Quella in cui mangi una banana e poi aspetti di
morire di fame e poi mangi un uovo sodo e aspetti e quando stai per svenire
mangi unaltra banana? Be
CHARLIE (sulla ventina, meditabondo, rivolto a un ragazzo): Che senso ha andare a
vedere quello spettacolo orribile, scusa, che senso ha? limmondizia pi
volgare, dozzinale e commerciale che ci sia in citt in questo momento Cosa?
Oh, veramente? Vogliono sostituire il tizio che interpreta quel personaggio? E
come lhai saputo? Sul serio? E pensi di proporti? Dici che potrei provarci
anchio? Cio, non ti dispiacerebbe? Posso dirlo al mio agente? Insomma, siamo
cos diversi, amico, non che siamo in competizione, siamo cos dannatamente
diversi. No, be, lho detto, certo, ma non intendevo in senso assoluto. Ho
assistito a cose peggiori, garantito, e comunque sono entrato dopo lintervallo,
quindi ho visto soltanto il secondo atto. Forse se avessi visto anche il primo la
cosa avrebbe avuto pi significato
DON (sulla ventina, esuberante, chiacchiera con un compagno): Non lo conosci? Mi
prendi in giro? Non ci credo. Da A Little Night Music? Te ne canto un pezzettino.
Scusa, faccio fatica Ho un po di sinusite:
Or I shall marry the millers son,
Pin my hat on a nice piece of property.
Friday nights for a bit of fun
Well go dancing.
Meanwhile
(Tossisce ripetutamente.) Scusa. No, va tutto bene. Sto bene. Nessun problema.
Adesso ricomincio
CASEY: ovvio che non lhai ancora provata, senza offesa, ma per fortuna ti ho
trovata, perch hanno appena scoperto che una banana contiene un quantitativo
enorme di zuccheri, o di enzimi, non ricordo pi il termine medico esatto, ma si
tratta di una scoperta recentissima e la notizia si sta spargendo in tutta Los

Angeles. Comunque, a quanto pare, le banane sono cos piene di zuccheri o


nutrienti che probabilmente traggono in inganno il nostro organismo al punto che
le scambia per fette di torta
CHARLIE: Be, non dico che sarei fantastico, ma grazie per averlo pensato. Sono
convinto che non sarei male. Cio, un ruolo perfetto per le mie corde, ma mi
sa che anche tu non saresti affatto male. Dico davvero. Insomma, potrei farlo,
credo, e lo farei, se me lo chiedessero, ma temo di avere un problema non tanto
con lo spettacolo in s, ma con il tizio che ci recita, com che si chiama?
Comunque non importa. Penso solo che non sia granch come attore, non ha
intensit, e poi non credo che si possa impostare interamente sul registro
passionale, voglio dire, non lo scegli certo tu: un attore deve essere uno
strumento No, lo so, lo so, dicono che potrebbe essere candidato a qualche
premio, probabilmente per questo che se ne va; adesso che pensa di ricevere
un premio, probabilmente far un film, tipo
DON (continua a cantare):
Its a pinch and a wiggle
And a giggle in the grass
And Ill pitch the lights fandango
CASEY: Dico davvero, come se mangiassi una torta intera Non spaventoso?
CHARLIE: Sai chi mi ricorda? E non lo dico perch sono invidioso, ma perch si
assomigliano moltissimo. Avvicinati. A James. Ho ragione, eh? Proprio lui; quello
stronzo che veniva a lezione, amico.
In secondo piano vediamo Franny (vicina ai trentanni, capelli in uno stato
pietoso) voltarsi verso Charlie.
CHARLIE (continua): Le ragazze gli sbavano dietro, ma il talento? Tranquillo, non
mi sente nessuno. C un non so che di fasullo in lui, non credi? Non ci sente
nessuno, amico, rilassati. Perch tutti, e dico tutti, adorano quel tizio? La mia
soltanto unopinione. Comunque chi se ne frega. Probabilmente la mia solo
invidia. Ho sentito che frequenta Penelope Schlotzsky, amico. Sono incazzato.
Avevo una cotta per quella ragazza. James e Penelope, amico. Perch gli idioti
con un bel faccino ottengono sempre quello che vogliono?
DON (con un crescendo finale):
Or I
Shall marry
The millers
Son

(Colpi di tosse.) Davvero non la conosci? Argh. Com possibile? di Sondheim!


La porta si apre e gli studenti entrano. Franny lultima e mentre chiude la
porta, lentamente, tristemente:
Dissolvenza

CI sono quattro nuovi messaggi.


Biiip.
Frances, sono io, tuo padre. Se non sbaglio, stasera c il tuo spettacolo. Se
potessimo parlare davvero, sarei in grado di dirti in bocca al lupo di persona, ma in
questi giorni in cui la tecnologia si sta impadronendo delle nostre vite suppongo che
dovr accontentarmi di dirtelo tramite una segreteria. La prossima settimana
incominceremo Cuore di tenebra. Chiamami almeno per Il signore delle mosche. E
per il matrimonio di Katie Scusa, non voglio darti il tormento: fammi solo uno
squillo.
Biiip.
Franny, sono Casey. Ci vediamo a teatro alle cinque, daccordo? Possiamo
ripetere le battute? Continuo a incasinarmi con quel discorso, quando confesso
lomicidio. Sto morendo di paura, mi sa. Ci vediamo stasera!
Biiip.
Ciao, Franny, sono Clark. Volevo soltanto... be, sapere come stai. Richiamami.
Biiip.
Ehi, sono Katie, tua cugina. Tuo padre dice che puoi venire solo per il
matrimonio e non per la cena prenuziale perch venerd lavori. Mi raccomando, non
preoccuparti, sono gi contenta se riesci a venire. Non vedo lora di farti conoscere
il mio futuro marito. Ci vediamo a giugno.
Biiip.
Lapplauso sta scemando, ma il sangue pulsa cos forte che non riesco a capire
se di quelli che esprimono apprezzamento genuino o commiserazione. Lascio il
palco col volto in fiamme e cerco di capire cos appena successo, questa sera.
Fino a quel momento temevo soltanto che Herb si fosse arrabbiato perch mi
ero presa una giornata libera dal lavoro e, ancora pi sconcertante, che James
Franklin mi avesse chiesto il numero di telefono quando era chiaro che facesse
coppia con Penelope. Ma alla luce di quello che appena successo su quel
palcoscenico, tutto ci che stato al centro dei miei pensieri nelle ultime due
settimane (e per tutta la mia vita, a dire il vero) sembra completamente
irrilevante.
La scena con Casey era andata piuttosto bene. Avevo interpretato
unavvocatessa che con un serrato interrogatorio le aveva fatto confessare un

omicidio, fra le lacrime, naturalmente. Mentre i macchinisti portavano via il tavolo


e le sedie, avevo usato i pochi minuti a disposizione per cambiarmi e mettermi i
vestiti di scena per il monologo successivo, dietro le quinte. Non so cosa avessi in
mente.
Be, in realt lo so benissimo. La mia protagonista aveva appena fatto sesso con
il suo capo, quindi indossava una vestaglia e sotto era nuda. Cio, avevo la
biancheria indosso, ma solo quella, niente body o sottoveste, in modo da provare
sulla pelle quella sensazione di cosa? Vulnerabilit, immagino. Non lo sapr
nessuno, avevo pensato. Sarebbe stato il mio segreto, un segreto tra me e me che
speravo mi concedesse un piccolo vantaggio sugli altri.
Ma poi qualcosa era andato storto.
Chi cade sul palco con indosso una vestaglia?
Perch? Perch? Perch? Perch?
Il monologo filava liscio, o almeno cos credevo. Ora non so pi niente. Il
pubblico rideva alle mie battute, ma probabilmente questo mi aveva disorientata.
Le risate mi avevano fatto perdere il ritmo, costringendomi ad aspettare che si
placassero, prima di continuare. Eppure stava andando bene, almeno finch non
avevo deciso di sedermi. Era cos buio, lass. E avevo i riflettori negli occhi. Era
come il sogno che faccio sempre, quello in cui sono sul palco, pietrificata, senza
sapere bene che ruolo interpretare, cos nervosa da non riuscire nemmeno a
parlare.
Ma non avrebbe dovuto essere cos complicato trovare lunico pezzo di
arredamento su un palco completamente spoglio. Una sedia: dovevo soltanto
sedermi su una sedia, che ci voleva. Quello era stato il primo errore. La mia
protagonista non avrebbe dovuto mettersi comoda: era troppo agitata, era appena
andata a letto col suo capo Perch avevo deciso che doveva sedersi? Se solo
No, non ci pensare.
E poi lavevo mancata. Per un soffio. Mentre mi abbassavo, avevo capito che non
stavo centrando la sedia, ma credevo di farcela. Ne ero certa.
Forse era stato per via della vestaglia di seta di Jane, cos scivolosa: molto pi
scivolosa dellaccappatoio di spugna che avevo usato durante le prove. Ero cos
contenta quando me laveva prestata: era esattamente il tipo di indumento sexy
che indosseresti se pensassi di andare a letto col tuo capo, e avevo pensato che
quei fiori azzurri e bianchi mi avrebbero fatto risaltare, sul palcoscenico. Non avrei
mai dovuto prenderla in prestito. Se solo fossi rimasta fedele al mio accappatoio di
spugna, non sarebbe successo niente di tutto questo.
Con mio enorme terrore, la vestaglia si era sollevata, mentre scivolavo a terra,
spalancandosi come se fossi appena passata sopra una grata della metropolitana.
Era impossibile che nessuno tra il pubblico avesse visto il mio
Non ci pensare, ho detto!
E poi cosera successo? Penso di aver detto qualcosa, dopo essere caduta sul
pavimento ed essermi affrettata a coprirmi con i lembi della vestaglia. Era seguito
un imbarazzante momento di silenzio, in cui ero rimasta pietrificata e il pubblico
tratteneva il fiato nellattesa che parlassi.

E io cosa avevo detto?


Ah, giusto.
Da dove arriva, questa?
Oh, no, lavevo davvero detto?
S. Non so perch. Non aveva alcun senso.
Da dove arriva questa?
Che idiota! Non mi era venuto in mente nientaltro.
Per gli spettatori ridevano. Almeno credo. O forse erano soltanto trasaliti. No,
stavano decisamente sbellicandosi, erano trasaliti quando ero caduta. Per il
disgusto di quello che erano stati costretti a vedere, o semplicemente preoccupati
per la mia incolumit? Non mi ricordo. E ormai non importa. Comunque fosse,
avevo rovinato tutto.
Forse non andata cos male, cerco di convincermi mentre esco dal teatro buio
e imbocco il corridoio che conduce ai camerini. Forse nessuno ha visto particolari
troppo scabrosi. Forse sono riuscita ad agguantare lorlo della vestaglia in tempo.
Ciao Franny, bel culone.
Oh, lo sapevo. Charlie ha visto ogni cosa. Lo sanno gi tutti quanti, che sono
caduta. Vorrei sprofondare.
Cosa? butto l, cercando di temporeggiare e pensare a una risposta dignitosa.
Bella interpretazione, ho detto.
Eh?
Non sei daccordo? Stasera stiamo andando alla grande.
Oh, certo. S, vero. A proposito, hai visto il mio monologo?
No, mi dispiace. Ma ne ho sentita una parte dal monitor. Direi che sei andata
benissimo.
Oh, grazie. S, credo di essere andata bene, almeno fino a un certo punto.
Grande. Be, allora in bocca al lupo, per le chiamate.
Le chiamate da parte delle agenzie! Me nero dimenticata. Probabilmente non ne
ricever nemmeno una, ormai. Ma forse non andata cos male come credo. Forse
posso ancora sperare. Se solo (non posso farne a meno!) se solo fossi rimasta in
piedi, se solo non avessi mancato la sedia, se solo avessi scelto indumenti meno
stupidi.
Ho bisogno di chiedere a qualcuno se stato davvero cos orribile, ma gli attori
nel backstage stanno aspettando di andare in scena e sono troppo nervosi per
parlare. Quelli che mi hanno vista da dietro le quinte probabilmente ora sono scesi
dal palco e stanno fumando nella green room retrostante, commentando la propria
prova. Non ho nessuna voglia di raggiungerli. Posso affrontare una persona alla
volta cercando inutilmente di convincermi che non andata cos male, ma non un
esercito di volti compassionevoli.
Quindi mi dirigo nel vicolo dietro il teatro. Potrei farmi una sigaretta e starmene
per i fatti miei, e magari cercare di capire cos successo davvero.
Ma ovviamente non sono lunica ad aver avuto lidea di uscire; cinque o sei
compagni di corso sono gi fuori a fumare e chiacchierano in tono sommesso.
Ciao, come va? mi chiede Don, con sincero interesse.

Don pu essere dispettoso e competitivo, ma anche unenciclopedia vivente. Ha


una collezione enorme di locandine ereditate dal padre, che faceva il regista a
Broadway, e le conosce cos bene che ormai convinto non solo di aver visto ogni
singolo spettacolo, ma anche di avervi preso parte.
Non saprei. Mi sembrato che ci fosse qualcosa di strano nel monologo, ma
non so bene cosa.
Non me ne sono accorto, risponde lui, alzando le spalle.
Che sollievo! La notizia non si diffusa. Almeno, non ancora.
Ma ho sentito qualcosa dal monitor. Ne hai saltata una parte, dice
scrutandomi.
Davvero?
Gi. Hai dimenticato la parte in cui dici che tua madre sa dove vai il luned
sera, e che anche lei ha un debole per il tuo capo. Ma erano solo due battute. Sono
sicuro che non se n accorto nessuno.
Don mi d le spalle e torna alla sua conversazione, e la mia testa incomincia a
girare. Ho dimenticato una parte del monologo. Sono caduta, mostrando a tutti una
quantit ancora da determinare del mio corpo nudo e ho saltato delle battute.
Quellinformazione fa svanire lultimo briciolo di speranza che mi era rimasta, e
cio che, nonostante la cantonata gigantesca, potesse essere andata meglio di
quanto temessi.
Immagino il pubblico, gli agenti e i professionisti del settore, che probabilmente
non conoscer mai, e allimprovviso sono travolta dalla stanchezza. Vorrei andare a
casa, tornare a Brooklyn, infilarmi a letto e nascondermi, ma devo aspettare che
abbiano finito tutti per dare una mano a pulire il teatro e poi andare da Stavros per
ascoltare il suo giudizio, come se potesse esserci qualcosa da dire, eccetto: La
prossima volta vedi di non cadere.
Non ho voglia di incontrare nessuno, per non ci sono altri posti in cui
nascondersi. Potrei aspettare allingresso, ma il pubblico uscir a momenti. Magari
potrei starmene fuori e poi entrare di soppiatto quando la gente comincer a
sciamare. Almeno posso stare da sola.
Ma se non rientro non posso prendere il mio cappotto, e dopo pochi minuti
davanti al teatro sto gi tremando di freddo. Ma anche una bella sensazione. Ho
voglia di sentire qualcosa di concreto. Qualcosa a cui posso dare un nome.
Mi assale un senso di profonda tristezza. Il freddo mi aiuta a pensare pi
lucidamente e posso quasi trovare le parole per descrivere il pensiero cupo a cui
non ho ancora dato un nome.
Poi, allimprovviso, eccole: Che senso ha?
Se abbandonassi il mondo dello spettacolo domani, non lo saprebbe nessuno e
non importerebbe ad anima viva. E che genere di individuo vuole lavorare in un
mondo completamente indifferente ai suoi sforzi? Se rimanessi, daltro canto,
nessuno mi ringrazierebbe comunque per la presenza. Non sono certo Alexander
Fleming, che ha scoperto la penicillina, qualcosa per cui le persone gli sono ancora
grate. Se non fossi mai venuta a New York, qualcun altro avrebbe preso il mio
posto: in classe, sulla metro, nel locale in cui faccio la cameriera. Chi avrebbe

notato la mia mancanza, guardando lo spot di Sallys Wear House alla TV? Nessuno
mi grato per averlo interpretato. E nessuno dir: Se solo Frances Banks ne
avesse fatti altri. Che contributo sarebbe stato il suo! Pensate alle vite che
avrebbe potuto salvare indossando quel maglione acrilico.
Qualcuno mi batte su una spalla.
Non hai freddo?
James Franklin. Lultima persona che ho voglia di vedere in questo momento.
Dopo quello che successo, non c niente che potrebbe farmi sentire peggio se
non ritrovarmi davanti il ragazzo per cui sbavavo e che mi ha chiesto il numero di
telefono per non chiamarmi mai. Anche dopo aver saputo che lui e Penelope
facevano coppia fissa ho incrociato le dita ogni giorno, nelle ultime due settimane,
in attesa di riavvolgere il nastro della segreteria telefonica, sperando che avesse
lasciato un messaggio.
Ma non era successo.
James mi sorride e pesta i piedi, sfregando le mani e soffiandoci sopra. Indossa
il suo giubbotto verde militare e la sciarpa a righe blu e rosse. Siamo cos vicini
che mi accorgo che fatta a mano e sento una fitta di gelosia al pensiero di chi
possa avergliela regalata.
Mi piace il freddo, rispondo, con un tono che spero sia cos seducente e
misterioso da fargli rimpiangere di non avermi richiamato, mentre cerco di non
rabbrividire. Hai Eri tra il pubblico? gli chiedo osservandolo con attenzione. Ti
prego, Dio, dimmi di no.
Tra il pubblico? S. Ero in piedi, in fondo. Lo spettacolo finito, hanno appena
chiamato gli attori alla ribalta. Stavros sta spiegando come compilare i moduli per
le chiamate. Il pubblico uscir a momenti.
Ho saltato la ribalta, mi ero persino dimenticata che ci fosse. Ho perso la
possibilit di andare sul palco con tutti gli altri ed essere vista unultima volta in
posizione eretta. E le chiamate. In questo istante Stavros star raccogliendo i
moduli sui quali gli agenti e i registi e coloro che si occupano dei casting
metteranno una croce accanto al nome delle persone che vogliono rivedere.
Allimprovviso sento un freddo mortale. Mi stringo le braccia al petto per
riscaldarmi e fisso i miei piedi, cercando di darmi un tono.
Sicura di non avere freddo? Vuoi il mio giubbotto?
No, grazie, sto bene.
Almeno prendi questa. James si sfila la lunga sciarpa a righe e me la avvolge
intorno al collo. Voglio protestare, ma mi tremano le ginocchia e ho paura che se
parlo scoppier a piangere. Senza contare che mi sento meglio, sapendo che non mi
presterebbe la sua sciarpa, se fosse il prezioso regalo di una fidanzata. Questa
luce tenue nella mia desolata serata mi rende pi audace.
Allora, hai assistito al mio capitombolo? Almeno facciamola finita. Voglio
sapere quanto stato orribile, dalla voce di qualcuno che lha visto.
S, ma non stato niente di che. Un giorno ne riderai. Te la sei cavata
egregiamente.
Non ci che avrei voluto sentire. Quelli che ammiri per essersela cavata

egregiamente non avranno mai un agente; sono persone che stanno guarendo da
un cancro o stanno subendo un processo per omicidio.
E ho saltato una parte del monologo, aggiungo, sperando che non se ne sia
accorto.
S, ho sentito. Ma soltanto perch conosco a memoria lopera. Nessuno te ne
far una colpa.
Non esattamente una recensione entusiasta, ma non sembra nemmeno
disgustato. Eppure, sta evitando di dirmi quanto voglio sapere.
Ma quando sono caduta cio, stato cos terribile? stato davvero
Posso essere sincero? James mi guarda con aria seria. Sta per dirmi che
persino peggio di quanto pensavo; lo capisco dalla sua espressione. Perch devo
sentirlo proprio da lui? Non avr pi il coraggio di guardarlo in faccia.
Certo. Raddrizzo leggermente la schiena, preparandomi al colpo.
Di solito, ecco spero che tu non mi fraintenda ma di solito sei molto
castigata, giusto? Nel modo di vestire, intendo. Be, stasera, e spero di non
offenderti se te lo dico, quello che ho visto mi ha fatto capire che, ecco, sotto
sotto hai un bel corpicino. Dovresti mostrarlo pi spesso. Non solo per sbaglio.
James arrossisce e infila le mani in tasca, poi mi guarda intensamente. Non mi
importa se sta mentendo per farmi sentire meglio, perch ci riuscito alla grande;
mi sento meglio. Voglio ringraziarlo, magari abbracciarlo, poi le porte del teatro si
spalancano e vediamo Penelope, con indosso una corta pelliccia di un candore
abbagliante. Sorride, quando vede James, poi lo sguardo si sposta su di me e di
nuovo su di lui, per fermarsi sulla sciarpa a righe intorno al mio collo, e il sorriso
sembra svanire, mentre negli occhi si fa strada una punta di sospetto. Per si
riprende subito, piega la testa di lato e mi guarda con espressione afflitta, le labbra
arricciate in un piccolo broncio.
Povera caaaraaa, esordisce facendosi incontro con le braccia tese. Vieni qui,
tesoro. Mi sa che hai proprio bisogno di un abbraccio. Mi stringe con una forza
sorprendente e posa la testa sul mio petto, poi ci dondoliamo come una coppietta
di quattordicenni che balla un lento. Tesorooo, mormora alla mia clavicola.
Con le braccia bloccate lungo i fianchi, rivolgo uno sguardo impotente a James.
Ehm, Pen? chiama lui dolcemente. Stavo proprio dicendo a Franny che
lincidente della sedia non stato niente di che
Ma certo! esclama la ragazza, liberandomi dallabbraccio con una forza tale
che sono costretta a fare un passo indietro. Niente di che, ovvio!
Le stavo dicendo che la sua prova dattrice non ne ha risentito, aggiunge.
Infatti!
E che un giorno ne rider.
Naturalmente! annuisce Penelope, sorridendo a James. Gli va accanto e lo
prende a braccetto con disinvoltura.
S, anzi, sono quasi pronta per riderne, a dire il vero. Ah! Ah! Ah! esclamo
sarcastica.
James mi guarda comprensivo, Penelope sorride e cerca di soffocare un risolino,
ma non sembra in grado di frenarsi e lentamente la risata esplode e cresce fino a

trasformarsi in un grido selvaggio e sguaiato che culmina in una specie di nitrito.


Be, sono davvero sollevata, ansima. Cio, divertente, a pensarci bene.
Sghignazza cos forte, che non riesce a respirare. Le sorrido sportiva, cercando di
assecondarla. Ho detto che ero pronta a riderci sopra, vero, ma Penelope sembra
sullorlo di una crisi isterica. Si tiene la pancia, piegata in avanti, boccheggiando.
Ma la cosa pi esilarante (ridacchia) quando hai detto (tossisce) E non
nemmeno luned. Lancia un urlo che squarcia la gelida aria notturna, poi mi
sferra un pugno sul braccio: animata da intenzioni scherzose, lo so, ma il colpo
abbastanza forte da incrinare qualcosa dentro di me. Quella ragazza ha un agente,
un fidanzato, stasera non caduta sul palcoscenico rivelando al pubblico la sua
sconsiderata scelta di biancheria intima, e per qualche inspiegabile ragione sono
furiosa con lei.
vera?
Eh? domanda Penelope cercando di prendere fiato.
La tua pelliccia. vera?
un colpo basso. Ma il braccio mi fa male e sono sconvolta. Non mi importa
niente se la sua pelliccia vera o finta. Presumo che, pensandoci bene, mi
schiererei contro le pellicce fatte di coniglietti che un tempo hanno scorrazzato
felici per i prati, ma non una cosa sulla quale ho riflettuto molto. E anche se lo
facessi e un giorno decidessi di non indossare mai lo stesso animale che porta le
uova pasquali ai bambini di tutto il mondo, non da me giudicare qualcuno per le
sue scelte in fatto di moda.
Peneleope diventa scura in volto e abbassa lo sguardo.
Ecco, dice, in effetti s. Anchio avevo qualche perplessit. Ma apparteneva a
mia madre, e cos ho pensato: Be, ormai ce lho Le parole le muoiono sulle
labbra e sfiora con aria distratta il soffice colletto. Quando guarda James, lui la
cinge con un braccio e lattira a s.
Adesso mi sento un verme. Vorrei che anche mia madre mi avesse lasciato
qualcosa, oltre alloscura eredit del mio nome, ispirato a quello di un personaggio
letterario le cui gesta pi rimarchevoli sono sbocconcellare un sandwich con
insalata di pollo e bere un bicchiere di latte per poi svenire durante un
appuntamento con un pretenzioso compagno di universit. Vorrei avere qualcosa di
suo che avesse un significato pi profondo, qualcosa da indossare o guardare e che
me la faccia ricordare. Ma mia madre aveva imboccato per sbaglio un senso unico
contromano e dopo la sua morte la vista dei suoi libri e dei jeans e delle magliette
era diventata insopportabile per mio padre, e cos si era liberato di tutto. Come
faceva a sapere che me ne sarei stata davanti a Penelope Schlotzsky, quindici anni
dopo, divorata dalla gelosia nei confronti di una pelliccia vintage?
Penelope indossa un soprabito della madre morta e io sto prendendo posizione in
merito a una questione che fino a cinque minuti fa non mi interessava neppure.
No non intendevo non volevo dire Tua madre ? Che cosa commovente.
Lhai ereditata dopo la sua?
Penelope aggrotta la fronte, di solito perfettamente levigata, poi capisce e
scoppia a ridere.

Ma cosa pensavi? Oh, accidenti, no, mia madre non morta. viva e vegeta e
probabilmente in questo preciso istante star sorseggiando un drink a bordo
piscina. Mi ha prestato la sua pelliccia perch pensava che facesse molto
Hollywood!
Dopo aver restituito la sciarpa a James torno dentro e scendo a prendere
cappotto e borsa. La sala nel backstage vuota, ormai, ma devo affrontare Stavros
e il suo giudizio: ho una fifa blu. Sono ragionevolmente sicura di aver sprecato
lunica possibilit che avevo. Ci sar un altro spettacolo, certo, ma a quel punto i
tre anni che mi ero concessa per ottenere qualche risultato concreto saranno
trascorsi e non voglio cedere al compromesso. Mi rifiuto di trasformarmi in una di
quelle persone che si ostinano a non accettare la realt dei fatti, e cio che nulla
andr mai come sperato.
Una morsa gelida mi stringe il cuore.
Forse sono gi diventata una di loro, mentre ero occupata a fare altro.
Forse non riesco ad accettare la verit, e cio che i miei sogni non si
realizzeranno mai.
Forse lo so gi, ma non riesco ad ammetterlo. Quanti altri giorni da cameriera
mi occorrono, prima di affrontare la realt?
Forse davanti a me ci sono gi prove a sufficienza: non ho bisogno di aspettare i
risultati dello spettacolo di fine corso, per decidere. Forse devo rassegnarmi al
fatto che il tempo a mia disposizione scaduto.
Questa folgorazione mi fa sudare freddo.
Sono a New York da due anni e mezzo. Due anni e mezzo in cui ho trovato un
lavoro da cameriera con cui sopravvivere e unagenzia che mi procura ingaggi
sporadici nella pubblicit. Che parte o ruolo potrei mai ottenere nei prossimi mesi
che mi dica che la recitazione senza ombra di dubbio la mia strada?
Il teatro quasi vuoto. Stavros mi star aspettando. Non posso pi tergiversare.
Gli dir subito che sto pensando di mollare, cos per lui sar pi facile ammettere
che forse la scelta migliore. Magari cercava da tempo di dirmi che non vedeva
alcun futuro per me, e sar sollevato che lo abbia capito da sola.
Poi chiamer mio padre e gli annuncer che lascio New York. Stai facendo la
cosa giusta, tesoro, mi dir. Ora potrai prendere labilitazione per linsegnamento.
Credo proprio che sar un sollievo avere un vero lavoro. Uno stipendio mensile e
una scrivania e un telefono e un fax. Un computer (con qualcuno che mi insegni a
usarlo, spero) e colleghi con cui uscire dopo il lavoro per bere una cosa al bar, che
mi racconteranno dei loro partner o dei figli o dei lavoretti che stanno facendo in
garage. Forse parleremo dei programmi che abbiamo visto in televisione la sera
prima e racconter: Lo sapete che per un po di tempo ho tentato la strada della
recitazione?
Nessuno mi biasimer per aver mollato. Dicono che impossibile, comunque.
Sar come le persone normali, e forse bene cos. Forse il mio destino quello di
avere un lavoro normale e una vita normale. Come la maggior parte della gente. Mi
sbagliavo a credere di essere diversa. Chiamer Clark. Gli spiegher che sono
finalmente pronta a sposarlo, come hanno sempre pensato tutti quanti. Anzi, voglio

chiamarlo subito. Magari domani, dopo il mio turno al locale, prenoter un volo per
Chicago. In questo momento il mio piano B mi sembra piuttosto allettante.
Penso agli addii che mi aspettano. Mi mancher mio padre, e anche quel gigante
allampanato di Dan, da un certo punto di vista. Sar dura stare senza Jane, ma
Chicago non poi cos lontana.
la decisione giusta. Ora lo so.
Lentamente, scendo gli ultimi scalini e arrivo davanti alla porta chiusa del
piccolo ufficio di Stavros, sul retro del teatro. Tiro un respiro profondo, poi busso
tre volte.
Addio, New York.

SAI, Frances, sei andata benissimo, stasera. Ci sono due agenzie che ti vogliono
vedere e sono entrambe di tutto rispetto, ma se fosse per me continueresti a
studiare un altro anno e non cominceresti a fare audizioni. una realt che richiede
competenze molto diverse dal lavoro che portiamo avanti qui e potresti sviluppare
delle cattive abitudini; quindi per favore, qualsiasi cosa accada, non smettere di
studiare. Il mondo dello spettacolo ti risucchier ogni energia e le lezioni saranno
pi necessarie che mai; devi continuare ad alimentare il tuo talento. Sei cos
giovane, e questo mestiere pu essere maledettamente sfibrante. Non mollare il
teatro. Non perdere di vista i tuoi obiettivi. molto facile cedere di fronte a un
bellassegno, ma se non stai facendo un lavoro che nutre e arricchisce il tuo
talento e regala qualcosa al pubblico, stai soltanto alimentando ci che abbiamo di
peggio dentro di noi. Gli artisti devono riflettere la condizione umana ( quella la
nostra missione), e non dimenticare che hai enormi capacit e sei un talento
comico naturale, ma proprio nella comicit che si nascondono le insidie peggiori.
Saper far ridere la gente un dono prezioso, ma ti scongiuro, non fare mai
qualcosa di arido e deprimente come quella trasmissione piena di infermiere.
Buongiorno, New York!
Fuori dal teatro, la prima persona che vedo Deena, intenta a fumare con un
gruppetto di studenti. una delle studentesse pi anziane, ha una quarantina danni
ed ancora piuttosto famosa per il telefilm degli anni Ottanta, Voil Pierre, che
ricordo di aver guardato da bambina e da adolescente. Ma non ne parla mai, quindi
non lo faccio nemmeno io. una delle mie compagne di corso preferite, ma a volte
mi chiedo come si sente a essere passata dal ruolo da protagonista in un noto
programma televisivo agli spot pubblicitari. E non parlo di spot in cui fa se stessa,
lattrice del celebre telefilm Voil Pierre, ma quelli in cui interpreta una donna
come tante, fingendo di gustare una marca di aranciata dopo laltra.
Buone notizie? mi chiede gettando la cenere sul marciapiede.
Be, a dire il vero s. Due agenzie.
Fantastico! esclama. Te ne basta una.
Stasera ho quasi mollato il mondo dello spettacolo, confesso senza fiato,
ancora sbalordita per essere passata in un tempo cos breve dalla disperazione
totale a qualcosa di simile alleuforia.
Di nuovo? Volevi farlo anche due settimane fa.

Davvero?
Sei troppo sensibile, incalza lei ridendo. Ma va bene cos. Hai tutto il tempo
per farti le ossa. Dobbiamo festeggiare il tuo scampato addio al mondo dello
spettacolo. Vedo Leighton da Joe Allen. Ci fai compagnia?
Deena e io ci accomodiamo al bancone sfavillante del locale, affollato di attori
che hanno appena finito di recitare e amanti del teatro. Questa sera sento quasi di
appartenere a questa folla, o come se fosse possibile appartenervi, un domani.
La Absolute! Mi prendi in giro? Complimenti! Quando le racconto le novit,
Deena mi abbraccia forte, stringendomi le braccia con le unghie laccate di rosso.
Sei una diva!
E unaltra agenzia, la Sparks.
Sparks! Barney Sparks! fantastico: lavora da un sacco di tempo. Deena
solleva il calice di vino, gi mezzo vuoto, e sorride. Un altro brindisi. Sono davvero
felice per te. Questo un segno concreto di incoraggiamento. Penso che potresti
farcela prima dello scadere dei tre anni.
Pi tardi arriva il fidanzato di Deena, Leighton Lavelle. alto, ha il naso lungo e
riccioli castani che lo fanno assomigliare a un chitarrista rock degli anni Settanta.
Deena lo saluta e lui si fa largo tra la folla e la bacia sulle labbra. Ciao, tesoro,
dice, e ordina un drink al barman, prima di incastrare la sua figura allampanata in
un minuscolo spazio tra i nostri sgabelli. Lho gi incontrato alcune volte, ma non
lho mai visto cos da vicino. Lanno scorso ha vinto un Tony Award per Shining
Country, e lo so che stupido, ma stare cos vicino a un attore che ha ricevuto un
premio mi fa venire la pelle doca. Ha ancora le tracce del trucco di scena sul
colletto della camicia. Cerco di immaginare lemozione che si prova a essere
appena scesi da un palcoscenico di Broadway. Il pensiero mi fa battere il cuore
allimpazzata, ma per loro sembra normale.
Com andata stasera, amore? gli chiede Deena.
Non molto bene. Quel teatro fa schifo. Tutta colpa di questo tempo idiota.
Hanno alzato il riscaldamento e il pubblico si praticamente addormentato.
Abbassa lo sguardo, strascica i piedi, poi sorride. Santo Cielo, ma mi senti? Sto
dando la colpa al pubblico. Lo facciamo di continuo, non vero? Non pu essere
colpa nostra, giusto? Deena ride e io la imito. Lui mi guarda con aria di intesa,
coinvolgendomi nella conversazione anche se mi conosce appena. Fingo per un
istante di essere appena scesa anchio da quel palco e avere anchio la mia teoria
sul rapporto tra riscaldamento del teatro ed effetti sulla reattivit del pubblico.
Che mi dici, Franny? domanda Leighton. Quand che ti vedremo a
Broadway?
Non lo so, rispondo, e la sola idea mi d le vertigini. Un giorno, spero.
Leighton posa una mano sulla spalla di Deena e gioca con una ciocca dei suoi
capelli scuri e lucenti. E tu, amore mio?
Mai, ribatte allegramente lei.
E perch? il sogno di ogni attore, quello di recitare a Broadway, protesto, e
lei mi sorride indulgente.
Non voglio spegnere il tuo entusiasmo, tesoro. Ma sono fuori dal giro, ormai. E

mi va benissimo cos, conclude cingendo la vita di Leighton. Non ci trovo pi


alcun senso, e comunque non che stiano invocando il mio nome a gran voce.
Non si pu mai dire, tesoro, ribatte Leighton. Sai, Franny, il New York Times
ha parlato molto bene di lei.
una storia vecchia, osserva Deena, ma sorride.
E per quanto riguarda Ho sempre desiderato chiederle del telefilm in cui ha
recitato, e stasera, con un drink in mano e ladrenalina della giornata appena
trascorsa ancora in circolo, trovo finalmente il coraggio per affrontare largomento.
La TV? finisce lei, guardando Leighton, che le sorride comprensivo.
Scusa, io
Non preoccuparti, mi interrompe scuotendo la testa. Con te, ne parlo
volentieri. Fa un respiro profondo, poi lo lascia andare. Be, andata cos, pi o
meno: ho iniziato recitando in questa produzione
Quella che piaciuta al Times, aggiunge Leighton.
S. Ma poi non avevo pi lavorato, e anche se lo spettacolo aveva avuto
recensioni positive, si trattava comunque di una piccola produzione, a basso costo,
in un teatro minuscolo. Ero sempre al verde. Poi ecco la telefonata del mio
agente
Il tuo ex agente, afferma Leighton.
S, ora non c pi
ancora tra noi, veramente, puntualizza lui.
S, ma non pi il mio agente
Un vero stronzo, rivela Leighton, facendomi locchiolino.
Si sarebbe dimostrato un vero stronzo, s, ma in quel momento ero cos felice
che ci fosse, e lui mi disse
Ho unaudizione per te, tesoro, tuba Leighton nella sua migliore imitazione del
tipico, viscido agente di Hollywood. Una cosetta davvero speciale.
Mi disse che in quel materiale cerano gli ingredienti per trasformarlo in un
successo, continua Deena. Non capivo che intendesse di preciso, ma sembrava
roba grossa. Era una puntata pilota di una serie TV: innovativa stato il termine
esatto, credo. Disse che aveva dovuto usare la sua capacit di persuasione per
farmi ottenere un provino, visto che non avevo esperienza in campo televisivo, ma
avevano accettato di vedermi. Cos leggo la sceneggiatura, e mi lascia perplessa,
ma sono abituata alle storie in cui non succede niente, quindi non ci faccio troppo
caso
Eri abituata a leggere copioni astratti, sottolinea Leighton.
O di fantasia, non completamente inseriti nella realt, s: quindi cerco di
immaginare come potrebbe svilupparsi il telefilm. Inoltre, era fortemente connotato
da un punto di vista politico
Davvero? le chiedo, sorpresa.
Oh, s. Prima che lo modificassero e lo mandassero in onda il venerd sera. In
origine era stato pensato come il nuovo Arcibaldo. Quindi chiamai il mio agente
Lo stronzo, la corregge Leighton.
Chiamai lo stronzo e chiesi se facessero sul serio. E lui rispose Deena fa

una pausa, come se la parte successiva della storia fosse particolarmente difficile
da raccontare. E lui rispose: Pu evolversi soltanto in due modi: o un successo
clamoroso, e mi ringrazierai ogni anno alla premiazione degli Emmy, o faranno una
puntata pilota, non sfonder e rester sempre chiuso in un cassetto. Nessuna via di
mezzo. E se, per qualche motivo, lavessero mandato in onda e non avesse fatto il
botto? Lui allora assicur
Non durer mai, dicono Deena e Leighton allunisono, poi lei si porta una mano
alla fronte, come se non potesse ancora crederci. Ma si sbagliava: durato un
sacco di tempo.
Gi, continua Leighton. Hanno licenziato il produttore esecutivo, eliminato
tutti i riferimenti politici sostituendoli con battute dozzinali, aggiunto quel tipo
odioso nel cast
York, lidiota?
Lui, conferma Deena. E lo hanno spostato al venerd sera alle venti, dov
rimasto, senza vincere alcun premio n meritare una pietosa cancellazione, per
sette anni. Sette anni della mia carriera, quelli migliori! Lattore che interpretava il
capo era un ubriacone e arrivava sul set sempre in ritardo, York si scopava le
comparse nella sua roulotte, lo sceneggiatore si credeva una specie di genio.
Insomma, stata unesperienza fallimentare sotto ogni punto di vista. E questa,
amica mia, la storia di come ho sacrificato gli anni migliori alla tuttaltro che
innovativa serie televisiva Voil Pierre.
Il gatto parlante francese! aggiunge trionfante Leighton. Tutti insieme!
Sacre bleu! esclamiamo in coro.
Ed anche il motivo per cui sono fuori dal mondo dello spettacolo, conclude
Deena.
Allora perch continui ad andare a lezione? le chiede Leighton con aria ironica,
e intuisco che conosce gi la risposta, ma mi avvicino, perch io non la so, ed
una domanda che mi sono posta spesso anchio.
Perch, Leighton, mi resta ancora una mossa da fare, una sola a cui tengo
davvero, un ultimo sogno che ancora non hanno infranto, e non lascer questo
mondo terribile senza averlo realizzato.
Diglielo, Dee, la incita Leighton con un sorriso. Raccontalo a Franny.
In questa citt non c attore con un briciolo di talento che non abbia sul suo
curriculum unesperienza che io non ho. E non ho intenzione di gettare la spugna
finch non la otterr anchio.
Che cosa? le chiedo.
Una parte in un telefilm per il quale sarei perfetta, senza ombra di dubbio. Fa
un respiro profondo e strizza gli occhi, poi dice, lentamente e studiatamente: Non
moller, finch non otterr una parte nel mio telefilm preferito: Law & Order.
Non hai mai recitato in Law & Order? replico sorpresa. Ma saresti
Lo so. Ho persino un po di sangue irlandese e italiano nelle vene. Chi conosce
gli sbirri e i criminali meglio di me?
E allora perch non hai fatto un provino?
Gli attori conosciuti per aver recitato in un ridicolo telefilm il cui protagonista

principale era un animale parlante a volte fanno fatica a essere presi sul serio.
Ma stato otto anni fa! protesto, indignata.
La cosa buffa di questo mestiere, dice con una nota triste nella voce, che
non puoi sapere in anticipo come andranno le cose.
Alla fine siamo gli ultimi a uscire dal locale. Ci incamminiamo lungo la
Quarantaseiesima Strada, Deena da una parte, io dallaltra e Leighton al centro,
proprio come quando eravamo seduti al bancone. Barcollo leggermente. Laria pi
mite, ora, e mi sento euforica.
Vi adoro, ragazzi, proclamo, trattenendo a stento le lacrime, e Deena mi
abbraccia forte.
Cavoli. Non reggi lalcol, eh? dice, stringendomi a s.
Be, anchio vi adoro, ragazze, un dato di fatto, aggiunge Leighton. Deena,
luce dei miei occhi, andiamo a casa.
tardi, tesoro, osserva Deena, rivolta a me. Prendi un taxi, vero?
Pu essere pericoloso andare in metro fino a Brooklyn a questora. Dovrei
chiamare un taxi, ha ragione, ma mi vergogno troppo per dirle che ho soltanto otto
dollari in tasca, e probabilmente meno di venti sul conto, quindi non posso
nemmeno andare a prelevarli. Domani sera prender le mance e un anticipo sullo
stipendio, e li porter direttamente nella parte pi schifosa della Quinta Avenue a
Brooklyn dove mi cambieranno immediatamente lassegno a prezzo di una
commissione mostruosa. Non posso aspettare il tempo che impiega la banca per
liquidarlo o la bolletta della luce andr in mora. Jane la mia migliore amica, ma
una bolletta non pagata la rende una persona molto pericolosa.
Senza aspettare una risposta, Deena mi infila dolcemente in mano una banconota
da venti dollari e ferma un taxi.
Me li restituirai la prossima volta. Fatti sentire, questa settimana, daccordo?
Facci sapere come va.
Mentre mi rannicchio sul sedile posteriore e saluto dal finestrino, Leighton grida:
Mi dispiace per la tua sbornia! e Deena mi manda un bacio.
Do al tassista il mio indirizzo e, anche se brontola per la lunghezza del tragitto
fino a Brooklyin, alla fine accetta di accompagnarmi e ci avviamo lungo la Nona
Avenue. Le insegne al neon che a volte sembrano brillare troppo grandi e desolate
ora mi paiono accoglienti e amichevoli. Stasera ammiccano allegre, quasi
allunisono, come se volessero festeggiare, contente che abbia deciso di restare.

A CASA, salgo furtiva le scale cercando di fare pi silenzio possibile, ma poi mi


ricordo che Jane ancora al lavoro. Mi tolgo le scarpe in salotto, per non disturbare
i vicini del piano di sotto, ed entro in cucina in punta di piedi, indugiando davanti
alla camera da letto di Dan. Appoggio lorecchio alla porta, cercando di capire se
ancora sveglio. Spero di s. Non sono ancora pronta per andare a dormire. Voglio
raccontare le novit a qualcuno.
Come se mi avesse letto nel pensiero, luscio si spalanca e balzo indietro appena
in tempo per evitare di essere colpita in pieno viso.
Ma non Dan. Davanti a me, con un cerchietto per capelli in tartaruga e
laccappatoio rosa bordato di verde che sempre appeso dietro la porta del bagno,
c Everett.
Lei sobbalza.
Oddio! esclama, portando una mano al petto, e per un istante penso che
possa davvero perdere i sensi.
Scusa, sono soltanto io, dico, cercando di darmi un contegno.
Sorrido a Everett, ma dentro di me sto morendo dalla vergogna. Non ho visto la
sua Chanel al solito posto, sul tavolo del salotto. in pelle trapuntata blu scuro e
ha una catena doro al posto della tracolla. Mi ha detto che gliela hanno regalata i
suoi genitori per la laurea. Di solito la lascia sul tavolo, sopra un tovagliolo aperto.
Quella borsa mi ha sempre affascinata, perch per quanto ne so loggetto pi
costoso che abbia mai visto cos da vicino, ma la faccenda del tovagliolo un po mi
infastidisce, come se Everett insinuasse che abituata a ben altri standard di
igiene.
Eppure una ragazza adorabile e voglio che si senta a suo agio. Vive a
Manhattan e non dorme quasi mai qui a Brooklyn, perch lavora in centro e deve
cominciare presto tutti i giorni.
Scusami, ripeto. Vi ho svegliati?
Oh, no. Dan dorme come un ghiro, ma domani ho una riunione importante e non
riesco a chiudere occhio. Bevi una tazza di t con me?
Non sono unassidua consumatrice di t e non sapevo che ne avessimo, nella
nostra credenza semivuota. Devessere stata lei a comprare il barattolo rosso
dallaria esotica che sta prendendo da uno dei ripiani pi alti della cucina.
affascinante guardarla mentre versa lacqua bollente dalla teiera. Sono incantata
dalla semplicit con cui maneggia il colino che contiene le foglioline, rapita
dallanello di fidanzamento che scintilla sulla sua mano. Chiss se se lo toglie e lo

posa su un tovagliolo, la sera prima di andare a dormire.


Latte o limone? mi chiede.
Ehm, latte.
Abbiamo la stessa et, ma qualcosa, nei suoi modi formali, mi costringe a
sedermi composta sul divano, come se fossi ospite di una vecchia parente, e non
nel mio salotto, a Brooklyn.
Allora, Franny. Si cala il cerchietto sugli occhi e lo rimette al suo posto dietro
le orecchie, scostando una ciocca inesistente dalla fronte. Come va con la
recitazione?
Non so bene come spiegarglielo in modo che possa comprendere. Cosa posso
dirle? Oh, bene, grazie, oggi andata alla grande, ma ho paura di non essere
abbastanza brava, paura di non diventarlo mai.
Bene, grazie.
Cala il silenzio, mentre sorseggiamo il nostro t.
Sono appena stata a vedere Il fantasma dellOpera con la mia famiglia,
prosegue lei. Lhai visto?
No.
Ah, meraviglioso. Che magia! C un lampadario gigantesco che spunta dal
nulla. bellissimo.
Immagino di essere nel cast dello spettacolo e di essere costretta ad ascoltare
le persone che parlano del lampadario come della loro interpretazione preferita.
Sono senza parole. Poi mi ricordo che ha detto di avere una riunione, lindomani.
Ah, proprio stasera ho scoperto che avr una serie di appuntamenti con alcuni
agenti, butto l, cercando di riempire il silenzio.
Oh, gli appuntamenti! commenta, come certe persone potrebbero dire: Oh, il
gelato! Oppure: Oh, diamanti gratis!
S. Due, per la precisione. Due appuntamenti.
Ahh. Due appuntamenti? Per il tuo lavoro? positivo, vero?
S, io Mi hanno chiamato due agenzie, stasera. Per gli incontri dobbiamo
ancora fissare gli orari, per.
Everett annuisce ma ha laria preoccupata, come se diffidasse.
cos difficile, non trovi? dice, sospirando e scuotendo la testa con aria
mesta.
Davvero difficile, s. Cio, in che senso?
Everett guarda il soffitto come se si fosse accorta per la prima volta della sua
esistenza e batte le palpebre. Ha un profilo tagliente, il corpo una sequenza di
spigoli. C qualcosa di cos regale ed essenziale, in lei. Non riesco a immaginare
che possa ridere sguaiatamente o scoppiare a piangere in preda a una crisi di nervi.
Non parla, indugia, e un non so che nei suoi modi mi dice che abituata a far
aspettare la gente. Mi chiedo cosa si provi a non doversi mai preoccupare di
riempire il silenzio. Alla fine i suoi occhi si posano di nuovo su di me.
Be, nel senso: detto tra noi, quando ti ascolto, mi viene in mente anche Dan, e
francamente mi preoccupo. Lui sgobba, proprio come se avesse un lavoro vero, ma
come faccio a saperlo? Otterr mai qualche risultato? Come si fa a restare in

attesa che qualcun altro riconosca e premi i tuoi sforzi? Come si convive con
questa incertezza?
Non lo so. Si fa e basta, credo. Non c altra soluzione, se non quella di stare a
vedere, finch ce la fai.
E quando capisci che arrivato il momento di gettare la spugna? Nel caso di
Dan, nessuno gli sta dicendo un no vero e proprio, ma nessuno gli sta nemmeno
dicendo di s. in una specie di enorme vuoto, no?
S, credo di s.
Everett non mi sta raccontando niente che non abbia gi pensato, ma c
qualcosa di deprimente nella sua descrizione, qualcosa di cos poco rassicurante nel
suo tentativo di essere comprensiva.
Nel mio lavoro, prosegue, tra fusioni e sinergie, abbiamo avuto un vero
boom. Gli LBO sono ancora le fondamenta del business, ovviamente, ma
lincremento dei flussi del capitale globale si sta concretizzando sotto forma di
entrate ancora pi consistenti. Viviamo in un momento di grande euforia. E con una
sostanziale sicurezza. Lavoriamo sodo, e alla fine della giornata otteniamo un
guadagno quantificabile o, a volte, una perdita; ma guardiamo gli stessi numeri e
sappiamo di aver fatto qualcosa di concreto. reale, non so se mi spiego.
Annuisco con forza, per farle capire che sono daccordo con lei, ma, a dire il
vero, il mondo di Everett non mi sembra pi quantificabile del mio, e lunica
immagine che si materializza davanti ai miei occhi una serie di numeri che
danzano allegri su uno schermo di computer mentre enormi banconote piovono dal
soffitto a fine giornata. La mia mente incomincia a vagare, lontana.
Everett si avvicina, infervorata, e mi sforzo di concentrarmi sulle sue parole, ma
sono distratta dal suo anello, dal modo in cui cattura la luce, e dalle sue unghie.
Sono cos lisce, lucide e levigate. Esiste uno smalto che imita il colore naturale
delle unghie? O una base trasparente, e allora la carne sotto a essere cos
incredibilmente rosa? Qual lo scopo? Far vedere che ha messo lo smalto, o dare
lillusione di non portarlo? Usa lo stesso colore anche per le unghie dei piedi, o
mette colori pi audaci? Nel suo mondo, abbinare il colore dello smalto di mani e
piedi considerato elegante o pacchiano?
Lo pensa davvero, sta dicendo.
Merda. Ho perso il filo della conversazione. Non ho idea di quel che mi sta
dicendo. Scusa, dicevi?
Dan. Pensa che tu abbia un vero talento.
Sul serio?
S. Mi ha detto che una volta hai girato uno spot pubblicitario, se non sbaglio. E
dopo essersi trasferito qui ti venuto a vedere a teatro. A Broadway, credo. O era
Off-Broadway? Mi ha detto che interpretavi due ruoli: quello di una psichiatra e un
altro, una governante francese, mi pare.
Una cameriera inglese. andato in scena due sere. Non lo definirei nemmeno
Off-Broadway. Off-Off-Broadway, piuttosto.
S! Esatto! Mi dice sempre che non ti aveva nemmeno riconosciuta nei panni
della cameriera, perch eri cos diversa. Lo hai davvero colpito. il tuo primo

ammiratore. Il primo di una lunga serie!


Everett sembra compiaciuta, come se mi avesse fatto un regalo, come se ora
potessi cominciare la collezione dei miei ammiratori, fino a diventare la beniamina
del pubblico.
Be, grazie per avermi tenuto compagnia, conclude, posando la tazza con un
leggerissimo tintinnio. Mi sono divertita un sacco. Avevo una gran voglia di
conoscervi meglio. Siete cos carine con il mio Dan. Ti lascio il numero del mio
ufficio. Se una volta passi dalle mie parti, possiamo pranzare insieme.
Sorrido, anche se mi colpisce la scelta dellespressione. Forse quelli delle banche
pranzano mentre il resto del mondo mangia.
Che buffo, sospira Everett mentre si alza dalla poltrona. Quando Dan e io ci
siamo conosciuti a Princeton, stava studiando medicina. Stava intraprendendo una
carriera vera. Ma poi ha rinunciato a tutto, e per cosa? Dovremmo lasciarci alle
spalle certe esperienze, non credi? Tipo tagliare i capelli troppo corti per capriccio,
o fare il giro dEuropa con lo zaino in spalla.
Nellappartamento di Frank le luci sono spente da ore. Dovrei dormire, ma sono
sveglia come un grillo. Ho rivissuto lo spettacolo di fine anno in ogni singolo
particolare, ma per qualche ragione ora sto pensando a Dan ed Everett a letto
insieme. A dire il vero, non so come, non riesco a immaginarli, per quanto mi
sforzi. quel cerchietto: fatico a immaginare Everett con il cerchietto di tartaruga.
Continuo a vederla mentre entra nel letto, si accoccola accanto a lui, mormorando
Ti amo nel buio. E magari Dan si sveglia, si gira e ripete le stesse parole, ma
rivolto a me.
Fuori passa unambulanza, a sirene spiegate, e spalanco gli occhi.
Rivolto a lei, volevo dire. Mormora Ti amo a lei.
Anche se nessuno sa cosa stavo pensando, arrossisco. Non so perch ho questa
assurda fantasia in cui porto un cerchietto che non mi appartiene e una persona
che non mi interessa per niente mi dice che mi ama. Forse mi manca Clark.
Magari domani lo chiamer per dargli la buona notizia. Tempo fa mi ha lasciato
un messaggio in segreteria, ma continuo a rimandare, non so perch. Forse dovrei
aspettare un altro po. Si sentirebbe peggio, se gli racconto del mio piccolo
successo? Avvicinarmi al mio obiettivo, implica che mi sto allontanando da lui.
Aspetter, penso, e per una volta, invece di essere assalita dallansia, allidea dei
sei mesi che ancora mi restano mi concedo un pensiero sfrenato.
C ancora tempo.

CI sono due nuovi messaggi.


Biiip
Frances, sono io, tuo padre. Quello che abita in Connecticut. Te lo dico nel caso
in cui le tue lettere, che sono sicuro tu mi abbia mandato, siano state recapitate a
un altro padre in un altro Stato. Ti ho spedito lassegno. Non preoccuparti per i
soldi. Non li rivoglio. Per chiamami prima che incominciamo a leggere Ring
Lardner, marted, daccordo?
Biiip
Franny, ehm, ciao ( fruscio di fogli). Sono James. Franklin (rumore come se
esalasse una boccata di fumo, o avesse il fiatone). Eh, senti. Pensavo be, perch
non ce ne andiamo tutti a bere qualcosa, un giorno di questi? Cos, tutto qui.
Biiip
Le cose stanno finalmente girando per il verso giusto. Ho ottenuto la parte per la
pubblicit del detersivo, ho fissato i due appuntamenti con le agenzie e ho ricevuto
una telefonata da James Franklin, anche se il contenuto era piuttosto vago. Ma che
importa: la sua irresistibile voce roca sulla mia segreteria telefonica e non trovo
la forza di cancellare il messaggio. Lho ascoltato allo sfinimento, poi ho deciso di
interpellare Jane per decifrarlo.
Mi chiede di uscire, vero? le chiedo dopo averle fatto ascoltare la
registrazione per la terza volta.
Jane scuote la testa. Ha detto: Perch non ce ne andiamo tutti a bere
qualcosa? Non vuole uscire con te.
Perch chiamarmi, allora? Secondo me il suo modo di invitarmi fuori.
Tutti significa: ti ho chiesto il numero di telefono perch sei carina, ma sto
con una, quindi sto raccontando a me stesso una balla colossale e cio che mi
sono fatto dare il numero perch mi interessa la tua amicizia e con questo
messaggio ti sto invitando a uscire, un giorno di questi, con me e la mia ragazza;
cosa che non accadr mai, ma mi fa sentire un po meno stronzo per averti
tampinata. Tesoro, ha detto tutti. Adesso possiamo cancellare il messaggio?
Ricordati cos successo laltra volta.
Per lo spot del Niagara, lagenzia Brill aveva fatto i salti mortali per contattarmi,
perch n io n Jane ci eravamo accorte che il nastro della segreteria telefonica
era pieno. Cos avevo deciso di utilizzare quel servizio in cui ti assegnano una

persona che prende le tue chiamate, come se avessi un vero ufficio e un


assistente. Allinizio era elettrizzante comporre il numero per sapere se cerano
nuovi messaggi. Ma dopo qualche giorno e niente in vista, mi era parso di cogliere
una nota di compassione nella voce delloperatore, cos avevo chiesto a Dan di fare
una telefonata, per avere almeno un messaggio da ascoltare.
Ma cosa devo dire? aveva chiesto con aria perplessa.
Quello che ti pare, gli avevo risposto. Fingi di dovermi contattare per
qualcosa. Qualcosa di credibile, ma non banale.
Mi sentirei pi tranquillo se avessi pi chiari i parametri di questo incarico,
aveva commentato con aria pensierosa.
Dan, sono in ritardo. Prendi il titolo di una pice e inventati il nome di un
teatro. Nessuno dar un voto alla tua prestazione, va bene? Voglio soltanto che
quel tizio pensi che ho una vita. Anche se sembrava agitato, sapevo che avrebbe
gestito la situazione con la stessa precisione con cui affrontava lo studio, quindi il
mattino dopo, quando avevo composto il mio numero, ero piuttosto fiduciosa.
Risponde il numero di Frances Banks, aveva esordito la voce.
Salve, sono io in persona, avevo risposto con sussiego. Ci sono messaggi per
me?
S, signorina Banks. Ha ricevuto una telefonata per una parte.
Fantastico! avevo esclamato con il piglio disinvolto di unattrice che riceve
proposte pressoch quotidiane. Mi pu dare tutte le informazioni?
Si tratta della parte di Martha in Chi ha paura di Virginia Woolf?
Sono troppo giovane, per quel ruolo, ma almeno Dan mi aveva dato una parte da
protagonista. Oh, meraviglioso! La cara vecchia Martha, avevo commentato con
calore. Magari loperatore avrebbe pensato che avevo interpretato quel ruolo decine
di volte. E forse avrebbe cambiato tono con me.
AllOld Horse Theater di Princeton, nel New Jersey, aveva aggiunto. Sbagliavo
o cera una nota di sarcasmo, nella sua voce?
Perfetto, grazie. Allaltro capo del telefono era calato il silenzio. Ha altre
informazioni da darmi?
Ecco, non sono affari miei, ma non ne ho mai sentito parlare, cos ho fatto una
ricerca e sembra che non esista nessun teatro con quel nome.
Ricerca? Come? Dove? Aveva passato al setaccio lo Stato del New Jersey
cercando di smascherare linganno? un teatro piccolo, risposi in tono indignato.
Piccolo, ma molto rispettato.
Certo, se lo dice lei. che abbiamo lelenco completo dei teatri stabili, e
relative categorie, e non lho visto da nessuna parte.
Ops. Un elenco completo e relative categorie? Non lo sapevo.
S, ma questo nuovo. E recentemente hanno aggiunto una categoria in pi, sa,
per per i teatri davanguardia, avevo aggiunto poco convinta, per poi riagganciare
bruscamente.
Il giorno dopo avevo annullato il servizio e io e Jane ci eravamo ripromesse di
tenere la segreteria sgombra.
Per non ho intenzione di cancellare il messaggio di James. Non ancora.

Dovevo iscrivermi al sindacato degli attori, ma per farlo avevo bisogno di pi di


mille dollari. Puoi lavorare una sola volta senza tessera, poi sei obbligato a
prenderla, e io stavo per girare il mio secondo spot. Dato che sul mio conto cerano
solo ottanta dollari, avevo telefonato a mio padre per chiedergli di mandarmi il
denaro necessario attraverso la Western Union. Aveva accettato, ma cera voluto
un po per fargli capire perch dovevo tirar fuori mille dollari per lavorare.
Perch non puoi pagare il sindacato dopo aver incassato il tuo compenso?
Non posso lavorare, finch non sono iscritta.
Per sanno che hai fatto il provino per la parte, anche se non sei iscritta.
S.
E sanno che sarai pagata, perch quel provino era per un lavoro di loro
competenza. E adesso sanno che devi iscriverti, perch hai ottenuto la parte.
S.
Sanno che riceverai il tuo compenso, ma non aspetteranno che tu riceva il
denaro per pretendere di essere pagati?
Pap, esatto.
E io che credevo che Marx fosse complicato.
Ero stata anche costretta a domandare un giorno libero al locale. Era gi il
secondo ed Herb mi disse che avrei dovuto fare attenzione a non chiederne altri
per almeno un mese, o avrebbe pensato che non prendevo il mio lavoro sul serio.
Quel pomeriggio avevo ricevuto il fax con lorario e il luogo dellappuntamento, e
quando avevo visto il mio nome in cima allelenco del cast avevo sentito un tuffo
al cuore. Sotto la dicitura RUOLO cera scritto Moglie. Nello spot pubblicitario
per Sallys Wear House, ero indicata come Ragazza col maglione n. 3. Non vedo
lora di interpretare qualcuno con un nome vero.
La sveglia suona alle quattro e mezzo del mattino, e per un istante penso che ci
siano i ladri.
Chi ? dico nelloscurit. Poi mi ricordo.
Sono pronta a tempo di record e corro a prendere la metro. Mi siedo accanto a
passeggeri con gli occhi gonfi di sonno, in un vagone pi silenzioso del solito. Tra la
Settantaduesima e Broadway scendo e faccio un isolato a piedi verso il parco,
prima di accorgermi che sto andando nella direzione sbagliata. Torno velocemente
indietro, senza aspettare che i semafori diventino verdi, destreggiandomi tra le
auto. Il traffico non troppo intenso e il sole ancora basso in cielo. Supero alcuni
furgoni, circondati da coni arancioni e cartelli attaccati ai pali della luce che dicono:
DIVIETO DI PARCHEGGIO: RIPRESE CINEMATOGRAFICHE.
Devessere il set, il mio set. Una ragazza robusta con un enorme berretto di
pelliccia col paraorecchie ferma accanto ai furgoni, intenta a parlare in un walkietalkie.
Ciao, scusa, dico. Cosa ci fate, qui?
Reclamizziamo una maionese, mi risponde burbera.
Sono nel posto sbagliato. Com possibile? Com possibile che girino due spot

diversi nello stesso luogo?


Cio girate una pubblicit per una maionese? preciso per sicurezza.
S, risponde come se fossi dura dorecchi. Buongiorno. E mi d le spalle.
Faccio il giro dellisolato di buon passo, guardandomi a destra e a sinistra, e
incomincio a sudare. Non ci sono altri posti che abbiano laria di un set. E in
agenzia non ci sar nessuno che possa aiutarmi. Non ho lorologio, ma sono sicura
di essere in ritardo, ormai.
Alla fine torno al punto di partenza, dove alcuni ragazzi massicci stanno
scaricando da grossi camion cavi elettrici e borsoni.
La ragazza col berretto di pelliccia ancora l, adesso sta fumando una sigaretta
mentre chiacchiera con un tipo che indossa un cinturone di cuoio a cui attaccato
un walkie-talkie. Quando mi vede, mi guarda con diffidenza.
Uff sento che dice a mezza bocca.
Mi viene voglia di proseguire. Non voglio parlarle di nuovo. ovvio che pensi di
avere di fronte una mezza squilibrata con la fissa per la maionese. Ma ho bisogno
di aiuto.
Salve, scusami, sono di nuovo io. Lo so che qui fate lo spot di una maionese,
ma sono unattrice e mi aspettano per girare la pubblicit di un detersivo per
lavatrici, il Niagara. Il set dovrebbe essere nei paraggi. Ho pensato che magari vi
conoscete tutti e
La sua espressione cambia completamente e butta la sigaretta a terra. Ti
stanno cercando, dice il tipo con il walkie-talkie alla cintura.
Oh, merda! esclama la ragazza. Mi dispiace. Credevo che fossi Ciao, sono
Mavis, lassistente dellassistente. Ti accompagno alla tua roulotte. Hai bisogno di
una mano con la borsa?
Mi precede, senza smettere un attimo di parlare.
Mi dispiace, di solito lavoro in produzioni con, be, attori famosi, non che tu non
lo sia Merda, comunque, dobbiamo sempre rispondere cos quando la gente chiede
cosa stiamo girando, dobbiamo dire che una pubblicit di maionese, perch non
interessa a nessuno chi interpreta uno spot del genere, e cos quelli se ne vanno e
non restano a gironzolare e a fare domande e a cercare di vedere Russell Blakely,
per dire, ma avrei dovuto Sullelenco del cast il tuo personaggio indicato come
Moglie e, senza offesa, mi sembri troppo giovane per la parte; cio, sono sicura
che lo farai in modo perfetto, per
Mentre continua a blaterare, mi accorgo che sto provando una sensazione
completamente nuova, qualcosa che non riesco bene a definire. Ero completamente
intimidita da Mavis col berretto e il walkie-talkie, ma ora cambiato tutto e lei mi
sta chiedendo scusa, cercando di farmi sentire a mio agio. Mi sta trattando come
se fossi una persona importante, come se fosse alle mie dipendenze. Non ho mai
avuto qualcuno a mia disposizione e non voglio che Mavis si senta come mi sono
sentita io dieci minuti fa.
Ecco, questa la tua roulotte. Per il trucco e i capelli devi andare nellaltra, la
vedi quella grande laggi? Ti mando subito qualcuno dal guardaroba con i vestiti di
scena, dir che sono stata io a farti arrivare in ritardo, colpa mia al cento per

cento e spiegher al regista che


Mavis, la interrompo fermandomi davanti alla porta.
S? risponde strizzando gli occhi al sole, il viso semicoperto dalla tesa del suo
berretto.
Questo il mio primo lavoro vero. Non so niente. Per esempio, non ho idea di
cosa faccia unassistente dellassistente.
Mavis mi sorride e sembra rilassarsi. lassistente dellassistente regista. In
pratica ti dico dove andare e quando, e devo assicurarmi che la tua giornata
proceda liscia, senza grane di alcun genere. Ti va un caff?
Mmm, certo. Dove lo trovo?
Te lo porto io.
No, no, non preoccuparti, mi arrangio. Non voglio contrariare di nuovo Mavis.
Okaaaay. che ti aspettano subito al trucco ed piuttosto complicato
spiegarti dov il servizio bar. Ci penso io. A meno che non so magari hai
qualche gusto particolare e pensi che non possa farcela a preparartelo?
Sto solo cercando di essere gentile, perch non mi sognerei mai di chiedere a
uno sconosciuto di portarmi un caff, ma a quanto pare Mavis sembra prenderla
come un affronto. Non capisco dove sbaglio. Questo ambiente ha regole diverse da
quelle del mondo in cui ho vissuto finora. Chiss se le imparer mai.
No, niente di speciale. Direi che, ecco, latte e zucchero vanno benissimo,
grazie.
Nessun problema, replica Mavis, con un tono che fa pensare allesatto
contrario.
Entro nella roulotte guardaroba, vicino alla mia, e sono sempre pi confusa. Ci
sono due enormi rastrelliere, una piena di pantaloni kaki, laltra con trenta o
quaranta camicette azzurre, pi o meno identiche.
Oh aspettate aspettate altre persone? chiedo a una ragazza dallaria
infastidita. Lei mi guarda come se avessi detto qualcosa di molto strano.
Cosa? Oh, per questi? Noooo. Sono tutti per te.
Ma non sono tutti uguali? domando ridendo.
No, anzi, direi che un bellassortimento, ribatte sostenuta, come se non ci
fosse nulla di cui ridere. Sono Alicia, a proposito, la costumista.
Mi chiedo come possa sentirsi visto che, nel mio caso, il suo lavoro si limiter
alla scelta di una camicetta azzurra e un paio di pantaloni kaki.
Mi dispiace che siano molti capi, ma non conoscono la differenza tra uno
spigato e un gabardine, figuriamoci se provo a proporre accessori come le ghette o
qualcosa che abbia stile. Comunque, dovremo provarli tutti. Il cliente ha le idee
molto chiare in merito a quello che vuole. Ho insistito perch prendesse in
considerazione anche i jeans, ma non voleva niente di troppo metropolitano.
Non so chi sia questo fantomatico cliente, ma temo gi la sua opinione su me
e la sua condanna senza appello dei jeans. Quindi provo docilmente una sequenza
infinita di pantaloni e fingo di essere daccordo con Alicia, che li trova tutti

differenti luno dallaltro.


Alla fine ne individua un paio di suo gradimento, che per mi va stretto in vita.
Perfetti. Facciamo una foto anche con questi addosso. Forse sar necessario
aprirli un po dietro. Non dovreste imbrogliare con le misure, ragazze, aggiunge. Si
sforza di sorridermi, ma avverto un apunta di irritazione.
Non ho imbrogliato, replico il pi gentilmente possibile. Almeno, non credo.
Be, che taglia hai dato, in pollici?
Non sapevo si misurasse in pollici.
Be, per i pantaloni funziona cos, adesso. Probabilmente lequivoco nato da l.
Non preoccuparti. Starai seduta per la maggior parte del tempo, per fortuna, quindi
potremo improvvisare. Come ti dicevo, possiamo aprirli un po, se occorre.
Non posso credere che voglia rovinare un paio di pantaloni nuovi soltanto per
farmi stare pi comoda un paio dore. E mi sento in colpa a causa delle mie forme.
Qual la taglia giusta da portare? In pollici, intendo.
Alicia riflette un istante, poi decide che vale la pena istruirmi. Prende fiato. Be,
io di solito lavoro per il cinema. Pausa a effetto.
Oh, dico, senza sapere come proseguire.
Lultima volta, con Cordelia Biscayne. Inarca un sopracciglio.
Caspita. Cerco di sembrare colpita il pi possibile.
Gi. Ero una delle assistenti della costumista. Ma, tornando a noi, bisogna dire
che Cordelia proprio una bambolina, e porta una ventisei, o ventisette. Tu
probabilmente indossi una ventinove, o trenta. Quindi, prosegue comprensiva,
non starci troppo male: hai un bel personale e non tutte possono aspirare a
essere Cordelia Biscayne, ti pare? Per comunque un modello a cui tendere.
Tra gli obiettivi che mi sono prefissata, non mi mai passato per la testa che
potessi essere tanto precisa, che potessi ambire a una meta davvero misurabile.
Forse cos che ragionano le persone arrivate. Mi chiedo se la differenza tra il
successo e il fallimento possa essere quantificata da una taglia di pantaloni. Be,
non mi lamento, potrei dire, ma mi mancano ancora tre pollici per raggiungere la
vetta. Penso alla fatica che ho fatto per entrare in una ventinove. Non oso
immaginare alle rinunce che dovrei fare per arrivare a una ventisei. Ma trovo
giusto, in fondo, che le Cordelia Biscayne di questo mondo siano diverse da noi, e
in qualche modo irraggiungibili.
Tre pollici o trecento per me non fanno differenza, oggi.
Ciao, sono Carol, la truccatrice. Hai delle allergie o delle preferenze di cui
dovrei essere al corrente?
Sono seduta davanti a uno specchio enorme, in mezzo a una parete di specchi,
incorniciati da decine di lampadine fluorescenti. Al bagliore accecante dei neon il
mio viso non sembra lo stesso che ho a Brooklyn. Mi domando quale dei due sia il
mio vero volto.
Mmm, no, non credo, rispondo. Chiss se, col tempo, avr anchio delle
preferenze in fatto di trucco, e quali saranno. Spero di fare questo lavoro

abbastanza a lungo da svilupparne alcune, in modo da non sentirmi cos


impreparata di fronte a queste domande.
La truccatrice alza un interruttore accanto alla sua postazione e si accendono
altre cento lampadine.
Caspita, non pensavo di avere cos tante lentiggini. Non riesco ad abituarmi
alla nuova faccia che riflette lo specchio.
Vediamo. Carol inforca gli occhiali attaccati a una catenina intorno al collo e
avvicina il viso al mio. Resto immobile, come se fossi davanti allocchio attento di
un dottore. Be. Hai un po di lentiggini, vero. Ma non si notano troppo. Non sono
un problema, uniformo il colore della tua pelle, se vuoi. Sospira. Non penso di
piacerle.
Va bene, fantastico. Come credi. Grazie.
Vuoi una rivista? mi chiede.
Oh, s, certo. Grazie ancora.
Non capisco se sia scorbutica di natura o per colpa mia. Sfoglio il National
Enquirer. Michael lartista pi ricco dopo Elvis! Spese pazze per Cordelia
Biscayne! Il dramma di Candice Bergen! Vorrei avere qualcosaltro da leggere.
Questa roba mi nausea.
Ci sono cos tante persone da conoscere, penso leggendo le lettere damore di
Lady D. Moltissimi nomi. Come far a ricordarmi i nomi di tutti quelli che
incontrer in un solo giorno? Ma non sar scortese non provarci nemmeno? Mavis,
Alicia, Carol, ripeto dentro di me. Mavis, Alicia, Carol.
Preferisci farlo da sola? Alzo gli occhi dalla rivista e vedo Carol che mi agita
davanti al naso uno strano oggetto metallico. Non ho idea di cosa sia n di come
dovrei usarlo.
Scusa a che serve?
Mi guarda da sopra le lenti degli occhiali, sorpresa. Non ne hai mai visto uno?
No.
Impossibile. un piegaciglia! Sono sicura che tua madre ce lha.
Mia madre potr anche averlo avuto, vero, ma nel periodo in cui avrei potuto
essere interessata a un oggetto del genere, lei non cera pi. Non ho alcuna voglia
di spiegarlo a Carol, per.
Oh, certo, probabile, mi limito a dire.
Avvicina lo strumento minaccioso al mio viso, blocca le mie ciglia nella fessura
e stringe forte. Ho la sensazione che mi abbiano preso la palpebra, tirando fino a
rovesciarla completamente, e mi vengono le lacrime agli occhi.
Tutto bene? mi chiede.
S, replico a denti stretti. Vorrei chiederle se posso continuare da sola, ma
temo che mi abbia preso in antipatia e decido di sopportare in silenzio. Le mie
ciglia ora sembrano quelle di una bambola che avevo da bambina, che teneva
sempre gli occhi spalancati anche quando la mettevi a dormire.
il turno della parrucchiera. Ciao, sono Debra. Mi occupo io dei tuoi capelli.
(Mavis, Alicia, Carol, Debra.) una donna di colore sulla cinquantina, con le
fossette, e non per niente scorbutica: Ma guarda che riccioli! Sicura di non

avere qualcuno con la mia pelle fra i tuoi antenati? Scoppia a ridere e mi tocca
una spalla. Non preoccuparti. Ci penso io a domarli.
Miracolosamente, sa il fatto suo. Invece di lisciare le ciocche, prende un
arricciacapelli e trasforma labituale massa crespa e disordinata in una cascata di
onde lucide e regolari.
Piega la testa di lato e guarda il mio riflesso allo specchio. Ecco fatto, dice
avvolgendo un ricciolo intorno a un dito e tirando leggermente. Perderanno un altro
po di volume, prima di arrivare sul set. Sei davvero carina. Mi d un buffetto
sulla testa e incomincia a riporre i suoi strumenti.
Sorrido a lei e la persona allo specchio, quella con il viso e i capelli da star, mi
restituisce il sorriso. Non assomiglia per niente alla Franny di Brooklyn: posso
soffermarmi a guardarla senza trovare mille difetti, come al solito. Forse il trucco
proprio questo: essere sempre travestita, per interpretare qualcunaltra. Solo cos
posso davvero apprezzare me stessa.
Il cliente, alla fine, un gruppo di sette persone, cinque uomini e due donne;
indossano completi eleganti e hanno capelli impeccabili. Capisco a malapena i loro
nomi, quindi non tento nemmeno di aggiungerli al mio elenco. Mi stringono la mano
e si presentano, poi non li vedo pi. Per mi giungono riscontri sul loro entusiasmo,
oltre il monitor, da dove mi stanno guardando.
Il cliente ha adorato questa ripresa, mi dice Bobby, il regista ( Mavis, Alicia,
Carol, Debra, Bobby), e poi: Il cliente mi chiede se potresti sorridere di pi. Sono
seduta e recito le mie battute guardando la telecamera, i pantaloni troppo stretti
tagliati sul di dietro, la camicetta troppo larga trattenuta sulla schiena da un
morsetto a pinza. Davanti ho unaria molto elegante, ma qualsiasi altra
inquadratura rivelerebbe la falsit del mio aspetto, nonch lo sforzo di presentare
unimmagine unilaterale di perfezione.
Bobby sulla trentina, sempre accomodante, con riccioli castani che spuntano
dal berrettino da baseball dei New York Mets. Sembra molto sicuro di s e ha una
bella stretta di mano. Indossa un paio di jeans e una giacca con scarpe da jogging.
Mi dice che di solito lavora nel cinema, quindi queste riprese dovrebbero essere un
gioco da ragazzi.
Le luci non saranno troppo forti, cos le lentiggini non si vedranno. Mi hanno
detto che eri preoccupata. Mi guarda dritto negli occhi, serio, nel modo in cui un
medico potrebbe dire: Lei ha la leucemia.
No, non intendevo Voglio dirgli che si tratta di un equivoco, ma non so come
fare, senza dare limpressione di lamentarmi di Carol, la truccatrice. Decido che
troppo complicato.
Oh, s, grazie.
Ripeto le stesse battute allinfinito, finch non hanno pi alcun significato.
Qualcuno con un cronometro mi prende il tempo e per circa quattro ore accelero o
rallento di un secondo, due al massimo. Riprese di ventotto secondi sembrano
incredibilmente pi lunghe di altre di ventisei. Sorridi di pi, sorridi di meno, piega

la testa di lato, parla alla telecamera come fosse la tua migliore amica, mettici un
po di enfasi, ma senza dare limpressione di voler rifilare una fregatura, non
troppo, non troppo poco, divertiti, divertiti di pi. Alla fine, una combinazione di
velocit, enfasi, entusiasmo o semplice spossatezza li spinge a dire: Ci siamo! Ci
siamo!
Sono confusa, perch so che hanno effettuato diverse riprese: primi piani delle
mie mani e della schiuma del detersivo e del bucato che esce dallasciugatrice. So
che useranno le varie riprese e le assembleranno per trasformarle in uno spot,
quindi non so perch fosse cos importante ottenere proprio quella scena perfetta,
ma mi vergogno troppo per chiedere, come se mostrarmi per la principiante che
sono potesse far loro cambiare idea sul risultato.
Stringo le mani dei clienti e ringrazio, saluto, dico che mi sono divertita, che
anche vero, e una signora dai capelli scuri con un tailleur blu mi dice: Sei stata
fantastica! Mi ricordi un po me alla tua et. Poi si avvicina e bisbiglia: Non
preoccuparti, anchio detestavo le mie lentiggini.

BARNEY Sparks, dellagenzia omonima, aveva risposto di persona alla mia


chiamata. Doveva avere qualche problema con il suo telefono, perch sbraitava
mentre mi dava il suo indirizzo, dicendomi di passare lindomani a mezzogiorno. Il
suo ufficio era dallaltro lato della citt, sulla Quarantesima Strada, dalle parti della
Nona Avenue. Il modo pi sicuro per raggiungerlo era tagliare dalla
Quarantaduesima, che non la mia strada preferita perch piena di prostitute e
locali che promettono peep show di ogni genere e spacciatori sui marciapiedi che
cercano di venderti della sens sensimilla? So che un tipo di droga, ma non so di
cosa sia fatta, e nemmeno se il nome corretto. una camminata estenuante, ma
almeno c un sacco di gente che, per quanto poco rassicurante, vedr quando sar
rapita e obbligata a prostituirmi.
Salgo quattro rampe di scale per raggiungere lufficio. Quando arrivo ho la lingua
fuori. Non ci sono segretarie, nellatrio.
C nessuno? chiamo.
Qua dietro, tesoro! risuona una voce forte e roca.
C una scrivania con una finestra alle spalle e librerie alle pareti, piene fino al
soffitto di copioni e vecchie locandine teatrali. I titoli sono scritti a pennarello sul
margine con un carattere grosso e tremolante, in modo che si possano leggere
anche se sono impilate una sopra laltra. Barney indossa una giacca azzurra e ha
folti capelli bianchi tagliati cortissimi. La stanza impregnata dallodore di sigaro e
polvere, ma un aroma rassicurante. Ho paura di lasciar trapelare la mia
agitazione, soprattutto quando scopro che lunico modo per sedersi nellenorme
poltrona di fronte alla scrivania sprofondarci dentro ed esserne inghiottiti. Resisto
un minuto, cercando di rimanere elegantemente abbarbicata sul bordo, poi mi
arrendo e mi appoggio, ma almeno sembro rilassata.
Frances Banks! grida Barney.
Anche con lapparecchio acustico al massimo, mi spiega, non ha molta
percezione del proprio volume di voce. Non lo fa apposta, ma quando parla, urla. Mi
dice che il suo marchio di fabbrica, e nellambiente lo rispettano per questo.
Frances Banks, ripete. Un nome perfetto! Classico! Banks tiene banco! Lo
vedo gi a caratteri cubitali sullHollywood Reporter. Fa un respiro ansimante,
come ogni volta che costretto a unire pi di due frasi. un rantolo affaticato e,
come la sua voce, estremamente rumoroso. Un nome di classe per una ragazza
di classe. Ma guardati! Sei un vero e proprio ritorno al passato! La ragazza della
porta accanto che assomiglia ad Ava Gardner, peccato tu non abbia le sue forme

Ma cavoli, ho visto il tuo saggio laltra sera. Il punto che ho preferito stata la
caduta.
Sorrido, ma non capisco se mi sta prendendo in giro. una battuta?
No, tesoro. Sono sempre a caccia di imbranati. Mio padre, il grande regista di
Broadway Irving Sparks, diceva sempre: Sanno sorridere tutti quando le cose
vanno a gonfie vele. Ma amo incontrare chi lo fa quando nella merda. Gli ho fatto
da assistente, da giovane, avevo soltanto diciannove anni, e me ne stavo seduto in
ultima fila tra il pubblico di Best Foot Forward, quando una ballerina di fila dai
capelli rossi ha fatto un capitombolo spaventoso. Si alzata subito e ha continuato
a sorridere. Lho aspettata fuori dal camerino per chiederle se voleva che le
chiamassi un taxi, ed cos che io e la signora Sparks abbiamo dato inizio ai nostri
cinquantanni e oltre di matrimonio. Ma senti questa. Ti ho mai parlato di Ruth
Buzzi?
Forse Barney ha dimenticato che questo il nostro primo incontro.
Mmm, no.
Unattrice meravigliosa, una bambola, un talento comico. Sibilo, rantolo,
sospiro, poi: Mi hanno chiamato, una volta, perch cercavano una alla Ruth
Buzzi, e io ho risposto, ho di meglio, posso darvi loriginale! Sissignori, sono
lagente di Ruth Buzzi. Mi risposero che mi avrebbero richiamato. Sto ancora
aspettando, lei non ha avuto la parte, ma una storia vera, e un giorno, mia cara,
cercheranno qualcuno alla Frances Banks, te lassicuro. Ora dimmi, cosa vorresti
combinare, in questo mondo spietato?
passato molto tempo dallultima volta che mi hanno posto una domanda
simile, e allimprovviso mi sento a disagio. Sono in imbarazzo a confessare a un
estraneo, seppur gentile, le mie speranze.
Ti sto facendo una domanda stupida! una tortura raccontare i propri desideri,
quando non li hai ancora realizzati, vero? prosegue. Come fai a sapere cosa
desideri, dico bene?
Scoppio a ridere. Vero!
Comera solito ripetere mio padre, il grande regista di Broadway Irving Sparks:
Da qualche parte bisogna pur cominciare. Quindi inizia da dove vuoi e fammi
capire. Raccontami, qual il tuo sogno?
A dire il vero ecco, vorrei soltanto vorrei lavorare. Con tutta me stessa.
Qui, soprattutto. A New York. A teatro. questo che ho in mente.
Il teatro meraviglioso, sono daccordo con te, anche se credo che tu sia un
volto per il grande schermo, ribatte assestandosi qualche colpetto sullo sterno per
tossire meglio. Il teatro era fantastico ai tempi di Ethel Merman. Lei s che aveva
un cachet stratosferico! Ai nostri giorni, con il teatro non mangi, e nemmeno ti
compri un bellappartamento, ma cavoli! Chi sono io per calpestare i tuoi sogni?
Sono qui per aiutarti.
Provo un moto dorgoglio sentendo i suoi complimenti. Io sono un volto per il
grande schermo il tipo di frase che potrebbe dire Penelope di s, ma che io non
oserei neanche pensare.
Adesso stammi a sentire, tesoro, ho sensazioni positive riguardo a ci che ho

visto quella sera sul palcoscenico e vorrei darti una mano a partire. Quindi. Batte
le mani per sottolineare il concetto, come se avesse appena estratto un coniglio
dal cappello e volesse assicurarsi che il pubblico labbia visto.
Sono sbalordita.
Ha appena detto che vuole lavorare con me. Credevo che sarebbe stato quasi
impossibile sentire una frase del genere nel mio ambiente. Un agente in carne e
ossa vuole rappresentarmi.
Non sar costretta a farlo da sola.
Sono sconvolta.
Ma? Insomma dice davvero?
S, tesoro, davvero. Mio padre, il grande regista di Broadway, Irving Sparks,
diceva sempre: La classe non acqua! E la tua salter fuori, prima o poi. Chi pu
dire quando? questione di tempismo, fortuna e tenacia. Per. Ce lhai. Riconosco
la classe, quando la vedo.
Voglio dirgli che accetto. Con tutta me stessa. Dentro di me, sento che Barney
Sparks lagente giusto. Ma qualcosa mi frena. Sarebbe cos semplice accettare
lofferta e uscire dallufficio con un agente. Forse troppo semplice. Mi guardo
intorno, e le vecchie sceneggiature e le locandine che mi avevano accolto con
calore quando ero entrata, ora mi sembrano accatastate in pile disordinate,
squallide. Il cuoio dei braccioli dellenorme, bitorzoluta poltrona consunto, e
intravedo limbottitura che fuoriesce dalle cuciture, mentre la luce che filtra dalla
finestra sbiadita, come impolverata.
Esito.
Ecco, la ringrazio tantissimo, ma questo il mio primo appuntamento e ed
tutto nuovo, per me, quindi
Quindi ci vuoi pensare. Hai altri appuntamenti. meraviglioso, cara. Chiamami,
quando hai deciso.
Mi alzo a fatica dagli abissi della poltrona gigante e mi sento un po a disagio.
Abbiamo finito, chiaro, ma non voglio andarmene. Non ancora. C qualcosa che
mi trattiene ed esito un istante sulla porta.
Tutto bene, tesoro? sbraita Barney. Hai altre domande?
Oh, no, grazie. Volevo soltanto ringraziarla ancora. Inoltre volevo chiederle se
aveva qualche consiglio da darmi.
Richiesta eccellente. Sono sulla piazza da un sacco di tempo, posso offrirti i
consigli che vuoi. Sai, piccole dritte che do ai miei attori, nel caso accettassi di
diventarlo anche tu.
Tipo?
Mio padre, il famoso regista di Broadway, Irving Sparks, diceva sempre: Non
raccontarti storie sulle parti che non hai ottenuto. Impara da un rifiuto e non
rimuginarci sopra. Guarda avanti.
Oh. Mi sembra giusto.
Inoltre, soprattutto agli esordi, pu essere utile tenere nota delle tue audizioni.
Scrivere chi hai incontrato, come ti sei sentita. Cos andato storto e cos andato
bene. Compra un come si chiama? Mia moglie ce lha. Organista.

Organizer?
Esatto.
Ce lho gi!
Che ti avevo detto? esclama raggiante. E, in ultimo: se dovessi diventare
famosa, non scrivere mai un libro di ricette.
Oh. Va bene.
Non certo un motivo per rescindere un contratto, se hai talento anche per
quello. soltanto una mia piccola fissazione. Gli attori dovrebbero recitare. Non
vendere profumi, o scrivere manuali di cucina.
Daccordo! esclamo allegra. Vorr dire che terr la pasta al forno per me.
Non ho mai cucinato pasta al forno in vita mia, e con un po pi di tempo a
disposizione avrei potuto pensare a qualcosa di pi divertente, ma per qualche
strana ragione Barney Sparks scoppia a ridere: Pasta al forno! Sembra una cosa
orribile!
Il boato ansimante della sua risata mi segue lungo le scale.
Quando arrivo a casa dopo il turno al locale in cui lavoro, verso le due del
mattino, trovo Dan sul divano, con una birra stretta tra le ginocchia, intento a
guardare un film in bianco e nero.
Fammi indovinare: Otto e mezzo? gli chiedo lasciando cadere la mia borsa
sul pavimento davanti allingresso. Sono felice che ci sia qualcuno sveglio, e di non
tornare in una casa buia e silenziosa, dopo una simile giornata.
Complimenti! dice colpito.
Non difficile: devi averlo noleggiato almeno cinque volte nellultimo mese.
Lo so, ribatte con un sorriso mite. Spero di non darvi troppo fastidio,
ragazze. Jane ne ha guardato un pezzetto con me, poi ha rinunciato ed andata a
dormire. Mi ha detto che lultima volta che lo ha visto fino alla fine, ha sognato di
essere inghiottita dal suo cuscino. Ormai finito: ti va di farmi compagnia?
Mi lascio cadere sul divano accanto a Dan e mi sfilo le scarpe cercando di dare
sollievo ai piedi doloranti. Parla di un regista che sta girando un film di
fantascienza, giusto? per questo che ti piace cos tanto?
Be, parla di un regista che in crisi: bloccato, non trova pi lispirazione, ha
perso ogni interesse nei confronti del film che sta girando e la sua vita privata
un disastro. Forse il film di fantascienza dovrebbe alludere alla perdita della
creativit, sta cercando di dare un senso alla sua vita e alla sua arte.
Oh, tutto qui?
S. La solita, vecchia storia della ricerca quotidiana del significato della vita.
Unattrice bellissima con un paio di occhiali dice qualcosa al protagonista,
interpretato da Marcello Mastroianni. Continua a muovere le labbra anche quando la
voce si fermata.
Non in sincrono.
Allepoca i registi italiani doppiavano i dialoghi in un secondo momento, mi
spiega Dan ipnotizzato dalle immagini sullo schermo. E poich non era interessato

a registrare il sonoro dal vivo, Fellini faceva ascoltare agli attori della musica ad
alto volume, durante le riprese, e chiedeva loro di recitare frasi generiche, che poi
sostituiva con i dialoghi veri dopo averli scritti, in un secondo momento. Ecco
perch le loro bocche non coincidono con le parole, ma anche perch i movimenti
sono cos fluidi. Sembra quasi che danzino a tempo di musica.
Che cosa meravigliosa!
Su una spiaggia candida scorrono in processione alcuni personaggi del film,
mescolati a saltimbanchi e clown vestiti di bianco. Poi la scena si sposta su una
pista di circo, vuota, eccetto il bambino che interpreta Marcello Mastroianni da
piccolo, intento a suonare il flauto. Le immagini sfumano e lo schermo diventa
nero. Fine.
Oh, ammiro sconcertata.
La fine dovrebbe alludere al fatto che il protagonista ha accettato se stesso:
mostrandone la guarigione.
Oh, ribadisco.
Lo so. Fellini molto astratto, commenta Dan con gli occhi lucidi. Una volta
lo guardiamo insieme dallinizio.
Volentieri. Gli sorrido, e noto per la prima volta le pagliuzze verdi dei suoi
occhi nocciola. Allimprovviso la stanza sembra troppo buia e silenziosa e ci
ritroviamo seduti troppo vicini, senza il bagliore dello schermo e il sonoro del film
sullo sfondo a tenerci compagnia. Mi alzo velocemente e prendo le scarpe dal
pavimento. Meglio che vada a dormire.
S. Anchio, fa eco Dan, alzandosi e spegnendo la televisione e il
videoregistratore. Aspetta avevi un appuntamento, oggi, vero?
S.
Com andata?
Bene, molto bene, direi. Ma non ho ancora termini di paragone per giudicare e
penso che sia meglio non prendere decisioni affrettate, sai. Quindi credo che mi
prender una pausa e, be, terr aperte tutte le porte.
Mi sento strana, come se interpretassi unattrice consumata che ha lagenda
fitta di provini e appuntamenti e li considera normale amministrazione. Ho adorato
Barney Sparks e vorrei tanto dirlo a Dan, ma guardo sempre con diffidenza ci che
mi d limpressione di essere troppo semplice. Non so bene perch non mi sembra
il momento giusto per dirlo, e non so bene perch non ho colto al volo loccasione
di accettare lofferta di Barney.
Mi sento come un attore italiano in un film degli anni Sessanta, che recita
battute vuote alla telecamera, in attesa di quelle vere.

10

JOE Melville, uno dei pezzi grossi della Absolute Artists, libero soltanto alle tre e
mezzo, venerd. Poi vola a Londra da un cliente e non sar disponibile a ricevermi
prima di due settimane. Almeno questo ci che mi aveva detto bruscamente al
telefono una ragazza con laccento inglese. Non ho intenzione di rimandare. Tra due
settimane potrebbe essere tardi. Joe Melville potrebbe avermi completamente
dimenticata.
Ma mi aspettano al locale per le quattro e mezzo, venerd. Ho bisogno di
lavorare ho bisogno di quei soldi , ma se arrivi in ritardo anche solo di un
minuto Herb ti spedisce a casa e chiama a sostituirti uno di quelli che si tiene
apposta di scorta. un sistema brutale, ma in questo modo si assicura la
puntualit e non mai a corto di personale.
Eppure, penso che Herb potrebbe venirmi incontro, se gli dicessi in che
situazione mi trovo.
Herb, c la possibilit una possibilit molto remota, a dire il vero che arrivi
con qualche minuto di ritardo al lavoro, venerd, perch ho un appuntamento
davvero importante con unagenzia famosa. Di solito non mi vanto mai, ma lui
sensibile a certi argomenti. Gli piace attribuirsi il merito di aver lanciato tutti gli
artisti che si sono esibiti nel suo locale, artisti che ha trattato a pesci in faccia,
ma che poi ricorda con commozione, una volta che sono diventati famosi.
Se sai gi che arriverai in ritardo, devo farti sostituire, Franny, sentenzia
severo.
No, no, non lo so per certo. quello che sto cercando di spiegarti.
Probabilmente non succeder, Herb, si tratta di una possibilit molto remota.
Non posso correre il rischio.
Herb guarda troppi telefilm polizieschi.
Come non detto, sospiro. Non avrei dovuto parlartene. Arriver puntuale.
Ricky! grida Herb al mio collega Ricky, impegnato a riempire i contenitori del
sale e del pepe. Venerd sostituisci Franny.
Herb! Ora sono in preda al panico. Ho bisogno di questo lavoro. No. Lascia
perdere. Non importa. Arriver in orario, lo giuro. Partir con largo anticipo e sar
qui puntuale.
I comici seduti al bar quelli che alzano il gomito hanno seguito la
conversazione e intervengono, insultando Herb e offrendomi una tequila, che
vogliono farmi bere davanti a lui. Sono gli unici a cui Herb permette di comandarlo
a bacchetta, perch sono i pi divertenti e perch non vuole che smettano con

lalcol. Lui cerca di spaventarli facendo la voce grossa e dicendo: Qui comando
io! ma gli esce una specie di squittio che li fa ridere ancora di pi, quindi alla fine
ci rinuncia, e batte in ritirata.
Gli uffici della Absolute Artists sono al trentaduesimo piano di un vertiginoso,
elegante edificio tra la Cinquantaseiesima Strada e la Quinta Avenue, in mezzo a
negozi e appartamenti che non potrei mai permettermi. Vengo da queste parti
raramente, per andare a Central Park, anche se mi piace allo stesso modo il parco
a Brooklyn. Qui le strade sono ampie e gli edifici molto pi alti, ed pieno di
uomini in giacca e cravatta che portano valigette ventiquattrore e attraversano la
strada in modo pericoloso. Mi ci vuole qualche minuto per orientarmi, ma alla fine
individuo ledificio, dove mi registro al cospetto di un custode e scrivo lorario
dellappuntamento e il nome dellagenzia in un enorme libro che si trova
allingresso.
Luomo alza il telefono e dice il mio nome a qualcuno allaltro capo. Sto sulle
spine, mentre attendo di essere ricevuta, come se fossi unintrusa e non una
persona che ha un appuntamento. Mi torna in mente quando, a sedici anni, tentai di
entrare in un locale di East Norwalk con un documento di identit falso. Durante il
viaggio in auto avevo cercato di memorizzare la data di nascita della sorella
maggiore di Joyce Antonio, ma poi il buttafuori mi aveva chiesto a bruciapelo di
che segno zodiacale fossi e mi smascher subito. Ma questo custode non mi
scaccia. Mi porge un cartellino col mio nome stampato sopra e mi d il permesso
di salire.
Lascensore si svuota pi o meno al ventesimo piano, quindi uso le pareti a
specchio per dare una controllata al viso, ai capelli e al look. Indosso un dolcevita
nero, minigonna di lana nera, calze nere e le Dr. Martens. Mi accorgo che la gonna
troppo corta. Cerco di tirarla gi, ma cos facendo scopro qualche centimetro di
pelle nuda allaltezza dello stomaco.
Dobbiamo procurarci uno specchio decente, a casa, penso; uno specchio da
parete che non mi obblighi a salire in piedi sul water per vedere la parte inferiore
del mio corpo.
Forse per questo che non ho lavorato molto, ultimamente. Ho sempre visto
soltanto la parte superiore del mio corpo o quella inferiore; molto tempo che non
mi vedo a figura intera. Forse le due parti non coincidono come credo. E comunque
avrei dovuto comprare qualche vestito nuovo, per lappuntamento. In un negozio
pieno di specchi a figura intera.
Ho bisogno di un nuovo specchio. Ho bisogno di vestiti nuovi. Ho bisogno di una
gonna pi lunga. Dovrei tornare a Brooklyn a cambiarmi.
Le porte dellascensore si aprono.
La reception arredata nei toni rassicuranti di un grigio pastello. Ovunque mi
giri, vedo superfici morbide, accoglienti. La moquette sembra lucida seta dai
riflessi lunari e il divano di camoscio stato spazzolato di fresco. C una lunga
reception dove siedono due degli esseri pi belli che abbia mai visto, anche loro

vestiti di grigio. Il prototipo maschile perfetto sta leggendo una sceneggiatura,


mentre la sua controparte femminile porta un paio di cuffie e conversa con
qualcuno con accento inglese: forse con lei che ho parlato al telefono. Visto che
sembrano entrambi molto occupati, non so a chi rivolgermi, e per un istante li
fisso con aria ebete. Forse lui dovrebbe rispondere al telefono che squilla
incessantemente, anche se in realt qui, in Grigiolandia, i telefoni non squillano
davvero, ma trillano con garbo, a volume molto basso.
Salve, ehm, ecco, io, be, io
Salve, signorina Banks, benvenuta alla Absolute Artists. Il tipo mi sorride e si
alza, emergendo da dietro la reception per stringermi la mano. Con mio grande
sollievo, ha un sorriso sincero e laria amichevole. Mi chiamo Richard; sono il
secondo di Joe. Sostituisco Pamela in prima linea mentre in pausa pranzo.
Avverto Joe che arrivata, nel frattempo gradisce un bicchiere dacqua o un caff,
o magari una tisana?
Sono cos frastornata cos un secondo? E come mai in prima linea? E
perch Pamela mangia alle tre e mezzo del pomeriggio? che allimprovviso non
so pi cosa mi piace bere o se mi piace bere, e nemmeno se ho sete. Quindi non
rispondo, mentre nella mia mente si affastellano mille interrogativi: mi piacciono le
tisane? Dovrei apprezzarle di pi? O magari le respingo per principio, perch sono
salutari? Ma soprattutto, perch ci sto pensando proprio ora? Non il momento per
prendere una decisione definitiva su un argomento cos difficile.
Scotch non ne avete? dico, e avvampo per limbarazzo. Metto una mano su un
fianco con aria disinvolta, cercando di nascondere il mio disagio.
Misericordiosamente Richard mi sorride. Magari. Poi mi fa cenno di seguirlo
lungo un corridoio e mi accompagna in una sala riunioni con un grande tavolo ovale
circondato da dieci sedie.
Joe sar subito da lei. Andr benissimo. Ero tra il pubblico, allo spettacolo, e
sono stato io a dirgli che era fantastica. Mi sorride, mentre chiude la porta alle
sue spalle con un clic.
Laccenno allo spettacolo mi fa ancora sprofondare di imbarazzo. Spero che non
gli abbia raccontato di quella parte. Mi chiedo se la gente continuer a fermarmi
fino alla fine dei miei giorni per chiedermi: Mi scusi, mi pu dire che giorno
oggi? e scoppiare a ridere.
Mi appoggio a disagio alla parete accanto alla porta, senza sapere bene cosa
fare. Forse dovrei sedermi. un modo comune per passare il tempo. Guardo il
tavolo enorme e tutte quelle sedie. A meno che non debba arrivare un gruppo, un
luogo strano, per un appuntamento tra due persone.
S, penso, mi siedo. Ma non so dove, non facile decidere il posto giusto. Chiss,
magari fa parte del provino. Magari mi stanno osservando da una telecamera
nascosta, e dovrei incominciare a preoccuparmi, vista la frequenza con cui
immagino questa cosa. Mettiamo sia vero: forse la Absolute lavora soltanto con
artisti che sceglierebbero di sedersi a capotavola. cos che si comporterebbe una
star? il tipo di personalit che stanno cercando, oppure il contrario? Quella scelta
rivela che io penso di essere cos speciale e importante da meritare il posto

migliore e quindi implica che sar un tipo molto esigente e difficile da gestire?
Ma perch vorrebbero lavorare con un attore da sedia qualunque? Se mi mettessi
su quella al centro, non sarebbe come dire che sono mediocre? Non sarebbe come
accontentarsi di un ruolo da comprimario quando potevo avere la parte da
protagonista? Se scelgo una sedia qualunque, tanto vale gridare ai quattro venti che
ho delle enormi insicurezze e non sar mai la star di un bel niente, nemmeno di
questo tavolo da riunioni.
unidiozia. Sto farneticando. Scegli una sedia e falla finita, Franny.
Sono quasi appoggiata, quando la porta alle mie spalle si apre, urtando lo
schienale della mia sedia.
Franny Banks. Salve. Sono Joe Melville. La prego, si metta laggi in fondo.
Merda. Ho preso il posto sbagliato. Mi alzo goffamente per porgergli la mano. Mi
fa cenno di accomodarmi a un capo del tavolo. Sceglie per s una seduta su un
lato, e la cosa mi sconcerta: pensavo che si mettesse dalla parte opposta alla mia,
in modo che ci trovassimo luno di fronte allaltra, separati da una distanza
incolmabile, proprio come succede nei film con re e regine, o con coppie che non si
amano molto.
Ha laspetto di qualcuno che lavora in uno studio legale o in una banca, e non in
campo artistico. Il completo blu gli calza a pennello e ha la pelle tesa e liscia,
rosea e luminosa, come se si fosse sottoposto a un trattamento per il viso prima
di entrare. Il suo colorito mi fa sentire trasandata e inadeguata. Poich allo
spettacolo di fine corso ha mandato Richard, un suo subordinato, mi hanno
informato che devo recitare il mio monologo per lui.
Una volta seduti, Joe mi fissa un istante, e non so se devo cominciare subito, o
dire qualcosa per rompere il ghiaccio, o aspettare che mi faccia qualche domanda o
che mi dia il via. Sono gi nervosa, perch mi sembra strano recitare in un ufficio
e non a teatro, dove percepivo lenergia del pubblico e dei miei compagni di lezione.
Dovero illuminata dalle luci e non riuscivo a distinguere chiaramente gli spettatori.
Ma qui, in questo ufficio, Joe Melville cos vicino che riuscirei a decifrare ogni
espressione del suo viso, ammesso che ne faccia.
Cominciamo, dice. Pu attaccare non appena si sente pronta. Chiacchieriamo
dopo. Faccia pure con calma.
Le sue parole sono incoraggianti, ma lespressione neutra, se non peggio. E
quando in una stanza ci sono due persone e una delle due l unicamente per
vedere laltra fare qualcosa, lidea che quella faccia con calma semplicemente
ridicola.
Eppure ci provo. Respiro a fondo, ma laria sembra incastrata e non entra nei
polmoni. Ho bisogno di un minuto per calmarmi, ma non posso prendermelo. Ci
sono davvero attori che ne avrebbero il coraggio? Sedersi in un angolo a capo chino,
uscire due minuti dalla stanza, mettersi a meditare, saltellare o fare quello che
preferiscono per riscaldarsi, per fare con calma, lasciando Joe Melville seduto da
solo ad aspettare? Comincer subito, per dimostrargli che sono pronta, che sono
sempre pronta.
Attacco il monologo. La protagonista ripete di continuo: Ho trentadue anni,

come se fosse la causa di tutto ci che non funziona nella sua esistenza. Non so
come sia avere trentadue anni, ma posso immaginarlo. Penso che si senta bloccata
in unet intermedia, unet che non costituisce una tappa fondamentale nellet di
un essere umano, ma pi una terra di nessuno, unet in cui sta incominciando a
sentire che le speranze stanno svanendo.
La capisco.
A teatro avevo recitato la prima parte del monologo in piedi, ma qui dentro il
tavolo rende tutto pi complicato, cos decido di rimanere seduta. La sedia una
poltrocina da ufficio, con le rotelle, e arrivata a met mi accorgo che la sto
muovendo avanti e indietro, come per imitare una camminata. Mi blocco
imponendomi di smettere, e cos dimentico la battuta successiva.
Merda.
Ho perso il filo.
Esito, cercando di non smarrire la concentrazione. Guardo fuori dalla finestra,
come se il mio personaggio stesse riflettendo su qualcosa di importante. Se mi
rilasso, mi torner in mente; se mi faccio prendere dal panico, no. Lho imparato a
lezione.
Se mi rilasso, mi verr in mente.
Se mi faccio prendere dal panico, no.
Rilassati.
Rilassati.
Finalmente, dopo un tempo che mi sembra lungo, lunghissimo, la battuta
riaffiora. Concludo il monologo, sorrido timidamente a Joe per fargli capire, nel
caso non sia sicuro, che ho finito.
Incantevole, mormora. Molto divertente. Il tono caldo, ma lespressione
impenetrabile. Non capisco se gli piaciuto davvero.
Dopo un istante unisce le mani davanti al viso, con gli indici rivolti verso lalto, e
li appoggia sulla bocca arricciata, come guglie di una chiesa. Poi si picchietta le
labbra con le dita.
Allora, signorina Banks, dice alla fine, mi racconti di lei.
Di me?
S. Mi piacerebbe sapere cosa lha portata qui. Perch venuta a New York.
Che lavoro le piacerebbe fare.
Uhm. Be. Teatro, soprattutto. Voglio lavorare in teatro e fare lattrice. Lattrice
vera, non un tipo da profumo.
Mi scusi, cosa centra il profumo?
Sa, voglio recitare, non mi interessa lanciare un mio marchio.
Capisco. Anche se uno degli artisti che rappresentiamo, Cordelia Biscayne, in
questo momento ha un enorme successo con la sua fragranza, Helvetica.
Helvetica? un profumo?
S. Avr visto lo slogan: Helvetica. Un profumo di carattere. Cordelia ha subito
intuito limportanza che avr il boom dei computer.
Oh, davvero fantastico. Insomma, non vedo lora di, be, di sentire questo
profumo.

Ora mi dica, cosa lha portata a recitare?


Poi fa una pausa, in attesa della mia risposta, ma invece di pensare alla risposta
mi ritrovo a immaginare come sarebbe Joe Melville se fosse nervoso, o teso o a
casa, in accappatoio. Cerco di figurarmelo vulnerabile o indifeso, ma lunica
immagine che ho davanti agli occhi quella di un uomo calmo e sicuro di s, con il
volto radioso e roseo. Non so se un aspetto che mi piace. Non so se c qualcosa
che mi piace, in lui.
Ma soprattutto, non so se gli piaccio, e questo significa che devo convincerlo.
Perch voglio fare lattrice? gli faccio eco, cercando di guadagnare tempo.
Odio questa domanda, vorrei dirgli. Non c una risposta vera e propria.
Vorrei dirgli che il mio cervello funziona cos e basta. Non lho scelto. Leggo
qualcosa su una persona e incomincio a immaginare di essere quella persona. Vedo
qualcuno per la strada o su un palcoscenico o alla televisione, ovunque, non importa
nemmeno che sia reale o un attore che recita un ruolo) e se la persona o il
personaggio sono interessanti, mi metto nei loro panni, immagino come si sentono,
cosa direi o farei se fossi in loro.
Vorrei dirgli che non ricordo di aver deciso di trasformare tutto questo in una
carriera. Non mi sono svegliata un bel giorno e ho preso una decisione. Mia madre
morta e ho incominciato a fingere che non fosse successo a me, ho incominciato
a immaginare come sarebbe stato avere una vita diversa dalla mia, e fingere
diventato un sollievo. Non stata una decisione consapevole, a differenza di quando
mi sono trasferita a New York; fare lattrice pi un dato di fatto. come se quel
destino mi avesse scelto. Ma non posso dirglielo, suonerebbe talmente presuntuoso.
Sento di avere qualcosa da dire come artista, tiro fuori alla fine. una
risposta ancora pi assurda, perch falsa, non ho mai pensato una cosa del
genere. Inoltre molto pi presuntuosa di quella che ho scartato prima che, se non
altro, conteneva almeno un briciolo di verit. C qualcosa, in Joe Melville, che mi
spinge a comportarmi come qualcuno che non mi piace per niente.
Non risponde, cos mi sento in dovere di proseguire. come se avessi perso il
controllo. Mi tengo stretta, cercando di evitare la catastrofe.
Ho sempre amato il teatro. Meno male. Non originale, ma almeno vero.
Da bambina, mio padre mi portava a ogni singola rappresentazione che cera nella
nostra cittadina, in Connecticut, e alla maggior parte di quelle di New Haven, e a
volte venivamo a New York, anche per gli spettacoli di danza classica e moderna.
Mi fermo. un insegnante di letteratura, aggiungo come se questo spiegasse il
suo interesse per la danza moderna.
Melville annuisce distratto, come se quello che ho appena detto non fosse
completamente privo di interesse, ma anche come se avesse la testa da unaltra
parte e pensasse alla Borsa, o alla spesa. Ero decisa a convincerlo, ma ora sono
nervosa e stordita, e mi ricordo che ho dimenticato di mangiare, stamattina.
Allimprovviso, ho una voglia disperata di andarmene. Desidero solo che tutto
questo abbia fine.
Si render conto che questo ambiente molto competitivo. Si sente pronta per
la competizione?

Inarca leggermente un sopracciglio, come il personaggio malvagio di una favola.


Certo che so quanto possa essere competitivo fare lattore, perch te lo ripetono
tutti e non fanno che dirti che soltanto il cinque per cento degli iscritti al sindacato
guadagna abbastanza per vivere, e di quel cinque per cento soltanto il due guadagna
soldi a palate. Insomma, Bruce Willis a pagare lassicurazione sanitaria per tutti,
come sottolinea sempre Jane. Certo che me ne rendo conto.
Oh, la cosa non mi preoccupa. Sono molto competitiva. Provengo da una
famiglia competitiva.
Sportivi?
Santo Cielo, no. Sarebbe proprio buffo. Scoppio a ridere, pensando a me e mio
padre (famosi per aver trascorso un intero fine settimana in salotto a leggere libri,
fermandoci soltanto per mangiare pizza surgelata o fare i popcorn) intenti a
giocare a tennis, a sciare o a scendere le rapide in canoa. Competitiva nel senso
che da bambina ogni situazione si trasforma in una gara. Io e mio padre abbiamo
unottima memoria, quindi ci sfidavamo, per esempio, a recitare lunghissimi
nonsense a partire da met. Oppure mi mettevo alla prova: sentivo una canzone
alla radio e fingevo di essere in finale in un gioco a premi e di dover indovinare il
titolo prima che incominciasse il ritornello, o avrei perso tutto. Creavo di continuo
situazioni complicate da cui uscire: quando arrivava il catalogo di vendita per
corrispondenza, fingevo di essere costretta a ordinare da l, e solo da l, i miei
vestiti per tutti i giorni a venire; sembra facile, allapparenza, perch la scelta
ampia, ma molto difficile, in realt, se hai unidea precisa su quel che vorresti
indossare il giorno del tuo matrimonio.
Ho il fiato corto. Forse sto parlando troppo.
Joe Melville resta in silenzio un istante, poi ripete: Matrimonio?
S. O magari per il ballo di fine anno. Su quei cataloghi non c niente per simili
occasioni. A meno di essere una di quelle ragazze davvero alternative e strambe e
indossare comunque i loro prodotti, come i pantaloni madras e le scarpe
antipioggia.
Dovrei darci un taglio.
E un berretto da cacciatore, aggiungo.
Lui mi fissa.
E una bella shopping bag colorata a mo di borsetta, dico senza riflettere.
Concludo con una risatina, cercando di camuffare questo mio divagare, ma esce
fuori un ghigno malvagio.
Inoltre mi hanno appena ingaggiato per uno spot pubblicitario che andr in onda
sulle reti nazionali.
Gi, commenta Joe, non molto colpito. La pubblicit pu costituire una
meravigliosa fonte di guadagno.
Lho perso, ne sono sicura, ma provo con un ultimo affondo e tento di salvare la
situazione. Faccio un bel respiro.
Ma per tornare alla competizione: da un certo punto di vista trasformo tutto in
una gara, quindi so gi di essere una tipa tosta, ed una qualit innata, e non ho
paura di essere rifiutata o respinta, perch ho comunque lautostima sotto i tacchi,

quindi mi aspetto sempre il peggio, il che strano, perch invece so che un giorno
fortunato potrei riuscire a sfondare. E sono svelta e qualunque cosa ci sia da
imparare la posso imparare alla svelta, dato che sono svelta ah, ah, lha capita?
ma tornando alle faccende serie, oggi per esempio ho imparato alla svelta che se
non mangio niente, a parte il litro di caff, sono travolta da un irrefrenabile impulso
di parlare di cataloghi di vendita per corrispondenza.
Cerco di sorridergli ostentando sicurezza, ma poi trattengo il sorriso sulle labbra
una manciata di secondi di troppo, come se fossi in posa per una fotografia di
Natale, e dopo un attimo devo abbassare gli occhi e posare lo sguardo sulle mie
scarpe. Non ho pi energia per fingere, ma ho bisogno di ricompormi, perch mi sta
venendo da piangere. andata malissimo, niente affatto come avevo immaginato.
Oggi avrei dovuto essere un distillato di autocontrollo, per non parlare di quella
striscia nuda tra il bordo del mio dolcevita e la cintura della gonna. Ancora una
volta, sono frustrata dallinsormontabile divario tra limmagine della Franny di
successo e quella che continua a mettermi i bastoni tra le ruote.
Mi obbligo a guardare Joe Melville, preparandomi alla vista di un uomo perplesso,
terrorizzato, in procinto di chiamare la sicurezza.
E invece sta sorridendo. Davvero. la prima, innegabile, reazione umana che
leggo sul suo viso. Poi comincia a ridere. Almeno credo. S, ne sono certa. Sta
ridendo, e anche se non perfettamente udibile, immagino che sia quanto di pi
simile a una risata in grado di produrre questuomo. Annuisce e sorride e si
dondola leggermente avanti e indietro.
Franny Banks, sei uno spasso, sentenzia. Poi piega la testa di lato e la scuote
delicatamente. O sta riflettendo, oppure ha appena fatto un tuffo in piscina e sta
cercando di far uscire dellacqua da un orecchio. In ogni caso passato al tu.
Stavo riflettendo, dice.
Meno male, era quello.
Dimmi insomma hai altri appuntamenti in agenda?
Altri Intende con agenzie?
S.
No, cio, s. Ho incontrato Barney Sparks. Dellagenzia Sparks.
Joe mi guarda come se avessi detto la cosa giusta. Ooh, s, mi ricordo il buon
vecchio Barney. Un agente meraviglioso, ai suoi tempi. Ma hai firmato qualcosa?
Firmato? No. Penso a Barney, nel suo ufficio, con la giacca consunta. Ero
sicura che fosse lagente ideale, ma non avevo nessuno con cui paragonarlo. Per
fortuna non ho firmato niente, e ho aspettato, perch allimprovviso voglio con
tutta me stessa che mi prendano qui, in questo posto rivestito di morbida
moquette grigia e telefoni dal trillo elegante.
C un casting a due passi da qui. Stanno provinando un po di nostri attori per
un ruolo importante, ma hanno accennato anche a unaltra parte: molto piccola,
di solito non ci manderei mai uno dei miei. Ma vorrei che ti conoscessero, per
vedere come va. So che non ti sto dando molto preavviso, ma sei libera?
Devo essere al lavoro tra meno di trenta minuti. Se me ne vado ora, come avevo
in programma, e salgo su un taxi (impresa non scontata, allora di punta) potrei

arrivare in orario. Se vado al casting, anche se qui a due passi, sar in ritardo. Ho
giurato a Herb che non sarebbe successo, e questo implicher che assegner il mio
turno a qualcun altro, e forse anche il successivo, e forse si arrabbier al punto da
licenziarmi.
Certo, rispondo. Liberissima.

11

HO escogitato un piano, sono nelle mani di Ricky, il cameriere che aveva rischiato
di prendere il mio posto al lavoro, quel giorno. Ma, mentre lo chiamo dal telefono
pubblico, fuori dalla Absolute Artists, tutto quello che ho la sua voce in
segreteria. Ricky ha registrato un messaggio lunghissimo in cui esegue un brano
del musical Evita per poi prodursi in unimitazione di Cher, e sembra che passino
secoli prima del biiip finale.
Ricky. Ricky. Ricky. Ricky. Sono Franny. Ricky, rispondi! Ti prego. Ti prego, oh,
ti supplico ris
Franny! Che carina a chiamarmi! Caspita, allora si sparsa la voce. Vi sono
cos grato per il vostro interessamento.
Ricky, meno male che ti ho trovato. Ho un favore... ecco, mi chiedevo... be, il
fatto che ho un provino per Kevin e Kathy. Devo andarci subito.
Oh. Sembra deluso. Quindi non mi stai chiamando per Ma fanno ancora
Kevin e Kathy?
Lo so. quello che ho detto a be, allagente. Per cos. Ormai sono nove
anni, e adesso in pausa, ma tra poco riprenderanno a trasmetterlo e
Un attimo. Quindi hai un agente? Per via del saggio?
Ehm, non ne sono sicura, ma penso di s. Forse.
Di gi?
Be, come ti dicevo, non proprio sicuro ma forse s.
Oh. Il provino per quale parte sarebbe?
Si chiama soltanto Ragazza numero uno.
Oh. Quindi non mi stavi chiamando perch hai sentito del mio spettacolo?
No, mi dispiace. Ti chiamavo per vedere se potevi sostituirmi questa sera.
Gi. Il tuo turno. Mmm. Non lo so, Franny. Perch non dici a Herb che chiami
uno dei suoi sostituti? mi chiede con aria un po troppo innocente.
Ricky, ti supplico, lo sai come si arrabbia. Ho pensato che magari, se ci andavi
tu, si sarebbe confuso, visto che te laveva chiesto lui per primo, e chiss, magari
avrebbe pensato che era andata proprio cos, e cio che avevamo eseguito i suoi
ordini e non mi sarei cacciata nei guai.
Le parole mi muoiono sulle labbra, perch pronunciarle ad alta voce rende il mio
traballante piano ancora pi inconsistente.
Ricky fa un sospiro interminabile.
Va bene.
Va bene? Davvero? Ricky, grazie mille: davvero, ti devo un favore, e bello

grosso.
Allaltro capo del telefono cala il silenzio. Forse non lho ringraziato abbastanza.
Grazie davvero. Grazie infinite. Ora dovrei proprio
Frances.
S?
Non mi chiedi del mio spettacolo?
Cosa? Ma certo! Scusami. Racconta!
Be, a dire il vero sono piuttosto entusiasta. Mi hanno appena ingaggiato
allHooligan, per il mio monologo, Insights.
AllHooligan? Ma grandioso! dove resta, esattamente?
Lo sai. il pub irlandese sulla Seconda Avenue. C quel seminterrato dove
Claudia ha tenuto il suo reading di poesia.
Oh, vero! Quello! Un posto fantastico. Congratulazioni.
Anzi, avevo le prove, questa sera.
Prove? Merda. Mi dispiace. Grazie di nuovo. Almeno, ecco, non dovrai contattare
troppa gente, per fissarne di nuove. Visto che un monologo. E che lo fai tu.
Le mie risate nervose cadono nel vuoto, ma alla fine riesco a mettere gi il
telefono, non senza prima averlo ringraziato mille volte e avergli promesso che
sarei andata al suo spettacolo.
Mentre prendo lascensore diretta al mio provino, penso al seminterrato
dellHooligan. Ci ho recitato una commedia in un atto, una sera, e sono stata in
posti peggiori, ma per un istante mi crogiolo nel pensiero che quei giorni siano alle
mie spalle. Forse questo ascensore mi sta trasformando da dilettante a
professionista, nel breve spazio di venticinque piani.
Mi scusi, dico alla ragazza della reception, dove un cartello scarabocchiato
con un pennarello nero dice: CASTING KYLE E CARSON. Dovrei prendere il copione
della Ragazza numero uno. Nascosto dietro il bancone c un televisorino.
Sembra delusa di dover distogliere lo sguardo dallo schermo.
Come prego?
Mi scusi. Avrei bisogno del copione della Ragazza numero uno.
Mi guarda dubbiosa.
Mi manda Joe Melville.
A quel nome, met delle persone nella sala dattesa alzano lo sguardo. Provo
imbarazzo e orgoglio in parti uguali. Non avrei dovuto dirlo cos forte, ma mi piace
leffetto che fa.
qui per la Ragazza che ride?
Credo di s, se la stessa di cui sto parlando io.
La Ragazza che ride non ha battute. Ride e basta.
Ride e quindi nessuna battuta?
Nessuna. una ragazza. E ride. Vogliono una risata divertente. Nientaltro. Si
accomodi. Saranno da lei tra un attimo.
Mi siedo su un divano pieno di bozzi accanto a una ragazza magrolina con i
capelli castani che indossa stivali neri e occhiali dalla montatura stravagante.
Dovrei portare stivali con i tacchi invece delle mie Dr. Martens, penso mentre

incomincio a sudare freddo. Dovrei comprare degli occhiali dalla montatura


stravagante. Dovrei avere una risata divertente.
Una risata divertente. Una risata divertente. Perch non mi viene in mente nulla?
Dovrei preparare un elenco di cose che potrebbero chiedermi cos, su due piedi.
Ogni attore che si rispetti dovrebbe avere in repertorio i pezzi fondamentali: un
monologo leggero e drammatico; una canzone ritmata e lenta. Ma c una
grave carenza di informazioni in merito. Oggi ho bisogno di una risata divertente,
ma cosaltro dovrei saper fare? Pattinaggio a rotelle, forse: c molta richiesta,
ultimamente. Barzellette. Dovrei conoscerne di pi, in caso mi chiedano di
raccontarne una, ma sono una frana, con le barzellette. Mi incasino sempre sul
finale. Forse dovrei cercare di impararne a memoria almeno una, perch non si sa
mai.
Concentrati. Concentrati. Una risata divertente. Merda.
Non ho una risata particolarmente divertente, e non riesco a pensare a nessuno
che ce labbia. Un attimo: Barney Sparks! Ma non credo di essere in grado di
imitarla. Troppa ostruzione polmonare, perch possa anche solo pensare di provarci
senza rischiare uno svenimento. Chi altro? Mi vengono in mente soltanto persone
con risate normali, o Fran Drescher, lattrice della sitcom La tata. Ma quella la
sua risata. divertente soltanto se la fa lei. O vogliono proprio questo? La replica
di un modello? Adesso riesco a pensare soltanto alla risata di Fran Drescher. Forse
far cos. Non mi viene in mente nientaltro. Cercher di esibirmi in una buona
riproduzione.
Le ragazze vanno e vengono dalla stanza delle audizioni a velocit incredibile.
Sembra che si limitino a entrare, ridere e uscire: niente domande, niente
chiacchiere. Sento attraverso la parete sottile: perfomance, reazione. Cerco di non
tendere lorecchio, di restare ferma sulla mia decisione, senza farmi distrarre dalla
risata divertente di qualcun altro. Ma pi forte di me: sento una ragazza
emettere un suono simile a un clacson che suscita grande consenso, forse dovrei
farlo anchio. Un bel colpo di clacson. divertente. Li stender con una bella risata
nasale, sonora, come se avessi il raffreddore o
Frances Banks.
Merda. Non sono pronta e sono lultima, per giunta. Chiederei un altro po di
tempo, ma non c nessuno che possa entrare prima di me.
Allimprovviso mi ritrovo davanti a quattro persone che mi guardano e continuo a
non avere idea di cosa fare. Vicino a me seduto un uomo con gli occhiali.
Salve, signorina Banks. Eccoci qui. Come avr sicuramente capito, siamo alla
ricerca della sua risata pi divertente. Pu incominciare quando si sente pronta.
Va bene, fantastico! replico con troppa enfasi. Devo guardare in camera
o giro gli occhi confusa, non sapendo dove posarli.
Ah, niente obiettivo, oggi, visto che non ci sono scene vere e proprie da
recitare. Ecco, si rivolga ad Arthur, dice indicando un tipo macilento con i capelli
rossi e le lentiggini alla sua sinistra, che non sembra troppo felice di essere stato
scelto come destinatario della mia risata.
Daccordo, benissimo. Soltanto, mi scusi avrei una domanda.

Mi sembra di aver visto luomo laggi in fondo alzare gli occhi al cielo.
Certo.
Volevo chiedere, ecco perch la ragazza, che sarei io, sta ridendo?
Cala il silenzio, come se nessuno sapesse rispondere. O forse la stupidit della
mia domanda ad averli ammutoliti.
Be, soltanto una gag, capisci? dice luomo con gli occhiali.
Una gag, ripeto.
S. Una gag. Un tormentone. Hai presente la risata di Fran Drescher?
Ma non vogliamo niente di simile, afferma luomo in fondo con enfasi.
Certo, quello il suo marchio di fabbrica: noi vogliamo soltanto una ragazza
che ride in modo divertente. Senza motivi particolari, aggiunge luomo con gli
occhiali.
Va bene, grazie. E, scusatemi, io cosa faccio?
Faccio?
Nella vita. Che lavoro faccio?
Luomo in fondo sta decisamente alzando gli occhi al cielo, al punto che la donna
accanto a lui gli d un colpetto con la sceneggiatura che tiene in mano.
Ecco, ancora non lo sappiamo. Probabilmente sar la segretaria di Kevin. Hai
mai visto il telefilm? Kevin assume segretarie che sono una peggio dellaltra. Come
in Murphy Brown.
S.
Quindi probabilmente lavorer per Kevin. Ma soprattutto ha questa risata
esilarante, che far piegare in due il pubblico.
Due scene. Nessuna battuta, taglia corto il tizio in fondo. Non stare a
pensarci troppo.
Shh, dice la donna con la sceneggiatura.
Va bene. Grazie. Penso di essere pronta.
Guardo Arthur, che si muove a disagio sulla sedia. Penso a Kevin, il protagonista
del telefilm, e nella mia testa Arthur e Kevin sono la stessa persona. Lattore che
interpreta Kevin ha sui cinquantanni, ed ancora un belluomo, ma in questo
momento sto pensando a quanto fosse irresistibile quando il telefilm andato in
onda la prima volta, dieci anni fa, e io ero ancora al liceo. Esordiva quasi sempre
con la battuta: Buongiorno, signore mie! frase che era diventata famosa e
imitata da tutti. A quei tempi avrei fatto qualunque cosa per essere la sua
segretaria, anche solo per un giorno. Se ne avessi avuto la possibilit, specialmente
in quel periodo, avrei preso ogni sua parola per oro colato e avrei cercato di fare
del mio meglio, nel disperato tentativo di piacergli. Ma forse sarei stata cos
innamorata e nervosa che mi sarei limitata a ridere adorante a ogni sua parola.
La risata dolce e lieve, allinizio, e sono io, ma anche ladolescente goffa di un
tempo. Il viso di Arthur si tinge di un rosso acceso e capisco che non abituato a
essere il centro dellattenzione e che non gli dispiace, in fondo, e questo non fa che
renderlo ancora pi meraviglioso; fingo che abbia appena detto una battuta
divertentissima non solo a me, ma a una stanza piena di gente, e sono travolta da
un moto di orgoglio perch mi trovo l accanto a lui, fiera di stare al suo fianco.

Sono cos euforica che la risata cresce e si trasforma in un rantolo, e sto


praticamente ansimando, ora, in modo indecoroso, provocante; non riesco a credere
di essere io, perch non ho mai avuto il coraggio di farlo neppure in camera da
letto, ma, non so come, in questo istante farei di tutto perch Arthur Kevin,
lattore che fa Kevin sappia quanto lo ritenga affascinante e speciale e
irresistibile e magnifico e il mio gradimento aumenta ancora e sono praticamente
senza fiato, cos mi calmo e lascio che la risata torni a essere dolce e leggera, e,
per finire, esausta, ma felice, lascio andare un sospiro, interrotto da un accenno di
singhiozzo involontario, come se avessi bevuto un bicchiere di champagne in un sol
fiato. Da quel momento in poi non ho ricordi distinti, ma solo una serie di
istantanee che scorrono davanti ai miei occhi: la donna in fondo che mormora:
Hai visto? alluomo contrariato, che annuisce e alza le spalle come a dire: Chi
lavrebbe mai immaginato? mentre luomo con gli occhiali mi chiede di attendere
fuori, per poi richiamarmi subito dopo e comunicarmi che ho ottenuto la parte, e
gi pregusto il momento magico in cui torner allAbsolute e firmer il contratto
nellufficio di Joe Melville che mi dir che ora sono rappresentata da lui e tutti mi
sorrideranno e mi stringeranno la mano e poi uscir di nuovo per strada, nella luce
di un meraviglioso tramonto, e sapr che non dovr sobbarcarmi un turno al locale,
perch ho appena ottenuto il secondo ingaggio della settimana e posso permettermi
di passeggiare con calma lungo la Quinta Avenue e sognare che un giorno, forse,
entrer in uno di quei negozi lussuosi, invece di guardarne avidamente le vetrine;
che un giorno, forse, avr una vera borsetta e dei tacchi alti, invece di calzare
anfibi e portare una borsa di tela con dentro un grembiule, un cavatappi e un
levabriciole.
Un giorno, forse.

12

AVEVO capito che preferivi laltro, il vecchio con lasma, confessa Jane davanti
a un piatto fumante, al ristorante cinese sulla Settima Avenue. Mi ha invitato fuori
per festeggiare la mia particina in Kevin e Kathy e abbiamo deciso di ordinare tutti
i nostri piatti preferiti. Anche Dan avrebbe voluto esserci, ma i genitori di Everett
avevano comprato i biglietti per la Cavalleria rusticana e i Pagliacci al Metropolitan.
Lopera! avevo esclamato. Che cosa affascinante.
Gi visto il pacchetto completo, aveva ribattutto, tetro. Avrei preferito
festeggiare insieme con voi.
Continuo a rivedere la sua espressione infelice al momento di salutarci, e
allabbraccio fortissimo che mi ha dato quando siamo uscite, che mi sembrato
diverso da quello destinato a Jane, e penso a com felice ogni volta che veniamo
in questo ristorante, e al modo in cui lo prendiamo in giro perch infierisce
maldestramente con le bacchette sui suoi ravioli.
Ti portiamo qualcosa da mangiare, lavevo rassicurato, eppure continuava a
sembrare tristissimo.
Franny? Mi stai ascoltando? mi chiede Jane puntando una bacchetta verso di
me.
Scusa. S. Hai ragione. Preferivo Barney Sparks.
Allora perch hai firmato con quel Melville dalla faccia rosea?
Perch la Absolute rappresenta persone famose e sceglie soltanto i migliori.
Alla Absolute c James Franklin e anche Penelope Schlotzky. Sono fortunata che mi
abbiano voluto. E comunque ho accettato il lavoro per cui mi avevano fatto fare il
provino, quindi non c stato molto da decidere. Si trattava gi di un loro ingaggio.
Tutte osservazioni giuste, ma Jane continua a non sembrare convinta. Si limita a
commentare con un: Mmm.
Era destino, sentenzio con aria saggia, facendo un gesto vago che spero sia
misterioso e mistico al punto giusto.
Hai detto per che questo Melville ti rende nervosa e ti d i brividi. Funziona
cos? Il tuo agente ti deve dare i brividi?
Non importa. un rapporto di lavoro. Non siamo amici. Sono affari.
Secondo me ci che dicono le persone nel mondo dello spettacolo quando non
hanno amici.
Mi ha procurato un lavoro vero. Ed era la mia prima audizione.
Be, non ho nulla da obiettare in merito. Allora, racconta.
Bevo un sorso di vino e cerco di ricordare esattamente cosho provato la sera

prima, sul set, con i riflettori puntati addosso e quattro enormi telecamere che mi
giravano intorno. come un sogno. Ero nervosa, ma mi sentivo a mio agio. Cera
il pubblico, come a teatro. Da un certo punto di vista, non stato molto diverso
dalle mie recite scolastiche. A giudicare dalle risate che senti in televisione, diresti
che gli spettatori siano molti di pi. Invece i set sono piccoli. E bui. Sono rimasta
colpita da certe assurdit.
Tipo?
Be. Fanno tutto su misura. Sapevano la distanza esatta dellorlo della gonna da
terra. Hanno realizzato gli indumenti apposta per me, lavorando di notte. Anche la
t-shirt era fatta su misura. La t-shirt. I vestiti che mi compro hanno sempre
qualche difetto, cadono male o sono troppo larghi. Tiro la felpa e la sventolo
avanti e indietro. Guarda, ci ballo dentro.
Per me ti sta bene, dice Jane, ora alle prese con il suo pollo al limone.
E poi, tu ce lhai il piegaciglia?
S. Non lo uso mai.
Be, io non sapevo nemmeno che esistesse. uno strumento di tortura. Alle
elementari mi rovesciavo da sola le palpebre per impressionare i compagni di
classe. E l cera qualcuno che lo faceva per me! racconto corrugando la fronte, e
Jane scuote la testa comprensiva. Mi hanno sistemato trucco e capelli dopo ogni
ripresa: non mi sono mai mossa, ma loro continuavano a ritoccarmi il viso. A
incipriarmi, anche se non sudavo: quando sono tornata a casa ho dovuto
letteralmente grattare via quella roba. Il regista stabiliva la disposizione degli
attori, ma Kevin, o Robert, lattore che interpreta Kevin, continuava a dimenticare
la sua e a cambiarla, e cos io dovevo riformulare la mia e tenerla a mente nelle
riprese successive, perch combaciassero, soltanto che poi quello si dimenticava di
nuovo, confondendomi. Ero cos impegnata a ricordarmi se avevo sollevato la
cornetta con la destra o con la sinistra, che non riuscivo a pensare a nientaltro.
Ma andata bene, almeno? Che impressione hai avuto?
Non saprei. Buona, credo. La gente rideva e molti hanno detto che sono andata
bene, ma non ho idea di chi fossero o se avessero dovuto colpire proprio loro.
Quella risata per ha scatenato una reazione cos positiva nel pubblico, che lo
sceneggiatore ha deciso di darmi una battuta.
Jane mi guarda sbalordita. Non ci credo!
Lo so. Nemmeno io, ed davvero stupido, a pensarci bene. Ho interpretato
commedie intere, per non parlare di tutte quelle a lezione, ed ero agitata per una
misera battuta. Faccio una pausa e bevo un altro sorso di vino. Dovevo dire: Sei
adorabile. Cos ho fatto la mia risata, ho guardato Kevin con aria ebete e ho detto
con un sospiro: Sei adorabile.
Esilarante!
Tutti non facevano che ripetere che molto raro che accada. Jimmy ha detto
che Kevin detesta i cambiamenti dellultimo minuto, quindi se vogliono modificare
qualcosa di solito lo fanno nelle scene di Kathy.
Lei com?
Mi trova divertente e per lei un sollievo che non sembri unorfana denutrita

come le attrici della mia et.


Si sente minacciata?
Lho pensato anchio, ammetto abbassando le bacchette e la voce. Ma
assurdo, non ti pare? Perch dovrebbe avere paura di me? Io sono poco pi di una
comparsa. lei la protagonista. Comunque, non so bene come sono andata.
successo cos in fretta. Ero disorientata, perch aspettavo che il regista mi dicesse
qualcosa sulle motivazioni e sul significato profondo del mio personaggio, come fa
Stavros a lezione, ma non successo. C stato soltanto un momento in cui ho
ricevuto delle indicazioni.
Cosa ti ha detto?
Cindy, la nostra cameriera, ci passa accanto e Jane ordina un altro giro di drink.
Ha detto, e faccio una pausa plateale: Non ridere prima di porgere a Kevin
la tazza di caff. Prima il caff, poi la risata.
Jane e io restiamo in silenzio per un istante, ponderando quelle parole.
Oh.
E sai una cosa? Ha funzionato. La risata era migliore.
Accidenti, dice scuotendo la testa.
Lo so. E non ho idea del perch.
Quando lo trasmettono in TV?
Non lo so. Non hanno ancora deciso la fascia oraria. Devono aspettare che
cancellino La signora in giallo, credo.
Non succeder mai.
Lo so.
Jane prende le bacchette e raccoglie un boccone di riso alla cantonese ancora
fumante. tutto cos misterioso, non trovi? mi chiede, e io annuisco con foga.
Esatto! Cio, aspetta cosa vuoi dire?
Be mi illudevo di capire il mondo dello spettacolo, ma continua a confondermi.
Prendi Russell Blakely, per esempio: un attore famoso, no? E allinizio pensavo
che la sua vita fosse interessante e speciale, e ridevo a ogni sua battuta, perch
mi sembrava davvero la persona pi simpatica che avessi mai conosciuto. Mi
sembrava migliore degli altri, come se fosse un gradino al di sopra di noi comuni
mortali, una persona di un altro pianeta, ecco. Ma pi lavoro con lui, pi mi rendo
conto che un ragazzo come tanti; bello, atletico, simpatico e brillante, ma
comunque normale, uno che ha sposato la ragazza con cui usciva al liceo e non sa
nemmeno come ha fatto ad arrivare fino l. come se il successo lo avesse preso
alla sprovvista e non fa che chiedermi consigli: a volte mi domando se si sia
dimenticato che sono soltanto unassistente personale al suo primo film. Mi ha
detto che non entra in un supermercato da tre anni. C chi fa la spesa per conto
suo. E ha unaria cos infelice. Legge gli articoli che parlano di lui e ne resta
sconvolto. Quando non lavora e sua moglie a Los Angeles, non sa cosa fare ed
esce con gente che ha conosciuto sul set, gente che non davvero sua amica, cos
si ubriacano e finiscono sui rotocalchi. Credo che qualcuno dovrebbe dargli una
mano, o magari fornirgli un manuale con le istruzioni per luso. Perch non ha
affatto laria di godersela, conclude scuotendo la testa, sconsolata.

Io me la godrei di sicuro, ribatto. Almeno, credo.


S, anchio, mi fa eco Jane. Ma chi pu dirlo?
Chi pu dirlo, ripeto, bevendo lultimo goccio di vino. Oh! Unaltra cosa che
ho imparato ieri sera!
Ma di che parli?
A quanto pare non dobbiamo pi lavare i nostri jeans. Me lha detto la
costumista. Solo lavaggi a secco.
assurdo.
Vero. Prima dobbiamo comprare modelli molto, molto aderenti, in modo da
comprimere il pi possibile il grasso superfluo. Poi vogliamo che questa
compressione resista il pi a lungo possibile, giusto? Be, lavare i blue jeans in
acqua li ammorbidisce e diminuisce il quoziente di compressione adiposa. Quindi
lunica soluzione il lavaggio a secco. Non terribile?
Jane alza le spalle. E anche costoso. Ma non credo che abbia fatto crollare la
mia fiducia nella civilt.
Di, uningiustizia, non trovi?
Perch?
come se dovessi pagare per indossare i tuoi vestiti.
Jane mi guarda perplessa. Com possibile?
I vestiti da tintoria sono gi i pi costosi allacquisto. E ogni volta che li porti,
come se pagassi altri tre dollari.
Devi pagare anche per lavare i vestiti normali, se vogliamo considerarla da
questo punto di vista. Anche una lavanderia automatica ha un costo.
Ma non cos alto. E puoi fare da sola. Il lavaggio a secco come una societ
segreta alla quale non puoi avere accesso. Per quanto tu faccia, sei nelle loro mani.
Puoi avere una laurea, per non puoi lavare a secco i tuoi vestiti. Non ti diranno
mai come si fa. Nessuno ha mai visto da vicino quelle macchine. Pensaci. Se le
tengono nascoste dietro a tutti quegli appendiabiti, ci sar un motivo. Non vogliono
che tu decifri il loro codice segreto. Non lo permetteranno a nessuno. Nessuno.
Nemmeno ai ricchi. Conosci qualche ricco che ne abbia una in casa? No. Anche loro
devono prendere i vestiti sporchi e portarli in lavanderia. Come tutti.
Sono sicura che per quello abbiano delle persone apposta. Inoltre a New York
fanno le consegne a domicilio.
Comunque le lavanderie a secco ti hanno in pugno. Sei nelle loro mani. I vestiti
che hanno bisogno di un lavaggio a secco ti guardano dallalto al basso.
Di chi la colpa, secondo te: dei vestiti, o dei professionisti del settore?
Questi sono inutili sofismi, cara mia.
La nuova cospirazione della pulitura a secco mi fa venire in mente il tuo
terrore del ferro da stiro.
Il lavaggio a secco molto peggio, anche se quella del ferro da stiro unaltra
societ segreta impenetrabile. Conosci qualcuno che ti pu dire perch lasse da
stiro ha quelle dimensioni? Qual lo scopo della sua forma a tavola da surf ?
Perch cos difficile da chiudere? Deve forse restare aperta nella tua stanza per
giorni e giorni? E com possibile stirarci delle maniche, l sopra? Per non parlare

dei colletti.
Lo sai cosa dovresti fare con la camicia che non riesci a stirare?
Lo so, lo so. Portarla in una lavanderia a secco. Ma ho paura di andare nella
nostra, ora che il signor Wu ha visto la mia pubblicit. Non fa che chiedermi se pu
attaccare un mio primo piano alla parete. Quella in fondo, interamente rivestita di
fotografie.
Certo. Penso che sia unidea carina. Perch non gliene regali una? orgoglioso
di averti come cliente.
Ma non hai mai fatto caso che tra tutti quei primi piani non ce n uno di un
personaggio, non dico famoso, ma nemmeno lontanamente riconoscibile?
Non vero: c
A parte lui, voglio dire. Dubito sia mai andato l davvero.
Pensi che il signor Wu se lo sia inventato? E che abbia preso una foto e abbia
falsificato lautografo? Su, sentiamo, da chi avrebbe avuto la fotografia?
A volte lo si vede, per strada. Non lo so, a me successo. Perch a parte lui, a
parte quella persona molto famosa, riconosci altri, su quella parete?
Be, c una foto del cast di Cats con i protagonisti nei loro abiti di scena
Non li riconosco uno a uno, ma direi che la foto originale.
A parte un gruppo di gatti pi o meno credibili.
Aspetta: s, c quellattrice, che mia madre adorava, era in quel telefilm
poliziesco degli anni Sessanta, come si chiamava?
The Uniforms?
S! Paula comesichiama.
Paulette Anderson.
Esatto! Anche lei famosa.
Jane. Paulette Anderson morta da almeno dieci anni. Te lo sto dicendo. Temo
che la mia fotografia su quella parete non porter fortuna. come se, regalando il
mio primo piano al signor Wu, mi condannassi allanonimato per leternit.
Meglio lanonimato della morte. Meglio lanonimato di Cats, per quanto mi
riguarda. E se quella foto non fosse falsa?
Be, vorr dire che finir a decorare la lavanderia del signor Wu con i morti,
degli sconosciuti, un gruppo di gatti o Bill Cosby.

13

NESSUN nuovo messaggio.


Biiip.
Erano tre settimane che non avevo audizioni e incominciavo a diventare nervosa.
Joe mi aveva chiamato il luned dopo le riprese di Kevin e Kathy per
congratularsi con me e dirmi di passare alla Absolute a conoscere gli altri agenti,
perch non stavano pi nella pelle. Ma i primi quindici giorni erano stati cos
pieni di audizioni e provini che non eravamo riusciti a fissare un appuntamento. E
nelle successive tre settimane lagenzia non mi aveva pi chiamata.
Facevo del mio meglio per prepararmi a ogni audizione, ma non avevo mai avuto
giornate cos fitte in vita mia. Era tutta una cascata di fogli che uscivano dal fax e
corse frenetiche da un capo allaltro della citt. Finita la carta, dimenticavo
continuamente di comprarla, e cos allaudizione mi toccava eseguire una lettura
recitativa della mia parte, e talvolta mi presentavo completamente impreparata. E
poi cera stato il provino per cui avevo studiato, per una particina in una commedia
di Broadway diretta da Mike Stanley, ma ero talmente nervosa allidea di
conoscerlo che avevo saltato una pagina intera; lui non mi aveva chiesto di ripetere
e, quando mi aveva domandato con chi avessi studiato, mi era venuto un vuoto e
non ero riuscita a dire il nome di Stavros. Tornata a casa, ero scoppiata a piangere.
Gli sei sembrata un po acerba, mi aveva spiegato Richard, con tatto.
Durante le prime settimane Joe rispondeva al telefono, quando chiamavo in
agenzia, ma ora lunica persona con cui riuscivo a parlare era Richard, il suo
assistente. Allinizio pensavo che andasse bene cos, visto che era stato lui a
venire a vedermi, ma incominciavo a temere che mi avessero messo in secondo
piano. Era stato Richard a mandarmi dal fotografo che Joe adora per scattare
delle foto da allegare al mio portfolio, anche se ne avevo fatte di nuove da poco,
che mi erano costate pi di cento dollari. Richard mi aveva riferito che Joe le
riteneva troppo stucchevoli e commerciali e cera anche bisogno di qualcosa che
mettesse in luce il mio profilo di attrice drammatica, non solo comica. A mio
parere mi conferivano unaria pi che altro rigida e arrabbiata, ma lui mi aveva
garantito che avrebbero assunto un aspetto completamente diverso, dopo il ritocco:
un processo scrupoloso che prevedeva lutilizzo di un microscopico pennello per
eliminare le imperfezioni sui negativi, prima della stampa. Lintervento era durato
due settimane, e le foto erano costate trecento dollari. Non avevo pi le lentiggini e
la zona del contorno occhi era pi bianca del resto del viso, ma continuavo ad
avere laria arrabbiata.

Pensavo che, in attesa delle nuove fotografie, fosse normale non avere audizioni.
Ma di chiamate nemmeno lombra anche una settimana dopo aver lasciato le mie
foto in agenzia.
Temevo che quelle tre settimane fossero una specie di periodo di prova per
dimostrare che la parte nel telefilm Kevin e Kathy non era stata un colpo di
fortuna, e adesso che lavevo sprecata si erano dimenticati di me. Avevo letto su
Backstage che importante ricordare al tuo agente che sei disponibile e
interessata a lavorare, per cui mi ero fatta forza e avevo telefonato alla Absolute.
Ma poich non avevo un vero motivo per chiamare, al telefono mi ero impappinata.
Cera Joe? Ovviamente no. Richard, dispiaciuto, mi spieg che era in riunione, ma
potevo dire a lui.
Oh, ecco non fa niente.
Sicura?
Certo, be, gi che siamo qui, mi chiedevo se ci fosse qualcosa che posso fare,
o non fare, o, ecco, come sta andando con le mie foto?
I primi piani?
S, quelli nuovi, tanto per saperlo Joe ha scelto quella in cui ho la mano sul
mento e lespressione seria, vero?
Credo di s Aspetta, ce lho qui da qualche parte s, hai la mano sul mento
e la testa leggermente piegata di lato.
Esatto. Non sar ecco, non sar un po sdolcinata? E quindi nessuno mi
cerca?
Non volevo lamentarmi n sollevare largomento. Chiss come gli ero sembrata
scortese, come se volessi insegnargli il suo lavoro. Avevo soltanto bisogno di
qualcuno che mi spiegasse perch non stesse succedendo niente.
Franny, Joe adora questa foto. E anchio, ma Joe ne va proprio matto, ed un
mago, quando si tratta di scegliere quelle che meglio ti rappresentano. Quindi non
ci sono problemi. Devi solo aspettare. Mi dispiace.
Era calato il silenzio. Forse Richard voleva aggiungere qualcosa, ma poi aveva
cambiato idea.
Quindi c altro, Franny?
No, grazie. Nientaltro. Volevo soltanto, be, farmi viva.
Hai fatto bene, Franny. Grazie. Far sapere a Joe che hai chiamato. Per farti
viva.
Sentirlo dire da Richard mi aveva fatto stare ancora peggio.
Credevo che la mia vita avrebbe subito una svolta radicale, con un agente, ma
era identica a prima, a parte il fatto che stavo spendendo molto di pi.
Finalmente mi arriv il compenso per Kevin e Kathy e con mio enorme stupore
mi resi conto che pi di met era finito in tasse e commissione dellagenzia.
Tutto qui? avevo chiesto a Dan mentre studiava lassegno. Speravo che ci
fosse un errore, o magari che avessi fatto qualche sbaglio compilando il modulo
fiscale. Ma lui me lo restitu scuotendo la testa.
Ti stanno tassando come se guadagnassi quelle cifre ogni settimana, mi
aveva spiegato.

Ma non vero, avevo replicato sconsolata, notando il suo sguardo di


comprensione.
Senza contare i turni che Herb mi aveva tolto per punizione per non essere
andata al lavoro quel fatidico venerd, oltre al costo del servizio fotografico. Ero
stata costretta ad arrotondare al Best Intentions, un locale per cerimonie dove
avevo lavorato poco dopo essermi trasferita in citt. Allinizio, assistere a quei
matrimoni dalla mia postazione in fondo alla sala era stato commovente. Durante i
brindisi scoppiavo regolarmente a piangere, persino mentre lucidavo i bicchieri.
Dopo un po, per, le spose, con le loro continue richieste, avevano incominciato a
stancarmi, la sala era diventata impersonale e dozzinale, e mi ero trasformata in
una di quelle cameriere esauste che incominciano a guardare lorologio alle undici in
punto e strappano di mano agli invitati ubriachi bicchieri mezzi pieni.
Forse sarebbe andata diversamente se avessi firmato con Barney Sparks. Se
avessi chiamato lui, per farmi viva, non credo mi sarei sentita in imbarazzo.
Inoltre non aveva assistenti, quindi avrebbe dovuto rispondermi di persona. Ma non
potevo permettermi di pensarci: ho firmato un contratto di un anno con la
Absolute.
Essere rappresentata da un agente un passo avanti, non c dubbio: qualcosa di
concreto, una conquista reale. Ma dubito che averne uno che non ti chiama mai sia
meglio che non averne affatto. Anzi, forse peggio. Prima non mi sentivo cos
rifiutata, visto che semplicemente non mi vedevano. Ora qualcuno mi aveva notata,
ma sembrava aver gi cambiato idea.
Dopo la sesta settimana senza telefonate dalla Absolute, avevo chiamato mio
padre.
Credo che in agenzia si siano dimenticati di me.
Credo che mia figlia si sia dimenticata di me.
Pap.
Chi parla?
Ah. Ah. Sono tua figlia, lattrice disoccupata.
Dio sia ringraziato, viva!
Credo di aver bisogno di un manager.
Perch? Credevo avessi un agente.
Infatti. Ma non mi procura audizioni.
Se non hai audizioni, a cosa ti serve un manager?
Mi aiuterebbe a ottenere delle audizioni.
Come pu riuscirci, se non ce la fa nemmeno il tuo agente?
Be, i manager hanno meno clienti, e possono dedicarti pi tempo.
Allora perch hai firmato con un agente? Perch non cercare subito un
manager?
Un agente ci vuole. Solo loro possono discutere contratti. Gli agenti ti
rappresentano in esclusiva, a differenza dei manager.
Quindi tutti possono spacciarsi per manager?

Pi o meno.
Allora potrei chiamare il tuo agente e dirgli che sono il tuo manager e che sta
trascurando la mia cliente preferita.
Grazie, pap.
Alcuni giorni dopo Jane e io siamo sul divano del salotto a fare zapping quando
finiamo su una sitcom, Still Nursing. Dan sta lavorando l accanto, ma ci rassicura
sempre che non lo disturbiamo, perch ha linspiegabile capacit di estraniarsi
completamente. Infatti il nostro cicaleccio come un costante rumore bianco in
forma umana. una qualit utile, per un coinquilino.
Forse non ho laspetto giusto, osservo, ipnotizzata dallattrice sullo schermo.
Giusto per cosa?
Be, in generale. Per il mondo dello spettacolo. Forse quello il motivo per cui
non mi chiamano dallagenzia.
E quale sarebbe laspetto giusto, secondo te?
Be, pi simile alle protagoniste di Still Nursing. Indico il televisore, dove una
bionda procace in minigonna e camice aperto sta tentando di riattaccare la flebo a
un paziente anziano montandogli sopra e soffocandolo accidentalmente con il
seno prosperoso. Il pubblico in visibilio.
Ooh. Di pessimo gusto. Jane liquida la scena con un gesto della mano. Ecco
il tramonto definitivo della civilt. Un solo infermiere con tutte quelle dottoresse!
Che premessa! Ma guardale: non ce n una che sia credibile. Met di loro si
rifatta le tette tra la prima e la seconda stagione. O vogliono farci credere che gli
sono cresciute allimprovviso nel giro di sei mesi? Per favore! E comunque sono
troppo magre.
La dottoressa bionda fa cadere la cartella portablocco e mentre si china per
raccoglierla il bip del cardiomonitor accelera velocemente. Risate.
S, ma forse ci che le persone dovrebbero dire di me. Come quando
lEnquirer pubblica titoli tipo: Ridotta a pelle e ossa! La gente non compra quelle
riviste perch pensa che le persone in copertina abbiano un aspetto orribile, le
compra perch invidia la loro magrezza. Sarei orgogliosa se si dicesse di me:
magra da far paura, o Hai visto quellattrice, Franny Banks? Datele una merendina,
sembra che debba svenire da un minuto allaltro. Questo ci che la gente vuole.
Ci che spinge la gente ad adorarti.
Credo che ti prender uno di quei video di autoaiuto.
Casey mi ha raccontato che a Los Angeles fumano unerba che ti toglie la
fame. Dicono che cos che le protagoniste di Still Nursing sono diventate pelle e
ossa.
Jane scuote la testa e mi parla dolcemente, come a un bambino nel mezzo di
una crisi di sonnambulismo. Quella Casey? La modella che sul palco piange
sempre?
S. un tipo derba molto costosa, per, e non facile procurarsela, se non hai
le amicizie giuste. Lei lha avuta da un ex compagno di liceo. Magari riesce a

farmene avere un po. Forse dovrei incominciare a fumare quella roba.


Jane preme il telecomando e il telefilm sparisce dallo schermo. Si volta a
guardarmi. Frances. Davvero. Di questo passo, prima o poi ti troveranno cadavere
alle tre di notte in una camera dalbergo del Chelsea Hotel, e finirai nel suo lungo
elenco di morti sospette. Sei unattrice. lunica cosa che importa. E comunque,
lultima volta che abbiamo fumato un po derba, ti sei addormentata.
Mi appoggio allo schienale del divano con un sospiro. Ma deve esserci un
trucco. Non possibile che se ne vadano tutti in giro con i crampi allo stomaco e
quellaspetto meraviglioso. Devono sapere qualcosa di cui non siamo al corrente. O
peggio: non c alcun trucco. Forse quella la differenza tra un attore di successo
e un fallito. Forse non ho abbastanza forza di volont. Sono troppo preoccupata di
sentirmi bene per aver voglia di sentirmi male come ogni attrice di successo che
si rispetti.
Cosa c di male nel sentirsi bene? Le persone trascorrono la vita intera
perseguendo quellobiettivo. Non che devi per forza avere un aspetto terribile ogni
santo giorno. Si deve mangiare per vivere, dovresti saperlo bene. E comunque quelli
non sono canoni estetici universalmente riconosciuti. Non tutti trovano attraenti le
attrici di quella sitcom, a parte gli idioti che la guardano. Un programma idiota per
gente idiota. Perch non puoi essere semplicemente te stessa e trovare gente a cui
piaci?
Lo so. Hai ragione. Ehi, potrei sempre tagliarmi i capelli come Rachel di
Friends.
Franny. Quel taglio ce lha perfino la mia ex matrigna, e tutte le sue amiche.
Ormai non pi trendy. Sei arrivata tardi.
Vedi? proprio quello che sto cercando di dirti. Resto sempre indietro. Le
attrici di successo hanno fantastici tagli di capelli che anticipano le mode e che
ogni donna vorrebbe copiare. Dovrei pensare meno al mio lavoro e molto di pi ai
miei capelli.
Dov finita la ragazza che credeva che avrebbe trovato un agente se avesse
imparato a memoria un sonetto di Shakespeare al giorno? Unidea altrettanto
stupida, ma almeno pi produttiva. E studiare testi intelligenti, come hai sempre
detto? Dove sono finiti il teatro, e la verit, e la funzione dellattore e tutto quanto
il resto di cui farneticavi?
Adesso ho un agente. Sto cercando di sfondare. Ma ci sono delle regole. Mi
importa ancora del ruolo dellattore. Sto soltanto cercando di essere una
professionista. Di averne almeno laspetto.
Pu darsi. Non lo so. Non riesco a immaginare Diane Keaton o Meryl Streep
ossessionate da un taglio di capelli o da Still Nursing. Non pi importante il
talento?
Non lo so, non so pi niente. Una volta lo pensavo. Ma ora credo che siano il
talento e un bel taglio di capelli. Sono confusa. Penso che sia tutto importante.
Forse dovrei diventare vegana.
Frances, dico davvero. Torna in te. Non riuscirai mai ad assomigliare a quelle
cretine. Ma se vuoi, come dire, avvicinarti alla perfezione, smetti di fumare e

scarta il ripieno dei tuoi muffin. Compra un libro su una sana e buona
alimentazione.
So gi tutto su una sana e buona alimentazione, la interrompo.
Jane mi guarda dubbiosa. Davvero? Dimmi il nome di tre gruppi alimentari.
Facile: cinese, messicano, sandwich al tonno. Lei scuote la testa e le sorrido
dolcemente. Ho comprato della verdura, la settimana scorsa.
S, ho visto. Non vorrei sconvolgerti, ma recenti studi hanno dimostrato che c
una leggera differenza, a livello di apporto nutritivo, tra degli spinaci lasciati a
marcire nel frigorifero e degli spinaci ingeriti.
Dettagli.
Mi arrendo, annuncia diretta in cucina. Caff?
Fisso il mio bagel, che sembra ricambiare lo sguardo, sospettoso. Forse Jane ha
ragione. Forse ho bisogno di pi disciplina. Chiss che cosa mangia Penelope
Schlotzky di domenica. Di sicuro non bagel. Forse sono loro, il mio problema. Anche
se non mi pare un grosso quantitativo di cibo. Decido di finire questo e poi di non
mangiare tutto il giorno. Eccetto uninsalata, magari.
O una zuppa.
No. Dentro a una zuppa pu nascondersi uninfinit di alimenti. S, ne sono
ragionevolmente certa: la zuppa apparentemente innocente, ma contiene un
sacco di calorie.
Brodo di pollo. Ha solo sette calorie. Ce lavranno alla tavola calda? Dove posso
procurarmelo?
Non devi cambiare, Franny. Secondo me stai bene cos come sei.
Ci metto un secondo prima di capire che Dan a parlare. Mi ero completamente
dimenticata della sua presenza. Non aveva mai dato segno di seguire le nostre
conversazioni, prima dora. assodato che si estrania dal mondo circostante,
quando scrive: di solito dobbiamo chiamarlo due o tre volte per ottenere la sua
attenzione, e soltanto allora alza lo sguardo, fissandoci come se lo avessimo
appena svegliato da un sogno.
Mi domando se abbia ascoltato tutte le conversazioni tra me e Jane, in questi
mesi, ma Dan un ragazzo sincero, non si comporterebbe mai in modo subdolo. Se
lo avessimo distratto, si sarebbe unito alla conversazione o ci avrebbe cacciato
fuori per lavorare in pace.
strano, ma sono sicura che in tutti questi mesi non ci abbia mai prestato
ascolto. Questa la prima volta.
Grazie, Dan, quanto riesco a dirgli.

14

CHE roba ? Mi chiede Jane allarmata.


Lammetto, ho ceduto al richiamo dellabisso. Non guadagno abbastanza. Al
locale ho un solo turno alla settimana, a causa dello strano sistema di Herb, che
premia i camerieri pi solerti con pi lavoro, in modo che chi stato penalizzato
per qualche motivo fa ancora pi fatica a riprendersi. Almeno mantengo il mio
turno serale del venerd, grazie al quale riesco a pagare, pi o meno, laffitto.
Anche al Best Intentions si va a rilento.
Le riprese del film di Russell Blakely sono finite e Jane non passa pi le notti sul
set. Scende la scala con indosso degli stivali patchwork in pelle lucida anni
Sessanta, una minigonna scamosciata azzurra e un giubbotto imbottito rosso con
un colletto di finta pelliccia trovato da Bolton sullOttava Strada. Lei ci scova
sempre qualcosa, mentre io di solito finisco col comprare lennesimo paio di calze
nere a met prezzo. Indossa i suoi occhiali vintage, il che significa che pronta
per uscire. Normalmente niente la distoglierebbe dal suo obiettivo. Ecco perch
capisco che la poltiglia presente nella ciotola tra le mie mani deve avere davvero
un pessimo aspetto.
Che schianto! Dove hai preso quegli stivali? Forse riesco a distrarla parlando
di moda.
Non pensare di distrarmi parlandomi di moda. Dico davvero: cos?
Ehm cibo?
Per astronauti?
No, un nuovissimo prodotto dietetico. Lho acquistato tramite una
televendita. Ho cercato di reagire provando diete differenti. Per ora, nessuna ha
funzionato. Ma questa volta diverso.
Mi stai dicendo che hai pagato per questa roba?
Oh, certo, Jane, e ne valsa la pena. Si chiama TastiLife e non solo cibo per
un dimagrimento rapido, ma un fantastico, saporitissimo stile di vita!
Se lo dici tu, replica riluttante.
Perch mi sembra cos sospettosa? Devo farle capire. Jane, lo so che laspetto
non dei pi invitanti, ma laltro giorno, a lezione, James Franklin diceva che sul
set in cui sta lavorando lo usano tutti. A Hollywood!
Davvero? A Hollywood? squittisce lei.
Jane, davvero. Hai visto quella pubblicit? Io perdo, e tu?
S, ho visto la gente che si tiene i pantaloni in modo da far vedere i chili in
meno. Quindi stato James a consigliartelo?

S, ma non non mi ha detto che avevo bisogno di dimagrire. Stavamo


chiacchierando, alla fine della lezione: sono stata io a tirare in ballo largomento.
Gli avevo chiesto del film e lui stato cos gentile da parlarmene.
Mmm dice Jane sospettosa. Ma quando hai incominciato a prenderlo? Non
lho mai visto, nel frigorifero.
Infatti, e questa la cosa pi bella: non serve metterlo in frigorifero. Sono
confezioni di prodotto liofilizzato. Devi soltanto aggiungere dellacqua!
Liofilizzato?
Lo so, assurdo, ma comodissimo, perch puoi portarlo con te e prepararlo
allistante.
Perch non ti limiti a mangiare cibo sano, alimenti che non abbiano bisogno di
essere reidratati?
Lo sai perch: non riesco a controllarmi. In questo modo invece imparo a
misurare le quantit di cibo che assumo. Tutto quello che mi occorre per un pasto
bilanciato contenuto in una confezione di prodotto, cos elimino lo stress di una
dieta vera e propria.
Sembri quasi ladepta di una setta religiosa. E cosa succede quando torni alla
realt, quella in cui devi pensare con la tua testa?
Spero di essere cos indebolita da non provare pi alcuna attrazione nei
confronti del cibo.
Mi sembra un piano fantastico. Di che parlano da Leeza, oggi?
Credo Donne che non vorrebbero pi essere giudicate dalle loro migliori
amiche.
Molto spiritoso. Vado a lavorare. Vuoi che mi porti dietro il cavo del
televisore?
Ciao, Jane.
Dopo che uscita, mi trascino in salotto, lanciando occhiate circospette
allapparecchio. Lo so, Jane mi sta soltanto prendendo in giro: non ho sviluppato
nessuna dipendenza da quel talk-show, anche se so che nella puntata di oggi
parleranno di animali straordinari e in particolare di un cane che riesce ad
allacciare le scarpe al suo padrone. E Jane ha ragione, tutto sommato: ultimamente
sto guardando troppa TV. cominciato con gli assegni per la pubblicit del
detersivo Niagara: quando hanno iniziato ad arrivare con minor frequenza, ho
pensato di verificare che non ci fossero errori magari mandavano in onda la
pubblicit decine di volte e dimenticavano di pagarmi cos passo i pomeriggi
facendo zapping, contando gli spot e confrontando il numero di passaggi con le
cifre degli assegni.
Quel giorno ero stata subito meglio a sentire i consigli di Leeza che parlava di
ispirazione e di come trovarla dentro di noi. Durante il programma fornisce anche
molte dritte utili per dimagrire, e cos avevo scoperto la dieta a base di cavolo, che
avrebbe funzionato sicuramente, se non avessi detestato il cavolo. Inoltre Leeza
ospita spesso personaggi famosi, oppure gente comune che ha affrontato e
superato prove tremende di vario genere: magari un giorno dovr interpretare un
personaggio molto particolare e mi ricorder di qualcuno che ho visto nel suo

programma. Quindi posso sicuramente affermare che il tempo trascorso a


guardarlo ha una funzione didattica.
Ma soprattutto, subito dopo va in onda la soap opera La valle dei pini. Allinizio la
vedevo per pochi minuti, finito il talk-show e prima dello stacco pubblicitario. Ne
ero stranamente affascinata. La usavo come esercizio, mettendo alla prova le mie
capacit recitative con quei dialoghi forzati, ripetendo le battute ad alta voce per
farle pi naturali e chiedendomi se fossero gli attori a renderle cos ridicole o se
era unimpresa impossibile, visto quanto erano effettivamente stucchevoli.
Ma ormai sono stata risucchiata in un vortice e mi sorbisco entrambi i
programmi dallinizio alla fine, a volte anche Il gioco delle coppie, una trasmissione
che, decisamente, non mi arricchisce in nessun modo. In parte colpa di Dan, che
non quasi mai a casa. Non ho idea di dove vada a scrivere, ma di sicuro non nel
nostro salotto, e se soltanto fosse qui pi spesso forse mi vergognerei troppo per
restarmene tutto il pomeriggio sdraiata sul divano.
Sono molto sincera con me stessa, lo ammetto: La valle dei pini mi ha
catturata, al punto che penso ai suoi protagonisti come se fossero persone reali e
mi preoccupo per loro nel fine settimana. Come far CoCo Breckenridge a
nascondere la verit sullomicidio del suo gemello? mi chiedo. Ogni venerd mi
riprometto di non guardarlo pi, ma poi arriva il luned e la tensione mi divora.
A volte, quando sono molto frustrata, immagino di dare il benservito a Joe
Melville, ma non avrei mai il coraggio di ferire i suoi sentimenti, e mi sembra un
po illogico dire a qualcuno che non ti chiama mai di non chiamarti pi. Forse si
sente a disagio perch sa di aver commesso uno sbaglio, e magari spera che,
ignorandomi, possiamo fingere che non ci siamo mai incontrati e sar risparmiata
a entrambi lonta di affrontare i rispettivi fallimenti. Di conseguenza mi sento in
colpa per lui. vero, provo sentimenti piuttosto contorti per qualcuno che non fa
nemmeno parte della mia vita.
Leeza incomincia a mezzogiorno, quando mi alzo, perch non ho motivi per
svegliarmi prima. Jane ne sta facendo un affare di Stato, come se il mio fosse un
vero problema. Mi chiama in continuazione dal lavoro.
Sono preoccupata per te. Sei depressa.
Sto bene.
Ma se sembri Frances Farmer! replica Jane in tono melodrammatico.
Ho un animo sensibile e creativo, proprio come quella diva nevrotica e
sfortunata. un momento difficile.
Se torno a casa e ti trovo a divorare del gelato direttamente dal barattolo e a
guardare Harry ti presento Sally, chiamo la polizia.
Cosa possono fare: arrestarmi per comportamento stereotipato?
Perci quando squilla il telefono, alle undici e mezzo, mi precipito a rispondere.
Far la spiritosa fingendo di essere di buon umore, con Jane. Piena di brio, come se
fossi sveglia da ore.
Set di Qualcuno vol sul nido del cuculo, esordisco pimpante.
Pronto? Sono Richard, della Absolute Artists. Cercavo Franny.
Mi metto seduta sul letto, come se potesse vedermi sdraiata a un orario cos

indecoroso, con indosso ancora i pantaloncini e la maglietta con cui ho dormito. Mi


schiarisco la voce e cerco di sembrare pi sveglia che posso.
Sono me! Sono lei! No, cos non pu andare. Sono io.
Buongiorno. Ti ho svegliata?
No, niente affatto. Ho un, ehm, un brutto raffreddore.
Oh, accidenti. molto grave? Joe ha unaudizione per te.
Guarisco in fretta.
Fantastico!
Fantastico!
Allora, lappuntamento sarebbe oggi
Oggi?
Tra due ore.
Oggi?
Oh, no.
Sono due settimane che non faccio altro che dormire e trascinarmi a lezione e al
lavoro. Non ho fatto esercizio. Ho a malapena messo fuori il naso di casa. Non
sono pronta. Sono uno straccio. Direi che fantastico!
Mi dispiace di avertelo comunicato allultimo minuto. Hanno bisogno di
unattrice per La valle dei pini.
Come?
La valle dei pini, la soap opera. Insomma, il telefilm pomeridiano. Lo conosci?
Mi prendi in giro.
Mmm, no. La segui?
Sento che il cuore sta per esplodermi nel petto. Non riesco a crederci. La valle
dei pini! Che fortuna! Forse andr bene, questa volta. Forse non sono cos
rivoltante e stucchevole. Sono un genio che si autoesiliato, allontanandosi dal
pazzo mondo dello show business per affinare la sua arte, con rigore e pazienza, in
attesa della sua rivincita. Era destino!
S, la conosco. Molto bene, a dire il vero.
Fantastico. Allora corri pi veloce che puoi. I provini chiudono alle due. Ti
mando via fax le battute e lindirizzo. Se hai domande, chiamaci, e in bocca al
lupo.
Grazie.
Devo sbrigarmi. Per un istante resto in mezzo alla stanza con il telefono in
mano, pietrificata. Dovrei farmi una doccia. necessario? Credo di s. E i capelli?
Se li lavo, dovr asciugarli. Far una doccia ma non mi laver i capelli. Metter un
asciugamano in testa per non bagnarli. Dov il mio completo da sgualdrina? La
maggior parte delle donne in quel telefilm si veste in modo volgare, eccetto
lattrice pi anziana, Angela Bart, che veste un volgare classico. Metter il
reggiseno push up. Dov???
Esco dalla doccia a tempo di record. Uso la salvietta che avevo in testa per
asciugarmi. Per una volta, lumidit ha reso un servizio ai miei capelli. Sento il
rumore del fax, il fruscio dei fogli che cadono sul pavimento. Sono curiosa di
leggerli. Dar unocchiata prima di vestirmi, per essere sicura di scegliere il look

pi adatto.
Corro al fax e leggo la prima pagina.
ABSOLUTE ARTISTS - APPUNTAMENTO
OGGETTO: Franny Banks/Lettura La valle dei pini
DATA: Mercoled, 12 aprile 1995
ORARIO: 14.30
INDIRIZZO: ABC Studios, Sessantaseiesima Strada, n. 49, quinto piano
REFERENTE: Jeff Ross e Jeff Bernbaum, Casting
ANALISI PERSONAGGIO
ARKADIA SLOANE: 23-25 anni. Arkadia la figlia perduta del miliardario Ellis
Sloane. Si pensava che Arkadia fosse morta per annegamento per mano della
terza moglie del playboy miliardario Peter Livingstone, limprenditrice miliardaria
Angela Bart, che sperava di essere nominata unica erede della fortuna del
marito, ma poi si scopre che la ragazza sopravvissuta al tentativo di omicidio
raggiungendo a nuoto la riva, anche se allepoca aveva soltanto otto mesi. Col
piglio e la sfrontatezza che le hanno permesso di sopravvivere da neonata,
Arkadia arriva allalbergo Pinetree Lodge pronta a prendersi una rivincita e a
infrangere alcuni cuori.
Deve recitare con disinvoltura in abbigliamento succinto, deve essere bellissima.
Appartenenza etnica qualsiasi.
Interno giorno - Pinetree Lodge. Angela Bart d istruzioni a un fattorino mentre
altri dipendenti dellalbergo assistono alcuni clienti. Arkadia Sloane, di una bellezza
mozzafiato, entra portando una valigia. Si ferma nella hall, studiando Angela. Uno
dopo laltro, i dipendenti e gli ospiti notano Arkadia. Si fermano, paralizzati dal suo
splendore regale. Finalmente anche Angela si accorge di lei.
ANGELA: S? Posso aiutarla?
ARKADIA (ride nervosamente): S! (si ricompone): No. Mi scusi. soltanto che
molto divertente, detto da lei.
ANGELA: Mi scusi, mi chiamo Angela Bart. Ci conosciamo?
ARKADIA: Purtroppo s.
ANGELA: Se ci siamo gi incontrate, non me lo ricordo. Mi dispiace. Lei davvero
bella, lo sa?
Arkadia scoppia in un pianto dirotto.

ARKADIA: Bella? Se so di essere bella? No, non lo so! Lunica cosa che so che
mi chiamo Arkadia Sloane! E so anche che ha cercato di uccidermi quando avevo
otto mesi! Se sono bella? lunica cosa che non so, Angela. Ma so che
unamorevole coppia di agricoltori mi ha raccolto sulle rive di un torrente, nel
Vermont meridionale. I loro raccolti erano devastati dalla grandine e dai
parassiti, i loro figli avevano gi lasciato la casa, non avevano bisogno n
desideravano un altro figlio, ma mi hanno preso con s; una coppia che
sempre amorevolmente era convinta che gli specchi fossero opera del diavolo.
Credevano in una vita onesta e di duro lavoro, ma semplice, il pi semplice
possibile! Cos sono cresciuta senza specchi, senza rossetto, senza spazzole e
pettini, senza biancheria intima decente. Ma sono arrivata fino a New York, dove
ho lottato con le unghie e con i denti e mi sono fatta un nome nel campo della
lingerie: ha mai sentito parlare della linea di biancheria intima Il Lamento di
Arkadia?
Angela ha un sussulto.
ANGELA: Tu?
Le lacrime solcano le guance di Arkadia.
ARKADIA: S, Angela, sono io. Adesso ti scusi? Ti scusi, adesso?
ANGELA: S, ti chiedo scusa. Te lho chiesto ancora prima di sapere che avrei
dovuto scusarmi
Angela spalanca le braccia, per dare il benvenuto ad Arkadia.
ANGELA (continua): Ma ti sbagli. Ti sbagli sul mio conto. Sono cos felice che tu
sia qui. E anche tuo padre lo sar, tesoro. Ti prego, lascia che ti presenti a tutti
quanti. Venite qui subito!
Ospiti e dipendenti dellalbergo si stringono intorno ad Arkadia, poi, tutti
insieme
TUTTI: Benvenuta a Pinetree Lodge!
Primo piano su Arkadia: sorpresa, felice, stanca e un po sprezzante
Abbasso la pagina, incredula.
Merda. Non posso farlo.

15

PRIMA di rendermi conto di quello che sto facendo, ho richiamato Richard.


Il fax arrivato? mi chiede.
Oh. S. Ecco
Le battute sono un po grossolane, lo so, ma te la caverai benissimo!
Non credo di farcela.
Cio?
Questa cosa senza contare la faccenda della biancheria intima dove tutti si
fermano a guardarla perch bellissima, insomma, per favore e poi, alla fine,
dovrei sembrare stanca e sprezzante, com possibile? E singhiozzare, per giunta?
Non riesco a capire
Franny, sei nervosa. da un po di tempo che non fai audizioni. Jeff e Jeff sono
ottimi professionisti, per, e sono gentili. Sanno che non hai avuto tempo per
prepararti. Seguono altri progetti, oltre a La valle dei pini. Vogliamo soltanto che ti
vedano. Certo, se non senti tuo il materiale, posso sempre dire a Joe che
No, no, lo interrompo facendo velocemente marcia indietro. soltanto, ecco,
un momento di cio sono soltanto nervosa, come dicevi. Non importa. Vado
subito.
Cerca di divertirti, Franny. solo unaudizione.
Sono sulla linea D, che passa sul ponte di Manhattan, e ripasso mentalmente le
battute. Almeno quello che penso, finch non sento la mia voce. Oh! esclamo
un po troppo forte, e una ragazza seduta di fronte a me alza lo sguardo dal suo
libro e mi fissa avidamente, come se non vedesse lora di godersi lo spettacolo di
una delle tante sciroccate che affollano i vagoni della metro e speri che aggiunga
qualcosaltro.
Leggo le pagine, cercando di farle sembrare pi reali. Ma la sceneggiatura
davvero maldestra. Quei Mi scusi e il discorso con le informazioni sul passato
del personaggio nessuno parla cos. Penso a Stavros. Lui direbbe: sincerit, dire
quello che pensi e pensare quello che dici, tieni conto dei fatti. Devo soltanto usare
quello che ho imparato a lezione e andr bene.
I fatti: una bambina abbandonata torna per vedere suo padre. diventata una
donna di successo, ma rimasta lontana per molto tempo. Perch?
Quando analizziamo una sceneggiatura, Stavros ci dice sempre che dobbiamo
chiederci: Perch proprio oggi? Cosha di diverso questo giorno da qualsiasi altro?

Perch ha scelto questo giorno, per incontrarlo?


Non lo so; non ho abbastanza informazioni. A lezione avremmo avuto a
disposizione la sceneggiatura completa, non una singola scena, e lavremmo
studiata per settimane. Avremmo letto le opinioni in proposito; avremmo discusso
di come altri registi e altri attori avevano interpretato il materiale. Com possibile
riuscirci, con quattro fogli di un fax e venticinque minuti di tempo?
Da un certo punto di vista, nelle ultime settimane ho guardato cos spesso la
soap da avere comunque una base, seppur casuale. Conosco il personaggio con cui
sta parlando; conosco il suo mondo. Per Arkadia nuova, in citt. Nessuno dei
protagonisti ha mai parlato con lei. Nelle ultime puntate Angela Bart ha temuto di
avere un cancro, che poi si rivelato un reflusso gastrico, e ha ricevuto le chiavi
della citt di Pinetree per le attivit di carattere umanitario che ha svolto, anche se
il suo impegno nasconde lintenzione di candidarsi a sindaco e sottrarre i fondi della
campagna elettorale per comprare delle pillole della giovinezza che si procura
illegalmente a Guam. Conosco molto bene il suo mondo, ma di certo non mi aiuta a
interpretare Arkadia nel modo giusto.
Senza contare il pianto. Non ho mai dovuto piangere durante un provino,
figuriamoci singhiozzare, come richiedono le indicazioni di scena. A lezione sono
riuscita a tirar fuori una lacrima o due, ma non riesco a immaginare di scoppiare in
singhiozzi davanti a degli sconosciuti. Quindi dovr essere cos coinvolgente e
convincente che non se ne accorgano neanche. Rendilo tuo, dice sempre Stavros.
Ha ragione! Devo fare cos. Gli far vedere la mia Arkadia. Una donna che tornata
a casa per la prima volta, che ferita e arrabbiata perch stata rifiutata e che,
per qualche strana ragione, ha scelto questo giorno per riprendersi quanto le
stato tolto, senza versare una lacrima.
Quando mi registro nellingresso (nome, casting, piano, orario dellappuntamento)
e prendo il mio tesserino (Frances Banks, visitatore; casting Jeff e Jeff,
trentaquattresimo piano), sono piena di speranze. Mi sono convinta che conosco
Arkadia Sloane come se fosse una persona in carne e ossa. Ho relegato in un
recesso della mia mente domande fastidiose, tipo: Come ha fatto a scoprire
lidentit del suo vero padre, relegata comera in una fattoria del Vermont? E com
possibile che una neonata di otto mesi riesca a nuotare fino alle rive di un
torrente? E perch qualcuno dovrebbe voler acquistare della lingerie chiamata Il
lamento di Arkadia? Ma ora non importa. Io sono Arkadia. Mi sento piuttosto
sicura. Mentre salgo mi accorgo di avere ancora ai piedi le mie Dr. Martens.
Lascensore pieno, quindi devo rannicchiarmi in un angolo per evitare di colpire
qualcuno mentre le sfilo e metto i tacchi alti. Quando alzo lo sguardo, siamo gi al
trentesimo piano, manca poco. Mi infilo la scarpa sinistra e ficco gli anfibi nella
borsa mentre le porte si aprono. Esco dallascensore, in precario equilibrio. Avrei
dovuto indossare i tacchi per la strada e camminare per un paio di isolati, in modo
da abituarmi, ma troppo tardi per preoccuparmene, ormai.
Lascensore separa le due ali delledificio: a sinistra c una grande porta in
vetro satinato con una targa luccicante che dice: SHINY PRODUCTIONS. A destra
c unaltra porta simile con un foglio di carta attaccato sopra. Sul foglio

disegnata una grossa freccia e sotto c scritto: CASTING. Sono arrivata.


Finalmente: la mia prima vera audizione da tempo. Sono di nuovo in pista. Oggi
il primo giorno della mia vera carriera di attrice. Ricordo ancora il momento
della svolta, dir davanti al pubblico che affolla lEd Sullivan Theater.
Paradossalmente, nonostante lenorme quantit di spettacoli teatrali che ho fatto
in questi anni, laudizione non era per una commedia; anzi. Era per una soap
opera. E il pubblico scoppier a ridere, divertito e sorpreso.
Le porte dellascensore si aprono di nuovo con un trillo, depositando nuove
persone nellingresso e riportandomi bruscamente alla realt. Non posso restare qui
a fantasticare su quanto di meraviglioso non ancora successo. Il cuore sembra
volermi esplodere nel petto e le mani mi tremano cos tanto che devo usare ogni
mia forza per aprire la porta.
Dietro un ampio bancone siede un ragazzo pallido con la cravatta, il viso magro
seminascosto da pile di manoscritti e un enorme mazzo di fiori. Dalla sua scrivania
sporge una cartellina portablocco su cui si legge ISCRIZIONI e vado in quella
direzione senza un attimo di esitazione, perch non voglio sembrargli indecisa o
inesperta. Annoto il mio nome e il numero della previdenza sociale con mano
malferma, ma sento un moto dorgoglio quando, per la prima volta, posso
compilare la casella sotto la scritta AGENZIA. Scrivo Absolute Artists e mi sento
un po pi sicura.
Forse la mia immaginazione, ma il ragazzo pallido alla reception sembra
fissarmi con aria curiosa; o magari disprezzo? Si vede cos tanto che sono una
principiante?
Non mi importa. Non ho alcuna intenzione di farmi intimorire. Lo guardo e gli
sorrido con aria di sfida, e penso ad Arkadia alla fine della scena, sprezzante e
vulnerabile, e la comprendo pi che mai. un segno! Mi ricorder di come mi sono
sentita. Lo user nel mio lavoro. Lui sembra voler dire qualcosa, ma non gli
permetter di farmi sentire insicura, quindi me ne vado decisa, proprio come
avrebbe fatto il mio personaggio.
Poi mi accorgo che sono lunica bianca nella stanza. Sui due divani a forma di L
che circondano il bancone della reception sono sedute almeno quindici ragazze di
colore, tra le pi belle che abbia mai visto. Giovani e snelle e appariscenti,
strizzate dentro top minuscoli e minigonne.
Voglio fuggire, tornare a Brooklyn, nascondermi nella mia camera da letto senza
tende alle finestre e non uscire mai pi. Dire che non sono la ragazza che cercano
un eufemismo. Non avevo nemmeno idea che esistesse un tipo di bellezza del
genere a New York, o nel mondo intero; figuriamoci se sono adatta per la parte.
Non sono nemmeno della tinta giusta.
Per strano come faranno a giustificare il colore della pelle della figlia di
Peter Sloane? In una soap possono fare qualsiasi cosa: riportare in vita persone
morte, svegliarle da un coma profondo. Ma pensavo che la madre di Arkadia fosse
Mary Marlowe, lereditiera di razza caucasica che
Senta, lei? Il ragazzo pallido spinge indietro gli occhiali e mi guarda
sospettoso.

S?
sicura di trovarsi nel posto giusto?
Raddrizzo le spalle e lo guardo con aria di sufficienza. Non riuscir a farmi
sentire vulnerabile. No.
S, sono sicura, ribatto decisa. Sono forte. Sono sicura di me. Sono Arkadia
Sloane.
Sicura? qui per il profumo Aroma debano?
Cosa?
Oh. No. Io, ecco, sono qui per La valle dei pini.
Immaginavo. al piano sbagliato. Il casting per la soap al trentaquattresimo
piano. Questo il trentatreesimo.
Oh. Oh! Meno male! farfuglio. Cio, non volevo, ecco, non intendevo Ero
perplessa perch vede Indico il divano alle mie spalle, disarmata.
Il ragazzo spinge di nuovo gli occhiali sul naso e si avvicina.
Non si preoccupi, mormora. Sono modelle.
Quando raggiungo il trentaquattresimo piano e mi iscrivo alle audizioni giuste,
sono troppo esausta per preoccuparmi delle ragazze che devo affrontare, che a un
primo sguardo sono meno esotiche ma altrettanto minacciose delle modelle del
piano di sotto. Come fanno a sapere quale abito indossare? Sembrano aver studiato
il look sullo stesso manuale, che apparentemente prevede lunghi capelli lisci e
rossetto opaco. Sono cos strepitose, prese singolarmente, che sembrano fondersi
in una sola, enorme massa indistinta di bellezza. Ai miei occhi, il gruppo diventa
ununica entit: le Bellissime. Cerco di rimuoverle dalla mente, tenendo la testa
bassa, studiando le battute e aggrappandomi ai sottili fogli del fax, ormai sgualciti.
Un uomo tarchiato con corti capelli ricci e un maglione azzurro attillato con il
collo a V apre la porta accompagnando fuori una delle Bellissime. La ragazza ha il
viso lucido e leggermente sudato. Ha pianto, evidente. Sento una fitta allo
stomaco.
Ottimo lavoro, Taylor, dice luomo dolcemente. Davvero eccellente.
Grazie, Jeff. Si tampona le palpebre con lanulare della mano destra, per non
sbavare la generosa passata di mascara che sembra essere rimasta intatta, come
per magia. stato un onore recitare quelle battute, dichiara prima di andarsene,
piena di orgoglio.
Un onore? Recitare quelle battute? cos che ci si deve comportare? E le
persone ci cascano davvero?
Jeff guarda la sua cartellina portablocco. Frances Banks? Tocca a te.
Respiro profondamente e cerco di alzarmi dalla sedia con grazia, proprio come
Arkadia. Ma uno dei miei tacchi si incastra nel folto tappeto e perdo la scarpa.
Opl, dice Jeff tenendomi la porta aperta mentre la recupero.
Meglio piantarla di bere a pranzo, farfuglio.
Lasciami fuori, dolcezza, mormora Jeff. lunico modo.
Non bevo davvero non intendevo

Ma siamo gi nella stanza delle audizioni e Jeff si sta sedendo.


Jeff, ti presento Franny Banks, dice Jeff-Maglione attillato a Jeff-Camicia
sbottonata. La manda Joe Melville.
Ottimo. No, no, non cos lontano, cara, devi metterti qui, dov la sedia. Qui.
Qui? Devo stare in piedi? O sedermi? Sulla sedia?
Come preferisci, angelo mio: allocchio della telecamera non sfugge niente.
Non ci avevo mai pensato. terribile. Per un istante, fisso la macchina montata
su un treppiede di fronte a me. Poi mi viene in mente che se allocchio della
telecamera non sfugge niente, ora mi sta osservando, mentre la fisso con aria
ebete. Ho gi fatto audizioni di fronte alla telecamera, ma per spot pubblicitari: in
quel caso devi guardare direttamente lobiettivo, in una specie di sfida a chi cede
per primo. Oggi, per, legger delle battute con una persona, mentre la telecamera
mi osserver da unaltra inquadratura, e il mio compito fingere che non lo sappia.
mia alleata, penso. Ma quando guardo quella lente fredda e nera con la coda
dellocchio, istintivamente mi atteggio, come se cercassi di fare colpo su di lei.
Labbiamo gi vista, Jeff? La conosciamo?
La confondi con laltra Franny.
C unaltra Franny? Chi ?
Oh, si chiama Franny? Stavo pensando ad Annie.
Quale Annie?
Annie ODonnell? No, McDonnell? Non mi ricordo.
Chi?
Hai capito. Quella con i capelli rossi. Che ha recitato nel film di Lars Vogel.
Unaltra storia damore?
Esatto.
Annie MacDonald!
S!
Annie e Franny sono completamente diverse, Jeff. Sei un disastro con i nomi.
Quindi questa Franny non la conosciamo. Franny non Annie noi non ti
conosciamo.
Stanno parlando tra loro da cos tanto tempo, che non so se devo rispondere, o
se si tratta semplicemente di unosservazione che vogliono condividere con me.
Prima che possa decidere, Jeff chiede: Quanti anni hai?
Non sono domande da fare, Jeff.
Franny, a quanto pare non sono tenuto a sapere quanti anni hai. Alza gli occhi
al cielo e strizza locchio a Jeff-Maglione attillato.
Be, sono informazioni riservate, dico accennando un sorriso poco convincente.
Ma perch non ti conosciamo? Franny, perch?
Esito. Questa la mia prima vera audizione, ecco il perch. E se compio il
minimo errore, probabilmente anche lultima.
Be, forse perch sono appena entrata nella schiera dei conoscibili, farfuglio.
I due Jeff esitano, poi scoppiano a ridere.
La schiera dei conoscibili! Ahahahahah! Ho trovato il nome per la mia nuova
band!

Sei troppo vecchio per avere una band, tesoro.


Ma non troppo per darle un nome, giusto?
I due Jeff continuano a ridere, poi sospirano e finalmente si ricompongono.
Scusaci, siamo un po frastornati. Stiamo lavorando ininterrottamente da tre
giorni. Abbiamo dovuto girare di nuovo alcune scene; piuttosto insolito, per una
soap.
A meno che qualcuno non vomiti durante le riprese, non le buttiamo mai via.
Anzi, probabilmente le useremmo anche in quel caso. Perch i tempi sono
strettissimi.
Cos successo allaltra attrice? chiedo, e i Jeff si scambiano uno sguardo.
Lhanno trovata con un enorme quantitativo di coca
Coca Cola. Vero, Jeff?
Esatto. Stavo proprio per dirlo.
Per lei era un vero sballo, non vero, Jeff?
S. Proprio una consumatrice accanita!
Allora. Torniamo a noi, Franny. alta, vero, Jeff?
Mmm. Alta e carina.
Grazie, dico con un sorriso.
Franny, quanto sei alta?
Jeff, non si chiede.
Ma se fosse troppo alta per Angela? Lo sai com fatta.
E che capelli! Franny, che origini hai?
E non puoi chiederle nemmeno quello, Jeff. Fa il bravo.
Uff. Tutte queste leggi.
Non importa. Posso rispondere. Sono irlandese.
Annuiscono e mi sorridono, aspettando il resto.
I miei capelli non aggiungeranno nulla di pi, comunque. Sono conosciuti per
essere molto sensibili e piuttosto litigiosi, sapete.
I due Jeff cominciano di nuovo a sbellicarsi dalle risate.
Ahahahahah! I capelli vengono da unaltra parte!
Forse sono ebrei!
O rumorosi capelli italiani!
Quei capelli ci faranno causa!
Ahahahahahah!
Quando siamo pronti per leggere le battute, mi sento abbastanza a mio agio.
Maglione attillato legge insieme con me, ripetendo sottovoce alcune mie battute. La
cosa mi distrae, ma mi impegno per concentrarmi. Supero il monologo prolisso con
disinvoltura. Non sono stata impeccabile, ma credo di aver trasmesso un po del
dolore di Arkadia, un po del suo orgoglio.
Be, a me piaciuta. Che ne pensi, Jeff?
Mmm, anche a me. Rifacciamolo e cerchiamo di divertirci, questa volta,
Franny. Mettici un po pi di intensit, magari.
Merda. Un po pi di intensit. Vuole che pianga. Probabilmente vuole vedere se
riuscir a scoppiare in lacrime. Devo escogitare un modo per convincerli che pu

funzionare anche senza piangere.


La seconda volta leggo il monologo pi dolcemente, quasi a bassa voce, ma non
riesco comunque a piangere. Per sono contenta, perch scopro dentro di me
qualcosa di nuovo. Non ho abbassato intenzionalmente il tono di voce, ma ho
immaginato che Arkadia avesse pensato a lungo alle parole da dire ad Angela Bart,
ripetendole nella sua mente per anni, e ora che ne aveva la possibilit non sentiva
pi il bisogno di gridare, per farsi sentire. Questa versione di Arkadia non avrebbe
mai pianto, avevo pensato, perch aveva eretto un muro intorno a s. Quindi era
logico che non volesse mostrare ad Angela Bart i suoi veri sentimenti. Era logico
per me, almeno, e questo era quanto di pi importante. Avevo creato la mia
Arkadia.
Quando termino di leggere, i due Jeff si guardano e sorridono, soddisfatti di ci
che avevano appena visto.
Fantastico, tesoro.
Contenti di averti conosciuta.
Ottima lettura.
Per non parlare dei capelli.
Chiudi il becco, Jeff.
Fatti gli affari tuoi, Jeff.
Fuori c aria di temporale. Mi avvio lungo la Sessantaseiesima Strada ingobbita
per contrastare la furia del vento. Quando mi accorgo che lo sforzo in parte
dovuto ai tacchi alti che ho ancora ai piedi, mi fermo in un angolo e mi cambio le
scarpe. Ho le guance infuocate, e non a causa del vento gelido.
Ottima lettura, hanno detto. Inoltre stato divertente parlare con loro. E non
hanno commentato il fatto che non sia riuscita a piangere.
Chiss se mi daranno la parte. Chiss quanto impiegheranno per decidere. Forse
dovrei controllare la segreteria telefonica. Ma troppo presto. Cerano ancora delle
ragazze, nella sala daspetto. Dovranno vederle, prima della selezione. O no? Forse
stanno gi chiamando lagenzia. Non c stato bisogno di fare provini a nessunaltra
ragazza, dopo di lei, stanno dicendo a Richard o a Joe in questo preciso momento.
perfetta per la parte.
Forse dovrei telefonare alla Absolute. No, meglio aspettare. Stare calma.
A ripensarci, magari dovrei davvero chiamare Richard per dirgli che andata
bene, cos quando parler con loro avr a disposizione pi informazioni. Forse ha
gi lasciato un messaggio per me e vuole che lo richiami. Forse sta cercando di
contattarmi in questo preciso istante.
Cos mi fermo a un telefono pubblico.
Ci sono tre nuovi messaggi.
Ho il cuore in gola, mentre digito il mio codice e aspetto che parta la segreteria
telefonica.
Biiip.
Ciao Franny, sono Gina, della Brill. Mi chiedevo se sapessi fare giochi di

destrezza, tipo i giocolieri. Inoltre, come te la cavi con il pattinaggio su ghiaccio?


Cercano qualcuno che sappia fare entrambe le cose per la pubblicit di una birra.
Inoltre, hai problemi con la birra? Fammi sapere!
Biiip.
Frances, sono io, tuo padre. Per un attimo ho temuto che a Manhattan avessero
eliminato i telefoni, ma a quanto pare esistono ancora. Richiamami, per favore.
Sono tuo padre.
Biiip.
Ciao, Franny, sono Clark. A quanto pare non riusciamo mai a beccarci. Ti
richiamo pi tardi.
Biiip.
Non voglio chiamare mio padre e parlare del matrimonio di Katie n chiamare
Clark, o nessun altro, finch non so se avr una buona notizia da raccontare. Faccio
un patto con me stessa: nessuna telefonata prima di aver comprato il giornale,
mangiato qualcosa, preso un caff e completato le parole crociate del New York
Times. Solo allora chiamer Richard o controller di nuovo la segreteria telefonica.
Andando alla tavola calda mi fermo a prendere il giornale e delle Marlboro Lights.
Sono tre giorni che non compro sigarette e di recente ho giurato di nuovo che
smetter di fumare, ma in questo periodo sono troppo agitata per farlo. Smetter
la settimana prossima.
Ho quasi finito il caff e il sandwich al formaggio quando mi rendo conto che
oggi venerd. Avrei dovuto pensare a che giorno era prima di impegnarmi a non
fare altre telefonate se non dopo aver completato le parole crociate. Dal mio
spar vedo una cabina telefonica dallaltra parte della strada: non c nessuno, e il
suo richiamo irresistibile. Riesco sempre a completare il cruciverba del
mercoled, e a volte anche quello del gioved. Ma quello del venerd
particolarmente difficile. Non sono nemmeno a met. Forse irrilevante, visto che
ho stretto il patto con troppo anticipo. Ma non voglio correre nessun rischio. Non so
cosa darei, per controllare la segreteria telefonica. Le gambe mi tremano sotto il
tavolo, e la mano stringe convulsamente la matita.
Pago il conto, mi precipito fuori e chiamo Richard. Sono in attesa, nella cabina;
ho i nervi a fior di pelle e rabbrividisco per il freddo, con le parole crociate ancora
in mano. Faccio un nuovo patto con me stessa. Non infranger mai pi alcun patto,
lo giuro, a condizione che questa volta questa volta soltanto rompere un patto
non mi porti sfortuna. Fa che sia una buona notizia, e giuro che
Franny! Hai ricevuto il mio messaggio?
No. Non li ho ancora ascoltati.
Be, te lho appena lasciato. Ascolta, sei piaciuta moltissimo!
Ha funzionato! Anche se non ho completato il cruciverba. Grazie, grazie.
Dici davvero? Cerco di sembrare disinvolta, ma la mia voce carica di
tensione.
S! Hanno detto che sei riuscita a dare un senso a quella merda di monologo

testuali parole e che gli sei sembrata sveglia e piena di personalit.


Davvero?
Davvero! Ottimo lavoro, per una prima lettura.
Grazie!
Non vedo lora di mostrarti a tutti!
Sono confusa. La conversazione sembra giunta al termine.
Un attimo. Tutto qui?
Che vuoi dire?
Voglio dire, continuo mentre qualcosa si spezza dentro di me. Cerco di
controllarmi, schiarendomi la voce. Voglio dire, non ho avuto la parte?
La parte? risponde lui, confuso. Oh, no, questa era soltanto una lettura
preliminare. Dovrai superare altre prove.
Oh, sospiro sollevata, allidea che non sia finita l. E qual il prossimo
passo?
Be, a Jeff e Jeff sei piaciuta tantissimo, come ti dicevo. Per sai meglio di me
che, per quanto sia andata bene oggi, non hanno il potere di darti il lavoro.
No?
No, no. Scusami. Non pensavo che Joe be, comunque, lascia che ti spieghi.
Loro si occupano del casting, sono le prime persone a cui devi piacere, e a volte le
pi difficili. Fanno leggere le battute e scelgono i migliori, proponendoli ai
produttori. Non parlo necessariamente degli attori pi capaci, ma soltanto di quelli
pi adatti alla parte. Poi c la lettura con i produttori, a volte con il regista, o con
gli altri attori, sai, per vedere se c feeling Ho visto sottoporre persone a tre,
quattro provini per una parte piccola, di poche battute, in produzioni mediocri. un
mondo molto competitivo, possono permettersi di fare gli schizzinosi e prendersi il
tempo che vogliono per trovare la persona giusta. Difficilmente si tratta di un
percorso breve.
Non ne avevo idea. Le sue parole hanno un senso, ma non avrei mai pensato che
ci fosse qualcosaltro da affrontare, dopo oggi, anche se me la sono cavata bene.
solo che laltra volta, quando ho ottenuto la parte per la pubblicit, pensavo
che sarebbe stato pi semplice.
S, lo so. Per quello stato un caso piuttosto raro.
Quindi non ci sar nessuna seconda lettura?
Non questa volta. Finisce qui. Questa volta.
Va bene, concludo con qualcosa a met tra un colpo di tosse e un accenno di
singhiozzo.
Franny, sei andata molto bene. un risultato positivo. Sei andata alla grande,
per una lettura preliminare. Hai affermato tu stessa che questo ruolo non lo
sentivi, giusto? Hai eseguito una lettura eccellente per un ruolo che non nelle tue
corde, giusto? E adesso ti hanno vista e gli sei piaciuta e ti terranno in
considerazione la prossima volta, per qualcosa di adatto a te.
Mi sento cos stupida. Lo so che ha ragione. Non mi vedevo affatto in quella
parte: e chi potrebbe, del resto? Ottenerla non avrebbe avuto alcun senso. Eppure
una piccola parte di me lo avrebbe voluto. Devo far conoscere la Franny che pensa

di essere una vincente con la Franny che si crede una perdente e vedere se
possono raggiungere un compromesso e convivere.
Franny. stato un successo. Abbiamo lavorato settimane per portarti in quella
stanza e ora successo e hai fatto unottima impressione. Se pu farti sentire
meglio, fingiamo che non ti abbia detto nulla, avevano gi deciso. Prenderanno una
delle attrici della nostra agenzia. Quella di oggi era unaudizione dellultimo minuto
in caso la trattativa non fosse andata in porto. Ma in pratica hanno gi scelto. Era
unaudizione di sicurezza, insomma.
Sapere che non ho mai avuto una possibilit concreta mi fa sentire ancora
peggio.
Oh. Ottimo. Grazie. Hai ragione, mi sento meglio.
Guardala da questo punto di vista, Franny. Hai perso un lavoro che non hai mai
avuto. Non come essere licenziati, ti pare?
Mentre me ne sto con la mano stretta intorno alla cornetta, mi sembra di
sentire il rumore di una sirena o un allarme, in lontananza. una sensazione che
non ricordo di aver mai provato: come se sapessi che sta per accadere qualcosa di
brutto ma non riuscissi bene a metterlo a fuoco. Il rumore diventa pi forte e
allimprovviso sono nervosa, ma non come se dovessi fare unaudizione; come se
avessi fatto qualcosa di sbagliato, qualcosa di cui potrei pentirmi. Ma cosa?
Qualcosa, nelle parole di Richard: Hai perso un lavoro che non hai mai avuto. Non
come essere licenziati.
Lallarme mi esplode nellorecchio, con tutto il suo fragore: la consapevolezza di
quello che ho appena fatto, e delle sue conseguenze.
venerd e sono le quattro passate: e il mio preziosissimo turno al locale di
cabaret cominciato da un pezzo.
venerd e sono le quattro passate, e sono sicura al cento per cento che sono
appena stata licenziata.

16

HERB non ha nemmeno sollevato il telefono per dirmi di persona che non ho pi un
lavoro. Ha mandato Ricky a darmi la notizia.
Qua il caos pi totale. Siamo stati presi dassalto da un branco di liceali.
meglio che te ne parli io, credimi. Nessuno dei tuoi sostituti ha risposto alla
chiamata e Herb incavolato nero.
Ma forse se provo a spiegargli
Ha detto che ti ha dato una possibilit di troppo. Che ormai sei fuori dal gioco.
Sai, un insieme di frasi fatte da telefilm poliziesco. Puoi venire a ritirare lultimo
assegno dopo mercoled. Mi dispiace, Franny. Verrai comunque al mio spettacolo,
vero?
Certo.
Poi, il marted successivo, a lezione, Penelope Schlotzky arrivata con un nuovo
taglio di capelli illuminato da colpi di sole. Ha passato le dita tra le lunghe ciocche
bionde e ha commentato, con indifferenza: Oh, questo? Me li hanno tagliati loro.
Per lavoro. Ho dovuto farlo. E aveva pronunciato la parola lavoro con lo stesso
tono con cui avrebbe potuto pronunciare la parola galera.
Di cosa parlava? avevo chiesto a Casey.
Credo sia la nuova protagonista di La valle dei pini, mi aveva risposto alzando
le spalle.
Oh, davvero? avevo replicato cercando di non sembrare troppo sorpresa. Ho
fatto un provino per quella parte.
Dici sul serio? aveva domandato lei, colpita. Caspita. Lunica cosa che ho
fatto la scorsa settimana un provino per un profumo, Aroma debano.
A momenti lo facevo anchio! avevo esclamato, e Casey mi aveva guardato
divertita, mentre Stavros abbassava le luci. Ti spiego dopo, avevo bisbigliato
nelloscurit.
Penelope Schlotzky, avevo pensato. Ovvio. Anchio lavrei scelta, per quella parte.
Per mi bruciava. Com possibile che sentissi mia quella parte, quando non cera
mai stata una sola possibilit concreta di ottenerla?
Quindi, quando Stavros aveva assegnato a me e a James Franklin una scena
insieme, ero meno entusiasta del solito. Ho bisogno di un lavoro come quello della
sua ragazza, non di un cuore infranto.
Eppure qualche giorno dopo, quando sento la sua voce, o quella che mi sembra
essere la sua voce, che parla nella segreteria al piano di sopra, corro cos forte che
sbatto il ginocchio contro la scala, mentre mi allungo a prendere il telefono.

Oh, cio, pronto? dico col fiato corto.


Franny?
S?
Sono James Franklin.
Oh, ciao. Devo coprire il ricevitore con una mano, mentre cerco di prendere
fiato. Sto annaspando.
Ti senti bene?
S. E tu? Ti senti bene? ribatto decisa.
Se mi sento bene? dice confuso.
Cerco di cambiare tono e sembrare pi spigliata. Cio, come stai? Tutto
bene?
S, tutto bene. In questo momento sono dalle tue parti. Ti va di fare due passi?
Magari potremmo lavorare alla nostra scena, se sei libera.
Se sono libera? Non saprei. Sarebbe decisamente pi figo se non lo fossi, ma mi
piacerebbe fare qualcosa, visto che si d il caso che io sia libera. E comunque, non
mi sta chiedendo di uscire, quindi la regola per cui non bisogna mai accettare pi di
un invito lo stesso giorno non vale, in questo caso. Non vale, quando si tratta di
compagni di corso che si vedono soltanto per preparare insieme una scena.
Per esito. Dalle mie parti? Brooklyn enorme. Non gli ho mai detto dove abito.
Per quanto ne so, in questo momento potrebbe essere a Coney Island e volermi
invitare a fare due passi sul molo.
Come lo sai? Il mio tono misterioso e deciso, credo, come se fossi il
detective di un romanzo poliziesco inglese. Passo al setaccio le brumose strade di
Londra con la mia lente di ingrandimento, alla ricerca di indizi invisibili ai pi.
Come so cosa? dice, dopo un istante.
Come sai dove abito? Forse non solo ha tenuto il mio numero di telefono, ma
ha fatto delle ricerche su di me. Forse mi ha cercato sullelenco telefonico, anche
se suppongo siamo sotto il nome di Jane. Quindi deve esser stato molto difficile
scovarmi. Poi mi viene in mente: James sotto contratto con la mia stessa
agenzia. Forse ha chiamato Richard e gli ha detto che aveva bisogno di
contattarmi, e chiss, magari in questo momento in ufficio staranno parlando di
noi. Forse se in agenzia sospettano che frequenti un attore che fa audizioni e
lavora, mi terranno un po pi in considerazione.
Comunque, mi ha trovato, concludo piena di orgoglio. riuscito a trovarmi, quindi
significa che gli interesso, almeno un po.
Ho letto il tuo indirizzo nel foglio dei contatti, a lezione. Inoltre abito qui
vicino.
Oh, giusto. Il foglio dei contatti di Stavros. Me ne ero dimenticata. Ci sono gli
indirizzi e i numeri di telefono degli studenti in modo che possiamo esercitarci
insieme. Quindi per lui non stato molto difficile. Ma quel giorno, per la strada, mi
aveva chiesto il numero di telefono. Perch lo voleva, se lo aveva gi?
Allora, che senso aveva chiedermi il numero di telefono, quel giorno?
Chiudo gli occhi e sprofondo nellimbarazzo. Chiudi quella bocca, mi dico.
Lavorerete insieme per le prossime tre o quattro settimane. Calmati.

Perch volevo chiamarti, credo.


Perch non prendere il mio indirizzo direttamente dal foglio, allora?
Per qualche assurda ragione, sto cercando di rovinare tutto, ancor prima che ci
sia qualcosa da rovinare.
Si schiarisce la voce. Perch volevo chiamarti come James, non come studente
di Stavros.
Da idiota maldestra mi sto trasformando a genio assoluto. Sono stata diretta e
audace, come una donna sicura di s, e in cambio del mio coraggio ho ricevuto una
risposta piacevole e sincera. Devo comportarmi sempre cos, essere sfrontata e
piena di energia. Sono come la donna nella pubblicit del profumo. Giro per le vie di
Manhattan con un morbido tailleur giallo, tacchi vertiginosi e la ventiquattrore,
quindi non sono soltanto una donna di enorme successo e indipendente, ma
irresistibile. Immagino me e James che passeggiamo mano nella mano a Brooklyn,
un posto in cui non ho mai passeggiato mano nella mano con nessuno.
Scuoto la testa, cercando di chiarirmi le idee. ridicolo pensare a James come a
un possibile fidanzato. il mio compagno di corso. Siamo nella stessa classe.
Lavoriamo insieme, tutto qui. stato carino a dirmi che voleva chiamarmi come
James, ma in realt non lo ha fatto, quindi non significa niente. Inoltre, per quanto
ne so, sta con Penelope, il che significa che gli piace qualcuno che quando firma
mette una faccia sorridente al posto della o. Se gli piace una come lei, io non
sono di certo il suo tipo. Devo comportarmi in modo pi professionale. un attore
affermato in un mondo che ho soltanto immaginato, e voglio essere abbastanza
calma da imparare qualcosa dalla sua esperienza.
Porti le Dr. Martens anche tu! esclamo mentre scendo gli scalini dellingresso.
Calma e professionale, avevo detto?
Ma la domanda non sembra scoraggiarlo. Mi sorride come se avessi appena
pronunciato la battuta pi simpatica del mondo. Ti va un caff, prima?
Spiega che non abita lontano, ma mentre scendiamo verso la Quinta Avenue mi
accorgo che non mi sono mai allontanata cos tanto da casa mia. La Brooklyn che
conosco scompare velocemente alle mie spalle, gli alberi secolari sono sostituiti da
bidoni traboccanti di immondizia, gli edifici eleganti da case a schiera pi spoglie.
Ci fermiamo in un punto dove non sono mai stata, dove ce lo preparano dietro una
griglia di metallo e ce lo porgono da una minuscola apertura che chiudono a chiave
dopo che abbiamo pagato. Luomo dietro la griglia mi guarda come se avessi
appena invaso il suo territorio.
Adoro qui, commenta James soffiando sul caff per raffreddarlo. Vero caff
cubano. Mi ricorda un posto vicino a dove sono cresciuto, a Hoboken.
Ne bevo un sorso e a momenti vomito, per quanto caldo, forte e sabbioso.
Mmm, delizioso, commento con un sorriso tirato. Aspetta, sei del New Jersey?
Che buffo. Ero convinta fossi del Sud. Io e la mia coinquilina pensavamo che fossi
una specie di cowboy.
Non avrei dovuto dirgli che era stato argomento delle nostre discussioni. Mi sto

esponendo un po troppo. La donna col tailleur giallo e la ventiquattrore gi un


lontano ricordo. Ma questa volta lui, ad arrossire.
Oh, vero. Mi dispiace. Ero
Le parole gli muoiono sulle labbra e alza lo sguardo al cielo. Ha la pelle che
tende ad arrossarsi facilmente. Me lo immagino a pascolare pecore nella brughiera
scozzese o irlandese, in un posto nebbioso e selvaggio, con indosso un rustico
maglione di lana color panna e degli stivali verdi, magari mentre fuma la pipa.
Cosa c, in James, che mi spinge a immaginarlo altrove, nelle vesti di qualcun
altro, ogni volta che ce lho davanti? Non dovrebbe essere abbastanza, come
fantasia? Non che questa lo sia. Mi sono fatta alcune domande su di lui, vero, ma
adesso sto soltanto lavorando con un compagno di classe che, guarda caso, trovo
attraente, il che rende oggi una gran bella giornata, e non una fantasia.
Probabilmente stavo lavorando a qualcosa, e forse, boh, si insinuato nella
realt senza che me ne accorgessi.
Sono colpita. James stava studiando un personaggio, forse per il film con Arturo
DeNucci, ed era cos concentrato che, senza rendersene conto, aveva continuato a
usare linflessione dialettale del personaggio anche fuori dal set. Vorrei fargli altre
domande, ma credo di averlo adulato abbastanza, per ora. Ritrovo un po della
compostezza della donna col tailleur giallo e mi sforzo di non farmela pi sfuggire.
La scena che ci stata assegnata tratta da The Bue Cabin, una commedia che
appena andata in scena a Off-Broadway e che parla di una donna che abbandona
il futuro marito sullaltare, prima di pronunciare il fatidico S. Ancora con labito
da sposa indosso fugge pi lontano che pu, finch non si ritrova in mezzo al nulla
e bussa alla porta dellunico rifugio che trova, un cottage isolato nei boschi. Ha
bisogno di un posto dove dormire: allinizio non vuole avere a che fare con il
burbero eremita che ci trova dentro, e lui la tratta con ostilit, ma alla fine si
aprono e si innamorano.
Lappartamento di James al piano terra di una fila di case di mattoni rossi.
Quando entriamo buio e non riesco a vedere bene la stanza, ma intravedo il
giardino sul retro. Dice che lo condivide con il vicino del piano di sopra, anche se
una parte solo sua. La mia sala fumatori, la chiama.
Accende alcune candele, un gesto che considererei romantico, di solito, anche se
mi rifiuto di indugiare in pensieri del genere. Le donne in tailleur giallo sono
concentrate sul lavoro e non si fanno distrarre da poche candele accese allo scopo,
ancora da accertare, di sorprenderle.
Una volta abituata alla penombra, vedo che, anche se piccola, la stanza pulita
e ben organizzata, persino formale. Non so perch, ma sono stupefatta; immagino
che la maggior parte dei ragazzi che conosco non siano cos a loro agio.
Nella stanza non ci sono molti mobili, ma ciascuno ha le dimensioni giuste e
lesatta collocazione, e pi mi soffermo a guardare, pi mi accorgo che sono
antichi e molto costosi. tutto cos imponente che la stanza, in confronto, sembra
vergognarsi della sua modestia. come se James fosse un nobile daltri tempi,

costretto a fuggire in fretta e furia da una grande dimora per trasferirsi in una
casa molto meno attraente per la quale ha dovuto scegliere soltanto i suoi mobili
preferiti.
Ci sono anche dei quadri alle pareti: dei dipinti a olio, uno che raffigura un uomo
in uniforme, uno con un cesto di frutta, e alcuni disegni a carboncino che non
sfigurerebbero in un museo. Il letto fatto con cura e corredato da cuscini e le
due finestre che danno sul giardino sono coperte da tende di velluto rosso scuro.
Accidenti.
Grazie. Fa una pausa. Penso che vivere in un bel posto sia importante, in
fondo noi attori siamo artisti e di conseguenza pi ricettivi a ci che ci circonda.
Gli oggetti scadenti ci distraggono, sono ostacoli che mettiamo lungo il nostro
cammino quando abbiamo paura di raccontare la verit. Poi si ferma e arrossisce.
Scusami. Chiss come ti sono sembrato presuntuoso.
Penso alla mia stanza, sullOttava Avenue: poster alle pareti, pigiami arrotolati
sul letto, asciugamani appoggiati allo schienale della sedia, scarpe ovunque. Sono
disordinata perch sto evitando qualche verit? Credevo di essere soltanto
disordinata. Ma forse la mia mancanza di ordine sta cercando di dirmi qualcosa.
Come mi sentirei, se mi prendessi di pi sul serio e pensassi a me stessa come
a unartista, come fa James? Le sue parole mi erano apparse un po altezzose,
vero. Ma forse mi ha fatto quelleffetto soltanto perch non rifaccio mai il letto.
Non sei presuntuoso. Anzi, un concetto stimolante. Non ho mai pensato alla
mia stanza come a un prolungamento della mia be, della mia arte. Sono pi il
tipo che pensa: Non ho tempo per questa roba. Rido, ma c una nota stonata;
una risata troppo forte e senza freni, per un posto cos bello. Caotica, proprio come
la mia stanza.
Come se mi avesse letto nel pensiero, James dice: Interessante, non trovi?