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Quante volte Franny Banks, passeggiando sulla Quinta Avenue con gli
anfibi e luniforme da cameriera, si detta: Un giorno, forse,
camminer su questa strada con i tacchi alti e il portamento da vera
diva. Quando arrivata a New York, aspirante attrice e aspirante
molte altre cose, Franny aveva un piano: sfondare nel cinema nel giro
di tre anni. Ora ne sono passati due e mezzo, e le cose non stanno
andando esattamente come sperato. La sola parte che ha ottenuto
stata in uno spot pubblicitario di imbarazzanti maglioni natalizi, e gli
unici fan sono i suoi due coinquilini. Forse il caso di trovarsi un
piano B, come le consigliano tutti: Franny gi si vede mentre torna a
casa da suo padre, sposa lex fidanzato storico e si sistema.
Eppure, dentro di s, sa che non ancora pronta a tradire il suo sogno
e non vuole rinunciare a seguire le orme dei suoi idoli: Diane Keaton e
Meryl Streep. La svolta arriver inaspettata, come in una battuta fuori
copione: un giorno, durante lo spettacolo di fine corso alla scuola di
recitazione, Franny cade rovinosamente sul palco. Sembra la fine della
sua carriera mai decollata, e invece sar il vero inizio. Tra esilaranti
avventure sul set, incontri bizzarri, provini assurdi e un amore
inatteso, Franny scoprir che la vita pu sorprenderti molto pi di un
film.
Lautrice
LAUREN GRAHAM
UN GIORNO,
FORSE
cameriera. Avevo incominciato lasciando la sveglia nel corridoio che separa la mia
stanza da quella di Jane, coinquilina nonch mia migliore amica, in modo da essere
costretta a uscire dal letto per spegnerla. Avevo anche deciso per lennesima volta
di smettere di fumare, di non perdere pi borse, portafogli e ombrelli e di darci un
taglio con le patatine al formaggio. Per, ieri, ho gi fumato due sigarette e, anche
se il sole coperto, sono ragionevolmente certa che le otto (lora in cui mi ero
prefissata di svegliarmi) siano passate da un pezzo. Tre giorni di astinenza dai
salatini e lombrello sempre accanto allingresso sono gli unici risultati, finora.
Franny?
Ancora nel dormiveglia mi giro su un fianco e mi accorgo del pavimento di legno
rovinato, dove giace una scarpa da ginnastica. Che strano. Credevo di averle
lasciate fuori Ahi! Unaltra vola per aria, colpisce le coperte e rotola via.
Franny? Scusa, che non mi hai risposto, quando ho bussato. La voce di Dan
attutita e leggermente tesa, dietro la porta della mia camera. Non ti ho colpito,
vero?
Ahhh, ecco cosera: la scarpa. Non un pomodoro. Che sollievo.
Ho sognato che me ne tiravano uno! grido.
Vuoi che torni pi tardi? chiede lui, nervoso.
Entra! Probabilmente dovrei alzarmi e trarre dimpaccio Dan, ma fa cos
freddo. Voglio restare a letto ancora un minuto.
Cosa? Scusa, Franny, non sento. Mi hai detto di svegliarti, ti ricordi?
Credo di s, ma sono ancora troppo intontita per concentrarmi sui particolari.
Normalmente mi sarei rivolta a Jane, ma lavora fino a tardi come assistente
personale nel nuovo film con Russell Blakely. Dan si trasferito nella camera da
letto al piano di sotto qualche mese fa, e non gli ho mai prestato particolare
attenzione, se non per notare che fin troppo alto, che trascorre ore e ore a
scrivere al computer e che sembra avere il folle terrore di imbattersi in una di noi
due quando non siamo presentabili.
Dan! Entra!
Sei presentabile?
Molto di pi, perfino per i suoi standard: indosso i pantaloni della tuta e uno
smanicato. Li ho infilati in fretta e furia ieri sera dopo che il termosifone ha
sputacchiato acqua calda sul pavimento ed schiattato con un triste sibilo. Ma
questo quello che ti tocca per cinquecento dollari al mese a Park Slope, Brooklyn.
Jane e io condividevamo lappartamento in un palazzo fatiscente con Bridget,
unamica di vecchia data, finch un bel giorno lei era salita sulla sua scrivania nella
banca daffari in cui lavorava per annunciare che non le importava pi niente di
diventare milionaria entro i trentanni. Siete morti che camminano! aveva urlato.
Poi era svenuta, avevano chiamato unambulanza e sua madre si era precipitata da
Missoula, Montana, per riportarla a casa.
New York, aveva commentato schioccando la lingua, mentre sistemava in
valigia gli abiti della figlia, non una citt adatta alle ragazze.
Cos arriv Dan, che aveva stretto amicizia a Princeton con il fratello di Jane, il
quale ci aveva garantito che era innocuo: tranquillo e responsabile, fidanzatissimo
Dan, ribatto mettendomi seduta e tirandomi le coperte fino alle orecchie, sei
cos dotato per lovvio. E lanci le scarpe talmente bene! Dovresti proporti alla
reception del Plaza per un servizio di sveglia personalizzato. New York ha bisogno
di te. Davvero.
Lui mi guarda perplesso per un istante, poi scorgo una luce flebile nei suoi occhi.
Ah! esclama puntandomi contro indice e pollice a mo di pistola. Era una
battuta.
Uh s, ammetto imitando il suo gesto. Era una battuta.
Lo sapevi, Franny, che la statua davanti al Plaza rappresenta Pomona, la dea
romana protettrice di giardini e frutteti, altrimenti detta Abbondanza?
Soffoco uno sbadiglio. No! Abbondanza? La statua della donna a seno nudo che
sta sopra la fontana?
S, ne sono certo. Quando eravamo a Princeton, Everett ha scritto una tesina
sul nudo figurativo di rilevanza artistica di Manhattan. Fu giudicata piuttosto
audace, aggiunge abbassando la voce in tono complice. Poi ammicca con le
sopracciglia. Temo quasi che stia per dire: Urca!
Dan ed Everett, e il loro comune interesse per il nudo figurativo di rilevanza
artistica di Manhattan. La prova che sono fatti luno per laltra, ma a vederli non si
direbbe. Ai miei occhi sembrano pi due scienziati che rispettano il reciproco
lavoro, non due persone innamorate.
Davvero affascinante, Dan. Credo che lo scriver nel diario. Senti, se non
troppo disturbo, daresti unocchiata alla sveglia l fuori e mi diresti lora esatta?
Certamente, risponde lui accennando un inchino formale, come un domestico
inglese di fine Ottocento. Esce dalla stanza, poi la sua testa spunta di nuovo.
Sono le dieci e trentatr, per lesattezza.
Qualcosa nelle sue parole mi fa sobbalzare e devo soffocare una strana
inquietudine, la sensazione di essere in ritardo per qualcosa. Ma il mio turno nel
locale di cabaret dove servo ai tavoli, inizia soltanto alle tre e mezzo. Avevo in
programma di alzarmi prima, per non c niente per cui sia davvero in ritardo,
niente di niente. Almeno, che io sappia.
Un suggerimento, Franny, riprende Dan, serio. La prossima volta, se metti la
sveglia accanto al letto, dovresti riuscire a sentirla meglio.
Grazie, replico soffocando una risata. Domani ci provo.
Fa per andarsene, poi ci ripensa e resta impalato sulla soglia.
S, Dan?
Sei mesi a partire da oggi, vero? dice, e sorride. Vorrei essere il primo ad
augurarti in bocca al lupo. Sono sicuro che avrai successo. Fa un altro inchino e
se ne va, ciabattando nelle infradito numero quarantotto.
Mi lascio cadere sul cuscino e per un istante ho la testa beatamente vuota.
Poi mi torna tutto in mente.
Che giorno .
Il motivo per cui ho chiesto a Dan di svegliarmi.
Perch faccio sogni angoscianti di audizioni e provini.
Unondata di terrore mi si rovescia addosso, mentre i ricordi si affollano: ieri
sera, guardando il calendario annuale della mia agenda, mi sono resa conto che
mancano sei mesi esatti allo scadere del patto che avevo fatto con me stessa
appena arrivata a New York: mi ero data tre anni di tempo per ottenere qualche
risultato, al termine dei quali, se la mia carriera di attrice non fosse decollata,
avrei gettato la spugna. Proprio ieri mi sono ripromessa di alzarmi presto, imparare
a memoria un sonetto, andare alla proiezione diurna di un film straniero in lingua
originale. Insomma, avrei fatto qualcosa, qualsiasi cosa, per migliorare, per cercare
con tutta me stessa di non fallire.
Scalcio via le coperte e devo affrontare il gelo della stanza. Devo anche
svegliarmi, devo alzarmi, vestirmi per ecco, non so bene per quale motivo,
ancora. Potrei andare a correre correre, s! C tempo, prima di andare a
lavorare, e ho gi addosso i pantaloni della tuta, quindi non devo nemmeno
cambiarmi. Mi sbarazzo delle babbucce con cui ho dormito e infilo un paio di calzini
di spugna che trovo in fondo al cassetto, poi recupero una scarpa. Dora in avanti
correr tutti i giorni, mi dico mentre mi sdraio per terra e, con un braccio sotto il
letto, cerco a tentoni laltra. Mi rendo conto che non c alcun collegamento diretto
tra la corsa mattutina e il conseguimento di uno qualunque dei miei obiettivi, non
credo che Meryl Streep abbia mai attribuito il merito del suo successo alla propria
salute cardiovascolare. Ma dubito che qualcuno mi assegni una parte oggi, e
probabilmente nemmeno domani, quindi tanto vale mettersi in moto.
E non ho intenzione di illudermi, come ho visto fare a tanti. Si comincia con tre
anni, che poi diventano cinque, e infine, senza neanche accorgertene, continui a
considerarti unattrice, per passi la maggior parte del tempo in una tavola calda
dove hai il tuo armadietto, indossi luniforme di poliestere rosa e servi lasagne
tiepide a gente che ti chiama Perfavore.
Ho fatto progressi, ma non tali da poter affermare con certezza di aver
intrapreso la strada giusta, nella vita. Ho impiegato quasi un anno per ottenere
lambito posto di cameriera al The Very Funny, dove finalmente, grazie alle mance,
ho incominciato a guadagnare abbastanza per pagare laffitto senza laiuto di mio
padre. Lanno scorso, dopo aver spedito metodicamente foto e curricula a tutti gli
addetti ai lavori, sono stata chiamata dallagenzia Brill. Loro per si occupano
soltanto di spot pubblicitari, campo assai precario: a volte non ho audizioni per
settimane di fila. Questanno sono stata ammessa alla scuola di recitazione di John
Stavros, una delle migliori della citt. Ma quando mi sono trasferita a New York, mi
immaginavo a muovere i primi passi nel teatro davanguardia, recitando in qualche
produzione Off-Broadway, magari, e non a massaggiarmi le tempie fingendo di aver
bisogno di un analgesico. E un risultato allanno non era esattamente ci che avevo
in mente.
Ancora incastrata a met sotto il letto, devo raccogliere le forze per spingere un
pattino seminuovo da una parte. Spazzo avanti e indietro con il braccio, come sulla
neve, anche se incontro molta pi resistenza l sotto. Mi arrendo un istante e
appoggio la guancia contro il freddo pavimento di legno con un sospiro.
Ti rendi conto che gli attori che sfondano davvero si contano sulle dita di una
mano? mi dice chiunque. Ti serve un piano B. unidea che non mi piace per
niente (lunica cosa che abbia mai desiderato recitare) per ne ho uno, perch in
fondo non si sa mai: fare linsegnante come mio pap e sposare il mio fidanzato
storico, Clark. Non una prospettiva tremenda: mio padre rende linsegnamento
della letteratura discretamente affascinante, e nel caso non riuscissi a realizzare il
mio sogno a New York, immagino di poter condurre una normale vita felice con
Clark in qualche sobborgo dove lui fa lavvocato e io, be, qualcosa che mi tenga
impegnata di giorno.
Al liceo e alluniversit ho interpretato ruoli di primo piano in molti spettacoli,
non che per possa andarmene in giro per New York a dire: Lo so che il mio
curriculum praticamente inesistente, ma avreste dovuto vedermi in Hello, Dolly!
Potrei sempre chiedere qualche consiglio a uno dei pochi attori professionisti che
frequentano le lezioni di Stavros con me, tipo James Franklin: sta girando con
Arturo DeNucci ed stato scritturato per il nuovo film di Hugh McOliver, ma prima
dovrei trovare il coraggio di rivolgergli la parola. La sola idea mi fa tremare le
ginocchia: Scusa, James? Sono nuova e (ansima) e cavoli, fa un caldo
tremendo! Ecco, mi chiedevo se (ride istericamente, annaspa) ecco com
possibile che uno cos pieno di talento sia anche cos fantasmagorico?
Ahahahahahahah, scusami (ride sguaiatamente, fugge in preda alla vergogna).
Ho soltanto bisogno di una svolta: e per quella mi serve un vero agente. Non uno
che mi procuri apparizioni nelle pubblicit, piuttosto uno che mi faccia ottenere
audizioni per ruoli importanti. Ruoli recitati, almeno, o un lavoro stabile; qualcosa
che giustifichi anni di sacrificio e che possa, un domani, portarmi in qualit di
ospite allEd Sullivan Theater. La maggior parte della gente sogna di ricevere un
premio ai Tony Awards o di pronunciare il discorso di ringraziamento agli Oscar,
ma lEd Sullivan il posto preferito di mio padre, in cui mi portava da bambina,
quindi per me pi naturale sognare di raccogliere l i frutti del mio successo.
Sei mesi da oggi, penso, e sento lo stomaco contrarsi.
Provare a contare ciascun passo che separa la Franny sdraiata sul gelido
pavimento della sua camera da letto di Brooklyn da quella sul palco dellEd Sullivan
Theater mi disorienta. I due eventi sono separati da un baratro che mi d le
vertigini. Guardiamo il lato positivo, almeno simili momenti riesco a
immaginarmeli: sono come due fermalibri, anche se i volumi veri e propri che
dovrebbero stare in mezzo non sono ancora stati scritti.
Finalmente sfioro la punta rigonfia della mia scarpa da ginnastica e spingo la
spalla ancora pi sotto il letto: affiora insieme con una scatola di vecchie
musicassette del liceo, il mio orsetto Paddington senza uno dei suoi stivali gialli e
un cappello di paglia con la tesa ornata di fiori di plastica che Jane mi aveva
implorato di buttare lestate precedente.
Ficco di nuovo questi logori simboli del mio passato sotto il letto, mi infilo la
scarpa e mi preparo per andare a correre.
bene quale sia il mio. Alcune settimane fa credevo di averlo trovato: gitana. Adoro
le gonne ampie e i camicioni ricamati, amo i colori vivaci e sono un tipo informale.
Cos avevo scelto i capi pi svolazzanti che avevo trovato nellarmadio e avevo
sfilato orgogliosa davanti a Jane.
Cerano i saldi al mercatino? mi aveva detto dopo un istante di silenzio.
il mio nuovo look!
Cio tipo cantante folk?
Jane, dico sul serio. Renditi utile.
Aveva piegato la testa di lato, studiandomi attentamente. Davvero, Franny, quel
che mi viene in mente che sembri pronta per una fiera dellagricoltura.
Stasera ho lezione, dopo il provino, quindi la tenuta sar una via di mezzo tra
mamma casual e aspirante attrice: maglione nero, calze nere, gonna corta di lana
dello stesso colore e le mie Dr. Martens: scarpe non esattamente da mammina,
ma ideali per camminare. Ho indossato questo outfit cos spesso, finora, che il
total black mi appare un po noioso, un po banale. Cosa farebbe Jane al posto mio?
Tiro fuori una grossa cintura di pelle marrone dal ripiano pi alto dellarmadio e me
la metto lenta sui fianchi. Come tocco finale, pensando al tempo che fa fuori e al
prodotto da reclamizzare (Niagara!), prendo una ciocca di capelli in mezzo alla
testa e la lego con un elastico di velluto nero.
Il telefono in corridoio incomincia a squillare.
Ciao, pap.
Pronto?
S. Ho detto: Ciao, pap.
Franny? Sono tuo padre.
Ho capito.
Come facevi a sapere che ero io?
Te lho spiegato. Adesso abbiamo il Caller ID.
E si pu curare?
Pap. lidentificazione di chiamata. Vuol dire che compare il numero dellaltra
persona.
Che invenzione orribile. Chi pu desiderare una cosa del genere?
Cos sai chi .
Perch non limitarsi a un: Pronto, chi parla?
Pap. Che c? Ho unaudizione.
Vengo subito al sodo, allora. Tua zia Mary Ellen vuole che ti ricordi di prenotare
una stanza per il matrimonio di Katie.
Oh, me raviglioso. Grazie, me lero dimenticato.
La cerimonia a giugno, e se vuoi alloggiare in quellalbergo sulla spiaggia ha
detto di prenotare con largo anticipo.
Va bene, grazie.
Franny, sono in pensiero per te.
Perch?
Be, in base ai miei primi calcoli, questo sistema di identificazione telefonica
potrebbe farti risparmiare tra i venti e i venticinque secondi al giorno. Sono
Direi proprio di no, replica lei appoggiando un grosso sacchetto di carta sul
ripiano del forno, che nessuno ha mai usato. Indossa un impermeabile di seconda
mano e i soliti enormi occhiali da sole vintage con la montatura rossa. Jane
cresciuta nel Greenwich Village e ha stile da vendere. Mentre io sto l a pensare se
abbinare una camicetta nera a un paio di pantaloni dello stesso colore, lei si infila
un paio di blue jeans e una maglietta, mette al polso una manciata di vistosi
braccialetti e mi guarda come per dire: Visto? Che ci vuole? Compra nei grandi
magazzini e nei negozi di seconda mano, eppure fa sembrare costoso tutto ci che
indossa.
Un attimo! Jane Levine, non sei rimasta a lavorare fino a ora, vero? le dico in
tono interrogativo sbirciando nel sacchetto. Possono farlo?
Possono fare qualsiasi cosa. Non ho la tessera del sindacato. Si appoggia con
aria melodrammatica allo stipite della porta che separa la cucina dalla camera di
Dan e porta languidamente una mano alla fronte. Questo film, sospira. Non so
se sopravviver. Russell mi ha mandato a prendere un sandwich lattuga e
pomodoro da McDonalds alle quattro del mattino. Quello a Times Square era
chiuso per un servizio fotografico, ma ne ho trovato un altro aperto a Midtown, e
adesso Russell mi porta in palmo di mano. Questa mattina, a riprese concluse, ha
invitato me e altre due o tre ragazze nella sua roulotte. Abbiamo bevuto dei
Mimosa! Sfodera un sorriso entusiasta. Credo di essere ubriaca!
Jane sta cercando di diventare produttrice, il che fantastico, perch davvero
in gamba; inoltre una che ispira fiducia e sembra sempre avere la risposta
pronta anche quando in realt non sa niente. Nel frattempo, fa lassistente di
produzione del nuovo film con Russell Blakely, Kill Time. A quanto pare, trascorre
la maggior parte del tempo a portargli il pranzo, svolgere piccole mansioni da
fattorino e sopportare i capricci da primadonna dellattore. Ogni volta che mi parla
di Russell Blakely, mi viene in mente la sua battuta pi famosa, quella tratta dal
suo ultimo film, Steel Entrapment, quando dice a Cordelia Biscayne: Tesoro, sono
a casa, reggendosi al carrello di un elicottero con una mano, a petto nudo.
Menu del giorno: un assortimento di bagel lasciati sul tavolo del buffet
(purtroppo non accompagnati da crema al formaggio) e quella roba cinese col riso
che Dan adora, a mio avviso non del tutto disprezzabile.
Bagel, grazie. E un parere sul mio look, ammesso che tu riesca a vedere
qualcosa, dietro quelle lenti.
Lo sai. Sono una professionista. Jane abbassa gli occhiali sul naso e mi studia
attentamente.
Allora, ovviamente si tratta di un look che ho gi visto. Ma oggi come se mi
stesse parlando; anzi, mi grida in faccia la sua fortissima personalit. Mi sta
dicendo: Sono una casalinga felice che adora la casa, che si dedica anima e corpo
alla sua famiglia e lucida i pavimenti con un ardore che si visto di rado,
nellemisfero occidentale.
Fuochino. Ho un amore folle per i panni da bucato.
Ah. Detersivo per lavatrici! Sei perfetta, hai unaria cos pulita! Sto per cedere
allirresistibile impulso di precipitarmi in lavanderia. Il viso! Familiare, e insieme
tassisti che hanno da ridire sulle mie indicazioni; gli addetti della gastronomia
sullOttava dove a volte chiedo una porzione extra di maionese; le madri altrui; gli
insegnanti di danza, gli istruttori di aerobica o quelli che di solito indossano (o mi
hanno visto indossare) la calzamaglia, e fricchettoni che scrivono di strane
creature chiamate Photar.
Non devo cercare lapprovazione di tutti, anzi, non devo cercare lapprovazione di
nessuno. Le attrici dovrebbero essere equilibrate e sicure di s, come Meryl Streep
e Diane Keaton. Dovrei essere pi originale e distinguermi dalla massa, proprio
come loro. Potrei incominciare a portare cravatte da uomo!
Dietro lo sportello, la donna che vende i gettoni per la metro mi scruta
diffidente. Mi conosce perch pago il biglietto da un dollaro e venticinque con gli
spiccioli, anche con vere e proprie montagne di monetine. Non un momento di cui
vado particolarmente orgogliosa, quello in cui blocco la fila mentre lei conta i miei
penny, uno alla volta. Oggi, per, ho le banconote. Ci scambiamo un cenno di
intesa, come se la vita potesse riservarci per questo un futuro migliore.
Metto il gettone nellapposita fessura e mentre aspetto la metro decido di
impiegare il tempo pensando solo a ci che bello, nella speranza di prefigurare un
esito positivo per la mia imminente audizione. Ho letto da qualche parte che essere
positivi unattivit molto potente e che bisognerebbe allenare la mente, invece di
stare a rimuginare se si hanno abbastanza soldi sul conto per prelevare venti
dollari o se verr mai un giorno in cui la tua vita non sar misurata in prelievi da
venti dollari.
Pensa positivo. Pensa positivo.
Non sempre cos facile.
Mmm.
Da qualche parte dovr pur cominciare.
Risultati.
Cose positive nella mia vita, ora.
Mmm.
Sono viva.
Partiamo dallovvio. Mi pare un buon inizio.
Ho trascorso delle belle vacanze con Clark.
Non un risultato, a voler essere precisi, ma comunque un ricordo piacevole.
Ci siamo conosciuti a un corso di orientamento per matricole e da quel giorno
siamo diventati inseparabili. Chi allepoca ci ha conosciuto ha creduto che un giorno
ci saremmo sposati. Non ne abbiamo mai parlato seriamente, ma sono certa che
stato anche il nostro pensiero.
Dopo il college Clark era stato ammesso alla scuola di specializzazione di legge
a Chicago, non alla Columbia, qui a New York, come avevamo progettato. Mi aveva
chiesto di partire con lui, di andare a vivere insieme. A Chicago c una scena
teatrale molto vivace, insisteva, ma non avevo avuto la forza di rinunciare a New
York, non prima di averci almeno provato. Cos avevamo stretto una specie di
patto: ci saremmo presi una pausa e avremmo tirato le somme una volta
terminata luniversit. Ecco spiegato il motivo dei tre anni: avevo pensato che se
Clark poteva prendere una laurea in legge in quellarco di tempo, anchio avrei avuto
la mia opportunit di fare reali progressi. Da allora sono uscita con qualche ragazzo
e probabilmente lui ha frequentato altre ragazze, ma sono storie senza importanza.
E quando ci vediamo, come se il tempo non fosse passato. Alla fine ci
sposeremo, lui lo sa, non fa che ripetermelo.
Sei sicura di non voler venire con me adesso? mi ha chiesto lultima volta, in
aeroporto.
Io, ecco non ancora.
Daccordo. Poi ha aggiunto, ammiccando: Chiamami, quando cambi idea.
A volte, quando le mance sono scarse e i piedi mi fanno male, mi chiedo perch
continuo a rimandare linevitabile. Mi chiedo perch non prendo quel dannato
telefono e mi trasferisco a Chicago, invece di continuare a ostinarmi in unimpresa
che ha meno del cinque per cento di probabilit di successo.
Eppure, non so perch, non lo faccio.
Per quanto stia bene con Clark, quando lo vedo ho le idee confuse. Mi manca, mi
manca molto e
Merda.
Pensare positivo pu essere molto difficile, a volte. Basta abbassare la guardia
un istante, e senza accorgertene ti ritrovi a rimuginare e a macerarti. Vorr dire
che restringer il campo a quanto di bello mi successo in ambito lavorativo. La
mia vita personale non mi di alcun aiuto. Sono venuta a New York per fare
lattrice: non la fidanzata n la persona felice.
Cose belle in ambito lavorativo.
Dunque
Almeno un ingaggio lavevo avuto.
Prima del Giorno del Ringraziamento, subito dopo che Dan si era trasferito in
casa nostra, mi avevano dato una parte in un breve spot trasmesso da reti locali
per un negozio di abbigliamento chiamato Sallys Wear House. Si trattava di una
pubblicit natalizia che sarebbe andata in onda per un tempo limitato, nella quale
gli attori indossavano maglioni ingombranti in materiale acrilico e rafia. Il mio
aveva un motivo a losanghe bianco e grigio, spalline imbottite, collo e polsini
bordati di pelliccia bianca. Dovevo guardare lobiettivo con aria estasiata e dire:
Che bello. In unaltra scena saltellavo gridando: Sogno un bianco Natale! Poi
alzavo lo sguardo verso un punto indefinito ed esclamavo: Ohhh, sta nevicando!
Per festeggiare, eravamo andati tutti e tre in quel ristorantino cinese di cui non
ricordo mai il nome. La pubblicit era andata in onda alcune settimane dopo,
mentre eravamo seduti a guardare Law & Order; allinizio ci eravamo messi a
strillare eccitati, poi Jane aveva cominciato a rotolarsi per terra dalle risate. Non in
modo cattivo, soltanto non riusciva a credere che riuscissi a sembrare felice con
quellorrendo maglione addosso. Fu uno choc vedermi in televisione. Nessuno aveva
pensato di infilare una cassetta nel videoregistratore, e in pochi secondi tutto era
finito. Quel che ricordo che il mio viso pareva una luna piena e sembravo molto
pi alta dellaltra ragazza.
Ma sono enorme! avevo detto coprendomi il viso e sbirciando tra le dita.
Non lo sei, mi aveva rassicurato Jane cercando di riprendere fiato, tra una
risata e un colpo di tosse. Sei unattrice strepitosa, ecco la verit. Ci sono
cascata in pieno: ho creduto che adorassi davvero quellorribile maglione in lana di
topo.
I fiocchi di neve hanno aggiunto unaria cos finta, avevo osservato, ancora
sconvolta.
Tu per eri fantastica. Davvero irresistibile.
Poi, finalmente, si era levata la voce di Dan: Quindi si tratta di una pubblicit
di abbigliamento invernale?
S, Dan, aveva replicato Jane lanciandomi unocchiata. Credo che siamo
unanimemente daccordo nellaffermare che ci che abbiamo appreso in questi
trenta secondi che si trattava di una pubblicit di abbigliamento invernale.
Dan aveva annuito assorto, poi aveva sorriso.
Be, Franny, mi ha colpito. Era molto natalizio. Eri il volto del Natale, Fran.
Ma come si fa a dire a qualcuno che il volto del Natale? Jane e io ci eravamo
scambiate uno sguardo e avevo incominciato immediatamente a formulare una
risposta sarcastica, come faccio ogni volta che mi rivolgono un complimento.
Tuttavia, qualcosa nel suo tono sincero mi aveva fermato, e per una volta nella
vita mi ero limitata ad annuire e ad arrossire, tenendo la bocca chiusa.
Per quello spot guadagnai settecento dollari, la somma pi cospicua che abbia
mai visto su un unico assegno. Ma da allora non ho avuto altri ingaggi.
Probabilmente era un fuoco di paglia. Probabilmente non lavorer mai pi.
Pensa positivo.
Dunque
Quel lavoro lho ottenuto.
E oggi ho la possibilit di ottenerne un altro.
Ecco fatto.
Quando la metro arriva, mi siedo e faccio un bel respiro. La linea D, tra Brooklyn
e Manhattan, una delle mie preferite, perch a un certo punto il treno sbuca
allesterno e attraversa il fiume accanto al ponte di Manhattan. A volte mi metto le
cuffie e ascolto un po di musica, altre compilo il cruciverba del New York Times e
altre ancora leggo, ma qualunque sia il mio passatempo in quel momento, non
dimentico mai di guardare fuori dal finestrino, anche solo per un istante, mentre il
treno attraversa lEast River prima di tuffarsi di nuovo nelle viscere della terra.
soltanto un gesto scaramantico, ma osservare il fiume, le barche, lenorme cartello
a caratteri cubitali rossi con la scritta WATCHTOWER, un rito che mi ricorda che
sono piccola, che sono una delle migliaia, anzi dei milioni, di persone che hanno
guardato il fiume prima di me, da una barca o da unauto o dai finestrini della linea
D; che sono arrivate a New York con un sogno, che lhanno realizzato oppure no,
ma che comunque hanno fatto lo stesso sforzo che sto facendo io ora. Mi aiuta a
vedere in prospettiva e, per quanto sembri strano, mi d speranza.
NEL posto in cui si tiene il casting del detersivo per lavatrici Niagara c uno di
quei vecchissimi e claustrofobici ascensori di New York che si muove cos
lentamente da sembrare fermo, e sono incastrata allinterno con due che hanno
laria di essere attori in erba accompagnati dalla madre. Sono gemelli, credo, un
maschio e una femmina, con i capelli rossi e le lentiggini. La bambina mi rivolge un
sorriso raggiante che deve aver perfezionato allenandosi ore e ore allo specchio.
Rigira una grossa ciocca lucente intorno a un dito.
Bei capelli, le dico.
Dormo su un cuscino speciale di seta cos i boccoli non si schiacciano, mi
spiega sorridente.
Fantastico, rispondo sorridendole a mia volta, nonostante non possa
competere con la sua radiosit. Volete premere il bottone per me, bambini? Vado
al quarto piano.
Lo faccio io! si offre il bambino.
No! Io! replica la sorella dandogli una leggera spinta. me che hanno
chiamato.
Il bambino si fa da parte e sorrido comprensiva alla loro madre, ma lei sembra
ipnotizzata da una macchia da qualche parte sopra la mia testa, cos decido di
concentrarmi sui lacci delle scarpe e sopporto il resto dellinterminabile, cigolante
salita in silenzio. Anche nei migliori ascensori il tempo pu scorrere con inesorabile
lentezza.
Quando arriviamo la sala daspetto affollata, il che significa che ci devono
essere diversi provini. Ci sono bambini e bambine dellet dei gemelli
dellascensore; un paio di uomini sulla cinquantina, entrambi in giacca e cravatta; e
diverse ragazze che mi somigliano, ma in una versione migliore, pi elegante.
Linterprete di Franny nellipotetico telefilm sulla vita della vera Franny.
Mi registro.
Nome
Ora dellarrivo
Ora del casting
Agenzia
Numero di Previdenza sociale
Mentre riempio le minuscole caselle del foglio delliscrizione, scruto la parte gi
compilata come un detective alla ricerca di indizi. Sto cercando di capire quante
persone hanno gi visto oggi, se qualcuna la conosco, se sono della mia stessa
agenzia, se sono arrivate puntuali e se hanno una grafia pi bella della mia.
Qualsiasi cosa faccia in modo diverso da me chi ottiene un lavoro. Se il mio
appuntamento fosse stato cinque minuti prima, avrei avuto io la parte? Se avessi
disegnato una faccina sorridente al posto della o in Penelope, come la persona
che si iscritta prima di me, lavorerei di pi? Se fossi stata la prima a sostenere
il provino, invece della decima, avrei
Franny? Sei proprio tu? Ti chiami Franny, vero?
Vorrei sprofondare. Mi hanno scoperto. Mollo la biro pi velocemente di quanto
avrebbe mai fatto una persona con la coscienza pulita e alzo lo sguardo.
Franny Banks, vero? Sei alle lezioni di Stavros? O mi andato il cervello in
pappa? La ragazza di fronte a me scoppia a ridere; anzi, si piega in due dalle
risate come qualcuno che potrebbe avere davvero il cervello in poltiglia, e continua
a ridere a un volume tale che evidente che non le importa affatto di attirare su
di s lattenzione di tutti i presenti.
Non lho mai vista prima e non so come faccia a conoscere me o il mio
insegnante, ma quel che mi colpisce di lei sono i capelli, incredibilmente lunghi,
lucidi e biondissimi. Inoltre minuta, come una bambola che ha preso vita o una
persona in atteggiamento da bambola, con le mani in avanti, le dita affusolate e
protese a reggere uninfinit di oggetti diversi, e i piedi inarcati, pronti a calzare un
intero corredo di scarpette di plastica di mille colori. Indossa cos tanti braccialetti
doro tintinnanti che il suo esile polso sembra in procinto di spezzarsi da un istante
allaltro sotto il loro peso. Nonostante sia una cupa giornata di gennaio, indossa
jeans bianchi che le calzano alla perfezione e le arrivano giusti giusti alle caviglie,
come Mary Tyler Moore nel Dick Van Dyke Show, speciale Tropici.
Uh, s, sono io. Sono Franny. Mi sembra di sovrastarla. Allimprovviso mi
sento goffa, come se mi avessero dotato di un braccio in pi per sbaglio senza
sapere che farmene.
Oddio! Penserai che sono una grandissima maleducata. Ciao! Sono Penelope
Schlotzsky. Lo so, un nome orribile, vero? Probabilmente mi chiederanno di
cambiarlo. Ride di nuovo e lancia la cortina di capelli di lato, in modo che le
ricadano tutti su una spalla. Mi sembra quasi di sentire lo spostamento daria.
Sono a corto di argomenti, situazione che mi capita di rado. Voglio soltanto
s apere chi le chieder di cambiare nome e se queste persone hanno qualche
consiglio da darmi in merito a quel che dovrei cambiare di me stessa.
Sono la nuova! strilla, prima che io possa reagire. La settimana scorsa
stata la mia prima lezione, ma ero seduta in fondo, tipo paralizzata dal terrore,
quindi non ero sicura che fossi tu, o qualcuna che ti assomiglia, ma dovevo, dovevo
buttarmi e venire a salutarti perch, ti giuro, sei stata, be, sei stata la migliore.
Uno spasso. Mi hai fatto morire dal ridere. Li stenderai tutti, allo spettacolo di fine
corso.
Stavros non incoraggia questo tipo di discorsi tra i suoi studenti. Pacino o De
Niro? commenterebbe. Non perdete tempo a fare paragoni. Concentratevi su di
voi. E mentre sono segretamente lusingata dai suoi complimenti, laccenno alla
performance di fine anno (strombazzato ai quattro venti) mi fa leffetto di un
pugno nello stomaco. Mancano due settimane esatte e ci lavoriamo da mesi:
lunica opportunit che abbiamo di essere presi in considerazione da agenti, registi
e professionisti del settore, che vengono a vederci perch rispettano Stavros e
sanno che ha fiuto per il talento. una serata in cui tutto (o qualcosa, se non
altro) pu succedere. Lanno scorso, Mary Grace entrata in un musical di
Broadway proprio grazie allo spettacolo e altre due persone hanno trovato un
agente, ed proprio cos che James Franklin ha ottenuto il provino che alla fine lo
ha portato al film di Arturo DeNucci. lesempio migliore di quel che potrebbe
accadere. Lui, per, un attore fantastico: non potrei mai sperare in qualcosa di
cos clamoroso. Voglio soltanto un agente, o anche solo un appuntamento con un
agente. Non mi concedo di sperare nientaltro.
Caspita, grazie! rispondo. E benvenuta. Vedrai, ti innamorerai di Stavros.
Sono sincera, tuttavia nella mia voce risuona una nota falsa. Sto cercando di
eguagliare il suo entusiasmo, ma con meno vigore, e la combinazione mi fa
sembrare finta, come una di quelle signore che vendono pantaloni elasticizzati in
TV. Sono cos comodi. Non vi accorgerete nemmeno di indossarli.
Oh, Stavros il migliore! dice Penelope estasiata. Sexy da morire, non
trovi?
Il nostro insegnante di recitazione molto attraente, vero, ma sentirla parlare
di lui in questi termini, come se fosse uno di noi, mi mette a disagio. Mi sembra
una mancanza di rispetto. Be, quando parla travolgente, il massimo che
riesco a ribattere per assecondarla.
Vero! Cos pieno di ardore! Non riesco ancora a credere di essere entrata,
soprattutto perch di solito non prende nessuno a pochi giorni dallo spettacolo. Ma
immagino che si sia detto: Be, in fondo ha gi un agente alla Absolute e due film
in uscita, quindi, perch no, soltanto lennesimo stupido grissino da gestire!
Questo esattamente il tipo di disinvoltura che ti aspetti da unattrice,
suppongo. Cio, personalmente non urlerei ai quattro venti che la mia agenzia la
Absolute Artists, la migliore della citt, n parlerei dei film che ho fatto, o mi
riferirei a me stessa come a uno stupido grissino, soprattutto ad alta voce e in
una stanza piena di gente. Ma daltra parte, nel mio caso, niente di tutto ci
corrisponderebbe a verit.
Quindi dopo questa tortura andrai a lezione? mi chiede scostando una ciocca
di capelli scandalosamente bionda dal viso. Ti va di mangiare uninsalata insieme,
prima, in quella tavola calda sullOttava?
Insalata. Come no. Dovrei mangiarne di pi. Ma non mi attira per niente. Anzi,
avevo gi intenzione di andare in quella tavola calda sullOttava a consumare la
mia consueta cena pre-lezione: formaggio alla griglia, patatine e le parole crociate
del New York Times . Ma per qualche ragione mi ritrovo a cercare un pretesto per
rifiutare linvito.
Oh, mi dispiace, non posso. Ho ecco un altro casting, dopo questo.
La bugia esce prima che io possa anche solo prendere in considerazione lidea di
Merda. Credevo di avere pi tempo. Non ho nemmeno dato unocchiata alle mie
battute, neanche a una parola. Sarei dovuta arrivare prima e non sprecare
nemmeno un minuto a chiacchierare. Invece me ne sono stata l ad ascoltare i
complimenti di Penelope, provando invidia per i suoi capelli, quando avrei dovuto
concentrarmi. Non posso permettermi di sprecare unopportunit. Ho il cuore in
gola, mi manca laria.
Pronta? mi chiede, con una smorfia svogliata che dovrebbe essere un sorriso.
S. Assolutamente. Prontissima.
In questo momento sarei la persona pi indicata per gestire la scena di un
incidente o per effettuare una rianimazione cardiopolmonare. La persona giusta per
eseguire una manovra di Heimlich su uno che sta soffocando al ristorante. Perch
nei momenti di crisi sono molto, molto calma. Cos, mentre la ragazza mette la
pellicola nella Polaroid, lancio unocchiata veloce alle battute, a sangue freddo, mi
concentro sul testo e ignoro le indicazioni di sceneggiatura. Non mi sarebbero
comunque di molto aiuto, in uno spot come questo, roba tipo: Inala il profumo
inebriante del morbido asciugamano. Mai che dicano: Respira con la bocca a causa
del tizio sudato che ha monopolizzato lasciugatrice della lavanderia a gettoni.
Allora, le battute. Profumare come un fresco giorno di primavera Farsi
travolgere dalle cascate Niagara: tutta la freschezza della luna di miele racchiusa
in un flacone. Non le ho memorizzate alla perfezione, ma andr bene. Per fortuna
non sembra materiale particolarmente originale. Una volta tanto, sono sollevata di
dover sostenere un provino per lo stesso dozzinale spot pubblicitario come ho gi
fatto fino alla nausea.
Tiro un respiro profondo mentre Miss anni Cinquanta mi scatta una foto sullo
sfondo di una nuda parete bianca, per poi allegarla al mio book in modo che chi
deve selezionare gli attori possa vedere che aspetto ho davvero, prima del trucco.
La seguo nella stanza dove si tengono i provini: il pavimento ricoperto da
moquette, non ci sono finestre ed completamente spoglia, a eccezione di due
sedie e un carrello da ufficio con un televisore e un videoregistratore. Su un
cavalletto c una videocamera, girata verso un segno sul pavimento che indica il
punto in cui dovrei stare. Di fronte a me, a pochi metri di distanza, siedono due
donne. Entrambe passano i trenta e sfoggiano la stessa pettinatura con capelli lisci
come spaghetti e la riga in mezzo. Anni Cinquanta inserisce una cassetta nella
videocamera e accanto allenorme lente nera si accende una lucina rossa. Sembra
una terza persona nella stanza, che non parla n sorride, che si limita a fissarmi
senza battere ciglio, senza mai distogliere lo sguardo.
Ciao, Franny, come va, alla grande? Grande. davvero grandioso conoscerti,
cantilena Spaghetto numero uno senza alzare lo sguardo. Se non hai domande sul
prodotto puoi dirci come ti chiami e qual la tua agenzia e cominciare quando ti
senti pronta. Grazie mille.
Cerco di deglutire, ma ho la gola secca. In stanze come questa non facile
rompere il ghiaccio. Se avessero voglia di parlare, potrei buttare l un paio di
battute, creare un legame e temporeggiare, in modo da calmarmi. Ma queste tizie
sono tutte lavoro, nientaltro che lavoro.
colto il tono brillante dello spot, che ero in grado di interpretarne lesatto registro.
Invece ho cercato di essere seria e convincente, e le ho fatte ridere. Tutto ci
significa o che non ho idea di cosa sia la comicit, oppure che lo capisco meglio di
quanto creda.
Hanno riso, non quello ci che conta? Scatenare lilarit inconsapevolmente
vale lo stesso? Non so bene cosa sia successo, in quella stanza. Forse si
consumato un fiasco clamoroso. O uno strepitoso successo. Vorrei poter chiamare
qualcuno e chiedere spiegazioni, rivolgermi a un ipotetico giudice celeste che
governa tutte le audizioni del mondo, lonnipotente Dio del Comico, affinch mi aiuti
a decifrare questa serie interminabile di eventi incomprensibili. Ma oggi ho soltanto
me stessa, su una panchina, con un foglio sgualcito e una sigaretta spenta, e il
disperato bisogno di un po di sacro fuoco. O almeno di un accendino.
come unebete.
Oh, giusto. Gi. Credo di aver capito chi sei Annuisce, piano, e mi rivolge un
sorriso sghembo. S.
Ha un leggero accento, un po strascicato. Devessere cresciuto in qualche Stato
del Sud. Forse ha passato linfanzia in una fattoria in Texas, oppure in Georgia.
Forse lavorava nel granaio dei suoi e aiutava il padre nel raccolto.
Continua a guardarmi. immobile, non si muove di un millimetro. Io invece
vacillo pericolosamente. Cerco di restare ferma, ma unimpresa impossibile.
Mi piace molto quello che fai a lezione, oso abbassando lo sguardo.
Oh, davvero? Ho limpressione che sia in imbarazzo e si guarda le punte delle
scarpe. timido, penso. Chiss come deve sembrargli caotica la metropoli, rispetto
al silenzio e agli spazi immensi a cui era abituato.
S! Cio, a imitare Marlon Brando sono capaci tutti, basta sbraitare: Stella!
Stella! ma il tuo Stanley era, be, era cos originale. Almeno, io la penso cos.
Devo darmi una calmata. Spero di non sembrare pretenziosa. Ogni volta che si
usa la parola Brando in una frase, le probabilit di sembrare saccenti sono
piuttosto alte. Faccio un respiro, il primo da quella che mi pare uneternit.
Comunque, continuo porgendogli la mano e tentando di sostenere il suo sguardo,
io sono Franny.
Franny. Della classe di Stavros. Strizza leggermente gli occhi, forse per
evitare il fumo della sua sigaretta, anche se ho la sensazione che mi stia
studiando. Hai detto che sei nuova?
Chi, io? Be, pi o meno. Sono nuova a lezione, ma vivo a New York da due
anni. Due anni e mezzo. Ho lavorato per mio padre nella scuola dove insegna e
prima ho fatto parte di una compagnia teatrale. Siamo anche andati in tourne. Ah,
ho girato pure uno spot pubblicitario. E adesso, be, eccomi qui!
Argh. Sto blaterando. Almeno non gli ho raccontato che la compagnia teatrale si
chiamava Forza, ragazzi! e che portavamo in scena stupide favole nelle scuole
elementari degli Stati vicini. Oddio, e se mi chiede che compagnia era? E perch gli
ho parlato dello spot? Probabilmente lui non si abbasserebbe mai a farli.
Davvero forte, complimenti, risponde con il suo accento del Sud, sorridendomi.
Il lavoro lavoro, giusto?
Esatto! S! Il lavoro lavoro! Com vero! Sono sollevata. Per devo
smetterla di ripetere le sue frasi.
Si sente uno strano ronzio e James controlla il cercapersone alla cintura.
Scusami. il mio agente, dice disinvolto. Devo incontrarlo da qualche parte.
Quindi non vieni a lezione? gli domando, con un po troppa ansia nella voce.
No, ribatte lui. Poi aggiunge, con il broncio: Stasera no, cara.
Sembra quasi dispiaciuto per me, come se stesse annullando un appuntamento
fissato da tempo, o come se parlasse con una bambina di cinque anni a cui hanno
appena detto che non pu pi andare allo zoo. Mi infastidisce lidea che pensi di
avermi delusa, anche se la verit che sono inspiegabilmente devastata dalla
notizia.
Nemmeno io. Nemmeno io vado a lezione, perch, ah, che strana coincidenza,
devo andare a ritirare delle sceneggiature, a dire il vero. Merda. Basta con le
bugie.
Oh, davvero?
S. E poi devo ecco ho delle cose da fare, sai con i miei agenti, dico
agitando le mani con aria di mistero.
Davvero fantastico. Con che agenzia sei?
Allimprovviso sono troppo stanca per continuare a mentire. Si chiama
Melasonoappenainventata.
Come? Oh, ho capito. Era una battuta. Ah.
S, era una battuta. Al momento non ce lho un agente fisso. E neanche prima.
Ah, bene James resta in silenzio. Sembra a disagio. Ho rovinato tutto. Non
mi rivolger mai pi la parola. Lo saluter da lontano, qualche volta, ma per la
maggior parte del tempo finger che questo incontro non sia mai avvenuto. Ho il
volto in fiamme e sto pensando disperatamente a una battuta originale per
congedarmi, magari qualcosa che ha detto Diane Keaton in Io e Annie, quando
James abbassa la sigaretta e sfodera il suo irresistibile sorriso del Sud.
Posso avere il tuo numero di telefono? mi chiede.
Mi prende alla sprovvista. Come gli sar saltato in mente? Forse il suo modo
di consolarmi perch non ho un agente. Decido che non mi importa.
Il mio numero? Certo. Hai bisogno di qualcuno che ti rappresenti?
Mi guarda confuso. No, per oh. Stavi scherzando. Di nuovo. Ah.
Ha una maniera strana di ridere. Emette un singolo ah, invece di una risata vera
e propria. Forse una di quelle persone con sottile senso dellumorismo, che non
ridono mai sguaiatamente, lacrimando e sbrodolandosi.
Strappo un foglietto della mia agenda e ci scrivo il mio numero. Quando mi
saluta, mi d un bacetto sulla guancia sfiorandomi con la barba ispida del mento.
Sono contento di essermi... scontrato con te, ironizza con la sua voce roca, e a
momenti mi sciolgo.
E non un modo di dire, aggiunge disinvolto. E questa volta ride davvero.
Evviva!
Ora mi toccher correre, se voglio arrivare a lezione in tempo, ma non mi
importa. Farmi largo tra la folla una sfida che adoro. Sfreccio per la strada senza
toccare nessuno. Sembro il personaggio di un videogame, che difende il proprio
minuscolo spazio vitale dagli invasori, individua un varco sul marciapiede, accelera
per occuparlo prima di qualcun altro, rallenta finch non individua un nuovo varco,
in sincrono con la folla che si muove con me eseguendo una complicata coreografia
per migliaia di persone.
Sono felice. Un ragazzo mi ha chiesto il mio numero di telefono. Andr tutto
bene. Ma sono anche cos agitata che corro troppo veloce e riesco ad arrivare a
lezione nel momento pi sbagliato. Stavros apre le porte del teatro alle cinque e
cinquantacinque precise e le chiude alle sei. Se arrivi troppo presto, ti ritrovi in
mezzo agli studenti pigiati accanto allingresso, la tensione nellaria palpabile e
notato la mia mancanza, guardando lo spot di Sallys Wear House alla TV? Nessuno
mi grato per averlo interpretato. E nessuno dir: Se solo Frances Banks ne
avesse fatti altri. Che contributo sarebbe stato il suo! Pensate alle vite che
avrebbe potuto salvare indossando quel maglione acrilico.
Qualcuno mi batte su una spalla.
Non hai freddo?
James Franklin. Lultima persona che ho voglia di vedere in questo momento.
Dopo quello che successo, non c niente che potrebbe farmi sentire peggio se
non ritrovarmi davanti il ragazzo per cui sbavavo e che mi ha chiesto il numero di
telefono per non chiamarmi mai. Anche dopo aver saputo che lui e Penelope
facevano coppia fissa ho incrociato le dita ogni giorno, nelle ultime due settimane,
in attesa di riavvolgere il nastro della segreteria telefonica, sperando che avesse
lasciato un messaggio.
Ma non era successo.
James mi sorride e pesta i piedi, sfregando le mani e soffiandoci sopra. Indossa
il suo giubbotto verde militare e la sciarpa a righe blu e rosse. Siamo cos vicini
che mi accorgo che fatta a mano e sento una fitta di gelosia al pensiero di chi
possa avergliela regalata.
Mi piace il freddo, rispondo, con un tono che spero sia cos seducente e
misterioso da fargli rimpiangere di non avermi richiamato, mentre cerco di non
rabbrividire. Hai Eri tra il pubblico? gli chiedo osservandolo con attenzione. Ti
prego, Dio, dimmi di no.
Tra il pubblico? S. Ero in piedi, in fondo. Lo spettacolo finito, hanno appena
chiamato gli attori alla ribalta. Stavros sta spiegando come compilare i moduli per
le chiamate. Il pubblico uscir a momenti.
Ho saltato la ribalta, mi ero persino dimenticata che ci fosse. Ho perso la
possibilit di andare sul palco con tutti gli altri ed essere vista unultima volta in
posizione eretta. E le chiamate. In questo istante Stavros star raccogliendo i
moduli sui quali gli agenti e i registi e coloro che si occupano dei casting
metteranno una croce accanto al nome delle persone che vogliono rivedere.
Allimprovviso sento un freddo mortale. Mi stringo le braccia al petto per
riscaldarmi e fisso i miei piedi, cercando di darmi un tono.
Sicura di non avere freddo? Vuoi il mio giubbotto?
No, grazie, sto bene.
Almeno prendi questa. James si sfila la lunga sciarpa a righe e me la avvolge
intorno al collo. Voglio protestare, ma mi tremano le ginocchia e ho paura che se
parlo scoppier a piangere. Senza contare che mi sento meglio, sapendo che non mi
presterebbe la sua sciarpa, se fosse il prezioso regalo di una fidanzata. Questa
luce tenue nella mia desolata serata mi rende pi audace.
Allora, hai assistito al mio capitombolo? Almeno facciamola finita. Voglio
sapere quanto stato orribile, dalla voce di qualcuno che lha visto.
S, ma non stato niente di che. Un giorno ne riderai. Te la sei cavata
egregiamente.
Non ci che avrei voluto sentire. Quelli che ammiri per essersela cavata
egregiamente non avranno mai un agente; sono persone che stanno guarendo da
un cancro o stanno subendo un processo per omicidio.
E ho saltato una parte del monologo, aggiungo, sperando che non se ne sia
accorto.
S, ho sentito. Ma soltanto perch conosco a memoria lopera. Nessuno te ne
far una colpa.
Non esattamente una recensione entusiasta, ma non sembra nemmeno
disgustato. Eppure, sta evitando di dirmi quanto voglio sapere.
Ma quando sono caduta cio, stato cos terribile? stato davvero
Posso essere sincero? James mi guarda con aria seria. Sta per dirmi che
persino peggio di quanto pensavo; lo capisco dalla sua espressione. Perch devo
sentirlo proprio da lui? Non avr pi il coraggio di guardarlo in faccia.
Certo. Raddrizzo leggermente la schiena, preparandomi al colpo.
Di solito, ecco spero che tu non mi fraintenda ma di solito sei molto
castigata, giusto? Nel modo di vestire, intendo. Be, stasera, e spero di non
offenderti se te lo dico, quello che ho visto mi ha fatto capire che, ecco, sotto
sotto hai un bel corpicino. Dovresti mostrarlo pi spesso. Non solo per sbaglio.
James arrossisce e infila le mani in tasca, poi mi guarda intensamente. Non mi
importa se sta mentendo per farmi sentire meglio, perch ci riuscito alla grande;
mi sento meglio. Voglio ringraziarlo, magari abbracciarlo, poi le porte del teatro si
spalancano e vediamo Penelope, con indosso una corta pelliccia di un candore
abbagliante. Sorride, quando vede James, poi lo sguardo si sposta su di me e di
nuovo su di lui, per fermarsi sulla sciarpa a righe intorno al mio collo, e il sorriso
sembra svanire, mentre negli occhi si fa strada una punta di sospetto. Per si
riprende subito, piega la testa di lato e mi guarda con espressione afflitta, le labbra
arricciate in un piccolo broncio.
Povera caaaraaa, esordisce facendosi incontro con le braccia tese. Vieni qui,
tesoro. Mi sa che hai proprio bisogno di un abbraccio. Mi stringe con una forza
sorprendente e posa la testa sul mio petto, poi ci dondoliamo come una coppietta
di quattordicenni che balla un lento. Tesorooo, mormora alla mia clavicola.
Con le braccia bloccate lungo i fianchi, rivolgo uno sguardo impotente a James.
Ehm, Pen? chiama lui dolcemente. Stavo proprio dicendo a Franny che
lincidente della sedia non stato niente di che
Ma certo! esclama la ragazza, liberandomi dallabbraccio con una forza tale
che sono costretta a fare un passo indietro. Niente di che, ovvio!
Le stavo dicendo che la sua prova dattrice non ne ha risentito, aggiunge.
Infatti!
E che un giorno ne rider.
Naturalmente! annuisce Penelope, sorridendo a James. Gli va accanto e lo
prende a braccetto con disinvoltura.
S, anzi, sono quasi pronta per riderne, a dire il vero. Ah! Ah! Ah! esclamo
sarcastica.
James mi guarda comprensivo, Penelope sorride e cerca di soffocare un risolino,
ma non sembra in grado di frenarsi e lentamente la risata esplode e cresce fino a
Ma cosa pensavi? Oh, accidenti, no, mia madre non morta. viva e vegeta e
probabilmente in questo preciso istante star sorseggiando un drink a bordo
piscina. Mi ha prestato la sua pelliccia perch pensava che facesse molto
Hollywood!
Dopo aver restituito la sciarpa a James torno dentro e scendo a prendere
cappotto e borsa. La sala nel backstage vuota, ormai, ma devo affrontare Stavros
e il suo giudizio: ho una fifa blu. Sono ragionevolmente sicura di aver sprecato
lunica possibilit che avevo. Ci sar un altro spettacolo, certo, ma a quel punto i
tre anni che mi ero concessa per ottenere qualche risultato concreto saranno
trascorsi e non voglio cedere al compromesso. Mi rifiuto di trasformarmi in una di
quelle persone che si ostinano a non accettare la realt dei fatti, e cio che nulla
andr mai come sperato.
Una morsa gelida mi stringe il cuore.
Forse sono gi diventata una di loro, mentre ero occupata a fare altro.
Forse non riesco ad accettare la verit, e cio che i miei sogni non si
realizzeranno mai.
Forse lo so gi, ma non riesco ad ammetterlo. Quanti altri giorni da cameriera
mi occorrono, prima di affrontare la realt?
Forse davanti a me ci sono gi prove a sufficienza: non ho bisogno di aspettare i
risultati dello spettacolo di fine corso, per decidere. Forse devo rassegnarmi al
fatto che il tempo a mia disposizione scaduto.
Questa folgorazione mi fa sudare freddo.
Sono a New York da due anni e mezzo. Due anni e mezzo in cui ho trovato un
lavoro da cameriera con cui sopravvivere e unagenzia che mi procura ingaggi
sporadici nella pubblicit. Che parte o ruolo potrei mai ottenere nei prossimi mesi
che mi dica che la recitazione senza ombra di dubbio la mia strada?
Il teatro quasi vuoto. Stavros mi star aspettando. Non posso pi tergiversare.
Gli dir subito che sto pensando di mollare, cos per lui sar pi facile ammettere
che forse la scelta migliore. Magari cercava da tempo di dirmi che non vedeva
alcun futuro per me, e sar sollevato che lo abbia capito da sola.
Poi chiamer mio padre e gli annuncer che lascio New York. Stai facendo la
cosa giusta, tesoro, mi dir. Ora potrai prendere labilitazione per linsegnamento.
Credo proprio che sar un sollievo avere un vero lavoro. Uno stipendio mensile e
una scrivania e un telefono e un fax. Un computer (con qualcuno che mi insegni a
usarlo, spero) e colleghi con cui uscire dopo il lavoro per bere una cosa al bar, che
mi racconteranno dei loro partner o dei figli o dei lavoretti che stanno facendo in
garage. Forse parleremo dei programmi che abbiamo visto in televisione la sera
prima e racconter: Lo sapete che per un po di tempo ho tentato la strada della
recitazione?
Nessuno mi biasimer per aver mollato. Dicono che impossibile, comunque.
Sar come le persone normali, e forse bene cos. Forse il mio destino quello di
avere un lavoro normale e una vita normale. Come la maggior parte della gente. Mi
sbagliavo a credere di essere diversa. Chiamer Clark. Gli spiegher che sono
finalmente pronta a sposarlo, come hanno sempre pensato tutti quanti. Anzi, voglio
chiamarlo subito. Magari domani, dopo il mio turno al locale, prenoter un volo per
Chicago. In questo momento il mio piano B mi sembra piuttosto allettante.
Penso agli addii che mi aspettano. Mi mancher mio padre, e anche quel gigante
allampanato di Dan, da un certo punto di vista. Sar dura stare senza Jane, ma
Chicago non poi cos lontana.
la decisione giusta. Ora lo so.
Lentamente, scendo gli ultimi scalini e arrivo davanti alla porta chiusa del
piccolo ufficio di Stavros, sul retro del teatro. Tiro un respiro profondo, poi busso
tre volte.
Addio, New York.
SAI, Frances, sei andata benissimo, stasera. Ci sono due agenzie che ti vogliono
vedere e sono entrambe di tutto rispetto, ma se fosse per me continueresti a
studiare un altro anno e non cominceresti a fare audizioni. una realt che richiede
competenze molto diverse dal lavoro che portiamo avanti qui e potresti sviluppare
delle cattive abitudini; quindi per favore, qualsiasi cosa accada, non smettere di
studiare. Il mondo dello spettacolo ti risucchier ogni energia e le lezioni saranno
pi necessarie che mai; devi continuare ad alimentare il tuo talento. Sei cos
giovane, e questo mestiere pu essere maledettamente sfibrante. Non mollare il
teatro. Non perdere di vista i tuoi obiettivi. molto facile cedere di fronte a un
bellassegno, ma se non stai facendo un lavoro che nutre e arricchisce il tuo
talento e regala qualcosa al pubblico, stai soltanto alimentando ci che abbiamo di
peggio dentro di noi. Gli artisti devono riflettere la condizione umana ( quella la
nostra missione), e non dimenticare che hai enormi capacit e sei un talento
comico naturale, ma proprio nella comicit che si nascondono le insidie peggiori.
Saper far ridere la gente un dono prezioso, ma ti scongiuro, non fare mai
qualcosa di arido e deprimente come quella trasmissione piena di infermiere.
Buongiorno, New York!
Fuori dal teatro, la prima persona che vedo Deena, intenta a fumare con un
gruppetto di studenti. una delle studentesse pi anziane, ha una quarantina danni
ed ancora piuttosto famosa per il telefilm degli anni Ottanta, Voil Pierre, che
ricordo di aver guardato da bambina e da adolescente. Ma non ne parla mai, quindi
non lo faccio nemmeno io. una delle mie compagne di corso preferite, ma a volte
mi chiedo come si sente a essere passata dal ruolo da protagonista in un noto
programma televisivo agli spot pubblicitari. E non parlo di spot in cui fa se stessa,
lattrice del celebre telefilm Voil Pierre, ma quelli in cui interpreta una donna
come tante, fingendo di gustare una marca di aranciata dopo laltra.
Buone notizie? mi chiede gettando la cenere sul marciapiede.
Be, a dire il vero s. Due agenzie.
Fantastico! esclama. Te ne basta una.
Stasera ho quasi mollato il mondo dello spettacolo, confesso senza fiato,
ancora sbalordita per essere passata in un tempo cos breve dalla disperazione
totale a qualcosa di simile alleuforia.
Di nuovo? Volevi farlo anche due settimane fa.
Davvero?
Sei troppo sensibile, incalza lei ridendo. Ma va bene cos. Hai tutto il tempo
per farti le ossa. Dobbiamo festeggiare il tuo scampato addio al mondo dello
spettacolo. Vedo Leighton da Joe Allen. Ci fai compagnia?
Deena e io ci accomodiamo al bancone sfavillante del locale, affollato di attori
che hanno appena finito di recitare e amanti del teatro. Questa sera sento quasi di
appartenere a questa folla, o come se fosse possibile appartenervi, un domani.
La Absolute! Mi prendi in giro? Complimenti! Quando le racconto le novit,
Deena mi abbraccia forte, stringendomi le braccia con le unghie laccate di rosso.
Sei una diva!
E unaltra agenzia, la Sparks.
Sparks! Barney Sparks! fantastico: lavora da un sacco di tempo. Deena
solleva il calice di vino, gi mezzo vuoto, e sorride. Un altro brindisi. Sono davvero
felice per te. Questo un segno concreto di incoraggiamento. Penso che potresti
farcela prima dello scadere dei tre anni.
Pi tardi arriva il fidanzato di Deena, Leighton Lavelle. alto, ha il naso lungo e
riccioli castani che lo fanno assomigliare a un chitarrista rock degli anni Settanta.
Deena lo saluta e lui si fa largo tra la folla e la bacia sulle labbra. Ciao, tesoro,
dice, e ordina un drink al barman, prima di incastrare la sua figura allampanata in
un minuscolo spazio tra i nostri sgabelli. Lho gi incontrato alcune volte, ma non
lho mai visto cos da vicino. Lanno scorso ha vinto un Tony Award per Shining
Country, e lo so che stupido, ma stare cos vicino a un attore che ha ricevuto un
premio mi fa venire la pelle doca. Ha ancora le tracce del trucco di scena sul
colletto della camicia. Cerco di immaginare lemozione che si prova a essere
appena scesi da un palcoscenico di Broadway. Il pensiero mi fa battere il cuore
allimpazzata, ma per loro sembra normale.
Com andata stasera, amore? gli chiede Deena.
Non molto bene. Quel teatro fa schifo. Tutta colpa di questo tempo idiota.
Hanno alzato il riscaldamento e il pubblico si praticamente addormentato.
Abbassa lo sguardo, strascica i piedi, poi sorride. Santo Cielo, ma mi senti? Sto
dando la colpa al pubblico. Lo facciamo di continuo, non vero? Non pu essere
colpa nostra, giusto? Deena ride e io la imito. Lui mi guarda con aria di intesa,
coinvolgendomi nella conversazione anche se mi conosce appena. Fingo per un
istante di essere appena scesa anchio da quel palco e avere anchio la mia teoria
sul rapporto tra riscaldamento del teatro ed effetti sulla reattivit del pubblico.
Che mi dici, Franny? domanda Leighton. Quand che ti vedremo a
Broadway?
Non lo so, rispondo, e la sola idea mi d le vertigini. Un giorno, spero.
Leighton posa una mano sulla spalla di Deena e gioca con una ciocca dei suoi
capelli scuri e lucenti. E tu, amore mio?
Mai, ribatte allegramente lei.
E perch? il sogno di ogni attore, quello di recitare a Broadway, protesto, e
lei mi sorride indulgente.
Non voglio spegnere il tuo entusiasmo, tesoro. Ma sono fuori dal giro, ormai. E
una pausa, come se la parte successiva della storia fosse particolarmente difficile
da raccontare. E lui rispose: Pu evolversi soltanto in due modi: o un successo
clamoroso, e mi ringrazierai ogni anno alla premiazione degli Emmy, o faranno una
puntata pilota, non sfonder e rester sempre chiuso in un cassetto. Nessuna via di
mezzo. E se, per qualche motivo, lavessero mandato in onda e non avesse fatto il
botto? Lui allora assicur
Non durer mai, dicono Deena e Leighton allunisono, poi lei si porta una mano
alla fronte, come se non potesse ancora crederci. Ma si sbagliava: durato un
sacco di tempo.
Gi, continua Leighton. Hanno licenziato il produttore esecutivo, eliminato
tutti i riferimenti politici sostituendoli con battute dozzinali, aggiunto quel tipo
odioso nel cast
York, lidiota?
Lui, conferma Deena. E lo hanno spostato al venerd sera alle venti, dov
rimasto, senza vincere alcun premio n meritare una pietosa cancellazione, per
sette anni. Sette anni della mia carriera, quelli migliori! Lattore che interpretava il
capo era un ubriacone e arrivava sul set sempre in ritardo, York si scopava le
comparse nella sua roulotte, lo sceneggiatore si credeva una specie di genio.
Insomma, stata unesperienza fallimentare sotto ogni punto di vista. E questa,
amica mia, la storia di come ho sacrificato gli anni migliori alla tuttaltro che
innovativa serie televisiva Voil Pierre.
Il gatto parlante francese! aggiunge trionfante Leighton. Tutti insieme!
Sacre bleu! esclamiamo in coro.
Ed anche il motivo per cui sono fuori dal mondo dello spettacolo, conclude
Deena.
Allora perch continui ad andare a lezione? le chiede Leighton con aria ironica,
e intuisco che conosce gi la risposta, ma mi avvicino, perch io non la so, ed
una domanda che mi sono posta spesso anchio.
Perch, Leighton, mi resta ancora una mossa da fare, una sola a cui tengo
davvero, un ultimo sogno che ancora non hanno infranto, e non lascer questo
mondo terribile senza averlo realizzato.
Diglielo, Dee, la incita Leighton con un sorriso. Raccontalo a Franny.
In questa citt non c attore con un briciolo di talento che non abbia sul suo
curriculum unesperienza che io non ho. E non ho intenzione di gettare la spugna
finch non la otterr anchio.
Che cosa? le chiedo.
Una parte in un telefilm per il quale sarei perfetta, senza ombra di dubbio. Fa
un respiro profondo e strizza gli occhi, poi dice, lentamente e studiatamente: Non
moller, finch non otterr una parte nel mio telefilm preferito: Law & Order.
Non hai mai recitato in Law & Order? replico sorpresa. Ma saresti
Lo so. Ho persino un po di sangue irlandese e italiano nelle vene. Chi conosce
gli sbirri e i criminali meglio di me?
E allora perch non hai fatto un provino?
Gli attori conosciuti per aver recitato in un ridicolo telefilm il cui protagonista
principale era un animale parlante a volte fanno fatica a essere presi sul serio.
Ma stato otto anni fa! protesto, indignata.
La cosa buffa di questo mestiere, dice con una nota triste nella voce, che
non puoi sapere in anticipo come andranno le cose.
Alla fine siamo gli ultimi a uscire dal locale. Ci incamminiamo lungo la
Quarantaseiesima Strada, Deena da una parte, io dallaltra e Leighton al centro,
proprio come quando eravamo seduti al bancone. Barcollo leggermente. Laria pi
mite, ora, e mi sento euforica.
Vi adoro, ragazzi, proclamo, trattenendo a stento le lacrime, e Deena mi
abbraccia forte.
Cavoli. Non reggi lalcol, eh? dice, stringendomi a s.
Be, anchio vi adoro, ragazze, un dato di fatto, aggiunge Leighton. Deena,
luce dei miei occhi, andiamo a casa.
tardi, tesoro, osserva Deena, rivolta a me. Prendi un taxi, vero?
Pu essere pericoloso andare in metro fino a Brooklyn a questora. Dovrei
chiamare un taxi, ha ragione, ma mi vergogno troppo per dirle che ho soltanto otto
dollari in tasca, e probabilmente meno di venti sul conto, quindi non posso
nemmeno andare a prelevarli. Domani sera prender le mance e un anticipo sullo
stipendio, e li porter direttamente nella parte pi schifosa della Quinta Avenue a
Brooklyn dove mi cambieranno immediatamente lassegno a prezzo di una
commissione mostruosa. Non posso aspettare il tempo che impiega la banca per
liquidarlo o la bolletta della luce andr in mora. Jane la mia migliore amica, ma
una bolletta non pagata la rende una persona molto pericolosa.
Senza aspettare una risposta, Deena mi infila dolcemente in mano una banconota
da venti dollari e ferma un taxi.
Me li restituirai la prossima volta. Fatti sentire, questa settimana, daccordo?
Facci sapere come va.
Mentre mi rannicchio sul sedile posteriore e saluto dal finestrino, Leighton grida:
Mi dispiace per la tua sbornia! e Deena mi manda un bacio.
Do al tassista il mio indirizzo e, anche se brontola per la lunghezza del tragitto
fino a Brooklyin, alla fine accetta di accompagnarmi e ci avviamo lungo la Nona
Avenue. Le insegne al neon che a volte sembrano brillare troppo grandi e desolate
ora mi paiono accoglienti e amichevoli. Stasera ammiccano allegre, quasi
allunisono, come se volessero festeggiare, contente che abbia deciso di restare.
attesa che qualcun altro riconosca e premi i tuoi sforzi? Come si convive con
questa incertezza?
Non lo so. Si fa e basta, credo. Non c altra soluzione, se non quella di stare a
vedere, finch ce la fai.
E quando capisci che arrivato il momento di gettare la spugna? Nel caso di
Dan, nessuno gli sta dicendo un no vero e proprio, ma nessuno gli sta nemmeno
dicendo di s. in una specie di enorme vuoto, no?
S, credo di s.
Everett non mi sta raccontando niente che non abbia gi pensato, ma c
qualcosa di deprimente nella sua descrizione, qualcosa di cos poco rassicurante nel
suo tentativo di essere comprensiva.
Nel mio lavoro, prosegue, tra fusioni e sinergie, abbiamo avuto un vero
boom. Gli LBO sono ancora le fondamenta del business, ovviamente, ma
lincremento dei flussi del capitale globale si sta concretizzando sotto forma di
entrate ancora pi consistenti. Viviamo in un momento di grande euforia. E con una
sostanziale sicurezza. Lavoriamo sodo, e alla fine della giornata otteniamo un
guadagno quantificabile o, a volte, una perdita; ma guardiamo gli stessi numeri e
sappiamo di aver fatto qualcosa di concreto. reale, non so se mi spiego.
Annuisco con forza, per farle capire che sono daccordo con lei, ma, a dire il
vero, il mondo di Everett non mi sembra pi quantificabile del mio, e lunica
immagine che si materializza davanti ai miei occhi una serie di numeri che
danzano allegri su uno schermo di computer mentre enormi banconote piovono dal
soffitto a fine giornata. La mia mente incomincia a vagare, lontana.
Everett si avvicina, infervorata, e mi sforzo di concentrarmi sulle sue parole, ma
sono distratta dal suo anello, dal modo in cui cattura la luce, e dalle sue unghie.
Sono cos lisce, lucide e levigate. Esiste uno smalto che imita il colore naturale
delle unghie? O una base trasparente, e allora la carne sotto a essere cos
incredibilmente rosa? Qual lo scopo? Far vedere che ha messo lo smalto, o dare
lillusione di non portarlo? Usa lo stesso colore anche per le unghie dei piedi, o
mette colori pi audaci? Nel suo mondo, abbinare il colore dello smalto di mani e
piedi considerato elegante o pacchiano?
Lo pensa davvero, sta dicendo.
Merda. Ho perso il filo della conversazione. Non ho idea di quel che mi sta
dicendo. Scusa, dicevi?
Dan. Pensa che tu abbia un vero talento.
Sul serio?
S. Mi ha detto che una volta hai girato uno spot pubblicitario, se non sbaglio. E
dopo essersi trasferito qui ti venuto a vedere a teatro. A Broadway, credo. O era
Off-Broadway? Mi ha detto che interpretavi due ruoli: quello di una psichiatra e un
altro, una governante francese, mi pare.
Una cameriera inglese. andato in scena due sere. Non lo definirei nemmeno
Off-Broadway. Off-Off-Broadway, piuttosto.
S! Esatto! Mi dice sempre che non ti aveva nemmeno riconosciuta nei panni
della cameriera, perch eri cos diversa. Lo hai davvero colpito. il tuo primo
avere qualcuno con la mia pelle fra i tuoi antenati? Scoppia a ridere e mi tocca
una spalla. Non preoccuparti. Ci penso io a domarli.
Miracolosamente, sa il fatto suo. Invece di lisciare le ciocche, prende un
arricciacapelli e trasforma labituale massa crespa e disordinata in una cascata di
onde lucide e regolari.
Piega la testa di lato e guarda il mio riflesso allo specchio. Ecco fatto, dice
avvolgendo un ricciolo intorno a un dito e tirando leggermente. Perderanno un altro
po di volume, prima di arrivare sul set. Sei davvero carina. Mi d un buffetto
sulla testa e incomincia a riporre i suoi strumenti.
Sorrido a lei e la persona allo specchio, quella con il viso e i capelli da star, mi
restituisce il sorriso. Non assomiglia per niente alla Franny di Brooklyn: posso
soffermarmi a guardarla senza trovare mille difetti, come al solito. Forse il trucco
proprio questo: essere sempre travestita, per interpretare qualcunaltra. Solo cos
posso davvero apprezzare me stessa.
Il cliente, alla fine, un gruppo di sette persone, cinque uomini e due donne;
indossano completi eleganti e hanno capelli impeccabili. Capisco a malapena i loro
nomi, quindi non tento nemmeno di aggiungerli al mio elenco. Mi stringono la mano
e si presentano, poi non li vedo pi. Per mi giungono riscontri sul loro entusiasmo,
oltre il monitor, da dove mi stanno guardando.
Il cliente ha adorato questa ripresa, mi dice Bobby, il regista ( Mavis, Alicia,
Carol, Debra, Bobby), e poi: Il cliente mi chiede se potresti sorridere di pi. Sono
seduta e recito le mie battute guardando la telecamera, i pantaloni troppo stretti
tagliati sul di dietro, la camicetta troppo larga trattenuta sulla schiena da un
morsetto a pinza. Davanti ho unaria molto elegante, ma qualsiasi altra
inquadratura rivelerebbe la falsit del mio aspetto, nonch lo sforzo di presentare
unimmagine unilaterale di perfezione.
Bobby sulla trentina, sempre accomodante, con riccioli castani che spuntano
dal berrettino da baseball dei New York Mets. Sembra molto sicuro di s e ha una
bella stretta di mano. Indossa un paio di jeans e una giacca con scarpe da jogging.
Mi dice che di solito lavora nel cinema, quindi queste riprese dovrebbero essere un
gioco da ragazzi.
Le luci non saranno troppo forti, cos le lentiggini non si vedranno. Mi hanno
detto che eri preoccupata. Mi guarda dritto negli occhi, serio, nel modo in cui un
medico potrebbe dire: Lei ha la leucemia.
No, non intendevo Voglio dirgli che si tratta di un equivoco, ma non so come
fare, senza dare limpressione di lamentarmi di Carol, la truccatrice. Decido che
troppo complicato.
Oh, s, grazie.
Ripeto le stesse battute allinfinito, finch non hanno pi alcun significato.
Qualcuno con un cronometro mi prende il tempo e per circa quattro ore accelero o
rallento di un secondo, due al massimo. Riprese di ventotto secondi sembrano
incredibilmente pi lunghe di altre di ventisei. Sorridi di pi, sorridi di meno, piega
la testa di lato, parla alla telecamera come fosse la tua migliore amica, mettici un
po di enfasi, ma senza dare limpressione di voler rifilare una fregatura, non
troppo, non troppo poco, divertiti, divertiti di pi. Alla fine, una combinazione di
velocit, enfasi, entusiasmo o semplice spossatezza li spinge a dire: Ci siamo! Ci
siamo!
Sono confusa, perch so che hanno effettuato diverse riprese: primi piani delle
mie mani e della schiuma del detersivo e del bucato che esce dallasciugatrice. So
che useranno le varie riprese e le assembleranno per trasformarle in uno spot,
quindi non so perch fosse cos importante ottenere proprio quella scena perfetta,
ma mi vergogno troppo per chiedere, come se mostrarmi per la principiante che
sono potesse far loro cambiare idea sul risultato.
Stringo le mani dei clienti e ringrazio, saluto, dico che mi sono divertita, che
anche vero, e una signora dai capelli scuri con un tailleur blu mi dice: Sei stata
fantastica! Mi ricordi un po me alla tua et. Poi si avvicina e bisbiglia: Non
preoccuparti, anchio detestavo le mie lentiggini.
Ma cavoli, ho visto il tuo saggio laltra sera. Il punto che ho preferito stata la
caduta.
Sorrido, ma non capisco se mi sta prendendo in giro. una battuta?
No, tesoro. Sono sempre a caccia di imbranati. Mio padre, il grande regista di
Broadway Irving Sparks, diceva sempre: Sanno sorridere tutti quando le cose
vanno a gonfie vele. Ma amo incontrare chi lo fa quando nella merda. Gli ho fatto
da assistente, da giovane, avevo soltanto diciannove anni, e me ne stavo seduto in
ultima fila tra il pubblico di Best Foot Forward, quando una ballerina di fila dai
capelli rossi ha fatto un capitombolo spaventoso. Si alzata subito e ha continuato
a sorridere. Lho aspettata fuori dal camerino per chiederle se voleva che le
chiamassi un taxi, ed cos che io e la signora Sparks abbiamo dato inizio ai nostri
cinquantanni e oltre di matrimonio. Ma senti questa. Ti ho mai parlato di Ruth
Buzzi?
Forse Barney ha dimenticato che questo il nostro primo incontro.
Mmm, no.
Unattrice meravigliosa, una bambola, un talento comico. Sibilo, rantolo,
sospiro, poi: Mi hanno chiamato, una volta, perch cercavano una alla Ruth
Buzzi, e io ho risposto, ho di meglio, posso darvi loriginale! Sissignori, sono
lagente di Ruth Buzzi. Mi risposero che mi avrebbero richiamato. Sto ancora
aspettando, lei non ha avuto la parte, ma una storia vera, e un giorno, mia cara,
cercheranno qualcuno alla Frances Banks, te lassicuro. Ora dimmi, cosa vorresti
combinare, in questo mondo spietato?
passato molto tempo dallultima volta che mi hanno posto una domanda
simile, e allimprovviso mi sento a disagio. Sono in imbarazzo a confessare a un
estraneo, seppur gentile, le mie speranze.
Ti sto facendo una domanda stupida! una tortura raccontare i propri desideri,
quando non li hai ancora realizzati, vero? prosegue. Come fai a sapere cosa
desideri, dico bene?
Scoppio a ridere. Vero!
Comera solito ripetere mio padre, il grande regista di Broadway Irving Sparks:
Da qualche parte bisogna pur cominciare. Quindi inizia da dove vuoi e fammi
capire. Raccontami, qual il tuo sogno?
A dire il vero ecco, vorrei soltanto vorrei lavorare. Con tutta me stessa.
Qui, soprattutto. A New York. A teatro. questo che ho in mente.
Il teatro meraviglioso, sono daccordo con te, anche se credo che tu sia un
volto per il grande schermo, ribatte assestandosi qualche colpetto sullo sterno per
tossire meglio. Il teatro era fantastico ai tempi di Ethel Merman. Lei s che aveva
un cachet stratosferico! Ai nostri giorni, con il teatro non mangi, e nemmeno ti
compri un bellappartamento, ma cavoli! Chi sono io per calpestare i tuoi sogni?
Sono qui per aiutarti.
Provo un moto dorgoglio sentendo i suoi complimenti. Io sono un volto per il
grande schermo il tipo di frase che potrebbe dire Penelope di s, ma che io non
oserei neanche pensare.
Adesso stammi a sentire, tesoro, ho sensazioni positive riguardo a ci che ho
visto quella sera sul palcoscenico e vorrei darti una mano a partire. Quindi. Batte
le mani per sottolineare il concetto, come se avesse appena estratto un coniglio
dal cappello e volesse assicurarsi che il pubblico labbia visto.
Sono sbalordita.
Ha appena detto che vuole lavorare con me. Credevo che sarebbe stato quasi
impossibile sentire una frase del genere nel mio ambiente. Un agente in carne e
ossa vuole rappresentarmi.
Non sar costretta a farlo da sola.
Sono sconvolta.
Ma? Insomma dice davvero?
S, tesoro, davvero. Mio padre, il grande regista di Broadway, Irving Sparks,
diceva sempre: La classe non acqua! E la tua salter fuori, prima o poi. Chi pu
dire quando? questione di tempismo, fortuna e tenacia. Per. Ce lhai. Riconosco
la classe, quando la vedo.
Voglio dirgli che accetto. Con tutta me stessa. Dentro di me, sento che Barney
Sparks lagente giusto. Ma qualcosa mi frena. Sarebbe cos semplice accettare
lofferta e uscire dallufficio con un agente. Forse troppo semplice. Mi guardo
intorno, e le vecchie sceneggiature e le locandine che mi avevano accolto con
calore quando ero entrata, ora mi sembrano accatastate in pile disordinate,
squallide. Il cuoio dei braccioli dellenorme, bitorzoluta poltrona consunto, e
intravedo limbottitura che fuoriesce dalle cuciture, mentre la luce che filtra dalla
finestra sbiadita, come impolverata.
Esito.
Ecco, la ringrazio tantissimo, ma questo il mio primo appuntamento e ed
tutto nuovo, per me, quindi
Quindi ci vuoi pensare. Hai altri appuntamenti. meraviglioso, cara. Chiamami,
quando hai deciso.
Mi alzo a fatica dagli abissi della poltrona gigante e mi sento un po a disagio.
Abbiamo finito, chiaro, ma non voglio andarmene. Non ancora. C qualcosa che
mi trattiene ed esito un istante sulla porta.
Tutto bene, tesoro? sbraita Barney. Hai altre domande?
Oh, no, grazie. Volevo soltanto ringraziarla ancora. Inoltre volevo chiederle se
aveva qualche consiglio da darmi.
Richiesta eccellente. Sono sulla piazza da un sacco di tempo, posso offrirti i
consigli che vuoi. Sai, piccole dritte che do ai miei attori, nel caso accettassi di
diventarlo anche tu.
Tipo?
Mio padre, il famoso regista di Broadway, Irving Sparks, diceva sempre: Non
raccontarti storie sulle parti che non hai ottenuto. Impara da un rifiuto e non
rimuginarci sopra. Guarda avanti.
Oh. Mi sembra giusto.
Inoltre, soprattutto agli esordi, pu essere utile tenere nota delle tue audizioni.
Scrivere chi hai incontrato, come ti sei sentita. Cos andato storto e cos andato
bene. Compra un come si chiama? Mia moglie ce lha. Organista.
Organizer?
Esatto.
Ce lho gi!
Che ti avevo detto? esclama raggiante. E, in ultimo: se dovessi diventare
famosa, non scrivere mai un libro di ricette.
Oh. Va bene.
Non certo un motivo per rescindere un contratto, se hai talento anche per
quello. soltanto una mia piccola fissazione. Gli attori dovrebbero recitare. Non
vendere profumi, o scrivere manuali di cucina.
Daccordo! esclamo allegra. Vorr dire che terr la pasta al forno per me.
Non ho mai cucinato pasta al forno in vita mia, e con un po pi di tempo a
disposizione avrei potuto pensare a qualcosa di pi divertente, ma per qualche
strana ragione Barney Sparks scoppia a ridere: Pasta al forno! Sembra una cosa
orribile!
Il boato ansimante della sua risata mi segue lungo le scale.
Quando arrivo a casa dopo il turno al locale in cui lavoro, verso le due del
mattino, trovo Dan sul divano, con una birra stretta tra le ginocchia, intento a
guardare un film in bianco e nero.
Fammi indovinare: Otto e mezzo? gli chiedo lasciando cadere la mia borsa
sul pavimento davanti allingresso. Sono felice che ci sia qualcuno sveglio, e di non
tornare in una casa buia e silenziosa, dopo una simile giornata.
Complimenti! dice colpito.
Non difficile: devi averlo noleggiato almeno cinque volte nellultimo mese.
Lo so, ribatte con un sorriso mite. Spero di non darvi troppo fastidio,
ragazze. Jane ne ha guardato un pezzetto con me, poi ha rinunciato ed andata a
dormire. Mi ha detto che lultima volta che lo ha visto fino alla fine, ha sognato di
essere inghiottita dal suo cuscino. Ormai finito: ti va di farmi compagnia?
Mi lascio cadere sul divano accanto a Dan e mi sfilo le scarpe cercando di dare
sollievo ai piedi doloranti. Parla di un regista che sta girando un film di
fantascienza, giusto? per questo che ti piace cos tanto?
Be, parla di un regista che in crisi: bloccato, non trova pi lispirazione, ha
perso ogni interesse nei confronti del film che sta girando e la sua vita privata
un disastro. Forse il film di fantascienza dovrebbe alludere alla perdita della
creativit, sta cercando di dare un senso alla sua vita e alla sua arte.
Oh, tutto qui?
S. La solita, vecchia storia della ricerca quotidiana del significato della vita.
Unattrice bellissima con un paio di occhiali dice qualcosa al protagonista,
interpretato da Marcello Mastroianni. Continua a muovere le labbra anche quando la
voce si fermata.
Non in sincrono.
Allepoca i registi italiani doppiavano i dialoghi in un secondo momento, mi
spiega Dan ipnotizzato dalle immagini sullo schermo. E poich non era interessato
a registrare il sonoro dal vivo, Fellini faceva ascoltare agli attori della musica ad
alto volume, durante le riprese, e chiedeva loro di recitare frasi generiche, che poi
sostituiva con i dialoghi veri dopo averli scritti, in un secondo momento. Ecco
perch le loro bocche non coincidono con le parole, ma anche perch i movimenti
sono cos fluidi. Sembra quasi che danzino a tempo di musica.
Che cosa meravigliosa!
Su una spiaggia candida scorrono in processione alcuni personaggi del film,
mescolati a saltimbanchi e clown vestiti di bianco. Poi la scena si sposta su una
pista di circo, vuota, eccetto il bambino che interpreta Marcello Mastroianni da
piccolo, intento a suonare il flauto. Le immagini sfumano e lo schermo diventa
nero. Fine.
Oh, ammiro sconcertata.
La fine dovrebbe alludere al fatto che il protagonista ha accettato se stesso:
mostrandone la guarigione.
Oh, ribadisco.
Lo so. Fellini molto astratto, commenta Dan con gli occhi lucidi. Una volta
lo guardiamo insieme dallinizio.
Volentieri. Gli sorrido, e noto per la prima volta le pagliuzze verdi dei suoi
occhi nocciola. Allimprovviso la stanza sembra troppo buia e silenziosa e ci
ritroviamo seduti troppo vicini, senza il bagliore dello schermo e il sonoro del film
sullo sfondo a tenerci compagnia. Mi alzo velocemente e prendo le scarpe dal
pavimento. Meglio che vada a dormire.
S. Anchio, fa eco Dan, alzandosi e spegnendo la televisione e il
videoregistratore. Aspetta avevi un appuntamento, oggi, vero?
S.
Com andata?
Bene, molto bene, direi. Ma non ho ancora termini di paragone per giudicare e
penso che sia meglio non prendere decisioni affrettate, sai. Quindi credo che mi
prender una pausa e, be, terr aperte tutte le porte.
Mi sento strana, come se interpretassi unattrice consumata che ha lagenda
fitta di provini e appuntamenti e li considera normale amministrazione. Ho adorato
Barney Sparks e vorrei tanto dirlo a Dan, ma guardo sempre con diffidenza ci che
mi d limpressione di essere troppo semplice. Non so bene perch non mi sembra
il momento giusto per dirlo, e non so bene perch non ho colto al volo loccasione
di accettare lofferta di Barney.
Mi sento come un attore italiano in un film degli anni Sessanta, che recita
battute vuote alla telecamera, in attesa di quelle vere.
10
JOE Melville, uno dei pezzi grossi della Absolute Artists, libero soltanto alle tre e
mezzo, venerd. Poi vola a Londra da un cliente e non sar disponibile a ricevermi
prima di due settimane. Almeno questo ci che mi aveva detto bruscamente al
telefono una ragazza con laccento inglese. Non ho intenzione di rimandare. Tra due
settimane potrebbe essere tardi. Joe Melville potrebbe avermi completamente
dimenticata.
Ma mi aspettano al locale per le quattro e mezzo, venerd. Ho bisogno di
lavorare ho bisogno di quei soldi , ma se arrivi in ritardo anche solo di un
minuto Herb ti spedisce a casa e chiama a sostituirti uno di quelli che si tiene
apposta di scorta. un sistema brutale, ma in questo modo si assicura la
puntualit e non mai a corto di personale.
Eppure, penso che Herb potrebbe venirmi incontro, se gli dicessi in che
situazione mi trovo.
Herb, c la possibilit una possibilit molto remota, a dire il vero che arrivi
con qualche minuto di ritardo al lavoro, venerd, perch ho un appuntamento
davvero importante con unagenzia famosa. Di solito non mi vanto mai, ma lui
sensibile a certi argomenti. Gli piace attribuirsi il merito di aver lanciato tutti gli
artisti che si sono esibiti nel suo locale, artisti che ha trattato a pesci in faccia,
ma che poi ricorda con commozione, una volta che sono diventati famosi.
Se sai gi che arriverai in ritardo, devo farti sostituire, Franny, sentenzia
severo.
No, no, non lo so per certo. quello che sto cercando di spiegarti.
Probabilmente non succeder, Herb, si tratta di una possibilit molto remota.
Non posso correre il rischio.
Herb guarda troppi telefilm polizieschi.
Come non detto, sospiro. Non avrei dovuto parlartene. Arriver puntuale.
Ricky! grida Herb al mio collega Ricky, impegnato a riempire i contenitori del
sale e del pepe. Venerd sostituisci Franny.
Herb! Ora sono in preda al panico. Ho bisogno di questo lavoro. No. Lascia
perdere. Non importa. Arriver in orario, lo giuro. Partir con largo anticipo e sar
qui puntuale.
I comici seduti al bar quelli che alzano il gomito hanno seguito la
conversazione e intervengono, insultando Herb e offrendomi una tequila, che
vogliono farmi bere davanti a lui. Sono gli unici a cui Herb permette di comandarlo
a bacchetta, perch sono i pi divertenti e perch non vuole che smettano con
lalcol. Lui cerca di spaventarli facendo la voce grossa e dicendo: Qui comando
io! ma gli esce una specie di squittio che li fa ridere ancora di pi, quindi alla fine
ci rinuncia, e batte in ritirata.
Gli uffici della Absolute Artists sono al trentaduesimo piano di un vertiginoso,
elegante edificio tra la Cinquantaseiesima Strada e la Quinta Avenue, in mezzo a
negozi e appartamenti che non potrei mai permettermi. Vengo da queste parti
raramente, per andare a Central Park, anche se mi piace allo stesso modo il parco
a Brooklyn. Qui le strade sono ampie e gli edifici molto pi alti, ed pieno di
uomini in giacca e cravatta che portano valigette ventiquattrore e attraversano la
strada in modo pericoloso. Mi ci vuole qualche minuto per orientarmi, ma alla fine
individuo ledificio, dove mi registro al cospetto di un custode e scrivo lorario
dellappuntamento e il nome dellagenzia in un enorme libro che si trova
allingresso.
Luomo alza il telefono e dice il mio nome a qualcuno allaltro capo. Sto sulle
spine, mentre attendo di essere ricevuta, come se fossi unintrusa e non una
persona che ha un appuntamento. Mi torna in mente quando, a sedici anni, tentai di
entrare in un locale di East Norwalk con un documento di identit falso. Durante il
viaggio in auto avevo cercato di memorizzare la data di nascita della sorella
maggiore di Joyce Antonio, ma poi il buttafuori mi aveva chiesto a bruciapelo di
che segno zodiacale fossi e mi smascher subito. Ma questo custode non mi
scaccia. Mi porge un cartellino col mio nome stampato sopra e mi d il permesso
di salire.
Lascensore si svuota pi o meno al ventesimo piano, quindi uso le pareti a
specchio per dare una controllata al viso, ai capelli e al look. Indosso un dolcevita
nero, minigonna di lana nera, calze nere e le Dr. Martens. Mi accorgo che la gonna
troppo corta. Cerco di tirarla gi, ma cos facendo scopro qualche centimetro di
pelle nuda allaltezza dello stomaco.
Dobbiamo procurarci uno specchio decente, a casa, penso; uno specchio da
parete che non mi obblighi a salire in piedi sul water per vedere la parte inferiore
del mio corpo.
Forse per questo che non ho lavorato molto, ultimamente. Ho sempre visto
soltanto la parte superiore del mio corpo o quella inferiore; molto tempo che non
mi vedo a figura intera. Forse le due parti non coincidono come credo. E comunque
avrei dovuto comprare qualche vestito nuovo, per lappuntamento. In un negozio
pieno di specchi a figura intera.
Ho bisogno di un nuovo specchio. Ho bisogno di vestiti nuovi. Ho bisogno di una
gonna pi lunga. Dovrei tornare a Brooklyn a cambiarmi.
Le porte dellascensore si aprono.
La reception arredata nei toni rassicuranti di un grigio pastello. Ovunque mi
giri, vedo superfici morbide, accoglienti. La moquette sembra lucida seta dai
riflessi lunari e il divano di camoscio stato spazzolato di fresco. C una lunga
reception dove siedono due degli esseri pi belli che abbia mai visto, anche loro
migliore e quindi implica che sar un tipo molto esigente e difficile da gestire?
Ma perch vorrebbero lavorare con un attore da sedia qualunque? Se mi mettessi
su quella al centro, non sarebbe come dire che sono mediocre? Non sarebbe come
accontentarsi di un ruolo da comprimario quando potevo avere la parte da
protagonista? Se scelgo una sedia qualunque, tanto vale gridare ai quattro venti che
ho delle enormi insicurezze e non sar mai la star di un bel niente, nemmeno di
questo tavolo da riunioni.
unidiozia. Sto farneticando. Scegli una sedia e falla finita, Franny.
Sono quasi appoggiata, quando la porta alle mie spalle si apre, urtando lo
schienale della mia sedia.
Franny Banks. Salve. Sono Joe Melville. La prego, si metta laggi in fondo.
Merda. Ho preso il posto sbagliato. Mi alzo goffamente per porgergli la mano. Mi
fa cenno di accomodarmi a un capo del tavolo. Sceglie per s una seduta su un
lato, e la cosa mi sconcerta: pensavo che si mettesse dalla parte opposta alla mia,
in modo che ci trovassimo luno di fronte allaltra, separati da una distanza
incolmabile, proprio come succede nei film con re e regine, o con coppie che non si
amano molto.
Ha laspetto di qualcuno che lavora in uno studio legale o in una banca, e non in
campo artistico. Il completo blu gli calza a pennello e ha la pelle tesa e liscia,
rosea e luminosa, come se si fosse sottoposto a un trattamento per il viso prima
di entrare. Il suo colorito mi fa sentire trasandata e inadeguata. Poich allo
spettacolo di fine corso ha mandato Richard, un suo subordinato, mi hanno
informato che devo recitare il mio monologo per lui.
Una volta seduti, Joe mi fissa un istante, e non so se devo cominciare subito, o
dire qualcosa per rompere il ghiaccio, o aspettare che mi faccia qualche domanda o
che mi dia il via. Sono gi nervosa, perch mi sembra strano recitare in un ufficio
e non a teatro, dove percepivo lenergia del pubblico e dei miei compagni di lezione.
Dovero illuminata dalle luci e non riuscivo a distinguere chiaramente gli spettatori.
Ma qui, in questo ufficio, Joe Melville cos vicino che riuscirei a decifrare ogni
espressione del suo viso, ammesso che ne faccia.
Cominciamo, dice. Pu attaccare non appena si sente pronta. Chiacchieriamo
dopo. Faccia pure con calma.
Le sue parole sono incoraggianti, ma lespressione neutra, se non peggio. E
quando in una stanza ci sono due persone e una delle due l unicamente per
vedere laltra fare qualcosa, lidea che quella faccia con calma semplicemente
ridicola.
Eppure ci provo. Respiro a fondo, ma laria sembra incastrata e non entra nei
polmoni. Ho bisogno di un minuto per calmarmi, ma non posso prendermelo. Ci
sono davvero attori che ne avrebbero il coraggio? Sedersi in un angolo a capo chino,
uscire due minuti dalla stanza, mettersi a meditare, saltellare o fare quello che
preferiscono per riscaldarsi, per fare con calma, lasciando Joe Melville seduto da
solo ad aspettare? Comincer subito, per dimostrargli che sono pronta, che sono
sempre pronta.
Attacco il monologo. La protagonista ripete di continuo: Ho trentadue anni,
come se fosse la causa di tutto ci che non funziona nella sua esistenza. Non so
come sia avere trentadue anni, ma posso immaginarlo. Penso che si senta bloccata
in unet intermedia, unet che non costituisce una tappa fondamentale nellet di
un essere umano, ma pi una terra di nessuno, unet in cui sta incominciando a
sentire che le speranze stanno svanendo.
La capisco.
A teatro avevo recitato la prima parte del monologo in piedi, ma qui dentro il
tavolo rende tutto pi complicato, cos decido di rimanere seduta. La sedia una
poltrocina da ufficio, con le rotelle, e arrivata a met mi accorgo che la sto
muovendo avanti e indietro, come per imitare una camminata. Mi blocco
imponendomi di smettere, e cos dimentico la battuta successiva.
Merda.
Ho perso il filo.
Esito, cercando di non smarrire la concentrazione. Guardo fuori dalla finestra,
come se il mio personaggio stesse riflettendo su qualcosa di importante. Se mi
rilasso, mi torner in mente; se mi faccio prendere dal panico, no. Lho imparato a
lezione.
Se mi rilasso, mi verr in mente.
Se mi faccio prendere dal panico, no.
Rilassati.
Rilassati.
Finalmente, dopo un tempo che mi sembra lungo, lunghissimo, la battuta
riaffiora. Concludo il monologo, sorrido timidamente a Joe per fargli capire, nel
caso non sia sicuro, che ho finito.
Incantevole, mormora. Molto divertente. Il tono caldo, ma lespressione
impenetrabile. Non capisco se gli piaciuto davvero.
Dopo un istante unisce le mani davanti al viso, con gli indici rivolti verso lalto, e
li appoggia sulla bocca arricciata, come guglie di una chiesa. Poi si picchietta le
labbra con le dita.
Allora, signorina Banks, dice alla fine, mi racconti di lei.
Di me?
S. Mi piacerebbe sapere cosa lha portata qui. Perch venuta a New York.
Che lavoro le piacerebbe fare.
Uhm. Be. Teatro, soprattutto. Voglio lavorare in teatro e fare lattrice. Lattrice
vera, non un tipo da profumo.
Mi scusi, cosa centra il profumo?
Sa, voglio recitare, non mi interessa lanciare un mio marchio.
Capisco. Anche se uno degli artisti che rappresentiamo, Cordelia Biscayne, in
questo momento ha un enorme successo con la sua fragranza, Helvetica.
Helvetica? un profumo?
S. Avr visto lo slogan: Helvetica. Un profumo di carattere. Cordelia ha subito
intuito limportanza che avr il boom dei computer.
Oh, davvero fantastico. Insomma, non vedo lora di, be, di sentire questo
profumo.
quindi mi aspetto sempre il peggio, il che strano, perch invece so che un giorno
fortunato potrei riuscire a sfondare. E sono svelta e qualunque cosa ci sia da
imparare la posso imparare alla svelta, dato che sono svelta ah, ah, lha capita?
ma tornando alle faccende serie, oggi per esempio ho imparato alla svelta che se
non mangio niente, a parte il litro di caff, sono travolta da un irrefrenabile impulso
di parlare di cataloghi di vendita per corrispondenza.
Cerco di sorridergli ostentando sicurezza, ma poi trattengo il sorriso sulle labbra
una manciata di secondi di troppo, come se fossi in posa per una fotografia di
Natale, e dopo un attimo devo abbassare gli occhi e posare lo sguardo sulle mie
scarpe. Non ho pi energia per fingere, ma ho bisogno di ricompormi, perch mi sta
venendo da piangere. andata malissimo, niente affatto come avevo immaginato.
Oggi avrei dovuto essere un distillato di autocontrollo, per non parlare di quella
striscia nuda tra il bordo del mio dolcevita e la cintura della gonna. Ancora una
volta, sono frustrata dallinsormontabile divario tra limmagine della Franny di
successo e quella che continua a mettermi i bastoni tra le ruote.
Mi obbligo a guardare Joe Melville, preparandomi alla vista di un uomo perplesso,
terrorizzato, in procinto di chiamare la sicurezza.
E invece sta sorridendo. Davvero. la prima, innegabile, reazione umana che
leggo sul suo viso. Poi comincia a ridere. Almeno credo. S, ne sono certa. Sta
ridendo, e anche se non perfettamente udibile, immagino che sia quanto di pi
simile a una risata in grado di produrre questuomo. Annuisce e sorride e si
dondola leggermente avanti e indietro.
Franny Banks, sei uno spasso, sentenzia. Poi piega la testa di lato e la scuote
delicatamente. O sta riflettendo, oppure ha appena fatto un tuffo in piscina e sta
cercando di far uscire dellacqua da un orecchio. In ogni caso passato al tu.
Stavo riflettendo, dice.
Meno male, era quello.
Dimmi insomma hai altri appuntamenti in agenda?
Altri Intende con agenzie?
S.
No, cio, s. Ho incontrato Barney Sparks. Dellagenzia Sparks.
Joe mi guarda come se avessi detto la cosa giusta. Ooh, s, mi ricordo il buon
vecchio Barney. Un agente meraviglioso, ai suoi tempi. Ma hai firmato qualcosa?
Firmato? No. Penso a Barney, nel suo ufficio, con la giacca consunta. Ero
sicura che fosse lagente ideale, ma non avevo nessuno con cui paragonarlo. Per
fortuna non ho firmato niente, e ho aspettato, perch allimprovviso voglio con
tutta me stessa che mi prendano qui, in questo posto rivestito di morbida
moquette grigia e telefoni dal trillo elegante.
C un casting a due passi da qui. Stanno provinando un po di nostri attori per
un ruolo importante, ma hanno accennato anche a unaltra parte: molto piccola,
di solito non ci manderei mai uno dei miei. Ma vorrei che ti conoscessero, per
vedere come va. So che non ti sto dando molto preavviso, ma sei libera?
Devo essere al lavoro tra meno di trenta minuti. Se me ne vado ora, come avevo
in programma, e salgo su un taxi (impresa non scontata, allora di punta) potrei
arrivare in orario. Se vado al casting, anche se qui a due passi, sar in ritardo. Ho
giurato a Herb che non sarebbe successo, e questo implicher che assegner il mio
turno a qualcun altro, e forse anche il successivo, e forse si arrabbier al punto da
licenziarmi.
Certo, rispondo. Liberissima.
11
HO escogitato un piano, sono nelle mani di Ricky, il cameriere che aveva rischiato
di prendere il mio posto al lavoro, quel giorno. Ma, mentre lo chiamo dal telefono
pubblico, fuori dalla Absolute Artists, tutto quello che ho la sua voce in
segreteria. Ricky ha registrato un messaggio lunghissimo in cui esegue un brano
del musical Evita per poi prodursi in unimitazione di Cher, e sembra che passino
secoli prima del biiip finale.
Ricky. Ricky. Ricky. Ricky. Sono Franny. Ricky, rispondi! Ti prego. Ti prego, oh,
ti supplico ris
Franny! Che carina a chiamarmi! Caspita, allora si sparsa la voce. Vi sono
cos grato per il vostro interessamento.
Ricky, meno male che ti ho trovato. Ho un favore... ecco, mi chiedevo... be, il
fatto che ho un provino per Kevin e Kathy. Devo andarci subito.
Oh. Sembra deluso. Quindi non mi stai chiamando per Ma fanno ancora
Kevin e Kathy?
Lo so. quello che ho detto a be, allagente. Per cos. Ormai sono nove
anni, e adesso in pausa, ma tra poco riprenderanno a trasmetterlo e
Un attimo. Quindi hai un agente? Per via del saggio?
Ehm, non ne sono sicura, ma penso di s. Forse.
Di gi?
Be, come ti dicevo, non proprio sicuro ma forse s.
Oh. Il provino per quale parte sarebbe?
Si chiama soltanto Ragazza numero uno.
Oh. Quindi non mi stavi chiamando perch hai sentito del mio spettacolo?
No, mi dispiace. Ti chiamavo per vedere se potevi sostituirmi questa sera.
Gi. Il tuo turno. Mmm. Non lo so, Franny. Perch non dici a Herb che chiami
uno dei suoi sostituti? mi chiede con aria un po troppo innocente.
Ricky, ti supplico, lo sai come si arrabbia. Ho pensato che magari, se ci andavi
tu, si sarebbe confuso, visto che te laveva chiesto lui per primo, e chiss, magari
avrebbe pensato che era andata proprio cos, e cio che avevamo eseguito i suoi
ordini e non mi sarei cacciata nei guai.
Le parole mi muoiono sulle labbra, perch pronunciarle ad alta voce rende il mio
traballante piano ancora pi inconsistente.
Ricky fa un sospiro interminabile.
Va bene.
Va bene? Davvero? Ricky, grazie mille: davvero, ti devo un favore, e bello
grosso.
Allaltro capo del telefono cala il silenzio. Forse non lho ringraziato abbastanza.
Grazie davvero. Grazie infinite. Ora dovrei proprio
Frances.
S?
Non mi chiedi del mio spettacolo?
Cosa? Ma certo! Scusami. Racconta!
Be, a dire il vero sono piuttosto entusiasta. Mi hanno appena ingaggiato
allHooligan, per il mio monologo, Insights.
AllHooligan? Ma grandioso! dove resta, esattamente?
Lo sai. il pub irlandese sulla Seconda Avenue. C quel seminterrato dove
Claudia ha tenuto il suo reading di poesia.
Oh, vero! Quello! Un posto fantastico. Congratulazioni.
Anzi, avevo le prove, questa sera.
Prove? Merda. Mi dispiace. Grazie di nuovo. Almeno, ecco, non dovrai contattare
troppa gente, per fissarne di nuove. Visto che un monologo. E che lo fai tu.
Le mie risate nervose cadono nel vuoto, ma alla fine riesco a mettere gi il
telefono, non senza prima averlo ringraziato mille volte e avergli promesso che
sarei andata al suo spettacolo.
Mentre prendo lascensore diretta al mio provino, penso al seminterrato
dellHooligan. Ci ho recitato una commedia in un atto, una sera, e sono stata in
posti peggiori, ma per un istante mi crogiolo nel pensiero che quei giorni siano alle
mie spalle. Forse questo ascensore mi sta trasformando da dilettante a
professionista, nel breve spazio di venticinque piani.
Mi scusi, dico alla ragazza della reception, dove un cartello scarabocchiato
con un pennarello nero dice: CASTING KYLE E CARSON. Dovrei prendere il copione
della Ragazza numero uno. Nascosto dietro il bancone c un televisorino.
Sembra delusa di dover distogliere lo sguardo dallo schermo.
Come prego?
Mi scusi. Avrei bisogno del copione della Ragazza numero uno.
Mi guarda dubbiosa.
Mi manda Joe Melville.
A quel nome, met delle persone nella sala dattesa alzano lo sguardo. Provo
imbarazzo e orgoglio in parti uguali. Non avrei dovuto dirlo cos forte, ma mi piace
leffetto che fa.
qui per la Ragazza che ride?
Credo di s, se la stessa di cui sto parlando io.
La Ragazza che ride non ha battute. Ride e basta.
Ride e quindi nessuna battuta?
Nessuna. una ragazza. E ride. Vogliono una risata divertente. Nientaltro. Si
accomodi. Saranno da lei tra un attimo.
Mi siedo su un divano pieno di bozzi accanto a una ragazza magrolina con i
capelli castani che indossa stivali neri e occhiali dalla montatura stravagante.
Dovrei portare stivali con i tacchi invece delle mie Dr. Martens, penso mentre
Mi sembra di aver visto luomo laggi in fondo alzare gli occhi al cielo.
Certo.
Volevo chiedere, ecco perch la ragazza, che sarei io, sta ridendo?
Cala il silenzio, come se nessuno sapesse rispondere. O forse la stupidit della
mia domanda ad averli ammutoliti.
Be, soltanto una gag, capisci? dice luomo con gli occhiali.
Una gag, ripeto.
S. Una gag. Un tormentone. Hai presente la risata di Fran Drescher?
Ma non vogliamo niente di simile, afferma luomo in fondo con enfasi.
Certo, quello il suo marchio di fabbrica: noi vogliamo soltanto una ragazza
che ride in modo divertente. Senza motivi particolari, aggiunge luomo con gli
occhiali.
Va bene, grazie. E, scusatemi, io cosa faccio?
Faccio?
Nella vita. Che lavoro faccio?
Luomo in fondo sta decisamente alzando gli occhi al cielo, al punto che la donna
accanto a lui gli d un colpetto con la sceneggiatura che tiene in mano.
Ecco, ancora non lo sappiamo. Probabilmente sar la segretaria di Kevin. Hai
mai visto il telefilm? Kevin assume segretarie che sono una peggio dellaltra. Come
in Murphy Brown.
S.
Quindi probabilmente lavorer per Kevin. Ma soprattutto ha questa risata
esilarante, che far piegare in due il pubblico.
Due scene. Nessuna battuta, taglia corto il tizio in fondo. Non stare a
pensarci troppo.
Shh, dice la donna con la sceneggiatura.
Va bene. Grazie. Penso di essere pronta.
Guardo Arthur, che si muove a disagio sulla sedia. Penso a Kevin, il protagonista
del telefilm, e nella mia testa Arthur e Kevin sono la stessa persona. Lattore che
interpreta Kevin ha sui cinquantanni, ed ancora un belluomo, ma in questo
momento sto pensando a quanto fosse irresistibile quando il telefilm andato in
onda la prima volta, dieci anni fa, e io ero ancora al liceo. Esordiva quasi sempre
con la battuta: Buongiorno, signore mie! frase che era diventata famosa e
imitata da tutti. A quei tempi avrei fatto qualunque cosa per essere la sua
segretaria, anche solo per un giorno. Se ne avessi avuto la possibilit, specialmente
in quel periodo, avrei preso ogni sua parola per oro colato e avrei cercato di fare
del mio meglio, nel disperato tentativo di piacergli. Ma forse sarei stata cos
innamorata e nervosa che mi sarei limitata a ridere adorante a ogni sua parola.
La risata dolce e lieve, allinizio, e sono io, ma anche ladolescente goffa di un
tempo. Il viso di Arthur si tinge di un rosso acceso e capisco che non abituato a
essere il centro dellattenzione e che non gli dispiace, in fondo, e questo non fa che
renderlo ancora pi meraviglioso; fingo che abbia appena detto una battuta
divertentissima non solo a me, ma a una stanza piena di gente, e sono travolta da
un moto di orgoglio perch mi trovo l accanto a lui, fiera di stare al suo fianco.
12
AVEVO capito che preferivi laltro, il vecchio con lasma, confessa Jane davanti
a un piatto fumante, al ristorante cinese sulla Settima Avenue. Mi ha invitato fuori
per festeggiare la mia particina in Kevin e Kathy e abbiamo deciso di ordinare tutti
i nostri piatti preferiti. Anche Dan avrebbe voluto esserci, ma i genitori di Everett
avevano comprato i biglietti per la Cavalleria rusticana e i Pagliacci al Metropolitan.
Lopera! avevo esclamato. Che cosa affascinante.
Gi visto il pacchetto completo, aveva ribattutto, tetro. Avrei preferito
festeggiare insieme con voi.
Continuo a rivedere la sua espressione infelice al momento di salutarci, e
allabbraccio fortissimo che mi ha dato quando siamo uscite, che mi sembrato
diverso da quello destinato a Jane, e penso a com felice ogni volta che veniamo
in questo ristorante, e al modo in cui lo prendiamo in giro perch infierisce
maldestramente con le bacchette sui suoi ravioli.
Ti portiamo qualcosa da mangiare, lavevo rassicurato, eppure continuava a
sembrare tristissimo.
Franny? Mi stai ascoltando? mi chiede Jane puntando una bacchetta verso di
me.
Scusa. S. Hai ragione. Preferivo Barney Sparks.
Allora perch hai firmato con quel Melville dalla faccia rosea?
Perch la Absolute rappresenta persone famose e sceglie soltanto i migliori.
Alla Absolute c James Franklin e anche Penelope Schlotzky. Sono fortunata che mi
abbiano voluto. E comunque ho accettato il lavoro per cui mi avevano fatto fare il
provino, quindi non c stato molto da decidere. Si trattava gi di un loro ingaggio.
Tutte osservazioni giuste, ma Jane continua a non sembrare convinta. Si limita a
commentare con un: Mmm.
Era destino, sentenzio con aria saggia, facendo un gesto vago che spero sia
misterioso e mistico al punto giusto.
Hai detto per che questo Melville ti rende nervosa e ti d i brividi. Funziona
cos? Il tuo agente ti deve dare i brividi?
Non importa. un rapporto di lavoro. Non siamo amici. Sono affari.
Secondo me ci che dicono le persone nel mondo dello spettacolo quando non
hanno amici.
Mi ha procurato un lavoro vero. Ed era la mia prima audizione.
Be, non ho nulla da obiettare in merito. Allora, racconta.
Bevo un sorso di vino e cerco di ricordare esattamente cosho provato la sera
prima, sul set, con i riflettori puntati addosso e quattro enormi telecamere che mi
giravano intorno. come un sogno. Ero nervosa, ma mi sentivo a mio agio. Cera
il pubblico, come a teatro. Da un certo punto di vista, non stato molto diverso
dalle mie recite scolastiche. A giudicare dalle risate che senti in televisione, diresti
che gli spettatori siano molti di pi. Invece i set sono piccoli. E bui. Sono rimasta
colpita da certe assurdit.
Tipo?
Be. Fanno tutto su misura. Sapevano la distanza esatta dellorlo della gonna da
terra. Hanno realizzato gli indumenti apposta per me, lavorando di notte. Anche la
t-shirt era fatta su misura. La t-shirt. I vestiti che mi compro hanno sempre
qualche difetto, cadono male o sono troppo larghi. Tiro la felpa e la sventolo
avanti e indietro. Guarda, ci ballo dentro.
Per me ti sta bene, dice Jane, ora alle prese con il suo pollo al limone.
E poi, tu ce lhai il piegaciglia?
S. Non lo uso mai.
Be, io non sapevo nemmeno che esistesse. uno strumento di tortura. Alle
elementari mi rovesciavo da sola le palpebre per impressionare i compagni di
classe. E l cera qualcuno che lo faceva per me! racconto corrugando la fronte, e
Jane scuote la testa comprensiva. Mi hanno sistemato trucco e capelli dopo ogni
ripresa: non mi sono mai mossa, ma loro continuavano a ritoccarmi il viso. A
incipriarmi, anche se non sudavo: quando sono tornata a casa ho dovuto
letteralmente grattare via quella roba. Il regista stabiliva la disposizione degli
attori, ma Kevin, o Robert, lattore che interpreta Kevin, continuava a dimenticare
la sua e a cambiarla, e cos io dovevo riformulare la mia e tenerla a mente nelle
riprese successive, perch combaciassero, soltanto che poi quello si dimenticava di
nuovo, confondendomi. Ero cos impegnata a ricordarmi se avevo sollevato la
cornetta con la destra o con la sinistra, che non riuscivo a pensare a nientaltro.
Ma andata bene, almeno? Che impressione hai avuto?
Non saprei. Buona, credo. La gente rideva e molti hanno detto che sono andata
bene, ma non ho idea di chi fossero o se avessero dovuto colpire proprio loro.
Quella risata per ha scatenato una reazione cos positiva nel pubblico, che lo
sceneggiatore ha deciso di darmi una battuta.
Jane mi guarda sbalordita. Non ci credo!
Lo so. Nemmeno io, ed davvero stupido, a pensarci bene. Ho interpretato
commedie intere, per non parlare di tutte quelle a lezione, ed ero agitata per una
misera battuta. Faccio una pausa e bevo un altro sorso di vino. Dovevo dire: Sei
adorabile. Cos ho fatto la mia risata, ho guardato Kevin con aria ebete e ho detto
con un sospiro: Sei adorabile.
Esilarante!
Tutti non facevano che ripetere che molto raro che accada. Jimmy ha detto
che Kevin detesta i cambiamenti dellultimo minuto, quindi se vogliono modificare
qualcosa di solito lo fanno nelle scene di Kathy.
Lei com?
Mi trova divertente e per lei un sollievo che non sembri unorfana denutrita
dei colletti.
Lo sai cosa dovresti fare con la camicia che non riesci a stirare?
Lo so, lo so. Portarla in una lavanderia a secco. Ma ho paura di andare nella
nostra, ora che il signor Wu ha visto la mia pubblicit. Non fa che chiedermi se pu
attaccare un mio primo piano alla parete. Quella in fondo, interamente rivestita di
fotografie.
Certo. Penso che sia unidea carina. Perch non gliene regali una? orgoglioso
di averti come cliente.
Ma non hai mai fatto caso che tra tutti quei primi piani non ce n uno di un
personaggio, non dico famoso, ma nemmeno lontanamente riconoscibile?
Non vero: c
A parte lui, voglio dire. Dubito sia mai andato l davvero.
Pensi che il signor Wu se lo sia inventato? E che abbia preso una foto e abbia
falsificato lautografo? Su, sentiamo, da chi avrebbe avuto la fotografia?
A volte lo si vede, per strada. Non lo so, a me successo. Perch a parte lui, a
parte quella persona molto famosa, riconosci altri, su quella parete?
Be, c una foto del cast di Cats con i protagonisti nei loro abiti di scena
Non li riconosco uno a uno, ma direi che la foto originale.
A parte un gruppo di gatti pi o meno credibili.
Aspetta: s, c quellattrice, che mia madre adorava, era in quel telefilm
poliziesco degli anni Sessanta, come si chiamava?
The Uniforms?
S! Paula comesichiama.
Paulette Anderson.
Esatto! Anche lei famosa.
Jane. Paulette Anderson morta da almeno dieci anni. Te lo sto dicendo. Temo
che la mia fotografia su quella parete non porter fortuna. come se, regalando il
mio primo piano al signor Wu, mi condannassi allanonimato per leternit.
Meglio lanonimato della morte. Meglio lanonimato di Cats, per quanto mi
riguarda. E se quella foto non fosse falsa?
Be, vorr dire che finir a decorare la lavanderia del signor Wu con i morti,
degli sconosciuti, un gruppo di gatti o Bill Cosby.
13
Pensavo che, in attesa delle nuove fotografie, fosse normale non avere audizioni.
Ma di chiamate nemmeno lombra anche una settimana dopo aver lasciato le mie
foto in agenzia.
Temevo che quelle tre settimane fossero una specie di periodo di prova per
dimostrare che la parte nel telefilm Kevin e Kathy non era stata un colpo di
fortuna, e adesso che lavevo sprecata si erano dimenticati di me. Avevo letto su
Backstage che importante ricordare al tuo agente che sei disponibile e
interessata a lavorare, per cui mi ero fatta forza e avevo telefonato alla Absolute.
Ma poich non avevo un vero motivo per chiamare, al telefono mi ero impappinata.
Cera Joe? Ovviamente no. Richard, dispiaciuto, mi spieg che era in riunione, ma
potevo dire a lui.
Oh, ecco non fa niente.
Sicura?
Certo, be, gi che siamo qui, mi chiedevo se ci fosse qualcosa che posso fare,
o non fare, o, ecco, come sta andando con le mie foto?
I primi piani?
S, quelli nuovi, tanto per saperlo Joe ha scelto quella in cui ho la mano sul
mento e lespressione seria, vero?
Credo di s Aspetta, ce lho qui da qualche parte s, hai la mano sul mento
e la testa leggermente piegata di lato.
Esatto. Non sar ecco, non sar un po sdolcinata? E quindi nessuno mi
cerca?
Non volevo lamentarmi n sollevare largomento. Chiss come gli ero sembrata
scortese, come se volessi insegnargli il suo lavoro. Avevo soltanto bisogno di
qualcuno che mi spiegasse perch non stesse succedendo niente.
Franny, Joe adora questa foto. E anchio, ma Joe ne va proprio matto, ed un
mago, quando si tratta di scegliere quelle che meglio ti rappresentano. Quindi non
ci sono problemi. Devi solo aspettare. Mi dispiace.
Era calato il silenzio. Forse Richard voleva aggiungere qualcosa, ma poi aveva
cambiato idea.
Quindi c altro, Franny?
No, grazie. Nientaltro. Volevo soltanto, be, farmi viva.
Hai fatto bene, Franny. Grazie. Far sapere a Joe che hai chiamato. Per farti
viva.
Sentirlo dire da Richard mi aveva fatto stare ancora peggio.
Credevo che la mia vita avrebbe subito una svolta radicale, con un agente, ma
era identica a prima, a parte il fatto che stavo spendendo molto di pi.
Finalmente mi arriv il compenso per Kevin e Kathy e con mio enorme stupore
mi resi conto che pi di met era finito in tasse e commissione dellagenzia.
Tutto qui? avevo chiesto a Dan mentre studiava lassegno. Speravo che ci
fosse un errore, o magari che avessi fatto qualche sbaglio compilando il modulo
fiscale. Ma lui me lo restitu scuotendo la testa.
Ti stanno tassando come se guadagnassi quelle cifre ogni settimana, mi
aveva spiegato.
Pi o meno.
Allora potrei chiamare il tuo agente e dirgli che sono il tuo manager e che sta
trascurando la mia cliente preferita.
Grazie, pap.
Alcuni giorni dopo Jane e io siamo sul divano del salotto a fare zapping quando
finiamo su una sitcom, Still Nursing. Dan sta lavorando l accanto, ma ci rassicura
sempre che non lo disturbiamo, perch ha linspiegabile capacit di estraniarsi
completamente. Infatti il nostro cicaleccio come un costante rumore bianco in
forma umana. una qualit utile, per un coinquilino.
Forse non ho laspetto giusto, osservo, ipnotizzata dallattrice sullo schermo.
Giusto per cosa?
Be, in generale. Per il mondo dello spettacolo. Forse quello il motivo per cui
non mi chiamano dallagenzia.
E quale sarebbe laspetto giusto, secondo te?
Be, pi simile alle protagoniste di Still Nursing. Indico il televisore, dove una
bionda procace in minigonna e camice aperto sta tentando di riattaccare la flebo a
un paziente anziano montandogli sopra e soffocandolo accidentalmente con il
seno prosperoso. Il pubblico in visibilio.
Ooh. Di pessimo gusto. Jane liquida la scena con un gesto della mano. Ecco
il tramonto definitivo della civilt. Un solo infermiere con tutte quelle dottoresse!
Che premessa! Ma guardale: non ce n una che sia credibile. Met di loro si
rifatta le tette tra la prima e la seconda stagione. O vogliono farci credere che gli
sono cresciute allimprovviso nel giro di sei mesi? Per favore! E comunque sono
troppo magre.
La dottoressa bionda fa cadere la cartella portablocco e mentre si china per
raccoglierla il bip del cardiomonitor accelera velocemente. Risate.
S, ma forse ci che le persone dovrebbero dire di me. Come quando
lEnquirer pubblica titoli tipo: Ridotta a pelle e ossa! La gente non compra quelle
riviste perch pensa che le persone in copertina abbiano un aspetto orribile, le
compra perch invidia la loro magrezza. Sarei orgogliosa se si dicesse di me:
magra da far paura, o Hai visto quellattrice, Franny Banks? Datele una merendina,
sembra che debba svenire da un minuto allaltro. Questo ci che la gente vuole.
Ci che spinge la gente ad adorarti.
Credo che ti prender uno di quei video di autoaiuto.
Casey mi ha raccontato che a Los Angeles fumano unerba che ti toglie la
fame. Dicono che cos che le protagoniste di Still Nursing sono diventate pelle e
ossa.
Jane scuote la testa e mi parla dolcemente, come a un bambino nel mezzo di
una crisi di sonnambulismo. Quella Casey? La modella che sul palco piange
sempre?
S. un tipo derba molto costosa, per, e non facile procurarsela, se non hai
le amicizie giuste. Lei lha avuta da un ex compagno di liceo. Magari riesce a
scarta il ripieno dei tuoi muffin. Compra un libro su una sana e buona
alimentazione.
So gi tutto su una sana e buona alimentazione, la interrompo.
Jane mi guarda dubbiosa. Davvero? Dimmi il nome di tre gruppi alimentari.
Facile: cinese, messicano, sandwich al tonno. Lei scuote la testa e le sorrido
dolcemente. Ho comprato della verdura, la settimana scorsa.
S, ho visto. Non vorrei sconvolgerti, ma recenti studi hanno dimostrato che c
una leggera differenza, a livello di apporto nutritivo, tra degli spinaci lasciati a
marcire nel frigorifero e degli spinaci ingeriti.
Dettagli.
Mi arrendo, annuncia diretta in cucina. Caff?
Fisso il mio bagel, che sembra ricambiare lo sguardo, sospettoso. Forse Jane ha
ragione. Forse ho bisogno di pi disciplina. Chiss che cosa mangia Penelope
Schlotzky di domenica. Di sicuro non bagel. Forse sono loro, il mio problema. Anche
se non mi pare un grosso quantitativo di cibo. Decido di finire questo e poi di non
mangiare tutto il giorno. Eccetto uninsalata, magari.
O una zuppa.
No. Dentro a una zuppa pu nascondersi uninfinit di alimenti. S, ne sono
ragionevolmente certa: la zuppa apparentemente innocente, ma contiene un
sacco di calorie.
Brodo di pollo. Ha solo sette calorie. Ce lavranno alla tavola calda? Dove posso
procurarmelo?
Non devi cambiare, Franny. Secondo me stai bene cos come sei.
Ci metto un secondo prima di capire che Dan a parlare. Mi ero completamente
dimenticata della sua presenza. Non aveva mai dato segno di seguire le nostre
conversazioni, prima dora. assodato che si estrania dal mondo circostante,
quando scrive: di solito dobbiamo chiamarlo due o tre volte per ottenere la sua
attenzione, e soltanto allora alza lo sguardo, fissandoci come se lo avessimo
appena svegliato da un sogno.
Mi domando se abbia ascoltato tutte le conversazioni tra me e Jane, in questi
mesi, ma Dan un ragazzo sincero, non si comporterebbe mai in modo subdolo. Se
lo avessimo distratto, si sarebbe unito alla conversazione o ci avrebbe cacciato
fuori per lavorare in pace.
strano, ma sono sicura che in tutti questi mesi non ci abbia mai prestato
ascolto. Questa la prima volta.
Grazie, Dan, quanto riesco a dirgli.
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pi adatto.
Corro al fax e leggo la prima pagina.
ABSOLUTE ARTISTS - APPUNTAMENTO
OGGETTO: Franny Banks/Lettura La valle dei pini
DATA: Mercoled, 12 aprile 1995
ORARIO: 14.30
INDIRIZZO: ABC Studios, Sessantaseiesima Strada, n. 49, quinto piano
REFERENTE: Jeff Ross e Jeff Bernbaum, Casting
ANALISI PERSONAGGIO
ARKADIA SLOANE: 23-25 anni. Arkadia la figlia perduta del miliardario Ellis
Sloane. Si pensava che Arkadia fosse morta per annegamento per mano della
terza moglie del playboy miliardario Peter Livingstone, limprenditrice miliardaria
Angela Bart, che sperava di essere nominata unica erede della fortuna del
marito, ma poi si scopre che la ragazza sopravvissuta al tentativo di omicidio
raggiungendo a nuoto la riva, anche se allepoca aveva soltanto otto mesi. Col
piglio e la sfrontatezza che le hanno permesso di sopravvivere da neonata,
Arkadia arriva allalbergo Pinetree Lodge pronta a prendersi una rivincita e a
infrangere alcuni cuori.
Deve recitare con disinvoltura in abbigliamento succinto, deve essere bellissima.
Appartenenza etnica qualsiasi.
Interno giorno - Pinetree Lodge. Angela Bart d istruzioni a un fattorino mentre
altri dipendenti dellalbergo assistono alcuni clienti. Arkadia Sloane, di una bellezza
mozzafiato, entra portando una valigia. Si ferma nella hall, studiando Angela. Uno
dopo laltro, i dipendenti e gli ospiti notano Arkadia. Si fermano, paralizzati dal suo
splendore regale. Finalmente anche Angela si accorge di lei.
ANGELA: S? Posso aiutarla?
ARKADIA (ride nervosamente): S! (si ricompone): No. Mi scusi. soltanto che
molto divertente, detto da lei.
ANGELA: Mi scusi, mi chiamo Angela Bart. Ci conosciamo?
ARKADIA: Purtroppo s.
ANGELA: Se ci siamo gi incontrate, non me lo ricordo. Mi dispiace. Lei davvero
bella, lo sa?
Arkadia scoppia in un pianto dirotto.
ARKADIA: Bella? Se so di essere bella? No, non lo so! Lunica cosa che so che
mi chiamo Arkadia Sloane! E so anche che ha cercato di uccidermi quando avevo
otto mesi! Se sono bella? lunica cosa che non so, Angela. Ma so che
unamorevole coppia di agricoltori mi ha raccolto sulle rive di un torrente, nel
Vermont meridionale. I loro raccolti erano devastati dalla grandine e dai
parassiti, i loro figli avevano gi lasciato la casa, non avevano bisogno n
desideravano un altro figlio, ma mi hanno preso con s; una coppia che
sempre amorevolmente era convinta che gli specchi fossero opera del diavolo.
Credevano in una vita onesta e di duro lavoro, ma semplice, il pi semplice
possibile! Cos sono cresciuta senza specchi, senza rossetto, senza spazzole e
pettini, senza biancheria intima decente. Ma sono arrivata fino a New York, dove
ho lottato con le unghie e con i denti e mi sono fatta un nome nel campo della
lingerie: ha mai sentito parlare della linea di biancheria intima Il Lamento di
Arkadia?
Angela ha un sussulto.
ANGELA: Tu?
Le lacrime solcano le guance di Arkadia.
ARKADIA: S, Angela, sono io. Adesso ti scusi? Ti scusi, adesso?
ANGELA: S, ti chiedo scusa. Te lho chiesto ancora prima di sapere che avrei
dovuto scusarmi
Angela spalanca le braccia, per dare il benvenuto ad Arkadia.
ANGELA (continua): Ma ti sbagli. Ti sbagli sul mio conto. Sono cos felice che tu
sia qui. E anche tuo padre lo sar, tesoro. Ti prego, lascia che ti presenti a tutti
quanti. Venite qui subito!
Ospiti e dipendenti dellalbergo si stringono intorno ad Arkadia, poi, tutti
insieme
TUTTI: Benvenuta a Pinetree Lodge!
Primo piano su Arkadia: sorpresa, felice, stanca e un po sprezzante
Abbasso la pagina, incredula.
Merda. Non posso farlo.
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S?
sicura di trovarsi nel posto giusto?
Raddrizzo le spalle e lo guardo con aria di sufficienza. Non riuscir a farmi
sentire vulnerabile. No.
S, sono sicura, ribatto decisa. Sono forte. Sono sicura di me. Sono Arkadia
Sloane.
Sicura? qui per il profumo Aroma debano?
Cosa?
Oh. No. Io, ecco, sono qui per La valle dei pini.
Immaginavo. al piano sbagliato. Il casting per la soap al trentaquattresimo
piano. Questo il trentatreesimo.
Oh. Oh! Meno male! farfuglio. Cio, non volevo, ecco, non intendevo Ero
perplessa perch vede Indico il divano alle mie spalle, disarmata.
Il ragazzo spinge di nuovo gli occhiali sul naso e si avvicina.
Non si preoccupi, mormora. Sono modelle.
Quando raggiungo il trentaquattresimo piano e mi iscrivo alle audizioni giuste,
sono troppo esausta per preoccuparmi delle ragazze che devo affrontare, che a un
primo sguardo sono meno esotiche ma altrettanto minacciose delle modelle del
piano di sotto. Come fanno a sapere quale abito indossare? Sembrano aver studiato
il look sullo stesso manuale, che apparentemente prevede lunghi capelli lisci e
rossetto opaco. Sono cos strepitose, prese singolarmente, che sembrano fondersi
in una sola, enorme massa indistinta di bellezza. Ai miei occhi, il gruppo diventa
ununica entit: le Bellissime. Cerco di rimuoverle dalla mente, tenendo la testa
bassa, studiando le battute e aggrappandomi ai sottili fogli del fax, ormai sgualciti.
Un uomo tarchiato con corti capelli ricci e un maglione azzurro attillato con il
collo a V apre la porta accompagnando fuori una delle Bellissime. La ragazza ha il
viso lucido e leggermente sudato. Ha pianto, evidente. Sento una fitta allo
stomaco.
Ottimo lavoro, Taylor, dice luomo dolcemente. Davvero eccellente.
Grazie, Jeff. Si tampona le palpebre con lanulare della mano destra, per non
sbavare la generosa passata di mascara che sembra essere rimasta intatta, come
per magia. stato un onore recitare quelle battute, dichiara prima di andarsene,
piena di orgoglio.
Un onore? Recitare quelle battute? cos che ci si deve comportare? E le
persone ci cascano davvero?
Jeff guarda la sua cartellina portablocco. Frances Banks? Tocca a te.
Respiro profondamente e cerco di alzarmi dalla sedia con grazia, proprio come
Arkadia. Ma uno dei miei tacchi si incastra nel folto tappeto e perdo la scarpa.
Opl, dice Jeff tenendomi la porta aperta mentre la recupero.
Meglio piantarla di bere a pranzo, farfuglio.
Lasciami fuori, dolcezza, mormora Jeff. lunico modo.
Non bevo davvero non intendevo
di essere una vincente con la Franny che si crede una perdente e vedere se
possono raggiungere un compromesso e convivere.
Franny. stato un successo. Abbiamo lavorato settimane per portarti in quella
stanza e ora successo e hai fatto unottima impressione. Se pu farti sentire
meglio, fingiamo che non ti abbia detto nulla, avevano gi deciso. Prenderanno una
delle attrici della nostra agenzia. Quella di oggi era unaudizione dellultimo minuto
in caso la trattativa non fosse andata in porto. Ma in pratica hanno gi scelto. Era
unaudizione di sicurezza, insomma.
Sapere che non ho mai avuto una possibilit concreta mi fa sentire ancora
peggio.
Oh. Ottimo. Grazie. Hai ragione, mi sento meglio.
Guardala da questo punto di vista, Franny. Hai perso un lavoro che non hai mai
avuto. Non come essere licenziati, ti pare?
Mentre me ne sto con la mano stretta intorno alla cornetta, mi sembra di
sentire il rumore di una sirena o un allarme, in lontananza. una sensazione che
non ricordo di aver mai provato: come se sapessi che sta per accadere qualcosa di
brutto ma non riuscissi bene a metterlo a fuoco. Il rumore diventa pi forte e
allimprovviso sono nervosa, ma non come se dovessi fare unaudizione; come se
avessi fatto qualcosa di sbagliato, qualcosa di cui potrei pentirmi. Ma cosa?
Qualcosa, nelle parole di Richard: Hai perso un lavoro che non hai mai avuto. Non
come essere licenziati.
Lallarme mi esplode nellorecchio, con tutto il suo fragore: la consapevolezza di
quello che ho appena fatto, e delle sue conseguenze.
venerd e sono le quattro passate: e il mio preziosissimo turno al locale di
cabaret cominciato da un pezzo.
venerd e sono le quattro passate, e sono sicura al cento per cento che sono
appena stata licenziata.
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HERB non ha nemmeno sollevato il telefono per dirmi di persona che non ho pi un
lavoro. Ha mandato Ricky a darmi la notizia.
Qua il caos pi totale. Siamo stati presi dassalto da un branco di liceali.
meglio che te ne parli io, credimi. Nessuno dei tuoi sostituti ha risposto alla
chiamata e Herb incavolato nero.
Ma forse se provo a spiegargli
Ha detto che ti ha dato una possibilit di troppo. Che ormai sei fuori dal gioco.
Sai, un insieme di frasi fatte da telefilm poliziesco. Puoi venire a ritirare lultimo
assegno dopo mercoled. Mi dispiace, Franny. Verrai comunque al mio spettacolo,
vero?
Certo.
Poi, il marted successivo, a lezione, Penelope Schlotzky arrivata con un nuovo
taglio di capelli illuminato da colpi di sole. Ha passato le dita tra le lunghe ciocche
bionde e ha commentato, con indifferenza: Oh, questo? Me li hanno tagliati loro.
Per lavoro. Ho dovuto farlo. E aveva pronunciato la parola lavoro con lo stesso
tono con cui avrebbe potuto pronunciare la parola galera.
Di cosa parlava? avevo chiesto a Casey.
Credo sia la nuova protagonista di La valle dei pini, mi aveva risposto alzando
le spalle.
Oh, davvero? avevo replicato cercando di non sembrare troppo sorpresa. Ho
fatto un provino per quella parte.
Dici sul serio? aveva domandato lei, colpita. Caspita. Lunica cosa che ho
fatto la scorsa settimana un provino per un profumo, Aroma debano.
A momenti lo facevo anchio! avevo esclamato, e Casey mi aveva guardato
divertita, mentre Stavros abbassava le luci. Ti spiego dopo, avevo bisbigliato
nelloscurit.
Penelope Schlotzky, avevo pensato. Ovvio. Anchio lavrei scelta, per quella parte.
Per mi bruciava. Com possibile che sentissi mia quella parte, quando non cera
mai stata una sola possibilit concreta di ottenerla?
Quindi, quando Stavros aveva assegnato a me e a James Franklin una scena
insieme, ero meno entusiasta del solito. Ho bisogno di un lavoro come quello della
sua ragazza, non di un cuore infranto.
Eppure qualche giorno dopo, quando sento la sua voce, o quella che mi sembra
essere la sua voce, che parla nella segreteria al piano di sopra, corro cos forte che
sbatto il ginocchio contro la scala, mentre mi allungo a prendere il telefono.
costretto a fuggire in fretta e furia da una grande dimora per trasferirsi in una
casa molto meno attraente per la quale ha dovuto scegliere soltanto i suoi mobili
preferiti.
Ci sono anche dei quadri alle pareti: dei dipinti a olio, uno che raffigura un uomo
in uniforme, uno con un cesto di frutta, e alcuni disegni a carboncino che non
sfigurerebbero in un museo. Il letto fatto con cura e corredato da cuscini e le
due finestre che danno sul giardino sono coperte da tende di velluto rosso scuro.
Accidenti.
Grazie. Fa una pausa. Penso che vivere in un bel posto sia importante, in
fondo noi attori siamo artisti e di conseguenza pi ricettivi a ci che ci circonda.
Gli oggetti scadenti ci distraggono, sono ostacoli che mettiamo lungo il nostro
cammino quando abbiamo paura di raccontare la verit. Poi si ferma e arrossisce.
Scusami. Chiss come ti sono sembrato presuntuoso.
Penso alla mia stanza, sullOttava Avenue: poster alle pareti, pigiami arrotolati
sul letto, asciugamani appoggiati allo schienale della sedia, scarpe ovunque. Sono
disordinata perch sto evitando qualche verit? Credevo di essere soltanto
disordinata. Ma forse la mia mancanza di ordine sta cercando di dirmi qualcosa.
Come mi sentirei, se mi prendessi di pi sul serio e pensassi a me stessa come
a unartista, come fa James? Le sue parole mi erano apparse un po altezzose,
vero. Ma forse mi ha fatto quelleffetto soltanto perch non rifaccio mai il letto.
Non sei presuntuoso. Anzi, un concetto stimolante. Non ho mai pensato alla
mia stanza come a un prolungamento della mia be, della mia arte. Sono pi il
tipo che pensa: Non ho tempo per questa roba. Rido, ma c una nota stonata;
una risata troppo forte e senza freni, per un posto cos bello. Caotica, proprio come
la mia stanza.
Come se mi avesse letto nel pensiero, James dice: Interessante, non trovi?