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Domanda di sintesi

Come posso grazie alla mia esperienza di laico impegnato migliorare il livello d
i partecipazione dei genitori alla vita della scuola per farli sentire partecipi
e protagonisti?
Questo potrebbe essere l’esperienza:
La domanda a cui dovresti rispondere con la tua testimonianza è:
l’esperienza (l’appartenenza, la formazione, ...) in AC come ti aiuta a
essere genitore dentro la scuola dei tuoi figli?
Sarò brevissimo e userei molto meno dei 5 minuti concessimi: la risposta è sì! M
a poi mi tradisco subito e dipano questo sì in 4 grandi caratteristiche
1- la discrezione, il non voler mettere naso nell’ambito pedagogico, ma rivendic
are la funzione di genitore, secondo quanto prevedono le attribuzioni di incaric
o agli organi collegiali. Che devono (finché durano) essere i veri luoghi dell’e
sperienza democratica, per genitori, insegnanti e per gli studenti (alle superio
ri) – Potremmo parlare del "livello di partecipazione" – e di quanto possiamo fa
rci promotori. Domanda: quanta gente viene agli incontri sulla scuola che non s
iano critiche alla riforma?(L esperienza dello scorso anno insegna). Perché se i
o organizzo una riunione per presentare il CDI e mando via
1000 inviti personalizzati, vengono a malapena i candidati e se invece si pavent
a l’idea che venga toccata un’ora di tempo scuola si muovono le masse? Perché ci
muoviamo solo nelle emergenze? Poi io sono anche andato a manifestare contro la
riforma eh! Per questo va individuata una professionalità – sapersi ricavare un
o spazio, sfuggendo la tentazione del presenzialismo (il genitore cannibale, tut
tofare, che poi si lamenta perché non si trova mai nessuno, ma che non riesce a
creare ricambio e a diffondere la responsabilità).
2 – perché non possiamo esimerci come genitori ed in particolare come genitori c
ristiani, ed ancora più in particolare come genitori, adulti di AC ad essere att
enti, informati – non possiamo non sapere nulle della cd “riforma della scuola”
– poi avremo le nostre posizioni ma dobbiamo avere il coraggio di non farci inca
ntare dai proclami dell’universalità dei “maestri unici” e dei “tagli incondizio
nati” - Non dobbiamo avere paura di testimoniare la nostra fede, ma non come mer
a ostentazione di bandiere (la battaglia dei crocifissi diventa poi solo uno str
umento di lotta politica – chiediamoci prima che cosa significa il crocifisso ne
lle nostre vite, nelle nostre famiglie, nei nostri luoghi di lavoro – e poi se v
i chiedo – alzate la mano – chi ha letto la sentenza della Corte europea?… il no
stro impegno di laici si deve vedere… attraverso l’attenzione e l’esempio.
Don Milani diceva nelle Esperienze pastorali “Con la parola alla gente non gli
si fa nulla. Sul piano divino ci vuole la grazia e sul piano umano ci vuole l’es
empio”. Per questo dobbiamo valorizzare la funzione della famiglia… che potrebbe
essere coinvolta (quanti gruppi famiglie abbiamo nelle nostre comunità che maga
ri potrebbero proporsi alla scuola per parlare di affettività? E se non lo facci
amo noi cristiani chi lo fa?
3 – Va creata una mentalità – anche di modello, esempio e testimonianza – per fa
r sperimentare al modo della scuola le tematiche forti, quelle ambientali (vedi
esperienze del pedibus) - Spingere perché le Amministrazioni puntino sulle rinno
vabili e in generale sull’educazione ambientale – spingere perché il tema tanto
caro della sicurezza diventi miglioramento degli spazi (si educa nel bello! E no
n nel degrado) - Esiste in proposito la possibilità anche di valorizzare l’aspet
to “propositivo-creativo” a fianco di quello “gestionale” degli organi collegial
i (esperienze dei comitati genitori, di iniziative quali “scuola più bella”, di
scambi culturali, di gemellaggi con scuole di paesi del terzo mondo) – Da riscop
rire perché in epoca di tagli all’istruzione l’apporto costruttivo diventa fonda
mentale. Allora vi chiedo: E’ meglio chiedere il contributo volontario (i genito
ri qui presenti ne hanno tutti esperienza) oppure valorizzare esperienze profess
ionali di alcuni papà e mamme per far sì che sentano la scuola come loro? E nell
’essere propositivi non dobbiamo dimenticare chi siamo… preferiamo collaborare c
on l’insegnante di inglese che prepara la festa di halloween o aiutare quella d
i religione che vuole parlare della festa di tutti i santi? Che non è chiusura …
Invece di chiudere le porte alle visite pastorali propongo di aprire le porte a
d una esperienza di formazione ecumenica o multi religiosa! La scuola laica (del
popolo – laos) deve essere aperta.
4 - il servizio (non devo essere il protagonista, né vivere l’esperienza come tr
ampolino di lancio per crearmi un posto in politica – purtroppo succede spesso -
o per utilizzare il mio impegno come salvacondotto per avere un rapporto privi
legiato con gli insegnanti, il dirigente scolastico – questo è un rischio… anche
nel mondo cattolico. Anzi deve essere una modalità perché il nostro impegno da
cristiano nelle comunità locali non contrasti, anzi cooperi con il mondo della s
cuola. Ad esempio (non banale) non sovrapponendo iniziative (esempio madonnari-
acierrissmo). Deve valere sempre il principio della gratuità che è e resta un va
lore… spesso dimenticato!

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