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Tre giorni in cammino nel letto del fiume Marecchia

I camminatori:
_Insieme dai banchi del corso C negli anni 60 del Liceo Scientifico Serpieri
di Rimini e membri del gruppo Mola-Mola costituito da noi in onore del grande
pesce luna spiaggiato a Miramare nel 1934 che imbalsamato era appeso
nella sede storica della scuola.
_Oggi in pensione.
Alessandro E il marito di Daniela, compagna di scuola
Cristiano Ingegnere, entusiasta
Daniele
detto Pera
Fabio
Creativo, esploratore
Ferdi
nucleare, nuotatore
Guido
cicloamatore
Leo
detto Bo
Prologo
Il progetto, elaborato con Daniele, quello di risalire il fiume Marecchia nel
suo greto dalla bassa valle alle sorgenti in tre giorni in un itinerario che
permetta libert di movimento ed esplorazione.
Non siamo interessati alla prestazione in s, ma ci proponiamo di assaporare
il percorso in un contatto approfondito con un territorio che conosciamo, ma
da un nuovo punto di vista, il letto del fiume.
C il sentiero?
Pi di 20 km il giorno? Ma siete matti!
Siete sicuri?
Non sarebbe meglio la ciclabile?
Queste le principali obiezioni: ovvie, poich gran parte delle persone non
cammina affatto, altri camminano solo lungo strade e sentieri, alcuni
pedalano (Guido) o nuotano (Ferdi), pochi attraversano boschi e campi.
Alla fine siamo in sette ad accettare la sfida.
La preparazione stata accurata: rispolverate le esperienze passate,
analizzate nel dettaglio le vecchie cartografie IGM e le nuove mappe
escursionistiche, non sono mancati sopraluoghi per definire percorsi, tappe,
luoghi di sosta e attrezzature necessarie. Preso atto che il Marecchia ha un
regime torrentizio, stato decisivo monitorare lo stato del fiume e le
previsioni meteo per individuare una finestra di bel tempo dopo un periodo
non troppo piovoso. Decidiamo per la seconda settimana di giugno.

9 giugno: Prima tappa Fattoria Lepri-Ca del Vento.


Lappuntamento alle 9.30 in stazione a Rimini: Cristiano arriva da Cattolica
in treno, Alessandro da Bellaria, Arrivano anche Daniele, Ferdi e Guido. Fra
gli amici venuti a salutarci e curiosi attirati dal nostro originale abbigliamento,
saliamo sulla corriera che, che dopo aver raccolto Leo in una fermata
successiva, ci porta a Corpol punto di partenza della prima tappa, la pi
attesa ma anche la pi temuta.
Dopo un breve tratto su strada, nella zona di Fattoria Lepri scendiamo non
senza difficolt nel fiume in uno dei tratti pi affascinanti e impegnativi del
nostro percorso. Comincia il cammino nelle ghiaie intervallato dal ritmo dei
guadi e siamo nel canyon che lacqua del fiume ha scavato fra antichi
sedimenti marini ricchi di fossili, un ambiente sempre pi selvaggio e in
continua trasformazione.
Lacqua scorre rapida e limacciosa. Ci aiutiamo con una cima di sicurezza
per i guadi pi profondi e in corrente. Aggiriamo un passaggio difficile, dopo
un tentativo finito male con Daniele che si immerge. Scopriamo e impariamo
a evitare insidiose sabbie mobili nelle zone dove si accumula il limo.
Osserviamo divertiti e impotenti uno scarpone galleggiante viaggiare veloce
sul filo della corrente: si sfilato dallo zaino di Alessandro.
Infine ecco di fronte a noi, fra pareti sempre pi alte e incassate, la briglia di
Verucchio e il ponte subito dietro: non si pu procedere oltre. La risalita per la
ripida parete al terrazzo alluvionale ove la ciclabile non priva di difficolt
ma alla fine siamo a Ponte Verucchio, una breve deviazione per un saluto a
Zaganti e ripristino delle scorte dacqua. Qui Ferdi che ci ha accompagnato in
questa prima parte del percorso ci saluta.
Scendiamo di nuovo nel letto del fiume: oltre la strettoia, la valle si allarga e
la vista spazia lontano ove fra le argille scagliose si ergono le rupi calcaree
con castelli e rocche che danno alla valle la sua particolare fisionomia.
Adesso il percorso pi agevole ma gi pomeriggio inoltrato: Ca del Vento
dove Antonio delle Due lanterne ci attende lontana, forse abbiamo
sottovalutato tempi, difficolt e il caldo.
A Ponte S. Maria Maddalena troppo tardi per continuare e decidiamo di
raggiungere in auto la nostra meta e i gli amici che gi ci aspettano per la
cena.

10 giugno Seconda Tappa Ca del Vento-Bascio


A colazione scopriamo che Alessandro a malincuore ci lascia: ha problemi a
un piede.
Rimasti in cinque raggiungiamo Ponte Molino Baffoni e ricominciamo a
risalire lalta valle, camminando nel letto del fiume fra isolotti, grandi macigni,
soglie rocciose, strisce di sabbia e ghiaia ricche di piante fiorite e macchie
alberate alla ricerca dei percorsi pi facili e diretti.
Un paesaggio mutevole, che varia dopo ogni pioggia: anche le tracce del
nostro passaggio scompariranno in pochi giorni.
Camminiamo e guadiamo per ore senza incontrare nessuno: lungo il fiume,
i resti degli antichi mulini e di una filanda, testimoni muti di antica vita.
In alto riconosciamo da una nuova prospettiva chiese, torri, borghi e
montagne.
Il succedersi dei ponti che attraversano il fiume ritma i tempi del nostro
procedere e danno lo spunto a Cristiano per dissertazioni su tecniche di
costruzione.
Superiamo il Ponte degli Otto Martiri, lasciando alla destra la confluenza del
Senatello, principale affluente, che irrompe nelle acque trasparenti del
Marecchia con le sue torbide e fangose. In alto deve essere piovuto. Nubi
nere incombono, piove debolmente ma presto sereno e siamo in vista della
Torre di Bascio, che da secoli controlla la valle dallalto.
Ci aspetta lultima fatica, dal ponte di S. Sofia raggiungiamo il percorso della
strada romana che segue il Marecchia a mezza costa per un sentiero che dal
ponte sullo Storena sale ripida a Bascio.
Una salita che ci mette a dura prova: osserviamo stanchi ma soddisfatti il
fiume dallalto arrivando con buon anticipo allagriturismo La torre ove
Chiara ci da il benvenuto con i piccoli Pietro e Antonio.

11 giugno: Terza tappa Bascio-Pratieghi.


Di buonora siamo gi in cammino in una bellissima e fresca giornata di sole.
Sosta a Molino di Bascio dove dopo un altro caff, scendiamo al fiume dal
ponte che porta a Gattara.
Lacqua chiara, trasparente: aumenta la pendenza e pi si avanza pi
grossi diventano i ciottoli nel fiume. Raggiungiamo velocemente il punto in cui
il Marecchia riceve le acque del Presale e piega a destra.
Ben presto lambiente si fa selvaggio e lacqua scende rapida fra massi e
rocce e supera briglie formando cascate. Approfittiamo di unampia vasca
naturale per una breve sosta e un bagno rinfrescante.
Pi avanti il fiume incassato fra pareti franose e chiuso da rive fittamente
boscate. Da alcuni punti appaiono in lontananza case abbandonate e borghi
disabitati. I pochi allevatori e le loro opere sono appena pi visibili delle
tracce degli animali sul fiume.
E a proposito di presenze che ci hanno accompagnato nel nostro itinerario
ricordo con piacere le colonie dei variopinti gruccioni, gli aironi, il raro
occhione, lalbanella minore e le tracce del lupo, del cinghiale, del capriolo,
della volpe: animali che trovano in questambiente fluviale protezione, cibo e
vie naturali.
Lasciamo il fiume salendo a Tramarecchia, sullIter Tifernum ove
sembriamo timorosi romei, in particolare Leo con il suo inseparabile
bastone.
Superiamo molti recinti aperti e chiusi e aiutiamo un pastore moldavo a
spostare un fuoristrada in avaria in cambio di assistenza nel superare cani
mordaci a difesa di un gregge.
Mulattiere e tracce di sentieri che si perdono finendo nel nulla mettono a dura
prova la fiducia del gruppo. Il gruppo chiede: Ma sapete dove siamo? ci
siamo persi? Confabulo con Daniele, procediamo in discesa ove labili tracce
di zoccoli ci guidano di nuovo al fiume in localit Molino dei Doddi. Non so
come, ma abbiamo trovato la via. Qui incontriamo alcuni giovani che fanno il
bagno in una grande vasca: anche Cristiano ne approfitta.
Solo pochi chilometri ci separano da Giuseppe e Luciana del b&b Le
Querce a Pratieghi, dove ceniamo in compagnia di Alessandro, Daniela e
Milena che ci raggiungono per festeggiare il successo dellimpresa.
Le sorgenti le visiteremo domani con una facile passeggiata dalle Due
Querce.
Dal diario di Fabio Maroncelli 21/06/15

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