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WTRANSILVANOF a RW Nef quale facitmente, & prefto s'impara di conofcere foprata Tafta~ PA eral luogo di ciafeona parce caine nel Disninuire i deucnd, SME portarleman, & ilmodod intendere la Intauolatira ; protwando FURR izveritd, & neceffed delle fe Regolg, con le Toccare de-diuerfi DIALOGO- SOPRA IL VERO MODO-Di SONAR Organi, & Iftromenti da pennae i B DEL R.P.GIROLAMO DIRVTA PER VGA NO, Dell’ Ordine de’ Frati Minori Conu.diS. Francefco. wa ORGANISTA DEL DVOMO DI CHIOGGIA.. Ecccllenti Organift, pofte nel finedel Libro. AL’ SERENISSIMO PRENCIPE di Tranfiluania. -€ON PRIVILEGIO. AVITTOR E‘DELL OPE RA ADPRVDENTELETTORE ~~ ci ,Actutte lelcienze; che dalfintelletto humano fi comprendono, per difporitio- ine della fonnniee Prouidenza di Dio, fi tiducone ad vn principale intelligente , & Macftro 4° fe che per Eccellenzi¢ da tucti intelo, & honorato: cofi nella Filofofia,, fe: diccil Filofofo ¢ iS fubitoimtelo Ariftotele.. Nella Medicina quando fnomina il Medico , {i comprende Hipo- fate. Nella Pocticated latini, Col nome di Poeta, frhhontora Vergilio, & tra-volgari il Pettar~ “ea. Nelle facte lettere quandofi ffx mentione del Profeta,intendiamo Dauide, come nel di- rel’Apoftolos’intende lempreS. Paolo. Poiche tutti quefti per éflere Eccellentitlirhi nl loro < S. fapere, ritengono.il nonie della propria Eccelleniza quel che auenne anticamente nell facolta della Mufica, dandof iltitolodell Eccellenzaad-Orfeo, Sad Anfione. Etchiaramente veggiamo , che fi di hog agli [ftramenti Maficali , criamandofi per Eccellenza , Organo quello che raccoglic in (etutti gl'altri, ‘eioela Vite i cutti galeri Ftromenti, con li quali il valote de la Mufica, ne le voci, & ne’ fuori foatiemente fi feopre ; onde 0% ganocofi chiamatog Réde gl Tftrumenti ragionenolmente tenuto nelle Chie‘ facredi Dio, per renddere lode & ho- noted Sua Macfld : conlamedefima ragione 1a mano nel corpo humano &detta Qiganode ef'Orgent , cioe Lita mento che per opetaresfi-ferue ditneti gf Iltrumenti,che appartengonoall'operatione deV’attificio. Nome per anen~ curanon inteloda molti che fe credono che Organo non voglia dire aitro-che quel! Iftrumento Mufirale che s'vla nelle Chiefe accompagnato da i facti chori cone voci de Cantori; perche nel Salmo Landate Domina in det & Organo ; ma veramente ficome il Lauto, la Chitara, fd Lita, !’Arpicordo , et Clauicembalo, tueti poyfe ficial chiar mano Iitrumeti perche il Sonatore gl'vfa per moftrate fa propria virti fia del Cantare,&¢ del Sonate; tati ’Orgatio, che per Eccellenza ¢ cofi chiamato, raccoglie in fe fte(lo tutti gli Iftrumenti muficali , & tanto maggiotmente ¢ de gli altei pid Eccellente & pitinobile, quanto meglio rapprefenta 1a voce humana, opetandofi in effo # Hato, & lama- no. Elecanie di qual matetiaellé fi iano, rapprefentano le fauci humane, per doue pafla lo fpitito a formate i fuo- no; & la voce, chequafi fi pud fecuramente dite, che!’ Organo fia vno Attifitiols Animale che parli, fhoni ,& canti ‘con le mani, & cou Farte delf huomo, 8 che per tale cagione fia nel Tempio di Dio si bene fabticato , con dinerfi or namenti, & folo operatone”facti officij, petlodare corte voc, & coiii fuonil’Opere grandi & marauigliote di Sua ‘Maclta : & erd tutti principali [trumenti, che col nome d’ Organo, fonocelebrati, belliffimo,é quello della Citta di ‘Trento , marauigliofo queilo nel Duomo d’ Oggobbio , & degno dieffer veduto & fentito quello della Chiela Cate- draledi Cagli, ne quali tutti fi raccolgano gfi alts ftramienti con faauiffimo concento, & con dolciffima confonanzas ‘Quel che hauendo io per proua veduto; 8 con diligenz.. comprefo, mifononen poco marauigliato che tra tantino biliffimi, & Eccellentiffimi Organifii che fino a quefta hora hanno fonato fiegregio Iftrumento ,non habbino pi namente pofto in luce I'Eccellenza d’eflo s cL mode diben trattarlos-Pero‘con buona pace dittutti , & col mantenii~ mento delle loro lodi , ad Honore & Gloria di Dio, & a tatisfattione delle Chriftiane orecchie, per intelligenza de gli clleuati fpititi, che disi honorata facolté fidiletcano ; hd deliberato con Fainto difiua Maeftd date at mondo quelte mie volontatie fatiche-intomo all vf di quefto iltaftre trumento, acciache si come gli é capo, & principale dicueti, cofi in buon modoapparifca 5 & chiaramente's intenda , qual ia il veto vlo di maneggiatlo , & qualela dolcezza y & foauitd chetendano.ineffo infieme bene wnitituetiglialtri Inftrumenti, per rapprefentare in Terra il foauiffimo con- cento de Beatifpiriti in Cielo, in todare tddio Benedetto, quel chenett Organo di San Pietro di Perugia fi mottra con vnbel werlo dicendo, Hac/i contingunt Terris que ,gaudracalo®? Come fe diceffe, Sc in Terra fi gode ditale foape ar moni con tanto aréficio procurata aff orecchie humane ; qual godimento, & gioia debbeeffere de’ chori Angelici_ & de Bout {pri in Cielo? é veramente quello merauigliofo Inftramento, che Organoé per Eecelichr chiamato, come corpo humano gouernato dall Anima ; poiche come s'€detto, il primo alpetto d'eflo, grandemente diletta Focchio ; €'lfuono che arriua all’orecchie come parole che fignificano gl affettidel cuore , rapprefenta Finterna. di- fpofitione delo fpitito, chelo gouerna , haniendo imantici corrifpondenti al polmone , lecanne alla golas itaftia’ . lenti, €1Sonazore in vece di ingua, chc con leggiddri mouiment: della mano lo fi foatiemente fonate , & quafi con dolcimaniere parlate.. Diqut e che ogn'vno dourcbbe , con ogni fuo potere sfutzarfi di proceder pertimezzi pith perfettis percioche facendo alttimenti, frpotrebbe affimigliare la grandezzad’yntale IMrumento; x¢-virhuom ben —— proportioriato, in qualunque parte dell.’prfona firs, & che dipoi, habbia vna intriceata’, & barbationte Jingna; che Iodificonci, & guafti. Ma come Ja vaghezz2 delle figure ben colorite, trabiea fe'occhio de’ sifguardanti scala foauitd de’ concenti’ben proportionati, artivartlo all orecchie de gliafcoleaiitr, penetrane’fecret: penticel, S nelle ccelate patlioni di quelle , Iaonde debicamiente ¢ pofto come in proptio luogo nel Tempio di Dio , accioche coneflo,- siinuitino, & qualisforzino i deuot} & fede fpiritiad vdire le lodi, & gli honor, che'con gli {oni & con le vori, be- ne accompagnate fi danno all'altfiiua Mfietta di Dio ; il che ragioneholmente m'ha moflo a darne alcune Regole 5 & moflrare alcuni modi mio ginditig {rreceffarij per ben conofcere, & eflercitare la Virtiiditale Trumentos cof < richiefto damolti che fentendomi di cilfdifcorrere m’hat ruor to. publicare quelli miei penfierial mondo, per commnine beneficio di tutti quelli che di tal fucolea Muficale fi diz lettano, & diben confeguitla defidetano«. Itche Faczio in tanto pitt volontieriy quanto pitti fento infiammato dal Eccellentiffimo Signore Claudio + gola— to Feruore pegato,nonche doleementeeflarea=—==—— Metulo da Correggio, come per quefta fina Epiltola yi dimoftia, quanto. quelta Re= aS ey : ; _gola fia neceffara perbene intendereil vero modq-di Sonaze . Perd prego quanto pit poflo, quelli a chi piacérd di Teggere quefte mie Regole , che non vogliono in. rmi ditroppaarroganza , 6 temeritd , {¢ io ~ omhauerd piena ‘mente fatisfateo a quanto 4 finobileimprela firichied ‘onfiderando che niuna cofa di qual fia arte, 6 cienza, fa inryn medefimo tempo perfetramente cominciata , & compitas ma che per gradi, & {patij ditempo, & diftudio Pare aly pear céme [pero io che debba suited -quefta mia ‘ihuoua fatica , che da chiati intelletti ben ~ conofcinta , fart opportnnamente honorata & gradita. : Boe _esgengeagenpenpenge re apr eumngeniemrnge huvbsaadRasduadaachuaclia Miaelbaaesnlle vlcedi ie AOL Bak TO RL f CLAVDIO MERYV ‘DA CORREGGIO. 5 6: = Oe [Ntutte le faculta Signori miei; per eflere profeffionigrticolariy- Channo iloro principij 5 & termini differenti 'vnodallalvo, fosliono plo SesBttere cette loro propre ofleraationl, chenonpoffono intieramente effer note 4 coloro che non fono perféttamente intendentt delle facultd medefime. -Perd efferidomi venuta accafione di mandate alla tampa il Primo Libro, delle mie Catizoni alla Francef¢sda me polte di nuono in Intav@latura ho volutoda- revnativertimento a tutti, che giouerd loro 4 fapere certe cofe intomo all’ordine , che in eff é4aofferuare : le quali ,.fe ben paiono cole dipoco momerito, fonoperdtali, che non ha~ * SY “nendofene qualche notitia , & lume non s‘haurebsbe quel compitoguftonel{uonarle, chefs pendofi a parermio fi potrd maggiormentehavere , Vaiuertigvento dunque'ch’alla-genti- Jezza ¥oftra; mi pare hora ncecf!atio di dare, & che per leuarqualche dificolta, che potefle nafcere nel volerfi feruire di quefte prefenti mie Intanolature, fadi meftiero il faper eli ordini- co-quali io foglio regolare quelle diminution, ch’é vio mio d'adoperate.. Ma affine ch’a tutti poilaeffer ficile il redurlo in prattica, con|'apprendete con qualdito s*haurd da dar principio alla minata, 6 tirata che vogtiam chiamatla ; & come § debbono prendere i filtitanto con Tadeftra quanto con|a finiftra mano, fara ciafcuno accitata diligenza-per hauere vn Libro non inolto tempo fa 5 compotto dal R. P. fed Gicolamo Diruta: il quale con ogni merito di fiflicientia i trova al prefenteal feruitio della (Chiefa Cathedrale di Chioza , fotto il Reuetendiffimo Ve(couo di quella Cited. Etio infinitamente mi glorio, che gli fia ftato mia creatura : percié in quefta dottrina ha fatto 3 Ii 3 & 4 me infieme quel fingolar honore, che da per- fonadimolto ingegno fi deue alpettare. Nel medefimo Libro.egli a con ognidefteezza, & eccellcntia trateato tutto quello che in quefta pratica faper fi conuiene : fuccridomianco intendere j che prima , che lo fetmnaife ,ben-che folle attod poterlo fare, fenza prendcr i giaditio d’altt, fi compiaque nondimeno di fanotit me, col conferitlo particol: riflimamente meco’s rendendomi con tants rifolutione le ragioni d'ogni occotrenza,, che reftatone con-molta meta~ uiglia io Vapprobai;-Anzi lo perfafi che pet publica vtilita, non doueffe in modo alcuno lalciardidarlo in: Ince, co- me credo che fenza dubbio haucrd fitro~ Studifi danque ogni ftidiofs perfona ych’hanrd carod’ineendeve ilmede- -—_ fimoordine, colqual quefle In:auotatute s'haittanno da trattare + d hauere il detto Libro; che con quefto chiarifii molumes afficiera dinon comin ire al buio. Tntanto la gentilézza voltra fi degnera d'amarmi ; & di acccttarc di ~ buon animo le futiche di chi pcocure digiouatuis —--- _pengeagengenpeagengrayesyr apne huvlusudacaelalashidadinwlasiadaehs | ~-TRANSILVANO DIALOGO_ DEL R. P. GIROLAMO DIRVTA ~~ aes PERVGINO | é = 7 ‘Dell’ Ordine de’ Frati Minori Conu. di $. Francefeo, : : SOPRA IL VERO ‘MODO DI SONAR ORGANI 5 7 ISTRVMENTI DA PENNA. - INTERLOCVTORI-- TRANSILVANO ET DIRVTA ~ o— Bt CCO chepur'alla fine dopd i granofi ffenti del lungo, c fiticofo viaggio ; merc? della-bonta. ~ di Dio ; fon gionto fano ,¢ faluo in quefta Iilyftrifima Cited di Vinegia ¢ fento allegrezzast Y ineftimabile d’eflere arriuato irrtal giomo quale & quello hog, in cui fi celebrano con tan to applaufo l'Afeendimento di noftto Signore in Cielo ,-che niente pit, poi che potto d:pieno {odistare al defiderio mio’, di vedere , & inchinare il Sereniffimo Prencipé ; con tutto il refto del Illuftviffimo Senato , & infieme gioire vdendo idolciffini Concerti, & armoni canti, con -qualis'fonon me ingannoé per honorarfital folennita: E pet ageuolare qvillomiodefire, mi giouara ricercar domandando vno di qucti folti drapéllidel!Iiluftre Signor Cauallier Mi- tchele , quale per effer affcttionatifimo del mio Prencipe, da cui per hora mandato fono, mi facilitard la vied vedere ilprimo, & vdire iL{econdo. Mas‘iononerro; eccolo la in mezzo di quei due Gentilhuomini eitro 1a porea di San Marco, il rtrouate colt di leggicro quefto Signore ; midd fier caparradi confeguire quanto defio. Dio vi falui Tiluftre, ¢ gencrofo Signor Cavaliere. Cau. Dio falui vofta Signoria ,altrefise che buoniaifari, {e élecitota condu- ono hora quiut 6 quanto mi é caro il vederia, si per intenderenudwa.del {uo ; enfio Preneipe, si-anco per goderla conalttimodicheconfittere. Tr. Del Prencipe fuo'amoreuole , e mio Signore credo ne fa bene, fe put firitrowa in ‘quel ffato,nel quale io f lafciai : inegotij che qua mi fpingono, {ono quelli, che effendo il mio Signore cordialiffimo amatore di Muficr, cdi Couccxt(, ri ha mandato di Tranfiluania in Italia’ ritrouare vn compito raccolto di tutte ~ FOpredi valent’huomini ;enellartedelta Maticayedelli Inftrumenti , de’ quialine hd ritrouato la maggior parte : lle che piti bramauo 5 di cui io particolarmente mi diletto , non hd potuto oteenere pet ancora, poi che do— ‘pol haucrnicrouiate Regole, entodi di fonare ogni forted'Itrumentf,, non mai mié capitato nelle mani Regola che snfegui.ds fon.r p-rfettamente it fapremo Iftrumento che € | Organo;_Ben vero éche venutomialle mani quella no- wells compofitione delle Canzoni alla. France intauolate dall-Eccellentlimo Signor Claudio Merilo da Correg- gio, me inuiai per ottenere quc(to vero modo di fonar Organo ad vn Reer Padre Gicronimo Diruta, con cui fe per Iezo di volta Signoria Illi pteteabboecarmi ni Carebbe oltta modo euro, che auld pieno fpcgarcat amie mio, ¢ ardent voglia , ch’iohé non folodi portarmeco, ma ancod’impararea viua voce fecrets, e Fegole di ben Fonare Organi. Cav. Giutiflimi defiderij in vero, & honorati affari, degni dilodeye-di fituore itifieme ; ¢ piacemi che opportunamente fiate giunto in quefto'si folenne giorno, 1a douc non (olo fotrete agiatamente parlarcon il Re- anerendo Padre da voi ricercato, maancora di (corgere legrandezze di quefta Screniflima Citta, Bc eccolo apuntoch perbuona forte (ene vieneallayoltanollras Padre Dituta iol ditei volontieri quattro parole quando fotle fees fu incommodita: Dir. Dica pur quello che la vuole Mlulkie Signor Cavaliere, ch’io fon qua hora,e fempreper atcolearla,e per ferait Cave Quelto Gentil huomomioamicisfino. giunto pet hora in Vinegia defidera fauellarfeco , qual deliderig view .. agionato dalle rare virttl fue , edalle degne lodi datele dal Eccellentiffimo Signor Claudio Merulo da Corregeio, © quale come hd intefo per hora da quelto Gentil huomo y dice non potetfvperfertamente fonar Orgino fenza vna certaRegola nouariehte ritrowata dalla voftra Signoria Reuerenda. y Dir._ Le lodi datonii dell’ Eccellcneifimo Signot Claudio mio Padrane, ¢ Maeftio, Hin vengono cagionate dalle mic vita, ma dalla nobiled dell'animo {uo ; e come quello,il cui petto é nido di corecfia,fi compiact lodare quelli che inquiiche parte vanno immitando l'atte,dc cts cglié eapo,e Macltro: pure mentrefen-andato inimitando-fenniis Jnaurd imparato intorioalmodo dgfonar’ Organe:s fon quieproneifimo perdlargli ogni loreed ifiuistieions pottis Dilod me, percommunicarl: quel poco ch’io lapro cijea tal arte, non perdonandod fatiea, veruna. < Bruna Parte del Trai Gluano Distogo di Chirolaino Diruta. : AL ge SaTheLa oe OR nee TRANSILVANO DIALOGO - sh Ta Retrerentizvottra € troppo cortele, eqiiatiffe mai portd renderlile-dounte. gratie ? Signor Caualiet poi che mi fe prefentuea cofi bella occafione , datemi viiprego licen, ch'to pofli fauellat feco,, poi cheme ne fa gratia _ che gutta (era fard con vortex Signoris Hlullée. Cav. Mi contento poi che farete elpedito dalui, ne verrete. = Tre. Hora Padve Diruta la pitea le colli piace ; dar priucipio a quanto mi bi promeffo, ch’io'afeb}eard volontieriy ele poflibi 1a nanderd-2-memoria tutto quetlo che-la me infegnerds "=. z Ses Dis: Eecouni pronto per ellequiequango-vi ho promeflo , ma hia bene d-roftro maggior agio,e commodita-ne redu ‘ciamo tilt Fran doue con la commiddita-ddf-Aroiiento , potro fenfibilmente moftrarui quanto defiderate , 8: _horefie gionti fiamo.- Seek oak oe z x : Eo 2 lfebetto Muficale. a s Dico, che ficome tutte le fcienze hanno i propri principi}, da qualis'incomincia cofi parimente noi ei fingeremo » ‘va prineipioin modod -Alfabetto,ben vefoé,che hari lolo fete letrore,& farano quefte opea = diquelte fi itpareraje prclto,e facilmente tutto quello,che impatar fi {uole nella mano muficale con lunghézza di tempo. Tr. Hauese bea ragione di proceder mcco con faciliti, atté(o che molto mipiace, &anco é delidcrata : datutts, Dir. Con ogni mo potere cercheré di facilitates = ~ Sapplical Alfabetto lla Mano Mufeate, ~ Hora feguendo il mio intento vi dico , che volendo vai imparare lamano Mulicale fopra qhefte lett lettere , douete ~~ feraae quettoordine, cio’ nel’ A. dite. A, la,miste, nel B. B, fa, b, mine! C. C, fol f2,ve) nel D. D, la,fol,renel E, £, 12,005 nel EB, f2, v6 nel G. G, fl, te, vt, le quali tettere vannio replicate,come i giomn della fetsimana; iqua~ i Jono fcrte | oreaio fortfle nome del primo , cofi numeratec harete le (tte lettere , ritornarete d ripigliat la pri- aye coff G fegue: chanendo noid praticare quelto Alfibeceo nella Taltatura, poi che del fuonotratciamo, doue~ te olleruare'iit:flo ordine diquefto Alfabetto .. Ma prima vi auuiertilco,che le Taftatute d’inftrumenti,di perina,. come di Manacordi, Se Ogant, hanno diuerfo principio, poiche alcuni hanno per principio il mi, re, ve, altrinon hanno quetto principio. eae ai Tr. Deh di gratia dichiaratemi quel che fia quefto mi, te, vt LeTaftature fitrouanycon diuerfoprincipio. - Dir. Umi,te,vt, alteonon’, f nof quando G troua nel principio della Taftatura dopd die ratti bianchi, teeeaftin, ‘gris ma quando nel principio vi fono tre taltibianchi, & vn negro, quelta fara fenza il mi. te, ¥t- Tr. Ucutte hd intefo beniffimo, ma ditemi di gratia; perche noir date principio la miano Mulicale , come feriuono ~ diuerfi Autcori ciod-dar principio, edire Gama vt, A,te, B, mi, con tutto quel che fegue? Dir. Perdue cagioni. Prima petche le taffacure hanno diucrfo principio , come haute intelo; & per queftonon poffo cominciar in F. vt, pernon ritroarfi primo tafto conuenientel fronome. La {econda ragione; perche prinei= piocofi nell’A. edica 4, 2, mi re, non’, te, équefta : porche in A, re, non di é pili che vna folnota : ma dicen- do A; la, mi, rc, vifi trouanotre note, la, mi, re: a, peridifcendere: itr, per afcendere per ps quadro:il mi, per be mollc,come piti oltre tronarete nel leggere fe note fopra tutti i teiti: Et potrei aggiungere: 4 a quefto, chelama- no Maficale, che fiprineipiada Ive, fiiod E,1a, non vi f trouano altro che venti voci, doue chenella taftura venefono pitditrenta. = a : Comt iba da recitarla mayo ouer Alfabetto opralaT satura, Quando adunque volete recitare quel’ Alfabetto Muficale nella taftura,elfendoui il mi,te, vt, il quarto tafto bianco fard sl exfto primode A, la, mi, te, equando non vi tronarcte il mi, re, vt, fard i terzotafto;che fara tifteflos-€ fo= pra diquefto terzo , ouer quarto tafto dene dirfi_A,la, mi, re, ¢ fopra il (eguente B. fa, b, mi, feguendo per li taki _ bianchi. C, Ol, fart, Ds a, Of, re, Eslaymni, FoF, ve, G, (ol, re, vtsedito G. fol, re, ve, eguire fopra il tafto fe~ guente , che fard lottaua del primo, A la, mi, te, replicando il medefimo Alfabetto,, tanto quanto bifognerd ; per ariuareal fine della taftura , poi che per regola ferma iftaft> ottavo ritien qe! nome che ha il primo, come li gior= -nidella (eteimana. E ae _Dimoftravion: delle Chtanie s te Erolere di quefto vi &nece‘fariofapere quali, equante fianole chiaui, laprima di F. fa, vt, La eeondadi C.fol,fa,vty lacerza, di G. fol, re, v6, le qual fono.quelte qui-difocco formate DiC fl, fave DiG. fol, re, vee i =< Inqiuali taf fi srowano lefopra pote Chioni. fi Ta Chiaue di F. fa, vt; fitroua collocatanel {eflo taito fopra i printo-A lay mi, re; 8 quella di-C. fol-fa, vt, einque-— Ga eve Ca Gu fol, te, vt Giiquetaftifoprt C. lal, fisve, inmedoaleche vnaé diftance dalfalera per ena quinea + Lt Chiaued F. fa, i, ferue alla pares del Ba(lo quella di C. fol, fi, vt, al Tenote 8d tute leparct ;& quella di G. fol, te, vt, feruc folo alla partedel Sopranos “Ancor vivoglio dimoftrare tutte le tigu _r@ Onote, chele vagliamo dite, & finominaio, fecondo: ‘che-fi yedeno nominateih quelto eflumpioe’ DI GEROLAMO DIRVTA 9 : =-becognitione detnttelendter <> — = = Longa: Breve. _Semibrete. Croma Semicromay Biferoma. ae ee] ‘La Maffima vat otto battute, 12 longa quattro, ia breue due; 1a femibreiie vna, te minimeduc alla battuta, le feri- © Rime quattro, le crome otto, le emicrome fedici, lebifereme trentadue. : SES ~ Regoladelle mtzationi per atere ‘Veniamo horaalle mutationi , doue vi voglio dare'vna regola, chein vn tratto faprcte leggerc le note per tutte le + Chiaui, & {opratutee fe parti, &-fopra tutti litafti del noftro inftrumento, & prima ditd per fH quadto, doue.f fanno - jatre luoghi; in A. re, D; re, E. mi, in E-lami, perdelceideté, in D. re, per afcendere in «1 A. te , per afcendere, eedifeendere. : Z Tr. Deh di gratia dichiaratemicon effempij quelle mutationi = Deli eidelematationpe 9 jie. Dir’ Te motationié il mutareil nome di vn2 nota, nelnome d’va‘altra invna tiga medefima, oueto {patio in medefimo faono, ouertafto. Per il che in ciafcama A. re, & in ciafcun'D. re, per a(cendere : dicendo, re, &in-cia- feun E. mi, per difeendere , & anco in ciafcun A. te} dicendo; a ; elle mutationi fi trowano , come nella fcaladella ‘taftatura megtio vedrete. Ecé da faperdi piti, che fi come le (ette lettete A.B: C-D. E: E.G. fono fia di lorodiffi~ mili, che fimilmenite fono diffimili i fuoni, & li tafti, a quali attribuite fono : percioche dal primo fuono final fet~ timo inclufine, naturalmente procedendo, non fitroua mai-voce,né tafto, che fimil fiaall’altro: ma giuntoall'ot- _tauo nell" acuto,6 nel graue, procedendo fi troua tal fimilitudine per tanto,{i come giunto,che fé all’orrauo fi tro- ua la fomigtianza det fuono, e del tafto, cof parimente , fi troua la conformitd della leteera , che gouerna il fuono Dunque procedendodal A. re, fi va per fino al-G. vt, alla replicatione ritornando. -Ma difcendendo fi toma per = fino A, re, ¢ po(cia al G. vt, incomincia come per eflempij trouarete., & per maggior chiatezza de iluoghidelle ‘mutationi, f fatanno annotati conte lettere delle mutationi, ¢ di note negre, con li quali andando in sii, 6 flano ia A. re, fiano in D. te, fempre fi dice, re,ouero ins intende efler empre detto .. Ma venendo in git,6 fiano in E- mi, Gin Aste; fempreil la, fi proferilce, 6 per proferito fi tiene, comela prefente feala vi dimoftra. - r t ‘Dunque perleragioni fopraderte, alla prima nota della fopta porta feala diremo,vt che fara il primo taito bianco, ~ re,nel primotafto negro. ‘fecotido talta negro; & quefto fi dimanda il uti, te, vt, Fa, diremo nel fecondota- us fto bianco, doue che principiz a taftnta, quando non vi¢ il mi, re, vt. Et G {eguita con!'ordinefopradato. delle rautationi di b molle. 2 = 2+“ yedarele mutation per B quadro €necelfario fapere le miutationi di b. molle, le quali fi fanno in quefte tre letec teD.re,G. re, A. te, in ciafcuina A. re, per defcendere; in ciafeun G--vt, perafeendere,, & in ciafcuhD. re, per afcen ‘dete;& por dulecndere. Peril che in D. re, & in G. ve, per afcenidere dicendo, re, in D. re, & in A. te, per defeen: re,dicendo, la; i come qui perla dt fotto feala,fivedes Auertendoyche nelle righe, & fpatij, doue fitroua quetta let: era b. fitocediiltaftonegro, in vece de! bianco. ts z a : < ‘Scala foprata taftatura per afcendere di b motle. Z a . Tr. Theateo hd intelo beniffinio, . S fut Dir. Hota, che hauete intefo Je mutation fopra lataftatara ; voplio ancor (fe cofivi piace ,).che Fictlate vp'altea. mento, @ conofeere tittle modulationi delle patti diftintamente , fopra li = alli cio, qual frilloco, del Bafo delle aere pari come qu ell eguentieflempij iedete. nn P'* = Modulatione det Baffo per B quadro. Praticato, che hatterete tutte le parti, fopra deli tafti, ne cauerete quefto giouamento 5 che jniparate note ficuramentee prefto , fopra tutte Te parci;- 8 arico quella pratica vi infegnera facilmente la Intauo fonite fopra ena parte, &¢anco fonar foprala partitura. Hora veniamoalle modulationi di b mélte. Modulatione di b molle fopra il Batlo. to , TRANSILVANO DIALOGO _. - tn Digtan gioudmento certo mi@ Mata quel pratiea; mamoltogratomi aia, che midechiaafte la diffevene2; - chef i bemolle, a e z Ladifferenza, che é frail kg quadro, e+ il b mole jr. Molte ragioni vi potrci addutre , ma perche voglio folo attendere alla femplice pratica con femplici parole, di- et quel: oe pit imnporea. Tlegno, ehemofirai cantode b. molleé quefts ! tera by etrouafinel principio del» _ canto’, ¢ naturalmente fi troua nella cords, ouer talto negro di b. f2 b. mi, & accidentalmente {u'ltalto negro di Elami: quefto canto , over faono rende 'atmonia pitidolce ,¢ foaué, e per quefto fi dimanda inolle. Il egno, che moftra quefto 1, quadrato, ouero qnelt ale. chiamato dfs, ne principio delle cantilene, non v}fimete perche ogni volta HSpenet principio non fi troua quefto fegno b.-‘intende canto di B. quadro . Mali fegni © quadto Bax f trouano (parfiaccidentalmente in diverfi luoghi per le cantilene, equelto-canto per gars ren _. del'armonia pit. dura, & pit acuta, & per que(to fi chiama da molti B duro. ‘Tr. Ditemi di gratia l'etfcta, che fanno quefti Bent Regaine lnene ‘nel canto, ¢ nel {uono. = _Lieffeti che fannoi fegni di 4 quatro. “Dir. Queftifegn [484 fivfano.a beneplacito; matantoé vno di fignificato, quanto altro, nel canto.¢ nel fitono fin~ he chet 0, che ae vn femitono minore, chenon éaltto, che quella diftanza, che é fra il £458 imi, di Bfa b. mii fa fuona nel tafto negro, & il mi nel tafto bianco ; tome moftraquefto eflempio. Aliomodo. Et permaggior intelligenza ne porcd vn'altro effempio come qnelti \gni Bx trasformano la nota di vt, inmi, & di £2, in mi, & difolmi. : ‘Naturale. ‘Anzi pet dire pid chiaramente la lornatara ,Fanno-, che quellenote che fidourebbono fonarenelltafti bianchi 5 faonano.ne itaftinegri, (comedi fopra hauete veduto, ) e quando le note fi cantano per b. molle,je quali fio ‘nano, ne italtinegn, le fanno mutate ne i tafti bianchi, come dimottra quetfo effempio. * Naturale, Accidentale. Pega Tr. Beniffimo in verohd capito Ta natura di quelti fegni $9 3% & certo, che fara di giouamento anco a Cantoris - Dir. Poi chhauete intefola acura delli fopradett gol, 4 & il modo di offeruar laregola della Mano muficalefopea Te fete lettere, & infieme le mutation dt jquadro. edi b. molle. Horame accingo per dichiarara quello, che Ingo eempo lao oceit,echetanco' fr defdera, equelty fata Regoladi fan ‘Organs Tr. Hor fialodato Iddio, che fon pur artiuato al mio defiderio : & fi mal oa ftato attento; adeffo piti;-che mai fere © matdlamente in a(colearquel che dite... Hi Se ‘Regolaper fonar Orgs riglatamentecon grand e>legiedria = —————— Dir. Laregola, che dar, vi voglio per fonat regolatamente Organi, a prima fronte vi patra alquarito ofeura,e difficie tej ma iluttrara dame, con chiariffimieffernpij,vi fi tendera facilffima, 8 euidentiffima . E pet cominciar di qua, Ta Regola e fondata fopra alcunidocumenti. I! primo de® qualié che 'Organifta-deud accommodarfi con 1a Perfona inmodo, che ftia per mezzo a tatatura II fecondo, che non facci atti, 8 mouimenticon la perfona, ma Mia col corpo,e c6 latofta dritto,e gratio(o, Terzo deue farsi, cheil braccio guidala manoye chela mano ftia femmes Pre dritea,verfoil bragcio,e che non fia pit alta,ne pit bafla,di quello, il che fara quando il colle della mano fiter= Ti alquantoalto,pe of la mano f pareggera col braccio,equelych'io dicod'vn,intendo dell altra mangan= » fora , Quarto, che le dita iano pari (opralitafti; ma perd inareate alquanta'e Otttedi cid, chela mano fia fopra - latafatura legeicr2,e molle,perche altriment-le dita hon f poteebbono miouere con agile prontezza. E fical- ‘mente , che le dita premano il tafto ,enon lo battano,¢ leuandole dita quantos inaniza il tafto. Efeben quefti-. document paianadi poco,6 dineffun momeit, fee deve petd fut grandifimo conto,pet I'vtiledche ne appore fonares——> oo Te Par tano: poiche fan}, chel'armonia rie(cadolce; foaut, el Organiftanon f incommodi nel “A DI GIROLAMO DIRVT™ = io Tr. Pacbencal primo {contto, cheli detti documenti non fiano vtili, ma iomidda credete , chenon Lolo fiano vei- Ji, ma valilimi seneceflanijdimi. Ma pur defidero {apere, che togliaal’armonia, il tener dritta, 0 ftorea a tefta. “pati, 0 inaréastte dit, A : ae = ee Dit oxtnipondo, chéuyatoghial armoni mache dquo Gleorgelagrabita, e leggiadria dei’ Organitta,e i qui nats, cheeinpo leggiadrovegrasito$)eme8ilslanos Gaudio Métilo da Gomreggio perollans quell -documienti, che pur hora vihd detto. Ladeue pero contrario vno, che fitorce,o piega allomiglia itt coftod en Fidicolo attegiatore di Comedia: Edi qui na(ce anco quellalera dificultd, chel’Opred'vn cotant’hnomo non ~ fanno quella riufcita , che douriano , e con quella leggiadria che fon fatte, perche ogn’'vne come li va pet captic~ io, fiona, ¢ ftrapazza (per cofidite )'artt, dando poila cagione alla difficultd di quelle; e pitid’vn paro divol- tc nu (omrineoutrato in queftitali ,¢ doue eglinodiceuano eller dificil, io faciifime dicena, & infegnatali quella regolaequeftidocumenti, f fonoaneduti, che datt'ignoranza dion fapere-ritrouare it modo, erion dalla difhi- culed di quelle nafceus il non poterle fonare. Tr. El Opre de gli altri valent’huomini riufeiranno con quefta regola in quella guita,che quelledel Signor Claudio? Dir. Non édubio alcuno , ne quefta mia regola fortirebbenome di regola generale j fe con efla non fipoteffe fonare 1 Opere diqual fi voglia, anzi vidiré di pit, cheanco quelle che fon fatee per altri Inftruimenti come I’ Opere, & regole compofte da mifier Girolamo da Vdine, maeftro di Concerti della Sereniffima Signoria da Verictia . Et an- co quclledel vireuotifimo, 8 gentiliffimo mifier Giouanni Batfano, nelle quali Opere vedrete ogni forte di Dimi ‘ition’ & perCoreti, & pe Violin, 8 ancopallaggpercantare Te quali iinutoni ono diiiine ne vertebbeno mai ben fattenell’Organo, fe non fi offcruatfe quefta rego. Tr. Beniffimo, ma ritomniamo 4 gliauuertimenti datimi difopra; ¢ poi che bratilima colaé il veder fonate {ona ‘grauitd, comevoidiee, « far mille ati con la vita; cofa pi toftoda muoucre at rifo chi vede, che il fuono ageradi- Tera gl'oreechi. -Ma la(ciamoquefto per hora, e veniamo a glialtri anuertimenti . Che cofa importayclicil br cio guidila mano ye chela mano ftia pati, con tutto il refto che voimi dicelte. 2 Seat Come it braccio deve guidar Lx mane. Dir. Quefto fork, e fenva fore éitpid importante di tutti glialeri, e fehauete mai pofto mente 4 quetti ¢he hanno ‘mal habitoatala mano, pat che fiano {troppiati;poi che non fi vede loro fe non quiclle dita,con qualitoccano ita fie gli altcinafcondano,tenendo anco il braccio tanto biffo, iy che ftdforto alla taftatura,e le mani par,che ftia~ no appefed itafti, etutto cid auuien-loro , perche la mano noné guidata dal braccio, come fideue. Ondenoné merauiglia fe queftitali, oltre 1a fatica che pateno nel fonare , non fanno cofa che ftij ene. Mas'io vi potellidi- pingere vna mano, che faceffe quefto-effetto,. dileggicio intindereite, come debba effer guidata dal braccio & ancora come ft incoppila mano,, & feinarchinole dita. s ‘Modod'incoppar ta mano, ¢> inarcar le dita. < ‘Maaquelto? pirr pid facile’ moftrarfi del primo» Onde fappiate, che perincopparela mano é dimefticrodititirare alquanto le dita; ¢cofin'vnifteffo tempo la mano fi verrd ad incoppare, le dita ad inarcate, & cofi deueli appre- fentarlamano fopra la taftura. . : 7 Modo diportar la mano moll leggiera. : = E perdinui, come douetetener la mano Iggiera , ¢ molle fopra la taftura,, vidat6rvn effempio .- Quando fi dina Fevanciata i collera, fe liadopra gran forza. Ma quando (evol far catezze,evezzisnon vifiadopra forza, ma fi Eione la mano leggiera, in quella guila che fogliamo accatezzate vn fanciullo, Pr. Conquclteeflempios0 a pieno, come portar fideue lamano. Maditemi 'effetto, che fa d premerelitalti,e qnelfo che fa d bateerli. S : Ze pe : “Effettoche fail premere, equella che failbattereiltafto. . Liefletto® queto, che caleato il tafto , fa1'armonia vhita ylad unital, comie ee ile parte in queft ellempio pot qu ditto d'vn0 che cant:ndo vadiripigliandoil ato ad nota, & in partieolate fopra le Minime,e Semiminime, ¢ mirate quefto effempio, nelle Semitninime, che can. ‘tandole come hé detto, viene a fare vn mezzo fofpiro frd vna nota el'altra, come nel fecondo éflempio vedrete. Primoeffempiobuono. - 7 Secondo effempiocattitio. =e “> Prima Parte del Tranfiluano Dialogo diGirolamo Dinsa, a A6 “ TRANSILVANO DIALOGO ‘Cofid punto auuiene al mal'acorto Organifta , che peralzarla mano, ebattere italti, perdela meta dell'armon & inquefto crtore iucortono molt; edi quelli che fpedifcono il valent’ huomo ; che quando vogliono fare vaven= —-— ‘trata in-en-Otgano ; pongono;¢ lieuari6 le mani dalla taftatura in guila, che fanno reftar l'Organo (enz’armonia per {patio d’vna mezza battuta eben fpeffo d'yna intiera’, che par, chefuonino Itrumentida pena, eche fano- ~ ~-perincominciare qualche Salearello. ete ae 4 << Tr. Voidite il vero, che non poche volee ho fentito fare quefti bruttieffeti: ria io penfauo , che veniffe daquello, chealza ifolli, che ei toglieffe il fato, bifogna che que(ti anuertimenti iano di grandiffimo gionamento, & hot = ‘comincio.a {coprite la differenza, che é di fonar vn Organo, ¢ fonare vir Clauicembalo, & aler: Mtrumentida pen ~ na, equello, che ¢ fonar Balli, efonarMuficas *_ f ‘Devche caufi li Sonatori da Bali n>n rie[cono nel fovar Organi; —— = Dir. Glié cofi. Ediquinalce che il Sacro Concilio di‘Trento ha prohibito.che ne gli Organi di Chiefa non vi fideb- Danio fonar Paflic mezzi , & alere fonate da ballo , ne meno Canzone lafcine, ¢ dishoncite« poiche non fi conuiene mefeolate le cofe profane con le facrese par, che I' Organo non poffitolerare di effer fonato da queftitali Sonatorit E feaunien per auuentura , che quelti Sonatori da Balli fi pongonioa foniare cole Muticale;ne ght Organi, non po~ tendofi contenere da quel batterditafti; (now fi puo fentir peggio )edi qui nafce,-che il fonatore da balli, 8 non mai,6 dirado,{onera bene cofe muficali ne gl’ Organi,& all'incontro gli Organifti mai foneranno balline glilftru- menti da penna bene ; perche lu maniera é di#fetente s come vilho dettor a Tr. Belliflimo anuertimento per certo, ¢ credo non doitrd.effer ne anco ingrato a fonatori da bali ; poiche ancor lo- ro ne potranno cauare qualche frutto. ee Dir. Anzighi dourd efler gratiffimo, poiche apporterd loro vtilied grandiffima , & imparctaniod fonare pit facil- mente, ¢ pii leegiadramentesfe pero oltra quefto ofleruaranno gi altri atuertimenti dati da me {opra della mano, ecceteuando il ba‘tere, ¢ faltat con la mano per dat gtatia, & aria-a’ lor ballie ~ _T1. Bene, ma noripotria eflere, che vno fonando bene di Balli, fonatte bene di Muficane gl’ Organi, ecofi 'Organi= fa fonatfe bene di Batt * + : Bs ce Modo di Sonar Organise Balli fopra 1ftrumenti da pennas “i Dir. GiidifoptalOUeto, ma parkird pid chiaros’ 8 attendete« Dico , che il Sonatoreda balli volendo fonar di * Maficane gli Organi deue ofleruare tutta la Regola gid recitata di {opra circa illtenere, ¢ portare a mano; ma TOrganifta volendo fonate di balli, bifogna, che offerai la Regola si, eccettuando pet6 al faltare,& battere conte dita, che cid gli¢ conceifo per due ragioni-. Prima, perche g' Iftrumienti da perina vogliono effeg battuti per cagior + nedesSalearelli, edelle penneaccid meglio giuochino. Seconda, per dar gratiaaiballiinmodotale, che! Or- ganifla volendo fonat ball gli lecito il batter con le dita, cofiad ggn’alero Sonatore : mail Sonatore da balli vo~ — non gli ecto il barter con ledita. - Modo di fonar Muficalmente nell Iftramenti da peuna « Tr. Mi piace quefta billadifferenza difonar Mufica, & balli : ma defidero aico intendere queif atta da che viene, chemolti Organiftinon lirie(ce illor fonare Muficale nelliJftrumenti da penna come nell Organo? Dir. Molte ragioni vi potréidire , ma folo dird le pit important, & per incominciare dalla prima, dico che Tfftu= mento deue eflerimpennato vguale, eche fpicea con facilita., & Ga fonato viuo, che non perda l'armonia 3 & che fiaadomato con tremoli’, eaccentileggiadri: & quelloittefioeffetto,-che fail Fato tell’ Organo, nel tenet Farmonia, bifogna che fate fare all’ Utrumento da penna ; Et pet effempig, quando fonatenell: Organo vna Breue, ‘ouce Semibreue non fi ente tutta la:fua armonia {nz percuotere pitid'yna voltayil tafto : ma quando foriarcte nel’ IRrumento da penna tal note li manchera piti della meta dell atmonia Bifogna dunque-con la viuacita, & defttezzadella niano fupplirettal mancamento con percuotere piti volte il Taito leggiadramente. Et infomma © > chivuol fonarlocon pobitezza, eleggiadria, ftudia l’Operedel Signor Claudia, chein quelle troueraqquel che in cio fa bifogno. . Mireftarebbe dirai qual fiano ledita buone, ¢ cattiue poiche de dita fauclliamo; fomigtiante= mente delle nore buoneye cative per eller cfu necellaria'ad Otganul, Cone aneod Sonatotidi ball? ma con pia bellaoceafione ne ragionard. . = Tr. Pregoui poiche diteefler cofi neceffarioil fapere qual fianole dita buone e catttie : quali note buone, ecattine “:° noa voler paffar pit oltre chenon mi communichiate quefto ancora, : a _ Di GIROLAMO DIRYTA. yo Quali fiano le dita buone,e cattive ; quali le note buons,e cattine. : Dir. Hors, poi che me ne fate inftanza , non voglio negariiquello ,diche poffo fodisfatui. “Sappiate pute chela cognitione delle dita € la pit importante cof, che habbi ancor detto, ¢ dichi pur chi vuole , che tal cognitione, & -di geandiffina importanza , & errano quelli , chedicono poco rileuare Con qual dito fi pigli 1a nota buona” Hor vedete,cingli¢ dita habbiamo nella mano, il primo dicefi pollice,il fecondo indice, il terzo ri€dio,il quarto anula~ Te, i quinto auriculare . Il primo dito fa la nota cattiuas il fecondo la buona, ilterzola cattiua, il quarto la buo- na, il quinto fa cattiua : & 1l fecondo , terzo, ¢ quarto dito fono quelli, chefanno tutta la atica , in far lenotene= ~gte,equello, che dico.d'vnia mano : dico dell‘altra, le note negre vanno ancor loro con lomedefimo prdine, cio’ —buona, ¢ cattina, come per letfempio pofto qui di fotto intendcrete, BCBCBCBCBECBCECBCE Tr. Credo che cotefta Regola faccifonare infalibilmente. Maditeme con qual dito fi deue pigliate 1a prima nota del foprapotto effempio? z ¢ a Ne irs, Volendoli farecon la mano deftra, pigliatela primanota col dito fecondo, ch’é il dito buono: é la feconda no- £2, con il dito terzo, che é lo cattiuo come fa nata : ¢ la terza con il quarto dito;che fara il buono pure comela no- tare feguitate conilterzo,, equatto dite per infino alla fommita della trata. U1eermine della quale fara fattocol. = quarto dito, quefto haiete da offeruare fempre nell'aeendere, Nel defcendere poi cominciate-con il quarto di- £0, &¢ fcguite con ilterzo,, & Con il condo fino al fine , che vergete a terminate naturalmente la vottraminuta-col fecondodito, & quefto fenza fallo alcino. ~ Tr. Volete dunque dire, che fi principia con il fecondo dito la nota buona, & fi feguita.conil terzo , & quarto,d tal- hei dito di mezzo dee accompagnate il quarto, nel afcendere, & il fecondo nel difcendere con la man deftra« Comeil dio ai mexzo & il pit affaticate de gP altri. Dir Mihaucte intefod pieno « Auettite perd che il dito terzo, 8 medio hia da fare, tutte le note cattivetanto.afcen- dendo, quanto defeendendo, & anco le note cattiueche faltano. Olera che quetto &il pit affaticatodito, poiche non fi pud far cofaalcuna, chenon s'adopri, afcendendo; defcendends,¢ faltando, fenza potstfifar groppi, Otte- moli fenza di luis Srtrouano alcune volte fenote cattine , che faltano per lontani interualli &anco vicini; come > “diflaltodi terza,di quarta,8¢ di quintas in quefto cafo fj poflandFigliare:con il primo,¢ quinto dito, comepitipia~ cra, & che tomerd commodoall'vna , & 'altramano «Masi reftad dirui il mouimentodella Mano finiftea, in che douete offeruare Iiteffo ordine delle dita buone, ¢ cattiue’s quando lenoee afeenderanno la prima firouard ~ on il quarto dito, feguirallicol terzo, ¢ col fecondo, tetminando fempre, petche quello il wotermine realeyma defcendendo la prima fitrouard con il fecondo dito ,¢ fi eguird col terzo, eco! fecondo , terminanda.conil quar- ~ tore coffalendendoyedleendsndo f caminaconto fecondo, ters dic della mano nites Tr. Maditemi in cottefia, petche non fi dee afcendere col primo, e fecondo dito, né difcendete col terz0, equarto; zttefo che molti valent huomini vfano cofi fare. : . Perchenon idee aeenderecol primo, e fecondodito;nd meno defcendere cal ero, quart delle mano insfra, Dir. Il dubbio , che voi midimandate di grandiffima imporcanza, ¢ con ritierenza diquefti valent’hnomini, che _ voi dite : dicoui che quefto modaé affai migliore diquello. E fappiate che quantoall'afcendere col dito police ‘ouero groffo, torna bene fopra litati bianchi, quando ftfuona per B. quadro: ma fonandofi per b. molle, che bi- fogna paflare per litafti negti, che fono pit corti delli bidnchitocca it dito groffo, gire fopraincgri, itche edigran Ecowimodo, come potrete vedere con 'efperienza, la'doue caminando con ilterzo dito vertd fatto con pili agiita, ‘efacilita.. Né fi dee poi defcendere in modoalcuno conil quatto dito 5 petche nel quattodito della mano finiftra non vie quella forza vn gran pezzo , che éne! quarto della deitra,. erele “ineapriciallero \\ @afcendete con il fecondo, e primo dito, e defcendere con iltet20 e quatto , lo potranno fare, benche fara lora di- fauantaggio graride; ma bifogna che offefuino pero la Regola delle note buone conle dita buone ,ecle cattiuecon Iedita cattiue,alerimentenon faranno mai bene; come trouarete facendo| 'efperienza in quefto & in diuet(ieffem- ij, che pid oltrefon pet darui. : 6 2 “Effempio’B quadro. Effempio per b molle. a agri a TRANSILVANO DIALOGO™ = ce ss =z Tr Certo, chenon fipud negare, che quefta vottta via non fia pid vera, epid facile dell'ltes, st iitozno al primo die to, creme intomoal qiarto : perche ih vero il dito groffe € molto lontano dal tafto negro, itdoue per toccatlo fi jincommoda tuttala mano, il che non aunienc fe fifa con ilterz0 dito,e I'ifperienza fatta per B quadronél fecondo. effempio rice bene con lo dito groffo, ma in Fatto per b_ moll fi fa con infinito incommodo.. Bo Dir, Horsii poiche hatiete fatta-quetta proua non fard faordi propofite anco far quelt altra, cio’ fopra tute le for- tidellenote negre che trouerete efler neceflatio ofleruar la nota buona ,e cattiua ; ¢ per maggior intelligenza da- rOdiuerf effempij ye quellenote , che haurete pigliatc con if dito buono faranno feghate con quefta lettera B. ‘equelle catriue con Jalettera C. ¢ trouarete fempre ycheil principio ditatte le fpetie delle note negre fi deucno pi- hare conil dito buono, ecceetuarido quelte che hanno:ifofpiridelt'ifteo yalore della nota, come vedrete nel ter-~ zocllempio. Tr. Refto fodisfatto del tutto 5 vi pregarei bene, poiche mi vi di Se es gt Ref fis de tnt vi pregucibene, poichemivigimotaestcorefed vole dar qualche princi, Modod'intender la Intauolatura. = Dir_ Nonpoint qs fo dee eto «apie, che peimender tanita ioe aper, che iiftea fifa la parte del Baffo ,edel Tenotes le quali ono coli mn 3 &i8Coniat,tilSopranof fan con man defrare quali fno olloeste,edipofteneliecingue fghesben: a TO & il Tenore; vadino. horalladeftta, & hora dalla finiftra mano. | = Dir. Cofié, ma permaggiorintelligentia mirate quefti effempij dinota conte rym Fall = Primo Tuono intauolatoa due battute percafz, elous elie gy aa faite a a = -eTeiots elamandeftra,falSoprano,eContaio Pe ee woe ema la Fall Ballo, . 5 = fe DY GIROLAMO DIRVTA. 15 af WY : Tr. Inmoio tale che nellcfempio dato fivede, chelaniora del Baffo fi trona tretaftiforeo la Chiawe di Fe Fa, vt & ilTenore vna quinta fopra il Baflo.. 1 Coner’alto fi troua dua tafti foprala Chiauie di Cx fol, Fi, vty Se il Soprano: vna tetza fopra al Contralto. Con qualidita dene farfila quinta fopta li nots del Baffo, epoi quella terza del Soprano - bop aka =! Gon quatidita i fanno le confonanze. * Dir. La quinta dee farfi conil quarto’, ¢ primo dito della manofiniftra, cioé la nota del Baflo con il quarto dito, e ~ del Tenore con ilprimo. Equella del Contralto, col condo dito: e del Sopranocomit quartordella man dettrs, Taconfonanza, che feguetteraa, ¢ linota del Ballo ft pighia con it quarto ditoy trnotrdet Fenote com fecondio; ———— + Fe quella del Contraltose del Soprano,con il fecodo equinto dito. Auuertendo fempre d'hauere!‘occhio alle Chia Ui, per ritrouare con pi facilita lenote, & di accommodar le diea in fare confonanze comeottau. con il quin= to € primo dito , a quinta con il quarto € primo , & anco’con ilquintoe fecondo la feta, a quarta, clatetzai fanno come pi tara conimodo. F quel che dicod’vinta mano dico dell’altra intomnoatle fopraderteconfonanze. | __ Tr. Beniffimo intendo, ma defidero ancot di fapere con che ordine fi fanno piti-forte dinote infieme Intatiolate : come il Baffo Fara via Breue, il Tenor fard due Semibrene , il Contralto fara due Minime & il Soprano fara quat- tro Semiminime. = ~ Dir. Lungo feria fe dar voleff di ognicofveft:mpij, ma di quelto che vi dité potrete comprendereil tutto, Sappia- te, che quando il Baffo fard vna Bécue, & il Tenor fucci due Semibreue + fiano in terzad quinta, oner ottaua la prima fbatte con la Breue, & la (€conda fola : Seil Contzalto fara due Minime laprima andard batruea cont Bafloye Tenoreyl2 feconda Minima fi batterd fola.. Seil Soprano furd quattzo Semiminime, la prima fi batter con rutteD’altce, la feconda fj batterd fola, & Ta eerza fi batterd conta feconda Miniaia del Contralto, ¢ conquclto.ar- dine fifeguita: Auucréendoui , che la Breue fa due ‘Semibreitc, la Semibreue fd duc Minime 1a Minima, fi due Semiminime,la Semiaiitiima fa doi Crome, la Croma fa due Semicrome, & 1a Semitroma fadue Bucvome, come perlieflempiimeglio ineenderetes s ‘ Tr. Deliderarei d’intendete, come fi deviono fire Iénnoteligate, & Gmilmente quelle, che hannoil punto. “Din Le ligate, eli punt nel cincare non fi proferifcono , ma fi iené la.voce feria per quanto dura llor-valore}co-—> fend pili, né meno fi deue tener!’atmonia nettafto; & ecconi Iellempio. ae i at =>" Prima Parte del Tran luano Dialogodi Girolamo Dirutay = Oe mefeedia Rpilogedelli Auuertimenti Hora scniamoalle diminutioni , & fopra il tutto vi douete racdrdare in che guifa fi dee portarc Iamano dritta a! ‘braccio 3 & come alquanto incoppata.,¢ le dita inateate , e pari yi cheyno non fia pit altodelt'altro, & che'now fiinidrifchino , tion fi fopraponghino , enon firitititio, e chenon battino li Taiti, ¢ cheil bfaccio guidi la mano, & chela mano, & il braccio ftiano fempre alla driteura del Taito, che fuona , ¢ che le dita fpiccano bene li Tafti , cio€ , che fon fibatta Paltro Tafto perinfino, chenon €leuato il ditodalt’altro, & che 4 vn medelmo tempo. ¥ “Tieuano, € pongaio. Auuertendoui di non alzar troppo Te dita foprali Taft, & fopra il tutto portar la mano vi= uay& leggiera. Edouendonorerattate delle diminutioni, incomincieremo da quelle del grado , & poi di falto: buono, edifalto cattino finelleremo. : = Tr. Miricordo del tutto beniffimo + Ma ditemi in cortefia che voglitlire quefta voce grado, [alto buono, ¢falto cattinos > = Quelcbe fa grado, alto bwono,ecattino « Dir. Tl gtadoé quando le note vanno continando vna appreffo Falera,afcendendo,e difcendendo. 1! falto buone,e ‘quando le note faltano,0 di Cttava, Odi (efla, 6 d'alerisnteruallt confonanti, ediflonanti; ‘purche fia lanota bona, guella che falta; quefto fi dimanda Gilto buono. t1faltocattiuo® quando faltala nota cattinaper vn di qual ‘vogliafopradettt iiterualli, qucfto {alto cattiuo fi dimandas come pet lieffempij fopra, vtyte,mistayloljla; ten. detere: ma prima vi doneteellcrcitare con la mano deftra, epoi con la fniftra feparatamente d cid meglio polfia~ teyde con pi facili attendere a guidare wna mano per volta fopra tutte le offeruationi. Quando poi feparatamen - te feransio ben ammaeftrate facilmente ambedua infieme faranno le toccate di grado’, difalto buono, ecattino che fon perdarsi coa molte alere Toccatedi diucrfi, accio fate proua disutto quel che ho detto eller vero, e chi fa- vi altsimenti fi trouard in grandifimo errore, DI GIROLAMOQ—=DIRVT A — pio ra nian. TRANSILVANO BIALOGO™ Ai Ellempio, & effercitatione, di lato cattiuo, con la finfiramand. g Tr. H@ int-fo beniffimo, il grado, éonl'ena , eF altra mano , & Scot falto buono tna nel fulto cattiiominafce va pocodi difficulta, netla mano finiftra nel difcendete; che quizindoio fon alla fertlmanota,nowso {eta debbo fate conil quarto dito, ouercon il fecondo. : : ¢ Dir. Vixsipondo alla difficled , & vi dico 3 che tutte le note, Ie quali defcendono , I'vleima fi ficon il quarto dito 5 ado perd fiz 2 nota buona. Mi reft anco a dirui, che dene farfi buona pratica fopradc eli eflempij di grado, buono,e di falto cattiue per habituarla mano, petche tutto il fatto depende datalieflempij FE quando fi— Facanno ficuri,e d tempo della bateuta con tutte fofferiationi della mano,é-chiaro,che ogni cofa i fard bene,e con facilita ,e perchetrouo comlonga elpericniza vna difficult, e quefta citca il portarle dita della manodeftra che __ quando fionano, & anno atcendendo, tengono diftefo, & sforzato il dito fecondo , & ancoiil dito groflo fotto I= mano sforzato, & il quinto dito tropparritirato, iqualiftando in cal gue dell'yna ¢ dell’altra mano., vergano & modo,clé 'altre dita non potino caminare conlagilita.. E diqui é, chemolti Orga tft ha mano quei deffetti da principio, rare volte il lor fonate fa quell armonia, che doueria : aceomnodatala mano leggera,e mollé gli verrebbe Bé fatto ognicofasper difficile, che fofles —Tr. Voidit: i vero, credo chy apportion poco mantathantoall'armonia y ¢difficultd dgliamano, Pregouid dit qualche cola foprali Groppy ¢ Tremelie =p ¢ Come fidewero far liGroppte Dir, Circail farliGroppi , e Tremholi, n@ daré diverfieffempij prima dico delli Gtoppi , che fi finno mifti ciog con “.. femiminime,crome,& femicrome,& anco con le émicrome,¢ biferome. Efi trouano in diuerfi mods,come afcen= dendo difcendendo, & in accadentia, Come per gli eflempij manifelto fi vede. Itmododifar Gropp 7+. LiGroppiin aecadenti2 , con quali dita i detiono fate. : Dir. Coniz mano deftra fe fanno con il quarto, eterro dito .. Etcor‘tafinifica; comil econdo, ¢ terzo, & anco con il primo, & fecando, come pil piacera, & torner commodo. es MODO’DI FAR LI. TREMOLT Poili Trcmoli f deueauivenie difarle notte in cotat leggiadrias&agiltd e non far come fannomolti, che fannoil contrario, perche gliaccompagnano con ittafto difotto, 1a doue deuono effer fatti con quellodi fopra, efe hauc~ temai ofleruato Sonatori di Viola, di Violino, edi Linto, & altri Iftrumenti, fida corde, come ancodi fizto, do- uetehavervedetn» che accompagnano Ja nota deltremolodifopra ,ennondi fotto come 'effempio vi dimoftra, fopra la nota: - *. Tre Con quali dita deue farft i Tremolo potto di fopra. Dire Cohil fecondo, eterzo dito, Valttp Tremolo, che fegtie con il quinto ,¢ quarto, e quefte fon le dita, che deuono furl contaman dete; "Auuertendoui chen quefto ca(o sil dito eattiuo puol farela prima nota buona: jel Tremolo. = : = ‘Tr. Tuinell'effentpio fonoottanote biferome, comes'intende, e come fideue fare quetto Tremolo? 5 Dir. Sideue cof intendere, che quando fi haa fare vn Tremolo fopra vna nota de Minima, il tremolo deuedararé. ‘yna Semimiriima come mottral'effempio di opra. Equefto deue-offeruarf in tutte lenote, cio¢ di tremolarla meta del lor valore, come per diuerf effempi vedrete.- E perfarriv(cire bene i Tremoli, due cole fi hanno da con- fiderare. Prima la velocita delle note ; con le quali fi fanno 3 fecondariamente; il fuonome di tremolo. E quan- dofiteneranno le dita lenti é molli, all’hora fi faranno bene € prefto. Tremolo conia finiftra mano. Tr. Mprimotrémolo con qual dito hSda fare? —— = : Dir. Conilterzo, ¢ fecondo dito, ilfeguente con il fecondo; ¢ prio. =~ = = Tr. Maditethipper colmarle cortefie, & che propofito ;é quando fi hahnoa fire ittemolie Prima Partedel Tranfiluano Dialogo di Girolamo Din “TRANSIEVANO DIALOGO - * A CHE TEMPO $I DEBBONO FAR LI TREMOLE Z incominci iche Ricercare ,8 Canzone, 6 che altro fivoglis & anco quando vna mano ay ae ee en ‘quella parte fola fi denono fare itremoli se poifecondo sehetomne = "4 ad arbieriode’ Oreantfli, aunertendoli, cheil tremolo fatto con leggiadria, &@ propofito, adoma—_ ‘= tutto fonate, FV armonia vita, 8: legiadra- Ma perche vio promeffo dara alcuncilempifopra ci, voglio attenderuiTlprimo lard fopra a Minimna il {ccondo feprala Semiminima sil terzo fopra la Crom, nelle ‘roma non fi pao fare, per Ia gran fua velocita , € prima vi faréde Minime per fuggetto ; € poicon li tremoliin dui modi, ¢ fimigtiantcmente Ta Scminninima, cla Croma, con I'vna, & 'altra mano. e . Sogliqno aleani, (& in particolaril Signot Claudio Merulo, ) vfiecertitremolett, quando lenote difcendono di grado, da intacarla nota, che fegue, come in quelticeffempij ivede. Tr. Quefti vitimi tremolerti mi pare, che fiano pit dificili dellaltri. : Voidite i vero, che rion fon costda principiante; ma poi che fauelliamo de” tremoletti & in-particolardi quel » chevia i Signor Claudio , nelle fue Canzoni. alla Francefenelfarle tiate, al primo incontro vi firenderanno ifficilifiéne , ma offeruando Ia regola deltitremoli-fe-trouatete facilffimes- Quando trouatere in-qual ft voslia —— nota il tremolettolo donete fare con quel dito-che viene , 6-fi2 buono ; d fia caxting j perche in quelto calo delli ‘rernolinon fi deue oflequatla regola del dito byono ,€ cattiuo * perche gid offerua nel fuggeito, come pecdi- ~ — uerfi effempij crouarete. pe * ee : Effempio = Tr. Nel primoeffempio trouo, che il primo tremoletto, cafea fopra la nota Fit0n 7, & vi zoditedella mano deftras_Hecondotremolcteo cafea fopra la nota cattis..,S veh farto con ibterzosequit-tu di to. ltezzpencmoletto cata fimilsiente foprala nots catti, & wien fatee con edits medefinne. Poi nel feo doctiemipta trouo iff che i tremoletro di quattro Bilerome cafe fopra li not catia Sl centers Jetto cafea fopralznota buona. ‘ * Dir. Beniffemo hauete intefo,, ma fopradi cid, vi voglio dare-vn’altro agiertimento jc faidquefto , che quando ro. uarete cect tremoletifoprale note fincopate, ouero che flano due note in via illeflariga, ouevo fpatfodetl itt valore, non fi deue prendetlocon il dito,che viene: attefo,che tion fi pud feguitar Ia tirata,con lordine Welle dis Mato doucte prendere con quelli dita , che vitroucrd pitt commode per porer-feguitatlativata . Comiein quento eflempio perefperienza vi fi moftra. el ~ Tr. I ptimotremolette cafea fopra la nota buona ; & vien fatto con il fecondo ,.8primo dito della man finifrae Uecondo tremolo di quattro Bifcromie cafca fopra la nota cattiua, & facendolo con ilterzo, ¢fecondodito non fi pud feguitar la tirata conTordine delledita. A tal che fonneceffitato percaufu di quella Sincopa, che vientra la nota cattiua.ela buona: prender il tremolo con il dte-buorio, & fario con iLfecondo, & primiodito. Dir. Cofié apunto, enon altrimenti : &T’ifteflo ordine douete offeruate; con la manodeltra irfimile occortenza~ Eper eller! hora tarda dard fine 4 quefto ragionamiento; ¢fealtra cofa virelta dubiola, portarete per hora patien- za,che vnaleta volta del tutto vi dard raguaglio, : Tr, Inmenon refta cofa vernadubbiofa, perche mi hauete con parole,tegole, effempij farrochiaro iftutto; tdi 3 quefta voftra ammoreuolezaa’, ve nerelto obligatiffimo 5.8 fe vi faté alle volte importund , la colpa fara del defi--~— derioch’io tengo dital vir perche talmente me ne fono accelo,8& infiammato,che d'alto raggionat hon verte, ‘Scofi poi che mihatete tanto alzato, voglio pregarui fiatecontento,(non vieffendo fcommodo,) ch’io venga al- -« Tevoltea vifitarni,e piacciaui per cortelia, volermi datele Toceate di grado di falto buono;e-vatvino,8e ango quel= edi diuerfi valent huomini, 2 cid pofla mertere in prattica tutta togola—= a Dir: Son contento , in cid fatisfarui ,¢ prima visdoueteeffetcitare foprail grado di Crome: praficato y che haucrete bene, & 4 tempo della battuta, le farete po: Scmicrome, raddoppiando la velocitd della manos & il fmil dico del _ faleo boone, ¢cattiuo,¢.con queftaftrada farcte ogni cofa perdifficil, che fia. “Si. Non mancherd ;& vi giuro , chemi par mill’anni d’ flere a ‘a. cafz per cominciare ad effercitarmi¢: vtdete' come i Ie forz¢ fono conformealla voglia. Dir, Poiche vi vedotantodefiderolo,, andate cheIddio viacconpagni, ¢datela buona. ferad mio none-al ESigver © Caualliere. = 2" pre “Faro volontieri: reftate, non ficciamo cerimonie. Dir. Voplioaccompagnaraialla ports, eeeoteneeet nat Tre Li Fefte feraitores $ el TOCCATA DI SALTO BVONO DEL SECONDO TYONO. ga ene BF “DI GIROLAMO DIRVTA Prima Part del Tranfiluano Dialogo di Giroliio Dirt. _ 38° FOCCATA DI SALTO CATIVO. DEL SESTO FYONO Dr GIROLANIO DIRVTA. =< TOCCATA DEL TERZO-TVONO = »~ DI CLAVDIO MERVLO. ~ = at no _~_ TOCCATA DEL TERZ0‘TVONO. “> DI CLAVDIO MERYLO. 2 EL $£sFO TVONO TOCCATAD 4 DI_ ANDREA. GABRIELLL Co aecearm eererueaneieTe . ae : ee: wie? te acs - 36 = - TOCCATA DEL SESTO TVONO © DI-ANDREA GABRIELLI- oped TOCCATA DEL SESTO TYONG Di ANDREA GABRIELL1. che ~“FOCCATA DEL"SECONDO TVONO DI-G1OVANNI GABRIELLZ TOCCATA DEL SECONDO TVONO. v DL ANTONIO R A. 3 —— f= TOCCATA DI PAVLO QVAGLIATI DELL'OTTAVO TVONO. DY PAOLO QVAGLIATL a == = : ae eats “DI VICENZO BELL HAVER — ‘PEVICENZO Seomas HE LALA JOU: 3 [ef rl eu == SS = en ee” 7

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