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L’atirito negativo su di un palo trivellato in terreni prevalentemente organici L. PICARELLI, G. SAPIO* “somatiaio: Vione trattato il problema delfattrito negativo sui pali di fondazione, con partiolare riguarda a) «aso ot Som Yop casera soffermnt sulle pit corrent iterpretaioni del fenomeno ed aver esominato quae © WH Sito riportato nella Tetteratura tecnica si jalizzata, viene {Mlustrata un'esperienza, vera grandevza, elfettunta su di um ere cain metro, tivelato atraverso trrenkprevalentemente organic in fala, fino raggiangere un bance fi roceia Tapidiea tenera. Groce ae rclotta. nel sovraccaricaze i tereno ciroostante al palo mediante apposite rileato ene) misery, St) idonea strumentazior ret SClimenti del piano di campagna e di punta varie profondith sia ali sforztindott! nel pale dones stranen ee. Srqunamente correlated inerpretal, hanne permesso di pervenire ad interesantl conclusion’ ret aoa ot rasa od Fattort che ne regolano Tandamento. Restano comungue alcunt punti da chiarre, sui quali ck st Hpromette di ritornare in tn prosieguo della sperimentazione. 1. Premessa II fenomeno dell'attrito negativo rappresenta ancor‘ogai un problema assai Iontano da solu- vioni soddisfacenti ¢ che lascia notevoli incer- tezze in chi ¢ impegnato nella progettazione di fondazioni in terreni molto compressibili Le poche indagini teorico-sperimentali dispo- nibili sull’argomento provengono da quelle Na- ‘ioni in cui sono frequent i terreni costituiti da argille © limi normalmente consolidati, carat- terizzati da elevata compressibilita (Canada, Giappone, Messico, Norvegia, Olanda, Svezia). Proprio lo studio dei dati relativi a tali inda- gini conferma Vimportanza del fenomeno ¢ Yen~ tita delle conseguenze, spesso rilevanti, soprat- tutto sull’economia delle opere. Recentemente chi scrive ha avuto la possibi- lita di strumentare un palo di fondazione tri- vellato attraverso terreni molto cedevoli ¢ rag- giungente con Festremita inferiore un banco di roccia lapidea tenera. Detto palo & stato assog: gettato alle sollecitazioni per attrito negative sviluppate dai terreni circostanti in seguito al- Papplicazione, sul piano di campagna, di un sovraccarico realizzato con apposito rilevato in pietrame. ‘Le misure degli sforzi sono state integrate da rilievi sistematici dei cedimenti del piano di + Dott, Ing. Luciano Prcareuns, Assegnista Ministerial presto Iistituto di Teenica delle Fondaziont ¢ Costruziont fn Terra, Facolta d'Ingesneria, Universita di, Napoli Prof, Tag. Giovanni SaPio, Professore Stabilizzato di Prin cipi di Geoteenica, Facolth d'ingegneria, Universith di Na- poli “G. Sxeto ha promosso ed oryanizzato la ricerca; L. Pick outs ha curato la sperimentazione e Telaborazione det ri Sultati, Lo studio di base © Vinterpretazione finale sono frutto i lavoro congiunto. ‘posa ¢ degli spostamenti di alcuni punti del sot- tosuolo, effettuati mediante una serie di asse- stimetti. Dopo un esame di quanto riportato nella let- teratura in merito appunto all’attrito negative su pali appoggiati, in questa nota & dettaglia- tamente esposta l'esperienza eseguita, con l'in- terpretazione dei risultati ottenuti, su alcuni dei quali fu gia preliminarmente riferito in oc casione dell'ultimo Convegno Nazionale di Geo- tecnica [PIcARELLL, SaPt0, 1978], 2. I fenomeno dell’attrito negativo 21. Caraiteri generali Come & noto, ['attrito negativo consiste nel trasferimento di sollecitazioni di taglio alle strutture di fondazione da parte del mezzo en- tro cui tali strutture sono immerse. Esso sis luppa ogni volta che per una causa qualsiasi ill mezzo venga a deformarsi rispetto alla strut- tura. Nel caso di pali appoggiati e che attraver- sano terreni fortemente cedevoli il fenomeno assume particolare rilevanza, per la diversa de formabilita tra mezzo e struttura. Molto di fre- ‘quente esso viene innescato dall’applicazione di tun sovraccarico sul piano di campagna e dalla conseguente consolidazione dei terreni sotto. stanti (fig. 1a). A tale consolidazione corrispon- dono deformazioni relative fra terreno e palo (che in prima approssimazione al massimo si sposta rigidamente verso il basso) ¢ quindi lin- sorgere di tensioni tangenziali comportanti sfor- zi di compressione nel palo stesso. 137 Vi & perd da osservare che in linea generale si pud avere, da una certa profondita in poi, una inversione nel segno degli scorrimenti re- lativi, per cui il diagramma degli sforzi di com pressione nel palo dapprima cresce, fino ad un massimo, ¢ poi decresce. 11 punto dove si ve- rifica detta inversione, e quindi il massimo nel diagramma degli sforzi sul palo, viene indicato come «punto neutro » (v. figg. 1b © 1c), Owviamente, poiché il fenomeno di consolida- zione non & istantaneo, ma presenta un certo decorso nel tempo, anche la posizione del punto neutro varia nel tempo, nel senso che al pro- gredire della consolidazione si sposta via via verso il basso fino a portarsi, in determinati casi, come ad esempio per strato di base estre- mamente rigido, in prossimita quasi della punta del palo. Come si accennava, il caso pid frequente ¢ del quale ci occuperemo anche in questa nota, & quello dell'attrito negativo su di un palo di fondazione, provocato dalla consolidazione dei terreni circostanti, dovuta a sua volta a sovrac- carichi applicati sul piano di campagna. Gli esempi in proposito riportati nella letteratura sono abbastanza numerosi [JOHANNESSEN, BIER uM, 1965; Bozozvx, 1972; HEUNEN, LUBKING, 1973; WALKER, DARVALL, 1973 ece.] e riguardano prevalentemente fondazioni di rampe di acces- so a ponti e viadotti, di banchine portuali ccc. ¢ solo in pochi casi di edifici per civili abita- zioni. Comunque esistono anche altre cause di at. trito negativo, fra le quali si citano: — Ia sottoconsolidazione, tipica dei terreni di recente formazione; — Vabbassamento della falda freatica, pro- vocato artificialmente dall'uomo [0’ RorKe, 138 1965; Resenorz et al., 1969; Kisrpa, TakaNo, 1976] 0 dovuto ad eventi naturali [Broxs et al., 1969; Enpo et al., 1969}; —'adozione di determinate tecnologie di esecuzione dei pali, come ad esempio la rea- lizzazione di pali battuti in terreni a grana fina, che comporta l'insorgere di sovrapressioni neu- tre, che, successivamente dissipandosi, danno Iuogo ad una graduale, differita consolidazione dei terreni stessi [FELiEntos, Broms, 1969; Br Lora, 1978]; — le vibrai yni in genere. Il fenomeno, che si verifica soprattutto in terreni molto cedevoli (come argille e limi moll © terreni organici), ma che in condizioni strati- graliche particolari pud presentarsi anche in ter- renj meno compressibili (come le sabbie), pud comportare, come si accennato in premessa, conseguenze anche serie sulla sicurezza e leco- nomia delle opere [Butsson et al., 1960; 0" Ror- Ke, 1965]. Sono infatti tutt'altro che rari i casi in cui sono stati registrati sovraccarichi sui pali anche dell’ordine di varie centinaia di tonnel- late [Bozozuk, Lasexcour, 1969; Hoevar, 1976]. Fra le conseguenze pitt immediate vanno an- noverati il verificarsi di cedimenti considerevoli del!'intera palificata, con connesso dissesto del- la soprastruttura, e, nel caso di pali apporgiati, addirittura il punzonamento dello strato di ba- se. In ogni caso, comunque, ne deriva una ridu- zione del coefficiente di sicurezza, come mo- stra ad esempio la figura 2. Qui abbiamo sche- po TON 1 cariehi sul pate Fig. 2. - Relazione carichicedimenti conseguente allnsor- gere di un fenomeno di attrito negativo. maticamente rappresentato, per un generico pa- lo, la relazione fra carichi applicati in sommita del palo ed i cedimenti subiti dal palo stesso (curva a) e la legge sforzi-spostamenti che, in presenza di attrito negativo, vale per l'insieme soltanto della punta e del tratto reagente, al disotto del punto neutro (curva b). Ora, mentre passando da un carico P ad un carico P’ = P +N applicato in testa al pa lo, il cedimento cresce — sulla curva a) — da Wy a Wr, allorché l'incremento di carico N & dovuto ad un fenomeno di attrito negativo, si ha invece un cedimento — da leggersi sulla curva b) — pari a Wr, ben maggiore di Wr. Cid comporta che, mentre all'applicazione di un carico esterno sul palo pari a P’ corrisponde un certo margine di sicurezza rispetto alla con- dizione limite di infilamento, detto margine si riduce, ed anche sensibilmente, allorché a de- terminare lo stesso carico P’ concorre in parte un fenomeno di attrito negativo. Allo stesso tempo, dato che in caso di attrito negativo il terreno si « aggrappa » al palo, ne deriva una diminuzione della pressione litosta- tica alla quota della base de! palo stesso, con la conseguenza, secondo alcuni Autori [Zr vaeRr, 1960], di una riduzione del carico limite del complesso palo-terreno, che, almeno per la parte relativa alla resistenza di punta, dipende anche — come risulta, ad esempio, dalle for- mule statiche — dal valore di detta pressione litostatica, 2.2. Criteri di calcoto Per quanto riguarda il calcolo del valore che pud assumere, in un dato caso, l'attrito nega- tivo, non esiste, allo stato, una soddisfacente soluzione al problema e cid nonostante i nu- merosi tentativi condotti al riguardo per via analitica € numerica [Satas, BELZUNCE, 1965; Dr Beer, 1966; Pouros, Marrrs, 1969; Ve RuLrr, 1969; Poutos, Davis, 1975; Kantras, RAN- canaTHam, 1977] 0 per via empirica mediante indagini su modelli [Etatasry, 1963; MazuR Krewicz, 1968], Finora [approccio maggiormente produttivo si @ dimostrato quello semiempirico di elabo- rare semplici formule, con determinati coeffi cienti, di cui si cerca di fissare i valori attra- verso indagini sperimentali in vera grandezza. Sovente, ad esempio, vengono adottate formu- Ie analoghe a quelle per il calcolo del carico limite di pali in argilla [SuLrAN, 1969], in cui compare, per la tensione tangenziale all'inter- facia tra palo e terreno, il valore dell’adesione espresso come: Ts acy a con cy, coesione non drenata del terreno ed « coefficiente empirico di proporzionalita, gene- ralmente crescente al diminuire della coesio- ne. II problema consiste allora nella individua- vione dei valori pitt appropriati da assegnare al coefficiente a. Considerato perd che |'attrito negativo @ un fenomeno tipicamente drenato, appare d’altra parte pitt convincente un‘analisi in termini di pressioni effettive [Zeevarrr, 1963; CHANDLER, 1968; BuRLaNn, 1973; Janpu, 1976] e quindi Vadozione di un'espressione del tipo 1 = pikotano @) p’ @ la tensione verticale effettiva nel terre- no, comprensiva dell'eventuale incremento di tensione dovuto alla realizzazione di un riporto; k, 8 il coefficiente di spinta a riposo del terreno; 9 @ Vangolo di attrito del terreno eventual- mente modificato dalla realizzazione del palo. L’espressione di cui inmanzi puo essere ulte- riormente semplificata [BuRLaNp, 1973; Broms, 1976} in t= hp GB) 8 tano’a = (1— seno’s)tan a's, (4) se per ky si adotta la classica espressione di Taki (1948), Nella figura 3 sono graficamente ri- portati i valori di ks e $ al variare dio’. Come si pud osservare, riferendosi agli an- goli di attrito (da 20 a 35°) che pitt di frequente competono ai terreni naturali, i valori pitt pro- babili di @ risultano compresi tra 0,24 ¢ 0,30. Altri Autori adottano differenti espressioni di k, © conseguentemente diversi risultano i valori di 8 Tv. ad esempio Dincosov, 1976]. Bros [1976] consiglia invece per i seguenti valori empirici: 139 0.40 per riporti di ghiaia; 0,35 per sabbie e ghiaie; 0,30 per limi ed argille normalmente consolida- te, di media o ridotta plasticita (Ip<50%); 0,20 per argille normalmente consolidate, di clevata plasticita (I)>50%). 10 as) as 57 es | aD a Fig. 3. - Valori teorici di ky e @ in funzione di» Nota la distribuzione ed il valore delle ten sioni tangerziali, il calcolo dell'attrito negativo ® poi immediato, in quanto basta un'integra- zione estesa dalla sommit& del palo alla quota ipotizeata del punto neutro. 23. Dati desumibili dalla letteratura 1 dati che si ritrovano nella letteratura tec- nica specializzata riguardano quasi esclusiva- mente il caso di pali appoggiati ¢ sono pur- troppo poco numerosi ¢ non sempre omogenei per consentire di trarne un organico ed esau- riente quadro d’insieme. Cid non pertanto si 2 ritenuto non inutile qui riassumerli, Prevalentemente trattasi di esperienze su pali battuti in acciaio ¢ cid in quanto con tale tipo di palo @ possibile climinare, nella sperimenta- vione, una serie di incertezze che viceversa si presentano con i pali in calcestruzzo, specie se trivellati. In particolare con pali in acciaio non sor- gono incertezze circa il diametro del palo alle varie profondita; si pud far conto su un valore costante ¢ ben determinato del modulo di ela- 140 sticita, che occorre conoscere per risalive agli sforzi dalle Ietture alla strumentazione pitt co- munemente in uso, basata sulla misura delle deformazioni; non sussistono fenomeni di de- formazioni indipendenti dai carichi (come il tiro o l'idratazione nel caso di pali in calcestruz- 70), che possono alterare i risultati di misure protratte nel tempo. Dalle esperienze in parola sembrerebbe es- sere emerso che ai coefficienti a ¢ 8, che com- paiono nelle espressioni (1) ¢ (2) prima citate per la valutazione delle tensioni tangenziali me- die lungo il fusto del palo (da introdurre nel Icolo dell’attrito negative operando rispetti- vamente in pressioni totali od in pressioni ef- fettive), possano essere assegnati pressocché gli stessi valori che si adottano comunemente nel calcolo del carico limite dei pali di fondazione. In tal caso, come & noto, il coefliciente a, che viene utilizzato per esprimere l'adesione tra palo ¢ terreno in funzione della coesione non drenata, risulta decrescente al crescere del- Ia coesione stessa [TOMLINSON, 1957]. Esso, in media, varia tra 0,2 e 04 per argille forte- mente preconsolidate, mentre assume valori prossimi all'unita per argille molli. Di tale coef- ficiente sono riportati nella fig: 4 i valori rica- vati da numerose prove di carico ¢ si osserva cost, a parte valori di « anche superiori all’uni- 1a, una certa dispersione dei dati, che rende al- quanto difficile la scelta del valore da conside rare, in fase progettuale, per il coefficiente in parola, Lo stesso dicasi per quanto riguarda il valore di « risultante da esperienze di attrito negati- vo, di cui, per altro, molto scarsi e difficilmente a casi di Fig. 4. - Valori di « sperimentalmente rilevat altrito positive. (da VESIC, 1972). elaborabili sono i dati riportati nella lettera- tura. Secondo Enpo et al. [1969] valori di « pari ad 1 possono ritenersi abbastanza realistici per argille di media plasticita. Altri sperimen- tatori invece [BRONS ef al., 1969; FELLENIUS, 1972; Wark, Darvats, 1973] avrebbero riscon- trato, nello stesso tipo di terreno, valori larga: mente inferiori ad 1. Infine, secondo altri an- cora [I70, Marsut, 1976] valori addirittura sue periori all'unita sarebbero non solo possibili ma anzi pitt giusti, dato che il processo di con- solidazione che si accompagna a fenomeni di attrito negativo produce un miglioramento del- le proprieta meccaniche dei terreni. Quanto ai terreni torbosi, Coxon [1972] ha rilevato va lori di « variabili casualmente tra 0,15 e 0,7. Passando poi al coefficiente 8, che compa- re nell’espressione dell'atirito negativo in ter- mini di pressioni effettive — approccio, si ri- cordera, pitt congruente al meccanismo secondo il quale si sviluppa il fenomeno [BURLAND, 1973] —, gia nel paragrafo 22 sono state in proposito esposte alcune considerazioni ed una serie di indicazi Liinsieme dei dati sperimentali raccolti_ per pali in argilla ¢ riguardanti anche il caso di at- trito positivo, parimenti trattato in termini di pressioni effettive, indica comunque, come si rileva ad esempio dalla fig. 5, che: — 8 decresce all'aumentare della lunghezza del palo; — sono possibili anche scarti notevoli_ri- spetto ai valori teorici, che, come gia si disse (w: fig. 3), dovrebbero essere generalmente com- presi tra 0,24 e 0,30. Secondo Meverxor [1976] la diminuzione di 6 all’aumentare della lunghezza del palo potreb- be essere attribuita al verificarsi di fenomeni di rottura progressiva all'interfaccia tra palo ¢ ter- reno, con conseguente riduzione delle tensioni tangenziali dal valore massimo a quello resi duo, specie alle profondita minori dove mag- giori sono le deformazioni in gioco, Nel caso di attrito negativo tale fenomeno potrebbe forse anche essere attribuito all’en- tita, via via pid ridotta con Ia profondita, dalle deformarioni relative tra palo terreno e, di conseguenza, alla non completa mobilitazione delle tensioni tangenziali all'interfaccia tra palo e terreno, Circa gli scarti dei valori di ® sperimental- mente rilevati rispetto a quelli teorici, una spie- garione & stata avanzata, per il solo caso di attrito negativo con valori di 8 inferiori a quelli che cra lecito attendersi, da BRINCH HANSEN [1968]. Secondo tale Autore un minor valore di B potrebbe infatti spiegarsi con la diminu- zione delle tensioni orizzontali allinterfaccia tra palo e terreno, conseguente alla riduzione delle pressioni litostatiche dovuta al fenomeno. E da rilevare infine che, essendo 8 legato al- Vangolo di attrito 9" e questo, come & noto, ? Funzione del!'indice di plasticita 1, del terreno, @ tentato di stabilire anche una diretta cor relazione tra @ ed Ty. T pochi dati disponibili al riguardo appaiono perd troppo dispersi per de- finire una tale correlazione. Non minore importanza, ai fini sempre del calcolo dell'attrito negativo, assume ovviamente la posizione del punto neutro, che definisce il limite del campo d'integrazione delle tensioni tangenziali Purtroppo anche in tal caso non vi @ concor- danza fra i vari dati riportati nella letteratura Enpo ef al. [1969] con sperimentazioni su pali in acciaio, sia a punta chiusa che a punta aperta, battuti in argille, hanno individuato il punto neutro ad una profondita dal piano di campagna prossima al 75% dello spessore com- plessivo del banco compressibile, ¢ ci abba- stanza uniformemente in tutte le prove eseguite. Posizioni analoghe del punto neutro sono sta- Coolticionte B oon 92 03 o4 os oe yt tft tT oh el =z we _ Simgclsay tlt | | 1 Bin Funvione della lunghezza ERHOE, 1976). Fig, 5.- Vatori sperimentali dct palo (Mt 14 te riscontrate anche da altri Autori [vedi Bo: Z02UK, LaBRECUE, 1969; JAPAN NaTionat, Rat- ways, 1972; WALKER, DaRvaLt, 1973] non solo per pali battuti in acciaio, ma anche per pali irivellati in calcestruzzo, realizzati sempre in argille. Altri Autori invece [Brerrun ef al., 1969; Ft LeNIUs, BRoMs, 1969; CoGNoN, 1972], operando ancora con pali in acciaio, sia in argille che in torbe, hanno individuato il punto neutro in prossimita dello strato resistente, ottenendo di conseguenza un diagramma delle tensioni tan- kenziali crescente con la profondi Naturalmente sia la posizione del punto neu- tro che T'andamento delle tensioni tangenziali con la profondita possono variare da caso a caso, in funzione di una serie di fattori legati alle caratteristiche geometriche e meccaniche del banco compressibile e di quéllo resistente i base, nonché ai sovraccarichi che determi- nano gli assestamenti del banco compressibile. Studi condotti al riguardo per via analitica numerica hanno ad esempio chiarito come in- tervengono sulla posizione del punto neutro al- cuni di detti fattori ed in particolare la com- pressibilita dello strato di base. Nel caso di pali immersi in un mezzo in via di consolidazione ed appoggiati su di un banco infinitamente rigido [Poutos, Marrs, 1969], si pud giungere ad un incremento continuo, sull'intera altezza del pa- lo, degli sforzi per attrito negativo e quindi ad una posizione del punto neutro prossima alla punta del palo stesso. Nel caso di substrato di rigidezza finita, sia pur maggiore di quella dei terreni soprastanti [I1o, Marsur, 1976; Ne et al., 1976], si ottiene invece uno spostamento verso l'alto del punto neutro, con riduzione de- gli sforzi massimi alla punta; ovviamente il fe- nomeno risulta tanto pitt accentuato quanto minore @ la differenza di compressibilita fra substrato ¢ terreni circostanti Circa 'entita delle deformazioni necessarie per mobilitare integralmente la resistenza al ta- glio € quindi il massimo valore dell’attrito ne- gativo, si é osservato che in generale sono suf- ficienti scorrimenti relativi tra palo ¢ terreno di pochi millimetri, specie nel caso di terreni a grana grossa [JOHNSON, KavANaGH, FRCB; Kr suipa, TAKANO, 1976]. Altri Autori [BEGEMANN, 1969; BRONS et al., 1969] hanno comunque riscontrato la completa mobilitazione dell'attrito negativo solo per ce- dimenti del piano di campagna dell'ordine di aleuni centimetri. 142 Cirea i tempi necessari per tale completa mo- bilitazione, essi dovrebbero teoricamente coinci dere con quelli di consolidazione del banco. Ci non toglie, tuttavia, che siano stati osservati (Waker, Darvatt, 1973] incrementi dell'attrito negativo anche in fase di consolidazione secon- daria, specie laddove questa non & trascurabile, in termini di deformazioni, rispetto alla conso- lidazione primaria. 3. Esperienza direttamente eseguita B.l. Descrizione deli'esperienza La possibilita di eseguire un'esperienza in vera grandezza si @ presentata in occasione della realizzazione del nuovo mereato ortofrut- ticolo di Sarno, in provincia di Salerno. Qui Vestrema compressibilita dei terreni, prevalen- temente organici fino ad una profondita di circa 15 m dal piano di campagna, lasciava preve- dere Vinsorgere, sulle palificate di fondazione, in non trascurabile attrito negativo a segui- to dei riempimenti da eseguire per raggiungere le quote di sistemazione previste in progetto. Viindagine @ stata condotta su di un palo in calcestruzzo appositamente eseguito e sovracca- ricato mediante un rilevato in pietrame realiz- zato sul relativo piano di campagna. II palo, del diametro di un metro, stato eseguito per trivellazione a rotazione spinta ad una profon- dita di metri 22,50, con cid raggiungendo un banco di roccia tufacea, al pari delle palificate adottate per i fabbricati del mercato. II getto @ stato effettuato mediante I'uso di tubo convo- gliatore ¢ Varmatura, a tutta altezza, & stata ridotta al minimo (4@ 18 verticali e spirale @ 6) onde non influenzare, se non in misura molto modesta, il modulo di deformazione del palo nel suo insieme. & stato inoltre adottato un adeguato copriferro per assicurare che le barrette di misura delle deformazioni, appli- cate sull’armatura, risultassero sicuramente in- globate nel getto. Nelle foto delle figure 6 e 7 sono ritratti un particolare delle barrette montate svi ferri d’ar- matura ed una fase del getto del palo. Questo, eseguito nel luglio del 1976, & stato innanzitutto Jasciato maturare per circa quattro mesi con Tintento di ottenere nel frattempo un pratico esaurimento delle deformazioni del calcestruzzo connesse ai fenomeni di presa: tali fenomeni infatti, nel caso di sperimentazioni protratte nel tempo, possono, come & noto, largamente in- fluenzare [Maxcuertr, D’ANGELO, 1976] le mi- sure di deformazione, attraverso le quali si ri- sale, applicando la legge di Hooke, alla distribu: zione degli sforzi lungo il palo. In realt& i quat- tro mesi circa di maturazione non sono risul- tati del tutto sufficienti, essendo le deformazioni per idratazione proseguite anche in seguito, per buona parte dei successivi tre anni durante i quali si 2 continuato a tenere il fenomeno sotto osservazione. Cid non ha comunque impedito una interpretazione sufficientemente corretta dei tratti salienti dell’esperienza. Il sovraccarico @ stato applicato tramite un rilevato, di 15 me- tri di lato, realizaato in due fasi. In una prima fase (fine ottobre 1976) esso & stato portato ad un’altezza di 2 m; nella seconda Fase (inizio dicembre 1976), anche allo scopo di accrescere Fig, 6. - Patticotate del montaggio delle barrette stenst metriche sui Ferri di armatura del palo Fig, 7, - Palo i fase di gett. le deformazioni nel palo per attrito negativo nei confronti di quelle dovute ai fenomeni di idratazione, si @ raggiunta un‘altezza comples- siva di 4 m. Il peso deli’unita di volume del materiale costituente il rilevato, determinato col metodo della sabia calibrata, é risultato, dalla media delle varie misure — per altro con scarti molto contenuti —, pari ad 18 t/m’, Di conseguenza, le pressioni applicate sul piano di campagna hanno assunto, nelle due fasi, valori rispettivi di 3,6.¢ 7.2 t/m Lientita degli sforzi conseguenti al manife- starsi dell’attrito negativo @ stata rilevata me- diante cingue coppie di barrette estensimetri che applicate a varie quote lungo Valtezza del palo. Le singole coppie di barrette sono state po: sizionate diametralmente in un medesimo pia- no verticale, si da poter anche individuare Veventuale insorgere di momenti flettenti Per Ia protezione dei cavi connessi alle bar rette & stato disposto, in sommita del palo, un tubo di cemento, sporgente dal rilevato. Detto tubo & stato scelto di diametro leggermente su- periore a quello del palo, onde evitare che il ee eae tpi me al cournessious —\ Fig, 8. - Schema della strumentazione adottata 143, Fig, 9, - Vista d'nsiome dellesperienca durante una fase ‘intermedia della realizzazione ‘del rlevato dl carico. peso del rilevato venisse a gravare direttamente sul palo stesso. Quanto infine alla misura dei cedimenti del terreno, vi si @ provveduto mediante tre asse- stimetri a piastra, disposti sul piano di cam- pagna ed a circa m 1,50 dal palo, e due asse- stimetri magnetici profondi, a punti multipli di misura (tipo BRS.), installati a distanze ri- spettive di metri 1 ¢ 4. Nella seconda fase di carico sono stati inoltre misurati i cedimenti della sommita del palo, mediante livellazione ottica di una canna asse- stimetrica saldamente ancorata al palo stesso. Lo schema della strumentazione nel suo insie- me @ riportato nella fig. 8, mentre nella foto di fig. 9 ne @ ritratta la parte sporgente all’ester- no, in una fase intermedia della costruzione del rilevato di c 32. Natura e caratteristiche dei terreni in cui si & svolta Vesperienca Owviamente prima di dar corso all’esperienza sono state rilevate la costituzione del sotto. suolo e le caratteristiche dei terreni che vi si rinvengono. E cosi risultata una stratigrafia quale & sche- maticamente riportata in figura 10. Tale stratigrafia presenta circa 15 metri di terreni molto eterogenei, rappresentati da pro- dotti d'origine vulcanica, a granulometria sab- bio-limosa tipici del Napoletano (pozzolane, la- pilli, pomici), frammisti od alternati a mate- riali di natura organica (torbe) e con incluse, tra i 6 e gli 8 metri dal piano di campagna, con- crezioni calcaree, Al di sotto dei terreni di cui innanzi compare di «silt » calcareo, del tutto privo che a sua volta poggia su di un banco di limitato spessore (4+ 5 m) di tufo allo napoletano, La falda freatica & presente a circa 1 metro dal piano di campagna. Nella stessa figura 10 sono inoltre riportate le principali caratteristiche geotecniche riscon- 144 Fig. 10, - Stratigrafia € prineipali proprieta dei terreni trate per i singoli terreni con prove di labora- torio su campioni indisturbati appositamente prelevat Innanzitutto @ da rilevare, in quasi tutti i campioni su cui & stata eseguita 'analisi gra- nulometrica, una notevole percentuale di fra- zione sabbiosa; & perb da osservare che le ana- lisi in parola non si sono potute eseguire Ia dove — come tra i 5 ed i 10 metri di profondita circa — il materiale organico risultava preva- lente su quello di natura vuleanica. Caratteristici sono i valori del contenuto d’ac- qua, che, con variazione continua e casuale in funzione soprattutto della _percentuale di so- stanze organiche presenti alle varie quote, rag- giungono anche il 200% ed oltre, come & di terreni con non trascurabili percentuali: di materiali organici, Allo stesso tempo spesso estremamente ridotti risultano i valori del pe- so dell’unit& di volume, talvolta anche solo di poco superiori all’unita, e corrispondentemente clevata & la porosita, che giunge fino all'85% circa Passando a considerare le propriet& meccant che, va osservato che I'insieme delle prove di compressione edometrica ha evidenziato un’ele- vata compressibilita di tutti i terreni al di so- pra del tufo, fornendo valori del modulo Ex, calcolati nel campo di pressioni corrispondenti a quelle agenti nel sottosuolo prima ¢ dopo Vapplicazione del sovraccarico impiegato nel- Vesperienza, variabili tra 5 © 20 kg/em* circa, con quest'ultimo valore relativo allo strato di silt calcareo. Nella figura 10 sono comunque ri portati, in luogo dei valori det modulo edome- trico Ew, i corrispondenti valori del coefficiente di compressibilita C., risultati compresi tra 0,3 e 22 circa. Piuttosto elevato pud dirsi anche, stando alle curve cedimenti-tempi rilevate nel corso delle stesse prove edometriche, il coefliciente di per- meabilita e cid in accordo, del resto, con la na- tura dei terreni In effetti dette curve hanno in genere assun- to, anche per i campioni prelevati dallo strato di silt calcareo, un andamento di tipo viscoso, per cui solo in pochi casi & stato possibile ri- cavare da esse i corrispondenti valori del coef ficiente di consolidazione cy. Tali valori, ripor- tati sempre in figura 10, risultano compresi fra 0,002 e 0,04 cm?/s circa. ‘Analizzando invece il ramo secondario delle stesse curve, si é riscontrato per esso un valore del cocfficiente c. che, nel caso dei terreni tor- bosi, ha oscillato fra 0,001 ¢ 0,04 — con i va- lori minori corrispondenti ai provini meno ric- chi di sostanze organiche ed ai pitt modesti incrementi di carico —, mentre per il silt cal- careo é risultato compreso fra 0,001 e 0,005. Circa infine la resistenza a rottura, valgono in proposito sia i risultati di 8 prove penetro- metriche statiche, riassunti, per quanto riguar- da la sola resistenza alla punta nella stessa fig. 10, sia quelli di apposite prove di labora- torio. Dall'insieme delle prove penetrometriche si nota che dopo i primi 10 + 11 metri con carat- teristiche particolarmente scadenti, si incontra- no terreni dove la resistenza alla penetrazione ha raggiunto anche valori cui possono farsi com rispondere, secondo note correlazioni [MEYER- wor, 1976], angoli di attrito dell’ordine di 35 + 36°, Valori alquanto pit ridotti, anche se superiori a quelli riscontrati nei primi 10 + 11 metri dal piano di campagna, sono stati poi nuovamente misurati in corrispondenza dello strato di silt calcareo. Quanto invece alle determinazioni di Iabora- torio, in prove triassiali di tipo non drenato & stata misurata una coesione cy fra 0,07 © 0,08 kg/cm’ soltanto, indipendentemente dalla pro- fondita di prelievo dei campioni, mentre con prove drenate sono stati ottenuti, accanto a coesioni c’ parimenti molto modeste (da 0 a 0,12 kg/cm*), angoli di attrito o’ fra 30 © 34° circa. Un valore di c’ 15 kg/cm’ e 9" = 39° stato poi riscontrato per il silt calcareo. A completamento delle caratteristiche dei ma- teriali presenti nel sottosuolo si riportano an- che, nella tabella 1, i risultati di una serie di prove eseguite su campioni del substrato tu- faceo € precisamente i valori ottenuti per il contenuto d’acqua w, il peso secco dell'unita di volume ys e la resistenza a rottura per com- pressione a dilatazione trasversale libera ox. ABELLA Risuttati dé prove sul tuto roving % Fl n m % efem kg/em? 1 36 ne | ag 2 63 Tse a 3 st 1s as 3 a 10s at 3 os Toa ist é si ter 3 metic | ee | af Ba 145 3.3. Risultati dell'esperienza 3.3.1. Cedimenti del terreno intorno al palo Nella fig 11 & riportato il decorso nel tempo dei cedimenti del piano di campagna circostan- te al palo, come rilevato agli assestimetri su- perficiali, nelle due fasi di applicazione del so- vraccarico. —, Sem Fea of feet 7 oAistasa ei caYes Fig. 11, - Cedimenti del piano a eampagna intoro al palo. Dall'insieme delle misure, in buon accordo tra di loro, emerge innanzitutto che it processo di consolidazione si @ esaurito in un arco di tempo assai breve (5 + 6 giorni) come del re- sto era da attendersi stando alla stratigrafia del sottosuiolo ed ai risultati delle prove edometri- che di cui si @ detto nel paragrafo 3.2. E interessante osservare che, ove si conside- rasse l'insieme dei terreni compressibili sopra- stanti al tufo come un unico banco omogeneo drenato soltanto in sommita ed alla base, i tempi di cui innanzi risulterebbero verificati con la teoria della consolidazione solo per un coefficiente di consolidazione del banco in pa- rola molto elevato ¢ comunque maggiore di quello mediamente ricavato con le prove di la- boratorio. Cid perd si spiega se si tien conto della disomogeneita del banco — quale del re- sto emerge dalla stratigrafia gia mostrata in fic gura 10 — ed in particolare dell’esistenza in es- 50 di straterelli a maggiore permeabilita, che ne costituiscono livelli di drenaggio intermedi Nella figura 12 sono invece riportati i cedi- menti massimi registrati, al termine del pro- cesso di consolidazione nella prima e nella se- conda fase di carico, sia agli stessi assestime- tri superficiali, sia a quelli profondi, tipo BRS. Si pud cosh osservare che lassestimetro BRS n. 2, posto a m 4 dal palo, ha fornito sempre cedimenti maggiori di quelli letti al BRS n. 1, installato ad una distanza di 1 metro soltanto, con una differenza che perd si & attenuata pas- sando dalla prima alla seconda fase di carico. Allo stesso tempo, mentre nella prima fase di carico le misure agli assestimetri superficia- Ji hanno fornito risultati prossimi a quelli regi strati in corrispondenza del primo punto asse- stimetrico del BRS n. 1, ma minori di quelli forniti dallo stesso punto del BRS n. 2, nella seconda fase sono state ottenute letture agli assestimetri superficiali intermedie fra quelle dei due BRS. ro Fig, 12 146 OUTST tates e od Spostamenti verticali leti a varie quote, L'uno ¢ Valtro risultato si spiegano se si considera, da un lato, che il terreno, nell’as- sestarsi, incontra una serie di resistenze a con- tatto con il palo, per cui tende ad « aggrupar- si» a questo ed a cedere di meno in pros: mita del palo stesso, e, dall'altro, che dette re- sistenze, al crescere dei carichi applicati, ven- gono in parte vinte, con conseguente manife- starsi di scorrimentiall'interfaccia tra palo ¢ terreno. Lieffetto per cosi dire frenante esercitato dal palo risulta ancor pitt chiaramente dalla fig. 13, dove gli stessi dati della figura 12, diversa- mente presentati, pongono in maggior evidenza come il terreno abbia assunto, intorno al palo, tuna deformata concava verso alto. Sempre dalle misure dei cedimenti 2 stato poi ricavato, riferendosi ad una determinata verti- cale — ‘precisamente quella dell’assestimetro superficiale n. 9, in posizione intermedia fra i due assestimetri profondi — e quindi allo stato tensionale in corrispondenza di essa, il mo- dulo di compressibilita medio delt'insieme dei terreni soprastanti il tufo, ottenendo in corri- spondenza del carico di prima fase (3,6 t/m?) un valore di 16 kg/em’ e per quello di seconda fase (7.2 t/m’) circa 10 kg/cm? Tali valori risultano mediamente in accordo con quelli desunti dalle prove edometriche ma indicherebbero, in contrasto con quanto & note circa il comportamento dei terreni, un aumento di compressibilita al crescere del carico appli- 4 Coen sso 38 in? Fig. 13. - Deformata del terreno in prossimita. del ps cato. Bisogna perd osservare che la verticale deli’assestimetro 9 ricadeva ancora nel raggio d'influenza dell'effetto frenante esercitato dal palo, per cui mentre in prima fase si & regi strata una minore compressibilita in quanto i cedimenti del terreno sono stati contenuti da tale effetto, nella seconda fase, determinatisi, sotto V'azione del maggior carico, scorrimenti all'interfaccia fra palo e terreno, si & verificato Yopposto e quindi ne & risultata un’apparente maggiore compressibilit2. Ed infatti, se in luogo di quelli sulla verticale dell'assestimetro superficial n. 9, si prendono in esame i cedimenti del primo punto assesti- metrico del BRS n 2, posto al di fuori dell’anzi detto raggio d'influenza, si riscontra (vedi git citata fig, 11 nonché figura 14) che in questo caso vi é stata invece all'incirca proporziona- lita fra carichi e cedimenti, ovvero un pressoc- ché raddoppio di questi ultimi nel passare dalle 3,6 t/m® di prima fase alle 7,2 t/m? di seconda fase. Di difficile spiegazione risultano invece i ce- dimenti registrati ai punti_assestimetrici pitt profondi dei BRS nonché alla canna assestime- trica disposta in sommita del palo, A riguardo dei primi, che appaiono troppo elevati in rap- porto al ridotto spessore ed alla minore de formabilita dei terreni sottostanti, va_osser- vato che di recente anche altri ricercatori [Cot- LESELLI, 1978; Savio € SaBINI, 1978] hanno se- gnalato lo stesso fenomeno. Owiamente una delle ipotesi che si possono avanzare in propo- sito riguarda Ja tecnica di installazione dell’as- sestimetro. Circa invece il cedimento accusato dal palo, esso @ stato rilevato solo per la seconda fase di carico — allorché ci si accorti che non era, Fig, 4 - Confronte fra i cedimenti rilevati agi assestimetri superficali ed ai punti di sommita di quelli: magnetic. 147 come ci si attendeva, affatto trascurabile — ed ha raggiunto, in detta fase, i 5 cm circa, come si osserva dalla figura 15. 1 ier 52 qa78 Yt Pei 25 5 7 Fig. 15. - Cedimenti det palo nella 2 fase di carieo In effetti, trattandosi di palo appoggiato su roccia lapidea, pur se tenera, si sarebbe dovuto registrare un cedimento addirittura inferiore al millimetro, ovvero_pressocché corrispondente alla sola deformazione elastica del palo consi- derato assialmente caricato dal massimo attrito negativo misurato nell’esperienza. Né d'altro canto, risultando la sollecitazione unitaria alla base del palo, nelle stesse ipotesi estreme € considerando anche il peso del palo medesimo, dell’ordine di pochi kg/cm? soltan- to, appare pensabile un punzonamento del ban- co tufaceo 0 un suo cedimento d’insieme, in quanto il banco stesso, spesso mediamente 4-5 metri, poggia a sua volta su terreno ab- bastanza compatto, rappresentato da pozzolane in sede [PELLEGRINO, 1967]. Una spiegazione pitt convincente appare in- vece quella di un assestamento sotto carico di un « cuscino » di sedimenti di perforazione ac- cumulatosi al fondo del foro trivellato per il getto del palo. Come ultima osservazione sui cedimenti del terreno, va sottolineato il valore non proprio trascurabile del cedimento secondario, in a cordo per altro con quanto & noto dalla lette- ratura [He2rNe1np, 1975] a proposito appun- to del cedimento secondario nei terreni preva- lentemente organici, come quelli presenti nel caso in esame, Cirea I'inclinazione c. del ramo secondario delle curve cedimentictempi sperimentalmente rilevate, & stato mediamente riscontrato un va- lore intorno a 0004, contro valori dell’ordine 148 di 0.001 + 0.02, ottenati, a parita circa di in- crementi di carico, nelle prove di laboratorio. 3.2.2. Sovraccarichi sul palo per attrito negativo Prima di passare ad esaminare i risultati ot tenuti per quanto riguarda i sovraccarichi in- sorti sul palo per attrito negative, non inu- tile ricordare come le relative misure risultino in genere condizionate da una serie di fattori della cui influenza non sempre & possibile te- nere debitamente conto. In particolare, poiché agli sforzi nel palo risale, tramite la legge di Hooks, da misure di deformazioni ad apposita strumentazione esten- simetrica, e, considerando che tali deformazioni sono spesso molto piecole, ne deriva che i ri- sultati finali sono legati, da un lato, alla preci- sione con cui sono valutabili il reale diametro del palo ed il modulo di elasticita del materiale che lo costituisce e, dall'altro, alla possibilita di depurare le misure da tutto quanto & impu- tabile ad altri concomitanti fenomeni, come ad esempio il ritiro o I'idratazione del calcestruz- zo, che danno lwogo a deformazioni che si so- vrappongono a quelle dovute all'attrito nega- tivo, talvolta anche superandole. Nel caso in esame, circa il diametro del palo, si 2 proceduto, in fase di getto, ad un rilievo del quantitativo di conglomerato cementizio via via impiegato, ed, avendo riscontrato media- mente un assorbimento pari al volume teorico del foro per un diametro di 1 metro, si & po- sto tale valore a base dei calcoli. Analogamente, per quanto riguarda il modulo di elasticita del calcestruzzo, si & proweduto a determinarlo su provini prelevati in fase di get to del palo c subito interrati a pochi metri di distanza da questo, dove sono stati lasciati ma- turare per aleuni mesi in ambiente pressocché simile, Cosi operando, con il che si ritiene di aver per lo meno ridotte le incerteze al ri- guardo segnalate da altri sperimentatori [Ba- auetin et al., 1975], si & ottenuto, nelle succes- sive determinazioni di laboratorio, un valore del modulo E mediamente pari a 275.000 kg/cm’, con scarti contenuti nel 10% circa. Passando invece a considerare i fenomeni connessi alla presa del calcestruzzo, essi hanno realmente assunto un'importanza non tascura- bile, ma, grazie alla rapidita con cui si svi luppata Ja consolidazione sotto carico dei ter reni circostanti al palo, si potuto, come si dir poco pitt innanzi, aggirare il problema e per- venire ad un'interpretazione dei risultati’spe- rimentali suflicientemente corretta. Nella figura 16 sono, ad esempio, riportate le deformazioni lette, ad iniziare da un mese circa dopo il getto del palo, tre barrette estensi- metriche, prese come campione fra le dieci in- stallate. Si osserva cosi che nei mesi da agosto ad ot tobre 1976, precedenti l'applicazione del carico di prima fase, sono state registrate deformazio- ni, dovute soltanto ai fenomeni connessi con la presa del calcestruzzo, nient'affatto tracurabili. Tali deformazioni, risultando il palo pressocché interamente in falda ¢ quindi soggetto a soli fenomeni di idratazione, avrebbero dovuto es- sere tutte positive, ossia nel senso degli allun- gamenti, e non anche negative, quali sono ca ratteristiche di fenomeni di ritiro. Senonché aleune delle barrette estensimetriche, fra cui quella a quota (—4,10) m riportata in figura, hanno denotato accorciamenti, se pur seguiti, come si rileva sempre dalla figura, da un'inver- sione di tendenza a partire da una certa data in poi. Al riguardo, tenendo presente tale ulti- ma osservarione, si pud pensare ad un ritardo del fenomeno, dovuto ad una posizione pitt in- terna nel palo delle barretie corrispondenti Effettuata, nella seconda meta dell'ottobre 1976, l'applicazione del carico di prima fase (3,6 {/m®), si @ invece manifestato su tutte le bar- rette un accorciamento, che ha nettamente so- pravanzato Ieventuale ulteriore allungamento nel frattempo verificatosi per il proseguire del fenomeno di idratazione. Cid perd fino all'esau- rimento della consolidazione primaria dei ter- reni, che, come si @ visto in precedenza, & av- venuto in soli 5 + 6 giorni; successivamente, ri- tornando le deformazioni per idratazione a pre- valere su quelle, di gran lunga minori € soprat- tutto pid lente, eventualmente dovute alla con- solidazione secondaria, si sono nuovamente re- gistrati alle barrette soltanto allungamen| Agli inizi di dicembre @ stato poi applicato il carico di seconda fase (7,2 t/m?) ed il fenomeno si esattamente ripetuto allo stesso modo, con deformazioni che alla fine sono proseguite per oltre due anni ancora nel solo senso degli al- lungamenti, pur se con valori massimi non su- periori a 4 us/mese, contro valori iniziali fino 70 uz/mese. Comunque, come si diceva prima, @ stato possibile scindere gli effetti dell'idrata- zione del caleestruzzo da quelli dovuti all’attri- to negativo insorto a seguito dell’applicazione dei sovraccarichi di prima e di seconda fase, e cid almeno per Ja parte sviluppatasi in sede di consolidazione primaria dei terreni. Infatti, dati i tempi brevi in cui questa si @ esaurita, é risultato lecito, commettendo un errore che & stato valutato in non pitt del 5 + 10 per cento, trascurare, nello stesso breve lasso di tempo, l'effetto dell'idratazione. Un criterio analogo non si & invece potuto soguire, come gia accennato, per l'eventuale at- trito negativo connesso alla consolidazione se- condaria [WArKER, DaRvatt, 1973] e cid in base allesiguit& di tali deformazioni a confronto di quelle lette alle barrette, risultate solo nel sen- so degli allungamenti, ossia regolate sostanzial- mente dal proseguire del fenomeno di idrata- ione. (ue) Fig. 16,- Deformaziont nel caleestruzzo lette in corrispondenza di alcune sezioni di misura. 149 Tuttavia, tenuto conto deli‘entita dei cedi- menti corrispondenti ai massimi sforzi regi- strati nel palo — precisamente 18 cm nella pri- ma fase di carico e ben 46 cm nella seconda, pari rispettivamente all’80 ed al 90 per cento circa dei valori finali —, si pud ritenere che Yeventuale incremento di attrito negative per consolidazione secondaria, che non si ® potuto misurare, @ stato in realta 0 nullo © almeno percentualmente, molto modesto. P| came hg Bl L.# Fig. 17.- Confronto frm lt stra itevatl in corriapondenza del punio neutro e i cedimenti del piano di campagna. A conferma di cid, nella figura 17 sono ripor- tati 'andamento nel tempo dei cedimenti del piano di campagna intorno al palo ¢ quello de- gli sforzi registrati nel palo stesso in prossi- mita del punto neutro. Come si pud osservare, Fesaurimento della consolidazione primaria ed il raggiungimento del valor massimo dello sfor- zo risultano pressocché concomitanti In sostanza cio’, come si & accennato all’ zio, un'interpretazione sufficientemente valida dei risultati dell'esperienza é stata possibile gra- zic alla natura dei terreni, caratterizzati da un rapido evolversi della consolidazione primaria. Qualora invece si fosse trattato di argille, si sarebbe potuto registrate, come per altri speri- mentatori [Boz0z0K, Larecaue, 1969], un’evo- luzione assai lenta della consolidazione prima- ria dei terreni (© quindi del fenomeno dell’at- trito negativo), con la conseguenza di non po- ter separare, neppure in detta fase, le deforma- zioni dovute ai carichi da quelle dovute alla idratarione del calcestruzzo. E interessante infine osservare che le barret- te estensimetriche, diametralmente disposte, come si disse, in uno stesso piano, hanno se- gnalato anche l'insorgere di momenti flettenti. Siffatti momenti, riscontrabili spesso in prove di carico su pali stramentati [D'ANGELO, Mar- 150 cnerrr, 1977] e talvolta misurati anche in espe- rienze di attrito negative [Fettextus, Broms, 1972], sono di norma ascritti ad una non per- fetta verticalita del palo. Nel caso qui trattato non é perd escluso che vi abbia per lo meno concorso la disomogeneita dei terreni circostan ti, traducentesi in un diverso valore dell’attrito negative mobilitato da un lato ¢ dall‘altro del palo, E appena il caso di rilevare che esistenza di tali momenti darebbe ragione a quanti, nella pratica costruttiva, preferiscono armare i pali anche quando soggetti a soli carichi assiali. Nella figura 18 sono riportate le curve degli sforzi insorti nelle due fasi di carico per attrito negativo sul palo, quali sono stati ottenuti, co- me si é detto, dalle letture alle barrette esten- simetriche al termine dell'assestamento per con- solidazione primaria dei terreni circostanti Nella seconda fase due delle dieci barrette estensimetriche non hanno temporaneamente funzionato, per cui la relativa curva & stata ini- zialmente costruita in parte sulla media delle letture alle due barrette di una stessa sezione, come per le curve corrispondenti alla prima fase, ed in parte in base alle letture ad una sola barretta, nel qual caso, ovviamente, non 2 pitt risultata automaticamente compensata I'influen- za dei momenti flettenti, Ipotizzando comunque che il rapporto fra Ja deformazione letta alla barretta ancora fun- zionante e quella media della sezione sia rima- sto costante fra la prima e la seconda fase di carico, si & poi passati dalla curva di ct nanzi (in figura a tratto pieno), alla curva cor retta (a trattini), che, fra Valtro, presenta un an- damento che pitt si approssima a quello delle curve relative alla prima fase. Dalla figura si rileva innanzitutto una posi- zione del punto neutro che, nella prima fase di carico, @ localizzabile ad una profondita dal pia- no di campagna pari all’incirca al 70% dello spessore dell’insieme dei terreni compressibili, mentre nella seconda fase risulterebbe, pur do- po la correzione di cui innanzi, alquanto pitt in alto. Orbene, mentre la prima posizione appare possibile per un palo appoggiato ("), in accordo del resto con quanto sperimentalmente riscon- (1) Si osservi che, ove fossero stati disposti altri puntt di misura fra Ie due ultime coppie inferiori di barrette, si sarebbe forse riseontrata, per il punto neutro, una post zione ancor pitt spostata verso i basso, ovvero localizzata in corrispondenza del baneo di silt calcareo, relativamente ‘meno compressibile det terreni soprastan Fig. 18. trato anche da altri ricercatori [ENpo ef al, 1969], non sembra cos} per la seconda, troppo lontana dalla base del palo, verso cui dovrebbe tendere il punto neutro. Una spiegazione al riguardo potrebbe comun- que esser data tenendo conto della eventuale presenza di un «cuscino » di detriti di perfo- razione depositatosi al fondo del foro trivellato per il getto del palo ¢ di cui gia si disse per spiegare i cedimenti da questo subiti; tale cu- scino con la sua deformazione sotto carico avrebbe potuto far assumere al palo un com- portamento intermedio fra appoggiato ¢ so- speso. Sempre dalla figura 18 si rileva poi che lo sforzo massimo registrato & risultato di circa 55 t sotto il carico di prima fase ed intorno a 75 t nella seconda fase, con tensioni nel calce- struzzo, nella sezione maggiormente sollecitata, raggiungenti, in quest’ultimo caso, i 10 kg/cm? circa. Interpretando tali risultati in termini di pres- sioni effettive, ovvero con la semplice espres- sione: N [xoreoes fore ane (ho/em?) fous i acters Distribuzione dei earichi tungo il palo ed andamento delle tensioni tangenzial. ¢ riferendosi ad una posizione del punto neutro quale @ stata rilevata sotto il carico di prima fase (circa 13 m dal piano di campagna), 2 stato ricavato un valore di § pari a 0,21 nella stessa prima fase ed a 0,22 nella seconda. Tali valori risultano in accordo con quelli di esperienze effettuate da altri in terreni argil- losi [ad es. JOHANNESSEN, BERRUM, 1965], men- tre sembrano un po’ clevati per terreni pura- mente organic Va perd ricordato che i terreni in cui & stata eseguita Iesperienza sono si organici, ma con matrice costituita da materiali di natura vulea- nica a grana prevalentemente sabbiosa, per i quali, come si ricordera, sono stati misurati angoli di attrito 9’ fra 30 e 34°, cui corrisponde- rebbero (v. gia citata fig. 3) valori di 8 fino a 0,30 circa. Nella stessa figura 18 2 infine riportato anche il diagramma delle tensioni tangenziali medie lungo il fusto del palo, ottenute, sia per la pri- ma che per la seconda fase di carico, dalla dif- ferenza degli sforzi assiali fra due coppie di barrette successive. Quanto all’andamento di tali tensioni per la parte al disopra del punto neutro, ovvero sog- getta ad attrito negativo, esso appare decre- scente con la profondita. Nella seconda fase si osserva per il tratto di 1s1 sommit, owvero al di sopra della prima copia di barrette, un incremento delle tensioni tan- genviali meno che proporzionale rispetto ai ca- richi, probabilmente per effetto di fenomeni di vera € propria rottura progressiva del terreno conseguenti ai notevoli scorrimenti avvenuti. Circa la congruita dei valori misurati, quelli medi (0,13 kg/cm* nella prima fase e 0,19 kg/cm? nella seconda) sembrano alquanto ridotti rispet- to alle caratteristiche meccaniche dei terreni in- teressati. I valori massimi, alle minori profon- dita appaiono invece leggermente clevati. Va perd osservato che nella letteratura non man- cano casi analoghi, pur se rilevati in occasione di prove di carico su pali strumentali [FeDA, 1976; VeNrura, ERsc] ¢ non in esperienze di at- trito negativo. 3.3.3. Osservazioni allo scarico Dopo circa tre anni dall'inizio dell’esperienza si @ proceduto infine alla completa asportazio- ne del sovraccarico ed al rilievo dei « ritorni » del palo e del terreno circostante. Da segnalare che nel frattempo si era notato, proseguendo le letture alle barrette estensimetriche rimaste perfettamente funzionanti, anche il quasi com- pleto esaurimento delle deformazioni per idra- tazione. Allo scarico si & verificato un ritorno, pres- socché istantaneo, di circa 3,5 cm per il palo ¢ di parecchi centimetri, fino a qualche decime- tro, per il terreno. Per quanto riguarda il primo valore, si os- serva che esso nettamente superiore all’allun- gamento elastico teorico, valutabile in circa 0,7 mm, il che starebbe a significare che il palo & stato trascinato, verso alto, dal sollevamento del terreno circostante; cid indirettamente con- fermerebbe che il palo, anche se ha raggiunto il tufo, non é risultato a questo ancorato. Circa invece i ritorni registrati per il terreno, essi vanno riguardati con una certa cautela in quanto, purtroppo, nelle operazioni di scarico si sono verificati alcuni inconvenienti che han- no anche posto fuori uso gli assestimetri profon- di, anch’essi ancora perfettamente funzionanti Del tutto rispondenti sono risultate invece le misure relative agli sforzi nel palo, che, pur essi_pressocché istantaneamente, sono media- mente ritornati a zero, con scarti di residuo raggiungenti non pid del 20% del carico mas- simo registrato per attrito negativo. Cid non solo & un indice dell’ottimo funzionamento det la strumentazione adoperata ma conferma an- 152 che che in precedenza, ossia nella interpreta- zione dei risultati ottenuti in fase di carico, si era correttamente operato. 4, Conclusioni Lresperienza effettuata ha permesso di con- fermare I'importanza che assume il fenomeno dell'attrito negativo sui pali di fondazione & cid attesa I'entita degli sforzi aggiuntivi che ne derivano. Su di un palo di 1 metro di diametro, trivel- lato attraverso 15 metri circa di terreni preva- Ientemente organici fino a raggiungere un ban: co di roccia tenera (tufo vulcanico), sono stati infatti misurati, per sovraccarichi applicati sul circostante piano di campagna di 3,6 ¢ 7,2 t/m? circa, sforzi nel palo rispettivamente intorno a 55.751. Nel condurre a termine la ricerca si é confer- mato che la sperimentazione circa Vattrito ne- gativo su pali di calcestruzzo gettati in opera, oltre a tutte le difficolta che di norma si incon- trano nelle indagini in vera grandezza, presenta anche quella dell'interferenza con le deforma- zioni, di entita nient‘affatto trascurabile ¢ ad evoluzione estremamente lenta, derivanti dal fe- nomeno di presa del calcestruzzo. Fortunatamente nel caso trattato in questa nota la rapidit con cui si é sviluppata la con- solidazione primaria det terreni circostanti al palo ha permesso di interpretare i risultati ot- tenuti in maniera sufficientemente corretta. Owviamente & rimasto anche qualche aspetto non sufficientemente chiarito, sul quale ci si au- gura di poter ritornare in una prossima occa- sione. Da rilevare infine il pit che soddisfacente fun- zionamento della strumentazione impiegata sul- Vintero arco, di circa tre anni, impegnato dalla ricerca, strumentazione fornita dalla S.LS. - GEOTECNICA di Segrate. 5. Ringraziamenti Gli Autori ringraziano la Cassa per il Mezzo- ziorno - Servizio Bonifiche - ed in particolare eli ingg. Ruggiero Binetti, Franco Jannarelli e Francesco Vegna, per aver autorizzato e finan- ziato l'indagine, nonché il Direttore dei Lavori ing. Francesco Voccia De Felice, l'Impresa Ing. Franco Malatesta ¢ ling. Giuseppe Sabini del Centro Strumentazione Geotecnica, per la col- laborazione ¢ I'assistenza prestata. BIBLIOGRAFIA [Bacusuin F., BUSTAMARTE M., FRAN R., JEZEOURL J. F (1975) - ‘La Capacité Portante des Pieux, Ann. de Mnst. du Bat et des Trav. Publ, n. 390, pp. 122. Broan HLK,S. (1969) - Negative Skin Friction of a ‘Single Pile, Proceed. VIL Int. Conf, Soil Mech. Found. Eng., Spee, Sess. « Negative Skin Friction and Settle- ment of Piled Foundations », pap. n. 1 Bi.orta E., (1978) - Sovrapressioni Newire Indotte data In- fissione di Pali in Argilla, Rivista Tallana ci Geotecniea, 1. 4, pp. 196213, [Baraat T., JONANNESEN T.J., Eine O. (1969) - Reduction of Negative Skin Friction on Steel Piles to Rock, Procesd. VII Int. Conf, Soil Mech, Found. Eng, Mexico, v. 2, po. 2133, Rorovux M, (1972) - Downdrag Measurements on a 1601 Floating Pipe Test Pile in Marine Clay, Canad. 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The results of such experiences, carried out mainly in areas covered by very soft normally consolidated clays, indicate that the problem is far from a complete solution, 154 the magnitude of the dragoads and its effects on the con structions have however boen emphasized ‘The negative skin friction is often generated by the com- solidation of soil duc to fills applied on large areas around the piles. This paper deals with such a problem, reporting measurements of dragloads in a large diameter pile (21 m) bored, through voleanie cohesionless and peaty soils, to 8 GT layer: The consolidation of soils was obtained by charging in ‘wo steps the area around the pile by a four meters high ‘embankment. ‘The loads in the pile were measured by five couples of ‘extensometer gauges; the settlement by three surface sett- Jement plate and two deep rmultipolnt gauges. ‘The determination of hechaniesl properties of soils ind cate a large compressibility, tipical of peaty soils, as well fas a high permeability. Oa the contrary a high shear Strength (9"'= 30 = 34) was measured also in the peaty Specimens, probably due to high percent of sand fraction, ‘The very quick consolidation (wich occurred in 2 few days), due to macrostructural characteristics as well as 10 high permeability of soils, alowed to minimize the influen ce of strains arising from shrinkage and hydratation of the pile concrete. ‘The losd distribution at the first laoding step (q = 36 tons/mt) has shown a decrease of the negative skin friction down to the neutral point (located at about 70% of the Consolidating bed thickness), where the measured load was about 55 tons. An analysis in terms of effective stress (O= 5H, Upp’ de) indieates that the value of 8 is of the order of 020 appreciably lower than the theoretical one, ‘amounting neacly to 030, [AL the second step (q = 72 tons/im?) a load of 75 tous, ‘corresponding to the same value of 6 cooffcient, was mea sured Tt i interesting to note the occurrence of bending mo: ‘ments in all instrumented sections of the pile

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