Sei sulla pagina 1di 2

La Lingua Italiana dei Segni (LIS)

La LIS è una vera lingua con una sua struttura e sintassi spesso differente dall'italiano, ma con
alcune importanti similitudini con altre lingue orali. I verbi ad esempio non si coniugano in base al
tempo, ma devono concordare sia con il soggetto (come in italiano) sia con l'oggetto dell'azione,
come avviene in basco. Esistono forme pronominali numeriche per indicare "noi due, voi due"
(come il duale del greco antico). La concordanza di verbi, aggettivi e nomi non è basata sul genere
(maschile e femminile come in italiano) ma sulla posizione nello spazio in cui il segno viene
realizzato. Esistono diverse forme per il plurale "normale" e il plurale distributivo, distinzione
sconosciute alle lingue europee, ma note in altre lingue. Il tono della voce è sostituito
dall'espressione del viso: c'è un'espressione per gli imperativi, per le frasi relative, per le domande
polari (si\no) e per le domande doppio WH (sigla inglese che indica le domande che iniziano con
What, Who, Which, a cui non si può rispondere semplicemente “si” o “no”). Ad esempio in LIS,
come in altre lingue dei segni, l’espressione per le domande polari è l’innalzamento delle
sopracciglia, mentre per le domande doppio WH è l’abbassamento delle stesse.

Esistono quattro componenti essenziali in ciascun segno:

- Orientamento
- Configurazione
- Movimento
- Luogo

Oltre a queste esistono anche delle componenti non manuali tra cui l’espressione facciale e la
postura.

Facendo un rapido riassunto delle caratteristiche principali possiamo dire che il “cherema”
corrisponde al fonema nelle lingue verbali; i segni che si differenziano per una sola componente
essenziale sono detti “coppie minime”; infine molte funzioni grammaticali, come ad esempio le
forme interrogative, sono eseguite tramite espressioni facciali. Come si evince da quanto detto
finora una differenza tra i due sistemi linguistici è quindi determinata dalla simultaneità espressiva,
per quanto riguarda le lingue dei segni, e dalla sequenzialità per le lingue verbali. Comunque tra le
lingue dei segni e le lingue parlate esistono delle analogie, come ad esempio l’espressione dinamica,
che dipende dalla struttura temporale a livello fonologico e sintattico e l’utilizzo di canali motori
che consentono la ripetizione articolatoria.

Info @ http://psychomer.blogspot.com

Potrebbero piacerti anche