in un vecchio film sui caporali, eterni conduttori di una giostra di potere che non muore mai. La cornice amara e dolorosa che incupiva il suo sguardo dattore e i miei pensieri la ritrovo nelle strade che frequento negli uffici di palazzo oltre tavoli di legno pregiato o di cristallo, nella voce di un qualunque che dispone, nella mano che tende e poi ritrae, nella condanna, nello stanco ripetuto, folle, vuoto silenzio, nella parola che offende nel finto sorriso che circonda tutti noi ogni giorno, come cellule confuse nella spirale di una giostra di potere che non muore mai.