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Come noto, la nostra organizzazione, nel suo complesso, ha partecipato alle diverse audizioni che

si sono tenute in passato per la definizione della proposta di legge regionale n. 88 del 2013. Di quel
documento abbiamo condiviso larga parte, anche in relazione al recepimento ed allampliamento
delle indicazioni che provenivano dalla legge 328 del 2000. E passato circa un anno e mezzo dalla
sua presentazione in commissione politiche sociali e salute e ancora la discussione langue. Ferme
restando le nostre sollecitazioni e le proteste messe in campo, riteniamo sia necessario valutare con
seriet tutte le iniziative volte ad anticipare i contenuti della proposta di legge, anche per la valenza
di sollecitazione politica che rappresentano. Naturalmente, rimane asse portante del nostro
ragionamento la centralit del ruolo pubblico in questa materia, a partire dalla parte che attiene alla
programmazione, la verifica e il controllo dei servizi erogati.
La bozza di linee guida sullassistenza domiciliare, sulla quale la Regione ha gi avviato la
consultazione, va sostanzialmente nella direzione indicata, pur recando il limite della
frammentariet dellintervento.
Per questo riteniamo di rimarcare le criticit che riscontriamo nel testo.
1) La questione che ci sembra pi rilevante quella dellaccreditamento degli enti gestori il
servizio sociale (cooperative). Motivando con la necessit di salvaguardare lautonomia
decisionale dei singoli comuni, non vengono specificati criteri pregnanti rispetto alla
selezione degli enti stessi. Riteniamo, viceversa, che questo aspetto debba essere definito in
modo puntuale, quanto meno indicando nella c.d. clausola sociale e nellapplicazione dei
CCNL di riferimento due dei criteri fondamentali per laccesso alla selezione. Potremmo
aggiungere, ad integrazione, anche la capacit economica del singolo ente gestore o degli
enti consorziati (vedi ATI), nonch i curriculum prodotti dagli stessi. E di tutta evidenza che
diventa necessario legare inscindibilmente la qualifica dei lavoratori inquadrati nei diversi
enti gestori alla singola prestazione, al fine di garantire la corrispondenza permanente fra le
caratteristiche professionali dei lavoratori e la qualit del servizio erogato ed evitare che
alcune attivit possano essere gestite in modo non del tutto trasparente.
I criteri per laccreditamento dovranno essere individuati anche attraverso il confronto
con le OO.SS.
2) Riteniamo fondamentale che il servizio sia di norma messo a bando, prevedendo
contestualmente una durata triennale, evitando la eccessiva frammentazione per lotti ed il
proliferare degli affidamenti diretti.
3) In relazione alla previsione dellassistenza in forma diretta - oltre a modificare la
terminologia utilizzata per indicare gli operatori (assistenti personali), riportandola
nellalveo del CCNL di riferimento (assistenti familiari) si ritiene ineludibile
lindividuazione di risorse economiche specifiche da convogliare in tale ambito.
Soltanto individuando esattamente la quantificazione dellincentivo da rendere vincolante
anche per i comuni si potr produrre il risultato auspicato e lemersione dal nero di una
tipologia lavorativa sempre pi diffusa. A tale proposito, si potrebbe valutare lintroduzione
dellISEE anche per tale tipo di prestazioni, in modo da rendere pi equo lutilizzo delle
risorse e certo il contributo delle fasce pi abbienti della popolazione.

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