cultura
RIPUBBLICATO FELISBERTO HERNANDEZ, GRANDE.
URUGUAIANO, LA SUA OPERA? SUL PASSARE DEL TEMPO
LO SCRITTORE
CHE SUONAVA IL PIANO
E CREAVA RICORDI
diMatteo Nucci
[—elisberto Herndndez &
RF stato uno dei pit genial
serittori sudamericani
del Novecento. Naeque e mori a
Montevideo (1902-1964) dove,
tranne brevi parentesi, visse,
sposandosi divorziandotre vol
te,suonandoil pianoforteduran-
te film muti, eseguendo Stravin-
ky, scrivendo raceonti che in
pochi lessero e che molt seritto-
i amarono. La Nuova Frontiera
ne ha ripubblicato Fopera attra-
verso Yottima traduzione di
Francesca Lazzarato,
Dopo Nessuno accendeva le
lampade (pp. 129, euro 13) e Le
Ortensie (pp. 189, euro 17) che
raccoglievano tutti suoi pit ce-
lebriraeconti,esce ora una perla
efinitiva. Terre della memoria
(pp. 175, euro 16) mette assieme
tre prove in cui la narrativa di
Felisberto éal tempo stesso con-
{essione e manifesto poetic.
I lettore si trova di fronte a
raeconti che aprono e chiuelono
opera delloserittore dal primo
Ai tempi di Clemente Colling del
1942 all ultimo Terre della memo-
ria pubblicato postumo nel 1966
~e che ripropongono costante-
‘mente il tema principale che
‘mosse la mano di Felisberto, sia
sul pianoforte che sulla maechi-
na da serivere: la memoria. «I
miei ocehi adesso sonoinsistenti,
crude, esigono un grande sf
0 dagli oechi di quel bambino
che deviessere stanco e ormai
inveechiato. Inoltre deve vedere
tutto a rovescio; a lui non & per-
meso ricordare il proprio pas-
110
sto: deve fare il miracolo di ri-
cordare il futuro». Cosi serive
Felisberto nel raceonto pitt me-
taletterario: Il eavallo perduto, I
bambino che eg fu, quello che
impard a suonare dallforganista
cieeo Clemente Col
ling, quello che si _Felisberto Hernandez
recavaalezione nel- _ (1902-1964)al pianoforte.
Eseguiva Stravinsky
Ja casa piena di se
duzioni della ma-
gnetiea Celina, que!
Joche collegandolatestaalle dita
che suonavano il piano ancora
non aveva ricordli ma se li stava
‘creando, quel bambino stregato
dda oggetti che diventavano ani-
‘atie che vedeva gliesseriuma-
niattornoa sédiventare oggett
quello sarebbe diventato il Felt
sberto serittore, Puomo impe-
_gnatoa rincorrere un fil labi
ticonel proprio passato per nulla
perduto. Perché la memoria non,
appartiene a un dominio che i
tempo ha eancellato, ma & qual-
cos che seorre attraverso ileor-
durante iim muti
oe che si trasforma costante-
mente in pensiero. Solo con
questa consapevolezza possia-
mo trovare la chiave per rilegge-
re quella fllia che @ sempre sta-
ta attribuita a Felisherto,
Layena unica che feceinna-
morare Borges, Cortézar,
Onetti, Garefa Marquez e Cal-
vino. «Credo che in tutto il cor
po abitino dei pensieri, anche
‘se non tutti arrivano fino alla
testa e si vestono di parole. So
cche per il corpo vagano pensie-
risealzi. Quando gli oechi sem-
brano assenti perché lo sguar-
doé sperduto e''intelligenza si
€ ritirata per qualche istante e
1i ha laseiati vuoti, e mentre i
pensieri della testa deliberano
a porte chiuse, i pensieri sealzi
ssalgono lungo il corpo e st in-
stallano negli oeehi. Da Ni cer
ccano un oggetto su cui fissare
Tosguardoe sembrano serpen-
ti che ipnotizzano degli uceeli
Ipnotizzano anche i pensieri
che sono in riunione e che de-
‘vono interrompere le loro di
berazioni»
Yr apnive 2015 Sivenerd