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MAFIA.

I PIZZINI DI MIMMO RACCUGLIA SVELANO


“PIANI DI MORTE”
11 dicembre 2009 No Comment

http://www.teleoccidente.it/wp/?p=7001

Potrebbe nascondersi un disegno criminale o addirittura una strage dietro un episodio accaduto il 16
novembre scorso sulla Strada Provinciale 7 che collega Montelepre a Bellolampo, quando l’arteria
fu resa impraticabile per circa quattro ore dal riversamento di un notevole carico di calcestruzzo
fresco. Il danneggiamento potrebbe non essere stato casuale perché forse qualcuno doveva
recuperare “qualcosa” di molto importante e pericoloso proprio nei pressi del poligono di tiro
dell’esercito nella zona di Bellolampo, proprio il giorno dopo la cattura dell’ex boss latitante di
Altofonte Domenico Raccuglia. Quel qualcuno potrebbe essere un suo affiliato e quel qualcosa
potrebbe essere esplosivo. Su questa ipotesi si concentrerebbe l’attenzione di chi indaga sui 45
pizzini trovati nel covo di Calatafimi.
Dall’analisi di quattro messaggi, gli inquirenti suppongono che la mafia stesse preparando un
attentato. Un’autobomba doveva essere fatta saltare e, secondo il settimanale “L’Espresso” il piano
di morte scoperto dalla Catturandi, potrebbe essere stato preparato per il procuratore aggiunto di
Palermo Antonino Ingroia, che possiede una villa proprio a Calatafimi, esattamente dove si
nascondeva Mimmo Raccuglia.
Il progetto era segnato su un block notes che il latitante teneva nascosto in una sacca. Su quattro
righe, vergate a mano, il boss descriverebbe tutto quello che occorre per attrezzare un’automobile
carica di esplosivo e farla esplodere. I poliziotti adesso sarebero a caccia di altri elementi che
possono aiutare a decifrare meglio questo messaggio. E in un altro ‘pizzino’, verrebbe fuori che il
mezzo che il l’ex latitante voleva utilizzare come autobomba sarebbe stata trovato e sistemato a
Palermo. In attesa di essere forse caricato di esplosivo. Gli investigatori ritengono, infatti, che anche
l’esplosivo potrebbe gia’ essere nelle mani dei mafiosi. Insomma, tutto sembrava essere pronto.
Intanto, il fascicolo e’ stato trasmesso dai pm di Palermo ai colleghi di Caltanissetta, competenti nei
casi in cui parte offesa e’ un togato del capoluogo siciliano. Inoltre si ipotizza che il numero uno di
Cosa Nostra, il latitante di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro, fosse a conoscenza dei progetti
stragisti di Raccuglia dato che trovò rifugio proprio nel suo territorio, il trapanese.

FONTE “GIORNALE DI SICILIA”

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