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NAPOLI NOBILISSIMA RIVISTA DI ARTI FIGURATIVE, ARCHEOLOGIA E URBANISTICA RIFLESSIONI SULL’URBANISTICA RICARDO MAR ‘DI POMPEL VOLUME 1OXIV - FASCICOLI III - GENNAIO-APRILE 995 DIRETTORE RAFFAELE MORMONE ARTE TIPOGRAFICA - NAPOLI | | | RIFLESSIONI SULL'URBANISTICA DI POMPEI La recente pubblicazione di Stefano De Caro su Lo sviluppo urbanistico di Pompei* ha offerto agli studiosi Gi storia urbana una pid articolata visione delPevolu. zione di questa citta campana, De Caro apporta un con- tributo innovativo dal punto di vista scientifico, met- tendo in discussione argomenti fino ad ora, in modo quasi unenime, ritenuti validi daglistudiosi2, Pud essere utile, dungue, considerare questa nuova visione in rap- ppotto con la concezione della citta antica come organi- smo in trasformazione costante, I tessuti urbani si svi- luppano con precise regole analizzabili in modo rigotoso e preciso’: la parcellizzazione, i tracciatie le morfologie urbane conservano le impronte dei processi topografici che determinano l'evoluzione della citta. Ecco perché Pompei rappresenta, insieme con altre citth antiche (Ostia*, Empuries, Timgad © Volubilis) un eccezionale archivio storico in quanto consente di cogliere le regole generali dei processi di trasformazione urbana Gli studi di topografia pompeiana iniziarono nel se- colo scorso con V'dentificazione del tracciato della mi saglia ¢ con il riconoscimento delle uniche vie con porte urbane in ambedue pli estremi: Ia vie Stabiana e la via dell’ Abbondanza. Le strade furono interpretate per que- sto motivo rispettivamente come cardo e decumano di tan ipotetico stanziamento iniziale®. La teoria, attual: mente abbandonata, fu confutata git da Haverfield nel 1913, in uno studio sull'urbanistica delle citt& antiche Partendo da un esame attento del tracciato urbano pom. peiano, Haverfield formuld idea delfevoluzione ur- bana attualmente accettata: le cegioni VII e VIII, con il loro tracciato regolare, costituiscono successive espan- sioni programmate del nucleo originale*. Nel recente articolo, De Caro, nel presentare una revisione generale del processo di urbanizzazione di Pompei, pone in dub | bio Tesistenza di un iniziale nucleo urbanizzato che coincidesse con le regioni VII e VIII (Allstad!). Sottoli- nea la presenza di materiali della stessa cronologia nei | livelli di fondazione all'interno ed al di fuoti di questo ztesunto primitive nucleo. I problema fondamentale la discussione di questo nuovo punto di vista che questa Altstadt ® nata negli studi a partire da dati di tipo interpretativo. Lo studio di Haverfield si fondava sul- Vinterpretazione della parcellizzazione per ipotizzare Vesistenza di un primo insediamento?; eta sostenuto dalla isregolare forma degli isolati urbani all'interno delle zegioni VII e VIII, completamente diversa dalla rogolarita delle insule nel resto della citea. Come lo stesso De Caro riconosce, questo primo insediamento pitt ristretto avrebbe potuto precedere di alcuni anni Tespansione del villaggio originario; cost si spiega il mancato ritrovamento di materiali differenti. Tuttavia, dal nostro punto di vista, Ia mancanza di material pit antichi aPinterno di queste due regioni potrebbe anche essere attribuita al carattere parziale delle indagini che hanno interessato i livelli arcaici Il fatto che ancora oggi sia possibile proporre rotture cost radical tispetto agli scudi precedenti, senza poter dimostrare con dati materiali la veridicita delle nuove idee, evidenzia la precarieta su cui si costruita buona parte della teoria urbanistica pompeiana. Recentemente Paul Zanker, riprendendo un’ipotesi di Eschenbach, ubica nella zona Nord-Est della citta Pinsediamento co. loniale silano®. Tale ipotesi pud essere rifiutata in base a dati oggettivi: il grande numero di case decorate in primo stile identifieate in questa zona?, unito ai dati stratigrafici che emergono dai nuovi scavi della regio 11, lascia supporze che Purbanizzazione di questa parte della cit’ sia un fenomeno anteriore alla fonda- ione della Colonia Comelia Veneria Pommpeianorum ad ‘opera dei veterani di Silla nell'anno 80 a.C. Questi due prestigiosi studiosi, nei rispettivi lavori, hanno messo in crisi alcuni aspetti del modello finora accettato di spiegazione della crescita di Pompei". A logamente sono in crisi altri aspetti degli studi pom- peiani finora accettati senza discussione. Per esempio il sistema tradizionale di datazione in base alle tecniche costrattive: gli scavi stratigrafict realizzati nella Casa del Fauno, nella Casa di Sallustio 0 quelli effectuati nel: Vinsula 5 della regio VI, posticipano di un secolo la data. tione di alcune case finora datate agli inizi del secolo IV 19

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