Ill i t
Illuminotecnica
i
Elementi di progettazione
B
Benessere
visivo
i i
La prestazione visiva
Lilluminamento il parametro fisico indicativo della quantit luminosa di
un ambiente.
La prestazione visiva pu essere definita come il rapporto tra il lavoro
svolto con un dato illuminamento ed il lavoro svolto nella condizione di
illuminamento ideale.
Si privilegia la quantit di luce che incide sulloggetto (livello di
illuminamento) piuttosto che la quantit di luce emessa (luminanza)
B
Benessere
visivo
i i
La p
prestazione visiva relativa
Nei grafici viene riportata
linfluenza dellilluminamento
sulla prestazione visiva relativa
(rapporto tra lavoro svolto ad
un dato illuminamento e lavoro
svolto
con
illuminamento
ideale).
Si nota che a partire da una
certa soglia un aumento
d llill i
dellilluminamento
t
non
produce un corrispondente
aumento della prestazione
visiva
(le
curve
sono
schiacciate).
B
Benessere
visivo
i i
La p
prestazione visiva
lattitudine a reagire che una persona manifesta quando i dettagli
delloggetto della visione (compito visivo) entrano nello spazio di
osservazione.
La p
prestazione visiva condizionata p
principalmente
p
da tre aspetti:
p
capacit visive del soggetto in termini di acuit visiva ( accomodazione,
regolazione della luce incidente, convergenza dellasse visivo, motilit
oculare,
l
senso cromatico,
ti
presenza di difetti
dif tti visivi,
i i i adattamento);
d tt
t )
caratteristiche del compito visivo;
caratteristiche dellambiente.
Benessere visivo
Le esigenze in termini di illuminazione di un compito visivo aumentano in presenza
di compiti visivi difficoltosi (osservazione ravvicinata e prolungata,
prolungata frequenti cambi di
visione, oggetti posti a distanze diverse, ridotto tempo di osservazione).
Altri aspetti da considerare per il COMPITO VISIVO sono:
LLa percezione
i
influenzata
i fl
t dalla
d ll distribuzione
di t ib i
d ll luce
della
l
(diff
(diffusa
o concentrata)
t t ) e
dalla presenza di ombre e penombre.
Benessere visivo
4. Posizione del dettaglio nel campo visivo
Benessere visivo
Linfluenza dellAMBIENTE sulla percezione visiva si manifesta con laspetto delle
superfici degli oggetti principali (compito visivo,
visivo arredi e persone al suo intorno)
del suo interno (pareti, soffitti, pavimenti, macchine) e delle sorgenti di luce
(naturale finestre e vetrate) e artificiale:
2. Illuminamento
Sia in termini di basso che alto illuminamento; valori adottati dalle norme vanno
da 20 lux ((riconoscimento di un viso in condizioni normali)) fino anche a 5000 lux;;
lilluminamento dellambiente va correlato a quello del compito visivo e degli
ambienti comunicanti e non deve presentare eccessive disuniformit (nel
passaggio tra zone a diverso illuminamento si possono determinare abbagliamenti
e difficolt di adattamento visivo).
Benessere visivo
3. Abbagliamento
Si crea nellambiente
ll bi t quando
d le
l luminanze
l i
non sono correttamente
tt
t distribuite
di t ib it o i
contrasti di luminanza sono eccessivi per la presenza nel campo visivo di sorgenti
primarie di luce (abbagliamento diretto) o di superfici riflettenti (abbagliamento
indiretto)
6. Luce naturale
C
Contrasto
e abbagliamento
bb li
Contrasto
La percezione di un oggetto funzione del contrasto di luminanza e di colore
delloggetto e dello sfondo (o di adattamento). Il contrasto viene espresso dalla
relazione:
C
Contrasto
e abbagliamento
bb li
Abbagliamento
g
Il fenomeno dellabbagliamento si presenta come una sensazione molto
fastidiosa, in quanto locchio viene sollecitato da valori di luminosit che
superano quelli limite di adattamento fisiologico.
Labbagliamento
g
pu
p essere causato da:
valori eccessivi di luminanza nel campo visivo
contrasti di luminanza troppo elevati.
Labbagliamento prodotto da una sorgente funzione:
-della sua luminanza
-della
della sua dimensione
-della sua posizione nel campo visivo
C
Contrasto
e abbagliamento
bb li
Abbagliamento
Il fenomeno dellabbagliamento pu essere classificato nel modo
seguente:
abbagliamento debilitante (disability glare)
di tipo fisiologico perch riduce la visibilit e la prestazione visiva;
abbagliamento indiretto (riflessione speculare di uno o pi oggetti che
ricevono luce da sorgenti interne o esterne al campo visivo);
abbagliamento diretto (causato da livelli di illuminamento orizzontale e
verticale, luminanza delle sorgenti e loro angolo solido, dimensioni del
locale,, coefficienti di riflessione di p
pareti e soffitto,, ...);
);
abbagliamento fastidioso (discomfort glare)
di tipo psicologico e che non compromette la visione o la prestazione
visiva;
i i
causato da
d frequenti
f
i processii di adattamento
d
(
(continue
i
variazioni
i i i
di dimensioni della pupilla).
C
Contrasto
e abbagliamento
bb li
Forme di abbagliamento
C
Contrasto
e abbagliamento
bb li
Zone di abbagliamento
C
Contrasto
e abbagliamento
bb li
Riflessioni abbaglianti
1 2 sen
L L z
Illuminazione naturale
Esistono diversi metodi per la valutazione dell
dellilluminamento
illuminamento naturale,
naturale il pi
semplice quello che utilizza un indice chiamato Fattore medio di Luce
Diurna (FLDm).
Il metodo applicabile limitatamente al caso di spazi di forma regolare con
profondit, misurata perpendicolarmente al piano della parete finestrata,
minore o uguale a 2,5 volte laltezza dal pavimento del punto pi alto della
superficie trasparente.
Fornisce un valore medio di FLD per lambiente che risulta indipendente
dalla forma del locale.
Nel caso di spazi con due o pi finestre si calcola il valore di fattore medio
di luce diurna medio dellambiente (FLDm) come somma dei contributi
dovuti alle singole finestre.
Illuminazione naturale
(FLDm) rappresenta il rapporto tra illuminamento medio dellambiente
Illuminazione naturale
- t coefficiente di trasmissione del vetro; si ricava da tabelle
(0,800,90)
- A (m
( 2) superficie
fi i trasparente
t
t delle
d ll finestre
fi
t
- fattore finestra (tiene conto della posizione e della presenza di
ostruzioni), si calcola a mezzo di grafici e tabelle
- fattore di arretramento della finestra rispetto al filo della facciata
delledificio (da grafici e tabelle)
- S ((m2) superficie
p
interna dellambiente ((soffitto,, p
pareti e p
pavimento,,
incluso le superfici vetrate)
- rm fattore medio di riflessione delle superfici interne dellambiente
(molto variabile, da 0,1 mattoni scuri, cemento grezzo a 0,80,9
intonaco bianco, alluminio)
Illuminazione naturale
Fatto e di arretramento
Fattore
a et amento
L: Lunghezza finestra
P: arretramento finestra
hf: altezza finestra
Illuminazione naturale
Fattore di finestra
Rapporto tra lilluminamento esterno sulla superficie verticale della finestra
e lilluminamento esterno su un piano orizzontale;
sen 2 sen
=angolo
di
ostruzione
verticale degli ostacoli esterni
(0 in caso di assenza di
(0
ostruzione)
Illuminazione naturale
I valori ottimali (definiti dalle
varie normative) di FLDm
variano da un minimo di
0,7% per aree occupate in
modo non continuativo da
lavoratori fino a 2% e pi. E
opportuno garantire rapporti
maggiori di 0,16 tra FLDm
puntuale minimo e FLDm
puntuale massimo.
massimo
Tipo di edificio
Residenza e
alberghi
Ambiente
Soggiorno
Camera da letto
Cucina
Terziario
Scuole Universit
Scuole,
Ospedali
Edifici Sportivi
Biblioteche
Bibli
t h
Musei
Uffici
Uffici con lavoro di
dattilografia
Aule
Laboratori
Uffici
Accettazione, sale
ddattesa
attesa
Ambulatorio
Campi coperti, piscine
Bordo piscina
S l lettura
Sala
l tt
Sale espositive
FLD
1% fino ad una
profondit di almeno
met ambiente
0,5% fino ad una
profondit di almeno
met ambiente
2% fino ad una
profondit di almeno
met ambiente
2%
4%
2%
4%
1%
1%
3%
2%
1%
1%
1%
Illuminazione naturale
Alcunii regolamenti
Al
l
ti parlano
l
di un indice
i di
di rapporto
t illuminante
ill
i
t (RI),
molto semplice da calcolare e inteso come rapporto tra la superficie
finestrata e la superficie pavimentata di un ambiente.
Alcuni fattori di correzione per RI:
p
superfici
p
a bassa trasmissione
-per
(t<0,7) si aumenta la superficie
vetrata
-per esclusione di superfici vetrate
con h<0,60 m
-per profondit dellambiente <2,5
volte hmax della superficie vetrata
-per presenza di tettoie,
i balconi,
b l
i ecc.
Illuminazione naturale
Abbagliamento da luce naturale
-luminanza della porzione di cielo inquadrata dalla sup. vetrata
-posizione
i i
e dimensione
di
i
d ll superficie
della
fi i vetrata
-contrasto di luminanza tra le superfici interne
-presenza di superfici riflettenti
Si utilizza lindice DGI (daylight glare index) definito dalla UNI
10840:2000.
Illuminazione artificiale
La progettazione di in impianto di illuminazione deve essere coerente
con le caratteristiche dellambiente (dimensioni, forma, luce
naturale, finestrature e loro coefficienti di trasmissione, pareti e
pavimento),
i
) la
l sua funzione
f
i
(
(commerciale,
i l produttiva,
d i
sanitaria)
i i ) ed
d i
compiti visivi degli utilizzatori.
Gli elementi da considerare sono:
distribuzione delle luminanze
illuminamento e sua uniformit
abbagliamento
resa del colore
colore apparente della luce
Illuminazione artificiale
La UNI EN 12464-1:2005
12464 1:2005 consiglia per i fattori di riflessione:
soffitto 0,60,9
paretii 0,30,8
03 08
piani di lavoro 0,20,6
pavimento 0,10,5
Altri criteri per la distribuzione delle luminanze sono:
rapporto minimo 1:3 tra L delle aree immediatamente circostanti il
compito visivo ed L del compito visivo;
rapporto minimo 1:10 tra L delle aree periferiche del campo visivo
ed L del compito visivo.
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Si definisce illuminamento medio mantenuto (Em) quel valore di
illuminamento medio su una superficie al di sotto del quale non si pu
scendere (rif. cap. 5.3 della norma UNI EN 12464-1:2004).
Si definisce
d fi i
anche
h un fattore
f tt
di manutenzione
t
i
(M) come rapporto
t tra
t
illuminamento medio sul piano di lavoro dopo un dato periodo ed
illuminamento medio sullo stesso piano di lavoro ad installazione nuova.
Si dovr pertanto procedere, per un buon progetto, alla individuazione del
valore di illuminamento medio di progetto e dividerlo per il fattore di
manutenzione M individuato in base al programma di manutenzione
definito dal progettista.
E=E
E
Em/M, con M<1
riconoscimento dei tratti del volto; altri livelli raccomandati sono 30-50-75100-150-200-300-500-750-1000-1500-2000-3000-5000 lux. In zone
occupate continuativamente 200 lux il valore di illuminamento minimo.
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Uniformit dell
dellilluminamento
illuminamento
Tra area oggetto del compito visivo e area immediatamente circostante
(0,5 m), per evitare affaticamento visivo ed abbagliamento
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Metodi di Stima dell
dellabbagliamento
abbagliamento -1) calcolo di UGR
Per la valutazione si utilizza lindice unificato UGR (Unified Glare Rating):
-Lb (cd/m2) luminanza di sfondo, calcolata con Eind/ con Eind illuminamento
verticale indiretto al livello dell
dellocchio
occhio dell
dellosservatore
osservatore
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Metodi di Stima dell
dellabbagliamento
abbagliamento -1)
1) Calcolo di UGR
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Metodi di Stima dellabbagliamento -2) Curve limite di Luminanza
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Metodi di Stima dellabbagliamento -2) Curve limite di Luminanza
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Metodi di Stima dell
dellabbagliamento
abbagliamento -2) Curve limite di Luminanza
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Metodi di Stima dellabbagliamento -2) Curve limite di Luminanza
Curve limite di luminanza A e B (metodo CIE)
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Metodi di Stima dell
dellabbagliamento
abbagliamento -2) Curve limite di Luminanza
Le Curve limite di luminanza A e B ((metodo CIE)) trovano applicazione
pp
per:
-
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Metodi di Stima dell
dellabbagliamento
abbagliamento -2) Curve limite di Luminanza
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Metodi di Stima dell
dellabbagliamento
abbagliamento -2) Curve limite di Luminanza
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Metodi di Stima dellabbagliamento
g
-3)) Indice di Abbagliamento
g
((CGI))
Effetti sul comfort visivo della distribuzione
delle luminanze (CIE 1983).
dellosservatore
- Ei (lx) livello di illuminamento indiretto sul piano verticale in corrispondenza dellocchio
dellosservatore
- i numero di apparecchi
- Li (cd/m2) luminanza degli apparecchi (i)
- i (sr) angolo solido della sorgente (i)
- p indice di posizione di Guth (funzione della distanza longitudinale tra occhio e piano
trasversale della sorgente e della distanza trasversale tra occhio e piano longitudinale della
sorgente)
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Metodi di Stima dellabbagliamento -4) Visual Comfort probability
(VCP)
Il VCP valuta la % di popolazione che giudica il limite tra il benessere visivo
ed il fastidio.
Il VCP considera
id
il problema
bl
d ll bb li
dellabbagliamento
t diretto
di tt partendo
t d da
d dati
d ti di
una singola sorgente, ed estendendo successivamente a pi sorgenti, con
algoritmi esponenziali il concetto di disagio.
Lalgoritmo di calcolo molto complesso ed i dati di ingresso non sempre
sono determinabili con sicurezza.
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Indice di resa del colore (Ra)
In fase di progetto importante valutare la capacit delle sorgenti di
rendere i colori. La norma UNI EN 12464-1:2004 al p
punto 5.3 riporta
p
i
valori limite di Ra per diversi ambienti, compiti ed attivit. In nessun
ambiente di lavoro vanno utilizzate lampade con Ra inferiore ad 80.
Per quanto riguarda indicazioni numeriche sullilluminamento artificiale il
riferimento la UNI EN 12464-1:2004, che in particolare fissa i seguenti
standard:
Em illuminamento medio mantenuto, in lm
U if
Uniformit
it di illuminamento
ill i
t
UGR indice unificato di abbagliamento
Ra indice di resa del colore
Temperatura di colore della luce
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Sistemi di illuminazione artificiale
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Sistemi di illuminazione artificiale
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Progetto illuminotecnico
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Ill i
Illuminazione
i
artificiale
ifi i l
Ill i
Illuminazione
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artificiale
ifi i l
Ill i
Illuminazione
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artificiale
ifi i l
Ill i
Illuminazione
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ifi i l
Ill i
Illuminazione
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artificiale
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Ill i
Illuminazione
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artificiale
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Ill i
Illuminazione
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artificiale
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Ill i
Illuminazione
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artificiale
ifi i l