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fondata a New York nel 1947 dall'attrice statunitense Judith Malina, allieva di
Erwin Piscator, e dal pittore e poeta Julian Beck, esponente
dell'espressionismo astratto newyorkese.
Il Living Theatre si inserisce nel periodo delle seconde avanguardie artistiche,
che fioriscono negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, sulla scia
degli insegnamenti delle prime avanguardie europee. In particolare, il centro
delle nuove avanguardie al Black Mountain College, una scuola d'arte di
New York diretta da John Cage. Qui si fa strada l'equazione Arte = Vita, cio
l'idea di cercare l'arte nella vita quotidiana delle persone comuni. Si tratta di
un naturale proseguimento del ready made di Marcel Duchamp (che era
amico di Cage), un'ideologia che caratterizzer le avanguardie artistiche degli
anni Cinquanta, tra cui il Living Theatre, che rappresenta questa tendenza
anche col proprio nome[1].
Nel 1947, in un giorno imprecisato, i coniugi Julian Beck e Judith Malina (lui 22
anni, lei 21) si recano allo studio newyorkese dell'artista Robert Edmond Jones
per chiedergli aiuto a realizzare il loro desiderio di rappresentare uno
spettacolo a teatro[2].
Beck e Malina rimangono delusi dalla proposta e rifiutano: in testa non hanno
la volont di scardinare i canoni del teatro classico, bens di avere un
successo simile agli spettacoli che si tenevano a Broadway.
L'attivit di questo primo periodo del Living si tiene dapprima nel piccolo
teatro Cherry Lane (al 38 di Commerce Street, New York), che Beck e Malina
prendono in affitto a dicembre del 1951, ma che il servizio antincendi fa
chiudere nell'agosto del 1952, dopo cinque spettacoli e un happening di John
Cage; successivamente in un granaio nella Centounesima Strada
soprannominato The Studio, in cui i Beck permangono dal marzo del 1954 al
novembre del 1955, cio quando l'ufficio agibilit chieder di ridurre il
numero di sedie e i Beck preferiranno andarsene piuttosto che acconsentire.
Teatro-nel-teatro (1955-1959)
Pur perdurando il loro interesse per il teatro di poesia, in questo periodo i
Beck si mettono in cerca, pi specificamente, di testi che fossero in grado di
conferire maggiore immediatezza al loro modo di fare teatro, riuscendo ad
accorciare il divario ancora vistoso tra scena e realt e a favorire cos
Nel 1959 i Beck ricevono per posta un manoscritto di Jack Gelber, la prima
prova di uno scrittore allora ventiseienne: si tratta di The Connection, che
sar lo spettacolo pi famoso del Living fino a The Brig. Si tratta della storia
di un gruppo di drogati in un appartamento, che mentre attendono il loro
spacciatore (in gergo connection, cio intermediario) si comportano come
tutti i drogati: si somministrano dosi. Tuttavia non si tratta di attori, ma di veri
drogati che la compagnia assume per fare davanti a un pubblico ci che
fanno abitualmente, mescolando scene recitate ad altre improvvisate. Si crea
cos un forte intreccio fra realt e finzione che sconvolge e disorienta il
pubblico, confuso fra le improvvisazioni vere e quelle false e addirittura
scioccato (nella scena dell'overdose avvengono alcuni svenimenti). La critica,
invece, apprezza notevolmente questo spettacolo del Living, che viene
riproposto per tre anni di seguito.
In questa seconda fase il Living non ha una sede fissa. I Beck trovano un
magazzino fra la Quattordicesima Strada e la Sesta Avenue solo a giugno
1957, cio due anni dopo l'abbandono dello Studio, ma passer un altro anno
e mezzo prima che i coniugi ottengano i permessi per ristrutturare il luogo
(dietro a un progetto dell'architetto Paul R. Williams) e poi riescano ad
allestirlo, tutto da soli. La sua inaugurazione avviene il 13 gennaio 1959 con
la messa in scena di Many Loves di William Carlos Williams. Il nome del nuovo
locale prende il nome della compagnia, Living Theatre: i Beck vi staranno fino
al 1964, cio fino al loro abbandono degli Stati Uniti.
fondatori del Living, l'inganno non pi il mezzo con cui si vuole coinvolgere
il pubblico[13].
inizia nel maggio dello stesso anno, e gi a giugno Beck e Malina sono
dichiarati colpevoli e condannati alla galera.
Una volta usciti, i Beck decidono di abbandonare gli Stati Uniti per
intraprendere un lungo viaggio in Europa: l'inizio della seconda fase del
Living Theatre[20].
Ritengo che [...] il periodo europeo [...] possa e debba essere letto non gi,
o non principalmente, come un periodo di arricchimenti e di (talvolta)
rivoluzionarie innovazioni della forma-teatro (certo, fu anche questo, ma
secondariamente, quasi contro le sue pi riposte intenzioni), quanto piuttosto
come un periodo in cui il Living [...] avvia la sua fuoriuscita dall'"involucro
teatrale", cominciando a disfarsi del teatro e a smantellarne i capisaldi: la
buona recitazione, la finzione ben costruita, la regia d'autore ecc. Si tratt,
ovviamente, di un processo n facile n lineare, disseminato di ostacoli, di
resistenze esterne [...] e di contraddizioni interne[24]
Tale processo palese, se si analizzano i principali spettacoli messi in scena
dal Living in Europa.
Frankenstein
Il 26 febbraio 1965 a Berlino il Living mette in scena Les bonnes di Jean
Antigone
Dopo Frankenstein, gli sforzi del Living si concentrano sull'obiettivo di
responsabilizzare lo spettatore[35], e tale scopo viene centrato con Antigone,
che lo spettacolo pi noto e celebrato del Living[6]. Antigone esordisce il
18 febbraio 1967 a Krefeld, in Germania. Non si tratta pi di un'inedita
creazione collettiva, bens della rielaborazione del classico testo di Sofocle gi
riscritto da Bertold Brecht, che a sua volta era partito dalla versione in poesia
di Hlderlin.
Paradise Now
Si tratta di uno spettacolo dalla gestazione molto complessa, poich frutto
dello scontro tra il processo di "deteatralizzazione teatrale" e le circostanze
sociopolitiche del periodo in cui stato scritto, cio quello del
Sessantotto[38]. La realizzazione di Paradise Now iniziata nel 1967 a Cefal
e si articolata in tre fasi[6]:
Prima fase. L'intento del Living la creazione di uno spettacolo che fosse
un'esplosione di felicit e di ottimismo rivoluzionario[39]. Dopo una serie di
spettacoli pessimisti sul mondo, Beck e Malina vogliono far capire che il
cambiamento possibile, secondo lo spirito dei tempi. La metafora
individuata dal gruppo quella del viaggio, concepito secondo la visione
chassidica della vita (rappresentata come una scala di dieci pioli che
congiunge la terra e il cielo) dietro l'interpretazione di Martin Buber e del suo
viaggio ascensionale verso la rivoluzione permanente. Ognuno dei dieci pioli,
secondo il testo del Living, composto da un "Rito" (rituali-cerimonie fisicospirituali che culminano in un flashout[40] e che rimangono interni agli
attori), da una "Visione" (immagini, sogni e simboli originati dagli attori per
coinvolgere gli spettatori secondo un processo verticale) e da una "Azione"
(condizioni politiche recitate sia dagli attori che dagli spettatori, secondo un
processo orizzontale).
Seconda fase. Il progetto originario era stato redatto in una condizione di
isolamento in Sicilia. Recandosi a Parigi proprio durante il Maggio francese, il
Living si trova coinvolto nelle giornate di insurrezione e vi partecipa in primo
piano, redigendo anche una Dichiarazione per l'occupazione dell'Odon[41].
L'esperienza influenza le successive prove di Paradise Now, che per contratto
doveva essere rappresentato al Festival di Avignone: Beck e Malina rendono
lo spettacolo meno mistico e pi politico, coinvolgendo centinaia di persone
alle prove (studenti, artisti, hippies, vagabondi, fumatori di canapa indiana,
anarchici e protestatari di tutte le razze[42] e attirandosi l'ostilit delle
autorit e della popolazione contraria all'ideologia sessantottina. Ne deriva
una violenta campagna di stampa contro il Living, che si trova in mezzo tra il
favore del pubblico e l'astio della direzione del festival. Lo spettacolo va in
scena il 23 luglio 1968, con un finale vivace che se la prende contro la
borghesia e la stessa direzione artistica. I primi tre giorni di repliche vengono
tollerati dalle autorit, ma il quarto giorno al Living viene recapitato un
divieto di rappresentazione per motivi di ordine pubblico. La direzione del
In Brasile il Living aveva cominciato a lavorare sul ciclo The Legacy of Cain
(L'eredit di Caino), un progetto che impegner la compagnia per tutta la
prima met degli anni Settanta: si tratta di un grande lavoro, perennemente
in divenire, basato su alcuni importanti enunciati del barone Leopold von
Sacher-Masoch e dedicato alle forme di manifestazione del sadomasochismo
e del rapporto sessuale schiavo-padrone all'interno della societ. Il progetto
originario prevedeva 150 pices di struttura elementare, ma il Living
realizzer solo tre parti del ciclo: Six Public Acts, Seven Meditations on
Political Sadomasochism e The Tower of Money, tutti presentati alla Biennale
di Venezia nel 1975.
Tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta avviene invece un debole
riavvicinamento al teatro pi tradizionale e meno attivo nelle manifestazioni
di piazza. Questo periodo prevede, oltre a uno sfortunato remake di Antigone
realizzato nel 1980[52], anche gli spettacoli Prometheus at the Winter Palace,
The Yellow Methuselah e The Archaeology of Sleep.
Nel 1983 a Julian Beck viene diagnosticato un cancro allo stomaco, che lo
porter alla morte due anni dopo, all'et di 60 anni. Si tratta dell'evento pi
importante della storia del Living, che cambier il volto della compagnia
ancora pi della divisione in quattro gruppi, segnando il passaggio tra il
periodo con Julian e quello dopo Julian[53]. Beck era infatti, oltre che il
fondatore, la vera anima del Living insieme a Judith Malina. Quest'ultima non
rimarr sola a dirigere il gruppo: in breve le si affiancher lattore Hanon
Reznikov, che faceva gi parte del Living dal 1968 e che ne diventer il codirettore. Reznikov si sposa con Judith Malina nel 1988.
Judith Malina durante un reading all'Anarchy Art Festival del 2011, tenutosi al
Living Theater
Il periodo "dopo Julian" caratterizzato da una nuova stabilit nella sede
della Terza Strada a Manhattan. La produttivit del Living al massimo (Per
quasi quattro anni creammo quattro nuovi spettacoli lanno[13]) e
Anche se la carica politica dirompente del Living ormai esaurita, in linea con
il processo storico di tramonto dell'ideologia sessantottina, la creazione
collettiva di lavori dal forte messaggio politico rimane tuttora la caratteristica
che contraddistingue maggiormente il lavoro teatrale di questa compagnia.