Mason Creek
di
Ivan Forni
Al manicomio di Chesterfield
"Q
Il necromante Parte 1
i che qui si narra sono gli eventi che portarono alla follia
Ebbene iniziai ad indagare sul furto dei cadaveri passando cos molto
tempo nei pressi di quel grottesco e nequitoso cimitero in rovina ed ebbi modo
di rivolgere alcune domande al becchino. Egli si mostr assai scontroso e
contraddittorio. Mi diede l'impressione che il posto per il quale lavorava
ormai da moltissimi anni lo avesse mentalmente indebolito e reso demente e a
tratti pure completamente folle.
Giunsi infine all'amara conclusione che per scoprire il vero volto del
resurrezionista che si celava dietro alla scomparsa di salme, avrei dovuto
passare una notte in quel cimitero. Cos presi la decisione di appostarmi dietro
il colonnato di pietra del portico, con lo sguardo vigile verso il cancello e il
giardino centrale. Con me avevo un litro di caff ormai freddo che mi aiutava
a restare sveglio e concentrato, tuttavia tentavo con ogni mia forza di farne il
meno uso possibile per non creare rumori sospetti, altrimenti il mio ladro di
cadaveri, in tal caso, sarebbe fuggito ancor prima di entrare.
Poco oltre la mezza notte, attraverso una fila di cespugli aderenti al
muro ovest della struttura, comparve incappucciato un uomo che sapeva bene
come muoversi tra le lapidi e pure come sfruttare a suo vantaggio le ombre
prodotte dalla luna piena nel nero cielo stellato e freddo. Seguii le sue mosse e
notai in lui un'estrema precisione e talento in ci che faceva finch l'individuo
non scoperchi il feretro intatto infilando la salma in un sacco di canapa che si
era portato appresso. Qualcosa mi blocc dall'intervenire e, giacch dovevo
mostrarmi prudente, non volli fare mosse frettolose e ardite continuando cos
ad osservare il meticoloso riassestamento della terra ai piedi della lapide e dei
fiori nel vaso accanto. Per farsi un po' di luce il misterioso uomo si aiutava
utilizzando una piccola lanterna cieca che portava con s sotto il pastrano.
Terminato quel macabro lavoro egli, attraverso i cespugli e l'edera, scomparve
definitivamente dalla mia visuale portando sulle spalle il sacco di canapa.
Attraversai incerto il giardino avvicinandomi ai cespugli e notai che
fra loro v'era un passaggio scavato nella parete rocciosa, capii dunque come
all'individuo gli riuscisse cos facilmente entrare e uscire dal campo santo
senza essere notato.
Lo seguii furtivo per tetre campagne e nella gelida notte mentre
intorno si risvegliavano i latrati di tutte quelle bestie rinnegate dal creatore e
costrette a camminare per met demoni e per met animali sul suolo terrestre.
Giunsi infine a all'ultima casa alla fine del sentiero: essa torreggiava sul mio
volto come un'antica dea del sangue che mi richiamava invitandomi ad entrare
con parole suadenti, intanto la pianura a me attorno s'era ristretta e l'umidit
aveva reso l'aria irrespirabile. Mentre le imposte scricchiolavano, le assi dei
pavimenti vibravano di vita propria dai tarli e dai vermi che vi dimoravano e
cos, colto da un puro e istintivo scatto di terrore, entrai al suo interno con la
sensazione di avere un ignoto nemico alle spalle pronto ad aprire
insanguinanti fauci di fuoco. Una volta entrato fui subito nauseato e aggredito
dal terribile puzzo di miasmi malsani dei gas di putrefazione che si univano
all'aria gi pesante dell'estate e all'odore frustrante del chiuso e della muffa sui
mobili e sulle pareti.
Tentai di rimanere lucido e di non farmi prendere dal panico,
concentrandomi con attenzione sulla prima immagine che mi capit sotto gli
occhi. Si trattava di una fotografia incorniciata alla parete, in essa era
impressa un'imponente struttura sotto la quale stava un uomo in compagnia di
due graziose infermiere e, sul margine destro verso il basso, una scritta:
Al nuovo primario, il Dottor Crugher. Manicomio di Chesterfield. 1992
Dunque, dopo essermi relativamente calmato, procedetti ascoltando il
rumore dei miei passi, ma sopratutto i terribili suoni di strumenti metallici
provenienti dallo scantinato.
L'evento terribile sopraggiunse quando individuai tra le luci soffuse e
scarlatte del sotterraneo dozzine di corpi ammucchiati e un paio di occhi gialli
sospesi nel vuoto buio intenti a fissarmi da un angolo oscuro. Prima di
andarmene correndo da quell'infernale magione notai un bizzarro libro che da
solo, retto da una forza invisibile, stava aperto a mezz'aria e, ora che scrivo e
rammento, era proprio l'almanacco ad emanare quella terribile luce rossastra.
Tornai alla mia stanza a Sundown accertandomi di aver ben chiuso
porte e finestre e intanto il cuore mi batteva in gola mentre il mio corpo
giaceva paralizzato e inerte sul pavimento. Quella notte cercai di calmarmi
sforzandomi di rammentare l'accaduto e di trascriverlo prima che un blocco
d'amnesia mi invadesse il cervello negandomi d'aver mai visto quelle orribili
sequenze. Non presi affatto congedo dalla veglia e restai insonne a pensare sul
bordo del letto.
All'alba il mio corpo cedette al sonno e quando nel meriggio mi
Il necromante Parte 2
a rigettare le sue perdute urla strazianti giacch undici nuovi detenuti, con
forme gravi di psicosi, erano entrati tra quelle mura sotto la direzione del
Dottor Crugher. Egli, a differenza del precedente primario, il Dottor Heinz,
preferiva adottare metodi moderni di cura mentale tra cui la somministrazione
giornaliera di potenti farmaci tranquillanti.
Quando arrivai al manicomio di Chesterfield all'inizio di Maggio, in
veste di nuovo prete per la parrocchia dell'ospedale, giunsero a me interessanti
voci su alcuni studi personali del Dottor Crugher a riguardo di farmaci
naturali non ancora sperimentati e testati che egli stesso stava producendo.
Quel suo interesse mi incuriosiva e, nonostante egli mi tenesse all'oscuro su
simili questioni, cercai pi volte di scoprire i suoi scopi e metodi terapeutici,
tuttavia con risultati assai vani. Ciononostante mi terrorizzava l'idea che il
Dottor Crugher potesse sperimentare le sue nuove cure direttamente sui
paziente trattando loro come cavie, dunque, per un periodo piuttosto longevo,
l'osservai, talvolta pedinandolo, in modo da assicurarmi che egli non mettesse
in atto nulla, dando forma alle mie giustificate paure.
Un giorno, dopo la messa nel carcere, seguii di Dottor Crugher fino
all'ultima cella ancora per il momento scevra d'ospiti, Mi annoiai ad
osservarlo per quasi un'ora in cerca di qualche cosa che sembrava aver
perduto. Egli rovistava dappertutto e si stizziva ogni qualvolta non trovava,
dietro le numerose scartoffie, l'oggetto che andava cercando.
Mi informai a proposito di quella cella da una delle ex guardie di
sorveglianza, un certo J. M. che mi rivel un terribile accaduto, testimonianza
della frenetica attivit del demonio sulla terra. Dalle parole che la guardia
utilizz, ma sopratutto dal tono di voce strozzato e dall'espressione d'orrore
sul volto, avvertii, in quel bizzarro racconto, un senso di assoluta verit. Egli
sembrava aver visto il demonio camminare con piedi umani tra le mura del
manicomio e in ci che attentamente sussurrava percepivo il male farsi carne.
Egli mi assicur di non stare vaneggiando e che, dopo anni passati tra i malati
mentali, egli aveva imparato ormai a farci una certa abitudine, confermandomi
cos che il male di cui parlava andava certamente oltre l'insania.
Mi narr di un manoscritto andato perduto dopo la morte del suo
autore e in seguito alla scomparsa improvvisa e ingiustificabile d'ogni
detenuto, tuttavia egli mi confid di aver preso di sua iniziativa la scelta di
essere trasferito poich mi testimoniava, con vivido ardore, di aver udito, nelle
ore notturne, i lamenti dei detenuti scoparsi e le loro voci sussurrare da cella a
cella e i graffi sulle pareti imbottite e i gemiti strozzati nell'aria pesantemente
umida dei corridoi soffusi. Un notte mi raccont di aver udito dei graffi cos
reali che stridevano sulla porta metallica di una cella che, quando and a
controllare, ne scopr i segni freschi e alcune gocce di rosso umano scendere
ticchettando sul pavimento.
Pregai il Signore perch la sua voce potente potesse donarmi conforto
nelle lunghe giornate che ero costretto a trascorre al manicomio di
Chesterfield finch non venni a conoscenza di una tremenda verit.
Il Dottor Crugher aveva da tempo assunto atteggiamenti bizzarri e
insoliti giacch alla mattina lo si vedeva stanco e rigonfio e gli occhi lividi o
arrossati e di notte, sulla torre del suo studio, si potevano sentire vacui lamenti
come se egli fosse in compagnia di qualcuno e, certe persone che abitavano
poco distanti, giuravano di vedere, durante la notte, una sinistro bagliore
scarlatto attraverso gli scuri serrati di quelle finestre.
Credendo dunque che l'incertezza fosse peggiore della verit tornai
qualche tempo dopo ad indagare finch una sera, prostrato dalla tensione
nervosa, mi accertai che il Dottor Crugher fosse uscito dalla porta principale
diretto al paese. Entrai cos finalmente nella torre che occupava e che egli,
cos gelosamente, teneva serrata. L davanti allo scempio giacque inerme il
mio allucinato sguardo di terrore. Sul tavolo operatorio era disteso una
cadavere di donna con la testa mozzata ed ella, nonostante fosse assai pallida
e scevra di vita, muoveva a tempo di musica, le dita di entrambe le mani come
stesse suonando uno strumento a tasti. In preda alla disperaggine, senza alcun
dimoro, crollai sul pavimento incrostato col volto greve e gonfio di lacrime e,
in quella frenesia, prese forma nella mia mente l'immagine di Cristo che
abbandonava, con occhi rassegnati e per met avvolti da un tenebroso sudario,
questa terra infestata dal male. Solo quando alzai lo sguardo mi accorsi del
libro sospeso a mezz'aria e del bagliore scarlatto che esso emanava dalle sue
pagine. Il libro illuminava il disordine totale della sala dove alambicchi,
mortai e storte si intrecciavano con le note scritte a mano e con gli strumenti
di chirurgia sui tavoli della stanza. Sembrava esserci un forte legame tra il
libro e quelle dita che da sole si muovevano nell'aria intrisa di morte e sangue.
Quel legame era reso evidente da un sottile filo dorato che si insinuava
attraverso il bagliore dal libro verso il corpo come se quest'ultimo avesse
ritrovato la sua anima e la stesse richiamando a s. Lessi frettolosamente e in
preda a una crisi di forte panico alcune delle note poste sul tavolo e la tesi, che
s'era formata nella mia mente, acquist forza e importanza finch alla miei
orecchie non giunse il fastidioso calpestio di passi nell'atrio vuoto al piano
sottostante. Abbandonai quel luogo infestato il pi silenziosamente possibile e
raggiunsi la mia stanza cedendo il passo al sonno poich la mia mente aveva
un assoluto bisogno d'emergere da quel caos di voci e anime di cui si era
improvvisamente riempito il manicomio.
Un'idea che mi attacca ogni notte il pensiero di aver conosciuto un
uomo che, catturato dall'infinito desiderio di conoscenza, indossava nel
quotidiano la maschera del meticoloso e sano intellettuale per celare i suoi
crimini e la mia domanda si rivolgeva a me stesso poich a volte, in genere
nelle ore notturne, ancora mi domando se anch'io non stia indossando le miei
vesti di prete per celare la tremenda condanna di oscurit di cui ogni uomo
pervaso e afflitto.
Non seppi esattamente cosa accadde in seguito alla mia denuncia e
all'arrivo delle forze dell'ordine, ci che tutt'ora mi terrorizza, nonostante il
mio recente ritorno in Italia, la voce che il Dottor Crugher sia scampato
all'arresto e che tutt'ora erri solitario, forse in mia ricerca, ancora in possesso
di quell'insano e mefistofelico manoscritto, forse chiave e porta d'altri mondi
completamente a noi sconosciuti.
L'unica cosa che scoprii tramite gli inquirenti fu solo che il corpo
femminile, travato nello studio scevro di capo, apparteneva ad una nota
pianista del Louisiana, qualche anno prima morta in seguito a un terribile
incidente.
Notai che alcuni membri non si erano presentati alla cena e venni
informato che essi erano morti poich giunti alla vecchiaia. Venni poi
aggredito da profondo rammarico quando scoprii che tra i deceduti v'era
anche in nonno Anthony con il quale avevo trascorso in giovent splendide
giornate. Era per ancora in vita la moglie, ovvero mia nonna Agatha, che
durante il banchetto interloqu di rado, forse a causa della recente scomparsa
del marito. Ella stava seduta a stuzzicare qualche piatto interessante e di tanto
in tanto sorseggiava dal bicchiere di vino che a fatica reggeva in mano. In
quelle condizioni ella mi faceva enorme compassione.
Terminato il banchetto la scena si spost in salotto ove venne aperta,
in mio onore, un'importate bottiglia di brandy. Durante la bevuta mi sentii
autorizzato ad andare da nonna Agatha per mostrare le miei pi sincere
condoglianze, tuttavia ella, alle mie confortanti parole, scoppio in modo
inaspettato in un'agghiacciante e folle risata che mi raggel le vene. Nessuno
per sembr accorgersene ed io seguii quell'apatica situazione unendomi
all'atteggiamento indifferente della massa sebbene, dentro di me, dimor per
tutta la serata un lume di inspiegabile terrore e disagio.
A tarda notte venni accompagnato alla mia camera da letto al secondo
piano e presi congedo ringraziando dell'ottimo banchetto e della splendida
compagnia.
Nella stanza venni avvolto da un tetro abissale silenzio che venne
attenuato dalla meravigliosa vista che la finestra poteva offrirmi poich,
attraverso di essa, potevo osservare dall'alto la nera campagna e tutte le strade
e le case di Albiesville giacch la magione dei Lloyd si poneva rialzata su di
un colle torreggiante e maestosa su tutto il paese.
Quella notte fui aggredito per da bizzarri incubi e svegliandomi pi
volte di soprassalto non potei affatto non notare alcune piccole luci oltre la
finestra spalancata. Quando mi affacciai intimorito scoprii che esse si
muovevano nel buio l'una dietro all'altra per la via principale del paese verso
l'oscura campagna.
Errai allora per la magione scoprendola misteriosamente vuota, tutti i
miei parenti sembravano essere scomparsi nel nulla. Agguantai allora il
pastrano ed uscii silenziosamente dalla villa cercando di giungere pi in fretta
possibile il paese, giacch quel particolare evento notturno aveva creato in me
un intenso desiderio di soddisfare quella mia curiosit.
famiglia da quella messa nera. Fino al giungere dell'alba restai con gli occhi
spalancati e le orecchie ben tese. Nel mentre notai affisso alla parete una
quadro raffigurante l'albero genealogico dei Lloyd di Albiesville. Dovendo
rimanere concentrato su qualche cosa che mi distraesse da certe orribili
visioni cominciai a studiare i nomi e le date dei membri. Notai cos che
ognuno di essi era morto all'et di settantanove anni, nessuno prima e
nessuno. A quel bizzarro dettaglio ricordai che anche mia nonna Agatha,
quella stessa sera, avrebbe compiuto settantanove anni.
Ci che avvenne in seguito alle mie successive ricerche in merito alla
mia famiglia evito assolutamente di raccontarlo, poich desterebbe in voi
lettori incubi ben peggiori di qualunque altro terrificante sogno che avete ora
il coraggio di rammentare.
Jennifer
ripetutamente richiamati dagli insegnati i suoi genitori che non potevano far
altro che ripetere che Harry era un bambino molto creativo. Giuravano ogni
volta di non essere loro ad incitare Harry ai racconti dell'orrore e di non aver
mai fatto guardare nessun film non adatto alla sua giovane et. Nessuna
sapeva dove Harry recuperava quelle drammatiche e sconvolgenti storie,
nessuno immaginava che potevano trattarsi di realt.
In quegli anni inoltre non era educato parlare di certi argomenti
poich furono gli anni neri macchiati dall'avvento di tutte quelle sparizioni di
ragazzi e ragazze. Il tema dunque era ancora censurato per non urtare i poveri
genitori che avevano perduto i loro ragazzi e di tutte quei vuoti feretri disposti
l'uno dietro all'altro al cimitero di Rockmoore.
Ebbene Harry Milton, all'et di soli nove anni, affermava di aver visto
qualcosa muoversi nel sotterraneo e di averlo seguito fino all'ala ovest della
scuola dove credeva di aver udito un agghiacciate sibilo simile a un pianto
bambino. Ricordo che dopo avermelo raccontato aiutai Harry nelle sue
ricerche per un breve periodo finch non provai un'improvvisa sensazione di
alienazione dai miei compagni e amici che, nonostante condividessero
l'interesse sul quel mistero, non approvavano il fatto che mi fossi avvicinato a
Harry Milton.
Dunque lasciai perdere la leggenda che nel frattempo era nata sulle
labbra di tutti ovvero che il fantasma di una ragazza, a cui era stato dato il
nome Jennifer, dimorasse in quelle cantine vagando sola ancora in cerca di
fuga dal terribile incendio del 1889. Finch un giorno di novembre non
accadde che, nel mezzo della ricreazione, non scoppi un violento temporale
che ci costrinse tutti a rientrare in aula. Mentre correvo verso la porta di
ingresso ricordai di aver lasciato in mio cappotto di lana nel giardino affianco
all'altalena, dunque corsi nella direzione opposta ai miei compagni, seppur la
maestra continuasse a gridare a tutti di fare in fretta a rientrare all'asciutto e al
caldo per evitare un tremendo raffreddore. Giunto all'altalena agguantai il
giubbotto e in quell'attimo il mio sguardo cadde su una delle grate dalle quali
si poteva intravedere lo scantinato della scuola. Nello stesso attimo in cui un
violentissimo fulmine compar nel cielo, diramandosi bluastro tra le nubi,
riconobbi la forma di due occhi feroci ed illuminati da una strana e bizzarra
luce scarlatta.
Rimasi muto e zitto con tutti per un po' di tempo finch non mi pass
il terrore. Non dissi nulla nemmeno ad Harry Milton che poveretto, a pensarci
bene ora, a tanti anni di distanza, mi fa una certa pena al ricordo che ancora
tutti hanno di lui.
L'anfitrione
verr compreso fino in fondo dal lettore moderno e scettico, tuttavia tenter
d'essere pi abile possibile nel descrivere con zelo e razionalit ci che
accadde qualche tempo fa a un mio carissimo amico.
Da tempo si narravano storie a proposito di un lento regolare respiro
che si gonfiava ed espandeva tra i rami umidi di rugiada e gi per i fossati,
attraverso le aguzze contrade di campagna. I contadini si levavano prima
dell'alba con affannoso brivido nel cuore giacch, come l'ombra nera d'un
artiglio, il nequitoso respiro lacerava lentamente la notte insinuandosi in ogni
mente a quell'ora eccitata dal sogno. La povera gente di paese raccontava del
nefasto suono descrivendolo come il respiro del demonio e che la vetusta e
abbandonata villa nella solitaria campagna fosse la sua ufficiale dimora. Altri
invece recitavano al volgo una bizzarra leggenda sul misterioso accordo
avvenuto tra la comunit di contadini abitanti della zona e un'errante spirito
pallido che sul finire del XII Secolo avrebbe donato all'uomo l'immunit alla
morte che recava la palude e i suoi insetti. Da allora, secondo la leggenda, essi
coltivano la terra di generazione in generazione sopravvivendo alla mortale
malaria.
Ebbene il mio caro amico mi rese partecipe un giorno di queste
leggende, essendo lui stesso un coraggioso appassionato. Mi raccont dunque
del suo ovvio interesse per quella casa nella solitaria campagna, oltre il paese.
Conquist da subito la mia attenzione poich, dalla finestra della mia camera
da letto, al penultimo piano di un grande palazzo, si stendevano le nebbiose
campagne sulle quali torreggiava inquieta e trionfante la vetusta magione e
spesso prendevo congedo dalla veglia con una sensazione simile a un brivido
mentre l'ombra scura, dipinta all'orizzonte, riprendeva forma nei miei incubi.
Un giorno d'estate afosa, quando l'aria era ricca d'umidit e sotto gli
alberi fitti gli insetti ronzavano agitati, il mio amico ed io prendemmo la
decisione di raggiungere a piedi la casa e il tragitto iniziale fu alquanto
piacevole poich, almeno per mio conto, era una leggiadra gioia poter godere
della natura e dei suoi cangianti colori e suoni.
Durante tutto il percorso il mio caro amico mi raccont nel dettaglio i
risultati delle ricerche che aveva compiuto a proposito della magione che
stavano andando a far visita. Ebbene egli disse entusiasta che non vi erano
testimonianze scritte sulla data di costruzione della villa e nemmeno dei suoi
antichi proprietari, poich di essa non v'era alcuna traccia, tuttavia era noto il
suo ultimo proprietario che risaliva per ad un popolare poeta e scrittore del
1400 che aveva acquistato la villa ed utilizzata come residenza estiva per
qualche tempo finch non fu trovato privo di vita nelle cantine sotterranee
della magione. Della causa della morte del poeta, disse il mio caro amico, non
v'erano notizie certe e che ci di cui si era a conoscenza era stato perduto nel
tempo, oscurato dal passaggio dei secoli.
Notammo a un certo punto, oramai giunti alla met del versante di
una collina, che ogni nostro passo diventava sempre pi incerto e che la natura
non ci avvolgeva pi con tenero rispetto, ma iniziava ad esserci ostile. Molto
probabilmente si trattava di una nostra percezione inconscia sapendo d'essere
quasi giunti al luogo del terrore, tuttavia del lento respiro non v'era traccia,
soltanto l'alzarsi improvviso e a tratti di qualche folata di vento sulla cima
degli alberi che, a dir la verit, ci recava un certo rigenerante sollievo
dall'afosa giornata.
Giunti al negletto giardino dell'antica dimora fummo aggrediti da uno
spasmo di sotterranea iniquit che si rivel non tanto nei gesti, ma nelle parole
che iniziammo a scambiarci. Eravamo nervosi e un tantino isterici l'uno con
l'altro. Eravamo indecisi sul da farsi poich io suggerivo che entrambi
entrassimo nella casa abbandonata, mentre il mio amico insisteva ch'io
dovessi rimanere all'esterno ad attenderlo finch non fosse tornato. Gli
domandai il motivo e lui rispose che quella era considerata una propriet
privata e che se qualcheduno ci avesse seguito o notati avrebbe chiamato le
autorit dunque, se io fossi rimasto a sorvegliare l'esterno, lui sarebbe stato
assai pi tranquillo nel compiere le sue ricerche all'interno certo della mia
affidabile guardia.
cittadino aiut gli agenti a setacciare l'area in cerca del ragazzo. Il secondo
giorno giunsero da fuori pure i sommozzatori che compirono accurate ricerche
presso i canali e il macero oltre la fattoria di G.
Le ricerche furono vane e i genitori e parenti del mio amico erano
assai disperati e pensavano continuamente al peggio. D'altro canto in me
cresceva l'orrida sensazione che quell'escursione alla villa, oltre la campagna
solitaria, avesse a che fare con la sua misteriosa scomparsa. Quel pensiero
crebbe in me fino alla volta del quarto giorno quando finalmente ne ebbi la
conferma dalle parole sul diario che voglio riportare in parte qui:
Quando giungi alla Sua soglia Egli ti domanda se vuoi entrare e se
l'avventata curiosit umana ti fa acconsentire dovrai renderti consapevole
d'essere stato tu ad entrare nelle Sue stanze. D'altronde il libero arbitrio
qualcosa che ci affligge dall'alba dei tempi. Dunque sei ben accolto eppure
non Lo vedi e a stento Lo odi finch l'Anfitrione non ti accompagna
dolcemente nella Sua stanza pi segreta e ti rivela il Suo oggetto pi prezioso
come fa un vero padrone di casa con gli ospiti. Dunque di quell'oggetto egli
ha somma paura e lo si percepisce solo dal tono con cui ti parla poich non
v' alcun modo di vedere la Sua espressione e, in certi momenti, ti domandi se
Egli realmente esiste ed ha consistenza. Il vuoto. E quando ti trovi di fronte
allo specchio odi appieno la Sua voce come se Egli fosse finalmente in tua
presenza. Accendi un piccola luce ed Egli ti mostra il suo mondo..
In altre pagine vi sono parole incomprensibili e su alcune dubito della
loro origine linguistica.
Sono veramente preoccupato per la sorte del mio amico e ci che egli
scrisse in altri paragrafi evito di trascriverlo o tradurlo per ragioni delle quali
non voglio ora discutere. Senza dir nulla ai famigliari andr a investigare per
conto del mio amico e ci mi costringer a far di nuovo visita al tetro
anfitrione di cui si accenna nel diario del quale ancora non ho rivolto parola
con nessuno.
Nel frattempo avverto in ogni istante di solitudine, seppur lontana, la
soffocante presenza dell'occhio malvagio di quel che credo sia il nero
guardiano della casa.
Marionetta
accaduti in sole due notti rinchiusi dentro questa orribile casa. Per qualche
ignota ragione mi accadde d'essere divenuto in possesso di un prezioso invito
inviatomi da un misterioso ospite che si firmava D. Ebbene costui, del quale
ripeto non ero affatto a conoscenza, mi invit personalmente a partecipare a
un abbondante banchetto presso la sua magione, con la promessa che in
seguito si sarebbe svolto un attento giuoco di ricerca di un ricco tesoro e che il
fortunato che lo avrebbe trovato per primo sarebbe divenuto ricco. Sul
momento non diedi attenzione a quelle parole, ma esse per tutto il giorno si
impossessarono di me a tal punto da sentirmi costretto ad accettare.
Dunque al giorno e all'ora stabilita dalla lettera raggiunsi la maestosa
villa che si levava alla fine d'un lungo viale alberato ed essa era ben curata e
sfarzosa e il prato ben falciato ospitava rare specie di piante e fiori. In
lontananza il ritmico suono dell'acqua di alcune fontane e i grilli e le rane
oltre la fila di siepi grandiose rendevano l'atmosfera piuttosto tranquilla. Mi
trovai al cospetto di altri cinque personaggi che come me avevano ricevuto la
bizzarra proposta. Attendemmo per un tempo infinito che qualcuno ci venisse
ad accogliere giacch la porta principale della villa era chiusa e dalle finestre
non passava un filo di luce.
Tentammo invano di forzare la porta o di cercare ulteriori entrate
secondarie finch, al ritorno dalla nostra perlustrazione, non ci venne fatta
trovare la porta principale completamente spalancata ed agibile.
Con timore entrammo a piccoli passi forzati domandando ad alta voce
l'ospitalit di qualcuno, ma nemmeno il respiro o l'ombra di un maggiordomo
Notai, errando solitario per la casa, alcune stanze che prima avrei
giurato non esistessero, ma quell'avventura s'era tramutata cos velocemente
in incubo che iniziai a dubitare di ogni senso.
Mi accadde di incontrare uno spettro scivolare incerto sulle pareti
ombrose del secondo piano e, incuriosito, mi trovai a seguirlo lentamente,
tentando di rimanere nascosto un po' dall'oscurit e un po' dal mobilio posto
sul mio furtivo cammino.
Egli, in forma di scitale, lentamente mi condusse ad una stretta stanza
che, pur essendo consapevole di trovarsi al piano superiore della magione,
partoriva in me l'impressione sempre pi viva che fosse in verit posta a
decine di metri sotto il suolo. La temperatura diminu fortemente e l'aria
improvvisamente divenne densa e viziata.
Qui lo spettro si ferm dileguandosi sulla soglia di una piccola nicchia
presso il muro ed io avvertii una amara solitudine. Mi avvicinai cauto a quel
portale che per fattezze somigliava molto a un piccolo tempio. Cercai invano
di richiamare lo spettro alla mia presenza. Su di uno scranno trovai un
grazioso e lavorato coltello con particolari incisioni ed ornamenti
sull'impugnatura e sul bisello alcune parole che preferirei non ripetere e
trascrivere. Quando impugnai il coltello mi si rivel il mio destino con chiare
e accecanti immagini di un universo parallelo abitato da umanoidi creature
signoreggiate da un antico demone che, con dita invisibile, tesseva il filo della
loro vita su di una altura infuocata. Esso possedeva tre occhi, uno per ogni
tempo e con essi governava.
Mi risvegliai in piedi di fronte al quadro posto all'ingresso e notai,
senza particolare stupore, che solo del signor Q. era rimasta dipinta sulla tela
l'immagine e, quando lo trovai poco tempo dopo ad accendere il caminetto del
salone centrale, domandai a lui del signor C. ed egli mi rispose di non averlo
pi veduto dall'ultima volta quando, colto dal rovello, s'era deciso senza alcun
dimoro di attraversare da solo le cantine convinto che la mappatura della
casa, che aveva casualmente trovato in biblioteca, lo avrebbe condotto ad una
possibile via di fuga sotterranea.
Sapendo dunque che il signor C. doveva essere ormai morto nel suo
spavaldo tentativo, con naturale tranquillit infilai tra le carni del ventre del
signor Q. il mio affilato coltello e attesi, con meticolosa calma e pazienza, che
egli morisse. Quando il tappeto persiano ai piedi del camino fu
Onirico rosso
amico ed egli ascolt quel macabro racconto finch non mi inform che alla
radio, quella stessa mattina, avevano annunciato la scomparsa di un uomo in
paese. La notizia e la tremenda analogia mi attaccarono ripetutamente il petto,
tuttavia non feci trasparire nulla, tentando d'accettare quella casuale
coincidenza.
Intanto anche la notte successiva fu perseguitata da quegli orribili
occhi sulla parete e, anche se mi voltavo dandogli le spalle, essi mi
perforavano la nuca entrandomi puntigliosi nel cervello. Quella notte sognai
di raggruppare i pezzi del cadavere in un sacco che inserivo ad incastro nel
baule di una macchina che andavo a posteggiare nel garage della fattoria del
mio amico.
Quest'ultimo sogno fu cos sincero che dovetti all'alba giungere di
fretta al garage per assicurami che nel baule della mia auto non vi fosse alcun
corpo mutilato. Con sommo piacere mi acquietai non appena fui certo di aver
controllato. Il mio giovane amico comprese quel mio malessere ritenendo che
esso derivava dal forte stress dovuto in seguito al terremoto. Dunque egli mi
tranquillizz con la sua compagnia per quasi tutto il pomeriggio, tuttavia
quegli occhi sul muro mi apparivano spesso e all'improvviso come immagine
muta e fissa simile ad un feroce folgore di luce nella mente e, in quel
brevissimo istante, l'invisibile terrore mi abbracciava col sapore freddo della
morte. Intanto alla radio non parlavano d'altro che della scomparsa di uomo e
di alcune tracce di sangue ritrovate nei pressi di un parcheggio.
Oramai temevo la notte e con ferocia grattai con le unghie l'intonaco
ove erano impressi gli occhi, ma essi continuavano a riapparire come se il
muro avesse assorbito il colore e il male che essi arrecavano. Distanziai allora
il letto dal muro, ma in quella posizione, circa al centro della stanza, la parete
che mi lasciavo alle spalle rifletteva la propria immagine attraverso lo
specchio accanto alla scrivania ed io non potevo impedire agli stilizzati occhi
d'osservarmi. Quella notte sognai ancora il cadavere dentro al baule ed io che,
a piccoli bocconi, mi cibavo della sua carne oramai in evidente stato di
putrefazione. Mentre il sapore della pelle e del sangue coagulato si univa al
puzzo di marcescenza invadendo la mia bocca e i miei polmoni mi resi conto
che tutto ci mi eccitava e mi piaceva. Non racconto in che modo mi svegliai
e dell'aspetto che aveva il mio volto al ritorno dal mondo degli incubi poich
risulterebbe inesprimibile a parole anche per un abile scrittore. Quel giorno il
Il rumore
Episodio uno
il treno sfreccia nel buio dei binari verso Mason Creek, ultima fermata.
Osservo il mio volto quarantenne riflesso sul finestrino e noto alle mie spalle i
corpi formasi di due ragazze adolescenti qualche sedile pi indietro. Penso a
Mason Creek, una piccola citt di pianura ad est circondata perlopi da un
fitta linea di pioppi salici e querce che sorgono soprattutto sulle sponde del
torrente che si affianca alla periferia separandola dall'aperta campagna. Un
luogo isolato e teatro di numerosi incidenti, dieci anni fa ero stato chiamato a
seguire i passi di un giovane ed inesperto detective su un caso di omicidio
passionale.
Detective, gi, al pensiero la mia mano raggiunge l'acciaio
freddo del cane della Smith & Wesson nella fondina e il bordo in pelle del
distintivo dell'FBI appeso alla cintura.
Il treno rallenta e penso a quello stronzo di Ed Green, tenente capo
della unit omicidi dell'FBI e all'incarico che dodici ore fa mi ha affidato a
proposito della scomparsa di quella ragazzina, Sofia Monroe.
Sofia Monroe, diciassette anni, capelli corti e occhi neri alta all'incirca
un metro e settanta, dalla foto recente che ora mi accorgo di tenere tra le mani
gelide noto nel suo volto l'espressione ribelle di un'adolescente avventurosa e
in cerca di nuove esperienze. Sofia Monroe, scomparsa quattro giorni fa,
secondo gli inquirenti tra le sette del pomeriggio e mezzanotte. L'amica, Irina
Callaway, ultima persona ad aver visto la vittima, sicura di aver
accompagnato Sofia fino alla porta d'ingresso del condominio all'incirca
intorno alle sette di sera. Non va bene, penso gi a Sofia come a ad una
vittima, un pensiero incontrollabile perch nella mia testa dopo quattro
giorni dalla denuncia di scomparsa senza un avviso di sequestro o di riscatto
non pu che essere gi in decomposizione nascosta da qualche parte. Eppure
Episodio due
E'
Alle sei doveva essere gi a casa per farsi il bagno e venire con noi a
cena.
Ha mandato un messaggio per informarvi che sarebbe arrivata in
ritardo?. Anche questa volta la signora Monroe non esita a rispondere. No,
non ha detto nulla. Infatti dopo un'ora ho cominciato a preoccuparmi, ma
Scott, mio marito, mi ha tenuto buona per un'altra ora. Poco dopo le otto di
sera ho iniziato a chiamarla pi volte al cellulare che mi dava sempre spento o
non raggiungibile, cos ho telefonato a mia sorella Katia per sapere se Sofia si
era trattenuta da lei, ma anche Katia non sapeva nulla di mia figlia. Sparita
cazzo... La signora Monroe si mette una mano sul viso. Le sue mani
tremano.
Come era uscita di casa? a piedi?.
No, ha preso la sua bicicletta.
E ora a casa vostra c' la bicicletta di Sofia?. Le parole vengono
bloccate da un fortissimo groppo alla gola che riesco a percepire, cos fa di no
con la testa e prende a piangere quando Kooper entra con un bicchiere di
plastica fumante nella mano destra e alcune coperte scure di lana appoggiate
al braccio sinistro. La sua ombra taglia in due la stanza e si allunga fino a noi
di l dalla parete, mentre il rumore del metallo copre il suono vibrante del
motore del camion dei vigili del fuoco e l'auto accartocciata si stacca dal muro
intatto della centrale.
Nel frastuono la signora Monroe si accosta al mio orecchio e bisbiglia
e, mentre io osservo entrare Billy Wide accompagnato da medico legale
Martin Prince, focalizzo ci che mi dice e la mia attenzione finisce su Irina
Callaway: prima indagata in quanto ultima persona ad aver visto Sofia,
nonch amica o conoscente di altre vittime.
Nessuno sporge denuncia e la signora Monroe torna a casa nel
pomeriggio dopo aver bevuto qualche litro di caff alla stazione ed essersi
calmata assieme agli altri poliziotti e al marito che nel frattempo era giunto
appena saputo dell'accaduto. A me intanto viene mostrata la mia stanza
all'albergo Jerome's Room in centro. Non male. A pelle mi trovo da subito in
simpatia con il tizio alla reception, un certo Adam Fillingstone. Non male per
niente, questo vede e conosce tutto in citt e mi sar d'aiuto con qualche
dollaro. La stanza tenuta bene e spoglia come ogni camera d'albergo appena
ci metti piede, non sar certo io a riempirla. Mi va bene cos, meno distrazioni
possibili quando seguo un caso tant' che dico subito ad Adam di portare con
s la televisione mentre se ne torna gi alla reception. Kooper con me e lo
sento parlare di stronzate, ma non lo ascolto, la mia mente gi sul caso
pronta a sintonizzarsi sui discorsi degli altri solo se pertinenti al caso. E'
mattina quando finalmente quello stronzo di Kooper esce d'albergo. Faccio
subito una lunga doccia e, accendendomi una mezza dozzina di sigarette,
appendo all'armadio una bacheca in sughero che mi porta Adam
personalmente.
Prima di pranzo raggiungo la centrale e trovo Billy. Ora andiamo a
fare qualche domanda a Irina Callaway. Sai dove abita spero.
Billy mi saluta consegnandomi due sporte di fascicoli e videocassette
di interrogatori che lascio sulla scrivania in ufficio certo di passare la prima
notte in bianco a Mason Creek.
Grazie del regalo, Billy. Gli dico mentre mi accendo l'ultima
sigaretta del pacchetto. Avete mandato i sommozzatori e gli uomini nel
bosco lungo il fiume.
Kooper ha organizzato una piccola squadra incorporando anche
qualche vigile del fuoco, ora sono sul posto vuoi che andiamo a seguire cosa
l'indagine.
Ci andremo dopo al bosco, ora andiamo da Irina e dai signori
Callaway. Entriamo in macchina e lascio guidare a lui perch non conosco la
strada. Durante il breve tragitto ognuno se ne sta coi suoi pensieri in silenzio.
Billy con gli occhi puntati sulla strada ed io con lo sguardo vuoto penso
mentre fisso il paesaggio lugubre oltre il finestrino. La casa dei signori
Callaway poco oltre la periferia, vicino alla campagna. Parcheggiata la
macchina d'istinto cerco nelle tasche della giacca le sigarette, poi ricordo di
averle finite e ingoio la voglia di urlare al mondo. Vaffanculo!.
Ad aprirci proprio Irina, una ragazza adolescente un po' sovrappeso
che ci guarda con gli occhi gonfi e arrossati.
Sono il detective Jersey Shown FBI e lui il vice sceriffo Billy
Wide. Dopo la presentazione vado dritto al punto. Come gi sai la tua
amica Sofia Monroe scomparsa quasi cinque giorni fa, volevamo farti
qualche domanda a riguardo. Billy Wide mi lancia un'occhiata furtiva e mi
insulta col pensiero per il poco tatto, ma ne sbatto il cazzo e continuo a
guardare la nostra prima indagata. Recentemente ha pianto molto segno che
quella tragedia deve averla colpita a livello personale, le unghie delle mani
sono tutte mangiate e sul pollice della mano destra c' un coagulo di sangue
dovuto a una piccola ferita provocata dal continuo mordersi. Evidente segno
di stress e tensione emotiva. Poi quando parla il cerchio della mia iniziale
impressione si chiude. Venite dentro, vi prego. Sembra sconvolta e molto
confusa e la sua disponibilit a farci entrare appare sincera.
Nel frattempo entr nell'ovattato salone anche il padre e la luce del
lampadario spezzava in due la stanza proiettando le nostre ombre sul muro.
Signor Callaway, scusi il disturbo. Disse Billy porgendo la mano. Siamo i
detective Shown e Wide. Stiamo cercando Sofia Monroe. E' disponibile a
rispondere a qualche domanda insieme a sua figlia e a sua moglie?.
L'uomo si avvicina e stringe la mano a Wide. Mia moglie al lavoro,
torna dopo le quattro. Io sono disponibile alle vostre domande, ma credo che
ne abbiate gi fatte abbastanza, non credete?
Mia figlia ha gi detto tutto e
io non ho da dire nient'altro.
Aspetto che finisca la frase e rispondo. Sono d'accordo con lei,
signor Callaway, tuttavia io sono appena arrivato da fuori e ho bisogno di
vedere le vostre risposte.
Per quello. Mi interrompe Wide. Abbiamo gi le
videoregistrazioni degli interrogatori in centrale. La presenza della ragazza
davanti a noi mi imped di caricare un gancio contro la parete dello stomaco di
Billy, quanto odio quando qualcuno mi contraddice e mi interrompe. Rimango
zitto e mi limito a distruggergli il pensiero con lo sguardo. Le domande che
sono state fatte all'interrogatorio non sono le miei domande rispondo
rivolgendomi al padre.
Mi segua un secondo, detective, le voglio parlare un attimo. Ci
spostiamo in cucina, intanto Billy rimanere a fare compagnia alla ragazza.
Il padre mi guarda negli occhi e mi dice. Mia figlia Irina
traumatizzata da quello che successo, non vede che sta cadendo in
depressione? Per favore non peggiori la situazione, gli interrogatori gli avete
gi fatti, lasciatela in pace.
Io rispondo allo sguardo e con tono freddo aggiungo. La fuori, da
qualche parte, c' una ragazza dell'et di sua figlia, capisce? Il signor Mark
Callaway abbassa gli occhi e io proseguo. Se va bene la troviamo vittima di
violenza sessuale e fisica, se va male bella e pronta per essere messa in una
Episodio tre
quelle trovate nel tratto di fiume ghiacciato corrispondevano. Ora sono nel
carcere di massima sicurezza a Dodge City.
Ma le sparizioni sono continuate da allora, forse non avete preso gli
uomini giusti.
Sono aumentate. Gli uomini erano quelli perch hanno confessato
tutto. E' nuvoloso e prende a soffiare un forte vento quando scendiamo dalla
macchina sul confine sterrato prima del bosco. Dimmi Shown, perch credi
che Sofia Monroe sia nel bosco?.
Non ho mai detto questo. Sta di fatto che l'ultimo posto dove
stata.
Irina Callaway sicura di averla vista entrare in casa dopo averla
accompagnata.
Io allora osservo una distesa di erbacce e fango e la fitta boscaglia che
si innalza verticalmente all'orizzonte. I genitori erano in casa e non l'hanno
sentita arrivare, la stavano aspettando, erano attenti e con le orecchie tese.
Il sequestratore pu averla rapita sotto casa. Obbietta Wide.
Impossibile. Rispondo. Irina dice di aver visto Sofia entrare nella porta
d'ingresso del condominio.
Altre macchine sono ferme sulla sterpaglie impantanate nel fango e
Wide ed io procediamo lentamente dentro il bosco dove ad attenderci c'
l'agente Andrew Jackson che ci accompagna all'interno. Ha piovuto molto la
scorsa notte e qui un macello. Se c'era una prova il fiume che si ingrossato
l'ha spazzata via. Abbiamo setacciato assieme agli uomini del corpo dei vigili
del fuoco tutta l'area da qui per cinque miglia sia verso ovest che verso est.
Dalle comunicazioni via radio sul territorio per ora nessuno a trovato nulla di
rilevante.
Avete per caso trovato qualcosa simile ad un capanno?.
No, niente di simile detective.
Grazie agente Jackson. State facendo un ottimo lavoro. Ringrazia
cortesemente Wide, io rimango zitto e mi mordo la lingua al pensiero che in
pi di quattro ore di ricerca tutti quegli uomini non abbiamo trovato un cazzo.
Che branco di incompetenti. In questo mestiere cos: a volte devi fare tutto
da solo.
Pi ci addentriamo pi incontriamo gente con giubbotti ad alta
visibilit e l'abbaiare dei cani diventa quasi fastidioso in quell'eco. I rami
agente o vigile del fuoco. Secondo me neanche sono venuti fino qua a
controllare.
Il commento mi esce spontaneo e sento Wide in tensione alle mie
spalle finch il suono improvviso di un cellulare terrorizza entrambi e la mia
mano slaccia fulminea la cinghia della fondina.
Wide risponde e ancora al telefono mi dice. E' Harry Tyalor, lo
sceriffo di Dodge City. Mi ha informato che i suoi agenti hanno trovato una
bicicletta incastrata tra i rami nel bacino della diga. Te lo passo?.
No. Rispondo. Ma chiedigli di che colore e come fatta.
Dice che rossa e ha l'appoggio per un cestino davanti, forse si
sganciato.
Wide riattacca e mi faccio passare da lui il cellulare. Chiamo a casa
dei signori Monroe.
Buonasera, parlo con il signore Monroe?.
Esatto.
Bene! Sono il detective Jersey Shown, volevo solo un'informazione.
La bicicletta di vostra figlia di quale colore ?.
Un palla da demolizione mi colpisce allo stomaco dall'eccitazione
quando il signor Monroe risponde. Rossa, perch?.
Episodio quattro
conosceva.
Un violento attimo di silenzio prima della mia risposta. Lo sai che tu
figlio potrebbe diventare una probabile vittima, ma anche un eventuale
sospettato se rientra tra le amicizie di Irina Callaway?.
Irina innocente!. Risponde Wide.
Accetto il fatto che non abbiamo prove contro di lei e che per ora
non esiste nessun movente, ma perch nasconderci cosa hanno fatto in quel
bosco?.
Billy ci pensa un po' su e risponde. Magari hanno fatto qualche
stronzata da adolescenti come fumarsi una canna e Irina non vuole che i suoi
genitori lo sappiano e prende cos sottogamba la gravit della situazione. Pu
capitare sai se unisci il tutto con lo stato emotivo di choc.
Non mi convince e domani mattina, se mentir, lo scoprir subito.
Bevo un enorme sorsata di Canada Dry e aggiungo. Irina ha detto di aver
scattato delle foto quel giorno, potrebbero aiutarci. Dove sono?.
Ha detto che la macchina fotografica non era sua e che gliela
avevano prestata mi ricorda Billy prima di ingoiare l'ultimo pezzo di hotdog fumante.
Billy mi accompagna all'albergo Jerome's Room. Aspetto che le luci
rosse della sua macchina spariscano dietro la fitta pioggia alla curva di Cone
Street. Mentre penso al caso e alla chiacchierata che domani dovr abilmente
condurre con Irina Callaway le mie gambe mi portano alla centrale dove,
zuppo d'acqua dalla testa ai piedi, entro nella sala computer. Accendo lo
schermo collegato al videoregistratore e ci infilo il nastro dell'interrogatorio.
Ecco che cominciano le notti in bianco del detective Shown, penso.
Che lavoro di merda. Poi inizio a guardare tutti gli interrogatori a partire dal
primo caso di sparizione pregando di trovare qualche, anche minimo,
collegamento tra di essi. Ovviamente si tratta dello stesso sequestratore. Mai
nessuna della vittime stata trovata per testimoniare. Gli interrogatori che
guardo sono parenti disperati e amici afflitti dalla scomparsa dei loro cari.
Niente di utile, una marea di tempo perso in lacrime. Accendo un milione di
sigarette anche se in questo ufficio non si pu fumare. Me ne frego, notte e
non c' nessuno tranne la guardia all'ingresso.
Alla mattina mi sveglia con un calcio alla sedia Billy Wide che
inzuppato d'acqua mi urla addosso. Non ti trovavamo! Dobbiamo andare
Episodio cinque
quattro di questa mattina. E' morta per asfissia e non per la rottura del dente
epistrofeo.
Cazzo!. Mi esce spontaneo a immaginare la scena.
Che cosa vuol dire?. Domanda Wide.
Vuol dire che per circa un minuto ha sofferto prima di perdere
coscienza e poi morire, perch il sangue non defluiva pi dal circolo
encefalico a causa dell'ostruzione della giugulare e della carotide provocata
dal tessuto intorno al collo.
Chi era quella persona caricata in ambulanza? domanda Wide.
Prince risponde. La signora Callaway ha perso i sensi ed svenuta
battendo la testa contro la scrivania in camera della figlia. Il marito ha
chiamato subito i soccorsi.
Dov' ora?.
E' nel bagno assieme ad alcuni agenti e la psicologa.
Wide rimane perplesso. Abbiamo una psicologa d'ufficio?
No, coglione! E' la mia ex moglie. Ho visto la situazione un po'
troppo tragica qualche ora fa e ho avuto il permesso da Kooper di chiamare la
mia ex moglie per calmare il marito.
Mi metto i guanti in lattice che mi passa Prince e raggiungo assieme a
Wide la camera da letto di Irina Callaway,
Era tutto esattamente al suo posto, come la prima volta che ci avevo
messo piede. Il solito disordine adolescenziale e un milione di foto appese alla
parete. Alcune erano state scattate da Irina ed altre erano poster di cantanti e
gruppi musicali. La ragazza ascoltava i Nirvana, ci sono molte loro
rappresentazioni su muro sopra la scrivania illuminata dalla lampada ancora
accesa. Lo sguardo raggiunge la finestra in fondo alla stanza dalla quale
entrano, attraverso la tapparella, sottilissime lame di luce e il corpo appeso
ciondola i ombra sopra i bagliori dell'alba lucenti alle sue spalle.
La il bastone a cui sta affissa la tenda sembra aver retto il peso.
Dice Wide rimanendo a distanza dal corpo. Io mi avvicino. Ha il pigiamo
fradicio, cos'?.
Prince risponde subito alla mia domanda. Spesso avviene il
rilassamento degli sfinteri quando la persona perde conoscenza dopo l'agonia
e la contrazione.
Il corpo freddo giace davanti ai miei occhi pallido. Irina Callaway,
diciassette anni, suicidata probabilmente per i sensi di colpa dovuti dal suo
coinvolgimento nella scomparsa di Sofia Monroe e forse di altri quattordici
ragazzi e ragazze. Mi volto verso Billy Wide che nel frattempo prende appunti
sul suo maledetto taccuino rosso. Nessuno si uccide senza lasciare un
messaggio, e nessuno coinvolto in una cosa cos grave non si confessa prima
di appendersi a una trave.
Parla piano, Shown! Di l nel bagno c' il padre. Wide allora mi si
avvicina attento a non calpestare gli oggetti in disordine sparsi per la stanza.
Sono d'accordo con te, Shown. Sicuramente deve aver lasciato un messaggio
o qualcosa che spieghi il motivo di un gesto cos estremo. Lascio Wide nella
stanza ed esco nel salotto ad informare i due ragazzi della scientifica Harry e
Spencer di cercare eventuali biglietti o messaggi, insomma qualsiasi cosa che
possa ricondurre al suicidio di Irina. Okay, detective Shown. Faremo del
nostro meglio. Risponde Spencer.
Cos vi voglio ragazzi, avanti col lavoro allora. Torno alla camera
da letto e dico a Wide di parlare col padre mentre io resto nella stanza. Faccio
uscire anche gli agenti e il coroner finch non rimango solo in un silenzio
mortale e asfissiante. Faccio mente locale. Irina andata a dormire, ancora
in pigiama. Durante la notte deve essersi svegliata e alzata dal letto, il letto
ancora tutto in disordine e le coperte sono piegate in avanti seguendo il gesto
della braccio di quando una persona si scopre per alzarsi. A questo punto se io
dovessi aver deciso di uccidermi avrei prima scritto qualcosa per sfogare le
mie emozioni. Deve essersi diretta alla scrivania. Mi giro e la raggiungo. E' un
piccola scrivania con il posto centrale per la sedia e quattro cassetti posti l'uno
sopra l'altro sulla sinistra. Sopra il banco una lampada ancora accesa, dei
fazzoletti di carta, la stampante e un cestino usato come porta penne. Una
penna non nel cestino, ma sul ripiano sulla sinistra verso la stampante.
Apro i cassetti, sono quasi vuoti. Rovisto velocemente, ma non ci trovo nulla
di interessante eccetto un pacchetto di sigarette, forse la ragazza fumava di
nascosto di tanto in tanto. La penna sulla sinistra e non sulla destra della
scrivania. Se dovessi scrivere qualcosa abbastanza frettolosamente lascerai la
penna alla mia destra o al massimo la lancerei nella parte di scrivania sopra al
foglio su cui ho scritto. Non a sinistra. Allora mi volto di scatto verso il
cadavere e gli prendo le mani ghiacciate. Nella parte inferiore della mano
destra, che solitamente appoggia sul foglio quando si scrive, non v' nulla a
Episodio sei
tra me e me.
Sento il bisogno di una doccia bollente, cos raggiungo Jerome's
Room e senza nemmeno salutare il proprietario Adam Fillingstone raggiungo
la mia stanza.
Finalmente una doccia calda e il vapore appanna il box in vetro e per
distrarmi inizio a disegnare come un bambino sulla superficie appannata
scollegando il cervello da ogni rumore e concentrandomi solamente sull'acqua
corrente.
Verso mezzo giorno incontro Billy Wide seduto al posto di guida della
macchina di servizio allora entro e il rumore della portiera che si chiude alle
mie spalle coincide perfettamente con un forte tuono proveniente da
Nord. Questa notte piover di nuovo. Cos mi saluta Wide.
Io vado dritto al sodo. Ascoltami Wide, volevo parlare con tuo figlio,
come si chiama?.
Wide mi guarda confuso e risponde. Si chiama Eric. Perch vuoi parlare con
lui?.
Tuo figlio conosceva molto bene Irina Callaway, mi hai detto che
erano molto amici. Wide allora mi interrompe mozzandomi le parole dalla
bocca. E questo cosa c'entra! Solo perch
Kooper vuole chiudere il caso
credi che tu abbia il diritto di indagare su... Questa volta le parole gliele
mozzo io dalla bocca, lo faccio letteralmente con un pugno ben assestato nei
reni. Lo sai quanto odio quando uno mi interrompe, cazzo. Gli metto una
mano sulla spalla e tento di raddrizzarlo perch nel frattempo si era piegato a
met sul volante. Ascolta Wide, quello che intendevo dire, se mi lasciavi
finire questo: Irina ha detto di aver scattato delle foto specificando di aver
preso la macchina fotografica in prestito. Magari se troviamo quelle foto
riusciamo ad avere qualche indizio in pi.
E cosa c'entra mio figlio?. Le parole gli escano spaccate in due.
Tuo figlio Eric pu sapere chi nella loro compagnia di amici pu
averle prestato la macchina fotografica.
Okay, ti porto a casa mia allora, cos intanto ti presento mia moglie.
Accende la macchina e partiamo fino ad arrivare a una casa piccola su due
piani con una bella veranda sulla porta d'ingresso. Solo quando spegne la
macchina Wide mi guarda seriamente negli occhi e mi dice.
Allora,
chiariamo subito una cosa: mio figlio molto gi di morale in questo periodo,
ha perso due sue care amiche quindi non iniziare con i tuoi giochetti, okay?
Lascialo in pace per favore, anzi facciamo che ci parlo io.
Dire che Eric, il figlio di Wide, non assomiglia a suo padre sarebbe la
stronzata pi grande del secolo. Solamente pi giovane e con venti chili in
meno, ma del resto due gocce d'acqua. Mi scappa un leggero sorriso poi lascio
parlare Wide. Dov' tua madre?.
Eric allora risponde scendendo l'ultima parte di scale fino al
pianerottolo. E' andata al super market, torna pi tardi. Mentre parla
distoglie lo sguardo dal padre portandolo su di me con l'interrogativo in volto
per quell'estraneo appena entrato in casa sua. Non chiede chi sono cos mi
presento. Ciao Eric, un piacere conoscerti. Io Jersey Shown, un collega di
tuo padre. Suoni la chitarra, mi fa piacere.
Il ragazzo subito cambia espressione e sorride compiaciuto, segno che
ho agganciato la sua fiducia. Piacere Shown, come fai a saperlo, te l'ha detto
mio padre che suono la chitarra?.
No, a dire il vero non parliamo mai della nostra vita privata. L'ho
capito dalle unghie pi lunghe che tiene nella mano destra rispetto alla mano
sinistra. Fai bene, sono molto importanti le unghie per un chitarrista.
Wide mi guarda perplesso ma contento di aver strappato un sorriso a
suo figlio e di aver reso il clima pi leggero. Ovviamente me ne frego dei patti
stipulati nella macchina e prendo io la parola. Eric, volevo solamente
domandarti una cosa molto semplice. Nella tua compagnia conosci qualcuno
che possa avere una macchina fotografica che possa aver prestato a Irina?.
Al nome di Irina il volto di Eric torna ad essere sfregiato dal dolore e
dal ricordo, per dopo aver riflettuto un attimo risponde. Conosco una
ragazza, si chiama Silvia, lei ha una macchina fotografica, ma non capisco il
motivo per cui Irina abbia dovuto chiederla in prestito a Silvia quando lei ne
aveva una molto pi buona e professionale.
Grazie Eric, sei stato di grande aiuto. Continua a suonare
Usciamo dalla casa di Wide e rientriamo in macchina.
Che facciamo?
Per sicurezza ora andiamo a casa di Silvia a chiedere se ricorda di
aver prestato la sua macchina fotografica a Irina, anche se sappiamo gi
entrambi la risposta.
Episodio sette
padre di Silvia ancora sulla soglia della porta. Per fortuna accade che la
ragazza la troviamo al bar di un certo Hoogan sulla Bluerain Street. E' con
altre due ragazze che bevono, sedute al tavolino, un caff con panna. La
riconosco perch una della amiche la chiama per nome e il viso sembrava
essere lo stesso della foto appesa alla parete del soggiorno di casa sua. Prima
che il padre ci aprisse la porta, avevo scrutato all'interno, attraverso i vetri
notando il particolare.
Scusate l'interruzione, ragazze. Mi avvicino al tavolo da solo, ho
detto a Wide che dovevo andare un attimo in bagno. Tu sei Silvia, vero?.
Lei annuisce e le amiche la guardano in attesa.
Era amica di Irina Callaway, non vero?. Silvia allora corruga la
fronte e risponde. Si, ma a lei cosa interessa, scusa? E' forse uno di quei
giornalisti?.
No, Silvia. Chiamandola cos per nome la metto subito a suo agio
prima di estrarre il distintivo dalla cintura. Sono il detective Shown, sto
indagando sulla scomparsa di Sofia Monroe.
Cosa voleva sapere? mi domanda e io nei suoi occhi vedo velato
sintomo di lacrime.
Irina ha detto di aver fatto delle foto con una macchina fotografica
che gli aveva prestato un'amica. Quella macchina fotografica stata usata il
giorno in cui Sofia Monroe scomparsa. Capisci bene quanto posso diventare
importante per le indagini che sto compiendo. Sono venuto a sapere che anche
tu hai una macchina fotografica, per caso gliela avevi prestata tu?. Mi lascia
finire la frase, anche se noto, nel suo sguardo, una vivace volont di
rispondere alla mia domanda. S, io ho una macchina fotografica, ma Irina
Episodio otto
riflesso del messaggio sul vetro appannato e Wide, come me, assume
un'espressione sorpresa e stordita. Cosa significa?. Domanda.
Rifletto un istante e rispondo. Al contrario significa: tu o la tua
famiglia o le mie vittime.
Credi che l'abbia scritto Irina Callaway?.
Penso l'abbia scritto lei, per non capisco il motivo per cui l'avrebbe
scritto al contrario, come se qualcuno all'esterno avesse dovuto leggerlo.
Perch avrebbe dovuto scriverlo lei un simile messaggio, secondo
te?. Ragiono, ma non rispondo, cos Wide continua. Dal significato della
scritta sembra opera di un ricattatore, non credi?.
Se fosse stata un'altra persona, la scritta sarebbe stata scritta
all'esterno in modo che Irina l'avesse potuta leggere. E poi non credo che un
ricattatore avrebbe perso tempo con questi giochetti speculari.
Apro la finestra che gi era socchiusa e guardo all'esterno. Davanti a
miei occhi si apre un piccolo e trascurato cortile. Certo che chiunque da qui
poteva entrare o spiare Irina, siamo al piano terra e la finestra d su un cortile
facile per chiunque da raggiungere. Per di pi non ci sono nemmeno le
inferiate. Un giochetto da ragazzi. Osservo poi verso il basso il terreno
fangoso e noto alcune impronte di scarpe, forse quelle degli agenti della
scientifica quando hanno controllato il perimetro, ma c' dell'altro: quattro
piccolissime strisce di fango sul bordo in legno della finestra. Qualcuno,
Wide, entrato in questa stanza passando dalla finestra.
Wide mi segue fino all'esterno, nel giardino sul retro. Dopo Shown,
quando andiamo in centrale, controlliamo i rapporti della scientifica per
vedere chi entrato o uscito dalla casa durante le indagini. Soprattutto se gli
Episodio nove
rabbia. Dopo qualche profondo respiro si calma e da un bacio sulla fronte alla
moglie stesa sul letto.
Raggiungiamo nuovamente la casa e il signor Callaway si affianca a
noi con respiro grosso e pesante, aprendo e chiudendo gli occhi, come per
eliminare dalla sua mente le immagini dell'orrore.
Nella
fredda
cameretta di Irina Mark comincia a ispezionare ogni particolare e Wide ed io
aspettiamo il verdetto sulla soglia della porta. Nell'attesa osservo le nostre
taglienti ombre allungate sul legno che riveste il pavimento. Wide riceve a un
certo punto una chiamata e si allontana per qualche minuto. Quando torna mi
sussurra all'orecchio.Era Kooper, ci vuole in centrale al pi presto. Ci vuole
parlare. Annuisco e continua con speranza che il padre di Irina si volti verso
di noi con l'illuminazione di aver trovato qualche indizio. Ma niente.
Assolutamente niente.
Hai trovato qualcosa, Mark?.
L'unica cosa che manca la sua macchina fotografica. Era qualche
settimana che non la vedevo pi al suo posto sulla scrivania, magari l'aveva
prestata a qualcuno o nascosta da qualche parte. Non lo so.
Io sospiro e sussurro tra me e me. Sapevo che quella macchina
fotografica sarebbe stata la nostra rovina. Poi cerco di pensare anche se
alcuni improvvisi tuoni irrompono nella stanza preannunciando un grosso
temporale. Da quel che sappiamo Irina non l'ha prestata a nessuno la sua
macchina fotografica e per quale motivo l'avrebbe nascosta? Forse aveva
paura di romperla a tenerla sulla scrivania? O aveva paura che gliela
rubassero?
Hai detto che la teneva sempre sulla scrivania?. Chiedo.
E Mark risponde. S, esatto. La teneva sempre qui sopra. Indica in
ripiano di scrivania accanto ad alcuni libri.
Ma da qualche settimana non ha pi visto la macchina fotografica in
quel punto?.
Io entravo poche volte nella sua camera, ci entrava spesso mia
moglie per fare le pulizie, infatti me l'ha fatto notare lei la settimana scorsa
questa cosa. Ma giusto cos, perch si parlava di niente di importante a
tavola.
L'esperienza di detective mi ha insegnato che le cose irrilevanti sono
le pi importanti in una indagine, sono i particolari che ti permettono di
risolvere il caso
Wide allora interviene. Non hai notato niente di diverso o
qualcos'altro di mancante nella stanza?.
Mark si guarda intorno con i visibili ricordi in volto di tutto quello che
aveva lui stesso vissuto con sua figlia. Potevo leggergli chiaramente
nell'espressione la malinconia delle scenette quotidiane che si consumavano
tra loro e nel loro rapporto padre-figlia. E infine risponde. No, non vedo
altro, ma se mi viene in mente altro richiamo lei detective Shown.
Lo salutiamo e in macchina, sotto un fitto torrente di pioggia in
picchiata da cielo nero, raggiungiamo la centrale dove Kooper ci aspetta nel
suo ufficio.
Ci fa accomodare davanti alla sua scrivania e lui provvede a chiudere
la porta. Ragazzi, siete stati molto bravi fino adesso, ma non abbiamo
risultati. Nemmeno un corpo o lo straccio di una prova che riconduce a un
sospettato. Quei genitori hanno bisogno della faccia di un presunto colpevole,
capite?.
Intanto partito col piede sbagliato chiamandoci ragazzi, come se
fossimo dei novellini. Come se io fossi un novellino. Gli avrei volentieri
sputato in faccia per questo. A te non te ne frega un cazzo dei genitori,
Kooper. Diciamo che la stampa che ti fa pressione per aver una faccia da
giudicare!.
Wide, da sotto il tavolo, mi tira un piccolo calcio per ricordarmi di
stare tranquillo poi parla.
Arriva al punto Kooper, perch ci hai
chiamato?.
Ho deciso di archiviare il caso finch non mi arriver sulla scrivania
un'altra denuncia di scomparsa o rapimento. Shown, ho gi chiamato Ed
Green, il tenente capo del tuo dipartimento. Ha accettato la mia scelta di
mettere da parte questo caso per mancanza di prove. Domani puoi tornare a
casa.
La potenza di una bomba nucleare mi esplode nel petto a tal punto che
mi getto su Kooper prendendolo per la cravatta dall'altra parte della scrivania.
Brutta testa di cazzo! Qui sono scomparse delle persone! Io non uso il mio
tempo per niente, ogni singolo indizio o piccolo particolare che fin'ora
abbiamo raccolto ci pu portare sulla strada giusta.
Wide mi afferra il braccio e cerca di calmarmi mentre la luce di un
Episodio dieci
aspettarmi Adam Filligstone dietro il banco del bar che asciuga gli ultimi
bicchieri. Faccio per andare verso le scale, poi mi fermo e mi siedo su uno
degli sgabelli intorno al banco.
Buona sera detective Shown, tutto bene?.
Ciao Adam, niente va bene in questo cazzo di mondo.
Capisco, spero non sia il tempo ad averla resa cos arrabbiato col
mondo. Si volta un attimo per mettere al suo posto un calice.
Il tempo non c'entra proprio niente, il mondo cos perch esistono
delle teste di cazzo.
Vuole qualcosa da bere?. Mi chiede voltandosi.
Penso e intanto osservo lo scaffale dei distillati. Hai del bourbon?.
Cazzo, non dovrei nemmeno pensare di bermi un bourbon, ho smesso da
tempo di bere. Ricordo quel periodo a New York di gavetta nel dipartimento.
Passavo spesso tutta la notte a bere assieme a mio padre da Ginger sulla
Trentasettesima Strada.
Va bene del Jack?. Mi domanda Adam.
Ottimo, ma solo un bicchierino.
Senza pensarci e d'istinto lo tracanno in un sorso. La gola brucia e il
cervello si allarga. Ci voleva, cazzo. Grazi Adam. Fammene un altro, per
piacere.
Come procedono le indagini, detective?. Mi chiede Adam mentre
versa nello stesso bicchiere altro Jack Daniel's.
Mi accendo una sigaretta ed Adam mi allunga un portacenere, poi
rispondo. Male, non riesco ad arrivare nemmeno a un sospettato. E il caso
verr presto chiuso.
Episodio undici
E'
Episodio dodici
riportiamo a casa. Wide mi informa delle condizioni di suo figlio Eric non
appena varco la soglia della stanza d'ospedale. La moglie di Wide seduta
sulla sedia, accanto ad Eric. Il giovane sveglio e ha gli occhi persi nel vuoto
verso il soffitto.
Ora tesoro andiamo a casa, cos potrai dormire un po' e riposarti.
Dice la signora Wide accarezzando la guancia sinistra del figlio.
Eric spalanca le palpebre come sorpreso da un ricordo traumatico e
scuote la testa. Non voglio dormire.
Allora mi avvicino di pi a Wide. Billy, devi comprendere che forse
tuo figlio coinvolto nella scomparsa degli altri due ragazzi, come lo era Irina
Callaway. Dovr essere sottoposto a un interrogatorio.
Mio figlio non ha fatto niente di quello che pensi!. Wide si agita
subito, seppur consapevole della verit. Mio figlio non c'entra un cazzo con
quella storia! Oddio!.
Mettiamo, e lo spero, che non c'entri niente, ma comunque una
delle ultime persone che ha visto quei ragazzi. Ed anche se scopriamo che
quel pomeriggio non li ha visti, comunque una delle persone che
effettivamente era pi vicino a loro essendo ottimi amici. Devi accettare
questa situazione.
La signora Wide si volta verso di me minacciosa. Detective Shown,
non si permetta nemmeno di pensare che mio figlio c'entri con quelle
sparizioni. Ci dev'essere una spiegazione, forse si trovava nel posto sbagliato
al momento sbagliato.
Signora Wide, io faccio il mio lavoro ed ogni persona un
potenziale colpevole. Non far pi lo sbaglio di... Mi fermo perch mi rendo
conto di stare per dire qualcosa che non avrei potuto rivelare sul mio passato.
Quella cosa che ho fatto! Ero proprio diventato cieco alla realt! Scuoto la
testa per eliminare il ricordo e mi rivolgo a Wide. Come si chiamano gli altri
due ragazzi scomparsi?.
Martin Hoover e Jason Davies. Entrambi di diciassette anni.
Wide, devi promettermi che li troverai. Sei un bravo investigatore,
sono sicuro che ce la farai.
In quell'istante Kooper bussa alla porta. Il cappotto completamente
fradicio. Guardo fuori dalla finestra della stanza. Ha ripreso a piovere di
nuovo.
Detective Shown, Wide. Mi seguite un attimo nel corridoio, vi devo
parlare.
Le seguiamo poco oltre la stanza e, mentre un nuovo lampo illumina
il volto stanco e preoccupato di Billy Wide, le nostre ombre si proiettano
taglienti sul pavimento lucido del corridoio e la luce neon del reparto ci
abbraccia fredda come la morte.
Ho saputo cosa accaduto e ho due foto in pi sulla bacheca dei
ragazzi scomparsi, per non parlare di quattro genitori in pi incazzati con le
forze dell'ordine di Mason Creek e un telefono in ufficio rovente dalle
chiamate dei giornalisti. Wide, tuo figlio pu essere coinvolto nella storia,
oppure potrebbe essere una delle vittime che riuscita a scappare da quel
pazzo maniaco. In entrambi in casi risulta coinvolto. Ovviamente a questo
punto il caso rimane aperto, tuttavia Wide tu non potrai pi investigare su di
esso, in quanto emotivamente coinvolto nella situazione. Fa una brevissima
pausa e intanto io cerco le sigarette che non ho ancora comprato, poi riprende
rivolgendosi a me. Shown, ho gi chiamato Ed Green che mi ha autorizzato,
date le circostanze, ha tenerti qui a Mason Creek per indagare sul caso dei
ragazzi scomparsi.
Wide obbietta. Non voglio uscire dal gioco e intendo aiutare Shown
fino alla fine, dal momento che ho seguito le indagini assieme a lui fino a
questo momento. Potrei essergli d'aiuto.
Non discutere Billy. Lo ammonisce Kooper. Tu ora sei entrato
troppo nel gioco. Non puoi pi aiutare il detective Shown con le indagini.
Questo quanto. E il tenente Green d'accordo con me sulla questione.
Wide allora cerca nel mio sguardo un appoggio. Un appoggio morale
che non posso dargli. Kooper questa volta ha ragione e non posso ribattere.
Penso al plettro per chitarra che ho ancora in tasca e penso alle miei
supposizioni a riguardo. Quel plettro una prova importante e, se come
penso io, confermerebbe la mia ipotesi su chi potrebbe essere entrato nella
camera di Irina Callaway. Devo andare al negozio di strumenti musicali sulla
Jackson Avenue.
Kooper ha ragione, Billy. Finch non ci saranno ulteriori sviluppi
che confermeranno che tuo figlio innocente, non puoi lavorare al caso.
Mentre dico questo aspetto che Kooper sia distratto per fare l'occhiolino a
Wide. Segno d'intesa. Non deve ribattere, cosicch la discussione non
prosegua ulteriormente.
Bene Wide, vedo che hai compreso lucidamente la situazione. Si
intenda che non vorrei assolutamente buttarti fuori, ma non ho altra scelta in
questo momento.
Un'infermiera si avvicina a Kooper. Signore, la desiderano al
telefono. Mi segua verso la hall del piano. Kooper si allontana un attimo ed
io non spreco tempo per rivolgere qualche parola a Wide. Billy, ascolta bene.
Abbiamo iniziato questo inferno insieme e tu mi sei indispensabile in citt.
Conosci gente e possibili collegamenti. Ufficialmente sei fuori dalle indagini,
ma puoi comunque indagare per mio conto se ti chieder di scoprire qualcosa
per me.
Io voglio trovare quello stronzo, Shown! Voglio trovarlo e cacciarlo
dentro. Conoscevo Martin e Jason. Venivano ogni sabato pomeriggio a casa
nostra. Dobbiamo trovarli, Shown. Altrimenti non riuscir pi a guardare
negli occhi i loro genitori quando li incontrer.
Tiene duro, Billy. Questo lo spirito giusto. E tuo figlio ancora con
te, ringrazia il cielo per questo.
Kooper torna di gran fretta verso di noi e a met corridoio comincia
gi a parlare. Sharon mi ha appena detto che il calco del gesso che avevate
richiesto pronto. Arrivato a noi si volta verso di me. Shown, puoi passare
in laboratorio per analizzarlo.
Quando esco da qua, passo alla centrale. Intanto suggerirei di
immettere un coprifuoco per le ore notturne, con particolare attenzione nei
confronti di ragazzi e ragazze tra i quindici e i diciotto anni.
Non voglio creare ulteriore panico tra i cittadini. Il coprifuoco li
Riepilogo
Episodio uno
figlio.
Questo lo spirito giusto, ora procediamo.
La signora Hoover si asciuga le lacrime e ripone il fazzoletto ormai
intriso e fradicio nella borsetta.
Ricordate a che ora vostro figlio, Martin Hoover, uscito di casa?.
Apro il mio taccuino sulla scrivania metallica.
E' uscito di casa dopo pranzo, forse erano gi le due del
pomeriggio. Risponde il signor Hoover.
La signora Hoover precisa la risposta del marito. S, intorno all'una e
mezza uscito di casa.
Sapevate dove andava?.
Il signor Hoover si appoggia alla scrivania protendendosi verso di me.
No, credo che l'abbia chiamato uno di suoi amici ad uscire. Io ero in camera
da letto e ho sentito squillare il telefono di casa e Martin parlare con
qualcuno.
Ma non vi ha detto dove andava o chi doveva incontrare?.
Il signor Hoover risponde. No, uscito e basta
Questa volta la signora Hoover aggiunge qualcosa. E' strano che non
abbia detto nulla.
Che cosa strano? Domando.
La signora Hoover risponde. Vede detective, Martin sempre stato,
fin da bambino, una persona molto rispettosa ed educata. Non lo dico perch
mio figlio, glielo posso garantire. Le birbonate le ha fatte anche lui, ma non
bravo a nascondersi o a dire bugie. Ora che ci penso, ieri, dopo pranzo,
uscito senza dire niente. Io non ci ho dato peso, per in genere ci dice sempre
dove va o con chi . Sar solo una coincidenza.
Signora Hoover, una cosa importante mi ha insegnato questo
mestiere, ovvero che non esistono coincidenze. Mi accendo una sigaretta e
poi mi rivolgo di nuovo alla signora Hoover. Dunque Martin un ragazzo
che tutto sommato che vi racconta sempre tutto?.
S, esatto. Risponde la signora Hoover. E' sempre stato molto
sincero. Quando tenta di non esserlo noi lo vediamo subito.
Dopo non avete pi avuto sue notizie?.
No, niente. Lo aspettavamo a casa per le sei cos da prepararsi per la
cena, ma non arrivato cos abbiamo chiamato subito a casa dei Davies e dei
Wide per sapere se Martin era da loro e quando verso le nove abbiamo saputo
che anche i loro figli non erano rientrati abbiamo chiamato subito la polizia.
Grazie mille, siete stati molto bravi. Quando uscite dalla porta dite
pure ai signori Davies che possono entrare. Grazie della collaborazione.
Spengo la sigaretta nella tazza di caff vuota che stava sulla scrivania da
qualche giorno e aspetto che i signori Davies entrino.
La signora Davies, Clara Davies la prima ad entrare, seguita poi dal
marito. La prima impressione: l'agitazione di un interrogatorio invisibile al
confronto con la grave paura che noto vibrare sopra le occhiaie gonfie negli
occhi stanchi avvizziti. Si siedono.
Allora, signori Davies, voglio trovare vostro figlio e ho bisogno del
vostro...
La signora Davies mi interrompe seppur sussurrando, odio quando
qualcuno lo fa. Nessuno pu trovare nostro figlio.
Le assicuro, signora Davies, che, anche se le indagini possono
sembrare lente e senza risultati, abbiamo il piede tutto sull'acceleratore e non
intendiamo mollare. Provo a rassicurarla.
Allora lei mi guarda oltre il ciuffo di capelli spettinati che le scivola
sul volto crespo. Mi fissa negli occhi con lo sguardo di una pazza, forse
accenna a un sorriso di chi non ha pi speranza e si lascia cadere nelle braccia
del destino. La creatura risvegliata nei boschi ormai l'ha presa, voi state
dando la caccia a un fantasma. Non troverete mai il colpevole perch lui non
esiste.
Il signor Harry Davies non calma certo la situazione, ma anzi
aggiunge benzina al fuoco. E il suo tono cupo e serio. Clara ha ragione,
quell'essere di cui tutti parlano sorto dal bosco. Quei satanisti andrebbero
arsi al rogo per quello che hanno fatto.
Un momento. Immagino che l'assenza di prove, di testimoni, e di un
sospettato in una comunit come la vostra, di fronte a tragedie simili, possa
far nascere le pi assurde superstizioni, ma non posso credere che voi ora
parliate sul serio. Siete evidentemente in uno stato di choc per quello che
accaduto, vi comprendo.
Un profondo silenzio cala nella stanza mentre i rami secchi di un
cespuglio grattano graffiando il vetro della finestra della stanza. Detective,
lei non ha idea di ci che stato risvegliato. Quel mostro ci uccider tutti se
non andiamo via da qui. Continua la signora Davies. Perch non siamo
andati via prima che accadesse Harry? Perch non siamo scappati da Mason
Creek finch avevo ancora il mio Jason?.
Ha detto avevo non avevamo. Signor Davies, lei il vero padre di
Jason?.
Harry risponde prima chinando la testa. No, il padre di Jason morto
quasi tre anni fa. La signora Davies precisa. Robert ed io abbiamo
divorziato, poi mi sono risposata con Harry.
Qual'era allora il suo cognome da coniuge?.
Gordon.
D'accordo. Voglio solamente farvi un paio di domanda. I signori
Davies finalmente decidono di tacere ritirandosi in un attento silenzio .
Quando avete visto l'ultima volta vostro figlio Jason?.
Clara risponde. Harry era al lavoro e mi aveva chiamato che non
sarebbe tornato per pranzo, cos Jason ed io abbiamo mangiato qualcosa
davanti alla TV. Poi Jason ha chiamato col telefono di casa il suo amico
Martin. Quando tornato in salotto, perch noi abbiamo il telefono di casa in
un angolo del corridoio nel reparto notte, mi ha detto che sarebbe uscito con
Martin ed Eric quel pomeriggio.
Quella rivelazione mi piomba addosso come acqua gelata e annoto
tutto sul quaderno. A che ora uscito, se lo ricorda?. Domando.
S, poco dopo l'una del pomeriggio. Me lo ricordo perch stata per
cominciare quel programma di cucina che guardo ogni marted e avevamo
appena pranzato.
Bene. Jason per caso le ha detto dove andava?.
No, uscito abbastanza di fretta. Non gliel'ho chiesto.
Un'ultima cosa: ha notato qualcosa di strano in suo figlio Jason quel
giorno? Un gesto particolare o un frase?.
Da quando suo padre Robert morto, Jason ha iniziato ad avere dei
comportamenti un po' strani. Anche se ha qualche amichetto come Eric o
Martin, rimane un ragazzo a cui piace stare in disparte. Ha volte passa interi
pomeriggi fuori casa, da solo.
Grazie signori Davies, potete andare.
Alla porta, ancora voltata vero l'uscita, Clara Davies si ferma e
mormora qualcosa. Lo Slender, detective Shown, dall'oscurit di Carachura,
Episodio due
Episodio tre
Mason Creek. E' un signore esile e piuttosto basso di statura. Entro nel
negozio e lo trovo ricurvo verso gli scaffali pi bassi di un mobile. La porta
dietro di me cigola quando la chiudo e il vecchio Bob si volta in mia direzione
. Il naso adunco sorregge due lenti con montatura sottile e argentata. Oh, il
primo cliente. Borbotta tra s e s, poi alza il tono. Prego, prego, entri
pure.
Mi avvicino al bancone in fondo al negozio buio, stretto e pieno di
cianfrusaglie impolverate.
Cosa desidera?. Mi domanda pulendosi gli occhiali.
Buongiorno, sono il detective Shown. Volevo solo chiederle una
cosa, posso?. Mi sembra un tipo simpatico e non vedo il motivo di essere
burbero o scortese.
Mi chieda, allora, avanti.
Estraggo dall'impermeabile il plettro per chitarra e glielo appoggio sul
banco. Lo so che pu essere una richiesta un po' difficile, ma tenter
comunque. Si ricorda per caso a chi pu averlo venduto questo plettro per
chitarra? E' molto nuovo, sembra usato appena. E' stato acquistato da poco.
Il vecchio Bob prende tra le dita il plettro e lo studia annuendo. S,
credo di sapere a chi l'ho venduto. Ma mi faccia comunque controllare nel
registro.
Tiene un registro?.
Certamente. Lo so, qui in negozio c' molto disordine da quando
morta mia moglie e fatico a tenere tutto al proprio posto. Ma per quanto
riguarda le vendite sono molto preciso. Qui in paese meno o male conosco
tutti e cerco di annotare ogni cosa che vendo. Un attimo solo, ecco qui. L'ho
venduto insieme a delle nuove corde per chitarra acustica a Eric Wide, il figlio
del poliziotto.
Riprendo il plettro e lo ripongo nella tasca interna dell'impermeabile,
mentre un dolore fitto mi spacca in cervello in due. Cosa ci faceva quel plettro
l fuori nel giardino? Possibile che Eric sia entrato in casa di Irina? E se fosse
cos, perch?
La ringrazio, strato di grande aiuto. Buona giornata. Faccio per
uscire, ma alla porta mi blocco un istante. Mi volto di nuovo verso il vecchio
Bob. Lei conosce la leggenda dello Slender?.
Bob si fa il segno della croce sul petto mentre le fitte rughe sulla sua
faccia si contorcono in un'espressione di paura. Non si azzardi pi a
nominare quell'essere nel mio negozio. Se ne vada, detective.
Esco e cerco d'istinto le sigarette nella giacca poi ricordo di averle
finite. Cazzo! Raggiungo il telefono pubblico a dici metri dal negozio del
vecchio Bob. Chiamo la centrale per sapere di Billy Wide. Un certo Gragory
mi dice che Billy a casa. Mi faccio dare il numero del telefono di Billy Wide
e lo chiamo.
Ciao Billy, sono Shown.
Dimmi Shown.
Sei a casa, tuo figlio come sta?
L'ho portato ora a casa dall'ospedale, sono qui con lui. Sembra stia
meglio.
Mi fa piacere. Credi che possa venire a casa tua per un momento?
Ho bisogno urgente di parlare con Eric.
S, vieni pure. Con me non parla o dice di non ricordare. Forse con te
e i tuoi trucchetti psicologici del cazzo parler. Voglio sapere cosa successo
a mio figlio quella notte, Shown.
D'accordo. Mi trovi al bar da Hoogan, se riesci a darmi uno strappo
in macchina meglio.
Restituisco le chiavi dello scooter alla ragazza del bar ringraziandola
del favore. Mentre aspetto Wide prendo un caff al banco e compro un
pacchetto di sigarette in un negozio sulla strada alle spalle del bar. A saperlo
prima ci sarei andato.
Finalmente arriva Billy Wide. E' visivamente stanco e pallido. Due
scure occhiaie gli scavano gli occhi. Mi chiede subito degli interrogatori
mentre saliamo in macchina. Durante il tragitto verso casa sua gli spiego la
situazione.
Martin, Jason e tuo figlio Eric sono uscito subito dopo pranzo nel
pomeriggio. Si sono dati appuntamento. Questo certo. Attendo un po' e
rifletto se dire a Wide subito del plettro per chitarra. Decido di aspettare di
essere di fronte ad Eric per vedere la sua reazione e scoprire se sta mentendo.
Io non ci capisco pi niente, Shown. Spero solo che mio figlio non si
sia messo nei guai che...
..e che non faccia la fine di Irina. No, Billy. Questo non succeder.
Raggiungiamo la stanza al primo piano di Eric, lo troviamo sdraiato
sul letto con lo sguardo perso nel vuoto verso il soffitto. Accanto a lui sua
mamma, la signora Wide.
Scusa tesoro, puoi uscire un attimo. Anzi prepara a Shown un po' di
caff.
La stanza si riempie di silenzio quando la porta della camera da letto
si chiude alle spalle della moglie di Wide. Mi avvicino ad Eric, accanto al
letto. I suoi occhi sono lucidi e probabilmente a pianto molto di recente.
Anche lui sembra non aver dormito da almeno due notti.
Eric, come stai?. Gli chiedo.
Lui si volta verso di me. Detective, lei mi deve aiutare. Ho paura!.
Si agita e io gli stringo la mano. No, Eric. Sei tu che devi aiutare me a capire
cosa accaduto. Perch sei uscito con Martin ed Eric prima della loro
scomparsa. Dove siete stati?.
Prima di parlare guarda il padre alle mie spalle e poi getto lo sguardo
a sinistra. Ci troviamo spesso al pomeriggio. Stiamo in centro,
chiacchieriamo, niente di pi.
Non ti ho chiesto quello che fate di solito, ma quello che avete fatto
due giorni fa. So che che vi siete incontrati dopo pranzo. Dove siete andati?.
.
Siamo andati da in giro. Ci siamo fermati da Hoogan a prendere una
crepes. Poi non ricordo, glielo giuro.
Devo giocare la carta. Questo tuo, Eric? La punta di plastica
rigida luccica a mezz'aria illuminata dalla forte lampada sulla scrivania. Gli
occhi di Eric si ingrandisco. Ha capito che io so qualcosa di pi di quello che
mostro.
S, il mio plettro nuovo per chitarra.
Sorrido. Sorrido perch non mi chiede dove l'ho trovato. Lui sa dove
l'ho trovato.
Perch quel pomeriggio siete entrati di nascosto a casa di Irina
Callaway? La domanda cade sulla stanza sfondando e distruggendo ogni
cosa mentre Billy Wide si avvicina al letto stupito e sorpreso dalla rivelazione.
Non possibile! Shown si sicuro di quello che dici?.
Che numero di scarpe porti Eric?.
Il quarantadue, perch?
E Jason e Martin?.
Jason non lo so. Martin il quarantaquattro. Lo so perch gli abbiamo
regalato un paio di scarpe firmate per il suo compleanno il mese scorso.
Wide accanto a me capisce finalmente dove voglio arrivare.
Abbiamo trovato l'impronta della scarpa di Martin e il tuo plettro nel
giardino sul retro dell'appartamento dei signori Callaway. La finestra aperta
della camera da letto di Irina e alcune impronte sul pavimento che prima non
c'erano. Perch siete entrati in camera sua quel pomeriggio?.
Eric strizza gli occhi come colpito da un violentissimo lampo di
ricordi. Si mette a sedere sul materasso e si stringe tra le coperte. Okay,
detective le racconter tutto.
Episodio quattro
attorno alla finestra, si stampano sui nostri volti con le loro ombre aguzze per
un brevissimo istante.
Avanti Eric, racconta tutto quello che ricordi. Lo sprona il padre.
Eric deglutisce e aggrotta la fronte, si sforza di ragionare, di essere
lucido e di ricordare esattamente cosa accaduto. L'impressione quella che
il ricordo in lui si presenti bizzarramente annebbiato, celato oltre una fitta
cortina di fumo. Il ragazzo stringe gli occhi come se stesse cercando di
guardare aldil di quel muro fumogeno, per vedere e raccontare la verit.
Subito dopo pranzo ho ricevuto una chiamata da Jason. Ha detto che
ci sarebbe stato anche Martin e che ci dovevamo incontrare al Mason Park. Ci
siamo seduti su quelle panchine vicino al chiosco iniziando a parlare del
funerale di Irina Callaway di domani. Abbiamo parlato molto di quello che sta
accadendo a Mason Creek. Sofia era una nostra amica, ci manca molto. Poi
Jason scoppiato d'ira dicendo di sentirsi inutile e ha iniziato a insistere sul
fatto che, da amici, dovevamo in qualche modo contribuire e fare la nostra
parte.
Mentre Eric racconta estraggo il taccuino dalla tasca e inizio ad
appuntare qualche dettaglio.
Detective Shown, lei d'accordo con me che una persona non si pu togliere
la vita senza un motivo e soprattutto senza lasciare un biglietto o una frase o
qualsiasi cosa che spiega un gesto cos estremo?.
Annuisco e lo lascio proseguire.
Da una telefonata che ha fatto pap ho capito che non avevate trovato ancora
niente tra le cose di Irina che giustificasse quello che ha fatto. Martin non
poteva accettare che Irina se ne fosse andata cos, senza motivo, quindi ha
fronte. Un forte groppo alla gola lo assale, lo percepisco nella sua deglutizione
e ancor di pi quando riprende a parlare. Io facevo la guardia all'ingresso,
controllando che non entrasse nessuno in casa. Martin e Jason sono rimasti
nella camera da letto di Irina. Io non ho saputo cosa avevano trovato e preso
finch Jason non ha aperto il suo zainetto. Detective, abbiamo trovato la
macchina fotografica di Irina, quella che cercavate. Stava nascosto dietro un
cassetto della scrivania.
Mi rendo conto di aver improvvisamente ingrandito gli occhi in
un'espressione di entusiasmo ed euforia. Di colpo uno dei pezzi pi grandi del
puzzle mi cade sulle mani con un sonoro boato.
Eric aveva notato da subito, gi nella camera di Irina, che mancava il
rullino dentro la macchina fotografica. Io avevo sentito dei rumori, forse stava
per entrare qualcuno in casa. Cos siamo scappati di nuovo fuori dalla finestra.
Prima di uscire Martin ha afferrato da uno scaffale un pupazzo. Ovviamente
non avevamo capito il motivo di quel gesto finch non ci ha spiegato che,
sfogliando velocemente il diario aveva trovato una foto di Irina con quel
pupazzo e gli era sembrato strano infilare proprio quella foto in un diario
segreto tenuto nascosto in cassetto. Cos, preso dal momento di tensione gli
venuto in mente di agguantare il pupazzo e uscire.
Eric fa una breve pausa mentre si risistema sotto le coperte imbottite.
Forse ha freddo, guardo la finestra. E' chiusa, ma fuori buio e ha cominciato
a piovere.
Abbiamo iniziato a leggere il diario. Detective Shown, non puoi
immaginare l'angoscia e la paura che quelle parole ci recavano nel leggerle.
Nelle ultime due pagine Irina si pentiva di qualcosa che aveva fatto, qualcosa
di orribile che era stata costretta a fare. Il diario finiva con sole due o tre righe,
scritte malissimo, che portavano la data di quella notte in cui si ...si tolta la
vita.
Cosa c'era scritto in quelle righe?.
Era scritto tutto in maniera cos...strana, non so spiegarlo, sembrava
completamente fuori di s. Era terrorizzata da quell'essere senza volto che la
perseguitava, credo che si riferisse alla leggenda che c' in citt dello
Slender.
Per caso c'era scritto di cosa si stava pentendo?.
Eric mi guarda terrorizzato come se
avvertisse l'importanza delle parole che sta per pronunciare. In parte. Dopo
aver letto il diario abbiamo iniziato a discutere tra noi sul da farsi. Non
sapevamo che fare ora che avevamo alcune prove raccolte commettendo il
reato di infrazione. Durante la discussione Martin, che aveva ancora in mano
il pupazzo, si accorto di qualcosa al suo interno. Cos l'abbiamo squarciato
aprendolo dai punti dai quali era stato ricucito. Dentro, detective Shown,
abbiamo trovato i negativi del rullino. Quando.... Si interrompe al folgore di
un lampo accecante. Quando li abbiamo guardati controluce il seme del
terrore e del male entrato in noi. Ero io a tenere i negativi tra le dita, non
riuscivo staccare lo sguardo dalla terribile verit che si era aperta sotto i nostri
occhi. Le mani avevano smesso di tremare, non ne avevano la forza e il dolore
di cento lame nel petto mi ha richiamato alla bocca il sapore amaro nel
sangue.
Episodio cinque
quando mi soffermo sui i suoi occhi terrorizzati. Dimmi Eric, cosa si vede in
quei rullini e ora dove sono?.
Eric allora continua col suo racconto e intanto le violente gocce
d'acqua piovana si schiantano contro il vetro della finestra. Sul negativo
abbiamo visto parecchie foto, da quanto Irina e Sofia sono scese nel bosco
fino al fiume. Ma gli ultimi autoscatti, credo gli ultimi quattro sono
incredibili. Irina e Sofia sono in posa davanti a un capanno o qualcosa
costruito con dei tronchi in legno, poi si vede chiaramente che Irina afferra un
oggetto, forse un martello da quella casetta nel bosco. Nell'ultima foto scattata
dalla macchina fotografica si vede Sofia a mezz'aria mentre crolla a terra,
uccisa da un violentissimo colpo alla testa.
Il silenzio spacca in due la stanza. Il tempo che la mia mente
metabolizzasse quelle informazioni, poi riprendo a parlare. Eric, sei sicuro di
quello che hai visto in quel rullino?.
Ma Eric in lacrime e fatica a rispondere. Sta male. Soffre per quello
scoperta. E nasconde le mani tremanti sotto le coperte.
Dove si trovano queste prove, il diario e il rullino?.
Ora finir di raccontare fino a dove credo di ricordare: Indecisi sul
da farsi con quelle prove raccolte violando la legge, decidiamo infine di
lasciarle nel bosco cosicch qualche poliziotto le trovasse per caso e
risolvesse la faccenda senza che nessuno dei nostri nomi uscisse alla luce del
sole. Cos andiamo nel bosco, ripercorriamo tutta la strada. A un certo punto ci
fermiamo a bere dell'acqua che aveva portato Jason in uno zainetto.
Eric improvvisamente si ferma e getta lo sguardo nel vuoto. Cerca
qualcosa da focalizzare, un ricordo perduto. Lo cerca nell'aria della camera da
Si pu fumare qui?
Wide dal fondo della cucina, accanto al tavolo, mi risponde.Finch
non c' mia moglie, s. Quando mi avvicino di pi scopro un volto serio e
preoccupato.
Dove andata?. Domando.
Chi?.
Tua moglie.
Non lo so, uscita. Ha lasciato il caff per te, prendi. Accendo la
sigaretta e verso il caff in una grossa tazza bianca. Il fumo di sigaretta si
unisce al vapore del caff.
Arrivo al dunque, che quello che vuole sentire Wide. Tuo figlio
conferma di aver visto i negativi di quelle foto e di aver letto il diario di Irina
Callaway. Le sue accuse nei confronti di Irina sono molto gravi, Billy.
Del tipo?.
Eric giura che in quelle foto si vede chiaramente Irina che uccide
Sofia con un arma contundente, forse un martello o un pezzo di legno.
Billy si porta le mani alla bocca spalancata e aggrotta la fronte, lascio
che metabolizza poi ricomincio. Non riesco a capire il movente. Perch Irina
deve aver fatto una cosa del genere?.
Non lo so, Shown. Mi sembra di girare a vuoto in un vortice
d'orrore. Credi che Irina sia la causa anche di tutte le altre sparizioni?.
Se vero quello che tu figlio dice di aver visto, penso che Irina
Callaway fosse in qualche modo connessa con tutte le sparizioni. Tuttavia non
credo sia la principale artefice di tutto questo, se no non si spiegherebbe il suo
senso di colpa, la scritta lasciata sul vetro, il fatto che Martin e Jason siano
comunque scomparsi dopo la morte di Irina e che lei non avesse alcun
movente per uccidere Sofia. Certamente faceva parte di un gioco molto pi
grande, ma non lei che comanda tutto questo. Ne sono certo.
Cosa farai adesso?.
Oggi vado al bosco. Voglio sapere cosa successo e trovare delle
tracce o magari lo zainetto con dentro le prove sempre che non l'abbia trovato
e preso il vero stronzo che sta macchinando tutto questo.
Vengo con te nel bosco, posso esserti...
No, Billy. Tu devi rimanere con Eric e tua moglie, un momento
difficile. Stai accanto a loro.
Episodio sei
casa mia. Mi facevano tenere in cantina alcuni loro strani oggetti, penso cose
che preferivano non fare vedere alle loro famiglie.
Posso vederli?.
Quando li arrestarono scoprirono, durante le indagini, che avevano
un collegamento con me. Cos un giorno, si sono presentati con un mandato e
hanno arruffato tutto.
Ascolto il camino che scoppietta e mi incanto a guardarlo mentre Sam
continua a bere dalla bottiglia.
Cos' Carachura?.
Alla domanda il vecchio Sam per poco non si strozza con il whiskey.
Amico, credo che tu stia facendo troppe domande, se cerchi simili
risposte devi andare a trovare Jeremy al manicomio di massima sicurezza a
Stonehill.
Non era nel carcere di Dodge City?.
Da quel che so poco tempo fa l'hanno trasferito.
Dove?.
Al manicomio di Chesterfield a Stonehill.
Episodio sette
E'
mente viene assalita dal ricordo di quella luce scarlatta che proveniva dal nero
abisso del cielo. Si apriva dalle profondit pi oscure del cosmo sopra di me
oltre i fitti rami del bosco. Mi alzo di scatto con quell'immagine. Il camino,
quasi di fronte a dove sono sdraiato, spento, ma il calore di alcune braci
sotto la cenere mi arriva al volto. Un silenzio indescrivibile mi paralizza per
un istante, poi appoggio nuovamente il collo rigido madido di sudore sul
cuscino del divano rimanendo fino all'alba con gli occhi spalancati e offuscati
da mille pensieri.
Avverto in profondit alcuni rumori che associo ai topi o a qualche
animale di campagna. Per la prima volta nella mia vita inizio a dar forza a
qualcosa di surreale, la mia mente si ribella alla razionalit e la sento
silenziosamente addentrarsi in strade perdute, buie e nefaste. Ragiono. E la
paura, di cui sto soffrendo questa notte, non posso attribuirla a qualcosa di
reale e conoscibile, una paura molto pi feroce e sotterranea, innominabile e
non conoscibile.
Alla mattina presto Sam mi vede gi in piedi e con l'impermeabile
abbottonato. Sam, ti ho aspettato per poterti ringraziare dell'accoglienza, ma
ora devo proprio andare.
Sam rimane per lontano, a met via tra l'ombra del corridoio e la
luce della lampada accesa. Risponde con un tono stanco e rauco, non sembra
neppure la stessa voce della sera precedente. Son contento che possa partire
cos presto, detective. Ho molte cose da sbrigare oggi, e speravo di non aver
alcun ospite a farmi compagnia. Magari sembro scortese, ma la verit.
Nessun problema, Sam. Molte volte sono senza scrupoli anch'io
nell'esporre una mia opinione, forse per questo che non ho molti amici.
Prima di voltarmi verso la porta noto uno strano riflesso nel buio del
corridoio, un riflesso incandescente che sfavilla a mezz'aria, circa all'altezza
degli occhi del vecchio ancora coperto dall'ombra della casa. Probabilmente
il riflesso della lampada su i suoi occhi. Esco dalla casa e mi trovo di fronte a
una campagna abbattuta dalla tempesta: lunghissimi tratti di fango e acqua
rispecchiano i rami secchi degli alberi spogli e, nonostante il vento tagliente,
le foglie non volteggiano per i campi aridi, ma rimangono stampate sul
cireneo terreno.
Lasciare quella casa alle mie spalle mi rigenera ad ogni passo, non ne
conosco il motivo. Raggiungo a piedi un locale che si trova sulla prima strada
oltre la campagna, l'insegna dice Hart - tavola fredda. Quando entro
acquisto un pacchetto di sigarette e, dopo aver bevuto due tazze grandi di
caff, alzo la cornetta del telefono sulla parete accanto al bagno. Chiamo
Kooper in centrale.
Risponde al segretaria dell'ufficio che qualche istante dopo mi passa
Kooper sull'altra linea. Dove cazzo sei finito, Shown?. Questo il
buongiorno di Kooper.
Ti ho chiamato per dirti che oggi vado a Stonehill a far visita a
Jeremy Daughtry, devo fargli personalmente alcune domande su quello che
accaduto nel 1992..
Non ti servir a niente, Shown. Quello un matto ti riempir le
orecchie di stronzate.
Non pi di quanto lo fa la gente di Mason Creek.
C' un brevissimo silenzio poi Kooper cambia discorso. Oggi arriva
una squadra di agenti da Dodge City, lo sceriffo Tyalor ci ha spedito i suoi
ragazzi per aiutarci a trovare quei due poveretti che sono scomparsi.
Ricominciamo dal bosco.
Ho parlato con Eric, non so se Wide ti ha detto qualcosa.
E' stato molto vago specificando che suo figlio ancora sotto choc e
fuori di s.
Credo che Wide, da bravo padre quale dimostra di essere, stia cercando di
difendere suo figlio e di perdere tempo nascondendosi dietro ai vaneggiamenti
di suo figlio definendoli non credibili. Rifletto se dire o meno ci che mi ha
raccontato Eric a Kooper. Kooper, Eric afferma che Irina ha ucciso Sofia nel
bosco. L'ha letto nel suo diario.
Sono accuse molto forti, dobbiamo avere delle prove Shown, lo sai
benissimo!.
Le avrai. Metto gi la cornetta del telefono e l'istinto di dare un
forte pugno contro la parete del locale mi invade il corpo gonfiandomi le vene
di rabbia.
Il taxi mi porta fino all'imponente struttura ospedaliera. Il manicomio
di Chesterfield si erge maestoso e grigio sulla citt a qualche miglio da
Stonehill.
Quando, accompagnato da un'infermiera, raggiungo l'ufficio del
primario del manicomio, rimango sorpreso alla vista di una graziosa donna
seduta dietro la pesante scrivania riempita di scartoffie.
Lei chi ?. Mi domanda abbastanza asciutta.
L'infermiera alle mie spalle esce dall'ufficio chiudendo delicatamente
la porta.
Sono il detective Shown, della squadra omicidi. Sto lavorando al
caso dei ragazzi scomparsi a Mason Creek e desidererei parlare con....
...con Jeremy Daughtry. Mi interrompe e finisce per me la frase,
una cosa che in genere non sopporto, ma quella donna lo fa in maniera cos
raffinata e audace che non mi assale alcun nervoso. Cos lei continua. Ogni
tanto si presenta un detective o un giornalista che chiede di Jeremy, lei
l'ultimo di questi a quanto a pare. Fa una brevissima pausa durante la quale
alzo lo sguardo per studiarmi. Tuttavia tutti escono da qui insoddisfatti,
capiscono che quell'uomo matto e che ci che dice non pu che confermare
il suo grave stato di salute mentale e il motivo del suo ricovero in questa
struttura. E' solo tempo perso detective.
Sar, Dottoressa Ellison, ma questo quello che devo fare. Mi
accompagna alla cella?.
Da vera donna di potere non mi concede certo la soddisfazione di
domandarmi come abbia fatto a scoprire il suo cognome, dal momento che sul
vetro della porta c' ancora stampato il nome vecchio primario: Dr. Crugher.
Cos si alza dalla scrivania afferrando un mazzo di chiavi. D'accordo,
andiamo.
Mentre i nostri passi risuonano negli altri e nei corridoi dormienti,
cerco di scoprire qualche dettaglio in pi sul posto. So che il vecchio
primario ricercato dalla polizia, cosa ha fatto?.
Episodio otto
luce fredda della lampadina illumina in parte la stanza in cui mi trovo. Sul
fondo la parete ricoperta di formule matematiche e bizzarri disegni. Mentre
l'uomo che cerco rimane seduto alla mia sinistra, con la schiena appoggiata al
muro. Non una brutta cella, e nel disordine c' qualcosa di schematico ed
ordinato.
Se sta notando il disordine intorno a lei, detective, dovr
comprendere che per entropia ogni cosa destinata al caos. La voce e molto
sottile e sibila nell'aria attraversando lo spazio semibuio fino alle mie
orecchie.
L'uomo barbuto e calvo non muove un muscolo e mantiene lo sguardo
verso il pavimento. Se ne sta seduto a terra a gambe incrociate e le braccia
l'una sull'altra. Dall'alto lo guardo e cerco di cogliere una prima impressione,
freddo e non mi trasmette nulla. Almeno finch non alza il volto e finalmente
non vedo lo specchio della sua anima, due occhi dalla pupille grigio-azzurre
che penetrano il vuoto.
Lei Jeremy Daughtry?.
L'uomo non risponde subito, cercando di dare a s stesso una certa
importanza nel farsi attendere. Non crede, detective, che la risposta a questa
domanda sia alquanto ovvia e banale, dal momento che la dottoressa Ellison
l'ha accompagnata da me, in quanto lei cercava questo preciso nome?.
Io sono il detective....
Un sibilo profondo di disapprovazione taglia la cella in due. Non
voglio sapere il suo nome, il tutto insieme di particelle di materia con
precise propriet distinte, ma non l'una pi importante dell'altra. Lei un
uomo, nulla di pi. La mia mente non vuole conoscere il suo nome perch la
Lui chi ?.
Lo sguardo di Daughtry comincia a vacillare, come colto da
terrificanti ricordi. Il Lord, detective. Il Lord trov un modo per contattarci
nonostante le leggi fisiche lo impedissero.
A quelle rivelazioni mi rendono frastornato e confuso. Non riesco a
credere che uno scienziato mi stia parlando in quel modo. Tuttavia c'
qualcosa nella sua voce che rende il tutto dannatamente vero. Pur sapendo che
ho davanti solamente un pazzo, nella mia mente si scalda l'idea che in quelle
parole ci sia del vero.
Il Lord ci parl per notti intere. Ci raccont di Carachura e del suo
paese. Della morte del suo popolo e di una imminente guerra nel suo mondo.
Ci chiese di offrire a Lui i nostri figli, non ne comprendemmo il vero motivo o
scopo, non sembrava atteggiarsi da divinit, eppure ci stava domandando di
compiere un sacrifico di sangue.
Un silenzio mortale copre la cella di un velo simile a un sudario
mentre la luce, della lampada sopra di noi, vacilla e lampeggia.
Cos avete ucciso i vostri figli?.
No! Eravamo tutti e tre inorriditi all'idea e terrorizzati da una simile
mostruosit. Quello era un demone di un abisso, un male feroce. Lo capimmo
troppo tardi. Nonostante ci Robert fu pi debole di noi e cadde nella
tentazione di quel demonio. Poich il Lord lasci cadere una maschera
completamente bianca, di un tessuto particolarissimo. Quella maschera,
detective, una volta indossata, conferisce un grandissimo potere. Pu farti
entrare nei sogni pi celati d'ogni persona e, in qualche modo, sussurrarle
all'orecchio dell'incoscienza un pensiero. Il Lord chiese a Robert di usare la
maschera per entrare nei nostri sogni e ordinarci di portare al bosco i nostri
figli e.... Si ferma per il forte nodo alla gola, poi riprende a fatica. Non
eravamo coscienti di ci che stavamo per fare. Io mi sono risvegliato
ritrovandomi con la luce delle torce dei poliziotti puntate contro la faccia e poi
il resto. Solo dopo scoprii ci che era accaduto, ma solo perch Robert, su
comando del Lord, ci fece ricordare e provare rimorso. Qualche giorno dopo
Campbell si tagli le vene con un ferro che sporgeva dalla struttura in ferro
del suo letto in cella.
Dov' finito Robert adesso?
Non lo so, io non l'ho mai pi visto.
Episodio nove
ha detto nulla di diverso, sempre la solita filastrocca che recita. Una volta
era sicuramente un grande scienziato, ma tutto quello studio l'ha reso
certamente folle.
In realt non mi accorgo nemmeno che sta parlando con me. La mia
mente naviga ora in altre acque, quelle acque scure e torbide della follia. Il
mio cervello ha registrato tutta la conversazione avvenuta con Daughtry, ogni
singola parola entrata in memoria. Ed ora sento nella mia anima lo scontro
titanico tra ordine e caos, tra ragione e follia.
Il Lord. Quel nome evoca a pensarci un sinistro senso di impotenza di
fronte alla grandezza. Il Lord. Qualcosa scuote le mie interiora mentre
un'infermiera giunge dall'angolo del corridoio fermandosi davanti a noi. E'
una donna di colore e in evidente sovrappeso. Quella breve corsa dalla
reception fino a noi l'aveva stancata. Dottoressa Ellison, c' una chiamata
urgente per il detective.
Passamela nel mio ufficio. Grazie Kate. Poi la Dottoressa Ellison
passa lo sguardo su di me. Torniamo all'ufficio, detective. Sembra che
qualcuno abbia urgente bisogno di lei. Le sfugge un breve sorriso prima di
voltarsi ed incamminarsi di nuovo verso l'interno della struttura.
Il telefono sopra la scrivania. La cornetta rivolta verso il basso
appoggiata sopra alcune cartelle gialle.
Detective Shown, chi parla?.
Sono Kooper! Shown devi assolutamente tornare a Mason Creek,
Wide ha bisogno di te. Hanno appena caricato in ambulanza suo figlio Eric, lo
stanno portando d'urgenza all'ospedale.
Cazzo! Cos' successo?.
No, non era del tutto cosciente. Vaneggiava. Ma nelle sue parole
ridotte incomprensibili ho capito cosa aveva sognato quella notte e di chi
stava parlando.
Di quel demone senza volto, esatto?.
Wide getta la sigaretta nel portacenere e rimane in silenzio.
Wide mi dispiace per quello che successo a tuo figlio, ma chiaro
che quella presenza ha bisbigliato qualcosa al suo orecchio durante il sonno
che gli ha fatto prendere la stessa decisione a cui era arrivata Irina per i sensi
di colpa.
Non mi dirai ora che credi allo Slender?.
Non rispondo. Cos Wide cambia argomento. Tu dove sei stato?
Dove hai passato la notte?.
Sono andato nel bosco e ho trovato una traccia di sangue in quel
punto che mi avevi indicato, quello dove gli scienziati hanno aperto il portale.
Ho preso un tampone, domani mattina lo faccio subito analizzare, credo si di
Sofia Monroe.
Aspetta un momento! Quali scienziati? Quale portale?.
La mattina seguente sono andato al Manicomio di Chesterfield a
Stonehill. Ho incontrato Jeremy Daughtry. Mi ha raccontato un po' quello che
successo e, dalla sua versione della storia, non sembrano affatto satanisti. E'
tutto cos chiaro e confuso allo stesso tempo....
Ti ha parlato di un portale?.
Nel '92 tentarono di capire i meccanismi di un universo parallelo
venuto a contatto con il nostro attraverso delle dimensioni extra le ha
chiamate.
Sono teorie interessanti, ma sicuramente fantasie di un folle
satanista. Dove hai passato la notte?.
Inizi a piovere forte, un grosso temporale. Ho trovato riparo in un
casolare abitato, subito oltre il bosco.
Wide mi guarda subito strano. Aggrotta la fronte e mi interrompe.
Impossibile!.
Cosa?.
Sei sicuro che era abitato e che era nelle campagne intorno al
bosco?.
Pi che sicuro, Billy. Qual' il problema?.
Quelle zone sono disabitate dalla met del 1993, dopo i fatti dei
satanisti. La gente in quelle zone venuta tutta a vivere in citt o si stabilita
a Dodge City. Ti ricordi i nomi dei proprietari?.
Era solo un signore anziano di nome Sam. Sam Hartigan. Ti dice
qualcosa?.
Lo sguardo di Wide sempre pi perplesso e sconcertato e non ne
capisco il motivo.
L ci abitava il nonno di Jason, dalla parte di madre.
Come sarebbe a dire ci abitava?.
Shown, Sam Hartigan morto tanti anni fa. Ti assicuro che in quella
zona non ci abita pi nessuno.
Mentre mi dice questo il mio cervello elabora una strana associazione,
un'illuminazione improvvisa, forse stimolata dall'arrivo di un fulmine che
spacca in due il cielo prima completamente buio e nero. Mi torna alla mente il
volto della fotografia nell'ufficio della Dottoressa Ellison. Ora i pezzi pi
grandi del puzzle mi stanno cadendo dritti sulle braccia, ma ancora non riesco
a collegarli.
Billy mi guarda attentamente, mentre sono avvolto dai miei corrosivi pensieri.
Cosa ti sta frullando per la testa, Shown?.
Ho scoperto alcune cose che non sapevo, Billy. Ed anche se ora non
ha ancora alcun senso, sento che lo avr presto.
Episodio dieci
S, nel bosco abbiamo letto tutto il diario di Irina. Solo ora ricordo.
Quel demone ha risvegliato in me le terribili immagini di ci che ho fatto, ma
assieme ad esse anche ricordi importanti. Irina doveva incontrare una
persona.
Chi?.
Non c'era scritto il nome. Solo il luogo e che quella persona
l'avrebbe aiutata a smettere di sognare l'uomo senza volto.
Qual' il posto, Eric?.
Ti prego, detective Shown, non dica ci che ho fatto alla mia povera
mamma! La prego! Non dica nulla al mio pap!.
Qual' il posto, Eric?.
Mi faccia questa promessa, la prego!.
Qual' il posto, Eric?.
Episodio undici
E'
sul manto grigio dell'asfalto. Ci sono cose, nel piano di universo in cui
viviamo, che non potremmo mai comprendere fino in fondo.
Detto da te suona strano.
Io non credo, io penso e mi adeguo alla realt. Credo che ci sia una
spiegazione, seppur bizzarra e quasi inaccettabile per l'intelletto, a quello che
voi chiamate Slender o demone che appare nei sogni.
La conversazione termina l. Non diciamo nulla fino all'ospedale. Gli
urli che sentiamo provenire dall'interno sono quelli della moglie di Wide. Gli
infermieri stanno cercando di calmarla. Kooper si ferma al primo piano a
discutere col primario, mentre io trovo Wide in piedi davanti al letto vuoto di
suo figlio Eric.
E' scomparso un'altra volta e per un'altra volta io non mi sono
dimostrato un padre attento. Mi aveva certamente sentito entrare e in qualche
modo aveva capito che ero io. Rimango in silenzio, mentre lui, ancora voltato
di schiena, continua a parlare a voce bassa. Son rimasto accanto a lui tutta la
mattina. Poi sono uscito e ho telefonato a mia moglie. Era andata a prendere a
casa alcun cose per Eric. Quando sono tornato non c'era pi.
Questa volta Wide, sembrerebbe che tuo figlio sia intenzionalmente
uscito da qua. Aspettava solo che tu ti allontanassi un attimo dalla stanza.
Finalmente si gira verso di me. Ma dov' ora?.
Credo di sapere dove ha deciso di andare.
Billy Wide sgrana improvvisamente gli occhi. Come fai a saperlo?.
Intuizione. Rispondo, dopo qualche secondo aggiungo. Dobbiamo
andare in quella casa, Wide, con o senza mandato.
Perch?.
Irina Callaway doveva incontrare una persona in grado di aiutarla a
scacciare quel demone dei sogni che sembra la costringesse a fare cose molto
cattive. Eric ha letto il diario di Irina e credo abbia abbracciato questa minima
possibilit di salvezza. Ormai devi ammettere a te stesso che stato tuo figlio
Eric a far sparire nel bosco i due ragazzi. Sostengo per che sia tutto, in
qualche modo, una trappola. Non c' salvezza, ma soltanto un mostro che ti
attende alla fine dell'incubo.
Wide abbassa la testa in segno di rassegnazione. Singhiozza
illuminato solamente dai monitor affissi accanto al letto. Mi fido di te,
Shown. Andiamo.
Episodio dodici
Niente da fare. Non ho idea della mia posizione. Cerco le sigarette nella tasca
e mi rendo conto di aver perduto pure quelle. Fortunatamente ritrovo
l'accendino con il quale riesco a farmi strada tra i fitti rami del bosco. Seguo il
suono del fiume sapendo che, per tornare verso il luogo del sacrificio, devo
tenermi alla sua sinistra.
In questo modo raggiungo Wide. La scena mi frantuma l'anima in
mille pezzi. Billy tiene stretto suo figlio incosciente tra le mani cercando di
tenerlo al caldo. Mi avvicino di corsa. Tasto il polso del ragazzo. E' ancora
vivo, ma ha un respiro irregolare. Forse entrato in coma! Dobbiamo
portarlo subito all'ospedale, Billy!.
Wide in lacrime e sembra non reagire alla situazione, cos gli faccio
capire l'urgenza e l'importanza del fattore tempo. Facciamo in questo modo:
io cerco di raggiungere il pi velocemente possibile la casa di Crugher, l c'
un telefono. Chiamo l'ambulanza! Tu stai qui col ragazzo!.
Non li lascio nemmeno il tempo di rispondere che il mio copro gi
corre tra i rami fitti del bosco, verso l'aperta campagna.
Raggiungo il retro della villa ed entro dalla finestra senza inferiate.
Quando sono dentro trovo il telefono e chiamo l'ospedale di Mason Creek. La
seconda chiamata la faccio alla centrale di polizia. Spiego brevemente
l'accaduto e faccio mandare da Kooper una squadra al bosco e un'altra alla
villa. Non ho pi forze quando riaggancio la cornetta e faccio scivolare la
schiena lungo la parete muro fino a sedermi a terra. Penso a Wide da solo col
figlio privo di coscienza nel bosco. Penso a Crugher e a tutte quelle parole. Ci
avrei riflettuto in un altro momento, ora sono senza energie. Lascio che il buio
entri dentro di me, chiudo per un po' gli occhi finch la squadra mandata da
Kooper non mi trova.
Mi risveglio in ospedale su di un letto scomodissimo e il bip del
battito cardiaco sul monitor.
La vista sfuocata riconosce Wide a lato del letto. Ha due cerotti
bianchi sulla fronte. Mi guarda d'istinto la mano sinistra: ingessata fino al
gomito.
Come sta Eric?. Chiedo immediatamente.
Dall'espressione capisco la risposta, ma lascio che si Wide a dirmelo.
E' in coma e i medici dicono di non sapere quando si risveglier. Mi resta
solo da pregare, Shown.
Non perdere le speranze, Billy. Pensa sempre che tuo figlio l'unico
ad essere tornato indietro. Molte famiglie qui a Mason Creek ancora aspettano
di riabbracciare il loro figlio perduto, che non torner mai tra le loro braccia.
Credo di averli fatto ritrovare un briciolo di positivit con quelle
parole, cos lui mi risponde. Grazie Jersey, senza di te non avrei nemmeno
pi rivisto Eric. Ora torno da lui.
Wide si volta allora di spalle e raggiunge la porta. Prima di vederlo
scomparire nel corridoio lo chiamo. Wide!. Lui si volta e mi da attenzione.
Non ho mai capito perch Kooper ha chiamato un detective della
Squadra Omicidi, dal momento che si trattava solamente di persone
scomparse.
Mi accorgo che stiamo rallentando solo quando il fischio ferroso dei
freni mi penetra pungente nei timpani. Cos mi sveglio e ricordo di essere in
treno. Le gocce di pioggia rigano il vetro sporco e appannato sul quale mi ero
assopito. Osservo il mio volto quarantenne riflesso sul finestrino e penso a
quelle formose occhiaie che sporgono nere sotto gli occhi.
Il treno si sta fermando alla stazione di Mason Creek, una piccola citt
di pianura ad est, circondata perlopi da un fitta linea di pioppi, salici e querce
che sorgono sulle sponde del torrente. Il fiume si affianca alla periferia
separandola dall'aperta campagna. Un luogo isolato e teatro di numerosi
incidenti, dieci anni fa ero stato chiamato a seguire i passi di un giovane ed
inesperto detective su un caso di omicidio passionale. Detective, gi, al
pensiero la mia mano raggiunge l'acciaio freddo del cane della Smith &
Wesson nella fondina e il bordo in pelle del distintivo dell'FBI appeso alla
cintura.
Il treno si ferma e penso a quello stronzo di Ed Green, tenente capo
della unit omicidi dell'FBI e all'incarico che dodici ore fa mi ha affidato a
proposito della ragazza trovata morta proprio in quel bosco vicino al fiume.
Sofia Monroe, diciassette anni, capelli corti e occhi neri, alta
all'incirca un metro e settanta, dalla foto recente, che ora mi accorgo di tenere
tra le mani gelide, noto nel suo volto l'espressione ribelle di un'adolescente
avventurosa e in cerca di nuove esperienze. Sofia Monroe, scomparsa quattro
giorni fa, secondo gli inquirenti tra le sette del pomeriggio e mezzanotte.
Trovata morta la mattina scorsa. Il corpo era seminudo e crocifisso ad un
tronco d'albero. E' gi caso nazionale.
Il necromante Parte 3
-Fine-