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Dispensa di pratiche ludiche - numero X/h - autunno 2614 (2002) Donne e Ragazzi ee © L’assoluta necessita dell’altro © Luisa Muraro: ripartiamo dalla differenza © II dialogo: incontro al mondo © Una relazione creativa © II dialogo secondo Carla Lonzi © Ma chi aiuta i genitori? Parlo e ascolto come un Budda > Daisaku Ikeda: la via del dominio di sé © Cittadini del mondo con una coscienza di pace 9 I principi del Buddismo: le otto sofferenze © La saggezza del Sutra del Loto SPIRITUALITA AL FEMMINILE ottava parte L'ASSOLUTA NECESSITA DELL'ALTRO pi ROBERTO MINGANTI nelf'insegnamento buddista, non @ un semplice porsi di fronte a un‘altea persona ¢ comu- in realed una delle manifestazioni del vincolo di inseparabilira che unisce tutti gli esseti viventi, senzienti e non senzienti, Ci troviamo di fronte a ua “umanesimo cosmico” che diventa “eti- ca della simbiosi” come spiega Daisaleu Ikeda. ‘Nel Sutra del Loto questa prospettiva @ molco chiara: il corpo-mente individuale permea la Realed Universale, Sembra avvertire questa stess consapevolezza nei versi del poera indiano Tagoze: «Not- tec giomo nelle mie vene scorre lo stesso flusso vitale che attraversa il mondo intero intrecciando ritmiche danze... sono orgoglioso che il palpito vitale dei secoli danzi in questo momento nel mio sangues. ‘Non existe dunque lio in quanto tale, ma solo Fo del rapporto fondamentale io/tu... «Elo bisogno di un eu per divenire ~ spiegava Martin Buber ~ diventando io dico tu». Il problema dellalero da sé, cost importante per I'affermazione di untetica della simbiosi, é affrontato dal Buddismo nei termini ditnna impossibilita di definire Fo senza allo stesso tempo affermare Paltro, € con altro si intende il “totalmente” altro. Laltro diventa il motore stesso del nostro sviluppo. Nichiren Daishonin spiega- va questa intervelazione dicendo: «Quando ci si guarda in uno specchio ¢ ci si inchina in segno di rispetto, anche la nostra immagine riflessa si inchina verso di noi». Per un buddista non & cosi seon- tato dire fo sone: andare oltre Fillusione del pensiero dualista significa specchiarsi in quel laghetto dove Narciso si era bloccato fino a morite e trovarvi riflesso, insieme alla propria immagine, luni- verso intero, Ogni individuo é la ricapitolazione della vita di cucci gli altri esseri Tre buddista Ashoka, partendo da questa consapevolezza, in uno dei suoi editti auspicava la nasci- tadi una religiosita diversa, orientata verso il rispetto dellalero da sé: «Non siti superstiviosi, ma gen- tilezza e rispetto verso i servi e gli inferior, rispetto verso colozo che meritano rispetto, autocontrollo ¢ doleezza nel rapporto con le creature viventi. Questi, ¢ azioni virtuose di natura simile, sono in verita i rti che devono essere eseguiti dappertutton. Nell'altro scopriamo non soltanto un confine, qualcosa che non riusciamo a ricondusre nellam- bito in cui ci siamo relegati, ma — in modo pitt radicale — I'altro diventa lo stimolo e 'unieh di misura di un confionto incessante, grazie al quale costruiamo e realizziamo porenzialita di cui era- vamo inconsapevoli. Una volta messa da parte la dicoromia sé/altri, tra Meros, essere per sé, e agape, essere per gli alti, cade anche quella tra egoismo ¢ altruismo: limpresa del bodhisattva Fukyo che, nel Sutra del Loto, siinchinava di fronte a ogni essere vivente onorandolo come un Budda non é semplicemente altrui- stica, perché lui, lodando la Buddita delle altre persone contemporaneamente lodava la sua, valoriz~ zando gli altsi valorizzava se stesso. «Al fallimento degli altri nell’ottenere a Budditd — scrive Nichiten Daishonin - & il mio fallimento nell’ottenere la Buddita, ¢ Pottenimento della Buddits da parte degli altri il mio ottenimento del- Ja Buddicio ‘Nella concezione buddista il dialogo diventa quindi Pespressione dell’etica della simbiosi e nasce dal- la consapevolezza che gli altri esse viventi ~ che io lo voglia © no — sono parte integrante della vita che respiro, Possiamo imparare tante tecniche per trasformare i conifitti, piccoli o grandi che siano, ‘mia se manca questa consapevolezza non ci sata mai vera creativith relazionale, Daisaku Ikeda, nel saggio La via del dominio di sé, pubblicato su. questo numero di Buddismo e Socie- fia p. 38, mecte in evidenza come il conttollo di se stessi sia alla base di qualsiasirelazione tra indi- vidui o navioni: «Se siamo sufficientemente padroni di noi stessi— scrive ~ non ci sentiremo costret- ti a imporre i nostei valori agli altci e nemmeno a calpestaze i costumi ei valori a loro cari. I con- trollo di sé ci impedisce anche di cexcare di razionalizzare tutto in termini economici, ineuranti del- le condizioni, delle percezioni ¢ delle diversith degli alesi paesi, impedendoci cost di autoregolarci allignobile stregua di animali economiciv, Buddismo e Societi n*91 ~ meviapr 2002 INTERVISTA — LUISA MURARO, FILOSOFA RIPARTIAMO DALLA DIFFERENZA DI GIANNA MAZZINI E MARINA MARRAZZI I secolo defle donne: cosi Daisaku Ikeda — presidente della Soka Gakkai Intemazionale — ha a pill riprese definito il periodo storico iniziato con il 2001. Un’indicazione e un auspicio. Perché egli riconosce una qualita speciale al genere femminile: mettere al centro i valori della vita e dello spirito piuttosto che quelli delfesclusione e della forza, tradizionalmente legati alla psicologia maschile. “L’entrata in scena delle donne — ha scritto nella proposta di pace presentata all'Onu ’'anno scorso — avra una portata che andra al cuore della civilta umana, e si rivelera pid importante e vitale delfottenimento della parita legale ed economica”. Abbiamo chiesto a Luisa Muraro, filosofa del pensicro della differenza in Italia, di aiucarci ad approfondire in che cosa consista questa specifi cith del genere femminile, a partie dalla sua espe- senza, dai suoi studi, dalle sue riflessoni sulla differenza di genere e dalla pratica delle “relazio- ni politiche” con alte donne. Labbiamo incontrata a Milano, nella nuova sede del Circolo della Rosa insieme a Vita Cosentino, Clara Jourdan, Sara Gandini, Laura Colombo, Laura Modine, ‘Traudel Zatler, Laura Minguzzi, del geuppo della Libreria delle Donne. In certi casi le domande dell’intervista che segue sono estratte dai loro interven Si parla spesso di donne e pace, della capacita delle donne di dialogare: dove ei rtiene sta la principa- le differenza in questo tra una donna e un uomo? ‘Anche se so che di solito nelle inserviste ci si di del “le, noi diamoci del “tu’. Diaccordo. Dov, secondo te; Ja differenza principale tra i due geneti per quel che riguarda la pace e la capacita di dialogare? Vi risponderd per quello che ho capito fino- ta, lavorando con altre (le amiche di Diotima ¢ donne che sincontrano qui, in Libreria) 1a differenza principale tra un uomo e una donna nella capacitd di dialogare & nella rela ione della donna con la madre, relazione intesa nei due sensi: ogni donna é stata messa al mondo da un’altra donna ed & a sua volta potenzialmente madre di un‘altra. ‘Ta la bam- bina ¢ la madre si instaura una relazione che non & un compimenso. Mi spiego: una donna ¢ lasua bambina si patlano un linguaggio in cui, come dire, 2 presente la possibilita di unfaltra creavura il regalo di una bambola alla bambina dice questo, no? E lo speciale desi- derio di diventare nonna, da parte della madre di una figlia, forse continua a ditl. Nell'amore femminile della madre, c posto per gli alti, La differenza principale dunque sta nella relazione con la madre Il resto lo fala storia. La storia & sempre stata vista come una storia di dominio sulle donne, ima bisogna anche imparare a leggere, nella storia, la presenza di scelte femminili Per esempio, quella di sacrificare tante cose per dare cura ai bambini e alle bambine. Una scelta che ha umanizzato la societt. Infatti, le cure prolungare che ricevono le creature quando vengono al mondo le ricevono essen ialmente da donne, e queste cure prolungate trasmettono civilrh perché imprimono nelle prime esperienze di vita la presenza di qual- Cuno che ti vuol bene, che si rivolge a te per- sonalmente, qualcuno che ti ha caro e che ha bisogno di essere ricambiato, Dico “qualeu- no", parlo al maschile cio’, perché anche un uuomo pud imparare a essere madre, sebbene questa resti, storicamente, uxferedie’ femmi- nile. Il suo valore di civilth solo oggi — in Occidente, senza face confionti con alere cul- ture, che non saprei fare ~ si comincia a seo- ptire € apprezzare. Ma, come dice il popolo, meglio tardi che mai [a Attraverso quale storia personale sei arrivata a ppensare tutto quello che pensi? Quali sono stati gli snodi significativi? To ho la vita seandita di trenta in trenta anni. ‘Ora sono alla terza fase. La prima scansione, fino ai trenta anni, @ stata quella di forma- zione, una fase in cui le donne erano per me uun sottinteso indispensabile e importancissi- mo, cerano le sorelle, le amiche, ma crede- vo che una donna fosse destinata a entrare nel mondo degli uomini, ed era quello che jo stavo facendo. Poi c® stato ’incontzo con il ferminismo, ¢ quindi aleri trent’anni di vita “con” e “per” le donne. Per me stessa in sostanza, ma non come individuo fine a se stesso, bensi come una in relazione con altre ¢, indirettamente, altri, Da questo punto di vista, ero prepara- ta bene dalla vita in famiglia, una famiglia rnumerosa sotto Pautorita di una madre che lasciava noi pitt giovani giocare molto libe- ramente, purché si andasse @accordo (tanto che, per fare qualche bella liigata, ogni tan- to Gi voleva, si aspectava che lei uscisse di casa). Torno al femminismo: ero una pensa- trie senza idee e col femminismo ho trova- to un mare di idee. Mi spiego meglio: la mia formazione (mi sono laurcata in filosofia all! Universiti cattolica di Milano) mi aveva daco idee ma non la competenza simbolica di farle mie, questa me hanno data alece donne, con il femminismo. Prima ero un pensatore neutro in un corpo vivo femnmini- le, ora sone una pensatrice che riesce a met- tere in circalo le parole con il corpo vivo, i pensieri con Vesperienza. ‘Adesso, terza scansione, sto lavorando, con altre, per cercare di mettere questa ricchezza della politica delle donne, cosi come 'abbia- ‘mo scoperta ¢ incrementata, 2 disposizione di chi fa pensa diversamente 0 pensa altre cose, perché prenda forma un pensieto nuovo, nel- Jo scambio tra donne € uomini, Abbiamo bisogno di una pratica di relazione nella dif- ferenza, cio’ tra i due generi, alcrimenti si ripere la subordinazione delle donne agli uomini o, in alternativa, la separazione. Infat- ti le politiche di paritd non risolvono i pro- blemi che nascono dai rapporti donna/uomo. Bun tema (e pit che un tema, si tratta infat- ti di una svolta profonda) al quale, in Libre ria, lavoriamo da un certo tempo e al quale abbiamo dedicato un numero delle nostra tivisea, Via Dogana 56157, intitolaco “E gli uomini2” Ma molto resta da capire, discurete, inventare. Cosa intendi quando parli di “ricchezza della politica delle donne”? Un libro non mi basterebbe per rispondere, ima si pud dire molto anche in. poche righe. Penso alla scclta, fatta da molte, la maggio- ranza delle donne, di accordare i propri inte- ressi, professionali e materiali, con quelli delle persone care, all'amore fetnminile del- la bibertd che, per affermarsi, non ha fatto morti né guerre, penso alla competenza rela- zionale eal primato della relazione che noi ogi e altre prima di noi hanno praticato ¢ reorizzaro, Penso al nostro modo di intende- re la politica, come una convivenza che non si basa sui rapporti di forza e di potere (che ci sono € tendono a imporsi, negarlo sareb- be idealisimo, ma vanno visti come il falli- mento della politica) e anche al nostro modo di parlare e di scrivere di politica, a partite da noi e in concreto, Per prepararci a quest’incontro, ci hai indicato il tuo ultimo articolo pubblicato su Via Dogana dal titolo “Che cosa ci sta capitando?”. In que- to tuo lavoro, scritto dopo gli attentati alle Tor- ti Gemelle dell'11 settembre, dici, fra le altre cose, che «per molti stare nella maggioranza, stare con quelli che hanno il potere di decidere e Pagio di avere facilmente ragione, ® un modo di non sentirsi impotenti, di trovare le parole per sapere quello che capita e dargli un senso». Questo ci ha colpito. Ci puoi dire di pit? Mi capita spesso di ascolare quello che dicono donne e uomini che non hanno potere e che non sono incelletcuali di profes- sione, persone, dunque, che dipendono ‘molto, troppo, dai mass-media, per orien- tarsi. Sono colpita dalla fatica che fanno e dai molt ostacoli che incontrano, e anche se artivano a conclusioni con le quali non pos- s0 essere d'accordo (pet esempio, la diffi- denza o Fostlith per gli immigrati poveti), trovo ingiusto chiudere il discorso con urve- tichetta (come razzismno). Tutti abbiamo bisogno di dare un senso a quello che ci capita ¢ non @ per niente facile trovarlo in tun mondo come il nostro, spesso anzi que- sto senso non si trova da nessuna parte ¢ bisogna inventarlo, crearlo, To non so né pottei create il senso di cui han- no bisogno le maggioranze che finiscono per votare i demagoghi, esporre bandiere, credere alla propaganda di guerra, Non sono capace, € non cé nessuno capace di sapere qual ¢ la cosa che interpreta fedelmente quella doman- da, so solo che i ragionamenti non bastano, per quanto siano giusti. Penso che Ja cosa di cui bisogna rendersi capaci & ascoltare con le antenne il bisogno di senso, in qualsiasi maniera si esprima. Ascol- tare profondamente le richieste,farle risuona- re dentro di sé e ventare di radurle in parole accettabili, da offre agli interessat Come si faa dare parole adeguate? pes\ Prendiamo il caso della partecipazione popo- lare alla morte di Lady Diana Spencer: quella enorme commozione di massa a molti & apparsa un fenomeno di sentimentalismo deteriore, buono solo per essere sfrurtato dai fabbricanti di spettacoli (com’é sucesso). Ma alcune donne (per esempio Marta Lonzi, auttice di Diana, una femminista a Buckin- gham Palace) hanno cercato di leggere la veri- {8 psicologica e politica di quel fatto. Non si tratta di andare dietro ai fenomeni di massa, ma di cercare di ascoltare quello che ancora non ha trovato parole e, quindi, si manifesta in un modo qualsiasi o malamente. E cercare le parole che mancano. Bun lavoro che pud ridurti alla quasi solitu- dine. i sono cose che per trovarle resti in due tre. E sono le cose che aiuteranno migliaia, milioni di persone. Per trovare una risposta che non sia la morte, che non sia la guerra, non sia la distruzione o il patriortismo bieco, che non siano le masse nazificate che fanno Te sfilate, bisogna trova- te unfaltta strada, e per farlo si pud comin- ciare in due o tre. Senza perd viversi come “minoranza’ ¢ senza fare [a conta di cutti quelli o quelle che stanno dalla cua parte, ma restare alPascolto del comune modo di senti- re edi parlare. CC una formula di Margherita Porete (una scrttrie spirituale del sec. XIII, che ha paga- to con la vita l’audacia del suo pensiero) che ‘esprime felicemente quest’idea: l'anima libe- ta dice, ¢ “sola e comune”. A essere precisa, lei dice: «Sola con Dio», ma gui si entra in tuna dimensione per noi difficile da intende- te; ci basta sapere che si ratta, come dire, di una solitudine relazionale, in cui un altro & presente 6 pud esserlo. Dal tuo articolo emerge un altro punto cruciale, Per dare una risposta a «quello che capita — scti- vii sempre riferendoti al periodo immediatamen- te successivo all'L1 settembre — non posso man- tenere Pabico mentale di aver ragione, perché essenziale & ancora da pensare, e finora non C& nessuno che possa dire di avere ragione, se non quelli che sono morti o si spendono per salvare vite umanes. Che cosa intend dite? Nella nostra cultura e nella nostra formazi ne la veritd si guadagna dialetticamente, che ‘wol dire per affermazione e negazione, da cui la grande importanza della critica ¢ del confronto. Chi partecipa a questo processo, i va eon Vabito mentale di avere ragione, salvo scoprire che l'avversario ha ragione lui. Ma se [altro non parla? Se parla una lingua cnigmatica? Se quello che dice & deccato dal- ta paura? Questa @ la prima serie di obiezio- ni, alle quali si cerea di rispondere, nel cam- po scientifico, con la pratica del laborarorio (con tutte le riserve che suscitano certe pra- tiche scientifiche) e, nella vita sociale, con la democrazia: non la democrazia rappresenca- tiva, sia chiaro, che lascia i pit’ nel silenzio, ma quella che una di noi, Lia Cigarini, ha chiamato democrazia relazionale, Ma C& un altro tipo di obiezione. Da qualche anno in qua ('11 settembre & una daca emblematica per un processo gia in corso) ci manca il linguaggio necessatio a dire quello che ci capita. O, meglio, da qual- che anno in qua & spuntata la consapevolez- za che ci manca il linguaggio necessario, Di conseguenza, il classico abito mentale con cai si va al confronto con Paltto per Ia con- quisca della verith si riduce a essere il prete- sto per laffermazione di sé © del proprio ‘gruppo con i relativi interessi, quando non addiritcura una specie di esibizionismo, ivi compreso lesibizionismo tipicamente post- moderno di chi non crede nella possibilita del vero. Ma come si fa ad alimentare la fiducia nella possibilira di dire 0 ascoltare qualeosa di vero, senza quell’abico mentale delPavere ragione? Quale linguaggio mi aiu- teri a sapere come cosa giusta e sensata, © a saperlo con ogni evidenza, cio’ anche a sen- tite che Pessenziale, la cosa pith preziosa per ime, ® nelle mani delPalteo? Proprio qui sta il punto. Infarti dopo aggiungi: «Non diminuire di un etto quello che sai ¢ che sei, ma non cercare riconoscimenti,. Metterti anche tu a pensare altro con altri [...] ¢ attra- retso questo scambio con donne e uomini, che non pud escludere il conflitto, dare vita a un nuovo pensiero, nuovi desideri, nuovi abiti mentali, qualcosa che non sia la dimostrazione che avevo, avevamo ragione, ma utrintelligenza di quello che ci sta capitando e una risposta». Ora ti chiedo: come si fa a non diminuite di un etto quello che si sa ¢ si & ¢ nello stesso tempo apritsi alle prospettive altrui? In che modo que sta capacita ti deriva dall’esperienza della prati. a politica tra donne? To posso dire la sintesi di un lungo lavoro fat- to anche con altre: quando ho cominciato a fae politica nel senso classico della parola ho capito, ¢ cost era, che la politica veniva, € vie- na, intesa come “una macchina per far capita- re le cose”. Pensiamo a Genova durante il G8: da una parce e dall’altra della barvicata, tutto & seaco concepito e organizzato come una acchina per far capitare le cose. La grande partecipazione alla manifestazione di protesta nasceva da una moltepliciti di bisogni & intenti, fra cui quello di stare vicini e insieme ad altsio quello di anticipare simbolicamente untumanitd non divisa dagli egoismi. Ma la forma politica era data dall'intento di pro- durre un grande evento. mass-mediatico. TInsomma, la politica intesa come “machina bes\ per Far capitare le cose”. Con la pratica politica fra donne, io ho notato che le cose pit: feconde ed efficaci, quelle cio® che non si lasciano azzerate nello scontro fra potere ¢ contropotere, vengono con una politica intesa invece come un “intensificare le relazioni” pee rendere possi- bile altro. “Un altro mondo & possibile” (che 2 lo slogan dei no-global) mi & congeniale, con la sola differenza che altro mondo pos- sibile — io sostengo ~ & git qui, ma spesso imprigionato nella nostra poverta simbolica. Praticare la politica come un intensificare le mediazioni tra sé ¢ sé, ra sé le alte, era sé e [altro, portera a trovare le mediazioni necessarie, ¢ fark si che dal reale si sprigioni il di pits, quello che & possibile grazie al fat- to che c'é un’intensita delle mediazioni. Per- ché Ia politica si impoverisce quando le mediazioni sono di bassa intensits, quando sono meceaniche e, pepgio ancora, assicura- te dai rapporti di potere. Gli uomini polici- Gi hanno ormai questa pochezz umana dlipinca in faccia, che forse non cera in loro allinitio ma ha finito per instalarsi, di solito la gente la vede e si riteae con una vera propria ripugnanza ‘A questo tipo di mediazioni “intensificate” i riferisci quando parli di “scambio” da cui emer- gono nuove idee? Si, la qualita degli scambi ¢, dungue, la loro fecondits, & assicurata dalla ricchezza delle mediazioni, tutto quello che si attiva ¢ si inventa per rapportarsi all'altso. (Quando dico *Paluo" intendo tutto quello, cose, per- sone, sicuazioni, che si fa sentire da me come non-me, come non assimilabile a me ¢ al mio mondo.) Non c@ um metodo per far nascere nuove idee, io credo, ma una disposizione favorevole si, ed ® fondamentalmente, quella del bisogno in cui si é di idee quando si esce dda sé dai propri rifugi ci si trova in mezzo a cose che non si sanno, a situazioni che non si conoscono. Noi, abitanti della Terra, in questo momento, ci troviamo in questa con- dizione, ma bisogna diventarne pit forte- mente consapevoli, Se ci siano guide per questa dinamica, non so, ‘ma so che, per muoveisi nellignoto, ¢ impor- tante misurarsi con il giudizio di altre, altri cui riconosciamo autorita, Il presidente Clin ton era uno che, liberamente, senza comples- si, ascoltava 'autorits della sua compagna, ¢ questo ha fatto di lui, con tutti i suoi limici, un presidente migliore di quello che sarebbe stato di suo. La cosa che pitt emo del potere politico oggi (di fatto, il potere degli Usa) & Fuso continuo che si fa dei sondaggi per orientare l'azione politica: che la maggioran- xa elegga i governanti ha un senso, ma che possa orientarli, non ha senso, petché la mag- gioranza non dotata di autoriti. Pud rico nnoscere una buona scelta io ne sono convin- ta, ma dopo, non prima che sia fara, Parliamo di conflitti. Lincapacita a conflig- gerc in modo “costruttivo” & piuttosto diffu- sa. La difficolt& sta proprio nel mettersi in gioco sapendo anche che in quel conflitto, se ®un conflitto di parole, un conflitto di sen- 50, non viene uccisa lintegeita di una perso- na ma yengono trovate nuove mediazioni che rendano possibile qualcos'altro. C’e un modo per imparare a fare questo? Il gusto ¢ la capacic& di confliggere si basano sulla convinzione della fecondith del conflit- to, che non 2 mai tempo perso ¢ non ammazza nessuno, come voi giustamente dite. In proposito, c® solo una cosa che io so bene ¢ ciot che quando sono convinta di avere ragione ~ ¢ questo capita nelle relazio- ni politiche con donne come nella mia uni- versiti ~ devo trovare o creare un terreno ‘comune su cui ci si possa avventurare, e far- Jo vedere all'alero che altrimenti s'impaurisce € scappa, Per fare questa fatica di aprire un terreno comune, bisogna essere convinti, convinte della feconditk del conflitto. Non avere, dunque, come ideale € misura il per fetto accordo. Né immaginarsi che Valero abbia chissi che cosa da dirti, 0 viceversa, che tu hai chiss che cosa da dire alPalero. Ha da dirti qualcosa il vostro accettare i conflivto: che l'altro accetti di venire allo scontro. E una telazione di scambio anche questa ¢, in non pochi casi, pud essere 'uni- ca praticabile. Nella mia universith non ho mai eperto confliti di alto livello, perché ho preferito pensare che un giorno avrei avuro partita vinta, che un giorno Ia storia mi avrebbe dato ragione. Prefetivo pensare que- sto. E non ho aperto conflitti creativi. E quindi hanno prevalso i rapporti di forza. Anche il Buddismo dice cost: che il conflivo pud essere fecondo. Che si pud cambiare pun- to di vista a partire da questo tipo di “scam- bio”. Ma torno a chiederti: qual @ la specialica femminile nella costruzione di pace? Cosa ci rende diverse dagli uomini, anche i pitt capaci e disponibili? La grande differenza ferminile, da questo punto di vista, & che le donne hanno consape- voleza della differenza sessuale, Le donne non si vivono come “uomo universale” e per- cid vivono esi vivono in relzzione con gli alti, per essere se stesse. Il primum nella struttura dell’esperienza diventa cos} la “relazione”, cioe il primum & "C8 posto per azo”. Quesco posto per Paltro, in urvesperienza pes\ cos! structurata, non & fatto dalla buona volonta, non é altruismo, insomma; nasce da un'accetrata difettosita, di sé, Siamo un ‘Questo posto per l'altro nasce da un'accettata assunzione che c’t altro e che questo fa, anzi ha gia fatto, un buco dentro di te. Il sesso femminile & un sesso bucato. E un ses- 0 bucato, come la cruna dell'ago. La misogi- nia descrive questa “mancanza” come una cosa ortibilee invece & la quintessenza dell'u- manitd, la quintessenza del simbolico, I reale non é pieno, il reale & bucato da infi- nite possibilita (forse infinite no, ma innume- revoli, si) e queste parole hanno un senso pro- prio perché ci sono le parole (il simbolica). Cealero, Questo & quello che il fermminismo della dif- ferenza sostiene (non il femminismo rivendi- cativo che vuole riempire il buco). Il femmi- nismo della differen ~ cost come io lo leg- 0, Siintende ~ accetca questa cosa proprio er questo 8 capace di pensare una politica dove siarriva a quello che a te ha affascinaco, Gio’ non ad “avere ragione” ma a “essere in relazione con I’alero”, Fare scambio, I nostro maestro, Daisaku Ikeda, riconosce a tal punto il valore del genere femminile che ha dichiarato di voler rinascere donna nella prossi- ma vita... Bisogna che lo portiamo a voler rinascere uomo, per portare nella virilicd quel cam- biamento di cui ci sarebbe bisogno. Che cambiamento intendo? Non lo so, non pos- 0 dirlo io, dipender’ da lui e da aleri, Tut- tavia so che € bisogno di un cambiamenco del senso della virilitt, quando vedo che troppi uomini interpretano male il movi- mento femminile del tirarsi indietro: lo interpretano come un invito tivolro a loro perché si facciano avanti. E cosi capita che il posto yuoto creato da lei perché “altro” possa avvenice, viene riempito da questo quell'uomo. E invece no: perché altro possa avvenire quel vuoto serve, LUISA MURARO — FILOSOFA Sesta di undici figl, sei sorelle & cingue fratelli, Luisa Muraro & nata nel 1940 a Montecchi Maggiore (Vicenza). Si @ laurea ta in Filosofia all'Universita Cat~ tolica di Milano e Ni, su invito di Gustavo Bontadini, ha iniziato una carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Pas- sata a insegnare nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora nel Dipartimento di Filosofia dell'U: niversita di Verona. Legata al femminismo delle ori | suoi scritti gini, @ tra le fondatrici della 1998 dalla Guglieima e Maifreda (La Tarta- ruga, Milano 1985), L’ordine sim- bolico della madre (Editori Riuni- ti, Roma 1991), Lingua materna Libreria delle Donne di Milano (1975), che publica ta rivista trimestrale Vie Dogana e il foalio Sottosopra, ¢ detla Comu- ita filosofica Diotima (1984) che ha elaborato e diffuso it pensiero della differenza, fino a Fenderio realta imprescindibite della filosofia contemporanea. A lei si dove l'introduzione e la tra duzione In ttalia delopera e del pensiero i Luce Irigaray. Considerata una tra le maggiori filosofe contemporanee @ autrice dalla vasta e multiforme creativit’, a signora del gioco (Feltrinell, Milano 1976), Maglia 0 uncinetto (1981, ristampato nel scienza divina (D'Auria, Napoli 1995), La folla ne! cuore (Prati- che, Milano 2000), Le amiche di Dio (D'Auria, Napoli 2000. Con fa comunita filosofica Dioti ma ha pubbiicato sel volumi col- lettanei: 1! pensiero della diffe renza sessuale, La Tartaruga, 1987, Mettere al mondo il mondo, La Tartaruga, 1988, Il cielo stella to dentro di noi, La Tartaruga, Oltre 'uguaglianza: Le radici femminili deli‘autorita, Liguori, Napoli 1994, I profumo della maestra, Liguori, Napoli 1999 e Approfittare del'assenza, Liguo- fi, Napoli 2002 (in stampa). E diventata madre nel 1966 @ nonna nel 1997. Manifesto-libri), Busddismo e Societa n"91 ~ marfapr 2002 IL DIALOGO DIALOGARE ¢ difficile. Perché non lo sappiamo fare e perché non sappiamo a quali risorse interiori fare appello quando vogliamo comunicare con gli altri. E pid facile fare da soli, 0 litigare, o dare ordini, o obbligare, o convincere, 0 chinare la testa ¢ obbedire. Dialogare significa sempre cambiare qualcosa di se stessi, avere il coraggio ¢ l’umilta di sentire la necessita degli altri. E fare il primo passo, varcare una distanza, riconoscere l’altro o Valtra nella loro irriducibile dignita e alterita, Per incontrarsi, comprendersi. E dar luogo a quella relazione creativa, fondata sul rispetto assoluto della natura di Budda di ogni essere umano, in cui la vita ¢ libera e ogni persona é pienamente soddisfatta, “felice e a proprio agio” Incontro al mondo DAISAKU Ci vuole desidero, profonda comprensione, Fispetto e amore per fa vita. Daisaku Ikeda, mettendo totalment U punto ai vista doltafilosofia umanistica buddista ehe pone sullo stesso plano ‘ogni persona, ha Incontrato capi ci Stato ‘ed esponent! dela cultura «il numerose nazieni ‘del mondo, instaurando ‘con ognuno di foro un profonde legame di fiducla @ di amiciata, Come ha fatto? Osserviamolo aitopera.. 1B Chi & buddista dialoga perché & un Bodhisacrva della Terra. Uno di quelli a cui Shakyamuni, il Budda storico, affida il compito di coscruire una societd pacifica nell Ultimo giomo della Legge, cio’ oggi. Il Sutra del Loto li descrive aucorevoli, imponenti, forti e coraggiosi. «Quando Joda la loro totale assenza di paura ~ serive Daisaku Ikeda ~ il sutra intende lodare la loro capacith di impegnarsi nel superace ogni barriera discriminante, coinvolgendo- sinel dialogo senza esitare. Un portano avanti adattandosi, di volta in volta, agli stati d'animo calla situazione. Si Jmpegnano nel dialogo perché fermamente convinti che tutti gli esseri umani sono fondamentalmente eguali, che tutti possie- dono il potenziale dell Illuminazione. Per mettete in pratica questa posizione ho cercato di promuovere il dialogo tra le civil 1, incontrando individui di ogni continente, ho intrapreso discussioni — che spesso sono state pubblicate ~ con leader intelleeruali di divetsa estrazione religiosa, cristiani, musul mani, induisti, ebrei, ecc. Basandomi su qu sta pluriennale esperienza sono profonda- mente conscio delle possiblica di un dialogo aperto e dellimportanaa delle sue implica- zioni nella societk» (Proposta di pace 2000). IKEDA MAESTRO DI DIALOGO Aluove racconta: «Quando avevo trentacin- que o trentasei anni [nel 1965-66], determi- nai di creare legami di amicizia col mondo comunista e mi preparai di conseguenza. A quel tempo molki glapponesi consideravano i paesi comunisti alla stregua di nemici. A quarantanni {nel 1968] ho patrocinato la normalizzazione delle reazioni diplomatiche ura Cina e Giappone. E a quarantasei anni {nel 1974] ho visitato per la prima volta sia Ia Cina che 'Unione Sovietica. Exavamo allfapice della guerra fredda e anche le rela- ioni tra cinesi ¢ sovietici erano al livello pits basso mai raggiunto in precedenza, Tuttavia pensai: “Adesso che le cose vanno nel peg- giore dei modi, & il momento di aprite una vvia per la pace”. Attorno a me erano tutti for- temente-contrari allie [..] Da parte mia, hho daliberatamente sceto di cominciare con i luoghi che tichiedevano una sfida maggiore e da allora ho costruito una steada di amici- zia e fiducia percortendo il mondo in lungo e in largo» (Uf Nuovo Rinascimento, 0. 190), Quando incontsd il primo ministro russ0 Aleksei Kosygin, quest gli chiese quale fosse Ja sua ideologia: «La mia “leologia” — rispo- se Ikeda ~& promuovere la pace, la culeura e Teducazione: queste sono le radii dell'uma- nesimo». 1 dialoghi con Toynbee Daisaltu Heed considera lo storico inglese Arnold “Toynbee una delle influenze inrellereuali pits impor- anti della sua vita. Dal 1971 al 1974 i duc si sono incontrati pit: volte conducendo dialoghi di ampio respito, successivamente pubblicati con il titalo di Sceglere la vitae tradot: in ven lingue. Questecon- ‘ersizioni testimoniano la loro comune canvinzione cheil dialogo tra persone e culture differenti permet te di trovaresolurioni alle sfide che Tumanita i trova ad afftontare. Tkeda ricorda che & staro lo sesso “Toynbee che lo ha spinen a continuare questo pro- cess0 di dialogo superando i confini filosofici e ideo Jogici. «Non potra mai scordare —scrive Ikeda — unl cura osservazione che egli fece durante un nostto dia Jogo a Londra. Un notiziaro celevisivo aveva appena ‘portato, con grande enfasi, la visita in Inghilerra di un carto primo ministo di un altro paese. “Questo ‘evento non 2 alto che un fenomeno incidentale”, mi disse con un certo distacco “ma la nostra conversa~ zione, nonostante sia ina cosa semplice, ha lo scopo di esere utile alle generazioni future dell umanita Per amore del loro futuro, continuiamo dunque a parlare ea scambiare le nose opinioni’s. Ed stato Jo stesso Toynbee a suggerite a Ikeda una sere di per- sonaggi con i quali si arebbe dovuto incontrare nel cammino della costruzione della pace, Racconta il professor Masami Kita, diretwore delfstituto di culture comparate dell Universica Sola di Tokyo: «Ho accompagnato il presidente Tkeda in ventidue viaggi per la pace ¢ ho capito che ‘tutti questi dialoghi si sono sealizzati perché da parte i imeelocutori Cera il desiderio di incontarsi, {.--] presidente Tkeda quando incontra i suoi ospi- ti siapporta con loro allo stesso modo, non cambia il suo atteggiamento siadifionte al presidente di uno Stato si di fronte a una signora anziana incontrata per caso di fronte all’entrata di un albergo in India, Dialoga allo stesso mado con ogni essere mano, I senso del valore del dialogo tra gli esseri umani 2 indisteuttibile. Il punto di vista della filosofia uumanistica buddista ® quello di porte sullo stesso piano ogni persona. Penso che questo atcegpia- mento trasmetta in modo forte il pensiero della- imicizia ¢ del rispetto, Lex rettore dell’ Universicd thailandese Thammasat affermd: “In Thailandia ci relazioniamo alle altre persone considerandole migliori di noi in quanto murte possiedono la Budditd. Ho saputo che anche in Giappone esiste una persona con il nostro stesso pensiero: il presi- dente della Sci Daisaku Tkeda”», «La conosco molto bene» Lex presidente del Sud-AVtica Nelson Mandela e Ikeda si sono inconerati we volte. La prima volta Mandela era dirertore dell’African National Congress. eincontro ~ racconta il professor Kita — awenne a Tokyo, presso la sede del quotidiano Scilyo Shimbun, © Mandela disse al presidente Ikeda: “I know you well”, che lintesprete cradusse in giapponese: “Io conosco molto bene la vostra corganizazione”. Ma solo dopo capimmo che il “you” di Mandela si rferiva al presidente Ikeda. Era infartiaccaduto che un membro giapponese aveva regalato il libro di dialoghi tra Theda e Toynbee a un ricercatore afficano che viveva a Machida, nella petiferin di Tokyo. Questi una volta finito di legge- reillibro, lo aveva spedito a un poeta aftcano tift- giato negli Stati Uniti che a sua volta, dopo averlo Fetto, lo aveva inviato in carcere a Mandela, Per que- sta ragione Mandela aveva detto: “Io la conosco ‘molto bene”. In uno degli incontsi Mandela disse: “Exo sicuro di vincere contto Capartheid, ma non sapevo come agire dopo aver otenuto la vieoria, In quel momento il libro del presidente Ikeda mit ha dato un grande insegnamento di vita», Insieme per la pace Ikeda ha incontrato capi di Stato, esponenti della cultura € del mondo accademico, da André Malraux ad Aurelio Peccei, da Fidel Casto a Henry Kissinger, da Michail Gotbaciov a Zhou En Lai e Corazon Aquino, da Johan Galtung a Norman Cousins a Linus Pauling, al di la di ogni nazionalita, schieramento politico e ideologico. «Partecipando a questi eventi ~ continua ancora la preziosa testimonianza del professor Kita - ho trovaro la conferma del fatto che il pensiero ¢ la filosofia di Tkeda si stanno diffondendo nel mondo pitt di quanto possiamo immaginare. Non lo ho mai visto smentire i suoi ospiti, Nei dialoghi cerca sempre di mettere l'interlocutore a suo agio chiedendogli notizie della sua famiglia, della sua vita privata, costruendo un legame vera~ mente “umano”. Gli argomenti coccati nei dialo- ghi sono semplici, normali. Ma soprattutto il pre- sidente Ikeda si relaziona al?interlocutore con modestia, perché & consapevole che Pospite & un coprotagonista nell'impresa di espandere la soli- datieta per costruire la pace», Scrive a tale proposito, nel libro di dialoghi con Galtung, lo stesso Ikeda: «Le persone sono tanto diverse tra loro quanto sono numerose. Alcuni sono personaggi d’alto rango, come i capi di Stato; alcuni sono immensamente eruditi, altri enormemente ricchi. Ma come ogni altza perso- na, gli uomini di porere, i dott ei rieehi sono ine~ vitabilmente soggetti alle quattro sofferenze defi- nice dal Buddismo: nascia, vecchiaia, malattia morte. Nessuno le pud evitare: poiché in questo senso siamo cutti uguali, io cereo di ignorare 'a- spetto esteriore e di avvicinarmi a tutte le persone sulla base dell'umanie’ che ci accomuna». E lancia questo appello: «Sono assolutamente certo che se e persone di tutto il mondo si impogneran- no in un dialogo sincero, allo scopo di identificare tuna base comune di pensiero ¢ azione, e se si uni- ranno in una relazione ua eguali, nello sforzo di costruire una cultura di pace, allora assisteremo al songere di un‘epoca in cui la flict pots’ essere godura da tuxti il texzo millennio dell umanitis (a cura di Maria Lucia De Luca) Buddismo e Societan°91 ~ mariepr 2002 es\ ialogare Fiteniame Himitato, © semplicemente ‘un po! stupido? (Chi ce lo fa fare? Dipende da qual & nostro obiettive nella vita: se desideriamo vivere pienamente, conoscendo 2 fondo nol stessi chi el sta accanto, {una tappa obsiigate. Un passaggia doloroso, ‘ma impreveetibimente benefice e fecondo Dialogare non & una cosa semplice. B pitt facile patlate ¢ dice agli altr in cosa stanno sbagliando, cosa dovrebbero fare Giudicare e puntare il dito su errori e difer- ti, Pit facile astenersi dal dire ¢ aderire taci- tamente, Seguire le indicazioni di una per sona di cui magari mi fido “ciecamente”, © che temo, ¢ mettere via il mio io, il mio pensiero, fe ricchezze della mia esperienza mana, lasciandomi passivamente convin cere dalle sue convinzioni. In genere, quando si discure, qualcuno ha ragione € qualcuno ha torte. Qualcuno vince e qualcuno perde, ¢ non sempre per la giustezza di cid che si dice. Spesso vince il farto di alzare la voce, ea perdere tla paura, silenziosa silenziosa, di esistere, di perdere la stima di altri ¢ altre. La pauta delle conse guenze. Si pud vincere grazie a prepotenza ¢ cocciutaggine, e perdere per pigrizia, per la non voglia di tirare fuori da sé Penergia nnecessaria a una discussione, Ma questo non edialogo, Non & dialogare. E usare le parole 1 scepliere di non usarle, al'interno di gio- chi di porere, calcolando tornaconti perso- nali, Enon ¢ sempre malafede. Ma abitu. ini malare si, Come Fabitudine a pensarsi soli e sole. O superior. O inferiori a chi ci sta di fronte. O incomprensibili al mondo. Incapaci di emergere dal silenzio, dalla man- canza di coraggio, quello che serve per met- tere e mettersi in discussione. Per dialogare non bastano le parole. Non sempre chi parla, 0 ragiona bene, ® in grado di far nascere un dialogo vero ta le persone. Serve altro, Serve qualcosa che viene prima delle parole. Qualcosa in grado di guidarle verso la costruzione della felicicd. Serve un desiderio aperto, pulito, potente, autorevale — non autoritario. Un desiderio che inchiodi, che costrings la voglia di sopraffire a tacere, ¢ la paura di dite a esporsi Pud essere il desiderio di affrontare una sof- ferenza, 0 quello di teasformare un rappor to pieno di rancori in una relazione prezio- sa per continuare a erescere, 2 qualsiasi eth, in qualsiasi posizione. Comunque sia un percorso faticoso. Obbliga a mettersi vera- mente in gioco, a superare la paura di cam- biate, di essere giudicar e giudicate, di per- dere potere, Ma ogni volta che si fa, ogni volta che si prova, pud succedere qualcosa di straordinario. Pud succedere di incontra- re parti di sé, capacita nascoste a cui non abbiamo mai dato modo di venire alla luce c, soprattutto, pud accadere di incontrare vveramente ¢ profondamence un‘altra¢ altre vite, diverse da sé, Toocare i loro sentimen- ti, accorgetsi del perché di tanti loro com- portamenti ai nostsi occhi prima incom. prensibili, Accade di inconcrare quello stato danimo meraviglioso che @ la com- passione, I forza di guardare per bene la natura della propria ¢ dellaltrui sofferenza e iniziare ad agire per cambiarla, per creare la felicita che nasce dal sentirsi in relazione, dal percepize la danza di tutti i fili che legano alla terra, al cielo, all’univer- so, alla vita turta, di ognuno ¢ ognuna Non € una fayola, E quello che accade ogni gior- no quando “si fa la pace”. Accade in ogni casa, ogni cucina o camera da letto. Accade anzi, pi che ogni giorno, tra una madre e un figlio, una figlia. Tia due persone amanti. C’8 qualoosa che non va, ¢® una parola di troppo, un gesto di trop- po, magari uno schiaffo, una parolaccia, una bugia, C8 un dolore che prende alla gola, e la vio- lenza di non sentirsi capiti, di non essere riusciti a spiegarsi. Cun tradimento, qualcosa di sbaglia- to che fa fare sileszio, che fa uscire le parole come dalPimbuto della rabbia. E tutto rimane li, ferro al punto di quel confliggere, di quell’attaccare e di quel ritrarsi. Per lunghi attimi, a volte pet giorni, a volte per anni. Una mappa in automatico si inmesca nella testa e i pensieri non trovano strade, non uscite, soltanto amarezza ¢ divieti. Almeno fino al momento in cui uno 0 una dei due non si muove. E decide di ascoltare altro: amo. mio figlio. Amo mia madre, Amo il tuo essere umano © umana. Amo la preziosit& della cua esistenza, anche perché ho compreso che mi & necessaria. ‘Amo il potere che la nostra relazione pud genera- re, Il potere di create nuova realt’, senza divieti. ‘Amo amare, ¢ scelgo di farlo perché questo mi fa sentire liberi ¢ vita, mi fa guardare © guidare avanti. E tornano le parole, tornano i silerzi, sta- volta quelli dellascolto, quelli necessari per lascia- te spazio agli altri di dire, di esporsi, tornano gli occhi che non cercano il torto o la ragione, ma gli cchi di chi mi sta davanti, Arriva il coraggio di hominare rorti subiti, ingiustizie, la capacith di perdonare gli errori e ricominciare guardandoli Arriva anche lo sguardo sui propri limit, sui pro- pri sbagli, ¢ la naturalezza di chiedere scusa per la cecita, scusa per fa mancanza, Spazio nuovo, mappa nuova, tutta da disegnare. Dialogare ¢ una sfida, ma mai contro qualcuno, EB, una sfida contro la propria resistenza ad apritsi agli aler, donatsi senza avarizia o second fini, con autenzione, parole, tenacia, desiderio. Non signi- fica simulate pace né pretendere di essere ascolta- ti, Ma donare tutto quanto si ha: punti di vista, esperienze, tempo, ascolto. Mettere tutto in cit- colazione senza tenersi niente per sé, con la fidu- cia che ogni cosa viaggeri, anche se non ora, anche se non subito, anche se le risposte non saranno immediatamente belle o pacifiche, anche s¢ le risposte possono mettere in crisi le certezze, Se Shakyamuni non avesse affrontato € vinto ‘questa sfida con se stesso, se Nichiren non aves- se in ogni momento deciso di non tacexe, noi znon saremmo qui a parlare di Buddismo, a sfor- varci di tradurlo in gesti capaci di creare nella nostra vita ¢ in quella di chi ci cisconda una felicitd che oltrepassi i limiti del tempo. I ce dei demoni Mara tent® due volte il Budda Shakyamuni: la prima volta per impedirgli di raggiungere P'llluminazione, la seconda volta per impeditgli di fare dono agli altri esseri umani di quanto aveva compreso e vissuto. Fu la compas- sione ¢ Pamore disinteressato per gli altri a con- vincetlo a esporre la Legge mistica. Lo stesso amore disinteressato che spinse Nichiren a subire qualsiasi conseguenza pur di tramandare corre: tamente il Sutra del Loto, «Se pronuncio una sola parola a riguardo, — sctive ne Lapertura degli ecehi allota genitori, fratelli e maesti sicura- mente mi criticheranno, ¢ le aurorit governative prenderanno provvedimenti contro di me. Dialtronde sono pienamente consapevole che se non parlo apertamente, manco di compassiones Sia Shakyamuni che Nichiren scelsero di parlare, di donare quanto avevano da donate, e iniziare un dialogo con tutti gli esseri umani fatto di gioic, dolori, persecuzioni, scontri con le aurori- 12, conflicti con chi tentava, via via, di fermarli. Potevano sembrare nemici da combattere, ma profondamente erano persone da amare, con cui non smettere inai di tenere aperto lo spaaio del dialogo. Cos}, quando, poco prima di morire, Shakyamuni espresse lz sua preoccupazione per Ajatashaceu, che in passato aveva tentato di us derlo, un suo discepolo gli chiese seupico: «Se la compassione del Budda & rivolta a tutti gli esseri tumani in egual misura, perché allora ti preoccu- pisolo del re Ajatashatru?s, «Prendiamo il caso di una copia che ha sete figli - rispose Shakyamuni — Li amano tutti allo stesso modo. Ma se uno di questi si ammala, non credete che i genitori si preoccuperebbero in particolare della sua sorte?». Entrambi, Nichiren e Shakyamuni, hanno scelto di non sisparmiarsi, di non tenere parti di sé nel cassetto dell'egoismo per paura di confliggere. Hanno continuato a guardare con amore anche chi non riusciva a far emergere da sé fa stessa generosita, la stessa apertura. Hanno continuato guardando al futuro, Un futuro che & qui, tra le nostre mani, ¢ che oggi torna, anzi continua, a veder nascere guerre, per Pincapacita di mettere in discussione le logiche stesse che quelle guerre le generano, le offrono come unica possibile risoluzione di confliti ~ ideologici,reli- giosi, economici. Il futuro & una responsabilita che ci chiama, per nome quasi. E Ja responsabilitA che abbiamo di continuare a imparare, ¢ insegnare, ogni giorno, ‘ognuno ¢ ognuna, a fare un gesto in piit di aper- tura, a “fare la pace”. Come quando eravamo piccoli e piccole, Come quando facevamo pace con nostra madre, Come quando la facciamo coi nostri fii, Per amore, per crescere. Per scegliere di continuare a fidarsi di sé ¢ degli aliri. Un gesto semplice, in fondo, niente di pitt natura- le, niente di pitt bello, Ricominciare ogni istan- te a donarsi Buddismo e Sooteta n°91 ~ marlapr 2002 8 Una relazione creativa Si esioga alla pr. Enon sisa doves vaa fire, ‘Quek che conta ‘larolacine ches instaura tra protagonist ‘ quetache la massima rappresentazione ‘ela “commedia urana, la manitestazone pi ata data noaviolenza che produce moto di ‘a soma del contd ‘ascatare vero punta vista devaroandando oltre suolpregin, ‘omega sapendo cave Parole chiave:repeta, empeti, dele interior, creat, deals PB DI «Un dialogo & qualcosa in cui si capita, in ‘cui si viene coinvolti, dal quale non si sa mai prima cosa “saltera fuori”, e che si interrompe non senza violenza, perché sempre ancora altro da dire... Ogni parola ne desidera una successiva; anche la cosid- detta ultima parola, che in verita non esi- ster, Questa recente affermazione del filoso- fo edesco Hans-Georg Gadamer ésprime quella che, in una paroia, & la caraccerstica principale del dialogo: I imprevedibilita Tl dialogo & una questione di cuore, non di strategia. Dialogare non 2 convincere, comandare 0 insegnare, tutte forme di ‘comunicazione a senso unico, che implica- no uno o pitt “comunicatori” ¢ uno o pitt “ticetcori”, e che puntano a ottenere “quel” preciso risultato. p ‘opposto dello scambio basato sui rapporti gerarchici, sull’oppres- sione e sul rapporto servo-padrone. In un dialogo nessuno ha il monopolio della veri- the non ci sono criteri di verith assoluti. Dialogare significa lavorare sui ftaintendi- menti, significa mucualiea, condivisione ¢ reciprocit’. Il dialogo nasce quando ce Paccettazione dell'alerofalera, il riconosci- mento di una pari dignita delle persone ¢ richiede che almeno uno degli interlocuto- ci rinunci alla pretesa di certezze ¢ verith assolute in favore del ruolo centrale della relazione intersoggettiva, Enttare in un dialogo significa entrare nel- Tincertezza di un gioco il cui risultato fina le non @ prevedibile dall'inizio. Noi, in un verd dialogo, non possiamo controllare completamente Palco, le domande che RILETTURE iniziato a dialogare ea mettere insieme le loro visio- ni parziali aveebbero potuto avere un'idea pitt com- pleta dell animale Prendendo a prestito la teoria dei giochi, si pud affermare che esistono due possibili logiche in un confronto di idee o di opinioni. Una produce un risultato la cui somma & zero, urvalera genera un risultato positive. Nei giochi pit comuni, come negli scacchi o nel calcio, nel basket o nella palla- volo, un giocarore o una squadta vince (+1) e Pal- tra perde (-1). La soma da risultato 2ex0. Ci sono invece altri giochi come costruice un castello di sabia, fare un pupazzo di neve, o costruire un, aquilone, che non vede vincitori ¢ perdenti, ma solo vincitor Spesso nelle comuni discussioni o nei dibactiti poli- tici sembra di vedere un gioco a somma 2et0. Io ho ragione lui ha torto. Ma questo molto spesso non hha nulla a che fare con la vert o con il bene comu- ne. Il dialogo invece, per essere veramente tale, deve essere “a somma positive’, Dialogare significa trovare insieme la meta comune e la strada pit breve per raggiungerla, E una relazione orizzoncale, paritetiea, non un rapporto verticale come coman. dare, insegnare, imporre «Dobbiamo diffondere ~ scrive ancora Tkeda ~ lo spirito del dialogo perch diventi la corrente domi- ante del ventunesimo secolo, un secolo di vita. Posremo cost creare untepoca in cui tutte le perso- ne godranno dei frutti della pace e della felicicd e celebreranno la loro illimitata dignit’ e il loro potenziale senza confini, II dialogo pud condurre alla creazione di una nuova civlt’ globale, I mem- bri della Sci, come citeadini responsabili e impe- sgnati nelle rispertive comunitd, continueranno a utilizare il dialogo onesto per costeuire una solida- ried popolare al servizio dell'umaniea e della pace di tutto il mondo» Buddismo e Societa n°91 ~ marfapr 2002 Tl Buddhismo, come viene praticato in Oceidente ¢ come, pid 0 meno, lo cono- ssciamo tutti, & un fenomeno recentissi- ‘mo, del tutto nuovo. Infatti nei pacsi asiatici dove & nato e si diffuso, veniva Vissuto jn modo diverso: da una parte c’erano i monaci, che studiavano e appli- ‘eavano seriamente Ia disciplina spiritua- Jo; dall’altra parte i laici, ¢ quali si limi- tavano a vivero onestamente, e a sostene. re i monasteri per acquisire merit ‘Trapiantandosi nella societ americana, questa pratica religiosa si & modificata: i laiei, pur non frequentando i monasteri se non per brevi periodi, vivono fa loro vita normale applicandosi pero alla disciplina c allo studio che un tempo erano appan- haggio esclusivo dei monaci. E le donne, in questo clima pid aperto. non bloccate dda pastoie gerarchiche, non ostacolate da uun clero troppo potente, non schiacciate dalla concorrenza spietata che si presenta in alti scitor, si sono Sparpagliate ovunque, oleenendo stima e autor di Elena Fogarolo Le autrici qui presentate sono, ccon T'eccezione dell inglese Chri- stina Feldman, ttie amerieane. Nel loro paese non ci sono state ‘grand opposizioni alla nascita di ‘centri buddhisti Zen, o tibetani, 0 altro ancora. Queste donne hanno posti di rilieve nelle lora comuni- 1, vi insegnano e spesso fanno parte del gruppo dirigente. Ma in loro non ¢'é proprio niente ricale. Diret che quello che cs terizza queste autrici & soprattutto Passoluto rifiuto di impaludarsi, ai essere ermetiche, di farsi pre: Ziose distribuendo a piccole goc- ce il Toro sapere, Spesso ho Timpressione che at- teibuire alle donne ta caratteristi- ca di essere pitt concrete degli [aS\ uuomini, sia un luogo comune: anche se capisco cosa si intend, e tanto pit forte Ia tentazione sarebbe in questa occasione di definite queste sudiose di bud dhismo come molto concrete Preferisoo dire che queste donne hanno la capacits, & volte strxordinaria, di deserivere con estrema aderenza Tresperienza che hanno vissato, Per cui la letura di questi testi diventa un mezzo efficace di conoscenza del Buddhismo, the si abbia o no intenzione di darli pot molto spazio nella propria vita. 1 libri presenti sono dei saggi, ma Pautobio fafia vi & fortemente intecciata: ben Aescrite, vivide, le reazioni personal, rotivazioni, le dificoltt NelMaltimo decennio it linguaggio delle sudiose ¢ degli sudiosi di religioni & imolto eambiato, ¢ in meal. Le trdu- ini sone pit curate, termini esoteri- i usa con grande parsimonia. Non voglio quindi dare tuto il merito a continua a pag. 26 Y Avvenimenti SE LA SCUOLA E LA PORTA DELL'INFERNO... DI IRENE FEROCE E DANIELA GRIGION? Finalmente sono loro, le protagoniste e i protagonisti della vicenda, a prendere la parola. Le donne dell’Afghanistan, negli ultimi mesi al centro dell'ttenzione dei media di tutto il mondo, parlano in prima persona, raccontando la storia vera dei soprusi commessi contro il popolo afghano molto pri ma delf'ascesa dei talebani, Dalla viva voce di Miryam, esponente dell’Associazione rivaluzionaria delle donne afgane (Rawa), Una analisi della situazione sociale, religiosa e politica del paese ¢ le iniziative portate avanti dalla sua organizzazione Lo scorso 5 marzo sié tenuta aS, — sicuro per terroristi di ogni prove- ancora molte deboli». Giuliano Milanese una conferenza —_nienza in cerca di un rifugio. Sola- Miryam & stato chiesto cosa si dollAssociazione rivoluzionaria mente in un secondo tempo te — pud fare per aiutare Rama, non solo delle donne dellfghanisten, Rana, nazioni che hanno appoggiato —economicamente ma anche polit> fondata ne! 1977 a Kabul da un queste persone si sono rese conto camente. «Gla avere la consapevo coraggiosa gruppo di donne inte della pericolosita delle oro azloni. _le2za della situazione - ha risposto lettualicon Fintento di combattere — Paradossalmente ogg) lAfghanistan _- e renderne consapevate chi vista per i diritti civii contro i fonda: viene bombardato in nome della accanto & un grande aiuto. Un altro mentalismi. In fala it contatto con difese dei diritti umani di vominie modo & fare pressioni sui grupoi awa ® rappresentato dalfassocia- donne cul diritti vengono.calpesta- —_politicl e sui governi affinché non zione “Donne in Nero", un movi- ti da almeno venticingue anni. riconoscano i gruppl fondamental mento ci donne israeliane e pale- Gli afghani hanno diritto, come sti come governi effettivin stinesi nato poco prima della guer- ogni uome od ogni donna del pla Alla fine della conferenza abbiamo ra del Golfo, iI cul scopo @ fl rag- neta, a vivere in un regime demo- incontrato Miryam per una breve giungimento di una soluzione di cratico e di anelare alla pace. La intervista, pace in Madio Oriente attraverso lotta de! popola algano é la lotta di dimostrazioni pacifiche uomini e donne che amano la Con quali obiettivi é nata Rawa & Miryam, rappresentante di Raws, —fibert&. L@ guerra che ha dilaniato come questi sono camblati dal facendo un escursus sulla lunga il paese non él risultato della sto- 1977 a oggl? storia deloppressione nel suo pae- ria, della cultura 0 delle etnie del- ili obiettivi con i quali nata Rana se, ha parlato prima dela domina- Afghanistan. (..1 eran principalmente quelli di zione sovietica e poi di quella tale- In Afghanistan sono sempre stati combattere per raggiungere pari bana: cll risultato di oltre dieci anni presenti ifferenti gruppi di matri- ignite pari dlrtti civil tra uomi: di occupazione sovietica € stato ce democratica che sisone battuti ni ¢ donne e questo anche se nel quello di un paese con milioni di- per | diritti delle donne gia prima 1877, quando nacque, lassociazio: rifugiat politic Alte! milioni diper- delinvasione sovietica. ne eta formata solo da donne, sone sono state uccise, mutilate, Sia 1 sovietici che il loro regime Noi crediamo che con la suprema accecate. Molti Stati con interess! —fantoccio avevano cercato dla subi-_zia dei talebani non possano esse~ economici in Afghanistan aiutaro- to di reprimere queste persone, re garantiti | diritti umani e civill a 1no poi i fondamentalisti nella loro Molte sono state incarcerate sia _nessuno, né uomini né donne. E battagtia contro le forze sovietiche. durante il daminio dell'aliora Urss per questo che lottiamo contra Dope i sovietici, dal 1992 al 1996, iI che poi dai fondamentalisti. Non aquest! regimn dittatorial, in part opolo ha sotferto una situazione caso durante loccupazione sovie- clare il fondamentalismo del regi forse ancora pit terrible. tica fu costruita la pli grande pr- me past-sovietico che matte a Non solo i talebani hanno osteg- gione del’Asia e i fondamentalisti —_repentaglio fa democrazia ¢ la sal- giato la cultura e arte, uid prima —_aveveno luoghi di prigionia anche vaguardia del lritti urnani e civil 4 oro i portoni della scuole veni- in Pakistan. Set membri della mia _Ripristinare un regime democrati- vano chiamati “le porte dalf'infer- famiglia sono scomparsi durante co é uno del principall obiettivi di no”, ei monumentio le opere d'ar- —occupazioné savielica e nessun Raws, Nel 1987 una delle fondatri te venivano distrutti. Venivano ha mai saputo dove fossero finiti. ci, Meena, fu assassinata insieme commessi stupri torture, rapimen” Due di loro erano studenti univer- a ‘due collaboratrici dagli agenti ti sitari. Ogni giorno una jeep del'e- afghani del Kea. Lintento di que Ful’Alleanza del Nord a dareilben- —sercito andava all'universita e ste donne, quando fondarono as veauto a Osama bin Laden. UAT arrestava degli student soclazione, era innanzitutlo di hanistan che tiranneggiava il suo Le forze democratiche esistono dare alle donne una consapevo- opolo era certamente un luogo ancora ma sono sotterranee e _lezza sia sociale che politica, per [BS\ fare in modo che esse si rendes- sero conto delle loro potenzialita Attualmente abolamo diversi prot ‘rami in Afghanistan: distribuzio- ne di ivste, sostegno psico-sociale, cure mediche, corsi ci alfabetizzs 2iane, cistribuzione di viveri, caper: te, medicinali e quantfaltro possa rendersi necessario. In Pakistan Rana organiza scuole, centri di lavoro, si occupa delle cure med che e di motte altre attvita, la campo politico organizziamo manifestazioni, incontri. Abbiarmo Creato un sito (wwwrawa.org, nde) ‘ove pubolichiamo informazioni sul> la nastra assaciazione. Tutto cid in tun costante clima di pericolo e con una costante mancanza dl fondi In sostanza si pud quindi dire che cli obiettivi, dal 1977 a ogai, non sono in sostanza mutt. | talebani ci hanno trasmesso una ccerta visione del Corano e del ruo- {o della donna, ma cosa dice in realt8 "Islam? ‘Acessere realistci in qualche modo, in tulte le religion! ¢® In misura diversa una sorta di restrizione net cconfronti delle donne, 0 comungue ‘sono presenti alcuni princi fac mente interpretabil in questo sen- so, |fondementalist hanno reinter pretato a loro piacimento degli aspetti dellslam per usarli come arma contro fe donne in particular, rma anche contro gli womini. La religione in cui noi crediamo & siiversa da quella portata avanti, strumentalizzandola, dai fonda ‘mentalist islamic. Inrealta Afghanistan era un paese islamico dove le donne avevano dei felt, dove potevano aver= unr struzione. Ciera pace e una mag- lore sicurezza. Anche i paesi con- finanti hanno un cultura islamica rma vivono in una condizione diffe= rent, | talebani si sono appropriati din insegnamento che pud essere in parte restrittivo, ma to hanno utllzzato a loro placimento, ‘Quail sono i maggiori ostacoli che avete Incontrato? ii ostacoli che ci creano pit pro- biemi sono quelli di ordine finan Zari, oltre agli owi problerat di sicurezza, Siamo costrette a lave: rare in modo “sotterraneo”. Spes so anche nei campi profughi non siamo il nome Rawa, anzi cerchia ‘ma di usarlo il meno possibile, Sia~ mo continuamente minacciate, ‘Quando viagglemo dobblamo fario sotto falsa identita, Veniamo seguite. Quando organizziamo incontri o dimostrazioni cercano di boicottarci, Queste sono le mag lori difficolta che cohblamo affrontare. Nel Buddismo @ spiegato che se ‘ogni individuo comple un‘autorifor- ma interiore si pud arrivare al rag ‘glungimento i una pace vera e dapag. 22 © sequenze giudicate anche positivamente, dopo I'l set= tembre 2001 accorre pro- porre con forza un insieme i scenari costruttiv, che includano una egiustizia globale e un parlamento planetario, a fine delimpe- Fialismo e della schiavitit nelle sue forme attuali, e- uilibrio ecologico, un disar~ mo effettivo, Il soccorso ai poveri, listruzione di massa un sistema sanitario mon diate. E poi, come auspica ‘a scrittrice pachistana Tehmina Ourrami, conserva: re la spiritualitd delle rel gioni respingendone ali aspetti oppressivi e violent. tone: nternszenae Un altro mondo @ possibile Le macerie dol World Trade Center hanno suscitato corrore, commozione, paura, disperazione, Ma questo shack pud anche significare la fine di unvera e Vinizio di tun‘attra,ispirare ottimismo, far dire che "un altro mondo & possibile"? Secondo il settimanale anglosassone New Internationalist si: «Chiudendo le porte a para: igen’ insostenibili,ricomin clamo a camminare e a creare nuovi sentieri verso tun monda diversan. La elvis sta ha interpellato.un grup po di intellettuall e studiosi sulle prospettive di ricostru- zione del mondo a partire ‘a questo momento ai cris 1 2002 viene paragonato al 1789: cosi come la Rivoluzione francese segnd Vavvento della societA bor {ghese, con una serie di con Buddismo e Societa n°91 marzo / aprile 2002 queste donne se sono chiare, interessant se il buddhismo ha smesso di essere un qualeosa di astruso nel cui ambito si doveva cercare una vacuiti mortifera, cche non si capiva bene perché andava perseguita da vivi invece di laseiarla ve- nire naturalmente con la mort. Queste autrici sono diverse tra loro: Chuistina Feldman, ad esempio, ¢ social ‘mente molto impegnata, dlchiaratamente femminista, e un po" insofferente verso chi intende it Buddhismo in modo stac- ceato dalle. problematiche sociali; altce sono pitt interessate alle questioni pit suettamente religiose. ©’ chi d un po” anarcoide, come la Ha- milton-Merrit, invinta di guerra, pilota, Fotografa al fronte. C’e chi racconta molto esplicitamente della misoginia ddei monaci incontrati im Asia e chi inve~ ce sorvola su questo aspetto, o lo smus- sa. A tutte capita di prendersi un po! in giro, Come Sharon Salzberg, che non Sembra molto portata per Pumorismo, ‘ma che non si tira indistro quando ser- vve: nel suo libro raeconta come in India fosse stata aggredita da un ubriaco non animato dalle migliori intenzioni, ‘come, nonostante la propria assoluta Sorpresa e incapacita di reagire, twtto si fosse risolto per il meglio. Ecco come riferisce l'incontro avuto poco dopo con tun suo maestro: «Bro molto scossa turbata quando arrival a Bodh Gaya, Raccontai a Munindra, uno dei miei maesiri di meditazione, cosa era succes so, lui mi guard’ e disse: “Oh Sharon, avresti dovuto prendere il tuo ombrelio ccon tutta la tua gentilezza arnorevole nel tuo cuore ¢ darlo in testa a queil’uo- mo!” Talvolta pensiamo che sviluppare ‘un cuore aperto, essere davvero amore: voli e compassionevoli significa essere passivi, lasciare che gli altri abusino di noi, sorridere ¢ lasciare che tut- ti ci facciano quel che vogtiono. Eppure, non & cid che si intende per compassione, piuttoste i contrario». In tutte queste autrici "8 un co- raggio che rasenta Pincoscienza senza caderei dentro, Lo choe di twovarsi_ in situazioni sognate come idilliache che pot mo- strano aspetti molto difficili da aecettare per una occidentale (sporcizia, la gia accennata mi- soginia, una ritualitt estranca) viene supersto dalla tenacia ma non solo: da una lucidita, intel- Tetwale ed emotiva, da una inte- rezza, da un chiedersi costante “cosa faccio qui?” e dal darsene momento depo momento spie~ Queste donne hanno incontrato tanta gente, ma di perfetti iu- sminati, nessuno, Lo-dicono e lo ripetono, spasso con toni umori= stici. E non hanno alcuna vogtia di convertire nessuno. 1! Buddhi- smo @ faticoso: “ma perché la gente fa Zen? ma perché non si da al golf?” si ripete Charlotte Yoko Beck, preoceupata perché il contro buddhist in cul insegna tende ad allargars. Ad essere oneste, una che fa un blando proselitsmo c°8: Jane Hamilton-Merrit Facconta che la meditazione buddhista le B stata molto utile per rtrovare la calma au bordo del suo aereo personale che face- va le bizze Non aveteI'acreo personale? Beh... © se vi capita di forare ia gomma della bi? Sharon Salzberg, Larte rivoluzio- navia della. gioia. 1 potere della Sentilesza amorevole ¢ il sentiero verso la liberti, Ubaldini, 1995. Charlotte Joko Beck, Niente di Speciale. Vivere to Zen, Ubaldini, 1994, Christina Feldman, Donna risve- alictit L'emancipazione della donna sulla via del risvegtio spiritate, Ubaldini, 1990, Jane Hamilton-Merrit, Diario di na meditante. Una donna occidden= tale in un monastero tailandese, ‘Ubaldini, 1988. Leggere Donna n°73 mmarlapr 1988 [aS SETTE SENTIERI La pace é una virti) che scaturisce dalla forza di carattere, una condizione che viene mantenuta in maniera consa- pevole grazie all'interazione fra l'autocontrollo individuale e quello della sacietd nel suo complesso. Le norme che non vengono generate dail'interno e non Incoraggiano Jo sviluppo della personalita si rivelano in ultima analisi deboli € inefficaci. Neila tradizione buddista i veri scopt della pratica religiosa sono cottivare e pertezionare if carattere individuate per permettere alle persone di resistere af male e di vivere come sincere promotrici dei diritti umani LA VIA DEL DOMINIO DI SE La pace non pud essere mera alteggiamento di accettazione estrema destra allingresso della iimmobit’, un interkudio di quiete —reciproca e di rispetto. manodopera straniera nei_paesi fra le guerre, Deve essere un’oner- del Europa occidentale continua 2 ice Gera di attvitavitale, in cul si Llerrore di fare affidemento sulle tingersi ci toni razzist vince grazie uno siorzo di volon- _riferme esterne £8 esercitato in prima persona. La | pericol dello “spirito astratto” pace dev’essere un dramma viven- _Lapprocclo esterno al cambiamen- te, nelle parole di Spinoza, «una to sociale fu dichiarato sospelto Anche quelle rivoluzioni del diclan virt che scaturisce dala forza di qualeosa come sessant’anni fa dal novesimo secola che naequero da carattere». La pace eterna & una poeta inglese Thomas S, it che, mativi "puri, cioé dalla richiesta condizione che viene mantenutain allarmato dalfavancaia del fasci di liberta, equaglianze e traterita, imaniera consapevole grazie allin- smo che minacciava ivalori umanicaédero pred ai quello che ti terazione fra Tautocontrolioindivi- @ democratici, pronuncid un grande pensatore trancese Gabriel dualee quello dellasocietdnel sua vibrante appelio alla radio nel Marcel chiama espirito astratton complesso. quale fra feltro,affermava: «Una Nel romanzo di Anatole France Les Nessuno avrd da ridire su questa delle ragioniper cui ritengo che la Dieux Ont Soif (Gi det hanno sete) descrizione dellarmonia. Il suo posizione del rformatora secolare _passiamo vederne fficacemente opposto si veritica quando lottia- © del rivoluzionario sia a pili descritl ali effet. 1! protagonista mo spietatamente per ottenere comoda @ la seguente: nella mag: Gamelin, come malt riveluzionar, Scopi apparentemente contra: gior parte deicasiegliritene chei non era nato col cuore ai pietra stanti, spesso animali da un'etica mali del mondo siano qualcosa d| nzi, eta un giovane gentile ¢ per la quale «non c’8 pace se non esterno @ Wi, O i considera in pieno di compassione che, 8 alustzian, etica che ® stata la —maniera assolutamente Impersc- nonostante fosse affamato, cond: malla propulsiva dei rivotuzionari _nale,¢allora non occorre altro che veva tranguilamente il sue pane 4 ogni crede durante il ventesimo lterare un meccanismo 0, se es _raffermo con una madre il figlior secola. In un simile contesto la ste il male incamato, @ sempre Ietto in procinto di morire ai fame padronanza di sé non viene consi- incarnato in altra gente, in una Era puro e generoso, pronto a derata. Ma, come vedremo, & pro- classe, una raza, nei poliic, net” sactificarsi senza it minime.¢im- prio in taliconfltti che sarebbe banchier, nei fabbricanti di armie pianto, La cosa spaventosa ® che essenziale l'autocontroilo che casi via, mai inl stesso». pil pura e ideatista 8 una persona, deriva daifintraspezione. Eliot incividua un punto fonda pil faciimente cade preda del sor- La capacit’ di percepire gli mentale che siritcova esemplfica- tilegio dello “sprito astratto”. Ben aspetti negativi di nol stessi ci to nella sequela di trastormazioni presto, nominato giudice del tribu- permette di percepire i lati posi- a catena nei paesi dels. I regimi _nale rivoluzionaria, il protagonista, tivi dealt altri. Le relazioni tra te comunisti sono crollati perché pieno ai ardente zelo, comincid & nazioni, come quelle fra indivi’ hanno cercato per troppo tempo i emettere severe condanne accan- dui, non possono essere gestite nemiciallesterna, invece di cerca fonando oghi tipo ali sentimento con maturita se una parte insiste regi vedereimaliche albergavano personal e mandando alla ghi- sul proprio punto di vista senza al lorointerno, Cosi a visione della gllottina molt dei suoi nemici. Ma considerare la posizione della storia come storia della lotta cl alla fine glunse anche i suo turno tra, Non intendo sostenere una classe ~ vole a dire che sarebbe € fu decapitato insieme al suo concezione manichea del dueli- bastato abolire le distinzioni di maestro Robespierte. Smo bene-male ma soio sottoli classe per abolire tutti mali socier Da un certo punto i vista @ facile neare la necessita di riconoscere fi - @ fallta, Sostituendo "classe" _revisionare le eggi ericostruire un it bene e if male aiinterno di con “razza” abbiamo ‘'infernale sistema politica che dica addio per fognuno di noi. Anche se ci scon- mito nazista secondo il quale solo sempre ali'ancien régime. Ben triamo con un rivale, dovremmo Ia razza arlana era abbastanza altra faccenda ® cercare di ricor cercare di manifestare il bene © puradapoter governare. 2.un mito strure essere umane. In parole annuliare il male, La capacita di duro a morire. Ancora ogui, @ pi’ povere, nelle vicende umane non autocontrollo ci pub alutare @ di cinquant’anni dalla fine della si pub cercare di cambiare troppo evitare il conflitto e Fostilita e seconda querra mondiale la resi- in poco tempo. affrettare le cose permetterci di assumere il glusto stenza degli attuallschieramenti di significa imporle alla gente con ta violenza € le minacce. Possiamo vederla nel caso del radicalismo politico, che & sempre potenzial- mente venato di viclenza. Nel caso det bolscovichi @ stato to stesso. Certo sembra impossible dubitare della loro sincerita. La moalie di Lenin, Krupskaya, e altri personiaggi di primo piano in ambir to educativo nelle prime fasi del bolscevismo, erano degli ottimisti fin troppo pieni di buone intenzio- ni che sposavano la causa dell'edu- cazlone naturale esposta da Rous: seau nelt Emile. Ma, a meno che le persone non abbiano Il coraggio di quardare in faccia fino in fondo il proprio egal smo, @ difficlie dire quando le buone intenziont si trasformera ro in desiderio di potere, un desi derio che cerca approvazione ammantandosi della bella masche- ra dellideotogia. E sempre il male cocculto delio "spirito astratto” che ‘mandava in collera il dottor Zivago rel grande romanzo di Pasternak: aifare la vital Cosi pud pensare solo gente che ne avra anche viste «i tui i colori, ma che non ha mat ‘congsciuto la vita, non ha mai sen tito if suo spirito, la sua anima. Per ‘costoro Fesistenza @ un grumo dl materiale qrezzo, che il proprio contatto non ha ancora nobilitato che percid ha bisogno della loro rielaborazione, Ma la vite non & ‘mai un materiale, una sostanza. La vita, se volete saperlo, @ un ele ‘mento che continuamente st rin nove e rielabora da sé, che da sé si Tifa e sf ricrea incessantemente, sempre tanto pit alta di tutte le nostre ottuse teorier. (Boris Pasternak, / dottor Zivago, tad. dh Pietro Zvteremich, Feltrineli, Mila 1no 1963, pag. 267), La causa primaria del male nasco sto risiede ella tendenza dello “spirito astratto" a cercare di imporre ordine alf'znimo umano dal di fuori, spesso attraverso la pressione esterna. Un vero pro- ‘gresso 0 riforma della condizione tumana non pud verificarsi a meno che nan si svlluppi sponteneamen: te attraverso un impulso interiore @ grazie alla forza interiore. Le forze esterne possono al massimo fungere da fattori secondari che servono a destare il progresso interno. E tuttavia i possedut dato “spirito astralto” hanno negato nella maniera pit assoluta i fatto interni,liquidandoli come idealisti- ci In maniera estremizzata hanno cercato di includere tutto nelio schema precostituite deifidelogia esterna. Lo sgretolamento e il cro lo della socteta socialista ai quali abbiamo assistito alla fine del ven tesimo secalo sano la testimonian- 22 del fallimento di questo irragio- nevole tentative. € la desolazione spirituale che si @ rivelata una volta strappata la maschera dell deologia ha dimostrato can agghiacciante chiarezza quali cru: deli distruzioni pud operare lo spi rito astratto sul cuore umano, Radicalismo e violenza Perché cosi spesso la viclenza intrinseca nel radicalismo distrug: (ge le basi umanistiche detle rivolu- zioni? Il Mahatma Gandhi e il suo successore Jawaharlal Nehru ave vvano una chiara consapevolezza di quanto fosse negative il radicali- smo politica generato dallo “spiti= to astratio”. Sono famose fe paro- le i Ganuhi: «Questo socialismo & puro come il cristallo. Percid per realizzarlo occorrono mezzialtret: tanto cristallin. (..] E quindi sol tanto socialisti sinceri, nonviolenti @ dal cuore pura saranno capaci dt istituire una societa socialsta in India e nel mondo». Gandhi punta direttamente alla vera natura del socialismo. Le teo rie socialiste espongono belle idee tate anche di una coerenza logi- ‘ca di tipo astratio. Proprio per ‘questo le persone insistono tanto per realizzare concretamente que sti ideali, Naturalmente, se si sa che qualeosa & buono, prima si rmette In pratica meglio 8. Oi con seguenza si ha sempre troppa fret ta diriformare il sistema e sitende a dimenticare gli esseri umani che sono la parte pitt importante det processo di riforma. Il ditetto fata le del socialismo percié risiede non tanto nel faltimento det tentativi di far crescore «socialisti sinceri, rnonviolenti € dal cuore puro» ma puttosto nella totale assenza ai ‘qualsiasi sforzo per coltivare per= ssone simi Riforma interiore A parte il sistema politico, cosa ud far erescere persone sincere, rnonviolente e dal cuore puro? La costruzione di una pace durevole dipende da quante persone dotate «él autocontrollo si possono far cre~ ‘scare attraverso la pratica religio- sa. Una religione degna del suo nome e in grado di rispondere a bisogni dei tempi attuali dovrebbe offrire ai suot sequact la base spiri- tuale per diventare Buoni citkadini del monde, Nel Buddismo mahayana siparia di dieci condizioni potenziali della vita, inerenti aifessere umano, | ‘cosiddeiti dieci mondi. Secondo ‘questo principio, chi da Inizio alle guerre vive nei quattro stati pi ‘bassi di Inferno, Aviditd, Animalita @ Collera, collettivamente definiti come "i quattro cattivi sentier. | penslerle le azioni di questi nai dui, controllati dalistinto e dal desiderio, sono inevitabilmente stupidi e barbarici, Percid, dal punto di vista buddista, la questio ne di come erigere, in accordo con le Costituzione — dell'Unesco, ualuardt dl pace” nel cuore i ‘questi individul, ha la precedenza Su qualsiasi fattore sistemico esterno e rappresenta sia il punto di partenza che il nucleo fonda: mentale di qualsiasi tentativo di costruire la pace nel mondo. U Buddismo sottotinea rimportan: 2a della qualitd della nostra moti- vazione dando valore a cid che sgorga spontaneamente daitinter- no, come esprime la semplice frase «ala cosa importante @ il cuore>. i inseana che lobiettivo fonda: mentale della vita del Budda & stato rivelato dalf'umanita che ha ‘manifestato nel comportamento & nelle azioni. Nella tradizlone buc- dista i veri scopi della pratica reli- ‘giosa sono coltivare @ perfexiona- re il carattere individuale. Le orme che non vengono generate dallinterno e non incoraggiano lo sviluppo della personal sirivela- ro in ultima analisi debol e ineff- caci. Solo quando le norme ester~ nie @ j valori interiori operano in maniera da sostenersi a vicenda potranno permettere alle persone di resistere af male e vivere come sincere promotrici det diritti mani La repubbiica interna Neltesaminare le norme inteme e quelle estere pud essere illumi ante riconsiderare idea platonica di democrazia. Netrottavo libro della Repubblica, Platone descrive cingue tipi di governo: aristocrazia, timocrazia, eligarchia, democrazia e tirannia, Eali analizzai vari sister ‘mi, ordinandoli gerarchicamente in termini di pro e contro, e proseque dscrlvendo i tipi di natura umano ‘a cui ogni sistema meglio si adatta. Nell'ordinamento platonico la femocrazia sta al quarto posto, entre il sistema al quale eli atti: buisce maggiore considerazione & uniaristacrazia penevola che si e conduce le persone @ raggiungere la sua stessa Huminazione, Questo appellativo definisce dunque una persona che si é risvegliata alla Legge che regola uti i fenomeni della vita. La Budalita é la condizione vitale potenziaimente presente in tuttt gli essert viventi. Nella filosofia buddista @ considerata la pit alta che si possa raggiungere. ‘Surea pet Loro: é Vinsegnamento che Sbakyamuni predicd durante gli ultimi otto anni della sua vita ed @ considerato (all'interno della tradizione mabayana Tendai) la pin elevata delle scritture buddiste. Nichiren Daishonin lo interprets dal punto di vista della sua Tlumninazione. ‘Kariue: letteralmente in sanscrito “azione ripetuta’. & Venergia potenziale che risiede nella realta intertore della vita e si manifesta con diverst risuliatt nel futue- 10. Indica un'azione mentale (il pensiero), un’azione verbale (la parola) ¢ Pazio- ne fisica, Ogni azione, positiva 0 negatioa, in ciascuno dei tre livelli, imprime un'influenza latente nella vita individual, la quae, atticata da uno stimolo ester no, produce un effetto corrispondente. ‘Nicimen Darsuonty: (1222-1282) considerato dai suot seguact il Budda ori- ginale dell Ultimo giorno della Legge (che ba inizio 2000 anni dopo la morte di Shakyamuni), Otienuta (Tuminazione, Nichiren riveld per primo la Legge dé Nam-myobo-renge-kyo, per fare in modo che tutt gli essert umant potessero rag sgiungere la sua stessa condizione, uno scopo alla cui realizzazione decicd Vintera fesistonza. Materializzd inolire questa Legge suprema in wn oggetto di culto: it Dai Gobonzon (vedi). Gouonzon: honz0a in giapponese significa -oggetto cut si deve iI rspetto pitt profondo:. Go é un prefisso onorifico. Nicbiren Daishonin materializzo la sua vita illuminata nella forma di un mandala, i Gobonzon, davanti al quale, recitando ‘Nam-myobo-renge-kyo, ogni essore umano pus risvegliare la propria natura illa- minata, Dumoxer letteraimente significa -titlo- e si riferisce in particolare at titolo det Sutra del Loto, Myobo-renge-kyo. Nel Buddismo di Nichiren Daishonin indica Vinvocazione di Nam-myobo-renge-kyo, la fondamentate Legge della vita e dell universo che permea tutti i fenomeni, proclamata da Nichiren Daishonin il 28 aprile 1253. Gowcver letteralmonté gon significa -praticare con costanzas e gy0

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