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Associazione Ortonese di Storia Patria Quaderno di ricerca storica - ottobre 1997 Documenti «SH Seicento in Ortona Patrocinio: 4 Consiglio Regionale dell’Abruzzo Arcidiocesi Lanciano-Ortona Azienda di Soggiorno Ortona INA Assitalia Chieti Comune di Ortona Sommario Antonio Falcone - Gli stucchi e gli affreschi della Chiesa barocca di S. Caterina Pag. Nicola Serafini - Un manoscritto ortonese del XVII-XVIII secolo Pag. Paride Di Lullo - Una fusta turchesca nel porto di Ortona Pag. Paride Di Lullo - L’arte nei conventi dei celestini, agostiniani, domenicani, destinati alla soppressione del 1653 Pag. Gli ortonesi atti alle armi nel 1631 Pag. Uno spaccato di nomi ortonesi di 400 anni fa Pag. Dal “Libro dei matrimoni” Pag. Alcuni battesimi del Seicento Pag. Gli incarichi pubblici dell’anno 1600 ~ Pag. 11 Campanone Pag. Documenti vari del Seicento Pag. Vita associativa Ricostruzione di Ortona nel 1620/30 a cura di Giorgio Zantegiacomo Pag Prefazione Questo opuscolo, redatto dall’Associazione Ortonese di Storia Patria, @ di completamento al libro “Ortona nel Seicento”, edito dall’ Azienda di Soggiomo di Ortona, nel luglio del 1997. Entrambi sono formati da arti- coli e testi di documenti, relativi alle ricerche condotte sulla prima meta del Seicento in Ortona. Una ricerca ampia e articolata pud mostrare per intero il suo spessore solo se al termine di essa si concretizza una pubbli- cazione di articoli illustrativi della ricerca stessa e dei documenti rinve- nuti, che si vogliono sottolineare. Il materiale esposto nella Mostra “Ortona nel Seicento” dell’estate di quest’anno, non pud essere pubblica- to per intero, con le nostre risorse finanziarie. Tuttavia, con il libro edito dall’ Azienda di Soggiorno e con questo opuscolo, molti documenti espo- sti nella Mostra vengono pubblicati e potranno essere sempre consultati da chiunque, anche perché copie di questo opuscolo saranno nelle biblio- teche pubbliche. L’Associazione ringrazia di nuovo gli Enti che hanno permesso con i loro contributi I’edizione di questo opuscolo: la Presidenza del Consiglio Regionale della Regione Abruzzo, La Provincia di Chieti, il Comune di Ortona, I’ Assitalia di Chieti. 13 15 19 22 23 26 26 . 16/17 Sommario Antonio Falcone - Gli stucchi e gli affreschi della Chiesa barocea di S. Caterina Pag. Nicola Serafini - Un manoscritto ortonese del XVII-XVIII secolo Pag. Paride Di Lullo - Una fusta turchesca nel porto di Ortona Pag. Paride Di Lullo - L’arte nei conventi dei celestini, agostiniani, domenicani, destinati alla soppressione del 1653 Pag. Gli ortonesi atti alle armi ne! 1631 Pag. Uno spaccato di nomi ortonesi di 400 anni fa Pag. Dal “Libro dei matrimoni” Pag. Alcuni battesimi del Seicento Pag. Gli incarichi pubblici dell’ anno 1600 ~ Pag. 1 Campanone Pag. Documenti vari del Seicento Pag. Vita associativa Ricostruzione di Ortona nel 1620/30 a cura di Giorgio Zantegiacomo Pag. Prefazione Questo opuscolo, redatto dall’ Associazione Ortonese di Storia Patria, & di completamento al libro “Ortona nel Seicento”, edito dall’ Azienda di Soggiorno di Ortona, nel luglio del 1997. Entrambi sono formati da arti- coli e testi di documenti, relativi alle ricerche condotte sulla prima meta del Seicento in Ortona. Una ricerca ampia e articolata pud mostrare per intero il suo spessore solo se al termine di essa si concretizza una pubbli- cazione di articoli illustrativi della ricerca stessa e dei documenti rinve- nuti, che si vogliono sottolineare. Il materiale esposto nella Mostra “Ortona nel Seicento” dell’ estate di quest’anno, non pud essere pubblica- to per intero, con le nostre risorse finanziarie. Tuttavia, con il libro edito dall’ Azienda di Soggiorno e con questo opuscolo, molti documenti espo- sti nella Mostra vengono pubblicati e potranno essere sempre consultati da chiunque, anche perché copie di questo opuscolo saranno nelle biblio- teche pubbliche. Associazione ringrazia di nuovo gli Enti che hanno permesso con i loro contributi I’edizione di questo opuscolo: la Presidenza del Consiglio Regionale della Regione Abruzzo, La Provincia di Chieti, il Comune di Ortona, I’ Assitalia di Chieti. ul 13 15 19 22 23 24 26 26 16/17 UNA RISCOPERTA: GLI STUCCHI E GLI AFFRESCHI DELLA CHIESA BAROCCA DI S. CATERINA di Antonio Falcone La Mostra “Ortona nel Seicento”, organizzata dall’ Associazione Ortonese di Storia Patria, tenuta nella Chiesa di S. Caterina e nell’ Oratorio del Crocefisso in Corso Garibaldi, dal 26 luglio al 24 agosto e con I’appendi- ce per le scuole dal 15 al 29 settembre, & stata un’ occasione per rivedere ¢ ammirare con maggiore attenzione gli stucchi e gli affreschi di cui é ricca la chiesa barocca di S. Caterina. I] nuovo esame delle opere é stato favo- rito da una ottima illuminazione elettrica, realizzata qualche anno fa dalla Curia vescovile ¢ potenziata, in occasione della Mostra, da lampade al magnesio poste in opera da addetti del Comune di Ortona: in tale modo, particolari di affreschi e stucchi, finora ignoti 0 poco noti, sono stati osservati bene. La descrizione che fard non vuole essere certo esaustiva, ma é solo un primo tentativo di lettura delle opere, che sono di pregio, al fine anche di promuoverne, per quanto possibile, un recupero e un restauro. Successivamente, bisognera pensare anche ad uno studio attento delle opere e del loro significato. Datazione Innanzi tutto, la datazione. L’abate Domenico Romanelli, che visitd a lungo Ortona alla fine del Settecento, nelle sue “Scoverte Frentane”, edite agli inizi dell’Ottocento, trattando in una bella pagina della figura del Vescovo Giovanni Vespoli, nipote del cardinale Casanatte, dice di lui tra Valtro: “adornd la Chiesa delle monache di stucchi e di pitture”. Vespoli fu Vescovo di Ortona a lungo: dal 1675 al 13 agosto 1716, per ben 41 anni. La frase di Romanelli finora é l’unica fonte letteraria del periodo in cui furono realizzati gli stucchi: ma successive, approfondite ricerche d’archivio dovrebbero rivelarci altro. Nella chiesa di S. Caterina, al di sopra del tamburo di legno dell’ingresso e sotto la cantoria appare una grande lapide di forma ovale, circondata da cornucopie e fregi floreali, identici nella tipologia a tutti gli stucchi della Chiesa: la lapide quindi é dello stesso periodo in cui furono stuccate e affrescate pareti e volta. La scritta é solo parzialmente leggibile: un terzo circa é rovinata ed & intera- mente coperta da calce. Tuttavia, da un attento esame la scritta, composta su quattro righi, che sormontano il termine “anno”, é cosi ricostruibile: superi providen ... / seculo dilabante ecclesia... / eriguntur altar... / plac...operis orn... / anno / 16(?) 84 / 1833. Le lettere sono tutte maiuscole. Una interpretazione potrebbe essere que- sta: “per volonta del cielo, finendo il secolo ... sono eretti gli altari, piac- que ornare la chiesa con fregi ...” Dopo il termine “anno”, al di sotto appare una cifra che sembrerebbe 1884: ma questa data é inattendibile perché cozza contro lo stile tardo-barocco dell’intera opera, né & giunta mai notizia di interventi di fregi e di dorature nella chiesa alla fine dell’ Ottocento; inoltre al di sopra del 18 (oppure: 16) 84 appare scritto: 1833, in un altro carattere. La data sembra riferibile all’anno, attestato in documenti, in cui venne realizzato il capoaltare, in stile neoclassico, di cui parleremo. E’ quindi probabile che la data indicata nella lapide fosse: 1684, ricorretta da qualcuno facilmente il 1884. La data del 1684 @ in linea sia con lo stile di tutti i fregi e gli affreschi, sia con il periodo della vita del Vescovo Vespoli che “adornd la chiesa di stucchi e di pitture”, sia con le parole chiaramente leggibili nella lapide “dilabante seculo”, sul finire del secolo. Parete sinistra Descrivo brevemente gli stucchi e gli affreschi. Le due pareti, a destra ea sinistra di chi entra, hanno stucchi, sculture in bassorilievo e affreschi diversi I’uno dall’altro, ma posti in maniera simmetrica. Sulla sinistra di chi entra, ci sono sedici angeli in stucco; tre medaglioni non grandi, cia- scuno su una finestra, un altro é sulla cantoria; hanno tutti affreschi con simboli della Passione; tre su quattro sono parzialmente rovinati; uno é ben tenuto; l’affresco é chiaro con i suoi colori: un rocchio di colonna con un gallo, due fruste e legacci, con corda ai piedi della colonna. Laltare centrale sul lato sinistro ha un Crocefisso in legno su una base di gesso. Una figura abbraccia la base della Croce, forse Maddalena. Molto bello é il volto del Cristo sofferente sulla croce. Al di sopra della piccola volta che sovrasta l’altare, appaiono due angeli in stucco che reggono scudi: uno con il sole, l’altro con un uccello notturno; forse sono simboli del giorno e della notte, 0 della vita e della morte. Ci sono due riquadri rettangolari che contenevano due tele recuperate anni fa e poste nella Pinacoteca della Cattedrale. Sulle tre lesene del lato sinistro ci sono tre medaglioni di media grandezza, ciascuno con un angelo; un affresco @ del tutto rovinato, due sono in buone condizioni. Sulle lesene, sulle pareti, decorazioni floreali in stucco, con motivi ricorrenti distribuiti con grande razionalita e simmetria. Parete destra Sulla parete destra per chi entra, ancora 16 angeli in stucco in rilievo. Essi si fronteggiano con quelli del lato opposto sempre con pari numero, simmetri- camente; anche i motivi floreali sono identici, ma sempre diversi nei parti- colari minuti, e speculari. Diversi medaglioni piccoli contengono alcuni segni della Passione: due sono leggibili abbastanza, mostrano segni con la croce, la scala, il punteruolo. Anche in questo lato, sopra le tre lesene ci sono medaglioni di media grandezza con affreschi dai colori vivi, ma non forti, rappresentanti angeli. Sono in genere in buone condizioni. Anche in questa parete, due riquadri rettangolari contenevano tele del Seicento, che sono state portate in Cattedrale. Nell’altare del lato destro appare la statua di S. Bernardo di Chiaravalle (1091-1153), l’abate fondatore agli inizi del Duecento dei monasteri cister- censi: un chiaro richiamo al convento delle Suore cistercensi che avevano fatto costruire la Chiesa. Nella volta dell’ altare @ dipinto un cielo, con angeli. Affreschi Sopra il portico all’ingresso della chiesa @ sistemata la cantoria; nella sua colonna centrale, c’é un medaglione con un affresco parzialmente rovinato; il dipinto rappresenta un angelo, forse S. Michele Arcangelo. Tutti gli angeli affrescati nei medaglioni posti sopra le lesene e nella colonna della cantoria hanno oggetti vari in mano, tutti diversi, tranne un bastoncino ben delineato, che appare in tutti gli affreschi: un simbolo anche questo di qualcosa che non ancora é stato chiarito. Si ripetono dovunque, tra stucchi dorati ¢ non, alcuni temi che ritornano: la conchiglia, la cornucopia, formata a volte dalla foglia larga che si ripiega su sé stessa. Appaiono poi anche simboli propri dell’ ordine cistercense-celesti- niano, come la Croce e il serpente, e il simbolo di S. Caterina d’ Alessandria, a cui é intitolata la Chiesa, ossia la ruota dentata: strumento con cui la gio- vane Martire fu torturata. Questi simboli sono in piccoli medaglioni affre- scati, sono in alto nella parete terminale della chiesa, al di sopra dell’ ultima tela, e sono anche in ferro battuto nei due spioncini delle due inferriate che dividono I’ Oratorio del Crocefisso, chiesa medievale, di epoca sveva ¢ di fattura romanico-cistercense, dove si riunivano.le Suore di clausura, ¢ la Chiesa di S. Caterina, dove si riunivano i fedeli. Dodici figure simboliche Un discorso a parte meritano le figure che sono collocate in stucco al di sotto del livello dei capitelli delle lesene; sembrano in bassorilievo, sono di grandezza quasi naturale rispetto alla persona; sono poste in maniera simmetrica e speculare sei per ogni lato, a coppia; ciascuna figura ha un oggetto. Sul lato destro, dall’ingresso all’altare, le figure hanno i seguenti oggetti: 1) uno specchio (ma non é chiaro che cosa la figura stia guardan- do); 2) un’anfora da cui si versa acqua in una coppa; 3) non c’é una figu- ra, ma un angelo che si apre la veste sul petto; 4) un flagellum, con corde piene di nodi; 5) un’ancora; 6) una campana non grande. Sul lato sinistro per chi entra, le figure hanno i seguenti oggetti: 1) una bilancia; 2) un rocchio di colonna; 3) uno scudo con uccello notturno; 4) uno scudo con un affresco del sole; 5) la figura regge con un braccio una spada: il brac- io & posto su un braciere ardente; 6) la figura @ su un cavallo e porta un fiore che sembra un giglio. Queste dodici figure sono cariche di una forte simbologia, solo parzial- mente interpretabile. Forse rappresentano virti: umane (ad esempio, I’an- cora rappresenta di solito la fede) che permettono all’uomo di salire verso Lalto. Infatti sembrano esistere come dei registri in verticale: a) sotto il livello dei capitelli delle lesene ci sono le figure con gli oggetti chiara- mente simbolici: l'umanita che si purifica e sale? b) poi, sopra i capitelli, i medaglioni con gli affreschi degli angeli e i segni della passione; c) infi- ne, sulla volta, erano rappresentate scene del martirio di S. Caterina. Gli affreschi della volta La volta della navata unica della chiesa é divisa in tre riquadri interi e due mezzi riquadri. Sappiamo da testimoni diretti che vi erano rappresentate come la ruota dentata di S. Caterina, ma soprattutto i segni presi dal mondo pagano, fatti propri dall’Umanesimo che li rileggeva in chiave cri- stiana, come la conchiglia, simbolo della nascita, dell’avvento, anche del Cristo Liberatore, e come la cornucopia, simbolo dell’abbondanza, che pud nascere nella vita cristiana dalla fede. E poi i simboli delle dodici figure poste al di sotto del livello dei capitelli delle lesene. E il simbolo che appare nei medaglioni con gli angeli: ciascun angelo porta in mano un bastoncino particolare, sempre identico: ma che cosa significa? Tutta la realta artistica della Chiesa di S. Caterina merita quindi uno stu- dio approfondito sui molti particolari non spiegati. Merita soprattutto un restauro, perché la Chiesa ha valori culturali eccezionali. UN MANOSCRITTO ORTONESE DEL XVII-XVII SECOLO di Nicola Serafini Introduzione La Biblioteca Provinciale “Angelo Camillo De Meis” di Chieti, conserva, tra gli altri, un manoscritto cosi catalogato: ANONIMO - Notizie storiche di Ortona. Libro in 16° di pp. 606, contenente insieme con varie notizie stori- che, anche Varii documenti: Secolo XVII-XVIH, la cui segnatura é MSS LXVI. Si tratta di uno dei cosiddetti “Manoscritti de Pizzis”. Tali memorie furono redatte sicuramente dagli inizi del ‘600 e fino alla seconda meta del secolo seguente da vari esponenti del nobile casato ortonese: Ciccarello, Tommaso e Francesco. Uno dei suoi autori pit accreditati é appunto l’ Abate don Tommaso de Pizzis. Nasce nel 1679, secondogenito dell’ ortonese Giovan Battista, barone di S. Martino e di Filetto, e dell’aquilana Antonia Alfieri dei marchesi di Poggio Picenze. Giovanissimo prende i voti e si reca a studiare al Collegio dei Nobili, tenuto dai Gesuiti a Napoli, citta dove risiede per tutta la vita. Abate ed appe- na ventenne, inizia la stesura dei manoscritti, attingendo alle cronache redatte dal suo antenato Ciccarello agli inizi del ‘600, a diversi documenti originali conservati in Casa de Pizzis e svolgendo ricerche negli archivi e nelle biblio- teche della capitale partenopea. Nel 1747 pubblica l’opera: La Gara delle Muse. Per celebrare il glorioso nome del Re Nostro Signore Carlo di Borbone. Ed il felicissimo Nascimento del Real Principe Filippo Suo Primogenito. Dedicata alla Sagra Real Maesta della Regina Nostra Signora Maria Amalia Walpurga Principessa Regale Eletiorale di Sassonia, & c. Componimenti di Prose, e Versi in tre Idiomi, coll’Epilogo Istorico della regia Stirpe di Francia, Angioina, e Normanda, e di altri RE delle Sicilie fin’oggi. Dell'Abbate D. Tomaso de Pizzi Delli Marchesi di S. Martino, e Baroni di Filetto in Apruzzi. In Napoli MDCCXLVIL. Nella Stamperia di Domenico Langiano al vicolo di S. Giuseppe. Lo si ritrova registrato nel Catasto- Onciario del 1751 conservato nella Biblioteca Comunale di Ortona, ma risulta sempre residente in Napoli. B’ ancora vivente nel 1753, come si evince da una aggiunta di suo pugno sul manoscritto datata, appunto, quell’anno. Quando i de Pizzis si estinsero sul finire del XVII secolo, i vari manoscritti (originali e copie) passarono in diverse mani: ai Mignotti, ai Pugliesi, ai Mancini, ai Bonanni ed ai Grilli (per la precisione a due famiglie con lo stesso cognome). Le memorie, in pitt periodi, furono consultate da diversi studiosi che le utilizzarono, pitt o meno copiosamente, per i loro lavori: Giovan Battista Pacichelli e Pietro Pollidori nel ‘700, Domenico Romanelli e Giovanni Bonanni nell’800 e Beniamino de Ritis ed Alfredo Francia in questo secolo. Quest’ ultimo pubblicé una serie di articoli sulle famiglie nobili orto- nesi tratti esclusivamente dai Manoscritti de Pizzis (1). L’esemplare conserva- to nella biblioteca teatina venne da questa acquistato nell’immediato dopo- guerra dall’ortonese Renato Pompilio, che durante |’ occupazione alleata aveva ricoperto cariche amministrative; come il Pompilio ne fosse entrato in possesso non mi é dato sapere (2). Agli inizi degli anni Ottanta il Manoscritto, grazie ad una segnalazione della Biblioteca Comunale di Ortona, venne ritro- vato nei magazzini della Biblioteca Provinciale di Chieti e, restaurato dalla Soprintendenza Regionale ai Beni Librari a cura dell’ Istituto Centrale di Patologia del Libro di Roma, é consultabile dal 1983 (3). Oltre al manoscritto teatino, ? doveroso segnalare un’altra memoria dell’ Abate Tommaso de Pizzis, Notizie Historiche Concernenti L'antichita della Cité: di Ortona nella Provincia dell’Abruzzo Citeriore e La Vita,, mira- coli, e Traslazione delle Reliquie di S. Tomaso Apostolo, Anno MDCXCIX, di propricta del dott. Rosario Grilli. In questo esemplare mancano i riferimenti alla Casa de Pizzis ¢ alle altre famiglie nobili ortonesi e forestiere. Descrizione TI manoscritto si compone di 606 pagine numerare (recto ¢ verso). Lautore principale, di cui si @ gid parlato, & l’ Abate Tommaso de Pizzis, ma risultano evidenti anche aggiunte successive alla sua morte. Quindi le diverse calligra- fie sono dovute o ad inserimenti posteriori a pitt mani oppure alla stessa mano in periodi diversi, poiché dalla data d’inizio della prima stesura, 1699, e LPulti- ma aggiunta per mano del de Pizzis, 1753, € trascorso oltre mezzo secolo! Da una prima lettura del manoscritto appare chiaro che originariamente dove- va comprendere pagine precedenti e pagine seguenti, andate disperse nel corso dei secoli. Dal foglio 63 inizia il Ragguaglio di tutte le memorie della Nobiltd della Famiglia de Pizzis della Citta di Ortona in Apruzzo. Con altri Quaterni n(amer)o sete d’Alcune famiglie nobili. Fasc. XI. 1 numero del fascicolo, il dodicesimo, @ indicativo dell’ ampiezza originaria del manoscritto ©, sarebbe meglio dire, dei manoscritti. L’ autore, ovviamente, dedica ai perso- naggi e agli avvcnimenti di casa de Pizzis ben 45 pagine, alcune delle quali tagliate in seguito e probabilmente contenenti stemmi o iscrizioni. Ecco i per- sonaggi della casata: Rogiero de Pizzi Rettore di Ortona e Signore di Motte Terre; Tomaso de Pizzis familiare di Carlo 2° e Signore di S(ant)o Hilario; Cerio de Pizzis p(riJmo Conte di Cicci; Ciccareile de Pizzis s(econ)do Conte di Cicct; Masio, 6 Tomaso de Pizzis 3° Conte di Cicci; Ciccarello 2° Quarto Conte di Cicci; Francesco de Pizzis Capitano dell’Armata del Ré Ferdinando; Masio de Pizzis figlio di Ciccarello Conte di Cicci; Rogiero de Pizzis Paggio del Ré Ferdinando, e poscia Capitan delle sue Navi; Ciccarello de Pizzis 3° nel Nome; Lodovico de Pizzis Barone di molte Terre in Apruzzo. Si passa poi ad elencare le famiglie ortonesi ¢ forestiere imparentate con i de Pizzis ed i feudi posseduti in varie epoche. A partire dal foglio 114/115 (il primo numero & quello originario, il secondo & stato apposto dopo il restauro) iniziano le Notitie di Nobilta Di motte estinte, e delle presenti Famiglie della Citta d’Ortona. Neila Provincia d’Abruzzo Citeriore A. D. MDCXCIX Mense Decembri. Raccolte dai Sig(no)r D.T.D.P. In questa parte del manoscritto vengono trattate le vicende delle famiglie nobili ortonesi: Riccardi, de Letto, Torricella, de Bernardis, de Thino, de Sanctis, Perrone, de Mascolis, Morelli, de Caroli, Radino, Roberti, Zavarini, de Vinciguerris, de Bove, Silvestri, Quatrari, Arcucci, di Apruzzo, de Tomasio, de Donati, Moron Montagnes, Connestabile. Le notizie su questi casati sono tratte, prevalentemente, da archivi o da documenti in possesso dei de Pizzis e, in alcuni casi, dopo la prima stesura vi sono delle aggiunte (additioni). Tra una famiglia e l’altra sono allegate alcune lettere come una copia in due fogli riguardante la lite tra le famiglie Riccardi di Ortona e Ramignani di Venezia, ovvero il divieto ai suoi sudditi del Doge di Venezia, Francesco Foscari, di commerciare con gli ortonesi (Palazzo Ducale, 16 ottobre 1428), oppure una lettera datata Pescara 7 gennaio 1649 e scritta da Giovan Tommaso de Thinis al Sig(no)r Nipote mio amatiss(im)o col ragguaglio della nobilia di sua Casa ed ancora V'altra datata Ortona 2 ottobre 1699 con tanto di stemma allegato e scritta da Francesco Antonio de Thinis. Al foglio 175/177 cominciano le Notitie della Nobilta di alcune Famiglie estinte, e viventi che hanno contratte parentela colla famiglia de Pizzis. Raccolte dal Sig(no)r D.E.D.P. Anno 1700. Neapoli, dove si tratta delle famiglie forestiere dei Licinardi, Trasmondi, Braccia, Valignani, Venere, Rajano, Henrici, Ramignani, d’Ugno e Corvo. Tra queste pagine si trovano due interessanti stemmi a colori, uno interzato e troncato con le armi dei Ruffo di Calabria, Acquaviva d’ Aragona, Orsini, Licinardo, Cantelmo e Sangro e l'altro un'impresa della famigha Spinelli di Bergamo dimorata e poi estinta in Chieti (4). Terminata la trattazione sulla nobilta locale © non, si passa dal foglio 216/218 alla Descrittione deila Citta di Ortona, In Provincia d’Apruzzo Citra. Fasc. XIII. De gl’antichi Vescovi della Citta di Ortona, Della Traslatione del Corpo di S. Tomaso Apostolo dalla Cittér di Edessa in quella d’Ortona @ mare. Si tratta, forse, della parte meno interessante, ¢, comunque, meno “nuova” del manoscritto poiché é, in preva- lenza, una scopiazzatura del de Lectis. Le ultime pagine, dal foglio 272/274 al foglio 331/332, contengono solo delle inutili ripetizioni sulle famiglie nobili, su Ortona e sull’Apostolo Tommaso, tranne qualche interessante notizia sulla Cattedrale nei fogl 310/312 e 310v./312v. A mio avviso, la parte migliore 2 quella riguardante le famiglie nobili. Infatti, a parte I’ esposizione agiografica, per le notizie riportate si fa quasi sempre riferimento a documenti pubblici e privati, anche per le famiglie minori ¢, degli epitaffi trascritti, diversi sono giunti sino a noi, come quello di Ruggero de Pizzis Rettore di Ortona nel 1251 oppure quelli dei due sepolcri dei de Sanctis - del 1504 ¢ 1556 - ancora oggi visibili in Cattedrale. Aggiunte evidenti alla prima stesura del 1699-1700 e datate 1703, 1731, 1738, 1746 e 1753 sono state fatte quasi sicuramente dal- Vabate Tommaso de Pizzis, mentre @ certamente di altra mano quella datata 1789. L’arricchimento continuo del testo originario, & palese anche dalle date di pubblicazione di alcuni libri citati, come vedremo. Fonti Le fonti manoscritte alle quali attinge 1’ autore delle memorie sono di diversa natura. Tstrumenti, privilegi, scritture, ma soprattutto testamenti dotali dei secoli XIV-XVI, in possesso di Casa de Pizzis (nei due rami esistenti alla fine del ‘600). I Registri Angioini dei secoli XIM-XIV conservati nell’ Archivio della Regia Zecca a Napoli. La cronaca a penna di un suo antenato: Nota d’aleu- ne cose antiche sopra la nobilta della famiglia di Casa de Piczis in d(ett)a Citta d’Ortona a mare raccolte da Ciccarello de Piczis nell'anno di sua eta 64 (1601). Le scritture appresso i Signori Riccardi in Pesaro (5) ¢ diversi archivi religiosi del Regno di Napoli. Anche le fonti bibliografiche sono notevoli, non sappiamo se sono tratte dalla biblioteca privata o dovute alla ricerca presso altre biblioteche. Ecco gli auto- rie le opere pit citate e spesso ripetute diverse volte: Filiberto Campanile, Notitie di Nobiltt ed Insegne de’ Nobili, Biagio Aldimari, Famiglie Nobili; Leandro Alberti, Descritione de ’Italia (Venezia, 1567), Scipione Ammirato, Delle Famiglie Nobili Napolitane (1580); Giovanni Antonio Summonte, Historia del Regno di Napoli (1749); Francesco Di Pietro, Historia di Napoli, Angelo Di Costanzo, Historia del Regno di Napoli dal 1250 al 1486 (L'Aquila, 1572-81); Scipione Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli (1586, altre ed. 1601 © 1697) e Vita delli Re di Napoli; Pandolfo Collenuccio da Pesaro, Compendio dell’Historia dell’ Historia del Regno di Napoli (1498); Bartolomeo Facio, Fatti d’Alfonso primo; Gaio Giulio Solino, Polijhistoria; Flavio Biondo, Historiarum ab inclinatione romani imperii decades (storia d'Italia e d’Europa, 1412-1441); Heraldus Ratdolt, Fasciculus Temporum: Filadelfo Munoz, Theatro Genealogico delle famiglie nobili di Sicilia; Ottavio Beltrano da Terranova in Calabria, Breve Descrittione del Regno di Napoli diviso in dodici provincie (Napoli 1646, TL ed. 1671; Pietro Di Stefano Napolitano, Descrittione de’ luoghi sacri della Citta di Napoli con li fondatori di essi; Giovan Battista Pacichelli, Memorie de’ Viaggi per l’ Europa Cristiana (1684) ¢ Il Regno di Napoli in prospettiva (Napoli, Parrino & Mutio, 1702-1703); Girolamo Bardi, Sommario 0 varia eta del Mondo. Cronologia; Ambrogio da Calepio detto il Calepino, Dictionarium latinum (1502), Gerolamo Briani, Historia d'Italia; Nicolé Toppi, Bibliotheca Napoletana ed apparato agli huomini illustri in lettere di Napoli e del Regno (1678); Girolamo Nicolino, Historia della Citta di Chieti metropoli delle cie d'Abruzzo (Napoli, 1657) e De Authoritate Camerarij Theatini; Michele Zappullo Napolitano, Sommario Historico; Francesco Zazzera, Delle Famiglie Nobili; Ferdinando Ughelli, Italia Sacra, sive de episcopis ltaliae ... (Venezia, 1717-1722, voll. 10); Carlo Borrelli, Difesa della Nobili Napoletana .. tradotta dal Latino nella toscana favella per l’Abbate Ferdinando Ughelli, Torquato Tasso, Gerusalemme Conquistata (1593); Carafa, Historia di Napoli; Bernardino Corio, Historia di Milano; Carlo de Lellis, Discorsi delle Famiglie Nobili del Regno di Napoli (Napoli, 1654); Pietro Vincenti d’Ostuni Regio Archivario, Historia della Famiglia Cantelma (Napoli, 1604); Don Isidoro Nardi Patrizio Aquilano, Libro della Genealogia della Famiglia Valignano (Roma, Stamperia Apostolica, 1680); Camillo Porzio, Congiura de’ Baroni de Regno contro il Re Ferdinando primo (Roma, 1565); R. Maffei detto il Volterrano, Geografia; Strozzi Cicogna Vicentino, Palaggio degl’incanti,; Giovan Battista de Lectis, La Vita di Santo Gioseppe, Vita, Traslatione et Miracoli del Gloriosissimo Apostolo di Giesu Christo S. Tomaso, Fermo, 1577; Jacopo Fella, Vita di 8. Tommaso apostolo (Lanciano, 1609); Marcantonio Coccio detto il Sabellico, Historia Venetiana; Opera deil’Academia Inglese intitolata la Storia Universale di tutte le Nazioni del Mondo, in pit di cento tometti, tradotta dall’Abate Roselli; altri autori quali: Strabone, Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, Sesto Pomponio, Marco Verrio Flacco, Dionigi d’ Alicarnasso, Claudio Tolomeo, Carlo Sigonio e Pietro Casella; ed infine libri in latino - auctores linguae lati- nae - specialmente di argomento religioso. Note: 1 - Gli articoli in questione furono pubblicati dal maestro Alfredo Francia sul periodico ortonese La Nuova Fiaccola, i cui esemplari sono conservati ¢ con- sultabili nella Biblioteca Provinciale di Chieti ¢ nella Biblioteca Comunale di Ortona. Essi sono: 1! Castello di Ortona e i de Pizzis (30-10-1929, B.P.Ch.), Della famiglia de Riccardi 0 Riccardi di Ortona a mare (30-1 ¢ 23-3-1930, B.PCh.), 1! patriziato ortonese della famiglia Arcucci (15-2-1931, B.C.O.)e lt patriziato ortonese della famiglia de Thino o de Thinis (14-12-1931, B.C.O.). 2 - Un altro manoscritto molto importante per la storia ortonese fu venduto dal Pompilio alla Biblioteca Provinciale di Chieti. Si tratta della Memoria ragionata della leva nazionale, specialmente abruzzese; della resistenza che opposero gli ortonesi ai francesi colla principal parte, che hano poi essi poi presa nel riacquisto della real fortezia di Pescara e de’ singolari avve menti, che han segnalata I’epoca la pitt importante del Regno redatta dal- l'ortonese Mons. Giuseppe Maria Bucciarelli, Vicario Generale della Diocesi di Ortona durante la sommossa antifrancese del febbraio 1799. Purtroppo questa preziosa testimonianza & andata dispersa. 3 - Diversi sono stati gli studiosi ¢ gli appassionati di storia locale che in questi quindici anni circa hanno avuto modo di consultare i] Manoscritto: Paride Di Lullo, Dino Pacaccio, Nicola Serafini, Nicola Spinosa, Franco Battistella, Camillo Gasbarri, Umberto Russo ed Antonio Falcone. 4 - Agli inizi del ‘600, il bergamasco Sante Spinelli era mercante in Chieti Tl 15 febbraio 1634 sua figlia Caterina sposa l’ortonese Ludovico de Pizzis (nonno dell’abate Tommaso, estensore delle memorie analizzate). [1 pittore Giovan Battista Spinelli, fratello di Caterina, abbelli diverse chiese di Ortona, Lanciano ¢ Chieti con i suoi dipinti. 5 - Esiliati definitivamente da Ortona nel 1528 perché filofrancesi, i Riccardi si trasferirono a Ferrara, Urbino, Bologna ¢ Pesaro dove l'ultimo ramo si estinse nel secolo scorso. Bibliografia essenziale: Tommaso Grilli, ! Baroni De Bernardis-Patrizi. Lanciano, R. Carabba, 1899. Domenico Priori, La Frentania. Lanciano, Editrice Itinerari, 1980 (ristampa anastatica). Angelo Melchiorre, Storia d’Abruzzo tra fatti e memoria. Penne, Ambrosini Editore, 1989. Lorenzo Caratti di Valfrei, Araldica. Milano, A. Mondadori, 1996. Nicola Serafini, Quattro famiglie nobili. In: Ortona nel Seicento. Ortona, Azienda di Soggiorno, 1997. 10 UNA FUSTA TURCHESCA NEL PORTO DI ORTONA di Paride Di Lullo Nella primavera del 1583, navi da guerra veneziane catturarono una fusta iurchesca nei pressi di Ortona, costringendola ad entrare nel porto. Limbarcazione, con 33 turchi a bordo, in attesa del trasferimento a Venezia venne temporaneamente presa in consegna dalle autorit& locali. Il ricordo dell’incendio e delle distruzioni operate dai turchi appena 17 anni prima, con molti edifici sacri e civili ancora da riparare, era ancora molto vivo, e la sete di vendetta ancora troppo forte. Gli ortonesi, scesi al porto inferociti, saccheggiarono la fusta e presero possesso dei prigionieri, che addirittura furono divisi e fatti schiavi dai cittadi: Del fatto fu informato il Console Veneto a Napoli, che subito si adoperd per la restituzione presso le alte autorita napoletane, come possiamo legge- re in una sua lettera del 1° giugno seguente: “Per il successo, che mi ha scritto il Cl.mo Capitano del Golfo, della fusta turchesca fatta dar in terra da sua Signoria Clementissima alla marina d’Ortona, io son stato hoggi a far con sua Eccellentia quell’ Ufficio pin efficace che mi @ parso convenire al molto merito, et valore del Clementissimo Capitano predetto, ponderan- do a sua Eccellentia quelle ragioni, che dovriano farla prontamente risol- vere alla restituzione delli XXXHI Turchi, predati dalle genti d’Ortona, et che sua Signoria Clementissima le ha ricercato con sue proprie lettere le quali per suo nome io le presentai in essa mia audita, et la pregai a voler dar cosi giusta et honorata sodisfattione a ministro cost principale di Vostra Ser. Per inanimarlo tanio maggiormente nel servitio che con esqui- sita diligentia presta non solo alle cose di quel suo Dominia, ma a quelle ancora di Sua Maesta Cattolica passando spesso alle marine della Puglia per la conservatione et custodia delli lochi, et sudditi sui .. Il diplomatico riusci nel suo intento, e inviato un Auditore in Ortona, in collaborazione della Corte locale riusci a riprendere il controllo della situazione, con il recupero della fusta e di 24 turchi, ma ben nove di questi ultimi mancavano ancora all’appello. Di questi, due erano finiti a Pescara, uno a Francavilla e sei erano ancora in Ortona nelle mani di Giovan Carlo de Sanctis Qualche giorno pit tardi, il de Sanctis con i sei prigioni giunse a Napoli offrendo i Turchi al Console Veneto in segno d’amicizia personale e della Citta di Ortona alla Serenissima Repubblica. Di questo il Console fa subito rapporto al Senato: “... sei sono stati condotti qui da Ms. Giovan Carlo de Santi cittadino d'Ortona, presi da lui; il quale et per esser amo- revolissimo amico e Sostenitore del Cl.mo Capitano si come lui dice, et cosi consigliato qui dail’Ill.mo S.r Duca d’Atri divotissimo di quella Serenissima Repubblica é venuto poco fa a me, offerendomi essi sei Turchi con molta prontezza et larghezza di parole della devotione sua et della citta di Ortona verso quel Serenissimo Dominio percio disse ch’io coman- dassi quello che mi pareva, et me li haveria fatto condur a casa. Io gli resi gratie di cosi amorevole dimostratione del suo animo, et lo consigliai a consegnarli al S.r V. Re per non incorrere in qualche travaglio, perché da sua Eccellentia ne haverei poi aspettato quella sodisfattione che merita il CLmo Capitano ne vorria fare lite con la Corte, essendo sua la preda. Dilatandosi meco sopra il nome segnalatissimo che porta a quelle marine il Cl.mo Capitano stimato da tutti, come da altri Cav.ri ho anco inteso, per gentil homo di singolare spirito et honore, et pieno d’altre bellissime qua- lita’. Il? giugno il de Sanctis consegna i prigionieri, e ottiene una ricevuta scrit- ta in spagnolo con nomi, cognomi e segni particolari dei turchi, ¢ il 15 seguente il Console comunica al Senato l'avvenuta restituzione della fusta e dei prigionieri. “M’e stato fatto sapere hor hora che sua Eccellentia ha ordinato che la fusta con tutti li armizi, presi dal Cl.mo Capitano del Golfo la quale fu sequestrata a sua Eccellentia Clementissima dopo il fatto dei turchi, le sia liberamenie restituita, per la istantia efficace ch’io ne feci hieri a sua Eccellentia per nome del Climo Capitano predetio, che per tal effetto mi spedi qui a’Ortona deo de suoi, li quali rispedira hoggi con detio ordine a sua Signoria Clementissima”. (A.d.S. Venezia: Relazioni degli Ambasciatori Veneti al Senato, f. 6) 12 L’ARTE NEI CONVENTI DEI CELESTINI, AGOSTINIANI E DOMENICANI DESTINATI ALLA SOPPRESSIONE NEL 1653 di Paride di Lullo In esecuzione della Bolla di Papa Innocenzo X del 15 ottobre 1652, che decretava la soppressione di alcuni conventi, i religiosi stilarono, con un atto notarile, l’inventario dei beni dei rispettivi conventi. In Ortona i conventi interessati furono tre: quello dei Celestini, quello degli Agostiniani ¢ quello dei Carmelitani. Di questo inventario mi @ parso interessante mettere in evidenza la parte che riguarda gli oggetti delle chiese perché ci fanno capire come erano arredate e quanto crano “ricche” soprattutto dal punto di vista artistico. Chiesa di S. Spirito o Santa Maria di Costantinopoli “... in mezzo all’altar maggiore un quadro grande soito il titolo dell’as- sunta della Madonna Santissima con pittura dell’Apostoli e la venuta dello Spirito Santo. A man destra del detto Altare un quadro con Vimmagi- ne di S. Pietro Celestino. A man sinistra un quadro con Vimmagine di S. Benedetto, et il Cap’Altare di gesso. Item nella medesima chiesa un Cap’Altare di gesso indorato con l'immagine di S. Maria di Costantinopoli dipinta nel muro con il vetro avanti, quale @ mantenuta e guarnita dalla Confraternita di detta Madonna. Item un altro Capaltare similmente di gesso indorato con l'armi della famiglia de Sanctis di detta Citta d’Ortona con un quadro grande in mezzo con la figura dell’Annuntiata toccata similmente ad oro con panno terchino avanti. Item in un altro altare un quadro con Vimmagine di S. Carlo, Santa Caterina Vergine ¢ martire e altri Santi. Item un altro Cap’Altare similmente di gesso con un quadro di S. Tommaso Apostolo che tocca il lato a Nosiro Signore, della famiglia di Camarra di detta Citta ...”. Chiesa di S. Agostino “_ un Capaltare di legno parte indorato con un quadro in mezzo con Vimmagine dell’Annuntiata, a man destra V'immagine di S. Agostino, et un quadretto sopra con V'immagine di S. Tommaso Apostolo, a man sinistra Uimmagine di S. Bernardo, e sopra l'immagine di S. Francesco di Paola, e da capo a detto Capaltare "immagine di 8. Anna. Item quattro candelie- ri d’ottone. Tl tabernacolo per tener il Santissimo di legno indorato. Un parato di seta di color ranciato, et un altro di rete con li suoi coscini, e carta di Gloria, tovaglie, e Pietra Sacrata della famiglia de Bernardis, con una lampada d’ottone usata avanii il Santissimo. Item un altare della Confraternita di S. Carlo con un quadro dell’immagine di detto Santo con la Carta di Gloria, quattro candelieri di legno, sua parato di diamasca bianco, tovaglie, coscini, e pietra Sacrata, quali sono della medesima Compagnia. Item un altare del Crocifisso della famiglia de Federicis con suo parato di seta gialla, tovaglie, coscini, un paro di candelieri usati di 13 legno, e la piatra Sacrata. Item un altare con V'immagine di S. Maria di Costantinopoli della famiglia delli $8. Mantica, con Capaltare indorato, con due parati, uno di corame figurato, et un altro di raso rosso con sue tovaglie e carte di Gloria, et un paro di candelieri di legno con la pietra Sacrata, quali robbe sone delli medesimi Signori Mantica per loro devo- tione. Item un aliare con Vimmagine della Madonna del Soccorse con suo capaltare indorato con U'immagine di S. Monica a capo di dette altare, con un parato di velluto roscio con l’armi della famiglia de Bernardis, et un altro parato bianco di seta con suoi coscini di cataluffa roscia, un paro di candelieri di legno, et una Croce di legni, et un paro d’Angeli indorati similmente per candelieri di legno della famiglia de Dionisio, ma le robbe sono della chiesa. Item un aliare con l’immagine di S. Nicola Tolentino della famiglia di Panza con doi parati, cioé uno di teletta gialla, et uno di corame vecchio, con la Croce e candelieri di legno, tovaglie e coscini, con la pieira Sacrata, quali sono dell'istessa famiglia. Item un altr’altare con Vimmagine del Crocifisso della famiglia Vanzale con due candelieri, una tovaglia et un parato vecchio . Chiesa di S. Domenico “... un Capaltare di legno con un quadro con V immagine di S. Domenico con alcuni miracoli intorno, e sua carta di Gloria, Item Valtar maggiore con suo Capaltare indorato quale & della Compagnia del S.mo Rosario con un quadro in mezzo, con l'immagine della Madonna del Rosario, S. Domenico e §. Caterina da Siena, con li 15 misteri d’esso Rosario, e sopra da una parte l’immagine di S. Raimondo, et all’altra parte V'imma- gine di S. Pietro Martire, con suo parato, tovaglie e coscini dell'istessa Compagnia. Item un'altare con il quadro di S. Francesco di Paola della famiglia di Vanzale. Item un altro altare deil'Annuntiata con suo Capaltare indorato, con Vimmagine dell’Annuntiata e S. Antonino, della famiglia d’Arcucci. Item un altr’altare con il quadro di S. Giovanni Evangelista della famiglia de Bucciarelli. Item un altr’altare con una sta- tua indorata di S. Giuseppe. Item un altare con il quadro con il misterio della Circoncisione detto della Compagnia di Giesit. Item un altr’altare con l'immagine di S. Orsela con Ualtre Vergini, deila famiglia di Cavasile. Stem un altr’aliare con l'immagine del Crocifisso, 8. Tommaso d’Aquino e S. Vincenzo, della famiglia de Liberatore con li candelieri di legno. Item un altr’altare similmente con il Crocifisso della famiglia di Tumoli ...”. (A.d.S, Lanciano: Notaio Tommaso de Matteis, atti del 20-4-1653 e 21-4-1653) ORTONESI ATTI ALLE ARMI In un documento, conservato nell’ Archivio di Stato di Napoli - Archivio Farnesiano, ¢’® tun elenco di 209 ortonesi atti alle armi, L’elenco si riferisce all’ anno 1631. Le armi che diversi ortonesi possedevano erano o archibugi o spade e spadoni. Molii i cognomi esi- stenti anche ora. Tn aliri casi i cognomi appaiono nella loro forma originale, trasformata- si poi nell’Ottocento. Costantino Sposilli Giovanni Nicola d'Incecco Antonio di Miglianico ‘Tommaso Cozzini Antonio di Menno Matteo Masciarelli Domenico Antonio Dionisio Gioseppe Pincione Francesco d’ Angelo Giacomo A. Alborini Gio. Batt. Canevina Francesco Alberino Gioseppe Franchelli ‘Tomasso Vennitti Erancesco Bariscio Gio. Batt. di Toma Gio. Ant. Urbano Berardino di Grosso Domenico di Campli M. Renzo Crescenzij M. Tommaso A. Crescenzij M. Carlo Crescenzij M. Michele di Rado Tommaso Alfiero Giuseppe Napolione Tommaso Berardi Giustino Berardi Giovanni Battista Radico Francesco Orsazzio Blasio Pincione Dinaro Nenna Giuseppe Nenna Antonio e Carlo de Ferrante Vincenzo e Tommaso Gaudio Daniele Giorgio Giuseppe de Nicola Nardo Costantino Nardo Ciano Giovanni Vitaiulio Vincenzo Villante Sebastiano Gagliardo Nunzio di Nicolo Giovanni Veneziani Giancarlo Pistone Giuseppe Rugiero Bernardo e Giuseppe Marchigiano Francesco di Pronna Carlo Scarannuccia Blasio d’Ardento Francesco Rugiero Ambrosio d’ Ambrosio Dom. Ant. Denizio Agostino Dinaruccio Fonzo Bautero Giuseppe Rinollino Tommaso di Ciero Domenico Antonio del Re Marcantonio Mamiano Franc. Dom, di Dolee Battista Bernardi Gius. Ant. Tossiccia Dom. di Rocco Bellafante Serafino Traglia Dom. Ant. Alessandrino Giuseppe Tordeo Flaminio ¢ Lorenzo di Seccia Dom.co Madricale Aloisio Cantona Antonio d’ Ambrosio Domenico e Berardino de Angelis Francesco Antonio Napoleone Giacomo delle Carcere Domenico Pugliese Giovanni dello Castiglioni Carlo Ricciuto Gio. Batt. @? Arielli Dom. Ant. e Giuseppe di Giov. Vito Carlo Verna Marco Marchigiano Nardo Ant. Lopez Fort. Villante Francesco Rasiccia Antonio Valentinetti Domenico lezzi Domenico di Coiro Sebastiano Mastaro Sebastiano di Sezze Domenico Orsino Massaro Intino Marinaro Giov.Melatti Colangelo Galluccio ‘Marco Ranallo Silvestro Spocchia Ricostusione Unbanistiea a cura di a is Olona Geergio Kandegiacomo Chiesa di San Tommaso 2. * Fan Domenico pt a San Michele cheangela Se Yan Francesco ey del Purgatorio a Yanta Caterina ae Santo Spivite pot Santa Maria di Costantinopolr — *° Yan Receo as Santa Maria delle Guiie 2 lan Rartelomeo Yan Gioranni di Dio o Fan. Madonna del della 30 Chiesa IP. Giacomo ¢ Filippo "Yan Gaetano 7 Sant postin Convento degli Syestiniané delle Suore Cistarcensi dei Prati Minoré 0 Koccolan Frati Conventunti whchilellua Civile 31 Castello chagonese ~~ 32 Mura Caldoiane oars 33 Tone Riceaudi $ 34 Tone Beanarde poi Baglions” 35 Palazzo Covvo See DPucale - Farnese 3" De Fanetis 384 We Pisgis 39° Bernandi 4H Le Santis, egye Gilli a De bpougsi 42" Westé - Castiglione 49 Quatari 4 Se Thinis 45" De Lathe 16 Gerwasoné a, Se! Fenalté 48 Bucciarlli 49° De Lectis 50 4 delle Carcert Le Fabritio dell Uniwersitic ¢ della Corte Franc. di Nuccio Massaro Camillo Bozzello Vincenzo Laudadio Francesco di Riccio Giovanni Bonanni ‘Tomasso Valentinetti Gio. Angelo d'Arielli Marco Marchigiano Giuseppe Rumili Marco Massaro Marco Caracina Marco Palermo Colangelo Canasa Peppe di Cecco Ferruccio Matteo di Ruscio Matteo Polidoro Meco d’Ieria Angelo di Montefalcone ‘Tomasso Bellamoneta Giacomo Ant. Ferrante Giov. Bernard. Valentinetti Domenico Giordano Carlo Scappeo Giov. Cola Nisciulo Blasio di Rugiero Clemente Berardino Giov. Blasiolo Giuseppe di Santo Sante di Pesaro Giovanni Dinaro di Rugiero Domenico Bellamoneta Masso Dottore Giacomo Ant, di Nuccio Giovanni Sandaletto Francesco Napolione Giovanni Facchinotti Mast. Ant. Trave Giovanni Pellegrini Mast. Ant. Marescho Masso di Reuvo Dom. Ant, Rugiero Carlo Gennaro Nicola de l'Olio Matteo Bellunio Gio. Ant. di Sciomno Marrollo di Gio. Vaco Piero Barisci Gerolamo Palermo Agostino di Crescenzij Tomasso d’ Arielli Tomasso Ciminiera Nardo e Ignazio d’Orsogna Gioseppe Mascitti Domenico Mignotti Gioseppe d’ Angelo 18 Orazio di Spoltore Franc. Ant. Dominico Carlo Serra Antonio ¢ Cesare Casanova Giovanni Costanza Natale Bellafante Gioseppe Racanale Rocco Petrosemolo Orazio Sebondio Dom. Ant. Benedetti Pierino Marchegiano Orazio Sterro Carl. Ant. di Viscio Dom. Ant. della Viola Carl, Ant. Castellaro ‘Ant. Giardino Ant. delle Ceste Giuseppe Colangelo Giovanni Mascitti Sante di Timberio Giuseppe di Civita d’ Angelo Gioseppe Costanza Francesco della Guardia Santo Funaro Carlo Ganzia ‘Ant. Pallaro Piero Marchigiani Bernardo Palermo Cecco di Santovito Alessandro di Palermo Cenzo di Tello Cenzo di Massaro Dom. Ant. di Nicodemo Francesco Caracino Croce d’ Andrea Pasquale Dom. Ant. di $, Marco Crescenzio d Arielli Gio. Batt. Palermo Marco Ranalli Dom. Ant. di Memmo Carlo di Lanciano Pierro Spadafora Angelo Mandocra Nardo d’ Andrea Pasquale ‘Antonio di Scerni Nobile d’ Onofrio Domenico Antonio Busiacchio Francesco di Carlo Gio. Gallembia Domenico Ciminiera Ciocio di Ciocio Dom. Ant. Ganzia Carlo di Casanova UNO SPACCATO DI NOMI ORTONESI DI QUATTROCENTO ANNI FA TL 10 giugno 1601, giorno di Pentecoste, nella Cattedrale di $. Tommaso, il Vescove di Ortona, Alessandro Boccabarile, cresimd in un’ unica cerimonia ben 132 persone. Tl lungo elenco dei cresimati (confirmati) e dei padrini appare in sei pagine nella parte finale del libro dei matrimoni. ‘Molto probabilmente, per quella oceasione, molte centinaia di persone su una popolazione di 3500 abitanti, convennero nella Cattedrale, L'elenco che trascriviamo comprende nom: di nobili, popolani, forestieri e immigrati: uno spaccato fedele della societa ortonese di 396 anni fa, Interessante la presenza del “di” ¢ del “de”: indicavano o il patronimico (figho o discendente. di...) 0 il pattionimico (localita di provenienza). Olire agli “schiavoni” sono testimoniate immigrazioni da Sebenico, Zara, localita lombarde ¢ da tanti centri abruzzesi. (Libro dei Matrimoni, 1595-1610. Archivio della Cattedrale) Nomina confirmatorum (Nomi dei cresimati) Thomasso de Letto Gio. Domenico di Pitricca Gio. Domenico di Gio. Ant, Gesualda di Pasqualino Vittoria di Virgilio Masano Rosata di Tomasso Massaro Vincenza di Angelo del Cay. Susanna di Giuseppe Capogrosso Laura di Censo di Tini Giovanni di Capotosto Vincenzo della Rota Giovanna Rota Giovanna Gallina Casandra di Ant. di Vincenzo Margarita Orbis, Agostino di Camillo Francesco Marane Thomasso di Marne M.co Antonio Pultrini Gio. Maria Milanese Battista de Telli ‘Alessandro della Rota Berardino di Federico di Vacro Vincenza Intacearello Gio. Batta, Di Bartholomeo Intino de Villante Isabella di Gio. Dom. di Campli Smiralda di Gio. Thomasso di Lanciano Ant. di Gio. Tacomo di Giugliano Donato di Thomasso di Canosa Giulio de Sanctis, Ipolito Mascio Pento Nicola de Cola Martia di Giuseppe de Villante Lucretia di Mamma Cenza Francesco di Cenza Nomina patrinorum. (Nomi dei padrini) Berardino Stella da Sulmona M.co Lutio Benedettinio da Todi Mario di Bave La Sig.ra Lucretia de Sanctis La Sig.ra Beatrice de Tini Francesca di Giuseppe di Thomasso Rocco Dea di Ranallo Casandra di Giovanni Zaccharia La Sig.ra Margarita de Letto Francesco da Fermo Don Vincenzo Rocco La Sig.ra Bricita de Tini La Sig.ra Lucretia de Sanctis, La Sig.ra Isabella de Leito La Sig.ra Camilla Antonella M.co di Thomasso Ant. Franc. Thomrasso Cascio alias de Panetto M.co Oratio da Sulmona M.co Lutio Benedettinio da Todi Sebastiano del Forno Francesco Palimbiero Marco Vascone IL Sig, Vincenzo de Bernardis Milla Comacchia Il Sig. Vincenzo de Bernardis M.co Ferrante da Lanciano Camilla Rebiba Margarita di Giordano Gio. Ant. @ Abruzzo Marcantonio di Coccia Don Jacomo Andrea de Santi Il Sig. Silvestro de Sanctis Sig. Gio, Franc. de Pizzis Olimpia di Gio. Thomasso Margherita Bellafante Il Sig. Agostino de Santis 19 Gio. Vine. Tomassi_ Francesco de Buco Thomasso di Giovanni Jubba de Stifano Giuseppe di Mosca Giovanni Pagani Giuseppe Costanzio Vangelista de Cesare Fran. Ant, Salamone Domenico de Rico Giuseppe Cartecchio Simone Mollica Domenico de Tucci Vine. di Gio. Marco Matteo d Angelo Gio. Ant. Danese Gio. Berardino de Rapino Gio. Ant. de Marino Luca Andrea Ciero Francesca Naturale Serafina Fanese Thomasso Pugliese Matteo de Deo Francesco di Bellafante Angela de Scibinico Crucitta di Campli della Penna Caterina de Patinaccio Alessandro della Zazzera Giulia figlia del Guasto Vincenza di Matteo Francesca Vasaro Verna Massara Fiora de Panetta Margarita d’Orazio Gio. Bait, Deolola Smiranda di M.co Rosa Isabella de Cenzo Tomasso de Adario Lucretia de Colonella Francesco di Gio. Paclo Andrea della Cielera Giuseppe Ballesano Margherita d’ Antonio Casandra de la Viola Tomasso de Biascio Tomasso Crammaglico Tomasso Galiotto Margarita de Sabetta Lucretia de Tullo Marco di M.co Marc’ Antonio Lucretia de Fulvio Jacoa de Verona Thomasso di Giordano Camilla de Serafino ‘Andrea de Dragano 20 Piergiovanni de Tuccio Francesco Barbiero Girolamo de Sanctis Falcuccia di Angelo Mantinaro M.co Gio. Ferrante da Lanciano Mag.co Lutio Benedettinio da Todi ‘Tomasso d’ Antonuccio Giuseppe de Fabritio Gio, Franc. de Leto M.co Vincenzo Salamone IL Sig, Agostino de Santis Gio. Ant. Lancillaro Santo Sellare ‘Accursio de Rapino Ant. del Greco Gio. Paganino Andrea de Lanciano Gio. Bata. de Silla Lea Andrea Tino Argentina Roscietta Margherita di Giovanni Antonio Pultrino Gio, Ant, de Villante Antonio d’Orsogna Lucretia de Giordano Cenzo de Tuccio Jacoa de Ferruccio Gio. Tom. Mascio Pento Jacova del sig. Flaminio Pasqua de Luca Veronica Bianco Olimpia di Civita di Penna Veronica di Mascio Bianco Francesca di Giulio Cesare Ceccho de Leto Sena de Dolce Antonia del Guasio Mario Bove Donata de Callecchi Pier Santo Pieramico Gio. Batta. de Massimo Il Sig. Gio. Batta. de Santis Francesca de Rada Francesco di Cento Ducati il Sig. Vicario Luca Andrea de Tino Mico de Cenza Lucia Massara La Sig.ra Lucia Massara Antonio Pultrino La Sig.ra Camilla Antonella Lucretia di Ceecho Giuseppe di Fabritio Jacoa di Ceecho Gio. Vine. Camarra Lucia de Dolce Tomasso d'Arielli Portia di Cianfrone Lucretia de Ceccho ‘Tomasso della Guardia Ginevra Ferrara Portia de Pompeo Margarita Massara Nobilia de Budano Casandra di Palombaro Jacomo Andrea di Cenzi Matteo di Fonte Liberto Agostino de Vaca Gio. Ant. di Civita di Penna Andrea da Lanciano Dionira de Pizzis Angela de Romano Lucretia di Crescentio Angelo Galeota Francesco Caracino Rosato di Teniscia Salvestra Pittora Paolo de Deo Gio. Batta, Panetta Gio. Francesco Peregrini Michael Schiavone Matteo Spilizza Battista Pultrino Antonia di Ricciuto Francesco di Santo Julio Cormacchia Jacovo Cornacchia Maria d’Ipolito Martino Zara Bartol. Laco Magiore Irma Luminata ‘Agostino Lombardo Bartol. de Bernardo del Laco Arcangelo della Valle Picola Pietro de Sala ‘Tomaso Ricciuto Isabella Onofri Gio, Ant, d’Abruzzo Portia Lattanzo Madalena de Salomone Gio. Matteo de Tino Madalena dell’ Oreto Santa Belluccia Madalena dell’ Oreto Isabella Tertella Isabella Jertella Toma de Cenzi Gio. Matteo de Tino Carlo Francisci Benedetto Bolognese Gio. Franc. Spadafora La Sig.ra G. Marenza La Sig.ra Giovanna Marenza Camilla Ranallo Santa Roscietta M.co Gio. Donato Gobetto Bartolomeo Mosca Portia di Monte Falcone Curtio Rapino Franc. di Solmona Giov. Paganini ‘Martino Schiuniero Andrea Schiavone Giac. Matteo Marcello Maria Gemma Santo Palimnbiero Tino de Giuseppe Tino de Giuseppe Matalena Salamone Gio. Vine. Camara Cenzo de Tuccio Cola da Campli Ceccho Spadafora i sig. Vicario Antonio da Campli M.co Gio. Tomasso Bonfiglio Il Sig. Gio. Batta. de Santis DAL “LIBRO DEI MATRIMONI” Dal “Libro dei matrimoni” dei primi decenni del 600, esistente presso I’ Archivio della Cattedrale, pubblichiamo alcuni estratti di matrimoni celebrati in quegli anni Adi 15 di febbraio 1611 To don Vincenzo de Letto prete di questa Chiesa dico haver affidato Christofaro da fano et Beatrice di Somma et essendosi assaminati che il detto non a mogliera per questo il sig. Vicario gli A concesso che potesse affidare senza essere denuntiati pre- senti tutti questi (estimoni dicendo che non ci era nessun impediment Don Tomaso Intunuccio, la sig.ra Isabella Quatrara el la sig.ra Vittoria di Abbruzzo si come comanda il sacro Consiglio di Trento. Adi 29 di luglio 1618 To Don Giulio Danese canonico ¢ curato di questa Cathedral chiesa faccio fede esse- re stato publicato per don Vincenzo Raiatto suddiacono di detta Chiesa, per tre gior- ni festivi continui inter Missas sollemnia il matrimonio del sig. Pietro de Spetiis della citta di Lanciano con la sig.ra Diana Vanzale di questa citta di Ortona, e non essendo stato opposto impedimento alcuno cosi in questa cilth come nella Chiesa di Lanciano che potesse impedire il detto matrimonio ... fu celebrato il detto matrimo- nio ... ‘Testimoni: Maria Giovanna de Tini, Don Tomasso Costantino, Martino Lombardo, Evangelista Barbiero, Antonio de Lectis ed altri Adi | maggio 1619 Don Vinvenzo de Leto prete di questa chiesa ha sposato nella chiesa di Santa Margarita di Sua Altezza Serenissima per ordine del sig. Vicario, (il) m. Antonio Scaccone et Framinia della Guardiagrela ... mentre si cantaya la messa solenne pre- sente questi testimonii sig. Ferrante Quatrari don Francesco de Letto et Luca Ant. de Lette Ta sig.ra Donata di Benedictis et Amclia della Guardiagrela. Adi 27 aprile 1620 Io don Vincenzo de Letto ... faccio fede di essere stato publicato ... il matrimonio di Gio. Franc. di Cenzo Marcone con Donata di Vestici ... alla presenza di don Martino Milanese, cenzo del Cavallo ct di Madonna Belardina di Civita di Chieti moglia di Gioseppe del Cavallo et altri ... Adi 5 maggio 1620 Io don Vincenzo de Leto curato di questa Chiesa (S$. Tommaso) faccio fede essere stato publicato per don Tomasso Costantino suddiacono di questa chiesa per tre gior- ni festivi continui in tempo che si cantava la messa granda il matrimonio de Vincenzo di mastro Biasio lombardo et Madalena di Martino di Caramanico non essendo opposto alcun impedimento che possa impedire detto matrimonio et haven- do inteso if loro consenso fu celebrato il matrimonio per me don Vincenzo de Letto tra Vincenzo et Madalena in questa Cathedrale Chiesa iuxta ritum ... alla presenza di don Martino melanese, Vincenzo Grigio, Domenico di Verdozzo, Madonna Sabella... Adi 21 settembre 1620 Don Vincenzo de Letto curato (di) questa Chiesa (S. Tommaso) dico havere fatto il matrimonio del sig. Giulio Cesare de Tini et la sig.ra Margarita Panza per ordine di Sua Santiti Paolo V spedita alli 5 di febraro 1620. Alli 26 di marzo monsignor reve- rendissimo fece i] decreto per mano di don Lorenzo Budano mastrodatto sentendo il loro consenso Testimoni: Don Giuseppe Antonio Tini, Domenico Martiri di Mencomone, Belardina ed altri. 22 ‘Adi 21 giugno 1620 Jo, don Vincenzo de Letto, curato di questa Chiesa, faccio fede di essere stato pubblicato per don Tomasso di Costantino suddiacono di questa Chiesa per tre giomi festivi conti- nui inter Missas Sollemnia i] matrimonio del sig. Giov. Batt. Ricca di Pianella et Ia sig.ra Ferrantina de Lectis et non essendo stato esposto alcun impedimento ne qua in Ortona ne # Pianella che potesse impedire il detto matrimonio et havendo inteso il loro consenso ha celebrato il matrimonio per me don Vincenzo de Letto tra il sodetto sig. Gio.Batt. et Ferrantina nella Chiesa di Santa Croce con la lecentia del sig, Vicario ... Adi 25 di novembre 1620. To don Vincenzo de Letto prete di questa Chiesa dico haver affidato et sposato il sig. Gio. Ant, Mosca et Lucretia de Abruzzo et essere nuntiato da don Giulio de Danese chierico mentre si cantava la Messa solenne tre di di feste presenti tutti questi testimoni, dicendo che non ci era nessun impedimento don Tomasso Intunnccio, Gio. Ant. De Apruzzo.Tonto Mosca, M. Vincenzo del Cioppo. Ceceo Ciampo, la sig.ra Vittoria de Abbruzzo, Lenza di Mosca et Angela di Ciampo sicome comanda il sacro Consiglio di Trento. Adi 22 agosto 1622 To don Vincenzo de Leto curato di questa Chiesa faccio fede essere stato pubblicato il matrimonio tre giorni festivi inter Missas sollemnia per don Tomasso Costantino il matri- monio tra Domenico di don Luca e Perna de Massaro non essendoci opposto alcun impedi- mento che potesse impedire detto matrimonio havendo inteso il loro consenzo fu fatto il matrimonio per me don Vincenzo de Letto in questa Chiesa tra li detti Domenico et Perna juxta ritum sancta ecclesia Romana sacro sante Consiglio de Trenta alla presenza dc testi- moni don Tomasso Tabocco, Antonia di Bellasante, Portia di Trabacone et altri testimoni. ALCUNI BATTESIMI DEL SEICENTO Dal “Libro det Battesimi” del primo Seicento, conservato presso I’ Archivio della catte- Grale, pubblichiamo aleuni estratti di battesimi di quegli anni Adi 15 giugno 1625 Magdalena figlia leg. ct nat. Di Mro Prochiechi di Trani ct Margarita Gangoricchio di Spalatro fu battezzata da me don Antonio Albanese, canonico et curato secondo il rito di Santa Romana Ecclesia; lo compadre fu Pasquale Grego et la commadre Bandera di Rocco. Adi 19 giugno 1625 Margarita figlia leg. Bt nat. Di Bartolomeo Bellafrate et Francesca di Rossi fu battezzata da me don Ant. Albanese ... lo compadre fu Pompeo Grandi di Celano la commadre Nina di Fano. Adi 6 luglio 1625 in Ortona a mare Mascia Nobila figlia leg, Bt nat, Di Francesco Masciarillo ct Dioganbe Zappacosta fu batt. da me don A. Albanese ... il compadre fu il sig. Ottaviano Liberatore et la comma- dre Leonarda Cuciola. Adi 16 luglio 1625 Margarita figlia leg. Et nat, di Bartolomeo di Raffael et Mattea di Valente fu battezzata da me don Vine. Ranallo ... lo compare fu Amico Ditello la comara Camilla di Cecco. 23 Adi 10 agosto 1625 Maria Donata figlia leg. et naturale di Bartolomeo Massari et la sig.ta Catarina Rocco fu battezzata da me don V. Ranallo ... compare fu il m. Meto Rado la comara Madama Lucretia Quaracesma. Adi 14 Agosto 1625 Matalena figlia leg. Et nat. Di Tomasso Petrosemolo et Beatrice Bellasante fu battezzata da me don V. Ranallo ... compare fu Silvio d’ Aunaj la comare Nasda Cuciola. Adi 19 settembre 1630 Margarita figlia di Tomasso di Gamolo et Giulia Ballozano fu battizzata da me don Vincenzo Ranalli canonico e curato; il compare fu Blasio di Ruggiero, la commadre Jacona di Massaro. Adi 7 gennaio 1631 Maria Domenica figlia legittima ¢ naturale del sig. Francesco de Pizzis ¢ della sig.ra Silvia de Pizzis fu battizzata da me don Vincenzo Ranalli canonico e curato; il compadre fu in sig. Geronimo Promartorio, la comadre fu la sig.ra Laura Caspegna Romana. Adi 2 febbraio 1631 Petro figlio legittimo et naturale di Michel Piccolo et Lucia di Zara fu battezzato da me don Vincenzo Ranalli canonico ¢ curato secondo il rito di Santa Romana Ecclesia; il compadre fu Martino di Mirilo fornaro; commadre Catarina di Zuccarino, Adi 2 febbraio 1631 Mariano figlio legittimo et naturale del sig. Giuseppe Ballorano et Maria Giovanna di Canione fu battezzato da me don Vincenzo Ranalli ... il compadre fu Paulo Teti; comma- dre Laura Severini. Adi 28 Febbraio 1631 Matteo Tomaso figlio legittimo et naturale di misser di Filippo Iannotte et Madonna Lucretia Quaraiesma fu battezzato da me don V. Ranalli ... compadre fu il sig. Francesco Bernardi, commadre Laura de Teniscio. LE CARICHE PUBBLICHE ELETTIVE DI COMPETENZA DEL CONSIGLIO GENERALE. ANNO 1600. Nel XVI secolo la struttura amministrativa di Ortona era pressoché identica a quelle degli aliti centri deli’Italia meridionale con qualche variazione legata principalmente alla conno- tazione economica, sociale e religiosa della citta. Le cariche avevano una validitd annuale & venivano rinnovate nella riunione del Consiglio Generale del 15 agosto. Il 15 agosto 1600 i consiglieri provvidero, fra altro, ad eleggere i nuovi rappresentanti della citth Giuseppe de Nuccio Giovanni Vanzale Sindaci Claudio de elettis Mastro Giurato Dott. Mutio de Fabritiis Avocato della Citta et Giudice del Civile Notar Virgilio Notaro Cancelliere della Citta Giovan Vincenzo Massimino Casciero della Citta ct i] Giudicato del Civile 24 Ferrante Quatrari Abruzzo de Abruzzo Dott. Mutio de Fabritiis Camillo de Santis Gioseppe de Bernardi Horatio Urbiscio Pasquale di Andrea Pasquale Dott. Mutio de Fabritiis Giovanni Antonio de Thino Piero di Memmo Mancino Alfonso de Sanctis Gioseppe de Bernardi Giovan Francesco Jacovo Checco de Thomassi Gio. Jacovo de Tumolis Rocco di Criscentio Giovanni Vanzale Piero di Memmo Mancino Gioseppe di Mascio Alfonso de Sanctis Giovanni Vincenzo Romano Gio. Tacovo de Tumolis Alfonso de Sanctis Rocco di Criscentio Marco Tullio Thino Nicola Mosca Giovanni Antonio Thino Gioseppe de Berardi Ciccarello de Pittis Ferrante Quatrati Jacovo d’Accio Cecco di Rasiccio Francesco de Tino Nuntio de Lecto Giovanni Vincenzo Romano Dott. Nicola Mosca Dott. Marco Tullio Thini Giovanni Jacovo de Tumoli Andrea Matteo de Sanctis Giovanni Thomasso Massari Eletti a tenere Je chiavi del Segillo Erario delli proventi della Citta Procuratori dell’ Edificio di 8.to Thomasso Ap.lo Procuratori del SS. Sacramento Procuratori di Santo Francesco Procuratori di Santa Chaterina Procuratori di S. Agostino Procuratori di $. Domenico Procuratori di S. Maria delle Gratie Procuratori di Santo Spirito Procuratore dei Cappuceini Procuratori delle fonti Procuratori del porto e scalo Venditori delle gabelle Rationali a rivedere li conti et cascie passate Rationale annale Terminatori delle terre Eletti a fare la voce del grano, orzo et altre vittuaglie Eletti a tenere li chiavi dell’ Archivio Eletto a fare le bollette insieme al Mastro Giurato Hletti [ ... ] delle barche che vengono nel porto et scalo Dott, Mutio de Fabritiis Abbruzzo de Abbruzzo Ferrante Quatrari Eletti sopra la sanita Gioseppe de Bernardi Giovamni Flaminio de Bernardi Notar Gioseppe Cerij Bletti a tener li chiavi del glorioso Apostolo Santo ‘Thomasso Registro dette deliberazioni decurionali, ff. 20 v.-22. Deliberazione del 30-4-1600. IL CAMPANONE Il “Campanone” della Cattedrale di S. Tommaso fu realizzato dagli artigiani Giovanni ¢ Vincenzo Paulutii (Paolucci) di Chieti. La fusione avvenne il Ortona, nel cortile del palazzo de Sanctis in Piazza S. Tommaso, il 20 marzo 1605, sotto il vesco- yado di Mons. Alessandro Boccabarile. Nel perimetro esterno della campana sono state fuse le seguente iscrizioni: Bordo superiore primo rigo: © SANCTISSIMA TRINITAS AD CUIUS GLORIAM SUM CONSTITU- TA NI VIRTUTE TUA ME SONANTE DEMONIA EICERE ET TEMPESTATE(S) PELLERE DIGNARE Traduzione: O Santissima Trinita, per la cui gloria sono stata realizzata nella tua virti: mentre io suono degnati di cacciare | demoni e di respingere le tempeste. secondo rigo: CHRISTUS REX VENIT IN PACE DEUS ET HOMO EST + MEN- TEM SANCTAM SPONTANEAM HONOREM DEO ET PATRIAE LIBERATIONEM Traduzione: Cristo Re venne nella pace ed @ uomo e Dio. (Dit) una mente santa spon- tanea, onore a Dio e liberta alla patria. Bordo inferiore: YHS RUEVERENDIS DOMINO ALEXANDRO BOCCABARILIO PLACENTINO EPISCOPO ORTONENS! TEMPORE DOMINI AND(REAE) MATTHAEI A SANCTIS ET JOHANNIS VANZALIS PROCURATORUM PRESENS OPUS MAGISTRI JO(ANNES) VINCENTIUS ET PAULUTIUS THATINI EDIFICIL THOMAE APOST(OLI) AERE STRUEBANT DIE XX MARTI MDCV Traduzione: IHS Sotto la guida del Reverendissimo Alessandro Boccabarile piacenti- no vescovo ortonese nel empo dei procuratori Andrea Matteo de Sanctis e Giovanni Vanzale, i maestri Giovanni ¢ Vincenzo Paulutii teatini realizzavano questa opera di bronzo per il tempio sacro di Tommaso Apostolo il giorno 20 marzo 1605. Ti campanone, al di li del significato religioso e del valore artistico, stl piano storico e civile, & uno dei pid importanti reperti del primo Seicento della storia ortonese UN GRANDE BOSCO DI QUERCE A CALDARI Nel Seicento una parte del territorio del comprensorio ortonese era coperta da boschi, per Io pitt nei fossati. 26 Un bosco molto vasto, per circa ottanta ettari (800.000 metri quadrati) esisteva tra Pattuale area del campo sportivo di Caldari, la Statale Marruccina ¢ il fosso che porta al fiume Moro. Il bosco, ricco di querce (1480 “grosse”) e di centinaia di altri alberi, viene citato in un contratto di enfiteusi del 29 aprile 1737. L'atto fu redatto in una casa di Terravecchia (strada magna terrae vereris) di Thoma Caraceni, tra il Canonico Nicola Caraceni, Procuratore del Capitolo di $. Tommaso, proprietario del- Varea, e don Filippo Evandro, marchigiano, ma residente a Crecchio (Terra Ocrecchit), Notaio nicola Crocetii. Tl contratto enfiteutico, riguarda un “molino macinante con le sue macine, acquidot- te... posto net fiume d’ Arielli” e un terreno “proprio nelle Piane di Caldari, piana Monna, Colle Silvestro, Cerqueto, Vallescigne, di circa tomoli 270, con 1480 quercie grosse, 372 sterpi, 105 mazzoni...” UN ANTICO DIRITTO SUL PESCATO Il Convento dei Domenicani, esistente dal XII secolo sul sito dell’attuale Scuola Media D. Pugliesi, godeva di un diritto medievale che gli cra stato concesso dal Consiglio dell’ Universita di Ortona. L'indicazione appare nell’ Onciario del 1751 “iL Convenio possiede per donazione jatiagli da questa Citta per mantenimento dei Padri il Jus di esiggere da ogni barca e tartana tanto dei Cittadini che da Forestier sciabiche, us rotolo di pesce del migliore sempreché abbiano 0 portino rotoli dieci per barca” Il “rotolo” di pesci era di 902 grammi ¢ poteva essere “prelevato” da qualsiasi barca da pesca che approdasse nel porto. CONTROLLO DELLA QUANTITA DI GRANO PRODOTTO E DIVIETO DI VENDITA SENZA AUTORIZZAZIONE Liautorita regia, sospettando denuncie non veritiere sulla quantita di grano prodot- to, ordina al “Regimenio di ciascuna Terra, che si debbia intervenire senza perdere momento di tempo andando vedendo per tutta la terra, et anco per le ville, e mas- sarie della sua giurisditione, e distretto, che fosse di grano ci sono, di che quantitt con facendo anco diligeniia neile Chiese, ¢ luochi pij, € monasterij, li quali dopo haveranno fatta questa esatta diligentia senza lasciare nessuno ni fa contente, dalle quali non s’accetiua persona alcuna di qualsivoglia Stato, grado, e conditio- ne, Se sia debbiano sequesirare in nome nostro in benefitio del pubblico d'ogni Citta, terra, e della panetteria publica, le quati panetterie debbiano provvedere di grano in abondantia... Prohibemo espressamente, che non si possa estradare qualsivogtia quantita di grano ancorche minima fosse da un Iuoco ad un'altro senza espresso nostro ordine sotto le pene predeite de dieci anni di galera, ¢ perdimento delli grani che volesse- re estraere”. Biblioteca Comunale Oxtona. Regisira degli ordini capitati 1621 - 1631 A. 1622, £. 32) 7 NOMINA DEL BARIGELLO L’Anditore Generale degli Abruzzi, dovendo nominare un nuovo Barigello nella Corte di Ortona, si affida ad una segnalazione dell’ Autorita locale e nomina Francesco di Gabriele da Montorio. Il Barigello era I’Ufficiale di polizia alle dirette dipendenze del Governatore. Per questa carica veniva normalmente prescelto un forestiero che durava in carica un anno, “... havendo noi (Petrus Toccalus, Auditore Generale di casa Farnese) da provedere di buono, et esperto barigetio nella Corte della Citta d’Ortona ... et essendoci stato ante- posto noi Francesco di gabriele di Moniorio per persona habile, et esperto in essercita- re dett officio, et fidateci, che corrispondi a tutto alla buona relatione, che di voi ci é stata data, vi habbiamo per visto ed eletto, sicome per tenore della presente nostra vi eligemo, et deputamo per Barigello nella suddetra Corte per un semestre ..”. (Biblioteca Comunale Ortona. Registro degli ordiné capitati 1621 - 1631. 30-5-1927, f. 149¥., 150) ORDINE PER I CAVALLARI Don Franciscus de la Riva Herrera, Capitano a guerra dell’ Abruzzo, constatata la possi- bilita di attacchi di navi nemiche, ordina “senz‘alira dilatione di tempo debbiate effet- tualmenie provedere et destinare in queste nostre marine, [ ... | li soldati Cavallari per guardia di quelle, facendo da quelli guardare et discorrere il suo territorio tanto di giorno, come di norte per quanto si stende la giurisditione di ciascun d’esse Universita maritime di maniera tale che non ne sueceda danno, ne inconveniente”. Biblioteca Comunale Ortona. Registro degli ordini capitati 1621 -1631. 244-1627, f. 148, 148¥.) NOMINA DEL CAPITANO A GUERRA Don Garcia Basionono, Capitano a guerra degli Abruzzi, visita “i luochi di marina” dove ritiene possibile “improvvisi attacchi di inimici” ¢ ritenendo che “la cited 4’Ortona, che per stare alle frontiere detle marine si pud dir quasi chiave d’esse, tro- vandosi pit d’ogn'aitra soitoposta a i pericoli dell’armata nemica” nomina Capitano a guerra della citta Don Bernardino de Bavio soldato di grande valore Biblioteca Comunale Ortona, Registro degli ordini capitati 162] - 1631 8-6-1622, f 63v., 64), DEVIAZIONE DEL FIUME MORO Tl Consiglio decurionale decide di deviare il corso del fiume Moro, riportandolo al suo antico alveo, perché le acque si sono approssimate “alla muragiia della Torre, e cominciato a demolire i! loco dove appoggia la scala per salire a detta Torre ..”. Deliberazioni del Consiglio Decurionale 1692-1736, f. 30v.). 28 FARE L’IMPALIZZATE ALLE PORTE Tl Capitano a guerra dell’ Abruzzo ordina ai Sindaci delle citta marittime di adottare misure atte a prevenire attacchi di corsari “... Et perché potria succedere inconvenienti non tenendosi particolar pensiero della guardia, ¢ custodia di detti luochi, ¢ terre di marina, percid ordiniamo, et comandia- mo anco con ta presente a dette Universita, Capitanij, et officiali, et altri & chi spet- ta, che ogni sera debbiano, et ciascuno debbia nell'Universita sua ponendo guardia di gente del Battaglione, 0 altre persone allestire nelli luochi soliti e sospeti, di modo che si stia in sicurta, et in ogni evento, che si scopressero inimici se ne habbia notitia. In oltre volemo, che le sottoscritte Universita maritime si fortifichino quanto piit si possino, et che stiano sicure, et in ogni evento de nemici si possano defendere, et osiare all’ inimico. Perd havemo giudicato fare in ogn'una d'esse Universita Uimpa- lizzate alle porte come stanno alla porta di Pescara..." Registro degli ordini capitati 1621 -1631. 10-5-1622, f. 50. NOTIZIE SULLE ARMI E MUNIZIONI ESISTENTI IN ORTONA Tl Capitano a guerra Girolamo Valignani, con lettera del 13 luglio 1621 chiede agli amministratori notizie sulle armi presenti in citta, “Per tanto con la presente ordiniamo, e comandiamo alli Magnifici Sindaci e Mastro Giurato di questa Citta d’Ortona che subito al ricevere deila presente ci diano parti- colar nota di tutta quella quantita di polvere, micio, Palle, cosi d'archibigi, come @artigliaric, piombo e qualsivoglia alta monitione di guerra, che si trovi in questa Citta, dandoci nome e cognome deli monitieri, ¢ conservatori d’esse, et anco del numero d’Artighiarie, et artiglieri, @ quali é destinato la lor cura ...” Registro degli ordini capitati 1621 -1631. F. 9v., 10. ORDINE AI PESCATORI DI NON VENDERE IL PESCE PRIMA DI AVER RIFORNITO IL CAPITANO A GUERRA. Al Capitano a guerra Girolamo Valignani non andava a genio che in Ortona il pesce si vendesse liberamente “senza differenza di persona” per cui era capilato che in alcune occasioni il Valignani non era riuscito a procurarsene per i bisogni della sua famiglia. Ma ricorre subito ai ripari emanando una ordinanza con la quale provvede ad “ordinare a commandare come con la presente ordiniamo e comandiamo & tutti, ¢ singoli pescatori in questa marina, che non debbiate vendere il pesce, ne fuori, ne dentro di detta Cista d'Ortona, senza che prima il faccino intendere d noi, acid pro- vistaci di quanto ne faré bisogno con i! debbita pagamento possa poi vendere libera- mente ad ogn’uno, né si facci il contrario ... sotto pena di quatiro tran di corda ..." Registro degli ordini capitati 1621 - 1631, 14-7-1621. £. 10. BANNO PER IL TOGLIERSI LE COMMODITA DI FABRICARE MONETE FALSE La fabbricazione di monete false doveva essere, nel XVI secolo, molto sviluppata nel Regno di Napoli se l'autorita regia emette un bando di proibizione prevedendo, per gli inadempienti, pene alquanto severe. Lordinanza riguardava principalmente gli “Orefici, Argentierie bancherott?” che, tra Faltro, avevano Pobbligo di denunciare la quantita di argento che intendevano lavo- rare, il Lipo di “lavoro, qualita, e quantita, che ne vorra fare e da dove si sia pervenu- to, et pervene detto argento ...” Registro degli ordini capitati 1621-1631. Settembre 1622 DEBITI DELLA CITTA “,. Francesco Massa creditore di questa Citta de ducati settemila de capitale have anu- ato per terze decorse, et fattori interesse grossissimo, et poiché & cosa ignominiosa una Citta lassarsi cosi trascinare, et poiché questo debito, ¢ altriancora l'havemo fatio tutti noi da trente armi in qua che prima la Citta non havea un carlino di debito, ° ben neces- sario che ne forziamo di liberarla di simile servita ...” Il parere del Sindaco @ che si accetti la proposta del Massa “di assolvere la Citta di quel che deve” entro quattro anni purché Universita gli affidi, per lo stesso periodo di quattro anni, “la gabelia della macina con li capitoli che hoggi si asserva in deta Gabella”. Registro del Verbali del Consiglio Generale 1599 - 1616. Del. 1-3-1600, £, 18, 19. RIPARAZIONI DEL PORTO I lavoro di amplimento e di manutenzione del porto 2 stato un problema ricorrente per la citia fin dall’antichita. AUinizio del XVI secolo il Consiglio Generale discure sulla necessiia di effetiuare lavori di consolidamento del molo ¢ nomina per la risoluzione del problema una Commissione alla quale affida pieni poteri per la risoluzione dell’incon- veniente “Item si propone allle 8S. VV. qualmente il porto scalo, et moraglie della Citta minaccia rina, et vi bisogna grossa spesa le SS. VV. provedano. Ni parere delli Sindaci, & che si eleggi Alfonso de Sanctis et Giovanni Vanzale alli quali sidiano ogni potesti:”. Registro del verbali del Consiglio Generale 1599-1616. F. 19v. ISTRUZIONE PUBBLICA “Item se prepone alle SS. VV. qualmente questa Citta tiene provisionato il mastro de scola con: cento, et dodeci ducati di provisione l'anno cioé cento per sua provisione, et 30 ducati dieci per la casa”. Il Consiglio, su proposta del Sindaco, rinnova la nomina per un nuovo anno al “mastro di scola”. Registro dei verbali del Consiglio Generale 1599 -1616. F. 20. GONFALONE Era costume, all’inizio del Seicento, prestare il Gonfalone della citta “ognivolta alle feste detle Castelle”. Il Gonfalone era quindi soggetto ad usura anche perché non veniva utilizzato con Ja dovuta cura per cui “la Citta nostra spesso spende boni denari @ fure Vinsegna nova..." Puit conclusum unanimiter che non si presta pitt Vinsegna, et chi la presta sia tenuto refarla del suo proprio, et privato ...” Registro dei Consigli Generali 1599 - 1616. F. 20v. DESCRIZIONE DELLA CITTA Dentro ancora la detta Citta [Ortona] ornata de molti edificij de privati, palagi bellissimi, et case molto belle, et commode; due piazze, una detta maggiore, avanti la cathedrale Chiesa, et un’altra detta picciola, o del mercato, ove stanno tutte le cose da vendersi. Abondantissima d’ Acque, per ritrovarvisi dentro passa doicento cisterne, et da quattro pozzi sorgenti De Lectis GB. - Vita del glorioso Aposiolo di Christo 8, Tomaso. Fermo, 1577. LE FONTANE .. intorno & ornata di molte freschissime, et abondanti fontane, Alla porta di santa Catherina @ una fontana bellissima, et abondantissima, e di molto perfetta acqua, della quale se ne serve tutta la Citta d’ogni tempo, et con abondanza, e questo per essere molto vieino alla Citta, e poco lontane da detta fortana sono due sorgenze molto abondanti, oltre che per tutta quella riva vi si trova abondantia grandissima d’acque. ... Alla porta della Beccaria é la fon- tana della Poticcia, abondantissima, e bellissima fontana. Alla porta di S. Iacopo vi sono tre fontane, una detta di Mascio di Carlo, in faccioa alla Citta, una detta fontana santa, et l'altra detta fonte grande, per T'abondanza dell’acque, e la grandezza della fontana. De Lectis G.B. - Vita del glorioso Apostolo di Christo S. Tomaso Fermo, 1577. aL LE SEI FORNACI DEI SARACENI Da I'aliro lato verso Oriente, un poco pit discosto dalla Citta é un altro torrente abon- dantissimo, con molte sorgenze, et fontane all’intorno, detto vallone del Saracino, ove ce si lavorano mattoni, et sono da sei fornace, et vi si cura il Iino... De Lectis G. B. - Vita del glorioso Apostolo di Christo 8. Tomaso. Fermo, 1577, GUARDIE ALLE PORTE E DISPOSIZIONI PER LE MARINE TL presente bando, datato 17 febbraio 1631, costituisce una sorta di raccolta di tutte le dispo- sizioni, precauzioni e misure da adottare, per il pericolo del contagio di peste, emanate negli anni 1630-1631 dalle aulorita regie e locali. (Biblioteca Comunale Ortona. Registro degli ordini capitati 1621 - 1631) DISPOSIZIONI PER LE MARINE Esecuzione dell’ordine di realizzare baracche, “.. cirea il fare delle baracche, seu capanne, dove haverando d’assistere quattro huomini di guardia doi a cavalo, et dei a piedi, ... ci semo conferiti con il Magnifico Sindico di que- sta cittit in detta Marina per ritrovare il detto loco per fare detia baracca, et havendono visto, e considerato tutti li luoghi ne ha parso espediente farla nel luoco detio la punta della Ghiomera distante da questa citta circa un miglio e mezzo Datwn in Civitate Ortonae die vigesima quinta Januarij 1031”. Biblioteca Comunale Ortona. Registro degli ordini capitati 1621 - 1631, f. 266 v.) DISPOSIZIONI PER LE MARINE Divieto di pesca notturna, Ondine del Regio Uditore Francesco Antonio Ametrano con cui si proibisce ai padroni di barca di Ortona, sotto pena di anni dieci di galera o di morte naturale ad arbitrio di SE. “ai andare a pescare di notte con barche in qualsivogtia luoco, ne pratticare con gente di dette tartane senza espresso ordine nostro, et della Regia Audientia, ma volendono pescare deb- bano andarci di giorno in luochi vicini, et a vista de cittadini di questa Cina, casi s’asse- gna da ogn'uno sotto la pena predetta alla quale volemo incorrano li contravenienti et che non jossero pigtiati in fragrante... Datum in Civitate Ortonae die vigesima quarta mensis Januarij 1631" Biblioteca Comunale Ortona. Registro degli ordini capitati 1621 - 1631, f. 265 v,). 32 VITA ASSOCIATIVA L’Associazione Ortonese di Storia Patria, sorta nel 1995, sulle precedenti esperienze cultu- ali dell” Associazione Archeologica Frentana, & un’associazione di volontariato finalizzata alla ricerca storica, alla promozione culturale e alla tutela del patrimonio architettonico e artistic. Citiamo a questo proposito i primi articoli dello Statuto, Art. 2 - L’Associazione persegue i seguenti scopi: a) studio e ricerca nei settari della storia ortonese € dell’ Abruzzo; b) promozione culturale di tali conoscenze presse la publica opi- nione per una sua sensibilizzazione; c) tutela del patrimonio culturale, architettonico, stori- co e artistico della zona ortonese. Art. 3 - L’Associazione non ha fini di lucro; & apartitica; si regge sull'impegno volontario dei soci; si basa sui principi democratici. L’Associazione cura cicli di conversazioni di storia locale, ciascuno di tre ineontri. TI terzo ciclo, tenutosi in giugno-luglio 1997 ha trattato della incursione dei Veneziani in Ortona il 30 giugno 1447, con relazioni di Emma Davino ed Antonio Falcone; ha dibattuto “il passa- to € il futuro del complesso cistercense di S. Caterina” con relazione di Elio Giannetti; ha ‘rattato il movimento della popolazione ortonese della prima meta del Seicento, con relazio- ni di Emilia Polidoro e Nicola Serafini Un quarto ciclo di conversazioni sara tenuto, sempre nella Chiesa di 8, Caterina, a meta novembre, sul tema delle tradizioni popolari, con Mons. Antonio Politi, sulla battaglia elet- torale dell'agosto 1897, con relazioni di Antonio Falcone ed Elio Giannetti, ¢ sulla storia ecclesiale e civile di Ortona nell’ opera di Francesco Brunetti, con relazione di Roberto Rieci. ‘Unvaltra attivita dell’ Associazione riguarda interventi concreti per la difesa del patrimonio culturale, troppo spesso non considerato nel suo spessore da una opinione pubblica distratta ¢a tante mode effimere e non curato bene dalle pubbliche amministrazioni. Citiamo linter- vento a difesa di Palazzo Farnese, contro un progetto di ascensore devastante della sua uni- cita architettonica, I'intervento per un recupero scientificamente preciso de] complesso cistercense di S. Caterina, in Corso Garibaldi, e delle mura caldoriane, riscoperte dopo lavori di consolidamento del Belvedere Tosti: anche se in questo caso il progetto di consoli- camento oggettivamente deturpa i bel tratto di mura del XV secolo con la costruzione di pilastri di cemento armato a ridosso delle mura stesse. Sul piano delle Mostre, che sono la conclusione di lunghe riverche, ricordiamo 1a Mostra “Oriona tra Ortocento e Novecento”, tenuta a Palazzo Farnese nell’estate del 1996, con una appendice in novembre per le scuole. Ricordiamo soprattutta 1a Mostra “Ortona nef Seicento” tenuta nella Chiesa barocea di S. Caterina, essa stessa un autentico gioiello museale, e nel contiguo Oratorio del Crocefisso, costruzione di ct sveva, dal 26 luglio al 24 agosto 1997, con una appendice per le scuole dal 15 al 29 settembre. La Mostra ha espo- sto circa 150 documenti illuswati da ampie didascalie; oggetti e libri del Seicento e di qual- che secolo prima; una trentina di foto; diverse tele pittoriche del Scicento ¢ il trittico di G. B, Spinelli “L'incoronazione della Vergine” di recente restaurato, Durante il periodo della Mostra, sono stati tenuti a S. Caterina due concerti, uno della “Camerata Soave” su “Musicisti ¢ strumenti musicali barocchi” e, un secondo, su “La musica in Ortona agli inizi del Seicento”, con introduzione di Vincenzo Borghetti ¢ con i soprani; Arianna Fonzi e Daniela Santucci; Veruska Cupido al clavicembalo, L Associazione ha in programma nuove iniziative culturali, in un impegno che vuole essere preciso c serio. Ha la sua sede in una camera al piano rialzato della Torre Baglioni, in Via G. D’Annunzio, un’ opera del XIII secolo, di proprietA privata, che meriterebbe un restauro © una indagine approfondita degli spazi intorno. Associazione ha una quindicina di soci; si basa sul loro contributo, di ricerca, di lavoro, finanziario. Tutti, se vogliono, possono contribuire a questa attivitd esclusivamente cultura- le, che tende, tra l’altro, a riscoprire sempre meglio ¢ far amare una identita ortonese. Ai 0% Mocancéd i He tees “a ti “pinall mad ml GF Sacorpis “dak seins OS bpadbee « eG nO cowie, begr hea ace A at LA NOTA SULLA MORTE DEL PITTORE GIOVAN BATTISTA SPINELLI Adi 20 di novembre 1657 “Tl sig. Gio. Batt. Spinelli mori con li santissimi Sacramenti d’eta 50 incirca et fu seppellito nella chiesa di San Domenico et accompagnato da me Padre Tommaso Bariscia curato”

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