Sei sulla pagina 1di 97

Ignazio Silone

Vino e pane

ERi
BE A

GRAFISK FORLAG Copenaghen GYLDENDAL Oslo


ERNST KLETT VERLAG Stogcarda
ASAHI SHUPPANSHA Tokio JOHN MURRAY Londra
EDIZIONI SCOLASTICHE BRUNO MONDADORI Milano
BORDAS EDITEUR Parigi ESSELTE STUDIUM Stoccolma
WOLTERS/NOORDHOFF Groningen
TAMMI Helsinki EMC CORP. St. Paul, Minnesota, U.S.A.
EDITORIAL MAGISTERIO ESPANOL, S.A. Madrid
GRAFICA EDITRA PRIMOR Rio de Janeiro

IGNAZIO SILONE

VINO E PANE
->89

n )

5EIC
Ll<*

IGNAZIO SILONE
Secondo Tranquilli era il vero nome dello scrittore che
dapprima us Ignazio Silone come pseudonimo ed in seguito
lo Sprese come nome legale.
Egli nacque nel 1900 a Pescina dei Marsi, un paesino
povero dellAbruzzo. A quindici anni perdette i genitori
e cinque fratelli a causa di un terremoto che distrusse
quasi tutta l zona.
Presto incominci a riflettere sulle condizioni sociali
dei contadini poveri ed entr attivamente nella politica
nel Partito Socialista Italiano. Quando lala sinistra socialista
nel 1921 usc dal partito per costituire il Partito Comunista
dItalia, Silone fu tra i suoi fondatori.
Dopo la conquista del potere da parte del fascismo nel
1922, egli collabor alla pubblicazione clandestina di
giornali antifascisti. Nel 1928 fu costretto a fuggire in
Svizzera. Nel 1930 abbandon anche il partito comunista in
segno di protesta contro il regime di terrore di Stalin ed il
conformismo dei comunisti europei.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale e la caduta
del fascismo, Silone torn in Italia e riprese lattivit
politica nel Partito Socialista Italiano.
Nel 1948 si verific una scissione nel Partito Socialista
con luscita dellala socialdemocratica. Silone non volle
seguire nessuno dei due partiti rivali e si ritir dalla politica
attiva, considerandosi ormai un socialista senza partito, un
cristiano senza chiesa. Vive attualmente a Roma.
Alcune delle sue opere pi note sono:
NARRATIVA: Fontamara, Zurigo 1933 (in tedesco),
Parigi-Zurigo 1934 (in italiano), Roma 1945. Pane e vino,
Londra 1936 (in inglese), Zurigo 1937 (in tedesco), Lugano
1937 (in italiano), Milano 1955 (nuova edizione in italiano,
completamente riveduta con il nuovo titolo Vino e pane).
I1 seme sotto la neve, Zurigo 1941 (in tedesco), Lugano
1941 (in italiano), Roma 1945. Una manciata di more,
Milano 1952. I1 segreto di Luca, Milano 1956. l avven
tura di un povero cristiano*, Milano 1968. SAGGISTICA:
Der Fascismus, Zurigo 1934. La scuola dei dittatori*,
Zurigo 1938 (in tedesco), Milano 1962 (in italiano).
^Testimonianze sul comunismo, Torino 1950. Uscita di
sicurezza*, Firenze 1965.

Don Benedetto compiva quel giorno settantacinque


anni. Era un bel pomeriggio di fin daprile. Seduto sul
piccolo muro dellorto egli alzava ogni tanto gli occhi
dal libro. Era stata di Marta, sua sorella, lidea di
invitare i suoi antichi allievi per la sua festa Ma sarebbero
venuti?
Da alcuni anni don Benedetto aveva vissuto ritirato,
insieme con la vecchia sorella, nella piccola casa al di
sopra di Rocca dei Marsi, tra i suoi libri e lorto. Era
considerato un uomo difficile. I parenti lo odiavano per
non aver avuto da lui, presso le autorit, quellaiuto
che si aspettavano da un prete, in unepoca in cui erano
tanto importanti le raccomandazioni.
Dopo tanti anni don Benedetto seguiva ancora con
interesse e amore alcuni vecchi allievi nelle loro atti
vit. Non aveya altri al mondo. Alcuni di essi, i pi
vicini, erano stati appunto invitati da Marta a venire
a Rocca.
Almeno Nunzio verr disse Marta. Lui non pu
mancare.
medico disse don Benedetto. Ha tanto da fare.
Marta sal al primo piano e si sedette vicino alla
finestra che dava sulla valle.
orto, valle, vedi illustrazione pag. 6 e 7
allievo, colui a cui viene ihsegnato
Rocca dei Marsi, piccolo paese della Marsica. Vedi piantina pag. 4.
I Marsi furono un popolo che abit la Marsica fino allepoca dei
Romani.
raccomandazione, qui una lettera scritta da una persona importante,
per esempio da un prete, a favore di qlcu. perch venga aiutato
e favorito da colui a cui mostra la lettera
5

Arrivano grid Marta dalla finestra. Arriva Nunzio.


Don Benedetto subito si alz e si fece incontro
allautomobile.
Bene arrivati, bene arrivati disse il vecchio prete.
Questo qui disse a sua sorella Concettino Rag,
ufficiale, e questaltro, lo conosci, un vero medico, il
dottor Nunzio Sacca. In fondo, due bravi ragazzi.
Sedetevi e riposatevi disse Marta ^arriveranno forse
altri.
Siamo venuti qui, caro professore^ disse Nunzio,
6

perch senta che non solo, che i suoi allievi non


lhanno dimenticato.
I due uomini presero posto ai piedi di un albero e il
vecchio si sedette tra loro.
Che bella pace disse Nunzio.
II vecchio domand:
Datemi notizie, vi prego. Qui non vedo mai nessuno.
Che fa Luigi Candeloro? Non ho pi udito nulla di lui.
morto in Libia* due anni fa disse Nunzio. Non lo
* LItalia occup la Libia nel 1911.
7

sapeva? Dopo aver finito gli studi era rimasto senza


lavoro. Accett di andare in Libia. Mor due settimane
prima di ritornare a casa per sposarsi.^
Il vecchio scosse tristemente il capo.
E il povero Carlo Caione? Sempre malato?
morto e ha lasciato la moglie con due bambini
disse Nunzio.
Scusate queste domande. Sono qui assai solo e penso
spesso a voi. Qui non vedo mai nessuno. Poi aggiunse:
Dov Di Pretoro ?
Ha perduto il suo posto perch mezzo socialista^
disse Concettino. Ha sempre avuto le idee poco chiare.
Ha sposato una povera ragazza che gli d ogni anno un
figlio. Quattro anni di matrimonio, cinque figli. Il
destino di quello stupido non ammette dubbi. In casa,
dunque, manca spesso il pane. Allora lui, Di Pretoro,
non trova di meglio che andare a bere e quando toma
a casa batte la moglie e i bambini. Sapete che cosa dice
la gente? Dice: Ecco come finiscono gli allievi dei collegi
dei preti.
Don Benedetto si alz stanco. Fece alcuni passi
nelPorto e poi rientr in casa senza dir parola.
Marta and a sedersi tra i due ospiti.
Siamo soli, vero. Per, sono le autorit che rendono
dura la nostra vita.
Lei sa bene che la colpa, purtroppo, tutta di don
Benedetto disse Concettino. C da sperare che egli
cambi idee?
Non ne so nulla disse Marta. Ma cosa abbiamo
fatto di male? Mio fratello stato allontanato dall'insegnamento. Il suo modo di comportarsi non andava
collegio, scuola dove abitano gli allievi
insegnamento, lattivit dellinsegnare
8

bene, mi ha detto il Vescovo, per un professore di un


collegio nel quale le pi ricche, cio le migliori famiglie
mandano i loro figli.

vescovo

I1 passato passato disse Nunzio e, rivolto a Concet


tino, aggiunse: Non c modo di riabilitarlo?
Dipende da lui disse Concettino. Dalla sua buona
volont^
Gli parli lo preg Marta.
Signorina, io gli ho gi parlato. Si ricorda che sono
stato qui con il prete di Fossa. Abbiamo cercato di sal
varlo. Avremmo voluto proporgli di firmare una lettera
in cui dichiara di sottomettersi al governo fascista* e alla
politica della Chiesa. Sarebbe bastato. Egli ci ha ricevuto
gentilmente, ma appena don Angelo ha cominciato a
spiegargli che, per evitare guai peggiori, la Chiesa deve
spesso fare buon viso a cattivo gioco, egli lha interriabilitare, dare di nuovo i diritti o lonore a chi li abbia perduti
Fossa, piccolo paese della Marsica
sottomettersi, ammettere lautorit dun altro e accettare la sua
volont
*11 partito fascista fu al potere dal 1922 al 1945.
9

rotto dicendo: questo pu valere per un partito o per un


governo, ma non per una Chiesa
Don Benedetto apparve di nuovo e Concettino gli
chiese:
Ha ricevuto la mia proposta di benedire la bandiera?
S disse don Benedetto. Lho ricevuta
Accetta di benedirla?
Naturalmente, no.
Perch? Perch vuol rovinarsi?
Non posso comportarmi contro la mia coscienza.
Benedire la bandiera nazionale del partito che sta al
governo, per lei dunque peccato contro la coscienza?
S, uno dei pi gravi. idolatria.
Scusatemi disse Marta. ^Proprio non vi capisco.
Non questo un incontro tra amici?
Ha ragione la signorina Marta disse Nunzio dispia
ciuto. Non siamo venuti qui per discutere, ma solo per
ricordare al nostro vecchio professore la nostra amici
zia^
Lo credo bene disse don Benedetto, sorridendo,
battendogli una mano sulla spalla. Sapete, io penso
spesso a voi. Un povero uomo che ha sempre voluto fare
le cose per bene, arrivato alla mia et, non pu mica
evitare di chiedersi: Be che cosa hai ottenuto? che frutti
ha dato il tuo insegnamento?
La scuola non la vita, caro don Benedetto disse
Concettino. Nella scuola si sogna Nella vita bisogna
accettare la situazione come . Questa la realt. Non
si diventa mai quello che si vuole.
idolatria, credere in cose o persone o trattarle come se fossero
Dio
IO

Per, a me sembrava che vi fosse qualche cosa di


personale in parecchi di voi. Ora quel qualche cosa,
quando pi tardi siete entrati in societ, dov finito?
Mi domando seriamente che senso abbia linsegnare.
meglio rientrare disse Marta.
I due giovani laiutarono a portare dentro i bicchieri.
Quali erano i suoi allievi preferiti? chiese ad un
tratto Concettino a don Benedetto.
Naturalmente quelli che avevano pi bisogno di me
rispose don Benedetto.
Dei nomi, dei nomi chiesero con curiosit.
Don Benedetto non rispose subito. Dun tratto chiese:
Dov ora Pietro Spina? Che gli succede?
Dopo un po, siccome nessuno gli aveva risposto, don
Benedetto chiese di nuovo:
Nessuno di voi ha notizie di Pietro Spina? Dove vive
ora, in quale paese?
In quel momento Marta si convinse finalmente che
non cera pi nulla da sperare per il fratello. Nunzio le
si avvicin e le mise una mano sulla spalla per darle
coraggio, mentre don Benedetto sembrava non essersi
accorto di nulla. Si rivolse a Concettino:
Se ben ricordo, in collegio Pietro Spina era il tuo
miglior amico disse. Dov ora? Che notizie si hanno
di lui? Cosa fa?
Perch dovrei saperlo? Sono forse il suo guardiano?
rispose Concettino evitando lo sguardo di don Benedet
to.
Don Benedetto lo guard negli occhi e disse a voce
bassa:
curiosit, voglia di sapere
guardiano, chi fa la guardia
11

Poverino, a questo punto sei ridotto? Tu non sai che


parole terribili hai ripetute.
Nel silenzio che segu, don Benedetto si allontan dal
giovane ufficiale e and a sedersi in fondo alla stanza.
S, vero disse. Pietro Spina era, in un certo
senso, il mio allievo preferito. Mi preoccupava, temevo
per il suo futuro. Voleva vivere e lottare per quello
che gli appariva giusto e vero. Amava molto, forse trop
po, gli amici. Difendeva i compagni di fronte ai profes
sori, quando venivano accusati senza colpa Non si
curava delle difficolt che si sarebbe procurato. vero,
Concettino. Non era cos?
Finalmente Nunzio si decise a dire quello che sapeva.
A1 principio del 1927 Pietro fu arrestato disse.
Lanno dopo fugg e and in Francia e poi in Svizzera.
Come riesca a sopportare quella vita non lo so. Fa la
fame e da un suo zio ho udito che malato. Peccato,
era veramente il migliore di noi tutti.
I suoi parenti non possono aiutarlo? domand
Marta. Eppure sono ricchi.
Don Benedetto guardava per terra:
Non crediate che sia una storia nuova disse. Tuttaltro, ima storia che sempre si ripete . . . . il figlio
delluomo non ha nulla su cui posare la testa.
I due giovani si alzarono.
tardi dissero. Dobbiamo partire.
II vecchio e la sorella li guardarono allontanarsi,
in silenzio.
Fuori del paese Concettino disse a Nunzio:
Pietro in Italia. La polizia ce lha fatto sapere.
lottare, combattere
difficolt, situazione difficile
12

Forse a questora gi arrestato. Ma che posso farci


io, se lui pazzo?
Non lo puoi aiutare? In fin dei conti, uno dei
nostri.
Se lui pazzo, che ci posso fare io? Aveva la fortuna
di starsene allestero, poteva restarvi.
Non lo puoi aiutare?
Come? Quest la difficolt. Anchio devo fare at
tenzione. Ti sbagli se mi credi del tutto sicuro.

Domande

1. In che periodo della storia dItalia si svolge Vino


e Pane?
2. Come vive don Benedetto?
3. Di che cosa parla don Benedetto con i suoi vecchi
allievi?
4. Qual la differenza tra Concettino e Nunzio?
5. Quali valori umani don Benedetto ha cercato di
insegnare ai suoi allievi?
6. Perch don Benedetto non ben visto dalle autorit?
7. Perch Pietro Spina lallievo preferito di don Bene
detto?
13

Un mattino presto il dottor Nunzio Sacca fu chiamato


al letto di un malato. Un giovanotto di Acquafredda era
venuto a prenderlo col carretto.
Ci conosciamo, mi pare disse il medico dopo aver
guardato un po il giovanotto.
Sono Cardile Mulazzi, della famiglia Mulazzi di
Acquafredda disse laltro. Scusi per lora, le spiegher.
Il cavallo andava a passo, contro vento. Per il medico,
appena uscito dal letto, faceva freddo.
Lei tenne un discorso sulla piazza di Acquafredda,
per la Chiesa e per il popolo, quando io ero ragazzo.
Lo ricorda? Sulla bandiera cera scritto: Libert. La
nostra famiglia era della stessa parte. Era subito dopo
la guerra, la libert era permessa. Allora la Chiesa non
era per il governo, ma per il popolo. Poi laria
cambiata.
Ci conosciamo disse il medico ci conosciamo. Chi
malato, qualcuno della tua famiglia?
Ci sono molte maniere di conoscersi. Si lavora, si
Acquafredda, piccolo paese della Marsica
14

compra, si vende, c sempre bisogno di carte. Si va


allestero per lavorare e si ha a che fare con molti uffici,
si ha bisogno di raccomandazioni. Ma questo un vero
modo di conoscersi?
Ho capito disse il medico. Ma ora dimmi dove mi
porti. Non mi hai mica svegliato per farmi questi
discorsi?
Presto arriviamo disse Cardile. ncora un po di
pazienza. A sedici anni andai via di casa. Il lavoro non
mi mancava con mio padre, per andai in Francia, con
altri paesani. Lavoravo vicino a.Marsiglia. Un giorno uno
mi dice: C qui un tuo paesano che ti vuol parlare. Le
carte sono in ordine, pensai tra me, quel che cera da
pagare lho pagato, cosa vuole questo? Luomo dunque
viene a trovarmi dove mangiavamo, si siede, dice che
manca da alcuni anni dalla Marsica, e comincia a parlare
della terra, della gente di qui, della loro vita, mi parla del
suo paese, del Fucino. Parlammo fino a tardi. Divenne
unabitudine. Mi piaceva la sua compagnia. Non avevo
mai avuto un compagno simile. Io penso, ecco una per
sona con la quale non ho a che fare n per il lavoro, n per
le carte. Egli non viene da me come un prete, n come un
maestro, gente che sa tutto e che pagata per con
vincere gli altri. Ecco imo che viene a me come un uomo.
Un brutto giorno egli part e non fece sapere pi nulla
di s. Sentii subito che mi mancava qualcosa. Poi seppi
che era dovuto fuggire per ragioni politiche.
Posso gi immaginarmi chi fosse disse il medico.
Ma perch mi parli di lui?
paesano, chi viene dallo stesso paese
Marsiglia, Marseille
il Fucino, vedi piantina pag. 4
*5

QuelPuomo ieri sera venuto a casa mia. In prin


cipio non potevo riconoscerlo.^
Pietro Spina qui? Mi stai forse conducendo da lui?
disse spaventato il dottor Sacca.
Erano arrivati. I due uomini saltarono a terra. Cardile
attacc il cavallo ad un albero. Il medico si guard
intorno preoccupato. Pioveva e nella campagna non si
vedeva anima viva,
Quelluomo, dunque, viene da me disse Cardile

stalla
spaventato, pieno di paura
16

ma non vuole entrare in casa bench stia male.


Facciamo allora alcuni passi, usciamo dal paese, pren
diamo una via di campagna e ci sediamo sotto un
albero.
Lui comincia a raccontarmi di essere
rientrato

in Italia di nascosto. Poich non sa pi dove si trovano


i suoi amici di partito, si finalmente deciso a venire
da me, perch io lo nasconda per qualche giorno. Mi
dice: Tu sei un vero lavoratore, ed per il partito
dei lavoratori che sono tornato in Italia, La notte scorsa
lho nascosto in ima stalla e adesso mi domando cosa si
pu fare per quelluomo. Possiamo lasciarlo morire
cos?
Egli non aveva che da restare dovera, allestero
disse il medico.
Ora per qui. Uno lo trova di fronte a casa sua,
come si trova un cane che muore. Si pu lasciarlo morire
cos?
Lui non ha nulla da perdere, solo. Io ho moglie e
figli. Le nostre idee politiche non sono le stesse disse
il medico.
Scusi, qui non si tratta di politica torn a spiegare
Cardile. C un uomo che muore.
lui che ti ha mandato da me? Ti ha anche detto di
conoscermi?
domand il medico.

Mi ha detto di avere fatto gli studi con lei, ma non


voleva che venissi a chiamarla disse Cardile. Quest
la verit. Sul mio onore, mi ascolti. Lui non voleva.
Anzi, mi ha detto di non avere fiducia in lei. Non ha
voluto nemmeno che io vada ad avvertire qualcuno dei
suoi parenti. Dice di considerarsi morto per la sua
famiglia. Ha detto che solo un uomo non avrebbe avuto
lavoratore, chi lavora, operaio
2 V ino e pane

17

paura di aiutarlo, un prete che fu suo professore in


collegio, ma ora troppo vecchio. Cos ci siamo lasciati
ieri sera Oggi lho trovato peggio. Allora sono venuto
da lei senza dirglielo.**
Finalmente il medico si fece coraggio.
Bisogna farlo partire subito** disse. Ora vado a
vedere che cosa posso fate per lui.
laggi disse Cardile nella stalla dietro quel
lalbero. Pu andare solo, mentre io resto qui di
guardia.
Nella stalla il medico trov un uomo che al primo mo
mento non riconobbe.
Nunzio, che fai qui? disse luomo. Avevo proibito
a Cardile di chiamarti.**
Solo allora il medico riconobbe il suo antico com
pagno di collegio, Pietro Spina.
Sei tu? Come ti sei ridotto.
Tassicuro che sto meglio di te. Puoi non credermi, ma
ti ripeto di non essere stato io a chiamarti.
Nunzio si sedette accanto a lui.
Non eri al sicuro allestero?** disse. Perch sei tor
nato in questo paese? Se ami la libert, perch non sei
rimasto nei paesi liberi? La polizia sa del tuo ritorno
e i carabinieri ti cercano.**
Non aver paura** gli disse sorridendo Pietro. Come
stai? Hai moglie, figli, il rispetto delle autorit. Ne sono
contento.**
Me ne vado** disse Nunzio alzandosi. Credi forse
che io abbia voglia di compromettermi con te, discutere con
te? Perch sei ritomato?
Vedi, anche lontano, la realt in cui vivevo con il
compromettersi, mettersi in cattiva luce o in pericolo
18

pensiero, era questa. Per, lontano, a poco a poco, era


diventato un sogno. Avevo veramente bisogno di sentire
di nuovo i piedi sulla terra. In ogni modo, allestero non
ci metto pi piede.
In questo caso disse il medico una faccenda che
non mi riguarda. Io me ne lavo le mani.
Quando lasciammo gli studi disse Pietro trovam
mo una societ del tutto diversa da quella che ci aspet
tavamo, e ognuno di noi dovette scegliere: sottomettersi
o vivere sempre in pericolo della propria vita. Sembra
che una volta ci fossero vie di mezzo. Ma, dopo quella
guerra, per noi giovani, esse erano state chiuse. Quan
ti anni sono passati da allora? Appena quindici, e se
qualcuno dovesse ora vederci, qui, te e me, non potrebbe
credere che fino a ventanni le nostre vie erano uguali e
che noi avevamo gli stessi sogni per il futuro.
vero disse Nunzio ora apparteniamo a due
partiti diversi.
A due mondi diversi disse Pietro. A due razze di
verse. Non trovo altre parole per esprimere quello che
voglio dire. Nella situazione in cui mi trovo, nelle tue
mani, mostrarti rispetto non ne sono capace. Del resto,
ancora troppo presto per fare i conti. Puoi andartene.
Di molte altre cose tu non sei capace disse Nunzio.
Non sei capace di capire che luomo normalmente non
ha la possibilit di scegliere. Le condizioni della sua
vita, se le trova gi fatte. Se non gli piacciono, il meglio
che pu fare di aspettare che cambino.^
E se da s non cambiano? disse Pietro. Chi deve
cambiarle? In quale miseria morale non si trova unin
telligenza che non serve che a trovare scuse per far
tacere la coscienza. Vattene, fammi almeno questo favo
re^
2*

19

Senti, Pietro, posso farti procurare qualche medicina


per mezzo di Cardile. Parliamoci chiaro, tu non devi
morire.*
Si sedette di nuovo accanto a lui.
Si pensa che per ora la vita va male, ma che tutto
ci non pu durare disse. La-vera vita comincer un
giorno. Non riesco a togliermi questidea dalla testa:
si vive una sola volta e questunica volta si vive
aspettando quel giorno in cui dovrebbe cominciare la
vera vita Di quelli che conosco, tassicuro, nessuno
vive nel presente.
Non bisogna aspettare disse Pietro. Bisogna agire.
Bisogna dire: Basta, da oggi.
Ma se non c libert? disse Nunzio.
La libert non una cosa che si possa ricevere in
regalo disse Pietro. Basta lottare. Luomo che pensa
con la propria testa e che lotta per ci che egli crede
giusto, libero. La libert bisogna prendersela, ognuno
la parte che pu.
Nunzio rest in pensiero.
Tu sei la parte migliore di noi stessi* disse. Pietro,
cerca di essere forte. Cerca di vivere, di durare. Sta veramente attento alla tua salute. Per ora resterai qui
nascosto. Hai bisogno di riposo. Cardile ti porter il
necessario. Intanto cercheremo un luogo pi sicuro e
pi comodo.
Allestero non tomo disse Pietro.
Purtroppo, anche se tu volessi, non potresti tomarvi
disse il medico. Non sei in condizione di fare un lungo
viaggio, bisogna trovare un luogo dove puoi nasconderti
medicina, quello che si prende per curare le malattie
agire, fare

20

per un paio di mesi, sicuro e tranquillo. Poi farai quello


che ti pare.
Sulla porta della stalla apparve Cardile.
Piove sempre disse. Non si vede anima viva.
Andarono. Rimasto solo Pietro finalmente poteva
riposare.

Domande

1. Perch Pietro Spina rientrato in Italia?


2. Quali sentimenti prova il dottor Nunzio Sacca nel
rivedere Pietro Spina?
3. Che cosa pensano Pietro Spina e Nunzio Sacca della
libert?
4. Perch Nunzio Sacca vince la paura e aiuta Pietro
Spina?
21

Cardile passava alla stalla due volte al giorno, il mattino


presto e la sera. Pietro dormiva e apriva solo gli occhi
quando veniva Cardile. Riconosceva ognuno dei suoi
movimenti.
Notizie?
Nessuna. Abbi pazienza.
Egli non aveva fretta. Era difficile per lui spiegare il
suo stato danimo. Era tornato al suo paese dopo tanti
anni e ora si trovava l, in mezzo ai campi, agli animali.
Le cose erano l, davanti a lui, al loro posto. Ed il proprio
corpo malato come una cosa naturale accanto a cose
naturali; come un oggetto tra oggetti. Gli era accanto
il vino e il pane, la colazione che gli serviva Cardile.
Non potresti comprarmi qualche giomale? disse
Pietro.
Mi dispiace, ma non ne ho mai comprati disse
Cardile. Le persone che leggono giornali ad Acquafred
da, si contano sulle dita della mano. Non voglio farmi
notare.
Un mattino Cardile gli port una lettera da Nunzio.
Gli proponeva di andare a vivere al sicuro in un
villaggio di montagna, per due o tre mesi, il tempo
necessario per rimettersi in salute. Cosa ne pensava
Pietro? Il piano non gli era ben chiaro, per sentiva il
bisogno di cambiar aria il pi presto possibile, anche
perch Cardile era in pericolo. Perci disse di accettare.
Quella stessa sera si era appena addormentato,
quando si sent chiamare.
villaggio, piccolo paese

22

Pietro, Pietro disse la voce di Nunzio. Scendi! Parti


subito.
Quando Pietro gli fu accanto vide con sua viva
sorpresa un abito da prete.
Non siamo riusciti a trovare un mezzo pi sicuro
disse Nunzio.
Pietro fece di no con la testa.
Mi considero fuori della Chiesa da parecchio tempo
disse. Tuttavia, non voglio travestirmi da prete. Provo
per la Chiesa un sentimento di profondo rispetto.
Se non ti conoscessimo disse Nunzio se avessimo
creduto che tu potessi fare di questabito un cattivo uso,
non te lavremmo offerto.
Finalmente Pietro accett.
Prometti di venire a trovarmi disse Pietro.
Va bene disse Nunzio. Come ti chiamerai?
Spada, che te ne pare?
Va bene disse Nunzio. Allora diremo, don Paolo
Spada.
Perch don Paolo?
Pietro Spada ricorderebbe troppo da vicino il tuo
vero nome. Dunque, andiamo. Ci fermiamo da me. Farai
un bagno, e ti saranno tagliati i capelli.
Andiamo disse don Paolo Spada.
Dopo qualche ora, in piena notte, don Paolo si trov
sulla via di Pietrasecca.
I1 cavallo non ama camminare di notte disse il
cocchiere.
travestirsi, vestirsi con abiti diversi deli propri per non essere
riconosciuto
Pietrasecca, piccolo paese della Massica
cocchiere, vedi illustrazione pag. 24
23

Neppure io disse don Paolo ma ho perduto il


treno. Sono stato trattenuto dal vescovo.
Dovrebbe comprarsi un orologio disse il cocchiere.
Come fa a mandare in giro i suoi preti di notte?
La strada era buia.
Conosce questi posti? domand il cocchiere.
Don Paolo non rispose. Era nato l, era la sua terra
nativa che aveva lasciato quasi dieci anni fa. Il cuore gli
batteva forte.
Dopo un po il cocchiere si gir verso di lui e gli chiese:
Lei crede alla nuova guerra dAfrica* ?
Un prete, se crede, crede in Dio disse don Paolo.
gi molto.
Volevo sapere disse il cocchiere se lei pensa che
ci guadagneremo Gon la nuova guerra.
Non quelli che morranno disse don Paolo.
Il cocchiere accolse la risposta come uno scherzo e ci
rise sopra per un po. Ma veramente la sua domanda
era unaltra e si spieg con parole diverse:
Crede disse che laggi ci sia molto da rubare? Vi si
trova delloro, molto oro?
Secondo te disse don Paolo le guerre sono giuste se
c da rubare?
Secondo tutti disse il cocchiere. I poveri figli di
*La guerra contro lEtiopia (1935-36)
24

mamma dovrebbero morire per niente? Forse solo gli


inglesi hanno il diritto di rubare?
Ho sonno disse don Paolo. Lasciami in pace.
Il paese dove era nato don Paolo era vicino. Chiuse gli
occhi. Non voleva vedere. Cosa faceva la nonna? Viveva
ancora? Si dava pensiero per lui? Poi don Paolo si
addorment sul serio.
Il cocchiere lo svegli a Fossa dei Marsi, davanti
allalbergo del Girasole. Era atteso. Una donna prese
la valigia del prete.
Prima di tornare indietro il cocchiere chiese un favore
a don Paolo.
Non potrebbe scrivermi ima buona raccomandazione?
Una raccomandazione per chi e per che cosa?
Il cocchiere riflett e poi disse:
In questo momento non saprei dire, ma le occasioni
non mancano. Potrebbe farmi una raccomandazione
generale.
Ma io non ti conosco disse il prete.
Neppure io la conoscevo disse il cocchiere. Eppure
lho portato fin qui.
Per questo tho gi pagato disse il prete. Buona
notte.
Il giorno dopo don Paolo si svegli presto ma rimase a
letto fino a tardi. Aveva ricevuto da Nunzio alcuni fogli
scritti a macchina: Come deve comportarsi un prete
fuori della sua diocesi.
Don Paolo era della diocesi
di

Frascati e andava alla diocesi dei Marsi per rimettersi


in salute nel villaggio di Pietrasecca. Erano descritte le
nonna, la madre della madre o del padre
diocesi, zona con a capo il vescovo
25

maggiori difficolt che poteva incontrare. Don Paolo lesse


e rilesse le pagine. Il carretto che avrebbe dovuto
condurlo a Pietrasecca, sarebbe venuto a prenderlo solo
nel pomeriggio. Perci si vest senza fretta. Doveva
imparare come mettersi labito da prete e non era tanto
semplice. Quando finalmente usc dalla camera incontr
sulle scale la padrona dellalbergo, Berenice Girasole.
Doveva trovarsi in una situazione molto grave a giudi
care dal suo aspetto. Gli baci la mano e disse piangendo:
Dio che lha mandato.
No, il medico disse don Paolo cercando di fuggire
mi dispiace, ma io non sono di questa diocesi. Sono
venuto da queste parti unicamente per riposarmi.
La donna tacque, offesa e disperata Don Paolo cerc
di uscire dallalbergo ma la donna gli prese un braccio
e ricominci piangendo:
Mascolti, per amor di Dio. In casa c una ragazza,
la mia unica figlia che muore.
Mi dispiace disse don Paolo. Glielho gi spiegato e
glielo ripeto, non sono di questa diocesi e non posso
curare le anime da queste parti.
Va bene disse Berenice ma almeno lasci che le spie
ghi il caso. Potrebbe magari darmi un consiglio. Ecco, la
ragazza in punto di morte e non vuole confessarsi
al prete di qui, perch un parente. Non pu capirla?
Quando le ho detto che cera un prete da fuori, ha
avuto ima grande gioia Me lha mandato Ges Cristo,
ha detto subito.*
Mi dispiace disse don Paolo. Perch non chiama
subito il prete di una, parrocchia vicina?
parrocchia, la diocesi divisa in diverse parrocchie, normalmente
una per ogni paese.
26

Forse non c pi tempo disse Berenice. E poi


darebbe allocchio. La gente direbbe: Perch non
stato chiamato il prete di famiglia?.
Mi dispiace disse don Paolo.
Come si fa disse Berenice come si fa a lasciare
morire una ragazza senza prete e senza medico?
Perch anche senza medico?
disse don Paolo.

Cos questa storia?


Berenice si guard attorno e disse a voce bassa:
La ragazza non sposata ed ha avuto un guaio.
Allora per non essere disonorata e non disonorare la
famiglia, ha cercato di liberarsi da s. Mi ha capito? La
legge, come lei sa, non lo permette. Doveva scegliere fra
morte e disonore. Ora sta morendo. Simmagina la situa
zione di ima povera madre? Non posso chiamare il
medico perch ha il dovere di raccontarlo alla polizia,
forse ci sarebbe un processo e tutto si saprebbe.
Berenice gli fece segno di accompagnarla, come se
volesse raccontargli ancora qualcosa e don Paolo la
segu. Dietro di lei egli sal le scale fino al primo piano.
Berenice apr la porta di una piccola camera La camera
era buia, ma in un angolo si vedeva un letto bianco, di
ferro.
Bianchina chiam a voce bassa Berenice. Vedi chi
c?
Nel letto si mosse qualcosa Quando don Paolo si
accorse che Berenice era sparita, era gi tardi. Rest in
piedi, vicino alla porta. Cos passarono alcuni minuti.
Cerc di ritirarsi, ma gli occhi grandi, pieni di dolore
della ragazza morente lo fermarono. Come faceva a spie
disonorare, t9gliere lonore a qlcu.
disonore, mancanza dellonore
27

gare a quella ragazza di non essere un prete come gli


altri? Non sapeva che fare.
Coraggio le disse e cerc anche di sorridere. Si av
vicin in punta di piedi, verso la ragazza. Le prese una
mano e la baci.
Cara disse il prete so tutto. Ti prego di non dirmi
nulla. Tu non hai bisogno di confessarti. Sei gi confes
sata^
Se muoio disse la ragazza mi salver?
Certamente.
Don Paolo teneva nelle proprie mani la mano della
ragazza.
In quel momento arriv una voce dalla strada:
Dov questo prete che va a Pietrasecca?
Don Paolo voleva partire, ma la ragazza lo trattenne
per mano.
Non mi lasci cos presto disse. Quando ci rivedremo?
Penser a te disse don Paolo.
Non posso crederlo disse la ragazza. Lei ha altro da
pensare.
Non mi credi? Perch non mi credi? disse don
Paolo.
La guard negli occhi, in silenzio, per alcuni minuti.
Era preso da una grande piet.
S, adesso ti credo disse la ragazza Non ho mai
creduto a nulla, come a questo. Hai degli occhi
straordinari. Non mentono.
Penser a te disse don Paolo.
Attraverso la finestra arriv una voce:
Viene o non viene questo prete?
Adesso devo andare disse don Paolo. Non aver
paura. Non hai nessuna colpa. La colpa di questa
28

societ che ti ha messo a scegliere tra la morte e il


disonore.
Il vecchio Magasci era seduto davanti allalbergo.
Andiamo disse a don Paolo. Abbiamo tanta
strada da fare.
Egli fece sedere il prete accanto a s nel carretto.
Conosce gi Berenice ? domand Magasci. Ha
conosciuto anche la figlia? una ragazza di cui si parl&
Il prete non rispose.
Appena fuori del paese la strada cominciava a salire.
Il prete guardava i monti, le valli, le colline, i torrenti
come vecchie cose conosciute. La strada attravers un
ponte. Tra le rocce si vedevano piccoli campi e pi in
l le prime case di Pietrasecca. Il carretto avanzava con
difficolt. Magasci scese per renderlo pi leggero.
Pare alla fine del mondo disse il prete.
un paese disgraziato. stato distrutto due volte
dal terremoto.
Verso sera arrivarono a Pietrasecca. Don Paolo vide
davanti a s circa sessanta piccole case, di cui ima parte
aveva le porte e le finestre chiuse, essendo probabilmen
te abbandonate. Al di l si vedeva una piccola chiesa.
Da trentanni la chiesa non ha pi pqrroco spieg
Magasci. Raramente ne viene uno. Il paese povero.
Come faremmo a mantenere un prete?
Anche attorno al villaggio la poca terra tra le rocce
torrente, piccolo fiume di montagna
roccia, vedi illustrazione pag. 30
disgraziato, colpito da disgrazie
terremoto, forte movimento della terra che qualche volta fa cadere
anche le case
parroco, il prete di una parrocchia
29

30

appariva divisa in un gran numero di piccolissimi campi.


Subito dietro il villaggio la montagna si alzava. Nessuna
strada conduceva al di l. Don Paolo si guardava attorno
preoccupato.
Non le piace? disse Magasci.
Non capisco come si possano costruire paesi in
luoghi cos stupidi disse il prete. Se uno deve scappare
di qui, quali possibilit gli offrite?
Lunico bene che anche le autorit si occupano
poco di noi.
Magasci port il carretto davanti alla locanda di
Matalena Ricotta, dove il prete doveva abitare. La
padrona lo condusse direttamente alla camera preparata
per lui.
Cosa vuole per cena? gli chiese. '
Niente disse don Paolo. Voglio solo dormire.
Domande

1. Perch Pietro Spina accetta di diventare don Paolo


Spada?
2. Che sentimenti prova don Paolo tornando nella terra
nativa?
3. Quali sono le prime esperienze di Pietro Spina vestito
da prete?
4. Perch don Paolo rappresenta lultima possibilit di
aiuto per Bianchina?
5. In che modo don Paolo riesce a dare un po di fiducia
a Bianchina?
bcanda, piccolo albergo
31

Matalena aveva dato al prete, al primo piano della lo


canda, la propria camera con un enorme letto che occu
pava quasi tutto lambiente. Don Paolo restava quasi
tutto il giorno a letto, senza per trovarvi vero riposo.
Matalena considerava benedetta la sua locanda dalla
presenza di un prete. Finch aveva in casa un prete, si
credeva protetta dalle disgrazie. Sul tetto della casa
si vedevano due grandi coma.
A che cosa servono quelle coma? chiese don Paolo.
Contro il malocchio disse Matalena e si fece il segno
della croce. Soltanto contro il malocchio, contro le
altre disgrazie purtroppo non servono.
Infatti, la casa di Matalena era crollata anchessa,
come molte altre, nel terremoto del 1915.
Era pi grande di questa raccont Matalena. La
buonanima di mio marito aveva lavorato sei anni in Argentina per poterla costruire. Tutti i soldi che mi man
dava servivano per costruirla. Quando croll la casa
era finita appena da tre mesi. La buonanima di mio
marito lavor altri cinque anni a mettere da parte i soldi
per ricostruire la casa. Quando finalmente stava per
ritornare morto in una disgrazia. Lha messo sotto
unautomobile. f invidia che lha colpito perch doveva
venire a godersi la nuova casa.
Don Paolo ascoltava in silenzio. I suoi genitori erano
morti in quel terremoto. Era cresciuto in casa della
nonna.
malocchio, disgrazia di cui si crede sia la causa lo sguardo cattivo
di certe persone
crollare, cadere
invidia, desiderio di avere quello che appartiene ad altri
32

La sera veniva alla locanda la signorina Cristina


Colamartini, figlia di don Pasquale, padrone della casa
pi grande e pi antica del villaggio, la sola vecchia
casa salvatasi dal terremoto. Il profondo silenzio che
subito si stabiliva al suo apparire esprimeva il rispetto
in cui era tenuta. Nel silenzio don Paolo, dalla sua
camera, riconosceva la voce della ragazza che domanda
va notizie della sua salute. Don Paolo non aveva ancora
visto la signorina Cristina, ma da Matalena sapeva che
aveva studiato musica per molti anni presso le monache
e che stava per partire per farsi monaca. A casa la signori
na Cristina doveva aiutare una vecchia nonna di
novantanni, i propri genitori e ima zia. Un fratello
fannullone era quasi sempre via. La nonna voleva che
Cristina si sposasse. Il patrimonio della famiglia era
quasi finito. Solo un buon matrimonio poteva salvarlo.
Ma il padre amava molto la figlia e non osava parlarne
con lei. Per la nonna aveva finalmente convinto don
Pasquale che Cristina doveva rimanere a casa almeno
per un po di tempo.
Se le interessa disse Matalena pu domandare a
Magasci. Egli ne racconta di ogni colore.
Non m,interessa assicur il prete.

monaca

fannullone, chi non ha voglia di lavorare


patrimonio, i beni posseduti
3 Vino e pane

33

Don Paolo stava seduto nellorto di Matalena scrivendo


una lettera a Nunzio quando, col carretto di Magasci,
arriv a Pietrasecca una ragazza di Fossa dei Marsi.
La locanda l, a destra dopo il ponte disse
Magasci.
La ragazza arriv correndo e domand a Matalena:
Abita qui un certo don Paolo Spada? Mi ha salvato
in punto di morte e devo ringraziarlo.
I1 don Paolo che abita qui, non un medico, ma
un prete disse Matalena.
Forse non n un prete, n un medico, ma un
santuomo disse la ragazza.
Don Paolo domand:
Chi mi cerca?
Sono io, Bianchina disse la ragazza. Bianchina
Girasole, di Fossa dei Marsi, la figlia di Berenice. Non mi
riconosce? Non si ricorda pi di me?
Mi fa piacere che tu sia viva disse don Paolo sor
ridendo. Sai, ho pensato spesso a te.
Ti credo disse Bianchina. Ero quasi morente,
abbandonata da tutti, venisti tu, mi toccasti una mano e
mi salvasti. Adesso mia madre vuole scacciarmi di casa.
Perch?
Bianchina cerc le parole.
Mia madre pensa che io sono il disonore della fami
glia. Forse ha ragione. Naturalmente, tu sei daccordo con
mia madre.
Non so disse don Paolo. Non sono ancora stato
madre.
Bianchina si mise a ridere ma divenne subito triste di
nuovo.
scacciare, cacciare via
34

Anche se mia madre mi sopportasse disse non


potrei pi vivere a casa.
Cosa vorresti fare? domand il prete.
Non posso fare nulla? per te?
Mi pare che dovresti pensare a te stessa disse il
prete. Che cosa farai se tua madre ti mette alla porta?
Non so disse Bianchina non so fare nulla.
Ma se non sai fare niente, cosa vorresti fare per me?
Qualunque cosa, pur di starti vicina.
Intanto, dove dormirai stasera?
A Pietrasecca disse Bianchina c unantica mia
compagna di collegio, Cristina Colamartini; forse mi
aiuter. La conosci ?
Era lora che Cristina faceva la sua visita alla locanda.
Vedendola arrivare, Bianchina le corse incontro e le
salt al collo.
Come ti sei fatta bella le disse.
Don Paolo non conosceva di lei che la voce. Adesso
vedeva come il resto andasse daccordo con quella voce.
Era una ragazza veramente piena di grazia.
Cristina diede la buona sera al prete.
Come, ancora non vi conoscete? disse Bianchina
Questa qui, si chiama Cristina ed stata il mio primo
amore. Siamo state insieme tre anni nello stesso collegio
di monache. Lei era la prima della classe ed io, natural
mente, lultima e anche per questo ci volevamo bene.
Poi aggiunse, indicando il prete: E questo qui un santo
al quale devo la vita
Don Paolo non fece caso alle parole di Bianchina
colpito comera dalla bellezza di Cristina Una ragazza
simile a Pietrasecca? Comera possibile?
Don Paolo devessere stanco disse rossa in viso
Cristina dobbiamo andar via.
3*

35

Domani mattina tomer disse Bianchina. Non mi


hai ancora risposto a una domandai
Il giorno dopo, mentre Matalena serviva il caff a don
Paolo gli disse:
Mi sorprende che donna Cristina abbia fatto dormire
quella ragazza in casa sua Dopo tutto quello che si dice
su di lei e suo fratello.
Attraverso la finestra aperta, il prete vide Cristina
uscire di casa Egli si vest e scese le scale.
Buon giomo le disse ridendo.
Sono contenta di vederla un momento prima che
arrivi Bianchina disse Cristina. Lei non sa quale potere
enorme ha sulla mia amica Mi creda, lei Tunica
persona che pu salvarla.
Non sarebbe meglio rivolgersi a suo fratello Alberto?
Ho saputo di un rapporto damore tra i due.
Di nuovo? disse Cristina con voce dura. Non era
finito da parecchio tempo? E un vero scandah.
Vi sarebbe un mezzo molto semplice per evitare lo
scandalo egli disse. Lasciarli sposare.
impossibile* disse fredda Cristina.
impossibile? Perch?
Mia nonna e mio padre lo considererebbero un
disonore, non solo per s, ma per tutta la famiglia disse
Cristina Per favore, parliamo daltro.
Non si tratta della famiglia, ma di Alberto e di Bian
china* disse don Paolo. Se i due si amano, sarebbe
giusto cos.<<
SulTonore della famiglia non si discute disse Cristi
na.*
scandalo, azione che viene giudicata cattiva dalla gente dal punto
di vista morale perch d cattivo esempio
36

Anche lei ha di queste vecchie idee esclam con


sorpresa il prete. Perfino lei?
Anchio, naturalmente disse la ragazza. Chi sono i
Girasole? Da dove vengono? In quanto a Bianchina mi
permetto solo di ricordare la situazione un po speciale
in cui lei lha conosciuta^
Non lho affatto dimenticata disse don Paolo. Ma
cosa ne penserebbe lei se fosse Alberto la causa di
quella situazione?
Cosa si permette? grid Cristina.
Voi state parlando di me? grid Bianchina arrivan
do di corsa con i capelli al vento.
Devo andare a preparare il caff per il resto della
famiglia disse subito Cristina. A pi tardi.
Don Paolo invit Bianchina a tenergli un po di com
pagnia nellorto accanto alla locanda
Vieni, siediti qui egli disse.
Spero che hai riflettuto sulla mia domanda disse la
ragazza. Posso fare qualche cosa per te?
S, ho bisogno di te disse don Paolo.
Veramente? disse Bianchina contenta. Mi
prenderai con te quando tornerai nella tua diocesi?
Anche subito disse il prete. Ascoltami sul serio. Ho
bisogno di mandare qualcuno a Roma da un mio amico.
Solo tu puoi farmi questo favore.
Perch solo io?
Solo in te ho fiducia.
Non mi prendi in giro? Scusami, non intendo
mettere in dubbio le tue parole; ma, ecco, nessuno mi ha
mai parlato cos. Non mi sono mai aspettata che
qualcuno avesse fiducia in me.
Io invece ho fiducia in te.
I1 viaggio a Roma per questioni importanti ?
37

Mdlto importante disse don Paolo. Ma, vedi, pur


troppo non posso spiegarti di che si tratta. Vi sono
segreti sui quali i preti non possono parlare. Non hai
fiducia in me?
Mi butterei nel fuoco disse Bianchina seriamente.
Ascoltami bene disse don Paolo. Non devi raccontare a nessuno che vai a Roma per me. Neppure a
Cristina o a tua madre. Inventerai una scusa qualsiasi.
Mentre sar lontana, penserai a me?
Te lo prometto.
Don Paolo and nella sua camera per scrivere la
lettera che Bianchina doveva portare a Roma.

Domande

1. Qual il modo di pensare di Matalena sul destino


e sulle disgrazie dei contadini dellAbruzzo?
2. Come viene deciso il destino di Bianchina dal normale
modo di pensare nei paesi dellAbruzzo?
3. Come la signorina Cristina , anchessa, legata a quel
modo di pensare?
4. Perch don Paolo ha una tale fiducia in Bianchina da
chiederle un favore tanto importante?
segreto, fatto che non devessere conosciuto
38

Arriv una lettera di Bianchina da Roma. Il viaggio era


andato bene, scriveva. Aveva trovato facilmente la per
sona che doveva cercare. Sarebbe ritornata presto. Di
certo gli avrebbe riportato molte carte da leggere.
Questa breve lettera ebbe un effetto enorme su don
Paolo. Dun tratto si sent meglio. Fra poco avrebbe po
tuto lasciare questo villaggio e ritornare a Roma per
discutere col Partito.*
Da quel momento cerc di evitare quellambiente di
donne che lo circondava e cerc la compagnia degli
uomini. Prima di lasciare Pietrasecca, avrebbe voluto
almeno conoscerli meglio. Questi per durante il giorno
erano gi nella valle e tornavano solo verso sera, a
piccoli gruppi. Dallorto don Paolo li vedeva salire
stancamente la valle.
Ora che stava meglio usciva di casa e un pomeriggio
pass oltre il ponte di legno e prese la piccola strada
che scendeva verso la valle. Si sedette accanto alla strada
e aspett. Era cos naturale per lui aspettare. Da ragaz
zo, nella piazza di Orta, aspettava che gli altri ragazzi,
quasi tutti figli di povera gente, lo raggiungessero per
giocare. Pi tardi a Roma, nel gruppo degli studenti
socialisti aspettava qualche operaio fuori porta San
Giovanni, o fuori porta San Paolo, per passare insieme
la sera. In Francia aspettava Cardile. Sapeva aspettare.
Quella sera il primo ad arrivare fu il vecchio Sciatp
col figlio. Il vecchio Sciatp era conosciuto con questo
* Partito comunista
Orta, paese nellAbruzzo
studente, chi studia
39

nome in tutta la valle. Da giovane aveva lavorato in


America come uomo di fatica presso un paesano, un
certo Carlo Campanello che a New York era diventato
Mister Charles Little-Bell. Egli lo trattava come una
bestia da lavoro. Ogni volta che la povera bestia apriva
la bocca per parlare, Mister Little-Bell gli gridava:
Sciatp.
Pare che in inglese Sciatp voglia dire: sta zitto.
Quando, dopo vari anni, Sciatp torn a Pietrasecca, non
sapeva che quella sola parola, e la ripeteva ogni momen
to. Sua moglie non poteva pi aprire bocca, perch lui
gridava: Sciatp!.
Alla vista del prete, Sciatp si ferm.
Da molto tempo avrei voluto parlare con lei
disse per mi avevano detto che era malato.
Adesso sto meglio disse don Paolo.
Si tratta disse il vecchio del fatto che mio figlio
vorrebbe fare il carabiniere. Non potrebbe scrivergli
una raccomandazione?
Hai veramente voglia di fare il carabiniere? doman
d il prete al giovane.
Magari egli disse. La gente ne dice male per invi
dia. Si lavora poco e si guadagna bene.
Vedi, la difficolt invece unaltra disse il prete.
Tu sei un lavoratore. Se diventi carabiniere, i tuoi
capi potranno ordinarti di sparare contro dei contadini
malcontenti. Questo gi avvenuto, come forse sai, non
lontano di qui, a Sulmona.
Sciatp fu subito daccordo col prete.
contadino, chi lavora la terra
malcontento, che non contento
Sulmona, citt dellAbruzzo. Vedi piantina pag. 4
40

Don Paolo ha ragione disse. Per vivere un pobene,


bisogna vendere lanima. Non c altra via.
Non c altra via? disse don Paolo. Non si pu
vivere bene e rimanere onesti?
S, collaiuto della Chiesa disse Sciatp. Perch
c la Chiesa? Forse la Chiesa proibisce ai carabinieri
di sparare? Ha detto che a Sulmona i carabinieri hanno
sparato contro la povera gente. Vuol dire che dopo si
saranno confessati. C sempre un modo di mettere a
posto le cose, finch si vive. Ma i contadini che sono
morti, chi li ha confessati? In questa vita hanno sofferto
il freddo e nellaltra stanno soffrendo il fuoco.
Mi dispiace disse don Paolo ma non saprei proprio
a chi raccomandarvi.
Sciatp e il figlio diedero la buona sera al prete. Don
Paolo torn a sedersi.
Subito dopo arriv un gruppo di contadini attorno al
carretto di Magasci.
Siamo stati al mercato disse Magasci fermando il
carretto.
Avete ben venduto? domand il prete.
Giacinto stato arrestato dai carabinieri^ disse uno
che stava vicino al carretto. Voleva tornare a Pietra
secca senza vendere ai prezzi fissati dalle autorit.
I prezzi sono troppo bassi, noi non volevamo vendere,
ma siamo stati costretta disse Magasci.
I1 carretto si mise in movimento e don Paolo con gli
altri. Nel gruppo di contadini cera anche un giovanotto
con uno strano sguardo. Era senza scarpe e mal vestito.
Non partecipava ai discorsi dei compagni. Don Paolo gli
sorrise. Il giovane sorrise anche lui e gli si avvicin.
onesto, che ha senso del giusto, che non fa cattive azioni
4i

Quando il gruppo pass oltre il ponte di legno don Paolo


prese il giovane per un braccio e lo trattenne.
Vorrei parlare con te gli disse a voce bassa, d o r
rei sapere quello che pensi di alcune cose.
Don Paolo lo segu fin dove abitava tra un gruppo di
stalle in fondo al villaggio.
Vorrei parlare con te, da uomo a uomo disse don
Paolo. Dimentica un momento, ti prego, che io porto
un abito da prete e che tu sei un semplice cafone.
C un paese, un grande paese nel quale, nel 1917, i
cafoni delle campagne strinsero un accordo con gli
operai della citt.
Matalena intanto andava in giro di casa in casa per
trovare don Paolo. Finalmente lo trov.
Da unora la cena pronta disse. Temevo una di
sgrazia^
Non ho fame disse don Paolo. Tomi pure nella lo
canda, perch ho ancora da parlare con questo amico.
Parlare? disse Matalena. Ma non si accorto che
questo poveretto sordomuto e capisce solo qualche
segno?
Il sordomuto era l, seduto per terra, accanto al prete
e lo guardava con due buoni occhi da cane.
Il prete disse alla donna:
Non fa niente, tomi pure nella locanda, io non ho
fame.
I due uomini restarono seduti per terra e anche colui
che poteva parlare tacque. Ogni tanto si guardavano e
sorridevano. Il grigio della sera se nera andato e si
stava facendo buio. Dopo un po don Paolo si alz,
cafone, contadino povero
sordomuto, che non pu udire n parlare
42

strinse la mano al sordomuto e gli diede la buona sera.


Lunica porta ancora aperta e illuminata era quella
della locanda. La sera capitava sempre qualcuno a bere
o a giocare e rimaneva fino a tardi. Quando don Paolo
arriv quella sera due soli contadini stavano giocando
a carte.
A vederla parlare col sordomuto disse uno di essi
credevo che avesse fatto un miracolo; invece si era solo
sbagliato.
Don Paolo si sedette al tavolo dei due.
Non ho fatto nessun miracolo e non mi sono
sbagliato disse.
I due ripresero a giocare.
Don Paolo si sedette al tavolo dei due. Aveva voglia
di discutere.
Da che mondo mondo disse i cafoni si lamentano,
ma non fanno niente per rendere migliore la loro situa
zione. Continuer sempre cos?
Se si potesse morire di fame, saremmo gi morti
disse uno.
Non credete che una volta le cose potranno cambiare? disse ancora don Paolo.
S, quando il malato allaltro mondo, arriva il
medico disse laltro.
Non avete mai udito che vi sono paesi in cui le cose
sono diverse?
La testa delluomo troppo piccola per pensare a
queste cose disse il primo. La nostra piccola testa
non pu pensare che a un piccolo pezzo di terra.
A volte disse laltro la nostra testa non basta
miracolo, fatto che non si pu spiegare con le leggi naturali
lamentarsi, esprimere di non essere contenti
43

neppure per il nostro piccolo pezzo di terra. E a che


cosa servono i pensieri? Non voglio offenderla, ma si
vede che ha tempo da perderei
I due ripresero a giocare.
Ho capito disse don Paolo. Buona notte.
Pi tardi uno di loro disse a Matalena:
I1 tuo prete sembra un buon uomo, ma anche un po
matto.

Domande

1. Perch don Paolo cerca di stabilire rapporti con i


contadini?
2. Che cosa significa per don Paolo lincontro con il
sordomuto?
3. Perch per i contadini don Paolo un buon uomo,
ma un po matto?

La maestra del villaggio, la signorina Patrignani, aveva


ricevuto il nuovo numero del giornale murale, LE
NOTIZIE DI ROMA, che doveva essere affisso sulla
porta della scuola. Prima di affiggerlo essa aveva
labitudine di leggere e spiegare le notizie pi importanti
ai contadini nella locanda di Matalena.
Quando si seppe che anche il prete sarebbe stato pre
sente quella sera, la locanda si riemp pi del solito.
Vennero persone che il prete non aveva ancora visto.
Don Paolo era seduto ai piedi della scala che conduceva
al primo piano e poteva vedere quasi tutti in faccia.
La maestra raccomand di stare bene attenti e di do
mandare se cerano delle parole difficili. Poi cominci a
leggere a voce alta:
Abbiamo un capo lesse che tutti i popoli della terra
ci invidiano e chiss che cosa sarebbero disposti a pagare
per averlo nel loro paese ...
Quanto pagano? disse Magasci.
un modo di dire disse la maestra.
No, no, quando si compra o si vende, non vi sono
modi di dire disse Magasci. Lo vogliono o non lo
vogliono? E se lo vogliono, quanto pagano?
Ho detto che soltanto un modo di dire.
Allora non vero che vogliono comprarselo!* disse
Magasci.
Vari scoppiarono a ridere.
Finite di ndere grid la maestra altrimenti vi pianto
murale, da attaccare a un muro
affiggere, attaccare
invidiare, desiderare qualcosa che appartiene ad altri
45

qui e vedremo se siete capaci di capirlo da voi. Poi


rivolse uno sguardo al prete, come per dire: Veda un
po con che razza di gente bisogna avere a che fare in
questo paese!.
La seconda notizia riguardava i rurali.
Chi sono i rurali? domand uno.
I rurali siete voi rispose la maestra perdendo la pa
zienza. Ve lho detto e ripetuto cento altre volte.
Eravamo rurali e non lo sapevamo dissero ridendo
gli uomini.
La maestra disse:
La rivoluzione rurale ha raggiunto i suoi scopi su
tutta la linea ...
Quaie rivoluzione abbiamo fatto noi? domand
Grascia. Quali scopi abbiamo raggiunto?
La maestra divent rossa.
La rivoluzione rurale ha salvato il paese dal pericolo
comunista.
E gli altri scopi?
Avete vinto la battaglia del grano. *
Noi?
La nazione. Tutta la nazione.
Ah, la nazione disse Grascia. Non era la battaglia
del grano, ma della fame. Non lho vinta.
Gli uomini scoppiarono di nuovo a ridere.
Zitti! Sono cose serie queste? Fate silenzio!
Siccome non sono daccordo, me ne vado disse
Grascia.
La maestra lo invit a spiegare su quale punto non
rurale, della campagna. Parola usata dai fascisti per indicare un
contadino
*Programma fascista per aumentare la produzione del grano per
non dipendere dallestero
v
46

fosse daccordo, ma il vecchio si allontan senza


rispondere.
Don Paolo lo raggiunse fuori della locanda.
Bravo gli disse.
Una donna non deve insegnare alFuomo disse
Grascia.
Lhai fatto solo per questo ?
Per questo, e altro.
La notte era calda. Vicino al ponte di legno, dove
erano rimasti a parlare, don Paolo e Grascia, furono
raggiunti da Sciatp, Magasci e Daniele.
Don Paolo consegn del denaro a Sciatp perch si
facesse dare da Matalena una bottiglia di vino.
Ecco, bevete disse Sciatp.
bottiglia

grano

Uno di noi dovrebbe farle la carit di un figlio disse


Grascia. Magari potremmo tirare a chi tocca.
Di chi parli? gli domand Magasci.
Della maestra.
Lascia in pace quella disgraziata disse Magasci.
Ognuno guadagna la vita come pu.
Forse tra giorni andr via disse don Paolo. Mi
sento abbastanza bene in salute. Ma prima di partire
vorrei avere unidea pi precisa del vostro modo di
pensare.
Siamo cafoni disse Daniele. Lavoriamo la terra. E
presto detto. C poco da pensare.
Anche un cafone qualche volta riflette disse il prete.
47

Ecco, per cominciare, Daniele, non potresti dirmi che


cosa pensi tu della situazione?
Di quale situazione parla? disse Daniele.
Della situazione generale del paese.
Di quale paese? Di Pietrasecca?
Non mi hai capito disse il prete. Cosa pensi delle
condizioni di vita in generale in Italia?
Niente disse Daniele. Sa, ognuno ha i suoi dolori.
Ognuno pensa per s disse Magasci.
Ognuno ha il suo piccolo pezzo di terra disse
Grascia Ognuno pensa giorno e notte al suo pezzo di
terra. Se piove, se non piove. Di pensieri ne abbiamo
anche troppi.
Non mi avete capito disse il prete. Vorrei sapere
che cosa pensate di questo govemo.
Niente disse Daniele.
Niente dissero gli altri.
Come? disse il prete. Eppure vi lamentate sempre.
Si nasce e si cresce nello stesso pensiero disse
Sciatp. I pi lontani ricordi della nostra mente che
cosa sono? I nostri vecchi che si lamentavano. Si credeva
che non potesse venire il peggio, ma il peggio venuto.
Bevi e passa la bottigliai disse Daniele.
Ma non credete che un giorno possa fnire? disse il
prete.
Parla di unaltra vita, dopo morto? domand
Grascia
No, parlo di questo mondo insist don Paolo. Non
credete che un giorno le terre verranno espropriate ai
grandi proprietari e date ai poveri?
espropriato, tolto al proprietario dallo Stato
proprietario, padrone, qui di terra

Conosciamo questo sogno disse Grascia. Ogni


tanto se ne sente parlare. E un bel sogno, non ce n di pi
bello.
Ma purtroppo non che im sogno disse Magasci.
A1 posto di tutte le leggi, se dipendesse da me
disse Grascia ne metterei una sola. Perch nessuno pi
si lamenti, basterebbe, credete a me, questa sola legge:
Ogni italiano ha il diritto di andarsene.
Impossibile disse Daniele. Chi ci rimarrebbe qui?
Bevi e passa la bottiglia gli disse Magasci.
Non ce n pi disse Sciatp. Vado a prenderne
unaltra?
No, gi tardi disse don Paolo. Mi sento un po
stanco.
Diede la buona notte agli uomini e torn alla locanda.

Domande

1. Che tipo di notizie la maestra cerca di spiegare?


2. Perch i contadini ridono della maestra?
3. Perch don Paolo cerca di nuovo di parlare con i
contadini?
4. Secondo don Paolo in che modo la situazione dei
contadini pu diventare migliore?
5. E secondo i contadini?
4 Vino e pane

49

*
Don Paolo avvert Matalena che il giorno dopo sarebbe
andato a Fossa. Don Pasquale Colamartini gli aveva
offerto un passaggio.
Al mattino quando don Paolo usc dallalbergo, don
-Pasquale aveva gi legato la cavalla alla biga. Cristina
era venuta per salutare il prete.
Parte gi? disse. Per sempre?
Non so disse don Paolo. Lascio qui i miei oggetti
personali. Forse torner a prenderli o mander
qualcuno.
*La biga pronta disse don Pasquale.
Buon viaggio disse Cristina. Arrivederci, spero.
Cristina stava per aggiungere qualche cosa, ma la
biga si mise in movimento.
La cavalla si chiama Diana disse don Pasquale.
La comprai quindici anni fa per andare a caccia. Bei
tempi che non tomano.
Passavano delle donne vestite di nero col bambino in
50

braccio, che portavano da mangiare agli uomini nei


campi.
La strada era dura e il caldo cominciava a farsi senti
re. Veniva loro incontro un uomo su un asino. I piedi
delPuomo toccavano quasi terra. Luomo guardava
verso iltorrente e non saccorse del passaggio della biga.
Ha una mia piccola terra in fitto e non paga da tre
anni disse don Pasquale al prete. Ogni volta che
mincontra, gira la testa dallaltra parte. Lei non pu
sapere quanto sia disperata la situazione dei Colamartini.
Mi restano quattro pezzi di terra, e da vari anni mi
domando, perch continuo a coltivare quelle terre. Con la
terra non si guadagna pi.
E come stanno i piccoli proprietari?
Come me. Anzi peggio. Su un solo pezzo di terra ci
lavorano duro loro e tutta la famiglia. Eppure, tutti
sognano un piccolo pezzo di terra, bench i pochi che
lottengono vivano poi peggio degli altri. Sono sempli
cemente dei pazzi. Daltronde, che potrebbero fare? Con
la disoccupazione che abbiamo in Italia, per loro non c
nemmeno la possibilit di diventare operai dellindustria.
Non possono nemmeno emigrare perch non pi per
messo^
Ho limpressione disse don Paolo che i tempi diven
teranno sempre pi duri.
Quando la biga arriv a Fossa, don Pasquale lasci
il prete davanti allalbergo Girasole e part subito,
forse per non salutare la signora Berenice. Questa corse
fitto, qui accordo con cui il proprietario d un terreno ad un
contadino che deve pagare del denaro ogni mese o ogni
anno
coltivare, lavorare le terre perch diano i frutti
disoccupazione, mancanza di lavoro
emigrare, allontanarsi dal proprio Paese per andare allestero
4*

51

incontro al prete e gli baci la mano con profondo


rispetto.
Qualcuno la sta gi aspettando nella sala da pranzo
gli disse.
Dov sua figlia? chiese don Paolo.
La mando subito a cercare disse Berenice. E
tornata ieri da Roma, dove, grazie a Dio, ha trovato un
buon lavoro.
Mi fa piacerei disse don Paolo.
Nella sala da pranzo egli trov Cardile seduto a un
tavolo.
Aspettavo anche il dottore disse don Paolo.
Mi dispiace disse Cardile non potuto venire.
Verr stasera? Domani mattina?
Non credo disse Cardile.
Se lui non pu muoversi, andr io da lui disse don
Paolo. Ho bisogno del suo aiuto per trovare un altro
luogo dove vivere. A Pietrasecca finirei per morire dal
non fare niente.
Ascoltami disse Cardile. Non possiamo pi
contare sul dottore.
Perch? Te lha detto lui stesso?
S.
Ha paura?
Berenice port da bere ai due uomini e torn in
cucina
I1 dottore in una situazione difficile disse Cardile.
Bisogna capirlo, non cattivo, ma il suo futuro
allospedale in pericolo.
Sulla porta della locanda apparve Bianchina.
Don Paolo grid piena di gioia
Il prete and subito verso di lei.
Come stai? disse. Com andato il viaggio?
52

Punto per punto secondo il programma disse


Bianchina. Ho portato delle carte per te. Le tengo
nascoste in camera.
Va bene disse don Paolo. Rivolto a Cardile
aggiunse: Ordina da mangiare anche per me. Torner
subito.
Scese al primo piano ed entr nella sua camera con le
carte che Bianchina gli aveva dato e chiuse la porta
Apr la busta con il cuore che gli batteva forte. Era la
prima lettera del Centro estero* che gli giungeva dopo
il suo ritorn in Italia Cera soltanto scritto che doveva
leggere al pi presto tutti i rapporti contenuti ed
esprimere il suo punto di vista Diede unocchiata ad uno
dei rapporti: La direzione del partito comunista russo e
i doveri dei partiti fratelli. Ripose le carte in una piccola
valigia e scese nella sala da pranzo.

Cattive notizie? chiese Cardile.


Peggio disse don Paolo. Notizie senza valore.
Il resto del pranzo si svolse in silenzio. Solo alla
fine don Paolo disse:
Forse domani tomo a Roma.
Tu sai dove abito disse Cardile stringendogli forte
la mano. Sai dove si trova la mia stalla.
Fuori dellalbergo il prete vide da lontano un vecchio
signore che non si teneva in piedi come se si sentisse
* Centro comunista russo per lestero
53

improvvisamente male. Riconobbe don Pasquale Colamartini. Lo raggiunse di corsa e il vecchio gli cadde fra
le braccia.
Coraggio gli diceva don Paolo. Coraggio.
A fatica il prete pot accompagnarlo, passo a passo,
fino alla biga.
Il vecchio disse con un filo di voce:
E la fine. Proprio la fine.
Non c nessuno qui che potrebbe accompagnarla
fino a Pietrasecca? gli chiese don Paolo. Non ha qui
un amico che potrebbe salire sulla biga accanto a lei?
Il vecchio fece di no con la testa.
Don Paolo segu con lo sguardo la biga fino al fondo
della strada. Davanti allalbergo Girasole trov un
gruppo di persone che discutevano il fallimento della
banca. Bianchina gli venne incontro.
Povero vecchio disse Bianchina. Vorrei raggiun
gerlo e aiutarlo, ma so che il mio gesto verrebbe
subito male inteso. Senti, don Paolo, ascoltami, ti prego,
portami via di qui. Qui non ci posso pi vivere.
Ne riparleremo disse don Paolo. Fammi conoscere
Alberto, ti prego; sai dove si trova?
Alcuni giovani sincontrano in ima villa abbando
nata, al di l del borrente. Alberto tra loro. Leggono
i primi scritti di Mussolini* e parlano della seconda
rivoluzione fascista. Ho gi parlato di te. Se mi
accompagni alla villa te lo presento.
Sono giovani contadini?
Sono tre o quattro giovani studenti.
fallimento, la situazione di una societ, qui della banca, che non
pu pi pagare
*Fino al 1914 Mussolini fu socialista. I primi programmi fascisti
contenevano perci alcune idee socialiste.
54

Strada facendo, don Paolo disse:


A Pietrasecca ho udito qualche storia su voi due.
Da Cristina?
No. Da altre persone. Sai che Cristina contraria al
vostro matrimonio? disse don Paolo.
Anchio disse Bianchina. Non ho nessuna voglia di
sposarmi. Alberto non avrebbe dovuto parlarne con suo
padre senza prima'dirlo a me.
I due erano intanto arrivati alla villa. Sui muri si
leggeva: Viva la seconda rivoluzione.
Alberto chiam Bianchina. Eccolo, quest5 il famoso
Alberto disse al prete.
sceso oggi da Pietrasecca? chiese Alberto a don
Paolo. Come sta Cristina?
Egli aveva la figura sottile, lo sguardo e la voce dun
ragazzo e la faccia aperta.
Sono in pensiero per suo padre gli disse don Paolo
con voce grave. Sa anche lei del fallimento della banca
in cui aveva tutto il suo denaro? Questa notizia gli ha
dato un colpo gravissimo. Poco fa lho dovuto aiutare a
salire sulla biga. Ho paura che gli succeder qualcosa.
La persona che lei chiama mio padre disse Alberto
mha scacciato di casa. Non mi considera pi come
figlio.
Se lei lavesse visto poco fa disse don Paolo sono
certo che avrebbe dimenticato lodio passato. Egli era un
povero vecchio colpito a morte.
Non pensi di andare subito a Pietrasecca? gli chiese
Bianchina. Potrei procurarti un cavallo.
No. Mi scaccerebbero. Mi dispiace solo per Cristina.
Arriv un altro giovane, pressa poco dellet di
Alberto.
Quest Pompeo, figlio del medico don Luigi.
55

Bianchina ci ha parlato di lei disse Pompeo.


Mi pare continu Bianchina che siete fatti per
intendervi.
probabile disse don Paolo che sulle questioni pi
importanti siamo daccordo. Non parlo tanto di idee
politiche, quanto del modo in cui usiamo la nostra vita.
Ma un accordo difficile a esprimersi. Anchio sono
convinto che bisogna preparare una seconda
rivoluzione.
Cera un uomo disse Pompeo che aveva salvato il
paese. Le sue parole erano chiare e non lasciavano dubbi.
Abbiamo letto i suoi primi scritti. Voleva distruggere la
Chiesa e il capitalismo. Arrivato al governo, ci siamo
meravigliati che i suoi atti fossero contrari alle sue parole.
Abbiamo sentito dire che egli prigioniero della banca.
Cosa ne pensa lei?
Alcuni lo credono disse don Paolo. Poi, non si
tratta di un uomo solo. Quello che certo che lintero
paese prigioniero del capitale.
Che bisogna dunque fare? (domand Bianchina.
Pensiamoci insieme disse don Paolo. Ne riparlere- '
mo dopo averci riflettuto.
Sono contento di avere incontrato un prete come lei
disse Pompeo. Chi si sarebbe mai immaginato di avere
un prete con noi, per la seconda rivoluzione? In ognuno
di questi villaggi ho qualche amico, glieli far conoscerei
Domani vado a Roma, quando ritorno vi spiego che
cosa possiamo fare. Forse il momento dellazione si
presenter prima di quello che ora crediamo.
capitalismo, sistema politico-economico nel quale i mezzi di
produzione appartengono ai pochi che possiedono i capitali
prigioniero, che o chi privo della propria libert
capitale, beni economici impiegati nella produzione

56

Don Paolo ritorn a Fossa solo, stanco e contento.


Nella sua camera allalbergo Girasole, prepar la valigia
e bruci le carte ricevute da Roma il giorno prima.

Domande

1. Qual la condizione dei proprietari di terra in


Abruzzo?
2. Perch don Paolo non legge con attenzione le carte
portategli da Bianchina?
3. In che cosa spera don Paolo dopo lincontro con
Alberto e Pompeo?
4. La rivoluzione in cui spera Pompeo la stessa in cui
spera don Paolo?
57

Fortunatamente il viaggio a Roma non era lungo. A don


Paolo non piaceva viaggiare travestito. Gli pareva che
tutti lo guardassero. Per labito da prete gli permise
di attraversare la stazione Termini
senza essere
osservato

dalla polizia che teneva docchio tutti quelli che


passavano. Appena fuori della stazione, si diresse verso
dei bagni pubblici dove si mise una camicia e una
giacca che aveva in valigia.
Usc senza essere osservato. Era di nuovo Pietro
Spina. Si diresse subito verso il centro della citt.
Alla chiesa della Scala Santa si mise ad aspettare
guardando alcune donne vestite di nero che stavano
salendo in ginocchio la grande scala in mezzo alla chiesa
Poco tempo dopo gli si avvicin un uomo che lo guard
con una speciale curiosit.
Scusi gli disse lei il medico dAssisi?
Sono io disse Pietro. E lei?
Un amico del cocchiere.
Ho una lettera per lui disse Pietro e gliela consegn.
Sa dove andare per stasera?
S disse Pietro. Cercher di sistemarmi.
Egli pass oltre Porta S. Giovanni, prese lAppia
Nuova Attravers una zona di brutte case nuove. Al di
l cerano prati abitati solo da cani, gatti e vagabondi.
Alcuni mesi prima, appena rientrato in Italia, quando
la polizia lo cercava, Pietro vi aveva gi abitato nella
baracca di un suo vecchio paesano, detto Mannaggia
vagabondo, persona senza lavoro e senza casa
baracca, povera casa di legno
58

Lamorra. Da ragazzo Lamorra aveva lavorato in casa


Spina a Orta, e poi era emigrato, anche lui in cerca di
fortuna. Dopo vari anni era ritornato in Italia, povero
come prima Non voleva ritornare a Orta perch non era
diventato ricco e non poteva comprarsi casa e terra.
Pietro ritrov facilmente la baracca. Lamorra gli corse
incontro.
Signor padrone, di nuovo da queste parti ? gli disse.
Per un paio di giomi disse Pietro. Se vuoi, per un
paio di giorni puoi lavorare per me.
Gli diede un indirizzo e disse:
Va a informarti se a questo indirizzo abita un certo
Romeo. Informati anche se lavora e dove lavora, ma
senza farti osservare.
Lamorra si mise subito in moto e Spina entr nella
baracca. Lamorra torn tardi ma con informazioni
\ precise.
Il giorno dopo Pietro and ad aspettare ben presto
a un lato della Porta S. Giovanni. Poco tempo dopo
appar Romeo, ma, essendo con altri operai, Pietro non si
avvicin e lo segu a una certa distanza. Le strade erano
piene di gente che andava al lavoro e che camminava
in fretta. Romeo prese la via delle Mura Aureliane, a
Porta Metronia si separ dal suo gruppo e continu per
^ la via della Ferratella. Finalmente Romeo si gir e lo
salut.
Mentre camminavano Pietro gli disse:
Nel pomeriggio incontrer Battipaglia. Ma per il
lavoro nella zona del Fucino ho bisogno di trovare, nei
gruppi di Roma, qualche persona fidata, possibilmente
indirizzo, vedi illustrazione pag. 53
fidato, in cui si pu avere fiducia
59

un operaio. Devessere del Fucino e ancora in rapporto


col suo villaggio. Dovrebbe tornare subito nel villaggio e
lavorare per me.
Domandi troppo disse Romeo. La polizia stata
particolarmente dura con gli abruzzesi. Sembra che la
polizia ce labbia soprattutto con loro. I poliziotti, come
sai, vengono quasi tutti dalla campagna e non puoi farti
unidea di che cosa fanno ogni volta che capita loro tra
le mani un operaio che non sia uomo di citt, ma
paesano. Se riesce a salvare la vita, quando esce di
carcere, non pi lo stesso uomo.

Bisogna cercarlo^ insist Pietrd? Le possibilit di


azione nel Fucino sono assai buone.
Lo sai disse Romeo che i gruppi di Roma sono
stati distrutti varie volte. sempre una fatica trovare
nuove persone fidate e spesso durano poco. Altri sono
spariti. Dobbiamo anche allontanare alcuni poco seri.
Avevamo un certo Luigi Murica, studente, ma sparito
e non sono riuscito a ritrovarlo.
Che fa Annina, la sarta?
Si era messa con Murica.
Lo sapevo, perci te lo domando.
abruzzese, che o chi viene dallAbruzzo
poliziotto, uno che lavora nella polizia
sarta, donna che fa i vestiti
60

Forse rimasta con lui. Potresti cercarla dove abita


va ima volta.
Il pomeriggio Pietro doveva incontrare Battipaglia, capo
del partito comunista nellItalia centrale, in una piccola
chiesa sullAventino.
Quando Pietro vi arriv, il suo compagno era gi sul
posto. Pietro non laveva pi rivisto da molti anni. Aveva
i capelli grigi, il carcere laveva invecchiato.
Da un mese ho del denaro a tua disposizione gli
disse Battipaglia a voce bassa Ho anche un passaporto
nuovo. Come va la salute?
I1 passaporto per ora non mi serve disse Pietro.
Allestero non ci tomo.
affar tuo disse Battipaglia. Non dipendi da me,
\ come sai, ma dal Centro estero. Ti mander il passaporto
da Romeo. Ne farai quel che ti pare. Come va il lavoro
politico?
Tra i cafoni difficile disse Pietro. Non sono aperti
alla politica. Ma di questo ho parlato nel mio rapporto.
Mi rendo conto che la colpa del partito stesso, che
fino a ora non si dato pensiero dei contadini, ma solo
degli operai.
Una cosa pi importante: il Centro estero vuole al
^ pi presto una risposta anche da te sullultimo rapporto
passaporto

invecchiare, rendere o diventare vecchio


6l

politico disse Battipaglia. Devi soltanto dichiarare


di essere daccordo con la maggioranza del partito comu
nista russo.
A dire la verit disse Pietro non conosco la
questione. Non so nemmeno se sono in grado di capirla.
Ho altro per la testa che mi preoccupa: la situazione
di qui, la guerra. Se faccio tanta fatica a capire il mio
villaggio, come vuoi che io possa giudicare la politica
russa? Non sarebbe serio, puoi capirlo.
Forse una cosa dipende dallaltra disse Battipaglia.
Se tu studiassi bene i rapporti delle campagne russe,
probabilmente capiresti meglio i contadini del tuo paese.
Li hai letti bene?
Ti dico la verit disse Pietro. Quelle carte le ho
bruciate. Non mi interessavano, ed era pericoloso por
tarle con me.
Quello che hai fatto grave disse Battipaglia. Te
ne rendi conto?
Insomma disse Pietro non me la sento di giudicare
le questioni che non conosco. Non voglio sottomettermi
ad alcun conformismo, giudicare ad occhi chiusi.
Tu tratti questo come una questione personale. Ma
non capisci che in primo luogo una necessit di partito.
Siete stati con Bucharin*, finch egli era in maggio
ranza. Sareste ancora con lui se avesse con s la maggio
ranza. Ma, come potremo distruggere il conformismo
fascista, se rinunciamo a pensare con la propria testa?
Cerca un po di rispondermi.*
maggioranza, pi del 50 % delle persone di un gruppo
conformismo, il sottomettersi senza resistere alle idee della
maggioranza
* Nicolai Bucharin (1888-1938). Accusato di essersi alleato con
Trotzkij e condannato a morte nel 1938
62

Ora basta grid Battipaglia. Se dipendesse da me,


ti butterei subito fuori dal partito!
Rispondi se puoi continu Pietro a questa mia
domanda: sareste forse contro di lui se egli avesse con
s la maggioranza?
Non mi importa sapere chi ha ragione disse
Battipaglia se Bucharin o Stalin. Mi importa stare con
la maggioranza del partito comunista russo perch
soltanto cos avremo la forza di combattere il fascismo;
tutto il resto non conta. Ti consiglio di pensarci.
And via senza salutare e anche Pietro usc di chiesa.
Si era fatto sera. Lamorra lattendeva davanti alla
baracca, dove gli aveva preparato qualcosa da mangiare.
Durante la notte Pietro non chiuse occhio e il giorno
dopo arriv tardi allincontro con Romeo.
\ E arrivato dal Centro estero del denaro e un passa
porto per te.
Allestero non ci tomo. Da sei mesi sono rientrato in
Italia e non ho ancora fatto nulla. Non voglio pi
aspettare.
Ho visto Battipaglia disse Romeo.
Cosa ti ha detto?
Mi ha avvertito che forse sarai cacciato dal partito.
Non dipende da lui.
Se questo accadesse, mi dispiacerebbe assai disse
Romeo. Fa del tutto per evitarlo.
Mi lascino in pace disse Pietro. Non domandino
da me limpossibile. Non posso abbandonare, a causa del
partito, le idee per cui ci sono entrato.
Romeo insistette.
Rompere col partito disse significa abbandonare
Pidea.

63

Ti sbagli disse Pietro. Sarebbe come mettere la


Chiesa prima di Cristo.
Va bene disse Romeo. Conosco il tuo modo di
pensare, ma non essere testardo.
I due si strinsero forte la mano e si allontanarono in
due direzioni diverse.

Domande

1. Quali difficolt incontrano i gruppi politici che


combattono il governo fascista?
2. Quali sono le differenze di idee politiche tra Pietro
Spina e Battipaglia?
3. Perch Pietro Spina pensa che il conformismo
pericoloso?
4. Quali altre persone nel libro mostrano di non
accettare il conformismo?
5. Quali sono i motivi di coloro che invece lo accettano?
testardo, si dice di persona che vuol fare sempre a modo suo
64

9
Prima di ritornare nella Marsica, Pietro tent di trovare
almeno un compagno con esperienza da portare con s.
^ Altrimenti, sarebbero rimasti soli i suoi giovani amici di
Fossa se egli fosse stato arrestato.
Non ritrov Murica, ma Annina, la sua amica, in via
della Lungaretta, in Trastevere, dove viveva in grande
miseria
Romeo le avr parlato di me disse Pietro. Sono
venuto per avere notizie di Murica
La ragazza era seduta alla macchina da cucire. Lo
ricevette freddamente. Pietro rest vicino alla porta,
finch la ragazza non gli offri di sedersi. Quando le fu
vicino, Annina lo guard con occhi tristi.
Dove si trova Murica adesso? disse Pietro. Ho
bisogno di vederlo al pi presto.
Egli mi parlava spesso di lei disse Annina. Gli
dispiaceva non conoscerla personalmente. Ma nella
vita politica clandestina spesso difficile conoscersi tra
compagnia
Da quanto tempo non lo vede?
quasi un anno. Vari sono venuti a chiedere di lui.
Potrebbe essere
in carcere?

No disse la ragazza con sicurezza Lanno scorso


fu preso insieme con altri il primo maggio, e rimase in
carcere un paio di mesi. Quando usc, giur che si
sarebbe ucciso, piuttosto che tomarvi.
Lo conosceva da molto tempo? domand Pietro.
macchina da cucire, vedi illustrazione pag. 68
clandestino, che avviene di nascosto
5 Vino e pane

65

Non rispose subito. Fece un po di ordine sul tavolo e


sulla macchina da cucire.
Cincontrammo nel gruppo circa tre anni fa e ci
volemmo subito molto bene disse la ragazza.
Si alz e gir le spalle allospite perch stava per
piangere. Quando torn a sedersi aveva gli occhi rossi.
Mi dispiace disse Pietro sfarla ritornare a tristi
ricordi.
Purtroppo non si tratta di cose dimenticate disse
Annina. una realt che ho sempre qui davanti agli
occhi. diventata padrona della mia vita.
Come finita? disse Pietro. Scusi, non capisco
perch con la fine del rapporto personale, lei abbia anche
lasciato il lavoro politico. Ho sempre desiderato
conoscerla. Si parlava di lei con fiducia, come di una vera
compagna. E ora? Non vuole pi lottare. Non la
capisco.
Annina taceva. Finalmente parve decidersi.
difficile raccontare certe cose disse. Ma forse ho il
dovere di farlo, proprio con lei. Lei della sua stessa
terra, e poi rappresenta il Partito.
Di nuovo stava per piangere. Con difficolt cominci
a raccontare:
Venne arrestato lanno scorso disse. Quando usc
dal carcere era del tutto cambiato. Era pazzo di paura
per la poliria. Piuttosto che tornare in carcere, mi
uccido egli mi ripeteva. La polizia gli aveva imposto
di non vedere pi i vecchi amici, neanche me. Quandera
con me non era mai tranquillo. Non sapevamo pi dove
incontrarci. Continuava ad amarmi, voleva stare spesso
con me; ma, stando con me, si sentiva in pericolo e
perci quasi mi odiava. La polizia pu sorprendermi
da un momento allaltro diceva. Un poliziotto veniva
66

spesso da me per cercarlo. Veniva a tutte le ore, spesso


di notte, quando ero a letto. Presto capii che cercava
me, pi che Luigi. Varie volte dovetti difendermi con
la forza. Il giorno di 'Natale dellanno scorso andai a
mangiare con Luigi, in un ristorante fuori Porta S. Paolo.
Quel giorno era contento e tranquillo come una volta.
Da molto tempo non eravamo stati un po soli, perci
linvitai a venire da me per passare insieme il pomerig
gio. Per strada comprammo dei fiori e una bottiglia di
vino. Egli mi stava aiutando a disporre i fiori in un
vaso, quando si sentirono dei colpi alla porta. Chi ?
domandai. Fu risposto: La polizia. Luigi fu tanto
spaventato che dovette sedersi per non cadere. In
carcere non ci tomo disse. Mi butto dalla finestra, ma
in carcere non ci tomo. Abitavo allultimo piano e da
una finestra era possibile scendere sul tetto della casa
vicina. Feci segno dunque a Luigi di nascondersi sul
tetto.
Appena egli spar, aprii la porta. Entrarono due poli
ziotti, quello di prima e un altro pi giovane che non
conoscevo. Sapevano che il mio amico era da me perch
ci avevano visti tornare a casa insieme. Il primo disse:
Se non in camera, devessere sul tetto. Mi misi
davanti alla finestra per impedire che uscissero sul tetto.
Voi non larrest^rete dissi. Arrestate me, ma non lui.
Daccordo, ma a una condizione mi rispose il primo
poliziotto. A qualunque condizione dissi. Avrei dato
con piacere anche la vita per salvare il mio amico dal
carcere. Ma i poliziotti vollero da me qualcosa di pi.
Non so quanto tempo restarono. Ricordo solo, molto
pi tardi, la voce di Luigi quando entr nella camera.
Natale, il 25 dicembre
5

67

Che fai, dormi? mi domand. Io ero coperta da un


lenzuolo. Egli mi scopr. Mi vide nuda. Sulle lenzuola
vide i segni dei due uomini. Puttana mi grid. Butt a
terra tutto quello che avevamo comprato insieme per il
Natale. Gett la bottiglia di vino contro lo specchio e
and via Io non feci alcun gesto, non dissi ima parola
Quello che era successo, era successo.
La donna tacque. Poi continu:
I poliziotti non si sono pi fatti vedere. Un paio di
volte mi sembrato di vederli da lontano, per strada.
puttana, donna che viene pagata per fare lamore
68

Dove credi che sia andato a finire Murica?


domand Pietro.
Credo che sia tornato dai suoi, a Rocca dei Marsi
disse Annina.
Non hai pensato di parlargli?
A che scopo? Quello che successo, successo.
>>AndrTo~a parlargli<< disse Pietro.
Non potrei pi vivere con lui dise Annina. N
con altri.
Annina, ti ringrazio della fiducia che mi hai
dimostrato. Spero di rivederti.

Domande

1. Perch Pietro cerca di ritrovare Annina?


2. Perch Annina si decide a raccontare a Pietro la
storia del suo rapporto con Luigi?
3. Quali sono le difficolt dellattivit politica clande
stina?

69

10

Il treno era pieno di giovani soldati e a ogni stazione


ne salivano altri. Ogni volta che don Paolo credeva di
riconoscere qualcuno di Orta si nascondeva o si copriva
la faccia. Cos arriv a Fossa.
Lalbergo Girasole era pieno di gente. Berenice corre
va di qua e di l. Ebbe tuttavia il tempo di baciare la
mano di don Paolo:
Che fortuna che anche lei sia qui a questa festa, che
fortuna!
Dov Bianchina? chiese il prete.
Ma Berenice era gi lontana.
Nella sala da pranzo e per le scale correvano uomini e
giovanotti. Un gruppo di uomini discuteva attorno a un
tavolo la dimostrazione spontanea che doveva aver luogo
nel pomeriggio.
Bisogna mandare degli autocarri fino a Pietrasecca?
domand uno.
Certo rispose un altro. Ma con gli autocarri devono
andare anche dei carabinieri, in modo che la gente
capisca che deve venir gi spontaneamente.
Attomo a un altro tavolo alcuni proprietari, sotto la
direzione de\Vavvocato Zabaglia, discutevano il program
ma della cena.
Chi quelFuomo? chiese don Paolo a Berenice.
il nostro pi grande avvocato disse Berenice.
Marco Tullio Zabaglia, detto Zabaglione.
dimostrazione, gruppo di persone che insieme si esprimono a
favore di o contro unidea, un governo, una persona, ecc.
spontaneo, detto o fatto liberamente
autocarro, vedi illustrazione pag. 72 e 73
avvocato, chi ha finito gli studi di legge pu fare lavvocato
70

Il nome non riusc nuovo al prete. Egli domand:


Non era lui una volta il capo dei socialisti di queste
parti?
Proprio lui, per una brava persona.
Don Paolo usc per cercare Alberto. And alla villa
dove si erano incontrati la prima volta. Il prete trov
Bianchina sola. La ragazza gli salt al collo.
Dov Alberto? egli domand.
A Pietrasecca. Suo padre morto. Quel giorno in cui
scese con te a Fossa disse Bianchina la sera torn
a casa morto. La cavalla lo riport sulla biga fino a casa.
E quelPaltro, Pompeo, il figlio del medico, dov?
domand il prete.
andato a Roma disse Bianchina. stato
chiamato da qualcuno, non so da chi, devessere per la
seconda rivoluzione.
Cera ancora un giovanotto, cosa fa?
Non so, si fidanzato, vuole sposarsi.
Ho un favore da chiederti disse don Paolo.
^Dovresti andare a Rocca dei Marsi per ricercare un
certo Luigi Murica. Devi dirgli solo questo: un suo amico
di Roma vorrebbe andarlo a trovare, pu venire? Anche
se lui insiste, non devi dirgli altro.
Andr in bicicletta disse Bianchina.
Don Paolo la vide partire in direzione di Rocca e se
ne torn allalbergo.

bicicletta

71

A mano a mano che si avvicinava Fora in cui sarebbe


stata dichiarata la guerra alla radio, le strade si riempi
vano di gente. Da tutte le parti arrivavano automobili e
autocarri pieni di poliziotti, di carabinieri, di camicie
nere*, di gente del partito. Dalla strada delle valli
*Le portavano addosso i fascisti pi accesi.
72

arrivavano gli asini, i carretti, gli autocarri che traspor


tavano i contadini. In fondo alla piazza, in alto, era stata
messa una radio circondata da alcune bandiere. Di l
sarebbe uscita la voce di guerra. Sotto quel piccolo
oggetto, dal quale dipendeva il destino del paese stava in
gran numero la povera gente. Non sapevano bene
perch si trovassero l raccolti. La maestra Patrignani di
73

Pietrasecca spiegava come bisognava comportarsi,


quando gridare e quando cantare. I contadini di
Pietrasecca aspettavano in silenzio e si passavano
intanto una bottiglia di vino.
A che ora parler? domand Giacinto a don Paolo.
Credo da un momento allaltro disse il prete.
Quella notizia pass da uomo a uomo: Pu parlare
da un momento allaltro la gente si ripeteva.
Arriv in automobile Concettino Rag, ufficiale della
milizia. Per evitare dincontrarlo, don Paolo ritorn in
camera, al secondo piano dellalbergo. Al di sopra dei
tetti delle case, poteva vedere due o tre campanili pieni
di ragazzi. Dun tratto le campane cominciarono a suona
re. I notabili cominciarono a gridare Eja, eja<j|*. Al posto
donore, sotto la radio, vennero accompagnate le maxiri
dei caduti. Esse non potevano mancare. Erano delle
povere donne, da circa quindici anni vestite a lutto, che
dovevano tenersi a disposizione delle autorit tutte le
volte che le feste pubbliche lo richiedessero. Vicino
alle madri e attorno al prete di Fossa, don Angelo
Girasole, stavano i parroci dei paesi vicini.
Che bella festa dicevano. Com ben riuscita
questa festa.
Le campane continuavano a suonare. A un certo
momento dal gruppo dei notabili, in piazza, vennero
fatti dei segni ai ragazzi perch smettessero di suonare,
milizia, corpo di soldati fascisti
campanile, campana, vedi illustrazione pag. 72 e 73
notabile, persona importante
*Eja, eja, alala! Veniva gridato in guerra nei tempi antichi.
I fascisti lo ripreso per salutare il Capo.
lutto, qui modo di vestirsi per mostrare dolore quando morto
qlcu.
74

essendo lora in cui il Duce* avrebbe dichiarato la guerra


alla radio. Dei carabinieri apparvero in alto nel campa
nile pi vicino e imposero ai ragazzi di abbandonare le
campane. Ma dagli altri campanili continuarono a
suonare, per cui i primi suoni alla radio passarono
senza che la gente se ne accorgesse. I gruppi dei.
notabili e delle camicie nere cominciarono con voce forte
tutti insieme a chiamare il capo: CE DU, CE DU,
CE DU, CE DU. Continuarono le donne, i ragazzi,
anche i pi lontani, anche le persone alle finestre.
Quelli vicino alla radio facevano segno a tutti di tacere
perch si potesse ascoltare il discorso, ma tutti continua
vano a chiamare il capo che disponeva del sangue e del
futuro comune. Cos il discorso della radio fu sentito
soltanto da pochi. Le due stesse sillabe finirono col
perdere ogni senso, unendosi nellaria col suono delle
campane. A un certo momento i pi vicini alla radio
fecero segno che il discorso era terminato.
La guerra dichiaratale grid Zabaglione. Fece segno
di voler parlare, ma la sua voce non fu sentita. Le auto
mobili delle autorit si fecero largo e ripartirono in
tutte le direzioni.
Appena don Paolo vide sparire Concettino Rag,
lasci la camera e scese per strada. Zabaglione si
accorse della presenza del prete sulla porta dellalbergo
e si present:
Avvocato Zabaglia. Che gran piacere conoscerla! La
signora Berenice mi ha raccontato tutto di lei.
Don Paolo si trovava di fronte alluomo di cui, da
ragazzo, aveva sentito sempre parlare con amore dalla
* Benito Mussolini (1883-1945)
sillaba, parte in cui viene divisa una parola
75

povera gente e che era stato odiato dai proprietari.


Nei primi anni di dittatura, anche Zabaglione, purtroppo,
aveva dovuto darsi molto da fare per far dimenticare il
suo passato. Aveva dovuto rinunciare alle proprie idee,
stare attento al modo di parlare sul governo e rompere i
rapporti con gli amici. Zabaglione ci aveva messo tutta
la sua volont. Tuttavia non era riuscito a riabilitarsi
completamente.
Vuol farmi lonore di venire a prendere il caff in
casa mia? disse Zabaglione al prete.
La accompagno volentieri disse don Paolo.
La casa dellavvocato era nella parte nuova della
citt costruita in seguito al terremoto.
Entrati nel salotto, il prete port subito il disc/orsb
su quello che gli stava a cuore.
Quindici anni fa disse lei era a capo dei sindacati
rossi che non esistono pi. Qual da queste parti, oggi,
lo stato danimo dei vecchi socialisti?
Ci fu un lungo silenzio.
Sono rimasti socialisti? continu il prete.
Non lo furono mai disse lavvocato. Non erano veri
sindacati, questo il punto. I contadini poveri, quelli
che qui noi chiamiamo cafoni, entravano nei sindacati
per cercarvi un po di compagnia II socialismo nella
loro mente, era stare insieme. Lavorare e mangiare. Il
sabato sera i cafoni venivano al sindacato per cantare
Su fratelli, su compagni e la domenica mattina
andavano in chiesa per rispondere Amen. Un capo
dittatura, sistema politico che non riconosce i diritti e le libert
dei cittadini
sindacato, nome dei gruppi in cui si uniscono gli operai o i
contadini per rendere migliori le loro condizioni di lavoro
socialismo, il movimento politico dei socialisti
76

socialista si occupava prima di tutto di scrivere lettere


di raccomandazione. Adesso le raccomandazioni le
scrivono altre persone; le mie non valgono nulla, perci
i cafoni non si interessano pi di me.
Ma cerano anche dei veri socialisti? voleva sapere
il prete.
Lunico socialista per cos dire ero io disse Za
baglione. Tra i cafoni, vero, cera qualche gruppo
pi impegnato. Ma evitavano dincontrarsi. Qualcuno
dei nostri cafoni fugg in Francia o in America. I rimasti,
come sa, non si chiamano pi cafoni, ma rurali.
Qualcuno ricorder con nostalgia quella possibilit
di stare liberamente insieme.
Che resti fra noi disse Zabaglione ma anche a me
il socialismo piaceva. Le idee non mi interessavano, ma
il movimento mi piaceva, come mi piacevano le donne. I
pi bei discorsi della mia vita li ho fatti sul socialismo.
Crede lei disse don Paolo che i cafoni vogliano la
guerra?
I cafoni non hanno da mangiare: come vuole che si
occupino di politica? disse Zabaglione. Per alcuni
giovani si sono messi in cattiva luce.
Quando don Paolo lasci la casa dellavvocato and
subito alla villa. Non vi trov nessuno. Preoccupato
torn in paese. Sarebbe stata anche ora che Bianchina
tornasse con notizie di Murica
And di qua e di l tra la gente, stanco e triste. La
buona societ si riuniva allalbergo di Berenice per la
cena I contadini di Fossa, insieme ad altri dei villaggi
vicini, erano invece seduti sul prato e bevevano vino
nero di Puglia di basso prezzo.
nostalgia, vivo desiderio di persone o di cose lontane
77

Tra gli altri don Paolo ritrov un gruppo di gente di


Pietrasecca, Magasci, Sciatp, altri, che gi, in buona
parte, avevano bevuto molto.
Avete capito qualcosa di quello che succede?
domand il prete.
Magasci alz le spalle:f
Che c da capire? Le cose vanno per conto loro, se
capisci e se non capisci.

Domande

1. Come viene organizzata la dimostrazione spontanea a Fossa?


2. Chi sono i notabili presenti a Fossa?
3. Quanto significa la festa per i contadini?
4. Che tipo di uomo lavvocato Zabaglia?
5. Che cosa ha rappresentato il socialismo per i contadini
dellAbruzzo?
78

11

Il prete fece fatica ad alzarsi. Si era gi fatto buio.


Voleva tornare in albergo, salire in camera, stendersi
sul letto. Ma sulla porta dellalbergo vi era un gruppo
di persone che parlavano e ridevano. Rimase un po da
un lato senza poter decidere che fare. Finalmente chia
m Berenice.
Venga anche lei alla cena, entri! quella gli disse.
Vari signori desiderano conoscerla.
Grazie, ho gi mangiato disse don Paolo. in
casa Bianchina?
Non ancora tomata rispose Berenice. Non so
dove sia.
Don Paolo si allontan senza sapere dove andare.
Le vie di Fossa erano deserte e poco illuminate. Don
Paolo non riusciva pi a camminare. Torn allalbergo.
Sentiva ancora cantare e ridere gli ultimi ospiti. Per
evitare di essere salutato il prete fece il giro dellalbergo
e cerc la porta della cucina Trov in fondo al pic
colo cortile un sacco di carbone. Ne prese alcuni pezzi
e se ne riemp una tasca. In punta di piedi torn in
dietro e cominci a girare per le vie vicine. La via della
stazione era deserta. Lultimo treno era passato. Sul

deserto, vuoto, abbandonato


79

muro della stazione don Paolo scrisse col carbone:


Abbasso la guerra Viva la libert. Poi ritorn nella
parie vecchia del paese per una piccola strada che lo
condusse davanti alla chiesa di S. Giuseppe. Anche l
scrisse con belle lettere: Viva la libert Viva la pace.
Quando ebbe finito, si allontan per guardare quello che
aveva scritto. Era contento.
Per evitare di essere incontrato se ne torn in fretta
allalbergo ed entr per la porta della cucina, in quel
momento deserta. Nella propria camera ebbe la sorpresa
di trovare Pompeo che laspettava.
Sono tornato da Roma stasera, con lultimo treno
disse. Ti ho aspettato perch devo parlarti.
Anchio ti ho cercato e aspettato per tutto il giomo
disse don Paolo. Pompeo, la guerra cominciata, la
guerra del capitale contro la povera gente, e noi che
facciamo?
No disse spaventato Pompeo. Ti sbagli. Questa
una guerra contro il capitale, una guerra per il popolo
e il socialismo. Tir fuori un giornale. Leggi. Quest
un nostro giornale. Dice che le nuove terre saranno date
ai nostri contadini che le coltiveranno insieme.
Conosceranno un solo padrone, lo Stato.
Sei pazzo? Come fai a crederlo?
Pompeo raccont del suo viaggio a Roma, insieme
con un amico, anchegli per la seconda rivoluzione. La
sera essi lavevano passata in casa damici, gente ricca,
e naturalmente si era discusso della guerra Pompeo era
rimasto vivamente sorpreso nelludire che quelle
persone erano contro la nuova guerra dAfrica. Perch
abbasso, espressione con cui si dice di odiare e combattere unidea,
un governo, una persona, ecc.
80

dunque si fa questa guerra? avevano domandato i due


giovani. Nessuno osava rispondere con parole precise.
Ma alla fine, un banchiere aveva detto apertamente il
suo pensiero. Nei tempi moderni, ogni guerra, aveva
detto, prima o poi, conduce al socialismo di Stato.
Don Paolo stava per rispondere qualche cosa, ma
decise di non dire niente. Teneva in una tasca la mano
ancora sporca di carbone.
Pompeo mostr al prete un pezzo di carta:
Oggi stesso disse mi sono arruolato volontario.
In questo caso non abbiamo pi nulla daraccontarci.
Dopo un breve silenzio Pompeo lo preg:
Promettimi che non farai nulla di quelle cose stabili
te tra noi.
Don Paolo non rispose.
Promettimi insist Pompeo.
Buon viaggio disse don Paolo. Quando sarai
tornato dalla guerra ne parleremo di nuovo.
Andato via Pompeo, don Paolo lav la mano sporca
di carbone. Stanco si stese sul letto senza togliersi i
vestiti. Quel giorno era invecchiato di molti anni.
Non dormiva ancora quando ud qualcuno
avvicinarsi in punta di piedi alla porta. Avanti
grid. Entr Bianchina
Ho visto la luce disse la ragazza. Perci eccomi
qui. Anche a Rocca cera una festa per la guerra.
Naturalmente alcuni amici del luogo sono stati felici di
trattenermi. Quel tuo Murica invece uno stupido.
Dopo aver molto girato, lho finalmente trovato. Gli ho
banchiere, persona che dirige una banca
sporco, che non stato lavato
arruolarsi, farsi soldato
volontario, di propria volont
6 Vino e pane

81

detto che un suo amico di Roma voleva parlargli.


Non mi ha nemmeno ringraziato, non mi ha neppure
offerto un bicchiere dacqua. Ha risposto che non vuol
vedere nessuno.
Don Paolo chiuse gli occhi, si sent stanco morto.
Perch non dici nulla?, gli domand Bianchina.
Che hai? Sei triste?
Sono stanco disse don Paolo. E poi sto male. Non
aver paura, non niente. Passa da s.
Bianchina gli tir sopra un lenzuolo e lo copr
per bene.
Buona notte disse.
Al mattino la ragazza ritorn per informarlo che in tutto
il paese si parlava solo di certe scritte contro la guerra.
Le scritte erano state fatte col carbone, durante la notte.
Mentre Bianchina stava per pulire la camera, scopr sij!Yasciugamano larghe macchie nere che sembravano di car
bone. And verso don Paolo e gli disse in tono serio:
Sei un vero bambino. Un bambino temerario. Tut
tavia ima cara persona.
Appena sar in condizione di viaggiare, me ne andr
allestero disse don Paolo. Non posso pi vivere in
questo paese.

scritta, parola o frase scritta su un muro


temerario, si dice di persona che si mette in pericolo senza
riflettere
82

Cercami un posto e verr anchio disse la ragazza.


Lidea di trovarsi allestero con Bianchina divertiva
don Paolo.
Se verrai allestero disse ti racconter un segreto.
Non potresti raccontarmelo subito?
Ma don Paolo non si lasci convincere.
Arriv Berenice.
Non si erano mai visti tanti poliziotti a Fossa
raccont. Era stata una cos bella festa, tutti contenti,
tutti daccordo. Chi ha potuto avere lidea di scrivere
quelle brutte cose sui muri? Certamente sar stato un
forestiero,
Davanti alla porta dellalbergo stava un gruppo di no
tabili che non parlavano daltro.
Insomma, anche da noi linvidia non manca disse il
medico don Luigi. Lha fatto qualcuno che non ha
potuto arruolarsi e magari non ha figli da fare arruolare.
Tra i cafoni ci sono dei malcontenti . . . disse
Berenice.
Ma che cafoni disse il medico. I cafoni non sanno
n leggere n scrivere. Altro che cafoni.*
Bisogna riconoscere che vi sono dei ragazzi che
hanno perduto la testa disse Zabaglione.
Don Luigi rispose subito:
Mio figlio si arruolato volontario. Oltre a ci, n
io n mio figlio siamo mai stati socialisti ...
Zabaglione era toccato: Chi non stato ima volta
socialista?* grid. Anche il capo del governo lo stato.*
Veramente non capisco disse Bianchina al prete
che continuino a discutere di quelle scritte.
Don Paolo cerc di spiegarle la vera causa:
forestiero, che o chi viene da un altro paese
6*

83

In una dittatura fa impressione che uno dica NO.


Anche se si tratta di un poverino, solo e malato?
Certamente. In ogni dittatura un solo uomo, anche
un piccolo uomo qualsiasi, il quale continui a pensare
con la propria testa, mette in pericolo lordine pubblico.
Le parole dordine vengono ripetute dai giornali, dagli
uomini politici su tutte le piazze, dai preti in chiesa.
Ma basta che un piccolo uomo, un solo piccolo uomo,
dica NO, e quellordine in pencolo.
E se io prendono e Pammazzano? disse spaventata
la ragazza.
Ammazzare un uomo che dice di NO non gli chiude
la bocca disse il prete. Anche un uomo morto pu
continuare a ripetere NO, NO, NO, NO. Forse hai udito
di Giacomo Matteotti?*
Entr di corsa nella camera Berenice.
Pompeo sa chi ha fatto le scritte col carbone disse.
Ora va ad Avezzano per dirlo alle autorit superiori.^
Bianchina lasci subito
la camera
e corse alla stazione.

Don Paolo salt fuori dal letto per fare la valigia e


fuggire. Ma dove andare? Se saliva in treno sarebbe
stato facilmente arrestato. Prendere la via della
montagna? Nelle sue condizioni sarebbe stato da pazzo.
Perci torn a letto. Tuttavia non riusciva a rimanere
tranquillo e continuava a correre alla finestra.
Bianchina torn tardi.
Dunque? le chiese don Paolo che non riusciva pi a
contenersi.
A1 momento di salire sul treno disse Bianchina
Pompeo mi aveva assicurato di sapere chi fosse stato
* Giacomo Matteotti, capo socialista, ucciso dai fascisti nel 1924
Avezzano, citt dellAbruzzo. Vedi piantina pag. 4
84

luomo delle scritte. In treno ne abbiamo discusso. Alla


stazione di Avezzano, cera il capo della polizia. Pompeo
gli ha raccontato di aver visto un uomo in bicicletta,
che veniva dalla via di Orta.
Lo raccont anche alla madre.
La notizia fu subito saputa da tutti. E naturalmente
molte altre persone avevano incontrato quella notte
luomo in bicicletta. Ma non era uno di quelli che di
solito vengono al mercato. Non si sapeva chi fosse.

Domande

1. Che cosa rappresenta la guerra dAfrica per Pompeo


e per don Paolo?
2. Che cosa pensano i ricchi della guerra dAfrica?
3. Perch don Paolo sente il bisogno di dimostrare
contro la guerra con le scritte sui muri?
4. Ha ragione don Paolo nel considerare utili le scritte?
5. Perch Pompeo pensa di raccontare alla polizia che
conosce colui che ha scritto sui muri?
6. Perch don Paolo ora dice di voler tornare allestero?
85

12

Il giorno dopo don Paolo sped Bianchina a Rocca dei


Marsi, da don Benedetto con una lettera in cui gli
chiedeva di fargli un favore: parlare con Luigi Murica e
preparare un incontro tra loro a casa sua.
Bianchina torn con un biglietto in cui don Benedetto
10 invitava a venire.
Il giorno dopo Pietro, che per strada si era tolto labito
da prete, and dal vecchio professore. I due si salutarono
stringendosi forte la mano.
Caro don Benedetto disse Pietro non ci siamo pi
visti da quindici anni e forse, dopo questincontro, non
ci rivedremo pi. In questi villaggi molti parlano di lei.
Quello che arrivato alle mie orecchie, mi bastato
per convincermi che da queste parti non c che lei a
salvare lonore della Chiesa.
Non vero. Io so di non servire a nulla. Non posso
insegnare, n curare le anime. Non posso aiutare quelli
che soffrono. proprio cos, non servo a nulla. triste,
amico mio, dover ammettere questo alla mia et. E sono
molto lieto di poter fare qualcosa per te, dopo tanti
anni. Non speravo pi di vederti. Mi domandavo:
Dov dunque lEterno e perch Egli ci ha abban
donato? Non certo la voce di Dio che ha annunciato
dalla radio la nuova guerra. Ma se un poveruomo, solo,
si alza di notte e scrive sui muri di un villaggio, con un
pezzo di carbone, abbasso la guerra, dietro quelluomo
c senza dubbio la presenza di Dio. Io mi ripeto:
tu non servi a nulla, ma c Pietro, ci sono i suoi amici.
11 socialismo il loro modo di servire Dio. Ma non
da molti avere quel coraggio. Molti cominciano a
86

lottare, purtroppo pochi hanno la forza di continuare a


resistere. Tu conosci gi Luigi Murica?
No, ma mi hanno parlato della sua attivit politicai
Cosa ti hanno detto ?
Che un uomo su cui si pu contare.
Ti hanno detto la verit. Io lo conosco da quando
nato. Suo padre aveva le terre vicino al mio orto.
Siccome da piccolo stava poco bene di salute, la madre
pensava che lui non dovesse coltivare la terra. Siccome
aveva buona disposizione per lo studio io lo aiutavo.
La situazione della famiglia and di male in peggio a
causa di una malattia di suo padre. Per mandarlo
alluniversit a Roma dovettero vendere imo dei terreni.
La madre sperava sempre che quando Luigi avesse finito
gli studi li avrebbe aiutati. Luigi mi ha gi parlato
di quello che gli successo a Roma in questi ultimi anni.
Ci furono dei colpi alla porta.
Devessere proprio lui disse don Benedetto. And
ad aprire.
Vieni, Luigi. Ti aspettavamo. Pietro: questo Luigi.
Luigi ha bisogno di te e tu hai bisogno di lui. Ascoltalo,
ti prego, fino alla fine. Vi lascio soli.
Non abbiamo molto tempo disse Pietro. La prima
cosa di cui dobbiamo parlare questa: come
organizzarci e poi come trovare il modo migliore per
svolgere un lavoro politico tra i contadini.
No. Aspetta, aspetta interruppe Luigi. necessario
che tu mi ascolti. Devo dire prima qualcosa che mi
riguarda. qualcosa che solo don Benedetto sa Mi pesa
tanto che non la posso pi sopportare. Devo parlarne
con uno del partito.
Sei sicuro che io sia la persona adatta?
S.

87

Va bene. Sentiamo.^
Dunque. Tre anni fa raccont Luigi andai a Roma
per studiare. Mi sentivo molto solo. Ero un contadino
povero. Abitavo una piccola camera senza luce. Avevo
sempre fame. Non avevo amici. AllUniversit, le prime
volte che cercai di avvicinarmi ad altri studenti, fui
oggetto di stupidi scherzi. Risero di me. Un giorno ho
visto alcuni studenti battere a sangue un giovane
operaio in mezzo alla via Non ha salutato la bandiera
gridavano. Che vigliaccherim dicevo tra me. Dietro di
me sentii qualcuno, che ripeteva a voce bassa: S,
una vera vigliaccheria. Era un operaio della stessa
strada dove abitavo io. Ogni tanto ci incontravamo per
strada e prendemmo labitudine di salutarci.
Non disse pi niente come se avesse perduto il filo del
discorso. Poi si riprese.
Un giomo disse andammo a bere un bicchiere di
vino. Ognuno raccont di s e cos facemmo amicizia
Egli minvit da lui e in casa sua incontrai altre persone,
quasi tutte di giovane et e operai. Quelle persone,
cinque in tutto, costituivano un gruppo e si incon
travano una volta alla settimana a discutere di politica
Fatti strani e nuovi per me. Si parlava della rivoluzione
come di un fatto sicuro, non lontano. Era una specie di
sogno che ci faceva dimenticare le miserie della vita
di ogni giorno. Oltre a questo non cera nessun rapporto
tra noi. Se per caso cincontravamo per strada non ci
salutavamo, non ci guardavamo nemmeno.
Un mattino, alluscire di casa fui arrestato da due
poliziotti. Fui battuto per pi di unora. Poi venne un
ufficiale e mi condusse nel suo ufficio. Egli sapeva tutto
vigliaccheria, azione bassa fatta da chi manca di coraggio
88

di me, dove abitavo e dove andavo a mangiare. Aveva


informazioni precise sulla mia famiglia e sulla nostra si
tuazione economica In poche parole, egli mi propose di
mettermi al servizio della polizia. Accettai. Avevo una
paura enorme.
Con voce stanca il giovane continu:
Scrissi un piccolo rapporto: Come funziona un
gruppo, che cosa vi si legge, di che cosa vi si parla
e ricevetti cento lire per pagare la camera. Poi mi dettero
centocinquanta lire al mese. Dopo alcune settimane mi
dissero di cambiare gruppo. Non mi fu difficile. Nel
nuovo gruppo feci amicizia con una ragazza, una sarta.
Ci volemmo subito molto bene. Era la prima donna
che conoscevo. Accanto a lei cominciarono ad apparire i
primi rimorsi. La sua vita aveva imo scopo. Era un modo
di vivere, puro e onesto, di cui prima non avevo
immaginato la possibilit. Certi giorni riuscivo a dimen
ticare il mio segreto, lavorando per il gruppo. Ma se
i compagni parlavano del mio coraggio e della mia
attivit essi mi richiamavano alla coscienza della mia
vita falsa. Allora cercavo di evitare la loro presenza.
Mentii anche alla polizia, dicendo di essere stato allonta
nato dal gruppo perch i miei compagni non avevano
pi fiducia in me. Ma la polizia aveva altri informatori
che provarono il contrario. Non cera nulla da fare.
Daltra parte, pensavo, anchio ho il diritto di vivere. Da
casa non ricevevo pi soldi. Quando avevo fame e
dovevo pagare la padrona di casa non mi interessava
la politica. Che cosa mi riguardavano tutte quelle storie?
rimorso, sentimento di dolore che si prova per le colpe com
messe
informatore, chi d notizie
89

Ma appena mi trovavo accanto alla mia amica si


svegliava in me la coscienza.
Il giovane parlava a fatica. Pietro Spina evitava di
guardarlo in faccia.
No, non voglio ora farmi meno brutto di quello che
fossi egli continu. Ebbene, la verit era questa: la
paura di essere scoperto era in me allora pi forte del
rimorso. Che cosa dir la mia amica se dovesse scoprire
Yinganno? Che cosa diranno i miei amici ? La polizia non
aveva pi fiducia in me, i rapporti che scrivevo sempre
non contenevano niente dimportante. Avevo sempre
quella terribile paura di essere di nuovo arrestato. Ogni
volta che incontravo la mia amica provavo dolore. Il
giorno di Natale dellanno scorso lo passammo insie
me ...
Pietro Spina ascoltava ima storia che gi conosceva.
Alla fine il giovane si nascose la faccia tra le mani e
cominci a piangere. Dopo un po riprese a raccontare:
Tomai a casa, a Rocca dei Marsi. Passai linverno a
casa, senza vedere nessuno. Qualche volta visitavo
don Benedetto, che mi dava libri da leggere. In
primavera incominciai ad accompagnare mio padre nei
lavori della terra. Il ricordo della citt, della mia amica,
del gruppo, della polizia mi bruciava nella memoria.
Infine andai da don Benedetto e gli raccontai tutto.
Dopo mi sentii come un sacco vuoto. Nei giorni seguenti
minsegn che finch si vive, si pu rifare tutto. Ieri mi
ha fatto chiamare e mi ha detto: C un uomo al quale ti
prego di ripetere la tua storia. Vieni domani a casa mia.
Si era fatto buio. Dopo un po si sent la voce di Pietro
Spina:
inganno, il far credere qualcosa che non vero
rifare, fare di nuovo
90

Se fossi un capo di partito o di un gruppo politico


dovrei giudicarti secondo le regole del partito. Ma ora
sono soltanto un uomo qualsiasi e se devo giudicare un
altro uomo devo farlo secondo la mia coscienza. Hai sof
ferto molto. Ora avrai la possibilit di riabilitarti.
Sono pronto a tutto rispose Murica.
Pietro and a chiamare don Benedetto il quale venne
con una bottiglia di vino.
Sono contento che vi capiate disse.
Adesso mi sento forte disse Murica.
Bene, presto ci rivedremo gli rispose Pietro Spina.

Domande

1. Perch Pietro Spina si toglie labito da prete prima di


parlare con don Benedetto?
2. Quali idee hanno in comune il prete don Benedetto
ed il comunista Pietro Spina?
3. In che modo diverso quello che racconta Luigi
Murica da quello che ha raccontato Annina?
4. Come giudica Pietro Spina quanto Luigi Murica ha
fatto?
5. Quali sistemi usa la polizia per trovare informatori?

9i

13
Don Paolo era ritornato a Pietrasecca Nella sua camera
alla locanda di Matalena, stava preparando il lavoro po
litico che doveva svolgere con Murica tra i contadini. Su
consiglio di don Benedetto, Murica aveva scritto ad
Annina e le aveva spiegato tutto. Annina gli aveva
promesso di venire subito. Potevano incominciare ima
nuova vita insieme.
Un giorno Magasci rec a don Paolo un biglietto
urgente che disse di aver ricevuto dal vecchio Murica di
Rocca dei Marsi. Il biglietto era firmato da Annina, che
era appena arrivata in casa di Murica, e diceva che Luigi
era stato arrestato. Don Paolo part subito. Magasci
era stanco e non volle scendere di nuovo.
Partir a piedi disse il prete.
Dopo aver camminato per pi di unora, don Paolo
incontr una biga ferma a un lato della strada.
Don Paolo? gli domand luomo che sedeva sulla
biga. Salga. Mi manda Annina.
Il prete sal sulla biga.
La aspettavo da un paio dore disse luomo sempli
cemente.
Sono venuto a piedi disse don Paolo. Si hanno
notizie di Luigi Murica? ancora in carcere?
morto ieri.
Lo temevo disse don Paolo. Eravate amici?
Stavamo insieme rispose luomo. Con lui si stava
volentieri insieme. Era un uomo buono. Ci parlava
anche della rivoluzione. Stare insieme senza aver paura,
quest linizio, egli ci spiegava.
urgente, che non pu aspettare
92

Dobbiamo restare insieme disse don Paolo.


La polizia voleva che Luigi lavorasse per loro, qui
in campagna. Avrebbe dovuto aiutarli a scoprire luomo
delle scritte contro la guerra a Fossa. Ha rifiutato.
Lhanno battuto a morte.
Dobbiamo vivere come lui disse don Paolo. Dovremo stare insieme e non aver paura.
Luomo fece segno di s con la testa. Poi indic in
mezzo ai campi, la casa della famiglia Murica. Don
Paolo vi si diresse a piedi. In quel breve tratto riusc
a togliersi labito da prete. Portava sotto i suoi abiti
civili.
La casa dei Murica era larga, a un piano, di cui met
era stalla. Le finestre della casa erano chiuse, mentre
la grande porta era aperta. Della gente andava e veniva
per la visita di dovere. Dopo aver esitato un po, Pietro
entr. La grande stanza era piena di gente. Scopr
Annina, sola, in fondo alla stanza. Appena riconobbe
Pietro non seppe pi tenersi e cominci a piangere. Da
una stanza vicina entrarono il padre e la madre del
morto, vestiti di nero. La madre and verso Annina e la
fece sedere presso di s.
Chi qulla? domandavano le altre donne tra loro.
la sposa rispose qualcuno la sposa della citt.
Il padre si sedette a capo al tavolo, insieme agli
uomini. La madre, come si usa, faceva Velogio del figlio
morto. Ella raccont che aveva voluto salvarlo, laveva
mandato lontano, per farlo studiare, per rendere meno
dura la sua vita. Non laveva salvato. Laria della citt
non era fatta per lui. Si era messo a lavorare la terra,
aiutando il padre.
elogio, discorso in onore di qlcu.
93

Il vecchio Murica, in piedi, a capo del tavolo, dava da


bere e da mangiare agli uomini attorno a lui.
lui disse che mi ha aiutato a coltivare la terra
dov cresciuto il grano per fare questo pane. Prendete e
mangiate, quest il suo pane.
Il padre vers da bere e disse:
lui che mi ha aiutato a far crescere Yuva di cui
fatto questo vino. Bevete, quest il suo vino.
Trovandosi di fronte a Pietro il padre losserv e gli
chiese:
Da dove vieni?
Da Orta egli disse.
Come ti chiami?
Annina si avvicin al vecchio e gli disse un nome
allorecchio a voce bassa. Egli guard contento il
giovane.
Conoscevo tuo padre disse a Pietro. Ho sentito
parlare di te da quel figlio che mi stato tolto.
Siediti qui, tra sua madre e la sua sposa. Mangia e bevi
anche tu.
Gli uomini attorno al tavolo mangiavano e bevevano.
Per fare questo pane ci vogliono nove mesi disse il
vecchio Murica Da novembre a luglio. Per maturare
luva ci vogliono anche nove mesi, da marzo a
novembre.

uva

maturare, far crescere fino a quando pronto ad essere raccolto


94

Nove mesi? domand la madre. Non ci aveva mai


riflettuto. Lo stesso tempo ci vuole per fare un uomo.
Bianchina apparve alla porta e Pietro and verso di
lei. La ragazza era fuori di s, quasi non riusciva a parlare.
Pietro disse.
Perch mi chiami cos?
Non sei tu Pietro Spina?
S, sono io.
Devi andartene al pi presto, sei scoperto.
Come fai a saperlo?
Mha avvertito Alberto Colamartini. Ora della
milizia Verranno a prenderti a Pietrasecca stanotte o
domani mattina Non hai un minuto da perdere.
Pietro chiese al vecchio Murica di prestargli per
qualche ora un cavallo. Il vecchio and nella stalla e
condusse nel prato un bel cavallo.
Gli far bene prendere un po di vento disse e lo
consegn a Pietro.
Che posso fare io? domand Bianchina.
Fa quello che ti dir Annina disse Pietro. Io andr
a Pietrasecca, dove ho lasciato certe carte che preferisco
bruciare. Poi andr nella direzione di Pescasseroli. Non
stare in pensiero. Non ho paura Perdonami per lingan
no. Appena potr, ti far avere mie notizie.
Non era un inganno disse Bianchina. Stava per
piangere. Era solo un segreto.

Pescasseroli, citt delPAbruzzo. Vedi piantina pag. 4

Domande

1. Come sono cadute, ad una ad una, le speranze di


Pietro Spina?
2. Perch lattivit politica di Pietro Spina non ha avuto
successo?
3. Perch Luigi Murica morto?
4. Che significano il vino e il pane?

96

Stadtbibliothek

JJjXV.<*.

S te g li tz

A
B
C
D

basata su un vocabolario di 600 parole


basata su un vocabolario di 1200 parole
basata su un vocabolario di 1800 parole
basata su un vocabolario di 2500 parole

Opere della letteratura italiana ridotte e semplificate ad uso


degli studenti.
I vocaboli e le strutture di questa edizione sono tra le pi
comuni della lingua italiana.
Vocaboli meno usuali o di pi diffcile comprensione vengono
spiegati per mezzo di disegni o note.
Lelenco delle opere gi pubblicate stampato aiPintemo
della copertina.
C sempre un e a s y r e a d e r a Vostra disposizione per una
lettura piacevole e istruttiva.
e a s y r e a d e r s si trovano anche in tedesco, francese, inglese,
spagnolo e russo.
Danimarca: G RAFISK FORLAG
Finlandia: TAM M I
Gran Bretagna: JO H N M URRAY
Stati Uniti: EM C C O R R
Norvegia: G YLDEN D AL NORSK FORLAG
Svezia: ESSELTE STUDIUM
Holanda: W OLTERS/NOORDHOFF
Alemagna: ERNST K LE TT V ER L A G

ISBN
18
ISBN
ISBN
ISBN

87-429-7646-4
0 7195 3418 6
0-88436-269-8
82-05-07

ISBN 90.01.27
ISBN 3-12-565

Potrebbero piacerti anche