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Francesco

Chiaro

Ulrica1

Hann tekr sverthit Gram ok leggr i methal theira bert.


VLSUNGA SAGA, 27

Il mio racconto sar fedele alla realt o, comunque, al mio
ricordo personale della realt, che lo stesso. I fatti accaddero molto
di recente, ma so che la consuetudine letteraria anche la
consuetudine di intercalare tratti circostanziali e di accentuare le
enfasi. Voglio narrare del mio incontro con Ulrica (non seppi mai il
suo cognome e forse non lo sapr mai) nella citt di York. La cronaca
comprender una notte e una mattina.
Raccontare che la vidi per la prima volta sotto le Cinque Sorelle
di York, quelle vetrate scevre di ogni immagine che rispettarono gli
iconoclasti di Cromwell, non mi costerebbe nulla, ma il fatto che ci
conoscemmo nel salottino del Northern Inn, dallaltro lato delle mura.
Eravamo pochi e lei mi dava le spalle. Qualcuno le offr da bere e lei
rifiut.
Sono femminista, disse. Non voglio imitare gli uomini. Il
loro tabacco e il loro alcool mi disgustano.
La frase voleva essere ingegnosa e intuii che non era la prima
volta che la pronunciava. Seppi poi che non era una sua prerogativa,
ma le nostre parole non sempre ci assomigliano.
Raccont che era arrivata tardi al museo, ma che la lasciarono
entrare quando disse di essere norvegese.
Uno dei presenti comment:
Non la prima volta che i norvegesi entrano a York.

1 Questo racconto stato pubblicato per la prima volta allinterno di un libro nel
volume El libro de arena. Il tema dellamore molto comune nei miei versi; non
lo per nella mia prosa, nella quale non si pu trovare altro esempio che
Ulrica, asserisce Borges nellepilogo del libro.

Francesco Chiaro

vero, disse lei. LInghilterra fu nostra e noi la perdemmo,


se si pu possedere qualcosa o qualcosa pu essere perduta.
Fu allora che la guardai. Un verso di William Blake parla di
fanciulle di mite argento o di furioso oro, ma in Ulrica cerano loro e
la mitezza. Era leggera e alta, dai lineamenti affilati e dagli occhi grigi.
Non fu il suo viso ad impressionarmi, ma la sua aria di mistero
tranquillo. Sorrideva con facilit e il suo riso sembrava farla
allontanare. Vestiva di nero, uso desueto nelle terre del Nord, dove si
cerca di rallegrare con i colori quello che viene attenuato
dallambiente. Parlava in un inglese nitido e preciso, accentuando
leggermente le r. Non sono un osservatore; scoprii queste cose
poco a poco.
Ci presentarono. Le dissi che ero un professore dellUniversit
delle Ande di Bogot. Precisai che ero colombiano.
Mi chiese in modo pensieroso:
Cosa vuol dire essere colombiani?.
Non lo so le risposi. un atto di fede.
Come essere norvegese convenne.
Non ricordo altro di ci che ci dicemmo quella notte. Il giorno
dopo scesi di buonora nella sala da pranzo. Dalle finestre vidi che
aveva nevicato: la landa si perdeva nella mattina. Non cera nessun
altro. Ulrica mi invit a unirmi al suo tavolo. Mi disse che le piaceva
passeggiare da sola.
Rammentai una battuta di Schopenhauer e le risposi:
Anche a me. Possiamo passeggiare insieme.
Ci allontanammo dalla casa, sopra la giovane neve. Nei campi
non cera anima viva. Le proposi di andare a Thorgate, a poche miglia

Francesco Chiaro

da l a valle. So che gi mi ero innamorato di Ulrica; non avrei voluto


nessun altro al mio fianco.
Dimprovviso sentii lululato lontano di un lupo. Non ho mai
sentito ululare un lupo, ma so che quello lo era. Ulrica non si
scompose.
Poco dopo disse come se stesse pensando a voce alta:
Le poche e povere spade che ho visto ieri alla York Minster mi
hanno commosso di pi delle grandi navi nel museo di Oslo.
Le nostre strade si incrociavano. Ulrica, quel pomeriggio,
avrebbe proseguito il suo viaggio verso Londra; io, verso Edimburgo.
In Oxford Street, mi disse, ripercorrer i passi di De
Quincey, che cercava la sua perduta Anna tra la moltitudine
londinese.
De Quincey, le risposi, smise di cercarla. Io, nel corso degli
anni, continuo a farlo.
Forse, disse a bassa voce, lhai trovata.
Capii che una cosa inaspettata non mi era proibita e la baciai
sulla bocca e sugli occhi. Mi scost con mite risolutezza e disse:
Sar tua nella locanda di Thorgate. Ti prego, nel frattempo, di
non toccarmi. meglio che sia cos.
Per un uomo celibe avanti con gli anni, lamore offerto un
dono ormai inaspettato. Il miracolo ha diritto di imporre condizioni.
Pensai alle mie imprese giovanili a Popayn e a una ragazza del
Texas, pallida e longilinea come Ulrica, che mi aveva negato il suo
amore.
Non incappai nellerrore di chiederle se mi amava. Capii che
non ero il primo e che non sarei stato lultimo. Quellavventura, forse

Francesco Chiaro

la postrema per me, sarebbe stata una delle tante per quella
splendente e risoluta discepola di Ibsen.
Presi per mano proseguimmo.

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