Corelli
Farmaci Antitumorali
Il cancro destinato a diventare nel ventunesimo secolo la prima causa di mortalit nei paesi
industrializzati.
Lo scopo ultimo della ricerca antitumorale lo sviluppo di una chemioterapia che sia davvero
selettiva, in grado cio di colpire specificamente le cellule tumorali rispetto a quelle sane.
Acquisizioni scientifiche dellultimo decennio hanno aperto la strada a modi sostanzialmente nuovi
di affrontare questa malattia.
Lo sviluppo di agenti citostatici che siano in grado di bloccare selettivamente processi biochimici
del ciclo cellulare (Fig. 1) caratteristici soltanto delle cellule tumorali rappresenter probabilmente
la vera sfida per il futuro; tuttavia i farmaci citotossici rimarranno anche per limmediato avvenire
un punto di forza della chemioterapia antitumorale.
TERMINOLOGIA
Nonostante la loro variet, i tumori hanno caratteristiche comuni. Sia cancro che tumore sono
termini generici, mentre quello medico neoplasia, che significa crescita relativamente autonoma di
tessuto. Antineoplastici sono i farmaci che la combattono.
Tumore in generale si riferisce ad una abnorme massa o crescita tissutale non necessariamente
mortale.
La differenza tra neoplasie benigne e maligne che le prime sono pi curabili perch possono essere
rimosse chirurgicamente e non si riformano facilmente, mentre le seconde normalmente invadono i
tessuti e gli organi vicini e possono svilupparsi in altre parti del corpo, formando nuove masse
tumorali, dette metastasi.
CENNI DI NOMENCLATURA DELLE NEOPLASIE
Non esiste una nomenclatura ufficiale al riguardo: alcuni tumori portano il nome di colui che li ha
descritti per primo (tumore delle ossa o di Ewing, morbo di Hodgkin...), altri traggono il nome dal
tessuto colpito (tumori papillari, cistici, follicolari...).
Sarcomi: neoplasie ai tessuti derivanti embriologicamente dal mesoderma (tessuto muscolare, osseo,
cartilagineo).
Carcinomi: neoplasie che colpiscono i tessuti e gli organi derivati dallectoderma (pelle, tessuto
nervoso) e dallendoderma (sistema intestinale ed organi correlati).
Esistono anche neoplasie miste: carcinosarcoma, teratoma.
Blastomi: il suffisso -blastoma viene usato per indicare tumori che allinizio hanno un aspetto
embrionale (mioblastoma, neuroblastoma).
Tumori del sangue: leucemia, caratterizzata da abnorme aumento dei leucociti; policitemia, discrasia
progressiva caratterizzata da aumento degli eritrociti e del volume complessivo di sangue.
5-Fluorouracile
7,8-DHF
7,8-Diidrofolato
ADA
Adenosina deaminasi
AICAR
Aminoimidazolocarbossamide ribonucleotide
AICARFT
AMP
Adenosina monofosfato
AMPDA
Ara-C
Citarabina
CCNU
1-(2-Cloroetil)-3-cicloesil-1-nitrosourea (lomustina)
dAMP
Desossiadenosina monofosfato
dATP
Desossiadenosina trifosfato
DHFR
Diidrofolato reduttasi
dNTP
Desossinucleoside trifosfato
dTMP
Desossitimidina monofosfato
dUMP
Desossiuridina monofosfato
FdUMP
Fluorodesossiuridina monofosfato
FdUTP
Fluorodesossiuridina trifosfato
FPGS
Folilpoliglutammato sintetasi
FUTP
Fluorouridina trifosfato
GARFT
GMP
Guanosina monofosfato
GR
Glicinamide ribonucleotide
HGPRT
Ipoxantina-guanina fosforibosiltransferasi
IMP
Inosina monofosfato
IMPCH
MP
mercaptopurina
MTX
metrotressato
NDPR
PNP
PRPP
5-Fosforibosil-1-pirofosfato
SHMT
TG
tioguanina
THF
tetraidrofolato
T-IMP
6-Tioinosina-5-monofosfato
TS
Timidilato sintasi
Chemioterapici Antineoplastici
Attualmente disponiamo di svariati farmaci che possono essere usati con vantaggio nei vari tipi di
malattie, circa un centinaio, che vengono comunemente chiamate cancro.
Possiamo raggrupparli per semplificare la trattazione in diverse classi
Antimetaboliti
Farmaci ad elevata reattivit chimica
Farmaci complessanti il DNA
Antimitotici
Ormoni ed antiormoni
Enzimi
Farmaci vari
a loro volta suddivise per gruppi (Tabella 1)
Tabella 1
I. Antimetaboliti
V. Ormoni ed antiormoni
VI. Enzimi
6.1 L-Asparaginasi
I. Antimetaboliti
1. Introduzione
2. Meccanismi della chemioterapia antimetabolica delle neoplasie
2.1. Biosintesi della timidina
2.2. Biosintesi dei nucleotidi purinici
2.3. Ribonucleoside reduttasi
2.4. Adenosina deaminasi
2.5. Trasformazioni intracellulari degli antimetaboliti
3. Antimetaboliti e loro uso terapeutico
3.1. Analoghi dellacido folico
3.2. Analoghi delle pirimidine
3.3. Analoghi delle purine
4. Impiego di combinazioni di antimetaboliti
1. INTRODUZIONE
Un antimetabolita interferisce con la formazione o lutilizzazione di un normale metabolita
cellulare. Molti degli antimetaboliti interferiscono con gli enzimi implicati nella sintesi di nuovo DNA
o sono incorporati nel DNA in formazione; in alcuni casi entrambi i processi sono importanti nel
determinare lefficacia di un antimetabolita. Di conseguenza molti antimetaboliti sono derivati dei
mattoni costitutivi del DNA stesso, come nel caso degli inibitori a struttura nucleosidica, o
analoghi di cofattori critici, come gli antifolici.
Bastano piccoli cambiamenti nella struttura di un metabolita, per es. la sostituzione di un
ossidrile con un gruppo aminico NH2 o lintroduzione di un gruppo metilico CH3, per trasformarlo in
un composto con attivit antagonista o antimetabolita. In realt in tale cambiamento influiscono non
solo la natura del sostituente ma anche le sue dimensioni e quindi la capacit o meno del nuovo
composto di legarsi alla superficie recettoriale dellenzima da inibire o di inserirsi come unit
strutturale fraudolenta (cio estranea) a livello degli acidi nucleici.
La terapia antimetabolica pu interferire con svariati processi chiave della cellula, ad esempio
inibendo la biosintesi della timidina o dei nucleotidi purinici od inibendo la ribonucleoside reduttasi.
Considerato il loro meccanismo di azione, non sorprende che gli effetti benefici osservati con gli
antimetaboliti siano accompagnati spesso da tossicit non trascurabile, dovuta al fatto che i
metaboliti cellulari su cui vanno ad incidere sono fondamentali sia per le cellule tumorali che per
quelle sane. Singoli agenti antimetabolici possono agire su un solo processo o su pi processi
contemporaneamente, ma in ogni caso sono spesso usati in clinica in associazione con altre forme di
terapia.
2. MECCANISMI DELLA CHEMIOTERAPIA ANTIMETABOLICA DELLE NEOPLASIE
2.1. Biosintesi della timidina
5
inibitore della DHFR, come il MTX. La somministrazione aggiuntiva di acido folico e di vitamina B 12
modula la tossicit complessiva del pemetrexed, aumentandone al contempo gli effetti citotossici, per
cui il pretrattamento con acido folico una componente standard del regime clinico. Trova impiego
da solo od in associazione con cisplatino nel trattamento di pazienti con mesotelioma pleurico
maligno (MPM). Sono in corso studi clinici sul pemetrexed nella terapia di vari tumori solidi, quali
carcinoma del pancreas, del colon-retto, dello stomaco, della mammella.
3.2. Analoghi delle pirimidine
Il 5-FU un composto di largo impiego in sede clinica, principalmente contro i tumori solidi
del tratto gastrointestinale, della mammella e dellapparato genitale femminile. Cosa piuttosto strana,
non risulta attivo contro la leucemia ed i linfomi. Nonostante sia ampiamente utilizzato, il suo profilo
farmacocinetico non ideale. Il miglior metodo di somministrazione per infusione endovenosa
continua, dacch la sua biodisponibilit dopo somministrazione orale variabile e difficile da
prevedere. Il 5-FU rapidamente metabolizzato e presenta un tempo di semivita di circa 16 minuti:
dopo 3 ore non pi rilevabile farmaco intatto nel plasma. Il 5-FU pi efficace se somministrato
insieme a leucovorina (5-formiltetraidrofolato), un profarmaco del 5,10-CH2-THF. Linibizione della
TS da parte del FdUMP dipendente dal cofattore 5,10-CH2-THF, che si combina con TS e FdUMP
per formare un complesso covalente ternario. Un eccesso di cofattore diminuisce la velocit di
dissociazione di questo complesso e perci laggiunta di leucovorina aumenta la citotossicit del 5FU. I principali effetti tossici del 5-FU sono a carico del midollo osseo, con conseguente leucopenia,
ma possono manifestarsi anche trombocitopenia, anemia, perdita di capelli, dermatite e, talvolta,
manifestazioni neurologiche e tossicit cardiaca. Il bassissimo indice terapeutico di questo farmaco
richiede unattenta sorveglianza da parte di clinici esperti nel suo uso.
La citarabina (Ara-C) il pi importante antimetabolita utilizzato nella terapia della leucemia
mieloide acuta. Viene degradata nel tratto gastrointestinale, tanto che dopo somministrazione orale
solo il 20% del farmaco raggiunge la circolazione sistemica. Di conseguenza viene somministrata per
iniezione endovenosa rapida o infusione endovenosa continua. E soprattutto un potente
mielosoppressore, in grado di causare grave leucopenia, trombocitopenia ed anemia. Altri effetti
tossici si manifestano a carico del tratto gastroenterico.
La citarabina ocfosfato (ottilfosfato) un analogo lipofilo monofosforilato della citarabina
che viene lentamente convertito nel farmaco madre a livello del fegato e rilascia citarabina nella
corrente ematica per periodi prolungati. E efficace dopo somministrazione sia parenterale che orale
e presenta quindi dei vantaggi rispetto alle formulazioni parenterali di citarabina. Ha peraltro le stesse
indicazioni terapeutiche e gli stessi effetti tossici dellAraC.
DepoCyt una preparazione iniettabile a lento rilascio di AraC utile nel trattamento della
meningite neoplastica conseguente a linfoma (meningite linfomatosa). Nel DepoCyt lAraC
incapsulata nelle camere acquose di una matrice sferica di 20 m composta da lipidi (fosfolipidi,
trigliceridi e colesterolo) biochimicamente simili alla membrana della cellula umana normale. Quando
9
trasforma il GMP in GDP), si accumulano allinterno della cellula ed inibiscono varie tappe cruciali
della conversione dellIMP a nucleotidi guaninici e adeninici. Inoltre, seppure lentamente, possono
essere fosforilate a trifosfati ed essere incorporate nel DNA. Infine possono causare inibizione da
pseudo feed-back della prima tappa nella biosintesi de novo delle purine, la reazione di glutamina e
PRPP a formare ribosilamina-5-fosfato.
Tanto la mercaptopurina quanto la tioguanina sono disponibili per somministrazione orale, a
seguito della quale per il loro assorbimento incompleto e variabile da paziente a paziente, con
bassa biodisponibilit conseguente anche a metabolismo di primo passaggio. Dopo somministrazione
endovenosa lemivita di questi farmaci relativamente breve (circa 50 minuti per la mercaptopurina).
Utili nellindurre o mantenere la remissione di forme leucemiche, questi farmaci non sono
attivi su tumori solidi. Gli effetti tossici comprendono depressione del midollo osseo (che peraltro si
sviluppa pi lentamente che con gli antifolici) ed effetti gastrointestinali (meno marcati con la
tioguanina).
Fludarabina fosfato (14) e cladribina (15) sono analoghi alogenati delladenosina resistenti
allenzima adenosina deaminasi. Dopo trasformazione nel corrispondente trifosfato da parte della
desossicitidina chinasi, la fludarabina inibisce la DNA polimerasi e la NDPR e viene anche
incorporato nel DNA e nellRNA. La cladribina, sempre dopo fosforilazione, viene incorporata nel
DNA provocandone la rottura della catena ed inducendo apoptosi in alcune linee cellulari.
La pentostatina (o 2-desossicoformicina, 16) un composto naturale isolato da colture di
Streptomyces antibioticus che, come analogo dello stato di transizione della reazione catalizzata
dalladenosina deaminasi, un potente inibitore (Ki = 2.5 pM) di questo enzima. Il farmaco ha
unaffinit per lenzima 107 volte superiore a quella del substrato naturale. Il complesso enzimainibitore molto stabile e si dissocia con un t1/2 di circa 25-30 ore. Pertanto, la pentostatina blocca
non solo la deaminazione dei nucleosidi naturali ma anche di molti analoghi impiegati in
chemioterapia. Come inibitore delladenosina deaminasi determina elevati livelli intracellulari di
adenosina e conseguente inibizione della NDPR.
La clofarabina (17) un nuovo membro di questa classe introdotto in terapia nel 2005 per il
trattamento mediante infusione endovenosa in pazienti pediatrici (1-21 anni) della leucemia
linfoblastica acuta recidivante o refrattaria ad altri trattamenti. Sebbene simile strutturalmente alla
fludarabina ed alla cladribina, si differenzia da queste per la presenza del fluoro in 2, che la rende
meno suscettibile di scissione fosforolitica da parte della purina nucleoside fosforilasi. Agisce come
profarmaco, in quanto necessita di attivazione mediante fosforilazione intracellulare al
corrispondente trifosfato, che va ad inibire la DNA polimerasi e la NDPR. La sua maggior potenza
citotossica rispetto alla fludarabina ed alla cladribina attribuita alla efficienza con cui viene
fosforilata ed al lungo tempo (>24 h) di semivita intracellulare del suo metabolita trifosfato.
Fludarabina, cladribina, pentostatina e clofarabina sono disponibili per somministrazione
endovenosa e rappresentano oggi farmaci di prima scelta per il trattamento di varie forme
leucemiche, soprattutto leucemia linfocitica cronica (fludarabina), leucemia a cellule capellute
(pentostatina e cladribina), leucemia linfoblastica acuta (clofarabina). Le principali manifestazioni
11
tossiche sono mielosoppressione, nausea e vomito, complicanze renali e neurologiche (meno gravi
con la cladribina). Lassociazione fludarabina/pentostatina pu provocare tossicit polmonare grave e
perfino fatale.
4. IMPIEGO DI COMBINAZIONI DI ANTIMETABOLITI
I farmaci antineoplastici sono raramente usati da soli, dal momento che combinazioni di
farmaci si sono dimostrate di gran lunga superiori alla monochemioterapia per varie forme tumorali.
Gli antimetaboliti non sono uneccezione: sono stati combinati sia con altri antimetaboliti che con
altri agenti chemioterapici. Lo scopo della terapia combinata trovare farmaci con attivit sinergica,
vale a dire un regime terapeutico il cui effetto complessivo sia superiore alla somma degli effetti dei
singoli farmaci, e che non presentino tossicit sovrapponibili. Poich la maggior parte degli
antimetaboliti interferisce con i processi di biosintesi del DNA, sono state usate molte combinazioni
di antimetaboliti con farmaci che reagiscono con il DNA. Un esempio di ci rappresentato dalla
combinazione del metotressato con il cisplatino. Altre possibili combinazioni potrebbero prevedere
limpiego di antimetaboliti con altri composti capaci di indurre apoptosi, di prevenire langiogenesi, o
con antimetaboliti che vanno a colpire differenti enzimi della stessa via metabolica, come la
combinazione di ciclofosfamide (un agente alchilante il DNA), metotressato e 5-fluorouracile.
Questa associazione, nota come CMF, ha rappresentato una terapia standard nel trattamento del
cancro mammario metastatico: il 5-FU colpisce la via di biosintesi della timidina inibendo la TS,
mentre il MTX va a colpire la stessa via metabolica generale inibendo la DHFR.
Le combinazioni sono prima studiate a livello preclinico in modelli cellulari e animali, ma
lapplicazione successiva in pazienti in ambito clinico spesso complicata da problemi ADMET che
non sono ben predetti dai modelli. Il successo clinico della terapia (combinata o non) stabilito
attraverso la misurazione di una serie di parametri, in confronto con quelli ottenuti con una terapia
standard, che comprendono la tossicit, la frequenza di risposta, i benefici per la sopravvivenza, la
sopravvivenza media e la sopravvivenza dopo un periodo di tempo prestabilito (es. dopo 12 mesi).
Esempi di combinazioni di farmaci studiate recentemente includono lassociazione della
gemcitabina con inibitori della TS, come 5-FU, capecitabina e raltitrexed. Tuttavia la terapia duale
gemcitabina/inibitori nucleosidici della TS o gemcitabina/inibitori antifolici della TS non ha
presentato vantaggi ai fini della sopravvivenza rispetto allimpiego della sola gemcitabina.
In conclusione, nellultimo decennio sono stati fatti molti progressi nello sviluppo e nelluso
clinico di antimetaboliti come chemioterapici antineoplastici. Sia la monoterapia che le combinazioni
si sono dimostrate efficaci e sono in corso studi clinici per valutare la loro efficacia contro una pi
ampia variet di forme tumorali. Sono in fase di studio anche nuovi regimi terapeutici basati sulla
combinazione di due, tre e quattro farmaci.
12
Nome registrato
Anno di registrazione
(USA)
Indicazione
Antifolici
Metotressato (MTX)
Pemetrexed
Nolatrexed
Folex
Alimta
Thymitaq
Leucemie
Mesotelioma
Carcinoma epatico
Mercaptopurina
Tioguanina
5-Fluorouracile
Citarabina
Fludarabina
Pentostatina
Cladribina
Gemcitabina
Purinethol
Tabloid
Adrucil
Cytosar-U
Fludara
Nipent
Leustatin
Gemzar
1952
1955 (?)
1962
1969
1991
1991
1993
1996
1998
Citarabina liposomica
Capecitabina
DepoCyt
Xeloda
Clofarabina
Clolar
1999
1998
2001
2005
Leucemie
Leucemie
Carcinoma del colon-retto
Leucemie
Leucemie
Leucemie
Leucemie
Carcinoma pancreatico
Cancro del polmone non a
piccole cellule
Meningite linfomatosa
Carcinoma mammario
Carcinoma del colon-retto
Leucemia linfoblastica acuta
Analoghi nucleosidici
13
14
Quello della mitomicina C forse uno dei pochi casi, se non lunico, in cui il prodotto naturale viene a
costituire un modello valido non solo per lelaborazione di nuovi prodotti sintetici biologicamente attivi, ma
anche per confermare che il cammino percorso nellambito della chimica degli antitumorali di sintesi poggia su
basi razionali.
1
15
crociati). Lalchilazione avviene preferenzialmente in regioni del DNA ricche di GC per alchilazione
del gruppo amminico in posizione 2 della guanina, come stato dimostrato in vitro (Fig. 16).
3. Altri alchilanti
Anche gli esteri metansolfonici e gli epossidi, analogamente alle mostarde azotate ed alle
aziridine, possono agire da alchilanti (Fig. 17). Esempio saliente di diestere metansolfonico fornito
dal busulfan. Questo agente anticancro caratterizzato da una molecola bifunzionale simmetrica che
ricorda nel meccanismo di azione la mecloretamina. Anchesso infatti agisce formando legami
trasversali tra le due eliche coassiali del DNA, presumibilmente a livello della guanina. Da notare che
mentre gli omologhi inferiori del busulfan sono biologicamente inattivi, gli omologhi superiori sono
ancora provvisti di attivit di rilievo. Tuttavia il busulfan lunico estere metansolfonico entrato in
terapia per il trattamento della leucemia mielogenica cronica.
Tutti i farmaci sin qui trattati contengono due gruppi alchilanti ed in effetti questa la
condizione ideale per avere la massima attivit biologica, tuttavia anche agenti alchilanti
monofunzionali risultano attivi come, ad esempio, le N-cloroetilnitrosouree, quali la lomustina
(CCNU), attiva per via orale su vari tumori solidi ed usata in particolare nel trattamento di taluni
tumori del cervello e, soprattutto in combinazione con FU, nei tumori del colon.
Nellorganismo le cloroetilnitrosouree vengono degradate metabolicamente con formazione
di vari metaboliti dotati di attivit antineoplastica, tra cui un catione vinilico ed un isocianato (Fig.
18). Questi due ultimi sono i gruppi responsabili dellattivit antitumorale e della tossicit
manifestate dalle nitrosouree, farmaci capaci di alchilare gli acidi nucleici e di carbamoilare le
proteine dellorganismo.
Anche la dacarbazina o DTIC, un derivato triazenoimidazolico, si comporta da agente
alchilante. Questo composto, che trova utilizzazione come farmaco di elezione nel trattamento del
melanoma melanotico e mostra sinergismo di azione con doxorubicina nel trattamento dei sarcomi
dei tessuti molli, nellorganismo viene bioattivato attraverso una serie di trasformazioni catalizzate
dal complesso enzimatico CYP450 con formazione inizialmente di MTIC (intermedio comune anche
al profarmaco temozolomide), capace di generare successivamente diazometano, un potente agente
metilante della posizione 7 della guanina (Fig. 19).
V. Ormoni
17
I primi tipi di cancro ad essere trattati mediante somministrazione di ormoni sono stati il
cancro della mammella e quello della prostata.
Il concetto guida in questo tipo di terapia che le cellule neoplastiche di un organo sensibile
agli ormoni possono, almeno in qualche stadio dellevoluzione neoplastica, essere sottoposte ad un
controllo ormonale. In effetti una alterazione dellambiente ormonale produce per lo pi una
remissione dei tumori nei casi di cancro della mammella, della prostata e dellendometrio.
Il cancro della mammella una delle forme pi diffuse di cancro umano e causa ogni anno la
morte di molte donne. La resezione chirurgica o mastectomia il primo intervento in caso di
diagnosi di tumore maligno alla mammella; ad esso fa seguito la cobaltoterapia come terapia
coadiuvante al fine di distruggere eventuali cellule neoplastiche ancora presenti ed evitare le
metastasi.
Dopo lisolamento del testosterone e la successiva constatazione che esso manifestava azione
antagonista nei confronti degli effetti fisiologici degli estrogeni, si tent una terapia del cancro
mammario sulla base dellassunzione che questa forma di cancro fosse provocata, od almeno
favorita, da agenti estrogeni. Si cos introdotta nelluso clinico la terapia androgena per curare il
cancro della mammella e ad essa ha fatto seguito successivamente il trattamento con estrogeni
(dietilstilbestrolo, etinilestradiolo) per combattere lo stesso tipo di tumore nella donna in periodo di
post-menopausa (Fig. 23).
Il farmaco classico ad attivit androgena usato in sede clinica per il trattamento del cancro
mammario il testosterone propionato, che per possiede marcati effetti virilizzanti ovviamente
indesiderati da parte delle donne. Pertanto la ricerca si orientata verso lo studio di derivati del
testosterone ad attivit prevalentemente anabolizzante. Un recente acquisto terapeutico il
calusterone, uno dei pi attivi ormonoidi anticancro, usato per via orale e risultato provvisto di
scarsa attivit androgena indesiderata. Il calusterone il pi usato degli steroidi nella terapia
ormonica primaria e secondaria del cancro della mammella.
Alte dose di estrogeni in genere sono risultate pi attive degli androgeni nella terapia
ormonale del cancro della mammella nelle donne in periodo di post-menopausa. A questo scopo
vengono utilizzati indifferentemente il dietilstilbestrolo e letinilestradiolo. E da rimarcare che solo
alte dosi di estrogeni inibiscono il tumore mammario, mentre piccole dosi di tali ormoni addirittura
favoriscono la sua crescita.
Un approccio alternativo si basa sullimpiego di antiestrogeni. Il tamossifene viene usato in
pi di 70 Paesi per il trattamento dei tumori in fase avanzata (metastatica). Esso provoca un blocco
G1 nel ciclo cellulare delle cellule neoplastiche, che viene a sua volta ripristinato dallestradiolo
(ormone estrogeno): perci il tamossifene, che deve essere considerato pi un farmaco tumoristatico
che tumoricida, raccomandato nel trattamento del cancro al seno delle donne in menopausa. Da
notare che dei due possibili isomeri geometrici del tamossifene, solo la forma Z (cis) si comporta da
antiestrogeno, mentre lisomero E (trans) funziona da estrogeno e non viene impiegato nella cura del
cancro mammario.
18
Gli estrogeni sono anche usati nella terapia del cancro della prostata, una forma maligna
molto diffusa tra gli uomini. La crescita ed il funzionamento della prostata regolato dallazione
degli ormoni androgeni, di conseguenza il fine della terapia anticancro ormonica in questo caso
quello di antagonizzare gli stimoli prodotti dagli ormoni androgeni.
I farmaci progestinici, cio i farmaci riferibili per struttura chimica ed attivit biologica al
progesterone, hanno fornito risultati notevoli nella terapia del carcinoma primario dellutero
(endometrio). Il 30-35% delle pazienti in genere risponde favorevolmente alla cura con 17idrossiprogesterone esanoato o con medrossiprogesterone acetato (Fig. 24).
Il ciproterone anchesso un derivato progestinico, ma la sua maggiore utilizzazione riguarda
il cancro della prostata.
I corticosteroidi, anchessi riconducibili chimicamente al progesterone, trovano impiego
principalmente nelle forme leucemiche e nei linfomi. I corticosteroidi naturali, come il cortisone e
lidrocortisone, hanno ormai ceduto il passo ai glucocorticoidi semisintetici (prednisone,
prednisolone, desametazone, triamcinolone).
Recenti scoperte nella terapia endocrina del tumore della mammella hanno dimostrato i
benefici effetti dellinibizione dellenzima aromatasi, un enzima CYP450-dipendente che catalizza lo
stadio finale della biosintesi degli estrogeni (Fig. 25). Linibizione di tale enzima pu essere ottenuta
mediante analoghi steroidici del substrato naturale dellenzima oppure con inibitori non steroidei che
sono strutturalmente correlati con gli antifungini azolici (Fig. 26). Fadrozolo, letrazolo ed
exemestano sono tutti inibitori dellaromatasi di terza generazione attivi per somministrazione orale.
Il fadrozolo cloridrato (racemico) stato introdotto in terapia nel 1995 per il trattamento del
cancro della mammella post-menopausale. E un inibitore potente e specifico dellaromatasi privo di
effetti di tipo androgeno ed estrogeno e di altri significativi effetti collaterali. Esercita la sua azione
coordinando il ferro del nucleo porfirinico del CYP450 probabilmente attraverso la porzione
imidazolica. Questa forte interazione impedisce che il ferro possa legare lossigeno molecolare ed
inattiva reversibilmente lenzima.
Il letrazolo (1996) il pi selettivo tra gli inibitori dellaromatasi studiati finora. Risulta circa
10.000 volte pi potente dellaminoglutetimide, che stato il primo inibitore dellaromatasi ad essere
scoperto. Presenta una potente azione antitumorale ed privo di effetti collaterali indesiderati.
Lexemestano stato sviluppato in Italia dalla Farmitalia Carlo Erba ed stato introdotto per
la prima volta da Pharmacia nel 2000 per il trattamento di tumori estrogeno-dipendenti e del cancro
della mammella post-menopausale. E un nuovo composto steroideo di sintesi strutturalmente
riconducibile al substrato naturale per la biosintesi degli estrogeni, landrostandione. Lexemestano
un inibitore irreversibile dellaromatasi e presenta attivit endocrina minima. Si tratta del primo
rappresentante steroideo degli inibitori dellaromatasi di terza generazione.
VI. Enzimi
La L-asparaginasi costituisce il primo esempio di farmaco antitumorale il cui meccanismo di
azione non comporti linibizione dellaccrescimento e della moltiplicazione cellulare. Questo enzima
19
catalizza la scissione della L-asparagina in acido aspartico ed ammoniaca e priva quindi le cellule
asparagino-dipendenti di un aminoacido indispensabile alla loro vita.
Come noto, per le cellule sane questo non un aminoacido essenziale; al contrario, la
maggior parte delle cellule leucemiche ed un numero molto limitato di tumori solidi avrebbero
perduto la facolt di sintetizzare lasparagina, la cui carenza provocherebbe perci lestinzione di
diversi e importanti processi metabolici con conseguente distruzione delle cellule tumorali stesse.
La L-asparaginasi, prodotta su larga scala in Germania e negli USA usando come fonte
lEscherichia coli, presenta per ovvie ragioni uno spettro di azione limitato e trova applicazione
quasi esclusiva nel trattamento delle leucemie acute linfoblastica e mieloblastica.
collegato specificamente allo stato patologico. Questo approccio mirato dovrebbe in teoria
comportare minori effetti collaterali rispetto alla pi tradizionale terapia citotossica con altri
antitumorali (5-FU, paclitaxel, composti del platino), ed effettivamente questi nuovi composti
sono generalmente ben tollerati (nausea non grave, vomito, diarrea, crampi muscolari, edema,
ipertensione sono gli effetti tossici pi comuni) dopo somministrazione orale lontano dai pasti (i
grassi riducono lassorbimento orale di questi composti). In quanto substrati del sistema CYP3A4,
possono dare origine ad interferenza con altri farmaci inibitori di questo sistema enzimatico. Come
inibitori di diverse chinasi vitali per la progressione tumorale, questi composti potrebbero mostrare
un ampio spettro di attivit antitumorale e diventare unarma efficace contro una variet di tumori
solidi.
Imatinib (Gleevec o Glivec, 2001): tumori del tratto gastroenterico e leucemia mieloide cronica
Gefitinib (Iressa , 2002): cancro del polmone non a piccole cellule
Erlotinib (Tarceva, 2004): cancro del polmone non a piccole cellule e cancro pancreatico
Sorafenib (Nexavar, 2005): carcinoma della cellula renale.
La sintesi dellimatinib descritta in Fig. 29.
21
22
HN
O
CH3
HN
N
dUMP
dTMP
TS
N5,N10-CH2-THF
7,8-DHF
NADPH + H+
Glicina
SHMT
O
HO
DHFR
THF
R=
NADP+
Serina
OH
O
OH
OH
N
H2N
N
N
H
CO2H
N
H
O
CO2H
OH
N
N5,N10-CH2-THF
OH
N
H2N
H
N
N
H
H2N
CO2H
N
H
HN
HN
N
H
CO2H
N
H
CO2H
7,8-DHF
CO2H
THF
23
NH2
PRPP
CoF
PRNH2
NH
RP
Aza, DON
MP , TG
H
N
O
MTX
CHO
NH
RP
THF
glutamina
Aza, DON
glutamato
HO2C
H2N
N
H2N
HN
RP
CHO
NH
RP
RP
HO2C
THF
O
O
HO2C
H
N
N
H
H2N
H2N
H2N
H2N
CoF
OHC
N
RP
RP
MTX
N
N
H
HN
N
N
RP
IMP
N
RP
MP
O
O
N
HN
H2N
glutamato
glutamina
GMP
RP
HN
Aza, DON
NH2
N
H
XMP
N
RP
N
N
AMP
N
RP
24
NH2
O
N
H2N
HN
H2N
AMP
RP
N
RP
RP
AICAR
HN
IMP
H2N
RP
AICARFT
10-CHO-THF
GMP
THF
GARFT
H2N
OHC
HN
RP
formilglinamide
ribonucleotide
H2N
RP
GR
H
N
OHC
OH H N
N
N
N
H
CO2H
N
H
O
CO2H
HO
RP =
10-CHO-THF
OH
O
OH
OH
25
O
N
HN
X
Chinasi
HN
X
HO
O
OH OH
N
O
PNP
HGPRT
Inosina
X=H
Guanosina X = NH2
OH OH
O
N
HN
X
N
H
Ipoxantina X = H
Guanina X = NH2
Legenda: PNP purina nucleoside fosforilasi
HGPRT ipoxantina-guanina fosforibosiltransferasi
Fig. 5. Trasformazione di guanosina ed inosina nei corrispondenti nucleotidi.
26
O
HO
P
OH
O
O
O
O
Base
OH
O
OH
NDPR
OH
HO
P
OH
O
O
Base
OH
O
OH
27
NH2
N
N
H2N
CH3
O
HN
N
CO2H
N
H
H2N
CO2H
N
H
CO2Na
N
H
CO2Na
sito di formazione
del poliglutammato
Fig. 7. Profarmaci antifolici
28
a)
HN
HO
HN
O
P
N
O
OH
N
H
HO
O
F
HN
O
HO
O
O
OH
OH
HO
OH
HO
HN
P
OH
O
O
OH
OH
N
O
OH
HO
b)
NH2
NH2
N
N
HO
HO
Citarabina (7)
OH
HO
N
O
HN
H3C
O
N
F
HO
Gemcitabina (8)
HO
OH
Capecitabina (9)
Fig. 8. a) Metabolismo del 5-FU (3); b) altri antimetaboliti nucleosidici a struttura pirimidinica.
29
O
HN
F
H 3C
OR
F
N
N
O
esterasi
H 3C
OH
N
N
O
citidina
epatiche
HO
NH2
H3C
NH
N
O
OH
10
timidina
deaminasi
HO
fosforilasi
HO
OH
11
NH
N
H
30
S
N
HN
N
H
H2N
NH2
NH2
N
HO
N
O
N
Cl
OH
OH
OH
Cladribina (15)
NH2
HO
HN
N
HO
N
HO
N
H
Tioguanina (13)
Mercaptopurina (12)
F
HO
HN
Cl
HO
N
O
F
OH
Pentostatina (16)
(2'-desossicoformicina)
OH
Clofarabina (17)
31
H3C
CH2CH2Cl
CH2CH2Cl
H3C
mecloretamina
O
O
P
NH
CH2CH2Cl
CH2CH2Cl
ciclofosfamide
CH2
CH2CH2Cl
CH2CH2Cl
melfalan
O
O
P
CH2CH2Cl
H
C
NH2
nitromin
O
CH2CH2Cl
HO2C
CH2CH2Cl
CH2CH2Cl
CH2CH2Cl
trofosfamide
O
P
NH CH2CH2Cl
CH2 CH2Cl
ifosfamide
32
Cl
H3C
Cl
Cl
CH3
HN
Cl
H2N
ione
azir idinio
HO3POCH2
O
OPO3H
CH3
N
H2N
HN
Cl
H2N
HO3POCH2
O
OPO3H
O
OPO3H
H2N
O
HN
N
HO3POCH2
HN
CH3
HO3POCH2
H2N
CH3
HN
Cl
HO3POCH2
NH2
CH2OPO3H
OPO3H
OPO3H
NH
HO3POCH2
OH
OPO3H
OPO3H
H2PO4
CH3
N
O
HN
H2N
NH
N
NH2
HO3POCH2
OH
OH
33
OH
O
O
O
HO
O
O
HN
CH3
CH2
HO
H2N
O
O
OH
O
CH2
HN
H2N
O
O
N
H2
C
CH3
C
H2
C
H2
CH2
H2
C
CH2
NH
NH2
O
HO
O
O
O
CH2
OH
O
O
N
NH2
CH2
H3C
O
NH
O
O
OH
O
O
HO
O
O
34
HO
NH O
P
CH2CH2Cl
N
O
O
NH O
P
CH2CH2Cl
N
O
CH2CH2Cl
H2N
P
HO
CH2CH2Cl
H2N
O
N
CH2CH2Cl
OCHCH2CH2
CH2CH2Cl
H2C
NH O
P
CH2CH2Cl
N
O
CH CHO
CH2CH2Cl
H2N
O
N
CH2CH2Cl
HOOCCH2CH2
CH2CH2Cl
inat t ivo
O
N
CH2CH2Cl
CH2CH2Cl
H2O
c (d)
CH2CH2Cl
HN
c
CH2CH2Cl
NH 3
O
ClCH2CH2
CH2CH2Cl
H 3 PO4
inat t ivo
35
CH2OCONH2
H2N
OCH3
H3C
NH
tiotepa
mitomicina C
O
H2N
OCH3
N
H3C
OH
CH2OCONH2
r iduzione
NH
CH3OH
OH
H2N
NH2
NH
OH
OH
CH2
N
OH
H3C
DNA
H3C
H2N
CH2OCONH2
H2N
CH2
DNA
H3C
OH
NH2
36
CH2OSO2CH3
CH2
CO
CH2
busulfan
HN
lomustina (CCNU)
CONH2
CONH2
N
CH2CH2Cl
NH
CH2OSO2CH3
NO
CH3
CH3
dacarbazina (DTIC)
N
N
CH3
temozolomide
37
O
Cl
N
H
N
NO
C H2
CH
catione
vinilico
Cl
NO
N2
N
OH
H2O
HO
H
N
N
O
isocianato
38
CONH2
N
H
DTIC
CH3
CH3
CONH2
N
H
t emozolomide
CH3
H2O
CH2OH
CH3
CONH2
NH
N
NH2
DNA
N
NHCH3
N
N
N
H
CH2O
MTI C
CH3
N
H
N
N
CONH2
CONH2
CH3
CH3
NH2
DNA
N
N
DNA
NH
N
NH2
39
CH3O
OH
OH
CH2OH
OH
CH3
CO
CO
OH
OH
CH3O
OH
O
OH
CH3
OH
NH2
Doxorubicina (Adriamicina)
OH
CH3O
OH
CH2R
CHOH
O
OH
CH3
NH2
NH2
CH2R
OH
CH3
Daunorubicina (Daunomicina)
CH2R
OH
OH
H
OH
OH
CH2R
CHOH
OH
CH3O
OH
OH
O
OH
CH3
NH2
R = H, OH
40
HO
CO 2 Me
N
H
Me O
Et
OH
H
Me OOC
OCOMe
vinblastina(VLB)R=CH3
vincristina(VCR)R=CHO
Fig .21.Alca loidide llaVinca
CH3
O
O
O
NH
H3C
H3C
CH3
O
O
O
OH
OH
NH
OH
O
OH
HO
O
OH
O
O
H3C
paclitaxel(Taxol)
O
O
HO
O
O
O
H3C
docetaxel(Taxotre)
Fig .22.Taxa ni
41
Cancrodellamammella
CH3
OCH2CH2N(CH3)2
OCOCH2CH3
CH3
CH3
OH
CH3
CH3
CH3
calusterone(bolasterone)
testosteronepropionato
tamossifene(isomeroZ)
Cancrodellaprostata
CH3
OH
H3 C
OH
C
CH3
CH
CH3
HO
HO
O
OCOCH3
O
Cl
dietilstilbestrolo
etinilestradiolo
ciproteroneacetato
42
Carcinomadell'utero
H3C
CH3
CH3
H3C
CH3
OCO(CH2)4CH3
CH3
O
OCOCH3
idrossiprogesteroneesanoato
CH3
medrossiprogesteroneacetato
Leucemieelinfomi
HOH2C
O
CH3
CH3
O
OH
prednisoneealtricorticoidi
(prednisolone,triamcinolone...)
43
Me
R1
Me
R2
O
androstendione: R1, R2 = O
X = CH3
Me
R1
estrone: R1, R2 = O
X = CHO
estradiolo: R1 = OH, R2
=H
Fe+3
O
R2
R2
HO
O
X = CH2OH
testosterone: R1 = OH, R2 = H
HCOOH
R1
Me
OH
R1
R2
HO
44
N
N
HCl
CH3
CH3
CN
N
CN
O
CH2
NC
Fadrozolocloridrato
(racemico)
Letrazolo
Exemestano
45
Cl
Cl
Pt
NH3
NH3
Me2N
N
O
O
HO
cis-platino
O
HO
irinotecan
topotecan
HO
46
N
H
N
N
N
H
N
Me
O
O
Me
NH
Cl
N
N
OCH3
OCH3
OCH3
Cl
NH
F3C
O
N
H
N
H
O
NHCH3
47
Me
OMe
N
Me
H2N
OMe
H
N
NO2
NH
Me
H
N
N
N
NO2
Me
Cl
H2
Pd/C
N
H
N
N
N
H
N
O
N
Me
N
Me
Imatinib
NEt3
N
H
N
N
N
NH2
Me
N
Me