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L ICHTENBERG S AGGISTA

Gottlieb Wilhelm Rabener (1714-1771) scrive un Versuch eines deutschen Wrterbuchs e


un Beitrag zum deutschen Wrterbuch (1745), apparsi nella moralische Wochenschrift
Neue Beytrge zum Vergngen des Verstandes und Witzes (Bremer Beitrge). Il modello
il vocabolario enciclopedico ma il genere quello satirico, che evidenzia la discrepanza tra
i principi morali e quanto avviene realmente in societ. La lingua assurge al ruolo di
specchio e mostra quanto vi sia una profonda divergenza tra Wortbedeutung e
Wortgebrauch, il vero significato delle parole e lutilizzo che ne viene fatto
concretamente. Lintento di tale operazione didattico e auspica un miglioramento
delluomo attraverso la dimostrazione della sua fallacia e ipocrisia. In Versuch eines
deutschen Wrterbuchs Rabener fa un appello ai compatrioti per essere aiutato
attivamente nella compilazione del suo vocabolario, stimando il compito troppo
consistente per essere portato a termine senza supporto. La pubblicazione su rivista di
simili scritti di primaria importanza: veicolo di idee, rendeva possibile la costruzione
dellidentit culturale. Negli anni 40 il tedesco era una lingua bistrattata negli ambienti di
cultura, che prediligevano il francese, e pertanto Rabener si prodiga per mettere in luce
limportanza della sua rivalutazione. Egli evidenzia come molte parole presentassero una
definizione ambigua e poco precisa e si propone di porre rimedio a questa condizione,
cos da apportare un discreto vantaggio alle situazioni comunicative.
Lichtenberg legge Rabener in unedizione del 1771 e si ispira alloperazione da lui
condotta sul modello del vocabolario: similmente sfrutta la forma del dizionario per
tessere una satira sociale. Scrive i Beitrge zu Rabeners Wrterbuch, tre articoletti che
muovono da voci lessicali: Aber, Afterreden e Instinkt. Presumibilmente destinati a
comparire in un giornale ma mai pubblicati, gli articoli presentano una struttura diversa:
ad accomunarli, cos come nel caso di Rabener, vi il fatto che da lemmi si dipani una
riflessione morale.
Larticolo Aber mantiene costantemente il tono satirico e ironico ed privo di note
bibliografiche o letterarie. Si apre con una Scheindefinition, lesposizione del significato
apparente del termine. Segue la spiegazione della sua funzione, ovvero quella di creare
opposizioni. Il tema la maldicenza dellinvidioso e del fannullone che si intrattengono
parlando degli assenti. Lichtenberg escogita piccole scene di conversazione, invece di
usare enunciazioni generali, ma proprio dopo limpiego della congiunzione aber che si
riconosce il principio soggiacente. I vizi sono personificati: il primo personaggio di finzione
sempre portavoce di una proposizione positiva ma dopo la congiunzione, una parola
allapparenza innocua, ribatte il secondo che opera un rovesciamento della situazione. La
chiusa rappresentata da un ammonimento morale.
Larticolo Afterreden, in rapporto di contiguit con Aber, tratta in tono ironico di come vi
sia nella societ un ribaltamento dello ius naturae. Il valore della Geselligkeit, che spinge
luomo a riunirsi in societ per il bene comune, negato nel mondo ritratto di
Lichtenberg. Questo Umkehrung der ursprnglichen Bestimmung una sorta di peste
etica che ha corrotto luomo: si tratta dellattitudine alla calunnia, che viene impiegata

dalla societ degli oziosi per sfuggire alla noia. Le numerose vittime immolate sullaltare
della maldicenza perdono il proprio onore senza che vi sia nessuno a vendicarli. Tale
morbo cos radicato nellanimo umano che nemmeno vietarlo in uno statuto
riuscirebbe, de facto, a sradicarlo del tutto, poich la natura umana difficilmente muta.
Similmente sarebbe impossibile auspicare il ritorno del popolo tedesco allo stato
primitivo per recuperare i propri valori. Luomo sempre uguale e sebbene con diverse
manifestazioni non vi unepoca in cui sia pi integro moralmente. Il messaggio che c
poco posto per gli uomini onesti nella societ dei vizi: per trovarne occorrerebbe pi luce
di quella della lanterna di Diogene, il filosofo che cercava luomo.

L ICHTENBERG A FORISTA
Considerato il fondatore dellaforistica tedesca, Lichtenberg segue le orme di Rabener e
Knigge che si erano scagliati contro lampollosit delle produzioni scritte e abbraccia nei
suoi pensieri tutti gli ambiti del sapere umano. Il suo ricco florilegio, volutamente
asistematico, una variopinta raccolta di aneddoti, battute pungenti, considerazioni su
letture, giochi di parole, nonch osservazioni su questioni scientifiche, sempre nel segno
della kurze Form.
Die Gedanken dicht und die Partikeln dnne (E 16) laforisma-summa dellideale di
brevitas dellilluminista di Gttingen.
Leggendo Lichtenberg si coglie la distinzione tra il fissare di getto sulla pagina e la scrittura
rimaneggiata sino ad eliminare il superfluo: tollre porta a presentare il pensiero nella sua
forma pi pura. Lichtenberg muove una critica verso il dispendio eccessivo di parole: i
voluminosi Folianten erano un esercizio pedantesco, agli antipodi con la precisione
concettuale che si ottiene tramite un processo di sottrazione, di ripensamento e
riscrittura. Si badi che Hume scrisse tre volte la sua History of England.
Lasciare un pensiero in sospeso significa indurre alla riflessione, contrariamente alla
prolissit e al dilungarsi. La Rochefocauld modello per il processo di condensazione
unito alla precisione del pensiero, a sua volta influenzato dallo stile concentrato e
polisemico di Baltasar Gracin, cos come La Bruyre.
Ogni uomo dovrebbe esprimersi con la massima concisione per dire subito quanto deve.
La lingua, cos, rappresenta il carattere di una nazione meglio che i volti. Tradurre Tacito,
baluardo della brevitas dello storico, e le sue espressioni brevi e caratterizzanti
corrisponde a comprimere, un procedimento non semplice per le lingue moderne. La
brevit intesa come virtus narrationis nelle oltre cinquanta annotazioni di sogni
contenute nel Gttinger Taschen-Calender e nei Sudelbcher, registrate tra il 1765 e il
1799. Lichtenberg non il solo a lasciarsi affascinare dal reame del sogno: nel
Diciottesimo secolo anche Diderot, Engel e Krger si occupano di materia onirica. Dopo il
1750 la percezione del sogno muta: non si considera pi come manifestazione del divino
o scherzo del diavolo ma come un fenomeno naturale. Il sogno diventa medium per
esplorare la realt antropologica e il S: si osserva una frattura e la nostra schizofrenia

appare evidente, poich non siamo in grado di operare secondo la ratio. Siamo dei folli privi
dello scettro, der Scepter fehlt, scrive Lichtenberg in F 607.
Lichtenberg si inserisce nel dibattito del razionalismo wolffiano che mette al bando il sogno come
strumento di interpretazione della vita, perch privo di ordo e quindi di verit. Il sogno, tuttavia,
non per Lichtenberg in rapporto di inferiorit con la vita cosciente: la verit non si pu ridurre al
logos.
La natura umana resta per insondabile: le immagini che ci appaiono in sogno ci portano a
interrogarci ed anche se la ragione non fornir spiegazioni verr messo in atto un processo di
esplorazione nei recessi di noi stessi. Nel sogno conoscenza e volont sono in stato di
sospensione, ma si pu scandagliare il processo di Nachdenken. Nel sogno presente in
Sudelbcher L 587 si pu vedere rappresentata la situazione in cui Lichtenberg narratore ma
tralascia un dettaglio cruciale, redarguito poi da un altro personaggio che egli stesso: lesprit
descalier un ammonimento del s scisso che compie un errore e si corregge. Anche nella
riflessione J 171 si introduce il concetto che i contendenti verbali dei nostri sogni siamo noi stessi.
La vita zussammengesetzt, terminus technicus del frammento F 743: un composto che
laggregato dei nostri sogni e delle azioni da svegli. Tra i vantaggi delluomo ascriviamo per
quello di sognare avendo la consapevolezza di farlo. Il confine tra i due stati molto labile e al
nostro risveglio i sogni si disperdono nel fiume della vita.

LA

PRODUZIONE AFORIST ICA E SAGGISTICA DI

E LIAS C ANETTI

Tra i generi esplorati nella produzione canettiana figura laforisma, una forma breve di
Reflexionsprosa isolata dai testi circostanti e dal carattere asistematico, n lirica n narrativa. Si
tratta di offene Formen, Zweckformen che hanno come tratto distintivo uno Schlusseffekt previsto
dallautore.
Per comprendere Elias Canetti, premio Nobel per la Letteratura nel 1981, quasi indispensabile
fare riferimento ai suoi trascorsi biografici, forieri di un caleidoscopio di riflessioni. In primis
opportuno soffermarsi sul suo rapporto con le lingue, attestato in alcuni appunti nelle raccolte
aforistiche: Die Provinz des Menschen. Aufzeichnungen 1942 - 1972, Das Geheimherz der Uhr.
Aufzeichnungen 1973 - 1985, Aufzeichnungen 1992 - 1993.
In un aforisma Canetti opera un Gedankenexperiment, auspicando luso di pi lingue per diversi
scopi. La Sprache, ossia la facolt di parlare, polifunzionale: presenta un uso pragmatico e uno
intimo, religioso e letterario. In un altro aforisma riscrive il mito di Babele per rappresentare il
rapporto travagliato con le lingue della sua vita. Per Canetti Babele non solo condizione negativa
ma una ricchezza dellumanit da salvare.
In Die Gerettete Zunge e nei volumi seguenti dellautobiografia Canetti rievoca la citt natale
Rustschuk, nellodierna Bulgaria, un crogiolo di culture e idiomi, dove nasce nel 1905 da una
famiglia ebrea sefardita che parlava il giudeo-spagnolo. Laltra lingua della sua infanzia il
bulgaro, lingua ambientale, unitamente allebraico delle preghiere recitate a memoria. Con
alcune parole spagnole manterr sempre un forte legame: si tratta di vocaboli niente affatto
neutri, ma affastellati di connotazioni personali frutto di associazioni infantili per la vicinanza
sonora, e pertanto passibili di errore. Questa private Etymologie alla base della sua sensibilit
poetica, che scardina lidea della lingua come convenzione. Anche i nomi mitici cui si avvicina con
Omero rivestono un ruolo significativo: in modo simile il fascino dei nomi vecchi innesca la

ricerca di una etimologia personale, che si lega allautoanalisi storica e connette la propria
giovinenzza a quella dellumanit in un parallelo tra ontogenesi e filogenesi.
Nel 1911 Elias e la famiglia si trasferiscono a Manchester dove egli apprende linglese, poi nel
1913 in Svizzera e a Vienna alla morte del padre, imparando il tedesco quasi con la violenza di un
atto coercitivo. La madre inizia a comunicare con lui in quella lingua che era stata espressione
dellintimit coniugale, tanto impenetrabile e affascinante per il piccolo Elias. Fondamentali per la
formazione canettiana sono le letture, bacini di ricchezza estetica in cui anche lo stesso autore
pu, ri-leggendo, scoprire nuovi significati. Tra le Auctoritas v Goethe, il cui monito tu, was du
mut rappresenta una sorta di liberazione. Tra Zurigo, Vienna e Francoforte, tutti ambienti di
lingua tedesca, Canetti maturer il desiderio di volerne fare lunica lingua letteraria. Non
abdicher al suo uso nemmeno durante lesilio che lo conduce nel 1938 in Inghilterra, terra
illuminata, un ideale politico e civico, similmente alla concezione di Voltaire e Lichtenberg.
Questultimo dettaglio pregnante: il Nazionalsocialismo aveva imbevuto il tedesco di
connotazioni negative e pertanto Canetti intenzionato a redimerlo, come per un debito intimo
verso quella lingua che aveva rivestito unimportanza capitale nella sua vita. Salvare la lingua dei
tedeschi coincide con il riabilitarne limmagine storica, per dissolvere lassociazione con i nemici
e tutelare la cultura tedesca, cui erano legate le vicissitudini del popolo ebraico.
Molto forte anche il risvolto metaforico dellesilio: il poeta che privo di nomi rappresenta la
condizione umana.
La connessione tra Canetti e la lingua del suo spirito cristallizzata dalla metafora del rapporto
di vassallaggio, in cui luomo schiavo damore e perdura nella fedelt alla sua domina. La lingua
la padrona, secondo il lessico della Minnedichtung, che si comporta alla stregua di un bambino
capriccioso in cerca di attenzioni.
Canetti ricorre altres ad unaltra prosa di riflessione, il saggio. In Wortanflle, il discorso
pronunciato alla Bayerische Akademie der Schnen Knste e contenuto nella raccolta Das
Gewissen der Worte, Canetti prosegue con la sua giustificazione linguistica. Lesilio tenta ogni
scrittore a piegarsi alla lingua del paese che lo accoglie, ma egli rimane fermo nel suo
monolinguismo: il tedesco la forma espressiva a lui pi congeniale, da coltivare al prezzo di
rimanere nellombra (galt er lange als Niemand). come una lingua segreta priva di utilit
pratica, che per lotta per salvarsi. Ritorna la metafora dellamor cortese, che sfocia nel
patologico. Questa malattia vergognosa si manifesta nel privato attraverso accessi di parole
tedesche, con cui Canetti riempie pagine su pagine. Il lessico quello religioso della servit
volontaria verso il testo letterario, di cui Gefangene. La lingua, minacciata, si contende il
primato come in una Ringkampf, dando vita a una vera e propria psychomachia.
In ultima istanza, Canetti offre un ritratto del grande illuminista di Gttingen, Lichtenberg, in un
microsaggio dal carattere ritrattistico in Die Provinz des Menschen. Il sapiente rilettore del
Settecento si avvale di una serie di metafore per esprimere la sua sincera ammirazione. Il
concetto chiave quello di Einfall, un lampo improvviso che rende manifesto il senso del tutto.
Strettamente connesso Sprung, che sottende lidea di asistematicit. La sua erudizione leicht
wie Licht, caratterizzata da uninesauribile curiosit che abbraccia ogni cosa. Il ritratto si chiude
con un ossimoro: con i libri nhrt er an ihnen seinen scharfen Zartsinn.

S APPIAMO

DAVVERO CI CHE SAPPIAMO A

M EMORIA

La conferenza di Alfonso Berardinelli sullaforisma non cerca definizioni e teorie, pur


proponendo alcune etichette che nel corso dei secoli sono state proposte. Laforisma
abbozzato come cellula letteraria, fonte da cui pu sgorgare pi dun genere. Vi
discontinuit anche a livello strutturale, cos come per quanto concerne la sua
collocazione. Ancora, gli aforismi possono comparire in contesti isolati nonch figurare in
raccolte, come i libri sapienziali della Bibbia o i Sutra. Berardinelli, per, dismette ben
presto il carattere prettamente didascalico, offrendo suggestioni tramite la lettura di una
carrellata di piccole sentenze. Quanto emerge il carattere asistematico: un aforisma non
pu essere provocato, nasce quasi per generazione spontanea.
Sappiamo davvero ci che sappiamo a memoria.
Autore dellaforisma lo stesso Berardinelli, fervido amante della letteratura che si
sofferma su ogni virgola e soppesa ogni parola, sino ad appropriarsi della materia: il
risultato uno scrigno di citazioni esatte da poter recitare.
Al lettore richiesto uno sforzo attivo ed chiamato a saltare dentro il circolo
ermeneutico: Lichtenberg riteneva che leggere allo stesso tempo d e toglie valore ad un
testo.
Laforisma dotato di straordinaria forza epigrammatica, tanto che Wittgenstein chiude il
Tractatus con questo espediente:
Wovon man nicht sprechen kann, darber muss man schweigen.

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