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Boyhood di Richard Linklater

Un film epocale, a partire dalla sua straordinaria lavorazione: il primo ciak stato
battuto nel lontano 2002 e da quel momento, ogni anno per alcune settimane, il
regista ha riunito lo stesso cast e la stessa troupe per proseguire le riprese di un
progetto unico, in cui la crescita dei personaggi va di pari passo con quella degli attori.
Vincitore dell'Orso d'argento al Festival di Berlino, Boyhood un'esperienza
cinematografica indimenticabile, in cui vengono seguiti dodici anni della vita di Mason,
dall'infanzia all'ingresso al college. Divertente e malinconico al tempo stesso, un film
che rimarr: la vita del protagonista diventa metafora universale di tante esistenze
simili alla sua e Linklater offre anche un ritratto degli Stati Uniti del nuovo millennio,
seguendone i cambiamenti culturali e politici. Memorabile.

Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmusch


Un grande film sui vampiri diretto nel 2014? Possibile, se dietro la macchina da presa c' Jim
Jarmusch. Protagonisti sono Adam ed Eve, due vampiri innamorati ormai da diversi secoli:
entrambi, lui a Detroit e lei a Tangeri, conducono un'esistenza bohemienne sorseggiando sangue da
bicchieri di vetro e ascoltando musica colta. Le due creature, in questo film, sono costrette a vedere
la cultura e la bellezza della terra svanire lentamente davanti ai propri occhi. Solo gli amanti
sopravvivono un grido di resistenza a favore di un cinema libero, spontaneo e poetico. Jarmusch
dirige un mirabile concerto audiovisivo, dove suoni e immagini danzano all'unisono, valorizzato
dalle ottime performance di Tilda Swinton e Tom Hiddleston.

L'amore bugiardo di David Fincher


Dal romanzo omonimo di Gillian Flynn, uno dei film pi potenti e maestosi degli ultimi anni. Un
giallo (con venature da commedia) incentrato su una coppia in crisi: nel giorno del quinto
anniversario di matrimonio, Amy scompare e i sospetti ricadono presto sul marito, Nick. La regia di
Fincher essenziale, i tempi di montaggio perfetti e il risultato un lungometraggio impeccabile,
coinvolgente ed emozionante. Grande prova di Rosamund Pike.

Mommy di Xavier Dolan


Arrivato al suo quinto film, il giovanissimo regista canadese Xavier Dolan dimostra straordinaria
maturit nel mettere in scena una storia delicata e profonda, che vede una madre alle prese con il
figlio adolescente, vittima della sindrome da deficit di attenzione e iperattivit. Toccante e
struggente, Mommy un'opera esplosiva, incapace di lasciare indifferenti, che mostra il grande
talento visivo del suo autore: questi gioca anche con il formato dello schermo riducendolo per quasi
tutto il film (cos da trasmettere allo spettatore la situazione claustrofobica in cui vive la
protagonista) e allargandolo in un paio di sequenze: non si tratta di un semplice esercizio di stile,
ma di una scelta tesa a rappresentare le emozioni dei personaggi. Notevolissimo.

The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese


La vera storia di Jordan Belfort, un avido e truffaldino broker di Long Island, che negli anni '90
guadagn cifre straordinarie prima di venire incriminato e finire in prigione per ventidue mesi.
Ispirandosi alla sua omonima autobiografia, Martin Scorsese ha tratto un film dal ritmo forsennato,
privo di cali nonostante i 180 minuti di durata. Una pellicola che sorprende anche per il suo
irresistibile lato comico: merito di un cast in ottima forma, a partire da Leonardo DiCaprio e Jonah
Hill. Ottime anche la fotografia e la ricca colonna sonora.

Il giovane favoloso di Mario Martone


Chi ha pensato a un didascalico film da liceo su Leopardi, dovrebbe ricredersi. Il lungometraggio di
Mario Martone , innanzitutto, un'opera cinematografica a tutti gli effetti, esteticamente importante
e forte di una messinscena elegantissima. Emozionante, soprattutto nello splendido finale. Grande
prova di Elio Germano, probabilmente nella parte pi significativa della sua carriera.

Sils Maria di Olivier Assayas


A Maria Enders, attrice di grande fama, viene chiesto di tornare a esibirsi nell'opera teatrale che
l'aveva portata al successo diversi anni prima, ma in un ruolo diverso. Dopo l'ottimo Qualcosa
nell'aria, Assayas si conferma uno dei registi di riferimento del panorama francese contemporaneo.
Sils Maria una grande riflessione sull'arte di recitare, sul ciclo dell'esistenza e su quell'eterno
ritorno nietzschiano, esplicitamente evocato sin dal titolo della pellicola, localit svizzera di
villeggiatura e fonte d'ispirazione per il filosofo tedesco. Dialoghi che rimangono impressi nella
memoria e la straordinaria interpretazione di Juliette Binoche sono soltanto gli elementi pi
importanti di una pellicola ricca di pregi.

A proposito di Davis dei fratelli Coen


La malinconica ballata folk dei fratelli Coen uno di quei film che toccano corde emotive altissime.
L'ispirazione viene dall'esistenza del cantautore Dave Van Ronk, ma i registi hanno dato vita a un
protagonista (Llewyn Davis) perfettamente calato nel loro cinema: un antieroe sfortunato in cerca di
una possibilit di far carriera. Magnifiche musiche e strepitosa fotografia autunnale firmata Bruno
Delbonnel.

Adieu au langage di Jean-Luc Godard


Un prodotto sperimentale e difficile da inquadrare (Uno sberleffo? Un canto funebre alla settima
arte? Un esercizio intellettuale costellato di svariati riferimenti?), ma Godard prosegue con grande
coerenza nel proporre tematiche che ha affrontato per tutta la sua carriera, riuscendo ancora a
stupire e sorprendere. Colpisce, tra i tanti spunti, il maestoso lavoro sulla stereoscopia ( un film
che ragiona sul 3d, vederlo in due dimensioni avrebbe poco senso) con alcune scelte visive che
lasciano a bocca aperta. Comunque la si pensi, un film che non lascia indifferenti. E tanto basta.

L'impostore di Bart Layton


Nella top 10 dell'anno merita spazio anche un documentario che in pochi hanno visto: incentrato su
una storia impressionante, in cui un ragazzo dichiara di essere lo stesso bambino che stato rapito
negli Stati Uniti diversi anni prima. In realt un impostore, ma la famiglia della vittima ci casca (o
forse no). Una pellicola angosciante e strepitosa, che mostra tutto il potenziale del mondo del
cinema, documentario o meno.

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