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ATLANTE TEMATICO

DI TOPOGRAFIA ANTICA

ATTA 13

- 2004

VIABILITA E INSEDIAMENTI
NELIITALIA ANITICA
ESTRATTO

(LERMA" di BRETSCHNEIDER

L\DICE
L. LrCcgE<e . [ :,,-t:.: rg;ti;;;1:i

G.

Grr*rcLRT-\.

r-ii

potr_Scittt_Ilortitt, Bard, S(tint-Vincent,


Ch,tillon. Aosta

riti stLric ec'nica strode/e protostorica ner Veneto antico


G h-t.l1'ort. Irem ab {quileia Bononiam: tm itinerario di
et rofttana tra la via

B.

--r-rrrrd

lT T'O

25

))

Emilia
43

Fr*.rrl-r.

Is; ria del confine ......


t
L'irraggiaitrcnio |iario cla Forttnt Livi (Fort) e Forum popiti
lrorti*p;,;,;,ti1
"'lT:t:rai!(cd " ' "' ',.
-,-tt::tn
crr.
crs-rnr'tt. Il-: ponte suil'Ausct a Rimini e ra sua storia ........
. . . . .... .........
\I' G-rccroT]lr, Le isui:oni della Golleria del Furlo. Il problema d.ei
Forojulienses cognomine concupienses (plin. nat.3, 113)
\I' P-rsorr-\LCCI, S. MeNcHErrt, viq.bilit., popolamento rurale
e sisternazioni agrarie
netl'ager Finttaruts
G. CrrrrporrRl\I, Vie rurali d,et romana nell,ager
Lucensis: nuove acquisizionl................
R. Rqrrroxm, In viabirit" romana a nord d.i Chiusi
trq Chiana ed. Arno
Cr. Ca*srRt, LIna nuova villa con fronte o. torrette dall.,agro
di Cosa
R. Rp,a, Itt vi(t Letine al IV miglio. Tor Fiscale
................_......
Ac.L.FrscHrl.n'LacosiddettaviQAntiatina'.,,..,..,.....
cr' Nenc*-rx:'-y::f^"!cj1tlua tra uia padigrione CampanaLw e via
vLu oyuLcusussr'
spaccasassi, nel
nei comun
comuni
di Nettttt'to, Aprilia e Lanuvio
.-.... '

Sr' Qurrrcr Grcrr, circumfuso volitabant milite volsci. Dinumiche


insediative
zona pontLna

..............
Fn. LoNcoBARDo, probletni cti viq"bilit. in Campania:
la via Domiziana
L. PBracco , Note di architettura
funeraia rupestre dei Campi F|egrei...................
P' capuro, La Grotto. di cacceio a cumq: nuovi d.ati

65

Appendice: L. LaNrBRr

Il rilievo aerofotogramntetrico

113

))

135

))

147

))

157

))

173

t87

))

217
229

"

d.a ricerche e saggi d,i scqvo

81

))

12t

nelltr

B. GranorNa , La fossa Neronis cri Bqia: tra Lucrino


e Fusaro
M' Russo' Per viscera rupis' vie pubbliche e private in galleria,
in tagliata e in trincea
Surrentum...........
M. SeaNu, Aufinum ....................... ..........
M. Roccra, Insediamenti antichi r"l t"rrito,|o ,l'J;;;;;=';;;

))

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235

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277

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29t

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309
331

d.i

.......'......'.............'......'.''..'

335
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381

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393

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411

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431

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435

>

441

Ricerche sul Parco degli Aurunci


R' Ds Frrrppts, una antica chiesa nel convento di
san Domenico sull,Appia

antica a Fondi
L' Qurrrcr, sanuari, ville e mausolei sul percorso della via
Appia al valico degli Aurunci
AeeR.EvrazroNr

545

Prestampa:GraficacristalS'r'l'viaRaffaelePaolucci

12114,00152Rcma-stampa: Tipografs.rl,viacostantinoMorn26/4,00195Roma

PROBLE,MI DI VIABILIT IN CAMPANIA: LA VIA DOMITIANA

"...Cos vedemo molte ruine e spoglie, che dimostrano stupendissima grandezza; ma non mi
pare piccola cosa la strada Romana che dura fino a
Pezuolo e in molti luoghi per o chammino si vede
intera, a
qualit

prio della via Domitiana si desume dal tipo di


percorso indicato che da Sinuessa giunge fino
a Pozzuol| possibie confrontare tale"passo
con una carta databile a 161 circa in cui
sono

bilir
scri lt

te, la for
grandeza

rio

nel'altra,

Questo resoconto dai toni enfatici si riferi-

sce, con ogni probabilit, alla via Domitiana e

lascia intuire la possibilit di percorrenza di


qresta arteria dalLazio alla Campania ancora
alla met del Quattrocento. Che i tratti pro-

teristiche idrografiche dela zana, tracciando


le principali arterie percorribili: sulla fascia
costiera appare la via Domitiana, che proce_
dendo da nord, valica i fiumi principali le vie
fluviali secondarie, quindi neltratto da Volturfiancheggiata da fitta vesuperato Lago Patria proAnche attualmente il tracciato della Domi_
tiana per alcuni tratti ricostruibile soltanto
in via ipotetica e manca una definizione com_
pleta della strada nella sua arlicolazione com-

Merunr 1938: A. MeruBr, passeggiate campane, Milano


1

938.

Merunr 1951: A. Marunr, <Itinerarium phlegraeum,, in


Tenet nunc Parthenope, Roma 1951.

Qurrrcr 1998: L. Qunrcr, uNero Claudius Caesar Kosmo_


crator), in I cuhi della Campania antica, Roma 199g,
pp.201-212.

Oltre a quelle della rivista sono state utilizzate le se_


guenti abbreviazioni:
Acsats.' Archivio Coftente della Sopintendenza di Napoli e
Caserta.

itet-num, Napoli 1978.

Il tenitorio di Liternum,,

di

G. Fr.eNcrosr), Napoli

JoseNNows<y 1990: W. JoulNNowsry,


"Appunti su al_
cune infiastrrrtture dell'annona romana
iia Nerone e
Adriano", inBdA 4,1990, pp. 1-13.
JouaNNowsry 1992:W. JouaNNowsry, <La fossa Nero_
nis,, in Il trasporto commerciale marittimo nell,anti_
chit, Genova 1992, pp. 85-88.
94: W. JonaNNowsKy, *Canali e fiumi
o del grano", in Ic. ravitaillement en bl

Jon

del coloquio, Naples 1991 Naples 1994,

Marunr 1928: A. MAruRr, nNuovi tratti messi in luce della


"Via Domitiana"", in NS, 1928, pp.181-195.

FR. LONGOBARDO

278

plessiva e nel suo aspetto decorativo e monumentale (4).


Negli antichi itinerari (5) viene posizionata

come grande arteria di comunicazione tra 1l


Lazio e la Campania. Infatti la via Appia realizzala nel 312 a.C. per collegare il Lazio con
l'entroterra campano, non comprendeva nel
suo percorso il litorale flegreo, ma all'altezza
di Sinuessa la strada procedeva verso Capua,
d'altra parte la fitta rete di canali costruiti gi
in antico per lo smaltimento delle acque superficiai, consentivano spostamenti limitati.
La costa della Campanra era comunque
in
- base a quanto si evince chiaramente dalle
fonti - raggiungibile faticosamente a piedi o
sui muli, evidentemente su sentieri e strade di
campagna. Da un passo delle Silv&e di Stazio (6 dedicato proprio alla reahzzazione dela via Domitiana ricaviamo - dopo l'elogio di
rito all'imperatore Domiziano - un'accurata
descrizione dei vantaggi apportati con la co-

(4) Per la ricostruzione del tracciato sono fondamenCampi


Flegrei,, in I Campi Flegrei nell'Archeologia e nella Storia,
Atti del Convegno, Roma 1977, pp. 4I-79 e gli studi di
JonaNrowsrv 1990 e Qunrcr 1998, sula fossa Neronis.
Brevi cenni anche in specifici lavori sono il resoconto di
Mlrun:1928 e le ipotesi pi generali in M.q'runr 1938 e
1951. Non va trascurato il testo di G. Copn-A.oo, I'e vie romane da Sinuesso e Capua a Litemo, Cuma, Pozzuoli, Atella e Napoli, Aversa 1927 e cfr. anche L. Qunrcr, I'e slrade.
VictbilitL tra Roma e Lazio , Roma 1990, pp. 7 -9 e R. LeuRENCE, The roads of Roman 1/a11, Londra-Ner,r' York 1999,
p. 47, 65 (in cui sottolinea l'impiego inusuale di siex per
la via Domitiana), pp. 90-91. Per una pianta schematica
de percorso cfr. anche S. De, Caeo, nFouilles et dcouvertes rcentes en Campanie septentrionale ', in R4 1995,
pp. 176-190 e la carta della Campania antica in Bawington
Aths of the Greek ond Romon World, Princefon 2000. La
Soprintendenza di Napoli e Caserta ha alryiato negli anni
un piano di recupero e valorizzazione della via Domiziana, che culminato nel D.M. 29.5.1993 con l'apposizione
del vincolo archeologico L. 1089 del 1939, riforzato dal
D.M. del 13.3.1995 con i quale il vincolo viene esteso ad
altre parlicelle attraversate dalla via Domiziana.
(5) Itin. Anton. 729, ed. O. CuNrz 1929,I,p. L7'. Iter a
Terracina Neapolim M.P.LXXXVII, Sinuessam M.P. XLIIII,

tali il lavoro di F. CasrlcNorr, uTopografia dei

struzione della via nel 95 d.C. evidente infatche le difficolt derivanti da un percorso accidentato, causavano rallentamenti nei trasferimenti e nelle comunicazioni.
probabile, peftanto, che il tracciato viario
della via Domitiana si impostasse su un altro a
questo preesistente, secondo un'ipotesi a cui il
Cor.rado ed altri avevano gi accennato (7). Significativa a questo proposito a testimonianza di Livio (8): Sinuessae quo ad conveniendum
diem edixerat, exercitu lustrato, trqnsgressus
Volturnum, circa Liternutn castra posuit.
Nel terzo anno della seconda guerra punica, cio nel 215 a.C. il console Tiberio Sempronio Gracco, dopo aver passato in rassegna
l'esercito a Sinuessa, supera il Volturno e
pone l'accampamento a Literno, prima di proseguire con i suo esercito verso il santuario
di Hamae (9) e tendere un agguato all'esercito
nemico. E evidente che il percorso effettuato
dal console analogo a quelo tracciato dalla

ti

gnanti, ma colui che sta cingendo la soglia bellicosa del

tempio di Giano con un Foro in cui si esercitano giuste

Liternum M.P.XXN, Cumas M.P.VI, Puteolos M.P.III,


Neapolim M.P.X: L. Cnrm.a.co, Voltuntum, Roma 1991,
calcola XXXIII miglia da Sinuessa a Puteoli, circa 49 km,

leggi... costui mal tollerando le lente vie di comunicazione


del suo popolo e quei campi che impedivano qualsiasi
viaggio, sopprime tutti quei lunghi giri e con una nuova
gittata di materiale pietroso consolida quelle sabbe che
appesantivano il cammino lieto di rendere pi vicine ai
sette colli la dimora della Sibilla Euboica, le insenature
del Gauro e l'infocata Baia. Qui una volta il viaggiatore
che veniva trasportato su di un carro a un solo asse ondeggiava tra l'oscillare del pendulo timone: le rrote affondavano nelle insidie de terreno e la plebe latina in mezzo
alla campagna paventava g1i stessi mali della navigazione.
N rapidi erano i viaggi, ma le carreggiate trattenendo il
cammino che rimaneva impedito, 1o ritardavano, mentre
sfinita la bestia da soma arrancava sotto l'alto giogo, gemendo per il peso eccessivo. Ora invece i viaggio che richiedeva un intero giorno divenuto di due ore appena.
Non pi veocemente volerete voi per il cielo, o ali tese
degli uccelli, n voi pi velocemente o navi andrete".
(7) Connqno, op. cit. a nota 4, p. 30.
(B) Lrv. III, 3.
(9) Il santuario, sede dela lega Campana, nella testimonianza liviana (Lw. XXIII, 35) indicato a1a distanza
di tre miglia da Cuma. A questo proposito utile ricordare
il rinvenimento da Literno di un'iscrizione attestante la
presenza in questo sito del sacerdote preposto all'organizzazione dei riti del santuario. Non ancora concorde
'opinione degli studiosi sull'ubicazione da attribuire al

() Sr.q.r. Silvae,IV,3, 1ss.;2O-39 (trad. it. A. TRAG. Anrco, Torino 1984): .Cos' questo assordante
rumore di dura selce percossa da pesante ferro che ha
riempito il lato della via Appia dove sassosa costeggia il
mare? Cerlo non il frastuono prodotto da un'orda libica,
n un condottiero nemico con una guerra fatta in dispregio dei giuramenti, a mettere scompiglio nel territorio della Campania, e non neppure Nerone che apre fondali e
trafora le montagne per far-vi passare malsani canali sta-

pp.13-15,128.

anche nel1a Tabula Peutingeriana si hanno informazioni


analoghe.

crre,

luogo sacro, cfr. V. Sertrp,q.oro, "Organizzazione dello spazio urbano e di quello extraurbano a Capua,, in Lo f'orma
della citt e del territorio, AITA suppl. V, 1999, pp. 139146, 146 e da ultima Gencluro 2002, p. 207 .
L'unica notizia sicura rappresentata dunque
dall'iscrizione di Literno, che viene datata, per, in base a
criteri paleografici nell'ambito de1 II-III sec.d.C., lasciando
presumere, pur in assenza di altri dati, una continuit di
frequentazione del santuario. Per l'iscrizione cfr. G. FronnLtr, in NS 1885, pp. 80-81; F.S. DrNo, inBulllnst 1885,

279

VIA DOMITIANA

Fig.

1.

I Regy Lagni in un disegno acquerellato di M' Cartaro, 1616 circa'

direttrice della Domitiana, seppure quasi venLiruzione della via


Inoltre studi recenti (10), occasionati dalla
ipi votive di
ssimilazione
mani e queldel Garigliano, presso Minturno, de
Panetelle, presso la foce
tano da Sinuessa, di qu
Voltu
Nuova

ti anni prima
terno e pi di

va

app

dei

che
chili

si

(
della
J,r.Nu
dcLll'a
XVI, Roma 2O02, PP. 85-92.
(11) C.rruccr, Ioc. cit ,P.88.

caratteri
Tuccr, L'
to Yotiro
in Italia,

ascendenza greca nei santuari del Iitorale settentrionale> tra cui Cuma avrebbe nil ruolo
di centro irradiatoren sia stato nfavorito dalla
fica di tutti i siti citati
dislocazi
itinerario costiero e dai
lungo un
fra questi sin dall'epoca
contatti i
arcaica, (11), anche per via marittima.
Diventa quindi plausibile che una via di trasmissione esistente gi dall'epoca pi antica per
i vari centri della fascia costiera, sia
polenziata in ePoca romana, con la
e di coloniae maritimae nel III e II sec'
a.C., e successivamente monumentalizzata con
un intewento - il cui ritorno d'immagine non
da sottovalutare - in epoca domizianea (12).

(12) Conferme in tal senso sembr


centi indagini condotte dall'quipe f
Jean

Berai:

J.P. BnuN

nr

.cI-rr,

nAlla

dalle re-

Centre

pofio di

Cuma,, Relazlone preliminare sugli scavi del Centre Jean


Berard, in AIONAichStAnt n.s. 7: 2000, pp 131-155, cfr.
pi oitre.

FR. LONGOBARDO

280

Questo
riutilizzato
puntuale n
sa

viene dunque
Poeta molto
fasi della mes-

in opera

za calcolabile intorno ai 30 m, sufficienti al


passaggio di due
gati(I7). Le ragio
getto, che trovava
glio dell'istmo di
oneroso darealizzare in quanto occorreva raggiungere la profondit di ben 85 m, anche se
per una lunghezza di gran lunga minore,-appena 6 km, vinno messe in relazione con le esigenze de

pi brevi
to (15),

i due tecnici dell'imperatore Celer

e Se-

in alcuni punti pi chiaramente (taglio del monte del Grillo nella zona
dello Scalndrone), in altri soltanto dalle foto
aeree del 1943 e dalla cartograha IGM. Se dunque il percorso rintracciabile nel tratto meridional, Quilici ha messo in evidenza come il
progetto potesse
giungendo la lun
km, molto vicini
km) indicate da S

Ponto e
traffico,
perando la precariet delle strutture portuali
alla foce del Tevere, esposte alle alluoni e alle

sono infatti visibili,

marittime, una serie di scali e di punti di con-

N, Italische Landeskunde, I,
727 C:r'. DuBors, Pouzzoles

:iii,iti^?31;'i

ml\U;

Capuro, ,,La Fossa Neronisr, in P. Cepuro, R.


MoRrcHI, R. PlotsB, P. Rrsporr, Cuma e il suo prLrco ar'

1994; P.

effodere proxima

con un ponte non gi

*::::iJ:'.'r". i:l:

stigia
- i

(1

ut nav

Avano

iugcL

connixus est: manentque ve-

3L'. ...fossam ab Avenlo Ostiam usque,

n mari iretur, longitudinis per centum

i'"#::o

avversi auspici. Fer"vono le rive del mare e le selve son tutte in movimento, un

interminabile frastuono si diffonde per le citt situate


lungo la via, e il Massico ricco di viti ne rimanda al Gauro l-eco, che si ripercuote a un tempo da una parte e
dall'altra. Di questo strepito si meravigliano a quieta

cu
in

l'ff"r:ft]ff'o B,-^.'"*o,

tionnaire des antiquits' Pargt

scelere

0-65 m

di larghezza.

(lS) Ctr. B. Gensren, ul-'isthme 4" gorln1hs", in


VIil, 1884, pp. 225-232, ripreso per confronti da

BCH

JoHANNowsKY 1990 e Qunrcr 1998.


(19) Cfr. JoHANNowsKY 1994,P.16O.

281

VIA DOMITIANA

trollo verso sud

e verso

il Mediterraneo (20). il

dei Flavi venne dato un notevole incremento


alla rete stradale terrestre dell'Impero e, per
ano, sfouttanper la lossa,
interno la via
Domitiana.

Il percorso

h+ inizio d
?)
rrcorda anche
assio (23) - in
un arco onorario per l'imeretto
era
stato
lit
peratore (24) di cui non resta, per, alcuna
lraccia. L'itinerario proseguiva trala zona pae
Iudosa di Mondrag
uSaucelle) fino all'alte
di
me Savone (25), cio
qui
doveva
Anche
Mondragone.
Penetelle di
esistere un ponte di cui non sono ugualmente
noti i resti (26), mentre in prossimit della
foce del fiume stata recuperata la parte inferiore di un miliario in cui si legge: VIII / Imp.
Caes&r (27). A conferma dell'esistenza di un
tracciato viario precedente alla strada di epoca domizianea senz'altro interessante il rin-

II

nuessa
nianza

(2
so avr
che si

segnal

tato la
tra le

venimento di un'iscrizione dal centro antico


di Castel Volturno (28). Il testo, secondo Luigi
Crimaco (29), non si riferisce alla via Domitiana, come pensava il Radke (30), ma ripor-ta
Ia notizia del rifacimento in et repubblicana
di una strada non basolata, preesistente alla
Domitiana; pertanto i termini faciundam e
reficiundam si riferirebbero ai tratti costruiti
ex novo, Iaddove il percorso doveva essere
troppo
, oppure soltanto restaurasezione dela strada in bati (3i).
alle spalle di un edifiibile
di
soli
cio moderno, dal lato della moderna Domiziana, a 100 m a sud est con la consorziale
S. Paolo. Ancora pi a sud sono stati individuati i resti di una villa ubicata lungo il percorso della via (32).
Da Sinuessa la strada proseguiva verso
Volturnum, il tracciato visibile dalle foto aeree (a 200 m ad est dell'attuale Domiziana) e
se ne seguono le tracce per circa 5 km. In
prossimit del fiume si osservano, inglobati
nel castello medievale di Castelvolturno i resti
dell'arcata del ponte domizianeo (33) (fig. 3).
Si conservano pafte del terrapieno con strutture di sostegno in opera listata e l'imposta
dell'arco sulla sponda meridionale del fiume.
L'imposta contraddistinta da un fornice in
laterzio in cui si ammorsano tra loro alternativamente piani di orizzonlarnento in bipedali
e sesquipedali. Lateralmente conservata parte della muratura in opera reticolata, invece
l'intradosso in opera cementizia; alcuni ba-

stato distmtto negli anni '50 durante la cementificazione

i set
lle I

rale
ziale, alle quali affluivano numerosi corsi d'acqua. Del resto anche urrrcr, Ioc. cit., p. 205, mette in evidenza come
il progetto neroniano sarebbe valso a bonificare le zone

dell'alveo;
di un com
pi a sud

prima et

,us

faci

(29) L. Cnrmeco,Voburnwn, Roma 1991, p. 39.

(30) G. Rq.ore, in RE, suppl.

duci

testi

7812.

citato passo di Stazio anche

r. Epigr./.,

1a

B.5: stot sacer edo-

ovons.
gen
(t5)
ndo F.M. Pn.rur-rr, Della via Appia
Brindisi, Napoli 1745, era possibile
descfttu
X
miiario.
il
posizionare
' (26) JoHANNowsKY 1990, p. 8 riferisce che il ponte

mitis

[Iil:;,li:;
XIII, !967,

cc.858-859,

GD Cfr. M. PAGANo, Sinuessn. Storia ed archeologia


di una colonia rom&na, Sessa Aumnca 1990, p. 33.
(33) M.E. Brarc, Roman Costruction in ltaly ftom Tiberius through the Flovians, Baltimore 1959 p. 142; CnrMACo, op. cit., p. 67 e tav. XXX\4; V. Ga[razzo,I ponti
romani,II, Treviso 1994, n.231, P. 120.

282

FR. LONGOBARDO

Fig. 2. Ricostr-uzione del tracciato della via Domitiana.

VIA DOMITIANA

283

soli si trovano ancora in situ: si tratta di una


delle rampe della strada che, scendendo dal
ponte, si dirigeva verso la citt. Altri basoli
sono stati reimpiegati nelle mura del castello
di et longobarda (34). Nel fiume sono state
individuate, poi, le parti inferiori di alcuni
pilastri.
Da Volturnum, la Domitiana proseguiva
verso sud costeggiando la necropoli della colonia (35); in localit Fossa Piena sono state individuate le tracce della fossa Neronis al cui
fianco, sul lato di terra corre appunto la strada, che si sowappone ala prevista via d'alaggio su quel lato. E necessario ricordare, a questo punto, un passo di Plinio (36): iam vero in
Vulturno mqri ltaliae arena alba nascens sex
milia passuum litore inter Cumas atque Liternum, quae mollissima est, piLa molaque teritur.
La Domitiana proseguiva, dunque, da Volturnum verso la sua colonia gemella Liternum,
ed in localit Ponte dei Diavoli incrociava la
palude, l'attuale lago di Patria (37). In questa
zona sono evidenti le tracce del percorso viario
rettilineo, che attualmente sparisce tra la vegetazione caratteristica della zona paludosa.
Quindi sulla riva visibile la massicciata in
opera cementizia, con lacerti della struttura
sparsi nei dintorni; da qui doveva partire il
ponte che raggiungeva l'altra sponda nell'area
nord orientale del'antica Liternum. Purtropp<r
questa ipotesi, sostenuta anche dal Chianese (38) e dal Maiuri (39), non supporlata da
altre evidenze archeoogiche utili a verificarne
le dimensioni, fatta eccezione per una pila
sommersa e quindi, al momento poco visibile.
Da questo lato la Domitiana conduceva forse

3JXifr
prose-

guendo verso sud, penetrava

in citt, attraver-

il foro (fig a).


Nel corso di una campagna di scavi effettuata ne foro nel 1977, si potuto verificare
sandone

(34) Questi basoli sono real.izzati utilizzando roccia


leucitica proveniente dalle cave site alle pendici del vrrlcano di Roccamonfina (cFr. Cnrvnco, op. cit., p. 39).
(35) Da Volturnum partiva anche una diramazione
verso l'attuale villa Literno (antico vicus feniculensis). La
strada partiva dall'area meridionale della colonia per dirigersi verso finterlo Cfr. Cnrnraco, op. cit., p. 40: ritrovamenti in via Fiumetello II e zona di "via dei Diavoli". Inotre ipotizzabile una diramazione verso Capua (cfr. Lrv.
XXVI, , 4). Dal Pratilli ricaviamo I'informazione che nel
1739 in localit vico di Pantano sarebbe stato recuperato
un miliario con a seguente indicazione: WII / Imp Caesar /
Antoninus / Pius Aug / Cos III / P.P / refic. car Ma non

Fig. 3. Castevolturno: ponte domizianeo.

l'esistenza di un basolato anche al centro


dell'area forense (40). In assenza di documentazione non chiaro se
esistente cardine della colonia,
la pavimentazione della Dom
attualmente, invece, si riconoscono due brevi tratti
i
n uscita dalla piazza, laddove

fiancheggiata da botteghe ed

).

sicura la perlinenza di questa iscrizione alla via Domiziariferirsi ad opere effettuate da


solare campana.
66, 194,
(37) Cft-. CrrreNBsE 1978,pp. 16-21.
(38) CHTANESE 1978, p. 17.
(39) M;r.runr 1928, p. 124.
(40) Questa notizia mi stata gentilmente indicata

tra,
Ant

da1la prof.ssa Stefania Adamo Musettola,


scavo.

autrice dello

(a1) Nel 2003 in occasione di lavori di pulizia finalizzati al restauro del muro di recinzione dell area forense
stato riportato alla luce un atro tratto del basolato stra-

FR. LONGOBARDO

284

te

).A
se-

Fig. 4. Litemo, foro: basolato della via Domitiana sul fronte


settentrionale.

ppo
non stata riscontrata alcun tipo di evidenza
stradale sul lato occidentale del lago, dal momento che in questo settore si in
denti intervenfi di interro mode
al Donte Dossono essere utili alcune indicazioni dal teito del Chianese (43), riguardante un

tratto della strada individuato in prossimit


dell'ex villa D'Antona - hotel Le Palme, affiorao
to nel 1884
ela
e
Aquest
dei
I
vla lorniti

verun tratto
Diavoli, si
ntea bretella
so la citt,
verI traffico
mente era
attraversud,
verso
proseguiva
so la colonia,

di Patria, mostra sul lato orientale la "Torrecta


de Patria". Pi a nord si osserva il toponimo
"taberna de Patria", accanto ad un disegno
accasetta a tet
atiil
dat
r.re' Ma
, di
presenza del
ealizzato in oPera quacui si ved
ale, e Parte dell'arcata'
drata sul
si ossewano resti della
Sull'altro

Fig.5. Literno, foce del lago di Patria: resti della pila del
ponte, sezone - pro-spetto del ato meridionale'

a
constatata
bilmente,
dale che

Sud si
o Proba-

in

rispetto all'antico tracciato.

ePoca

de

tarda.
(42) Ai resti della pila superstite accenna Jou'sNl'Iow-

f"l

srv

1990, P. 8.

di
tav.13.

285

VTA DOMTTIANA

Prosegue uno dei documenti datato al


1614: vennero costruite dopo l'anno 1576
"doie moline con pompa" ... "dove se dice ponte rutto fatte et fabricate de fatto dal cardinale
Spinelli, vescovo di Aversa, le quale moline
impediscono il passare del pesce..." In ogni
caso l'eccezionalit del ritrovamento consente
di definire meglio il territorio nel corso del
Seicento, quando, cio la zorra era caratterizzata da un'area di paludi che circondavano il
lago e delle antiche rovine della via Domitiana
si era completamente perso il ricordo (45).
Il ponte antico era andato distrutto gi prima del 832, anno in cui i Capitolari di Sicario
riportano ).a notizia secondo la quale la foce
del Clanio era attraversata dalla trajecta, una
sorta di battello-traghetto che percorreva il
ago. Nel 1550 il ponte venne restaurato una
prima volta, consentendo al vescovo di Aversa
Balduino de Balduinis di transitar-vi nel 1571;
fortemente danneggiato, come si ricordato,
venne poi ricostruito nel 1575 (46), ma come
si detto nel 1581 versava nuovamente in cattive condizioni.
Attualmente del ponte si osserwano un pilastro a pianta trapezoidale, in opera laterizia, affiancato sul lato sud della pila, avente funzione
di retrobecco o contraffote (47), di esso si scorge anche la piattabanda in pietra calcarea, su
cui poggia l'opera laterizia. Sul lato settentrionale si osserwa la presenza di un avambecco, di
cui sembra scorgersi il "cappello" di forma semicircolare, ugualmente rea\izzato in opera laterizia (fig 6). Tali elementi raggiungono il piano di imposta dell'arcata come visibile sul lato
meridionale e conferiscono alla pila una struttura funzionale alla protezione dai movimenti
di accelerazione delle acque. La pianta della
pila risulta dunque essere rettangolare (48).
La posizione del ponte, messo in opera alla
foce del lago Patria verso il mare, deve aver
condizionato l'impianto tecnico della stmttura:
la corrente marina-lacustre verticale ed orizzonfale doveva essere pi forte all'interno, al
punto da richiedere la presenza di.frangiflutti
proprio nel settore settentrionale. E probabile
invece che verso il mare esistesse un piccolo
canale - quantunque di dimensioni pi ridotte
rispetto all'attuale, dal momento che sono so-

(45) Tale situazione si protrae nel periodo successivo


fatta eccezione per una descrizione settecentesca del ponte

fornita dal CenrBrrr

17

97, pp. 288-290, per la quae cfr.

pi oltre.
(46) Dall'ingegnere Ambrogio Attendolo, cfr. F. Sre-q.z-

Fig.6. Literno, foce del lago di Patria: resti della pila de1
ponte, vista settentrionale, particolare del'avambecco.

praggiunte variazioni alla linea di costa - che


mitigava i movimenti ondosi marini.
Tutta Ia struttura antica si presenta attuamente compromessa da restauri, come si pu
osservare dala spalla destra del ponte realizzata a blocchi di tufo rettangolari.
In ogni caso possibie calcolare l'ampiezza dell'impianto viario pari a 4,90 m circa.
L'analisi architettonica e strutturale del
monumento pu apportare qualche contributo
alla determinazione della cronologia dela
struttura. Come noto, infatti, ponti in opera
laterizia (opus testaceum) vengono messi in
opera - e risultano particolarmente diffusi
proprio in Campania - a parlire dall'epoca di

zJLLo, Architetti ed ingegneri napoletani dal'500 al'700,

Ercolano 1969, pp. 24-26.


@7) Cr. V. Grttrtzzo,

I ponti romani, I,

1995, pp. 371 ss.

(48) Grru.l'zzo, op. cit., pp. 362 ss., tipo b.

Treviso

FR. LONGOBARDO

Fig. 7. Literno, foce del lago di Patria: sulla destra resti di tre arcate del ponte con i reLatirri contrafforti

Domiziano o dalla seconda met del I secolo


d.C. (49), continuano ad essere largamente impiegati in epoca traianea, mentre successivamente sembrano poco documentati.
Il vicino ponte di Castelvoturno in cui si
trova adoperato per l'arcata un rotolo di bipedali legati da malta tenace di colore chiaro che
ad un esame autoptico - e quindi non dirimente - sembra essere molto simile a quella
del paramento del ponte di Literno, potiebbe
costituire un valido termine di confronto, se si
considera, inoltre che gi nell'antichit il territorio costiero, compreso a partire da Volturnum ed in particoare la fascia tra Literno e
Cuma veniva considerata come una zona unitaria, ampia 6 mi
dalla presenza di dune sa
da questa
sabbia come rico
avorava il
vetro con abilit piuttosto rinomate.
(49) IoEm, pp. 251 ss.; pp. 555 ss.
(50) Prw. na1. XXXVI, 66,194.
(51) Sr.tr. Silv.4,3.

(52) La fotocopia della fotografia mi stata gentimente messa a disposizione dall'attuale "guardiano del

Ma qui giova ricordare che l'associazione


tra questi due ponti risulta quasi scontata se si
pensa all'inaugurazione dela via Domitiana
nel 95 d.C., rico
te fonti (51).
Questa data pu
ire anche per
il ponte di Litern
mento crono-

logico.

Dell'antichit del ponte non c' per traccia nella bibliografia del sito. Dawero sorprendente
scoperta di una fotografia (fig. 7
senZa data, che ritrae
il ponte per
percorribie, unito ad
un edificio, attualmente non visibile e munito
di tre arcate inlalerizio, ma se ne pu ipotizzare urta quarta dal momento che si notano
tre contrafforti (52). Questa fotografia deve
essere posteriore ad un'altra pubblicata in un
lavoro di Bertarelli e dunque anteriore al
1922 (53) (fig. 8). Qui la vista del ponte non

lugg
le al
vati

in prossimit del cana-

spazi un tempo riser-

(53) L. V. BERTARELLT, nl-a bonifica di Licola e Varcaturo>, tn Terra Promessa, Milano 1922, p. 756, n. 779.

VIA DOMITIANA

Fig. B. Literno, foce del lago di Patria: sette piastri del ponte, inframezzati da paratie per regolare i passaggio del'acqua

di scorcio, ma intera. Sul lato sinistro della

foto non si vedono le strutture verso l'edificio


adesso non pi conservato, le arcate non sono
visibili, sia perch coperte da paratie o forse
perch si tratta di un restauro successivo, ma
soprattutto attira l'attenzione un particolare:
si contano ben sette pilastri, per un corrispettivo di sei arcate ricostruibili. Tali pilastri
sembrano realizzati in opera quadrata di piccole dimensioni o addirittura a mattoncini
con feritoie, ma ci che interessa sottolineare
che sembrano tutti pror,visti di contrafforte
di forma appuntita e presumibilmente dunque di epoca romana.
Riassumendo, pur nell'incertezza dovuta
alle lacune della documentazione, possibile
cate

'"1:
costruito in

e riet vicereale, versasse nuovamen-

(54) Cenrnrrr, op. cit., p. 289.

te in cattive condizioni nel 1581. Ancora nel


Settecento il Carletti (54) poteva descriverlo
cos: uNel luogo in dove termina il Lago di P. e
forsi di appresso allo sbocco antichissimo del
fiume Clanio e de dilatamento della Palude,
osservammo l'emissario naturale delle acque
di patria; il quale dopo un ben grosso miglio,
dirigendosi a seconda delle leggi della Natura,
termina in mare. Al cominciamento di siffatto
emissario si veggono le rovine di un Pontestrada antico, e dagli avanzi siamo istr"uiti essere
stato formato da pi archi tra diversi sostegni,
affin di attraversare non meno il fiume, che il
terreno paludoso che gli stava appresso infino
alla collina. Poco di l dal Pontestrada principia il lago...), pertanto a quell'epoca il ponte
non era percorribile.
Restaurato in un momento imprecisato,
privandolo delle arcate, che raggiungevano
quasi la quota dei contrafforti, viene riutllizzato come ponte per l'attraversamento del lago e

FR. LONGOBARDO

viene legato alle strrrtture sulla sponda orientae. Questi restauri dovevano gi essere awenuti, all'epoca del Chianese e del Maiuri, che infatti mostrano scarso interesse per questo ponte, mentre si curano di descrivere gli avanzi
dell'altro in localit ponte dei Diavoli. Purtrop-

feriscono all'epoca moderna, quali il recupero


di monete d'argento dell'epoca di Filippo III e
IV di Spagna (60), altre fanno cenno alla scoperta di un lungo tratto basolato in localit
Varcaturo (1).
Infatti il percorso della via Domitiana an-

(durante la seconda gueffa mondiale?) (55), ne


rimane il fr-ustulo sulla sponda orientale, obliterato ad una quota superiore dal ponte in cemento armato della nuova Domiziana.

Licola (62); qui infatti, durante lavori di bonifica effettuati dal'Opera Nazionale Combattenti
negli anni '20 venne messo in luce un tratto
lungo pi di 2 km in localit Pantano di Varcaturo. Infatti nel resoconto nelle Notizie Scavi
del 1928, Maiuri riporta la notizia relativa allo
scavo di 350 m della strada contraddistinta da
basoli poligonali per una larghezza pari a
4,4014,50 m (15 piedi romani), tale da consentire il passaggio parallelo su due file. Sui
margini laterali, ogni 9 m si notano i gomphii
tagliati a sezione quasi triangolare, alti 0,50/
0,55 m a cui corrispondono in fondazione altri
0,6010,70 m. La funzione di questi cippi, come
si evince anche dal passo di Stazio, consisteva
sia nel ripor"tare sul terreno I'indicazione esatta
del percorso, contenendo inoltre la parte superiore della massicciata stradae e sia nell'impedire che i carri salissero sui marciapiedi (3).
La via Domitiana proseguiva in direzione
di Cuma ed a questo proposito va sottolineato
che spesso il percorso relativo a questo tratto
stato ricostrrrito in maniera non univoca. Infatti, alcuni studiosi hanno ipotizzato che il tracciato viario costeggiasse sul lato orientale il
lago di Licola (64), attualmente bonificato, viceversa, studi recenti (65) hanno ipotizzato che
la via Domitiana passasse tra la linea di costa
ed il lago di Licola (66) - praticamente tra la
Silva Gallinaria, il mitico luogo dove Enea
awebbe colto il pomo d'oro da porlare in dono
alla regina degli Inferi (67) ed il lago. Risolvono la questione in maniera definitiva le recenti

po il ponte viene definitivamente distrutto,

Dell'antica Domitiana il Chianese aveva individuato un altro tratto in localit Varcaturiello, a sud di Literno, superata via Staffetta.
Qui tra sepolcri, purtroppo indatabili, aveva
scoperto una basilica cristiana, edificata proprio sul basolato della Domitiana (56). Non
chiaro, dalle descrizioni dell'ispettore se questo tratto della strada fosse fiancheggiato da
sepolture. Pi a nord, infatti, nei pressi dell'anfiteatro, sono state messe in luce tombe ad
edicola ed ipogei (57), che potrebbero far pensare ad un tipo di sistemazione analogo a
quello recentemente rimesso in luce nel territorio a nord di Cuma dall'quipe francese del
progetto Kyme II (58). Inoltre vale la pena ricordare che l'edificio, risultava costruito da
frammenti architettonici di vario genere, recuperati da altre strutture pi antiche e non
escluso che si trattasse di monumenti funerari. In ogni caso, come sottolineato da Pagano,
l'erezione della basilichetta in onore di S. Fortunata, patrona di Literno (59), da datare al
V sec. d.C., epoca di eventuale decadimento ed
abbandono della strada.

Nell'Archivio Corrente della Soprintendenza di Napoli e Caserta sono conservate inoltre

alcune pratiche relative a sporadici ritrovamenti nell'area ancora pi a sud della citt di
Literno. E se alcune ripor-tano notizie che si ri-

(55) Comunicazione orale del guardiano del lago.


(5) G. CHraNp,sr,, Marano. Memorie paleocristiane

4lo, Roma 1990, p. 29.


e

Liternum. Sprazzi di Storia, 1938.


(57) CuraNEse. 1978, p. 21; M. PaceNo, in Puteoli
IV-V, 1980-81 , pp.279-281
(58) J.P. BnuN r,r rrrr 2002, Ioc. cit. a nora 1.2.
(59) M. PAGANo, ol-a basilica di S. Fortunata a Literng11,, in R C 1989, pp. 179-188.
(60) Acse.^,r P 1/6, in localit Patria, Varcaturo, "lingua di Cane".
(61.) AcseN

cora ben visibile nella zona tra Patria

1142.

(62) Cfr. Marupl 1928. A Licola nel 1935, all'inizio de1


tratto stradale messo in luce, venne posizionato dall'ex
Opera Nazionale Combattenti un basamento con colonnina mutila ed epigrafe dedicatoria.
(3) Cfr. L. Qulr-rcr, Le strade. Viabilit tra Roma e ht-

(64) CfT. L. Qurlrcr, nll problema culturale archeologico dei Campi Flegrei", in ParPass 1969, pp. 224-240,
fig. 1; JoHaNNowsKY 1990, fig. lb.
(65) Cfr. il plastico ricostrrrttivo realizzato dal consorzio Pinacos, 1988-1990, attualmente conservato presso il
museo Archeologico dei Campi Flegrei, nel castello di
Baia; P. Cepuro,
"Nuovi dati sull'urbanistica cumana,, in
BdA 22,1993, pp. l2s-128.
() Cfr. W. H.q.unroN, Campi Phlegroei, Napoli
1776, tav. XXVIII: in questa veduta dei Campi Flegrei
dalla cima del Monte Gauro segnato il lago di Licola
(num. 8) costeggiato sul lato occidentale da una strada,
evidentemente si tratta della via Domitiana.
(67) Cfr. VERG. Aer?. VI, 156-211.

\/IA DOMITIANA

Centre Jean Berard nell'ambito del progetto


Kyme II (68). Del resto che il tracciato stradale
prrutt" attraverso la laguna-di Licola era noto
nche da una carta redtta dal Beftarelli tra il
1817 e 1819 (69) (fig 9); su questa pianta infatti la via Domitiana segnata, con la didascalia
"ruderi della via Domitiana", come passante
sul lato occidentale del lago di Licola.
Evidentemente il Bertarelli aveva potuto
rilevare l'esistenza in questa localit di resti
della strada e ne ha restituito l'esatto posizio-

questo caso del percorso stradale della via Do-

mitiana.
Raggiunta Cuma,
in citt attrarrerso I
percorreva un tratto
all' a\t ezza d ell' attu al e

rigeva verso est, infine uscivg dal percorso citta-dino attraverso il varco dell'Arco Felice aperto nella cresta del Monte del Grillo. L'apertura
del Monte Grillo sembra sia essenzialmente da

Fig

9. Ca.rnpi Flegrei,

localit Licola: traccjato dela I'ia

I)onritiana

legamento con Pozzuoli, evitando cos


del Monte.

effettuato
et
a laterizia

giro

lo venne

a un for-

stito, in

motivo di un'impresa cos ingente va ricercato


nell'assolviment della funzione di rapido col-

il

in oPera

Bnu
dati

Ben

servata alle Bibl. Naz di Napoli, sez. manoscritti'


(70) Cft-. DE JoRro, CtLida di Pozztnli e contonti col
suo atlante, Napoli 1830.
(71) DE
(72) Lo
Prosp

cerca legate
sentare in B

ogich
agirri

ln maniera pi dettagat
sima campagt'ta K,vme I
zione della cronologia r
fasi di vita della ctt. D
corso ad Adele D'Onofro che ringrazio per la cortcsia e
disponibilit.
(73) Cfr. E. CHrosr, usaggi archeoogici presso l'Arco

Fe
pr

preesistente.

8-129.

1990, p. 9, che ipotzza la


ierla ne circulto mttrat io

290

FR. LONGOBARDO

reticolata (75); tale fornice venne reallzzato

assicciata

in

opera

mitiana si dirigeva
, passava all'estreedificio dell'Oliveta doppio gomito, illustrato nell'incisione del
Panvini (77).Il fornice alto 17,5x6,30 m ed
ate, e raggiunge quindi
di 31,50 m dalla quota
78). La sede stradale

arcate sovrapposte ed inoltre nelle tracce di


la presenza di
to, forse per la
simili.
Per quanto riguarda l'aspetto architettonico sono stati esclusi elementi lapidei pesanti
per il rivestimento, datala mancan a di incavi
atti a questo scopo, piuttosto potrebbe essere
ipotizzato un rivestimento in lastre marmoree
o in stucchi imitanti il marmo, ma non v' alcuna traccia di entrambi. Anche la nicchie lasciano supporre
di dimensioni di
L'ultimo tratt
nto del
ona la
lcrali -

tamponatura
un ambiente
sorveglianza:

elementi; conosciamo invece l'iscrizione dedicatoria sulla lastra che decorava un arco quadrifronte dall'area forense della citt di pozzuoli e la statua equestre in bronzo del DornizianolNer-va, che come ha messo in evidenza
Stefania Adamo Muscettola (81) una statuamessaggio
il programma
ideologico
carattere bellicoso, ed
per il sacello
degli Augu
. di N"*o.
FnaNcBsca LoxcoeeRoo
Dot
per la
dei Beni Culturali

erali'

mes

il re-

stau
riosit naturali di Pozzuoli, Cuma, Baia

nlir"no, N"u[!11
"
XXXI.
(78) Cfr. Gucrrprnro, loc. cit., p. 151: <Le strutture
murarie del monumento sono costiiuite da muratura a
1818, tav.

quadrati
(0.592 m
giera sec

della misura di due piedi per lato


llo spessore di 0.048 - di.po.ii o,rgle di archi concentrici a titto sestoo.

Referenze grafiche e fotografiche:

nBrrr

1817-1819.

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