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Complementi agli argomenti trattati al cap.4 “Stati di tensioni” del testo: Il e Marshek “Fondamenti Ed. ETS, 1995 F, Manfredi, 1999 allccitazione assialsimmetrica nei dischi e nei cilindri di grande spessore we, nel mozzo di un volano ed in casi analoghi, sono assialmente In un diseo rotante, in un tubo in press simmetrici sia il corpo sia le azioni a cui questo & sogeetto. Lo studio analitico di questi casi, opportunamente ricondotti a schemi semplici, offre risultati utili per la progettazione, Qui é brevemente riassunto Fimpostazione di questo studio, di eui interessano soprattutto le ipotesi semplificative ed i risultati Si consideri per primo il caso di un disco di diametro estermo 25 con foro interno di diametro 2 © spessore 4(r) relativamente piecolo rispetto ai valori del raggio r (Fig. 1.1) Si fa Vipotesi che sulle superfici del contorno estemo ed intemo det disco possano agire sia pressioni uniformemente dirette in senso tale da comprimere il materiale sia azioni assialsimmetriche dirette in questo senso od in senso opposto. Un esempio del primo caso & dato dalla pressione di forzamento, supposta costante, agente sul foro di un disco montato con interferenza sulla sede di un albero; un esempio dell’ultimo caso @ dato dall'azione centrifuga della palettatura di una turbina, schematizzata come una "pressione" diretta verso lestemo ed equiripartita su un diametro opportunamente scelto, Un disco ruotante & inoltre soggetto ad azioni distribuite di massa (forze centrifughe elementari) che sollecitano ogni parte. In alcuni casi (es. flange, dischi di turbina) agiscono anche sollecitazioni d’origine termica, dovute alleffetto di una temperatura variabile lungo il raggio del disco. Si assuma una ditezione radiale od una circonferenziale. Per l'assialsimmetria non vi sono scorrimenti Jungo un piano diametrale qualunque ¢ percid le tensioni tangenziali,g-tg, saranno ovunque nulle, Le tensioni radiale o, ¢ cireonferenziale @g sono percid tensioni principali. La tensione 7, , essendo nulla sulle facoe del disco, si puo ritenere trascurabile anche nello spessore, essendo questo, per ipotesi, sufficientemente piccolo. Su un elemento infinitesimo del disco (Fig. 1.2), se sono presenti anche azioni centrifughe, la condizione di equilibrio alla traslazione in direzione radiale & data da: ~ 0rd — 2o7pr 2 -(c. + dears Lh ae r+ dr dO + dros ed ir = 0 2 dr dr essendo 8 Ia densité ed @ Ia velocita angolare di rotazione $e it disco non ntota ¢ se lo spessore & costante la precedente relazione si semplifica notevolmente ¢ st ppd esprimere, elimi c, nel modo seguente . (a) In campo clastico linear, sil materiale & omogenco ed isotropo e si trascurano le variazioni del modulo ate di dilatazione lineare 0: con la temperatura, di Young # , del coefficiente di Poisson 4 ¢ del coeffi Je relazioni costitutive, essendo o, = 0, si riducono alle seguenti 6-46, - uo) +adT) j ) £6 = (00 ~ He, +aATO) Nel caso, abastanza comune, che il termine A7(7)_ sia mullo trascurabile, dalle (b) si cttiene = (6, + mee) © E (6, +46,) Dotto To spostamento in direzione radiale di una gencrica circonferenza di raggio Je componenti della deformazione soddisfano le: (ut du)-u _ du ar ar O(u+r)-Or_u oe per cui, sostituendo nelle (c), si otticne: il cui integrale generale &: 1 uaCrte, (a) r Le condizioni al contorno richiedono che sia: (r]eeg = Pi [or],n= Pe nel caso che si tratti di “vere” pressioni, dirette verso T'interno del materiale. “e Dalla (c) si deshicono fe costanti di integrazione della equazions generale (A). In assenza di effetti centrifughi 0 termici, si nota che le tensioni variano con una legge del tipor B ' 0 og At La dilatazione o la contrazione del disco in direzione assiale (variazione di spessore), essendo 6, radiale ¢ circonferenziale dati dalle (f) si Sostituendo in questa relazione gli andamenti delle tensio ottiene: e, =4.2A= cost. E ‘Quindi i risultati validi per il caso di dischi a spessore costante soggetti a pressioni agenti sui contori di raggio @ © 6 si possono applicare anche al caso di cilindri di grande spessore analogamente sollecitat Viene infatti rispettata 1a condizione di continuith delle zone comprese tra piani perpendicolari de! cilindro, per cui, ad eccezione delle zone prossime alle estremita del cilindro, deve essere: 6, = costante * La Figg. 1.3 € 1.4 illustrano tipici andamenti delle tensioni radiali ¢ circonferenziali agenti nelle zone interne di un disco o di un cilindro spesso (recipiente, tubazione) sottoposti questo tipo di sollecitazione, i noti che nel caso di un cilindro potra agire in generale anche una tensione non nulla o,. Se questa & provocata da sforzo normale estemno (p.cs.: spinta dei fondi di un recipiente in pressione) si deve tenere conto anche delle deformazioni assiali, radiali e circonferenziali relative. Di regola si pone c, = cost. La soluzione é solo alquanto pitt complessa nei casi in cui la velocita angolare oppure le variazioni di un disco non siano tascurabili o nulli, Qui ci limita ad temperatura A777) in un eilindto spesso oppure rat 4 Pe ny operas, ttt yrottras dy it FS os + ST ae | Fig. 4.4 - Disco soggetto ad uniforme Fig.4.2 - Sollecitazione dello pressione sui contorni elemento infinitesimo del disco J—@=-? or=0 Fig.4.3 - Stato di tensione di un disco di uniforme spessore 4.4 0 di un cilindro di grosso spessore sog sione dall'i ll'esterno (da Juvinall) etti a pres- 3his indicare nelle figure alcuni andamenti tipici della sollecitazione che si possono determinare con questo tipo d’analisi In molti casi pratici, alle sollecitazioni assialsimmetriche si sovrappongono quelle dovute alla trasmissione di un momento torcente, Si possono tuttavia sfruttare, in base al principio di sovrapposizione, i risultati qui discussi. Inoltre la sollecitazione torsionale non provoca variazignt delle dimensioni radiali. Quindi essa non modifica un eventuale forzamento iniziale, ad esemipio tra albero & mozzo, che resta invariato, Le sollecitazioni centrifughe, al contrario, tendono a creare giochi negh accoppiamenti oppure ad attenuare un forzamento iniziale. Variazioni di diametro possono dipendere anche alle sollecitazioni di origine termica, con conseguente modifica di giochi o di forzaments invzvalt tra parti accoppiate (es.: materiali con coefficienti di dilatazione differenti) L.L Pressione agente sul contomno del foro interno ad un disco di uniforme spessore Nel caso che vi sia soltanto una pressione p, agente sulla superficie del foro interno ad un disco di _ spessore costante vale la soluzione: a’p, p tae be EB-a E us Ba ¢ le tensioni radiale e circonferenziale varieranno secondo le: il cui andamento é rappresentato nelle figure gia citate. Si nota che se 4 @ molto grande le tensioni agenti in vicinanza del foro dipendono poco dal valore di; per 6 tendente ad infinito si pud serivere. forks In pratica si pud utilizzare, con buona approssimazione, questa soluzione anche se la forma del contomno estemo non é circolare, purché il foro sia relativamente distante da questo contomo (tipicamente se b> 4+5 a); ad esempio, si pud cosi valutare lo stato di sollecitazione che si crea forzando un perno od un rhe albero entro un foro di una lastra di forma irregotare (es.: una camma). " Si veda per questo e per simili casi, le retazioni di calcolo pratico riportate ad esempio sul testo “Reark’s Formulas for Stress and Strain” ed. McGraw Hill, disponibile presso varie biblioteche della Facolti e, come “manuale clettronico” gestibile tramite sw Mathcad, tramite il Centro di calcolo del SIFL ‘Viceversa, nel caso degli anclli sottili o dei gusci cilindrici, ove la differenza tra a@ ¢ 6 ¢ piccola, la tensione circonferenziale € pressoché costante lungo il raggio mentre la tensione radiale tende @ divenire trascurabile rispetto alla componente citconferenziale’, usualmente il problema & (rattato introducendo, uno "spessore” 1 = b-a ed un raggio medio medio (844)'2 ed utilizzando semplict considcrazioni dt cquilibrio, dalle quali si trova una tensione circonferenziale “nomin: costante, _ PE medio. . te, look. 2 Nel easo dei “gusei”, ove lo spessore 1 & piccolo rispetto al raggio medio, la tensione radiale & quindt trascurata rispetto quella circonfercnziale (vedi punto 4). 1.2 Pressione sul contomo estemo del disco o del cilindro Per un disco pieno (non forato) di spessore costante ¢ raggio estemno 6 sollecitato da una pressione sul contomno esterno ¢ per un cilindro picno (¢s.: albero) si otterrebbe ovunque: Esprimendo la deformazione circonférenziale in funzione della pressione estema: on - uo, )=-T(1- nh x18 lH si trova: fu Per un disco forato, in assenza d’azioni termiche o centrifughe, si ottiene invece, nel modo gid visto al Fea paragrafo precedente: L+wa’b?p, 1 E Bar 2 tntami ponendo: bare riscrivendo Fespressione delle tensioni circonferenziali nel seguente modo: afer? 6] pa? (0h -= Gary: Wal iQatt) 1Qa+0, le tensioni radiale e circonferenziale variano secondo le: iro di un Seal centro di un disco o di un cilindro vi fosse un foro di diametro a piccolo (p.es.: cavita di pezzo fuso 0 difetto di un pezzo forgiato), sui bordi di tale foro agirebbe una tensione circonferenziale molto elevata, Cid pud costituire un problema per la resistenza del pezzo qualora la pressione sia diretta - dischi o cilindei in rapida rotazione) verso ['estemno del disco (es.: pressions cent 1.3 Alt ca Nei cilindri spessi la terza tensione principale @, differisce da zero, anche in assenza di azioni assiali, quando siano presenti azioni centrifughe variazioni radiali di temperatura. Cid & dovuto al fatto che la deformazione &, di un disco rotante 0 soggetto a variazioni di temperatura non é costante lungo il raggio, in un cilindro si generano pereid tensioni assialitali da assicurare che il materiale non abbia ‘distacchi 0 compenentrazioni, come avverrebbe invece affiancando pia dischi coassialmente. Nel caso di variazioni di temperatura lungo il raggio si producono tensioni; le pid significative sono quelle circonferenziali ¢ ~ nel caso di,un cilindro spesso — anche quelle assiali. Queste tensioni saranno di trazione nelle zone relativamente “fredde” ¢ di compressione nelle zone “calde” ed avranno un andamento che dipende da quello della temperatura in direzione radiale. Esistono soluzioni analitiche per il caso del tradiente termico che si produce a regime nel caso di trasmissione di calore attraverso le pareti di un cilindro omogeneo. E? anche utile ricordare che le tensioni di origine termica non possono in aleun caso superare il limite: EaAT int “ che si ha nel caso di totale impedimento della dilatazione o della contrazione termica in uno stato monoassaile (K=0), biassiale (k =I) o triassiale (k=2) di sollecitazione, Nei dischi con spessore variabile il metodo di soluzione analtica descrito prima non é applicabile, salvo che in alouni casi; in particolare @ nota una soluzione che fornisce la forma di un disco d’uniforme resistenza sottoposto ad azione centrifuga diffusa nel volume, in assenza d’altre azioni esterne (¢s.: senza forzamenti iniziali), Affinché la tensione ideale sia ovungue costante ¢ pari ad un valore ammissibile del winsacte por aoe siotione: [oy], = Forma di gsc lad sui in presione) 6 materiale (condizione d’uniforme resistenza) secondo l'potesi di Tresca (max. tensione tangenziale: valida por materiali dutili) deve essere: |, mentre, nelle ipotesi fatte, le tension radiate © 0 relativamente sottile sara oy poiché in un asse neutro delle ‘ravi in flessione); b) i punti inizialmente appartenenti ad una normale al piano medio della piastra giacciono ancora sulla normale alla superficie noutra della piastra deformata (analogia —> conservazione delle sezioni pane delle travi);, ©) le tensioni normali agenti nel senso dello spessore della piastra sono trascurabili rispetto alle altre, Lipotesi (a) ¢ soddisfatta se: ‘© i vincoli non si oppongono all’accostamento dei bordi della piastra, provocato dalla stessa deformazione, «la superficie deformata é sviluppabile in piano. Lipotesi (b) implica che le deformazioni dovute alle tensioni tangenziali siano trascurabili, Lipotesi (c) richiede che Io spessore della piastra sia relativamente piccolo rispetto alle altre sue dimensioni Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek "Fondamenti della progettazione dei componenti 15 delle macchine” ed. ETS, circa gli stati di sollectazione in corpi assialsimmetrici, piastre e gusci. In pratica, errore che si compic accettando per valide queste ipotesi & piccolo se le _deformazioni non superano il 50% circa dello spessore © se lo spessore non é superiore a cirea il 25% della minima imensione trasversale della piastra. Le ipotesi precedenti richiedono che queste piastre abbiano i raggi esterno ed, eventualmente, interno sufficientemente maggiori dello spessore. Data la simmetria, tensioni, deformazioni ¢ spostamenti variano unicamente lungo il raggio x della piastra. Usando coordinate polari, tra la curvatura della piastra in un piano diametrale, la relativa rotazione flessionale ¢ (vedi Fig. 3.2) e Yallungamento radiale 6; = dly/lp si definiscono le scguenti relazioni: 14 6 de de Detto w lo spostamento della superficie media in direzione dell’asse z, per piccole deformazioni vale inoltre la: o= Per descrivere la curvatura della piastra nel piano perpendicolare 2 quello diametrale, si consideri una sezione della piastra indeformata eseguita con una superficie cilindrica coassiale con lasse 2 (vedi Fig. 3.2). Durante la deformazione della piastra questa superficie cilindrica si trasforma in una superficie conica avente vertice sull'asse. Percid si pud sorivere: g x Corrispondentemente, vi saranno tensioni normali di flessione sia dirette secondo il raggio (direzione x) sia tangenziali alle circonforenze coassiali della piastra. Qui di seguito saranno indicate, rispettivamente: o) =o; © 0=Grmg. Dato il piccolo spessore della piastra, la tensione normale diretta nel senso dello spessore (irezione 2) & trascurabile rispetto a quelle flessionali. Qui si pone 0; = In.uno stato di tensione piano, per materiali linearmente elastici, isotropi ed omogenei valgono le: ~Ho;) Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti 16 delle machine” ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmettici, piastre e gusci. Fig. 3.4 (xspaler — X27 8. Aa Ee wer | i Le risultanti di questo stato di tensione sono momenti flettenti, distribuiti per unit di lunghezza', che agiscono rispettivamente nella direzione radiale (qui: M;) ed in quella circonferenziale (My). Esprimendo queste risultanti ¢ ricordando le relazioni precedent, si ottengono duc relazioni tra momenti © deformazioni della piastra, la cui forma é analoga a quella dell’ equazione delle travi inflesse. Infatti vn Fate intae Me) Patera as) aes) van E (6. dye Jossde= Ga? (Sende) Tea ge 1M parametro analogo alla rigidezza flessionale EJ delle travi, é detto: “rigidezza flessionale delle piastre”. ‘Si consideri adesso l’equilibrio di un elemento di piastra, avente dimensione infinitesima in pianta ma altezza finita A , pari allo spessore della piastra. Su questo elemento agiscono (Fig. 3.2) «i momenti flettenti, distribuiti per unita di lunghezza, radiale M; ¢ circonferenziale M2; * [a forza di taglio distribuita S che, per ragioni di simmetria, sollecita due sole facce dell’elemento; © ilcarico q , che per ipotesi é normale alla piastra’ Deve essere assicurato l’equilibrio alla rotazione dell”elemento; in questo caso si pud scegliere, per azzerare il contributo del carico q , un asse tangente alla circonferenza passante per il baricentro dell’elemento. Ricordando che, per effetto della sua forma rastremata, vi é anche il contributo delle componenti dei ‘momenti circonferenzialiM; si scrivera: ~Mxd0 + (M, +o aye + ded 2M desen sudo Ea ‘Ss Baye + ded = 2 Semplificando e trascurando gli infinitesimi d’ordine superiore, si trova l’equazione generale d’equilibrio: dM, M,+“1x-M, +Sr=0 1 a Sostituendo in questa equazione Je relazioni, viste prima, tra momenti ¢ deformazione #4), si ottiene la ‘seguente cquazione differenziale: Hb 16 6S deo xd xD Data la simmetria assiale, lo sforzo di taglio Sfx) si trova imponendo I’equilibrio alla traslazione nella direzione dell’asse di simmetria di una porzione di piastra di raggio x. In particolare, se sulla piastra agisce una pressione uniforme g ed una forza concentrata P concorde, agente lungo l’asse z , risultera: Nel caso delle piastre, le caratteristiche della sollecitazione sono coppic o azioni di taglio distribuite su una data lunghezza, L'unith di misura di M; eM; sari il (Nmv/m], che puo confondersi con I'unita di misura di forze. ° beri carichi assialsimmetrici giacenti nel piano della piastra vale quanto si & gia visto a proposito dei dischi (§ 1) Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek “Fondamenti delta progettazione dei componenti 17 delle machine" ed, ETS, circa gli stati di soltecitazione in corpi assialsimmettici, piastre e gusci, Si noti che il raggio x qui tende a zero proprio in corrispondenza del punto di applicazione del carico “concentrato” coassiale P . Qui lo sforzo di taglio tenderebbe percid all'infinito e lo stato di sollecitazione avrebbe una singolariti. Per aggirare questo od altri simili problemi, nello studio delle piastre occorre schematizzare i carichi concentrati per mezzo di pressioni distribuite p agenti su un cerchio sufficiente per fornire, anche localmente, un risultato adeguato raggio Ritomando all’equazione precedente, dopo sostituzione ¢ duc integrazioni, si trova I’andamento della rotazione flessionale: PE gy 1) GEG 16D 82D 2 x o= 4, infine, ricordando che ~ -(dw/de) ed integrando una terza volta, si ottiene, per gli spostamenti della piastra moe -1) Tramite le condizioni al contorno si trovano, per ogni singolo caso, Ie tre costanti d’integrazione. Ad ~C,Inx+C, cescmpio, per una piastra circolare di raggio a + con bordo estemo incastrato, si por: [WwJs-a=0; [He-a. * con bordo esterno appoggiato, si por: [W]s-a=0; [Mi]sa=0;[4]:-0-0 Note le rotazioni flessionali, sono determinati (con le relazioni di pag. 17) anche gli andamenti di M, eM: Dalle rclazioni citate risulta inoltre che le tensioni normali oj ¢ 9} sono date dalle: fae nt ati tla “x) G-*) DD o, == (f+u%] Ez _M, PR w\s “ae) (lu?) D e percid, sostituendo l’espressione della rigidezza flessionale D , si trovano le: Soluzioni in forma chiusa di vari problemi di questo tipo sono riportate anche sui manuali, Nella seguente tabella si riassumono alcuni risultati validi per piastre circolari di raggio a con spessore costante, sollecitate da un carico g uniforme. Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti 18 delle macchine” ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetric, piastre e gusci [ ~~] Freccia massima_ Tensioni radiali al | Tensione circonfer. al + Wado raggio esterno raggio esteno ) [imadra [Ormaclr-a Piastra 3 qa? 3 Won eee Ome = incastrata 64D ah an [Passa |G uaa" o, -M) aa* appoggiata | "™* ~ 64( + u)D 0 nr) ‘Trattandosi di un problema lineasc, V'applicazione del criterio di sovrapposizione degli effetti permette di affrontare altri casi non esplicitamente risolti, come é indicato nell'esempio in Fig. 3.3 Per le piastre anulari valgono soluzioni analoghe. Si noti che il caso della piastra anulare incastrata sul bordo interno corrisponde approssimativamente alla situazione che si ha, ad esempio, nella zona di collegamento trail fungo di una valvola di distribuzione ed il suo stelo. Nello studio delle flange, visto al §2, si é semplificata la situazione delle piastre anulari appoggiate su un bordo e caricate da forze distribuite sul bordo opposto, quando i raggi interno ed estemo differiseono di poco tra loro. I risultati foriti da questa teoria, che si basa sull'ipotesi di piccole deformazioni elastiche unicamente flessionali, forniscono ~ in questi ed altri casi analoghi - valori della deformazione elastica tanto pitt errati per eccesso quanto pi sono rilevanti le deformazioni stesse e le corrispondenti tensioni membranali, che qui si sono supposte nulle, Analogamente, nc! caso delle piastre di spessore grande relativamente al raggio estemo non sono pit trascurabili le deformazioni di scorrimento, che accompagnano gli sforzi di taglio. Piastre nervate o forate _Le piastre, per il loro sottile spessore, sono poco adatte a sopportare carichi trasversali. La rigidezza o la resistenza desiderata si ottengono, assai pit efficacemente, ricorrendo a soluzioni “a guscio”, ad esempio sccgliendo una superficie media di forma troncoconica. Quando cid non & possibile, conviene introdurre irrigidimenti, piuttosto che aumentare lo spessore, Nelle piastre circolari si usano spesso, a questo scopo, flange o nervature a forma di anello. I risultatimigliori si cottengono ponendo Panello di irrigidimento in corrispondenza di raggi in cui, diversamente, si avrebbero rilevanti rotazioni flessionali. La rigidezza EJ della sezione delle nervature ad anello deve essere convenientemente superiore di quella aD della piastra; in altre parole le nervature devono essere pith sviluppate in altezza che in spessore. Si usano inoltre nervature radiali od a reticolo ortogonale, applicate da un solo lato o da entrambi, oppure si realizzano piastre (0 materiali) pluristrato, con costruzione “a sandwich", come & indicato in Fig.3.4. Lo studio approssimato di queste piastre si conduce in modo analogo a quello gid visto in precedenza, introducendo valori “efficaci” della rigidezza flessionale D. Per brevita qui non si esaminano questi casi Compiementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti_ 19 delle machine” ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetrici, plastre e gusci. basti dire che Pespressione del parametro di rigidezza equivalente Dj, dovri comprendere termini che rappresentano sia Peffetto dello spessore della piastra vera e propria, sia il contributo della rigidezza EY della singola nervatura, sia influenza della relativa spaziatura, 0 “passo”, delle nervature. Si noti che le piastre rinforzate con nervature ortogonali provocano reazioni vincolati concentrate nella zona del bordo in cui convergono gli irrigidimenti E? inolire frequente I’uso di piastre forate, con fori ravvicinati ¢ disposti secondo una matrice regolare (es. piastre tubiere per scambiatori di calore). Anche in questi casi si pud apprezzare la maggiore deformazione della piastra forata, introducendo una rigidezza “efficace". Questa rigidezza sari tanto minore i quella della piastra intera, quanto pi si riduce il materiale det “legamento” tra un foro ¢ Valtro. Un valore approssimato della rigidezza efficace & dato dalla: p-d Dapeae = DP == * P ove p Gilpassoe d il diametro dei fori. Analogamente, nota una tensione @ della piastra intera, si trova la tensione nominale nel legamento resistente della piastra forata tramite la: PB pd ogame La concentrazione delle tensioni, provocata da fori od aperture nelle piastre inflesse, che per brevita qui non sideserive, pud essere quantificata per mezz0 di specifici coefficient Lo studio approssimato dei grigliati si pud impostare secondo questi stessi criteri, iastra rettangolare inflessa secondo una forma cilindrica Si fuccia il caso di una piastra rettangolare sollecitata da coppie distribuite su due bordi opposti. 1 suo comportamento sara alquanto diverso da quello di una trave. In quest’ultimo caso, una sezione retia si deforma nel modo indicato in Fig, 3.5. Nella piastra che analogamente si inflette secondo la direzione x, la contrazione in direzione y & impedita almeno in tutta la zona centrale dove si pud porre: 6 = 0. Corrispondentemente, in quella zona della piastra agiranno sollecitazioni normali dirette anche secondo Passe y. Riprendendo Je relazioni costitutive gid viste al paragrafo precedente, poiché in questo caso la piastra si inflette secondo una superficie cilindrica di raggio r , sari ovunque: per cui Complementi al Cap.4 del testo ci Juvinall Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti 20 delle machine” ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetrici, piastre e gusci pisstra con newvatore —— @ reticalo orto gonale a le aaa 1 site | pelaten forata SE Fq- 3.4 HEIDEN SE piastra 2 esand wich” me ae ; TRAVE e Ripetendo il procedimento visto al § precedente, si troverebbe, anche in questo caso, che la rigidezza della piastra é data da y D che la relazione tra curvatura ¢ momento flettente qui si scrive semplicement Si noti che la deformazione della piastra é alquanto inferiore a quella calcolata assumendo una trave “larga ¢ sottile” corrispondente; inoltre, essendo le duc tonsioni dello stesso segno, la massima tensione ideale secondo von Mises 0 secondo Tresca qui sarcbbe un po" inferiore. Detti w gli spostamenti dirctti normalmente alla piastra, essendo questi piccoli per ipotesi si pud approssimare la curvatura con la derivata seconda dello spostamento, come nel caso delle travi Mz, dw a Piastra inflessa secondo due direzioni perpendicolari Se la piastra é soggetta unicamente a coppie pure M.€ M, distribuite lungo i quattro bordi, si pud seguire un procedimento del tutto analogo, che per brevita qui si riassume a grandi linee. Dettir,¢ ri raggi di curvatura che si hanno rispettivamente secondo le direzioni x e y, gli allungamenti sono dati dalle: Zz ea % Le condizioni di equilibrio di un elemento di piastra, avente dimension infinitesima dx dy in pianta © spessore finito in altezza, si serivono, in questo caso: sap ona M,dy= [o,zdyde, M,de= |o,2dedz oh cha Da queste relazioni, esprimendo le tensioni in funzioni delle deformazioni ¢ ricordando le relazioni M, 2 +3) t 4-7) costtutive elastiche linear, si ottengono le: Complementi al Gap.4 del testo di Juvinall e Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti 21 delle macchine” ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetric, piastre e gusci ‘che per piccole inflessioni, si possono scrivere: Questo risultato sara usato anche nel § successivo. Si noti che se: Mz = M, = M, anche i raggi di curvatura nelle due direzioni sono uguali, In altre parole la piastra si deforma secondo una superficie sferica, la cui curvatura é data dalla: 1 M amo DOB) Caso generale delle piastre rettangolari inflesse In generale, la sollecitazione di una piastra é pid complicata di quella descritta nei casi precedenti e, di conseguenza, il procedimento d’analisi ed i risultati sono piti complessi. Qui si accenna unicamente ad alcuni aspetti fondamentali. Lequilibrio del gencrico elemento di piastra avente dimensioni dr, dy, h, & determinato (Fig. 3.6), in assenza di tensioni membranali, da: + i momenti risultanti delle tensioni normali, owero i momenti flettenti distribuiti per unita di lunghezza visti in precedenza: My My: Ie risutanti delle tensioni tangenziali dirette secondo z , che saranno sforzi di taglio distribuiti per unit — dilunghezza: S, ¢S, ‘+ imomenti distribuiti M, ¢Mje risultanti delle corrispondenti tensioni tangenziali secondo x ¢ secondo 'y, che sono variabili nello spessore; cid si manifesta per effetto dello “svergolamento” della piastra, come ad-esempie-nol-caso estremo della deformazione a forma di sella; «© ilcarico ripartito q normale alla superficie media, Le coppie: Ma Mye sono prodotte dalle tensioni tangenziali +, “yz,, che sono necessarie per l'equilibrio degli clementi infinitesimi presi a distanza z dalla superficie media ed aventi dimensioni dx, dy ¢ de; infatti le corrispondenti tensioni a, g in generale sono diverse tra loro per entité o per segno (vedi Fig. 3.7) Dalla combinazione delle condizioni di equi rio alla traslazione secondo z e di quelle alla rotazione secondo x ¢ secondo y , deriva la seguente equazione d’equilibrio generale: aM, 4 aM, 6M, OMe 7 ee a ey Per sviluppare il procedimento gia visto, alle relazioni tra i moment flettenti M, © M, e le curvature della 9 piastra (vedi § precedente) se ne deve aggiungere una terza, relativa alla relazione tra lo “svergolamento” della piastra ¢ le coppie: My, M,.. Per brevita, qui si riporta solo il risultato, che si aggiunge a quelli gia noti ‘Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti 22 delle machine” ed, ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetrici, piastre e gusci. P — Xm oh ( XS 2M ° y » Stor) (m+ ox dx) (Myx By asyg * "(se 25s dx) ( y y) oy Fig. 3.6 soperficie della piasiva N 1 | Trccia della Superficie neutra , 22b aw M,= DSF + dw. dw M, =-Di epee a +2) aw M,, =M,,=-D0- 5 » in Xl ~ 44). aedy Dalla sostituzione di queste espressioni nella relazione d’equilibrio generale, precedentemente seritta, si oltiene 1a seguente equazione differenzialo, che descrive la deformata della superficie media delle piastre sottili inflesse: Molte soluzioni in forma chiusa di questa equazione derivano da quella valida per il caso di piastra rettangolare di dimensioni ae con carico q(sy) , distribuito su tutta la superficie ed avente andamento semni-sinusoidale’. a(x, y) = 4, sen sen a 5 per cui vale la soluzione: (x,y) =Wy sen sen Le condizioni al contorno permettono di valutare le costanti d’integrazione. In particolare, in corrispondenza diun lato: + con incastro > spostamento ¢ rotazioni nulli; = con appoggio—> spostamento ¢ momento flettente nulli; ‘+ libero + momento flettente ¢ reazione vincolare distribuita V mulli, Si-noti che la reazione vincolare V in generale varia lungo ogni bordo di contomo, poiché dipende sia dalla distribuzione degli sforzi di taglio S, o S, sia dalla variazione dei momenti “svergolanti”, come si pud dedurre osservando la Fig. 3.8, ove i momenti M,, ¢ Mj, sono rappresentati_ per mezzo di coppie di forze contrapposte. Come é illustrato nelia figura, ai vectici dei lati vincolati di una piastra rettangolare caricata con carico q corrisponde una forza di reazione R concentrata e concorde con il verso del carico stesso, Questa forza é dovuta al combinarsi, sul vertice, degli effetti dei momenti svergolanti Mg, ¢ Myx In alte parole la reazione R deriva dalla tendenza dei vertici della piastra caricata tamite g a sollevarsi rispetto alla “comice” costituita dagli appoggi o dagli incastri sui bordi. Le forze di reazione distribuite V ¥,assumono di regola il valore massimo al centro de! bordo vincolato. ® Questa forma si presta a descrivere un carico distribuito di andamento qualsiasi — la relativa soluzione def equazione delle piastre - per mezzo delle sere di Fourie. ‘Complemienti al Cap:4 del testo i Juvinall € Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti 23 delle machine” ed, ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetrici, piastre @ gusci Wan = 9604 Mas My=2oteg Veo 8248 Ley Re 0,065q3% [~ y Wmax teoria Y “h elem-entare Z piceole 4,2 deformazioni) z ZL ress teor’a di 23 Spprossima2 tong Gen azioni membrana) —___» q Fg 3.9 23b I risultati in forma chiusa, ottenuti per mezzo di questa tcoria di prima approssimazione (Fig. 3.9), sono generalmente presentati tramite relazioni adatte a valutare lentita di ‘+ massimo spostamento w (freccia), + valori massimi dei moment distribuiti o valori corrispondenti ai bordi incastrati, ‘« massimi valori delle reazioni vincolari distribuite V,, ‘+ reazioni vincolari concentrati ai vertici, come precedentememte si é descritto Ad esempio, per piastre rettangolari soggette ad un carico g costante queste relazioni sono del tipo: 5 5M, = K,ga*i= x,y); Vous = 5a, R= pga” ove & K, 5¢ 7 qui dipendono dalle condizioni di vincolo ¢ dal rapporto tra i lati a e 6 della piastra, ‘Numerosi casi risolti sono riportati nella letteratura tecnica e si trovano, in particolare, sul classico manuale “Roark's Formulas for Stress and Strain” “ “Roark’s Formulas for Stress and Strain”, W.Young (ed.), Me Graw Hill, A pattie dalla 8. edizione & stato reso disponibile su software compatibile con Mathcad (si veda presso i Servizi Informatici della Facolta (Centro di calcoto)) Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek “Fondamenti delia progettazione dei componenti 24 delle machine” ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetrici, piastre e gusci 4. Strutture a guscio 4,1 Introduzione Per guscio (shell, envelope) s‘intende una struttura a forma di superficie curva il cui spessore sia piccolo rispetto ai raggi di curvatura. La geometria del guscio ¢ completamente definita dalla forma della superficie media e dallo spessore, che si suppone costante 0 variabile con gradualita. Nei gusci di forma regolare, senza punti spigolosi, sui quali non agiscano forze né coppie concentrate, lo stato di tensione & prevalentemente “membranale”. In altre parole il guscio € quasi ovunque soggetto a tensioni normali o tangenziali pressoché costanti nello spessore, le cui risultanti sono tangenti alla superficie media del guscio. Ad esempio il materiale di un guscio di forma sferica, soggetto ad una pressione interna uniforme, é unicamente teso, come in una bolla di sapone (membrana), non essendovi flessioni né distorsioni della parete. Qui si considerano solo i gusci con simmetria assiale sia riguardo alla forma, sia riguardo ai carichi 41.1 Gusci cilindrici in pressione Si consideri un guscio cilindrico di lunghezza L relativamente grande ¢ spessore /t relativamente piccolo rispetto al raggio medio r , soggetto a pressione interna (Fig. 4.1). Si suppongono nulle le azioni esterne in direzione assiale ¢ il guscio non é vincolato in alcun modo in direzione dell'asse 2. L’unica tensione da considerare & quella normale circonferenziale aa, che qui si suppone costante nello spessore (tensione membranale). Scrivendo le condizioni d’equilibrio, dovra essere: "2 =2L J[pirsen 40 = 2Lp,r b= L’andamento delle tensioni circonferenziali per un cilindro, il cui raggio interno sia a e quello esterno 5 , é stato determinato in modo esatto al § 1 precedente, La tensione membranale, di cui per cui sopra, corrisponde alla tensione circonferenziale che si ottiene ponendo: a». Inoltre la tensione radiale o & trascurabile rispetto a quella circonferenziale se r>>h . Le precedenti ipotesi circa lo stato di tensione sono percid valide nel caso di gusci “sottili”. In pratica, l'approssimazione & soddisfacente se: h 1/10. Lo spostamento w di un punto della superficie media guscio in direzione radiale x pud essere determinato osservando che la deformazione circonferenziale ¢, ¢ data dalla: ‘Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek "Fondamenti della progettazione dei componenti 25 ‘delle macchine" ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in compi assialsimmetric, piastre e gusci 2n(r+u)—2ar_u 2a Essendo monoassiale lo stato di tensione e poiché s'ipotizza un comportamento elastico lineare: So _ Pr AE percié lo spostamento radiale sara Se si considera un guscio cilindrico in pressione, chiuso alle estremita da due fondi (Fig.4.2), € necessaria una tensione membranale assiale o; per equilibrare le forze risultanti della pressione agente sui fondi, Sara percio: per eu 2 pe Pro Ee) i di equilibrio Per un guscio sottile di forma sferica, soggetto a pressione uniforme, le condizi di un settore semisferico, orientato in modo qualunque, richiedono che sia ovunque: Si noti che queste sono anche le tensioni ¢ le deformazioni membranali che si calcolano nel caso di fondi di forma semisferica, posti all’estremita del guscio cilindrico in pressione considerato precedentemente. 4.1.2. Tensioni membranali e tensiont flessionali Confrontando gli spostamenti 1’ del guscio cilindrico ed u” del guscio sferico, si nota che, se gli spessori sono gli stessi, 1o spostamento radiale del guscio cilindrico é circa il doppio di quello del guscio sferico. Di conseguenza, nel caso d’un recipiente cilindrico a spessore costante con fondi Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti 26 delle macchine™ ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetrici, piastre e qusci Fig. 4.1 - Guscio Azioni mutue flessionali Fig. 4.2 - Guscio cilindrico in pressione con fondi semisferici ¢ sua sollecitazione 1 Fig. 43 - Guscio di rivoluzione e definizione dei suoi raggi di curvatura 26bi5 semisferici, la parte cilindrica e quella semi sferica si seambiano reciprocamente forze taglianti ¢ ¢ lungo la circonferenza di giunzione, necessarie per la congruenza degli copie fletteat, distri spostamenti ¢ delle rotazioni flessionali. Le corrispondenti sollecitazioni, dovute all’inflessione dei ‘gusci, si sovrappongono alle sollecitazioni membranali provocate dalla pressione interna, viste in peraltro, questo stato di tensione flessionale tende ad annullarsi entro distanze relativamente brevi dalla zona di giunzione. Azioni flessionali analoghe si manifestano almeno nei seguenti casi: « recipienti cilindrici con fondi a guscio di varie forme oppure con fondi piatti; * unioni tra gusci diversi per forma (es.: cilindro/cono), spessore, materiale o temperatura; + presenza di flange 0 d’anelli di rinforzo; + unioni tra pid di due gusci, (es.: recipiente appoggiato su un tamburo, 0 "gonna", di sostegno). ia membranale dei gusci di rivoluzione 4.2 Fondamenti della teor Sulla superficie media di un guscio “di rivoluzione” si possono definire linee "meridiane" ¢ linee “parallele*. I! meridiani sono le intersezioni tra la superficie media e piani di un fascio avente per asse quello di simmetria, che formano tra loro un angolo 8. 1 paralleli sono le intersezioni tra la superficie media e superfici coassiali coniche, le cui generatrici sono normali ai meridiani ¢ formano rispetto all’asse z del guscio un angolo ¢". La forma della superficie media del guscio € spesso definita (es.: in un disegno costruttivo) dal raggio r giacente in un piano ortogonale all'asse di rivoluzione e dal raggio di curvatura_ ry giacente nel piano meridiano (“profilo laterale” del guscio). Cid consente di definire le curvature principali, giacenti in piani ortogonali tra loro (vedi Fig. 4.3). La prima @ determinata da: Vry I _secondo ragaio di curvatura principale del guscio é dato dalla: r send % Le azioni distribuite sulla superficie del guscio sono descritte per mezzo delle tre componenti: 4, qo, 9. La prima @ diretta perpendicolarmente al guscio (in vari casi pratici sara: q =p); le altre sono rispettivamente dirette secondo il meridiano € secondo il parallelo (¢s.: componenti delle forze centrifughe e del peso proprio, azioni torcenti o d’attrito) Le condizioni d’equilibrio di un elemento di guscio, di dimensioni: ridg, r2d0, h (Fig. 4.4), permettono di scrivere le relazioni tra le componenti delle azioni esterne ¢ le risultanti delle tensioni membranali che, per ipotesi, sono costanti nello spessore " Nei gusci cilindrici queste superfici coniche degenerano in piani ortogonali all'asse, ‘Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti_ 27 delle machine” ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetrici, piastre e gusci. Riferendosi alle facce dell'elemento di guscio, sidefiniscono le tre caratteristiche della sollecitazioné membranale: + No tisultante delle tensioni normali dirette secondo il meridiano; 4 Ne “it parallelo (0 “circonferenziali”); No % % * tangenziali Sinoti che Ng, No, © Nop sono forze per unita di lunghezza Le face dell’elemento di guscio hanno una forma trapezoidale; trattandosi di gusci sottili ( Sova che la tensione crconferenzialeal'intradaso del gomito & alquanto magsiore di quella di un tubo dito, Sompiemenit ai Cap.4 del testo ci Juvinall e Marshek*Fondamant della progetiasone del component 30 delle machine" ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetric, piastre e gusci si pué serivere: Si consideri adesso la risultante radiale H di queste azioni membranali Nou) poste sui due lati della striscia di larghezza unitaria. L’angolo formato dai due lati @: a = I/r. Si trova percio: a _Fh, H =2N,sen— (b) r La tisultante H @ proporzionale allo spostamento w: in altre parole ha i! caraitere di una reazione clastica distribuita, com’era richiesto per ’analogia con la fondazione della trave. Su questa trave si assume che agiscano una forza ed una coppia ad un’estremitay la fondazione clastica della trave ha rigidezza per unita di lunghezza pari ak. Detto Io spostamento di una sezione della trave, l’equazione della deformata é determinata dalla: Dall’ Analisi Matematica risulta che la soluzione generale é: u(z) =e (C, cos fz +C, sen fz) +e" (C, cos fe +C, sen fz) ove: k wo Be =P © Le costanti d’integrazione C; possono essere determinate in base alle condizioni al contorno infinitamente hunga le deformazioni prodotte da carichi applicati ito che per una tra allestremita saranno nulle per z—» ©, percid qui si por: C, = C2= 0 Dalla (b) sié costatata Panalogia tra la risultante H delle azioni membranali No sui due lati della striscia unitaria ¢ la reazione distribuita kw dovuta alla fondazione elastica. Percid nella ¢c) la costante k potra essere sostituita dal termine: Hh/’, A differenza della trave, tuttavia, la striscia di guscio si comporta flessionalmente come una piastra; invece della rigidezza EY si dovré percid porre nella (¢) la rigidezza D della piastra/guscio. Se r>>/ si pud sare la relazione definita al § 3 precedente: D=Eh?/(1-1£).42 JIn definitiva, fatte le necessarie sostituzioni, il termine B, che riassume l'influenza delle rigidezze sia flessionale (striscia di guscio = piastra) sia membranale, si scrivera: Pom =f t= 3 ease Var?D Arh Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall ¢ Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti 31 ‘delle macohine" ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetrci, piastre e gusci. Nel caso di un guscio cilindro di lunghezza semi-infinita soggetto unicamente ad_azioni esterne flettenti Mp é taglianti Po distribuite circonferenzialmente‘ all'estremita, imponendo le condizioni al contorno circa il momento flettente ¢ lo sforzo di taglio: si possono determinare le costanti Ce Cy. Per brevita qui si riporta direttamente la soluzione ee 26D Analoghe soluzioni valgono per gli altri casi (es.: forze 0 copie agenti in un punto intermedio). n= [Av (sen fe ~ cos fr) P, cos fe] (@ Noti gli spostamenti u(z) dovuti a My e Po, possono essere calcolate tutte le caratteristiche della sollecitazione flessionale corrispondente, compresa — per le ragioni viste prima - la componente membranale “secondaria” N¢fi). Inoltre, avendo considerato la striscia come una piastra, vi sara anche un momento circonferenziale: Me=12M. Gili andamenti dello spostamento, dei momenti M@,, Moe dello sforzo di taglio S;* sono decrescenti al crescere della distanza dalla zona d’applicazione dei carichi (Fig.4.9). Tl parametro Pi @infatti chiamato: "fattore d’attenuazione". La lunghezza d’onda delle sinusoidi smorzate che caratterizzano questi andamenti vale: ay ane = Sieh - 2 Sinota che gia ad una distanza z pari a circa mezza lunghezza d’onda le sollecitazioni flessionali —hanno—valori—trascurabili. Percié un-guscio cilindrico-di lunghezza finita, -soggetto ad azioni flessionali localizzate, pud essere studiato come se fosse infinitamente lungo, purché la sua lunghezza sia maggiore della distanza d'attenuazione; over: L>2,5+5(rh)*. Se il guscio é sottile la distanza d’attenuazione & piccola rispetto al raggio; si pud allora adottare questa soluzione, valida a rigore solo per gusci cilindrici, anche nel caso di gusci d’altra forma (es.: unioni con gusci conici o semisferici) con un’approssimazione accettabile. Conoscere la distanza @attenuazione ¢ inoltre utile allo scopo di disporre razionalmente anelli o nervature di rinforzo. Se il guscio é inoltre sottoposto ad altre azioni diffuse (¢s.: pressione interna) si potra determinare a parte ~ sfruttando le condizioni d’equilibrio - lo stato di sollecitazione membranale “primario”, come gia visto in precedenza. “ Me Po sone quindi coppie eforze per unita di lunghezza, si noi che Punita di misura del primo & Nav * Perla simmetria assiale sar S_ ~ 0. Complement’ al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek “Fondamenti della progettazione dei componenti_ 32 delle macchine” ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in comp assialsimmetric, piastre e gusci Fig. 4.7 ~ Sollecitazione flessionale in un guscio cilindrico ed in una trave con fondazione elastica Fig. 4.8 — Risultanti delle azioni Ng “secondarie” Fig. 4.9 - Andamento degli spostamenti B2bis 43.2 Instabilita dell equilibrio elastico dei gusci. Se sottoposti a sollecitazioni di compressione, sia assiale, sia circonferenziale (es.: pressione estemna), i gusci sottili possono subire fenomeni d’instabilita dell’equilibrio elastico, con imbozzamento della parete (buckling). Lo studio di questo problema & complesso € per brevita qui si omette. Ci si limita a osservare che, a parita di spessore, imbozzamento di un guscio é tanto pit facile quanto pid il raggio r é grande, inoltre, le rigidezze, sia flessionale che estensionale, hanno la forma: kh" ossia, dimensionalmente: (tensione:pressione) x (lunghezza)". L'ipotesi che il carico critico d'imbozzamento sia proporzionale a: E(h/r)” & percid fisicamente sensata ¢ dimensionalmente fatti per gusci cilindrici molto lunghi o gusci sferici con pressione esterna vale la Er Passentos = CS r dove C é una costante adimensionale caratteristica del problema®. Nel caso di compressione assiale, per strutture tubolari cilindriche mediamente snelle vale invece la: Eh °, 30,6 r snboscaments Si noti infine che, per alcune forme di guscio, le pressioni interne possono provocare — contrariamente a quanto ci si attenderebbe - tensioni membranali di compressione. Ad esempio cid awiene per i gusci a forma d’ellissoide schiacciato soggetti a pressione dall’interno, ove il segno della No~si-inverte procedendo dall’asse di simmetria verso il cerchio massimo. Aumentando la pressione interna si pud quindi provocare localmente I’imbozzamento del guscio. ° Per guscicilindrici infinitamente lunghi C~0,3. ‘Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek *Fondamenti della progettazione dei componenti 33 delle macchine” ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetici, piastre e gusci. Addenda alla bi grafia del Cap. 4 ‘Timoshenko: “Scienza delle costruzioni" - vol. Il - Ed. Viglongo, 1989 - Ed, Riuniti, 1977 Feodosev: "La resistenza dei material Harvey: Theory and Design of Modem Pressure Vessels” - 2.a ediz. ~ Ed. Van Nostrand, 1974 Carmignani, Guerrini: "Cenni sulle teorie elastiche lineari per il calcolo delle piastre e dei gusci" - Ed. ETS, 1971 Timoshenko, Woinowsky: "Theory of Shells and Plates" - Ed. McGraw Hill, 1959 “Roark’s Formulas for Stress and Strain”- 6.a ediz. - (Young coord.) - Ed, McGraw Hill, 1989. Fligge: "Stresses in Shells" - Ed. Springer, 1960 Complementi al Cap.4 del testo di Juvinall e Marshek “Fondamenti della progettazione doi componenti 34 delle machine" ed. ETS, circa gli stati di sollecitazione in corpi assialsimmetrici, plastre e gusci.

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