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Elementi finiti
Parte I
A. Gugliotta
otto editore
ELEMENTI FINITI
Parte I
A. GUGLIOTTA
P OLITECNICO DI TORINO
WWW. POLITO . IT
INDICE I
1.
2.
ii
Quando per i singoli tubi sono uniti l'uno all'altro mediante una saldatura che
ricostituisca completamente la continuit meccanica la suddivisione naturale in
elementi perde senso: un tale sistema tubiero potrebbe venir diviso in elementi
sia eseguendo idealmente tagli in corrispondenza delle saldature sia immaginando di tagliare in punti nei quali una giunzione in realt non esiste.
Nel secondo caso la divisione in elementi della struttura meno naturale e pi
arbitraria, ed ha sostanzialmente un carattere o convenzionale o di convenienza.
Le propriet della struttura calcolata dopo la sua divisione in elementi sono
comunque invarianti al variare del tipo di suddivisione.
Avanzando nel livello di astrazione, si pu immaginare di avere un organo meccanico di forma semplice, come un disco di turbina (fig. 1.3); anche un tale oggetto
pu, per il progettista, essere una struttura composta di elementi opportuni.
Nel primo caso qualunque sia la suddivisione della struttura in elementi, i risultati devono essere sempre gli stessi, rigorosamente; pertanto il tipo di suddivisione in elementi deve soddisfare solo esigenze di comodit.
Nel secondo caso invece la scelta del tipo di suddivisione influenza i risultati,
dato che la soluzione complessiva per l'intera struttura dipende dalle approssimazioni contenute nelle leggi che caratterizzano i singoli elementi: in questo
caso il tipo di suddivisione deve essere esaminato anche alla luce della approssimazione dei risultati, in un compromesso ragionato con l'economia del calcolo.
Inizialmente il metodo fu sviluppato per l'analisi di problemi di meccanica strutturale; fu tuttavia ben presto scoperto che il metodo aveva una validit ben pi
generale ed ad oggi applicato alla soluzione di una gran variet di problemi.
Tuttavia in questo testo ci si occuper unicamente del calcolo dello stato di tensione in elementi e strutture, quali quelle che si trovano ordinariamente nel
campo d'azione del costruttore di macchinari o del progettista strutturale.
Una delle formulazioni pi utilizzate nell'analisi strutturale quella che si basa
sugli spostamenti assegnati: essa pu essere inizialmente vista come un'estensione dell'analisi matriciale delle strutture formate da barre e/o travi (analisi con
il metodo degli spostamenti).
Analogamente al metodo degli elementi finiti, l'analisi matriciale delle strutture
sar qui considerata nelle sue due fasi distinte:
la caratterizzazione degli elementi, cio la descrizione matematica della
loro climatica in relazione alle loro condizioni di equilibrio e di deformazione
la costruzione della struttura, cio la formulazione matematica delle
equazioni che esprimono l'appartenenza dell'elemento ad una data
struttura, e la soluzione del sistema di equazioni
Nelle pagine che seguono si adotter la seguente convenzione:
tutte le variabili che servono a definire il comportamento del singolo
elemento, indipendentemente dalla sua appartenenza ad una struttura,
vengono indicate con lettere minuscole
tutte le variabili che servono a definire il comportamento dei punti
(nodi) della struttura in cui gli elementi si uniscono, vengono indicate
con lettere maiuscole
Dette fu1 e fu2 le risultanti delle distribuzioni di forze che dall'esterno vengono
applicate agli estremi dell'elemento e u1 e u2 gli spostamenti dei nodi, l'elemento
asta caratterizzato da una equazione di equilibrio:
f u1 f u2 0
1.1
e dall'equazione differenziale:
fu
du
----- -----dx
EA
1.2
avendo indicato con u lo spostamento assiale della trave, fu la forza assiale agente
nella generica sezione della trave, E il modulo elastico longitudinale e con A
l'area della sezione retta della trave.
La 1.2, integrata sulla lunghezza l dell'elemento fornisce, supponendo costanti la
forza assiale e l'area della sezione retta:
l
u 2 u 1 ------- f u2
EA
1.3
0
1
0
1
u1
u2
1 f u1
l
0 ------- f u2
EA
1.4
1
1
l
------- 1
u
EA
1
f u1
1
f
1 u2
l u2
------0
EA
1.5
da cui:
f u1
EA 1 1 u 1
------
l 1 1 u 2
f u2
1.6
ovvero:
[k]{s} { f }
1.7
EA
[ k ] ------- 1 1
l 1 1
{s}
{ u1 u2 }
{ f } { f u1 f u2 }
1.8
1.9
1.10
Si tratta di un elemento ad asse rettilineo capace di resistere a soli momenti torcenti (fig. 1.7).
m x1 m x2 0
1.11
e dall'equazione differenziale:
m
d
------ -------xdx
GJ x
1.12
l
x2 x1 --------m x2
GJ x
1.13
0 0 x1
1 1 x2
1
l
0 -------GJ x
m x1
m x2
1.14
GJ x 1 1 x1
m x1
-------
l 1 1 x2
m x2
1.15
f v1 f v2 0
1.16
f v1 l m z1 m z2 0
1.17
Le rimanenti due equazioni sono relazioni che esprimono spostamenti e rotazioni relative degli estremi in funzione di forze e momenti; esse vengono ricavate
dall'equazione differenziale:
m
d
------ -------zdx
E Jz
1.18
l
l2
z2 z1 -------- m z1 ----------- f v1
E Jz
2E Jz
1.19
l2
l3
v 2 v 1 z1 l ------------ m z1 ------------ f v1
2E Jz
6E Jz
1.20
0 0
0 0
0 1
1 l
0
0
0
1
0
0
1
0
v1
z1
v2
z2
1
l
0
1
1
0
0
1
l2
----------2E Jz
l
-------E Jz
l2
l3
----------- ----------2E Jz
6E Jz
f v1
m z1
f v2
m z2
1.21
ovvero:
[a]{s} [b]{ f }
1.22
{ s } T { v 1 z1 v 2 z2 }
1.23
{ f }T { f v1 m z1 f v2 m z2 }
1.24
e [a] e [b] sono matrici di ordine 4x4 che premoltiplicano rispettivamente il vettore degli spostamenti ed il vettore delle forze. Si noti che la matrice [b] non
singolare, mentre la matrice [a] lo due volte, cio in un numero pari ai gradi di
libert di moto rigido dell'elemento; nelle 1.5 e 1.14 si verificava una situazione
analoga, caratterizzata da una sola singolarit.
La scrittura di rigidezza viene ricavata premoltiplicando ambo i membri della
1.22 per l'inversa della matrice [b]. A calcoli effettuati si ottiene:
6
----2l
12
-----3l
6
----2l
4
6
----2--l
E Jz l
6
12
-----3- ----2l
l
6
----2l
12
-----3l
2
--l
6
----2l
6
----2l
4
--l
12
-----3l
6
----2l
2
--l
v1
f v1
z1
m z1
v2
f v2
z2
m z2
1.25
L'equazione della linea elastica 1.20 tiene conto soltanto della deformazione prodotta dal momento flettente e non di quella prodotta dallo sforzo di taglio; nel
caso di travi snelle ci non produce un errore sensibile, perch la seconda
molto piccola rispetto alla prima.
Tuttavia nel caso di travi tozze, in cui il rapporto tra lunghezza e altezza della
sezione piccolo, l'effetto del taglio non risulta pi trascurabile; nell'equazione
differenziale della linea elastica bisogner sommare al contributo del momento
flettente quello dovuto allo sforzo di taglio.
Lo spostamento di un punto della trave sar dato dalla somma dello spostamento vm dovuto al momento flettente e dello spostamento vt dovuto al taglio
(fig. 1.9):
10
v vm vt
1.26
dv
-----
y
z
dx
1.27
f v2
f v1
y y ------- y ------GA
GA
1.28
z z1
x
x
-------- m z1 ----------- f v1
E Jz
2E Jz
1.29
1.30
y l
l2
l3
v 2 v 1 z1 l ----------- m z1 ----------- f v1 -------- f v1
2E Jz
6E Jz
GA
1.31
0
0
0
1
0
0
1
l
0
0
0
1
0
0
1
0
v1
z1
v2
z2
l
l2
-----------
2E Jz
y l
l3
------------ -------6E Jz GA
0
1
l
-------E Jz
l2
-----------2E Jz
1
0
0
0
0
1 f v1
m
0 z1
f v2
m z2
0
1.32
e la matrice di rigidezza:
11
12
-----l3
E Jz
---------------1
y
6
----l2
12
-----3l
6
----l2
6
----l2
4
y
----------------l
12
-----3l
6
----2l
2
y
----------------l
12
-----l3
6
----2l
6
----2l
6
----l2
v
f v1
2
y 1
-----------------
z1
m z1
l
v2
f v2
6
----2-
l
z2
m z2
4
y
----------------l
1.33
dove
y vale:
12EJ z
y -------------2GAl
La tabella 1.1 riporta i valori dei fattori di taglio per i casi pi frequenti.
12
1.34
Tab. 1.1 Fattori di taglio per alcune forme di sezione di travi inflesse, da Cowper
G.R., The Shear Coefficient in Timoshenko's Beam Theory, Journ. of Appl. Mech.,
giugno 1966, p. 335-340
7 6
--------------------6(1 )
7 6 ) ( 1 m ) 2 4m ( 5 3 )
(----------------------------------------------------------------------------------6( 1 )( 1 m2 )2
m ba
12 11
-----------------------10 ( 1 )
40 37 m ( 16 10 ) m 2
---------------------------------------------------------------------------------12 ( 1 ) ( 3 m )
m ba
4 3
--------------------2(1 )
48 39
------------------------20 ( 1 )
p q 10n 2 [ m ( 3 ) 3m 2 ]
-----------------------------------------------------------------------------------10 ( 1 ) ( 1 3m ) 2
n bh
m b sb h sa
p q 30n 2 m ( 1 m ) 5n 2 m ( 8 9m )
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------10 ( 1 ) ( 1 3m ) 2
m 2b s b h s a
n bh
p q
--------------------------------------------------10 ( 1 ) ( 1 3m ) 2
m 2 As h s
13
[a]{s} [b]{ f }
1.35
[ b ] 1 [ a ] { s } [ b ] 1 [ b ] { f }
1.36
[ b ] 1 [ a ] { s } [ I ] { f }
1.37
[ k ] [ b ] 1 [ a ]
1.38
la 1.37 si scrive:
[k]{s} { f }
1.39
La matrice [k] detta di rigidezza in quanto ad un aumento del valore dei suoi
coefficienti corrisponde un aumento della rigidezza dell'elemento; infatti a parit
spostamento {s } valori di [k] crescenti implicano forze { f } crescenti.
Un'altra possibile scrittura delle equazioni 1.35 quella detta di deformabilit.
Se i gradi di libert di moto rigido L sono zero, allora nessuna delle righe della
matrice [a] zero, e pertanto esiste l'inversa [a] 1; premoltiplicando per essa
ambo i membri della 1.35, si ottiene:
{ s } [ a ] 1 [ b ] { f }
1.40
[d ] [ a ] 1 [ b ]
1.41
Posto:
14
la 1.40 diviene:
{ s } [d ] { f }
1.42
0
1
0
1
0
1
0 0
0 0
0 1
1 l
1
l
0 ------EA
u1
u2
x1
x2
0
0
0
1
0
0
1
0
f u1
f
u2
1
l
0 --------G Jx
1.43
m x1
m
x2
1
0
v1
l
1
z1
l
l2
- -------
----------E Jz
2E
Jz
v2
l2
l3
z2
------------ -----------6E Jz
2E Jz
1.44
1 0
f
0 1 v1
m z1
0 0
f v2
m
0 0 z2
1.45
15
Si nota che la matrice [ b ] non mai singolare, mentre la matrice [ a ] singolare 1 volta nei casi dell'elemento asta e dell'elemento barra di torsione e 2
volte nel caso dell'elemento trave inflessa. Infatti nei primi due casi l'elemento possiede un grado di libert L di moto rigido (traslazione secondo
lasse x il primo, rotazione attorno l'asse x il secondo); nel terzo caso l'elemento possiede 2 gradi di libert L di moto rigido (traslazione secondo l'asse
y e rotazione attorno l'asse z ).
[k]{s} { f }
1.46
a
b
a
b
v1
f v1
b a
b
c b
d z1 m z1
b
a b v2
f v2
d b
c z2
m z2
1.47
Fig. 1.10 Prima colonna della matrice di rigidezza della trave inflessa.
Fig. 1.11 Seconda colonna della matrice di rigidezza della trave inflessa.
Fig. 1.12 Terza colonna della matrice di rigidezza della trave inflessa.
17
Fig. 1.13 Quarta colonna della matrice di rigidezza della trave inflessa.
18
{ s } x { u x ,v x ,w x }
1.48
{ s } X { u X ,v X ,w X }
1.49
19
ux l1 uX m1 vX n1 wX
vx l2 uX m2 vX n2 wX
1.50
wx l3 uX m3 vX n3 wX
dove (l1, m1, n1), (l2, m2, n2), (l3, m3, n3), sono rispettivamente i coseni direttori
degli assi x,y,z rispetto agli assi del sistema di riferimento globale X,Y,Z. Valgono
le relazioni:
l i2 m i2 n i2 1
( i 1, 2, 3 )
1.51
e:
li lj mi mj ni nj 0
i 1, 2, 3
i j
j 1, 2, 3
1.52
{ s }x [ R ] { s }X
1.53
l1 m1 n1
[R]
l2 m2 n2
1.54
l3 m3 n3
Analoga trasformazione permette di legare il vettore dei carichi { f }x a { f }X.
Ovviamente esiste anche la trasformazione inversa della 1.53:
{ s } X [ R ] 1 { s } x
1.55
T
[ R ] 1 [ R ] T
1.56
per cui:
{ s }X [ R ] T { s }x
1.57
[R ]
l1 m1 0
1.58
l2 m2 0
0
ESEMPIO 1.2
Con riferimento alla trave inflessa di figura 1.14 e riportata in una posizione
generica nel sistema di riferimento globale X ,Y di figura 1.16, i coseni direttori ( l 1 ,m 1 ,n 1 ) , ( l 2 ,m 2 ,n 2 ) sono dati da:
l 1 cos
m 1 cos ( 90 ) sin
l 2 cos ( 90 ) sin
m 2 cos
1.59
v 2 sin cos
0
0
z2 x
0
0
1
u2
v2
z2 X
1.60
Uguale relazione vale per u 1 ,v 1 ,a z1 all'altro estremo 1; considerando separatamente l'estremo 1 dall'estremo 2, si ha:
{ s1 }x [ R1 ] { s1 }X
1.61
{ s2 }x [ R2 ] { s2 }X
[ R1 ] 0
{ s1 }
{
}
s
0 [ R2 ]
2 x
{ s1 }
{ s 2 } X
1.62
21
1.63
Esplicitando:
u1
cos sin
v1
sin cos
z1
0
0
u
0
0
2
0
0
v2
0
0
z2 x
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
cos sin
sin cos
0
0
0
0
0
0
0
1
u1
v1
z1
u2
v2
z2 X
1.64
f u1
f v1
m z1
f u2
f v2
m z2 X
1.65
f v1
sin cos
m z1
0
0
f
0
0
u2
0
0
f
v2
0
0
m z2 x
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
cos sin
sin cos
0
0
0
0
0
0
0
1
[ k ] x { s } x { f }x
1.66
{ s }x [ R ] { s }X
1.67
{ f }x [ R ] { f }X
1.68
[ k ] x [ R ] { s } X [ R ] { f }X
22
1.69
[ R ] 1 [ k ] x [ R ] { s } X { f }X
1.70
ovvero:
[ k ] X { s }X { f }X
1.71
in cui [k]X, matrice di rigidezza riferita al sistema di riferimento globale X,Y, vale:
[ k ] X [ R ] 1 [ k ] x [ R ]
1.72
[ k ]X [ R ] T [ k ]x [ R ]
1.73
ESEMPIO 1.3
23
La notazione di rigidezza 1.8 per lasta diventa, sempre nel sistema di riferimento locale x , y :
1
EA 0
------l 1
0
u1
f u1
0 1 0
v
f
0 0 0 1 v1
0 1 0 u2
f u2
0 0 0 v
f v2
2
1.74
cos sin
sin cos
1.75
e la matrice di rotazione [ R ] :
cos sin
0
0
sin
cos
0
0
[R]
0
0
cos sin
0
0
sin cos
1.76
cs
c 2
cs
EA
[ k ] X ------- cs
l c 2
s2
cs
s 2
cs
c2
cs
cs
s 2
cs
s2
1.77
dove c cos , s sin e l'angolo di cui ruotato il sistema di riferimento locale x ,y rispetto a quello globale X ,Y .
ESEMPIO 1.4
0
0
0
0
0
0
0 1
0 0
0 0
0 1
0 0
0 0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
u1
f u1
v1
f v1
w1
f w1
u2
f u2
v2
f v2
w2
f w2
1.78
l1 m1
l1 n1
l 12
l1 m1
l1 n1
l1 m1
m 12
m1 n1
l1 m1
m 12
m1 n1
m1 n1
n 12
l1 n1
m1 n1
n 12
l1 m1
l1 n1
l 12
l1 m1
l1 n1
m 12
m1 n1
l1 m1
m 12
m1 n1
m1 n1
n 12
l1 n1
m1 n1
n 12
EA l n
[ k ] x ------- 1 1
l l 2
1
l1 m1
l1 n1
1.79
25
La notazione di rigidezza dell'elemento trave nel piano, riferita al sistema di riferimento locale x,y quindi ottenuta combinando opportunamente le 1.8 e 1.25;
ordinando il vettore degli spostamenti {s} come:
{ s } T { u 1, v 1, z1, u 2, v 2, z2 }
1.80
1.81
[ k ]x
EA
------l
EA
------l
12E Jz
--------------l3
6E J
-----------zl2
12E Jz
-------------l3
6E Jz
-----------l2
6E Jz
-----------l2
4E J
-----------zl
6E Jz
----------l2
2E J
-----------zl
EA
------l
12E Jz
--------------l3
6E Jz
----------l2
6E Jz
----------l2
4E J
-----------zl
EA
------l
0
0
6E J
12E Jz
- -----------z -------------3
l
l2
6E J
-----------zl2
2E J
-----------zl
1.82
[ k ]X [ R ] T [ k ]x [ R ]
26
1.83
X2 X1
cos ------------------l
Y2 Y1
sin -----------------l
1.84
l
( X2 X1 ) 2 ( Y2 Y1 ) 2
1.85
28
6EJ z
----------- c
l2
2EJ
-----------z
l
6EJ z
-c
---------l2
6EJ z
----------- s
l2
EA
12EJ z
- cs
-----l cs ------------l3
12EJ
EA
- s 2 --------------z c 2
-----l
l3
Eq. 1.86 Matrice di rigidezza [k]X per lelemento trave nel piano.
s sin
6EJ z
-s
---------l2
EA
12EJ z
- cs
-----l cs ------------l3
4EJ
-----------z
l
6EJ
-----------z c
l2
6EJ z
-s
---------l2
6EJ z
----------- c
l2
EA 2 12EJ z 2
------- s -------------- c
l
l3
12EJ z
EA
------- cs ------------l 3 cs
l
6EJ z
-s
---------l2
12EJ
EA
- 2 --------------z 2
-----l c l3 s
c cos
[ k ]x
12EJ z
EA
------- cs ------------l 3 cs
l
EA 2 12EJ z 2
------- c -------------- s
l
l3
4EJ
-----------z
l
6EJ z
---------l2 c
12EJ z
EA
------- cs ------------l 3 cs
l
6EJ z
----------- s
l2
6EJ z
-c
---------l2
EA 2 12EJ z 2
------- s -------------- c
l
l3
EA 2 12EJ z 2
------- c -------------- s
l
l3
6EJ
-----------z s
l2
2EJ
-----------z
l
6EJ z
-c
---------l2
12EJ z
EA
------- cs ------------l 3 cs
l
6EJ z
----------- s
l2
6EJ z
----------- c
l2
6EJ z
-s
---------l2
12EJ
EA
- 2 --------------z 2
-----l s l3 c
EA
12EJ z
- cs
-----l cs ------------l3
EA
12EJ z
- cs
-----l cs ------------l3
12EJ
EA
- c 2 --------------z s 2
-----l
l3
1.87
1.88
[ k ]x
GJ x
-------l
4EJ y
----------l
6EJ y
---------l2
6EJ y
---------l2
12EJ y
-------------l3
GJ x
-------l
2EJ y
----------l
6EJ y
----------l2
6EJ y
---------l2
12EJ y
-------------l
GJ x
-------l
2EJ y
----------l
6EJ y
---------l2
GJ x
-------l
4EJ y
----------l
6EJ y
----------l2
0
6EJ y
----------l2
12EJ y
-------------l
1.89
0
6EJ y
----------l2
12EJ y
-------------l3
[ k ]X [ R ] T [ k ]x [ R ]
1.90
e la matrice di rotazione [R] quella espressa dalla 1.64, avendo ordinato il vettore degli spostamenti come in 1.87.
29
30
6EJ y
----------- c
l2
2EJ y
GJ x
---------- -------l cs l cs
GJ x
2EJ y
2
- c2
-------l s ---------l
6EJ y
----------- c
l2
6EJ y
-s
---------l2
GJ x
2EJ y
2
- s2
-------l c ---------l
2EJ y
GJ x
----------- cs
-------cs
l
l
6EJ y
-s
---------l2
6EJ y
-s
---------l2
4EJ y
GJ x
--------cs ---------l cs
l
GJ x
4EJ
--------c 2 -----------y s 2
l
l
6EJ y
----------- s
l2
6EJ y
-c
---------l2
12EJ y
------------l3
6EJ y
----------- s
l2
2EJ y
GJ x
---------- -------l cs l cs
GJ x
2EJ y
2
- s2
-------l c ---------l
12EJ y
-------------l3
6EJ
-----------y c
l2
6EJ y
-s
---------l2
Eq. 1.91 Matrice di rigidezza [k]X per l'elemento trave in strutture a griglia.
s sin
GJ x
4EJ
2 -----------y c 2
--------s
l
l
4EJ y
GJ x
--------cs ---------l cs
l
c cos
[ k ]x
4EJ y
GJ x
--------cs ---------l cs
l
GJ x
4EJ
--------c 2 -----------y s 2
l
l
6EJ y
-c
---------l2
GJ x
4EJ
2 -----------y c 2
--------s
l
l
6EJ y
-c
---------l2
4EJ y
GJ x
--------cs ---------l cs
l
GJ x
2EJ y
2
- c2
-------l s ---------l
2EJ y
GJ x
---------- -------l cs l cs
12EJ y
-------------l3
6EJ y
-c
---------l2
6EJ y
-s
---------l2
6EJ y
----------- c
l2
12EJ y
------------l3
6EJ y
-s
---------l2
Se per quest'ultima non si tiene conto dell'effetto del taglio sulle deformazioni,
la notazione di rigidezza 1.1 dell'elemento trave nello spazio, nel sistema di riferimento locale x,y,z quindi ottenuta come opportuna combinazione delle 1.8,
1.15 e 1.25.
31
32
[ k ]x
0
0
0
0
6EJ
-----------z
l2
0
12EJ z
------------l3
0
0
0
6EJ
-----------z
l2
0
0
0
EA
------l
0
0
0
6EJ y
---------l2
12EJ y
------------l3
6EJ y
---------l2
GJ x
-------l
GJ
--------x
l
12EJ y
-------------l3
0
0
12EJ
--------------z
l3
EA
------l
2EJ y
----------l
6EJ y
----------l2
4EJ y
----------l
6EJ y
---------l2
1.1
2EJ z
----------l
6EJ z
---------l2
4EJ z
----------l
6EJ z
----------l2
0
0
0
0
6EJ z
---------l2
12EJ
--------------z
l3
0
0
EA
------l
6EJ z
---------l2
12EJ z
------------l3
EA
-----l
6EJ y
----------l2
0
GJ
--------x
l
0
4EJ y
----------l
6EJ y
----------l2
0
12EJ y
-------------l3
2EJ y
----------l
6EJ y
---------l2
GJ x
-------l
6EJ y
----------l2
12EJ y
------------l3
4EJ
-----------z
l
6EJ z
---------l2
2EJ
-----------z
l
6EJ z
----------l2
[ k ] { s } { f } { f e }
1.93
L'equazione di equilibrio :
f u1 f u2 qu l 0
1.94
e l'equazione di deformazione:
l2
l
u 2 u 1 ------- f u2 ---------- q u
EA
2EA
1.95
f u1 qu l 1
EA 1 1 u 1
------
-----l 1 1 u 2
2 1
f u2
1.96
qu l
{ f e }T ------ 2
qu l
-----2
1.97
u 2 u 1 lT m
1.98
f u1
1
EA 1 1 u 1
------ EAT m
l 1 1 u2
f u2
1
1.99
{ f e }T { EAT m
EAT m }
1.100
[ k ] { s } { f } { f e }
1.101
f u1 f e1
EA 1 1 u 1
------
l 1 1 u 2
f u2 f e2
1.102
u 1 l 1
u 2 l 2
1.103
Sostituendo in 1.102:
0 f e1
EA 1 1 l 1
------
l 1 1 l 2
0 f e2
1.104
f e1
l 1
EA ----l 1
f e2
1.105
funzione, come era da aspettarsi, del solo allungamento totale l = l1 l2,
con l definito positivo quando corrisponde ad un montaggio con allungamento.
f u1 f u2 f u 0
x
l
u 2 u 1 ------- f u2 ------- f u
EA
EA
1.106
35
l x
{ f e }T f u -------------- l
x
-----
l
1.107
0 f v1 f v2 q v l
qv l 2
0 f v1 l --------2 m z1 m z2
qv l 3
l
l2
z2 z1 -------- m z1 ----------- f v1 ---------6EJz
E Jz
2E Jz
1.108
qv l 4
l2
l3
v 2 v 1 z1 l ----------- m z1 ----------- f v1 ------------24EJz
2EJz
6EJz
Elaborando le 1.108 come nel caso dell'elemento asta si ottiene l'espressione del
carico nodale equivalente ad un carico uniformemente distribuito:
l
{ f e }T q v --2
36
l2
-----12
l
--2
l
----12
1.109
x
z2 z1 2 T -h
1.110
l
l2
l
z2 z1 ------- m z1 ----------- f v1 2 T -EJz
2EJz
h
l2
l3
l2
v 2 v 1 z1 l ----------- m z1 ----------- f v1 T ----2EJz
6EJz
h
1.111
queste, insieme alle equazioni di equilibrio 1.16 e 1.17 portano alla relazione
matriciale di rigidezza 1.25 ed al vettore dei carichi nodali equivalente ad una
distribuzione di temperatura:
{ fe
}T
0
2 TEJ z
-------------------------h
2 TEJ z
-------------------------- 1.112
h
37
3
3
l
l
x 3 l 2 x 2lx 2
l 2 3x 2 4lx
-----------------------------------------------f v ------------------------------------------m z
l2
l2
{ fe }
1.113
2x 3 3lx 2
6x ( l x )
-------------------------------f v ---------------------------- mz
3
3
l
l
x 3 lx 2
3x 2 2lx
-------------------------f
----------------------------
m
v
z
l2
l2
l
{ f e }T qu -- 2
38
l
q v --2
l2
q v -----12
l
qu --2
l
q v --2
l2
q v ------ 1.114
12
{ fe
}T
EAT m
2 EJz T
-------------------------h
EAT m
2 EJz T
--------------------------
h
1.115
I vettori dei carichi nodali equivalenti nel sistema di riferimento globale X,Y possono essere ricavati ricordando le 1.68 e 1.56:
{ f e }X [ R ] T { f e } x
1.116
In generale se:
{ f e }Tx { f e1 f e2 f e3 f e4 f e5 f e6 }
1.117
f e1 cos f e2 sin
f e1 cos f e2 sin
f e3
{ fe }X
f e4 cos f e5 sin
f e4 cos f e5 sin
f e6
1.118
si ha:
39
f u1 qu l 1
EA 1 1 u 1
------
+
-----2 1
l 1 1 u 2
f u2
1
l 1 f u l x
----
+ EAT m
EA ----l 1
l x
1
con:
40
E
A
l
modulo elastico
l
Tm
*
qu
fu
l
---
2
v
f
1
v1
l2
6 2
6
4
- ---
------
------ --2
m
l
2
12
z1
l z1
l
EJ z l
q
+
v
l
v
f
12
6 12
6 2
v2
--- ---- l---2-
---- 2
l 3 l 2 ----l3
z2
m z2
l2
6 4
----6
2
12
------ --
l 2 --ll
l2
12
-----l3
6
---l2
12
----l3
6
---l2
l 3 2x 3 3lx 2
6x ( l x )
--------------------------------------------- f v ----------------------------- m z
3
3
l
l
0 x 3 l 2 x 2lx 2
l 2 3x 2 4lx
------------------------------------------------f v -------------------------------------------m z
TEJ z 1
l2
l2
+ -----------------------
3
2
h
0
2x 3lx
6x ( l x )
--------------------------------f
---------------------------m
v
z
1
l3
l3
3 lx 2
2 2lx
x
3x
-------------------------- f v ------------------------------ m z
2
2
l
l
con:
E
h
Jz
modulo elastico
altezza della sezione
momento d'inerzia trasversale
l
2T
*
qv
lunghezza dell'elemento
variazione di temperatura estradosso-intradosso
coefficiente di dilatazione termica lineare
carico assiale per unit di lunghezza, costante
fv
mz
[ k ] { s } = { f }+ { fe }
2.1
Si descriver ora come questi elementi vengono assemblati tra di loro per costruire una struttura. Quanto verr illustrato in questo capitolo ha validit del tutto
generale e non legato al particolare elemento trave studiato nel capitolo 1.
A titolo d'esempio si osservi la struttura di figura 2.1, che si pu considerare
composta da tre elementi barra, compresi rispettivamente tra i punti 1 e 2, 1 e 3,
2 e 3; i punti 1, 2, 3 sono detti nodi della struttura.
43
{ s } T = { u1 v1 u2 v2 }
{ f }T = { f u1 f v1 f u2 f v2 }
2.2
{ S } T = { U1 V1 U2 V2 U3 V3 }
{ F } T = { F u1 F v1 F u2 F v2 F u3 F v3 }
2.3
Analogamente a quanto fatto per il singolo elemento, anche per la struttura vengono quindi individuati due insiemi distinti di variabili:
N variabili cinematiche, cio gli spostamenti generalizzati necessari a
definire il campo di spostamento della struttura
N variabili statiche, cio forze generalizzate che dall'esterno sono
applicate nei punti nodali della struttura
Il numero N di variabili struttura dato dalla sommatoria, estesa a tutti i nodi
della struttura, del numero di gradi di libert cinematici di ciascun nodo. Nel
caso della struttura di figura 2.1 (3 nodi e 2 gradi di libert per nodo) il numero
di gradi di libert della struttura pari a 6.
Per poter caratterizzare matematicamente la struttura, si definiscono, per ciascun
nodo, le seguenti relazioni tra le variabili struttura e le variabili elemento:
l'uguaglianza tra le variabili cinematiche struttura e quelle degli elementi che concorrono nel nodo
l'equilibrio tra le variabili statiche struttura e quelle degli elementi che
concorrono nel nodo
44
ESEMPIO 2.1
( v2 )2 = V2
( u2 )3 = U2
( v2 )3 = V2
2.4
2.5
Per quanto riguarda i carichi si hanno cos tante equazioni quante le variabili
struttura.
45
[ K ] { S } = { F } + { Fe }
2.6
[ k ] h { s } h = { f }h + { f e } h
h = 1... E
2.7
46
ESEMPIO 2.2
NODO
NODO
ELEMENTO
ELEMENTO
( u1 )1 = U1
( v1 )1 = V1
( u2 )1 = U3
( v2 )1 = V3
( u1 )2 = U1
( v1 )2 = V1
( u2 )2 = U2
( v2 )2 = V2
( u1 )3 = U3
( v1 )3 = V3
( u2 )3 = U2
( v2 )3 = V2
( f u1 ) 1 + ( f u1 ) 2 = F u1
( f v1 ) 1 + ( f v1 ) 2 = F v1
NODO
( f u2 ) 2 + ( f u2 ) 3 = F u2
( f v2 ) 2 + ( f v2 ) 3 = F v2
NODO
( f u2 ) 1 + ( f u1 ) 3 = F u3
( f v2 ) 1 + ( f v1 ) 3 = F v3
47
Sostituendo le equazioni di congruenza (tab. 2.2) nelle espressioni di rigidezza dei singoli elementi si ottiene, per l'elemento 1:
a 11 a 12 a 13 a 14 U 1
f u1
a 21 a 22 a 23 a 24 V 1
f v1
=
a 31 a 32 a 33 a 34 U 3
f u2
a 41 a 42 a 43 a 44 V 3
f v2
2.8
per l'elemento 2:
b 11 b 12 b 13 b 14 U 1
f u1
b 21 b 22 b 23 b 24 V 1
f v1
=
b 31 b 32 b 33 b 34 U 2
f u2
b 41 b 42 b 43 b 44 V 2
f v2
2.9
per l'elemento 3:
c 11 c 12 c 13 c 14 U 3
f u1
c 21 c 22 c 23 c 24 V 3
f v1
=
c 31 c 32 c 33 c 34 U 2
f u2
c 41 c 42 c 43 c 44 V 2
f v2
2.10
2.11
U1
F u1
( a 21 + b 21 ) ( a 22 + b 22 )
b 23
b 24
a 23
a 24
V1
F v1
b 31
b 32
( b 33 + c 33 ) ( b 34 + c 34 )
c 31
c 32
U2
F u2
=
b 41
b 42
( b 43 + c 43 ) ( b 44 + c 44 )
c 41
c 42
V2
F v2
a 31
a 32
c 13
c 14
( a 33 + c 11 ) ( a 34 + c 12 ) U 3
F u3
a 41
a 42
c 23
c 24
( a 43 + c 21 ) ( a 44 + c 22 ) V 3
F v3
( a 11 + b 11 ) ( a 12 + b 12 )
b 13
b 14
a 13
a 14
2.12
48
0
0
0 1000
0
0
0 1000
2.13
0 1000
0 0
0 1000
0 0
0
0
0
0
2.14
354
[ k ]3 =
354
354
354
354
354
354
354
354
354
354
354
354
354
354
2.15
1000
0
1354
354
[k] =
0
0
354 354
0
0
354 354
0 1000 354 354
0
0
0 1000
354 354
354 354
354 354
354 1354
2.16
49
Inoltre il coefficiente c42 compare nell'equazione di equilibrio della forza fv2 del
nodo 2 elemento; questa a sua volta contribuisce all'equilibrio della forza Fv2 del
nodo 2 struttura. Quindi il coefficiente c42 dovr occupare, sommandosi, una
casella nella riga 4 della matrice di rigidezza della struttura, corrispondente
all'equazione di equilibrio per la forza Fv2. Sono cos determinate le coordinate
della posizione dell'elemento c42 nella matrice di rigidezza della struttura: riga 4,
colonna 6.
Questo procedimento di assemblaggio pu anche essere visto sotto un altro
aspetto in modo da ottenere un algoritmo direttamente utilizzabile nei programmi di calcolo. A questo scopo risulta pi conveniente identificare i gradi di
libert, siano essi associati all'elemento o alla struttura, con un numero invece
che con una lettera come si fatto sino ad ora.
Si esamini ancora la struttura dell'esempio 2.1. I gradi di libert dell'elemento hesimo associati al nodo 1 saranno ora indicati con 1 e 2 invece che u1 e v1, e
quelli associati al nodo 2 con 3 e 4 invece che u2 e v2. Le equazioni elemento
saranno a loro volta indicate con 1, 2, 3, 4 (fig. 2.3).
I gradi di libert struttura saranno invece: 1 e 2 per il nodo 1 invece che U1 e V1,
3 e 4 per il nodo 2 invece che U2 e V2, 5 e 6 per il nodo 3 invece che U3 e V3.
Allo stesso modo le equazioni struttura saranno numerate come 1, 2, 3, 4, 5, 6.
50
Per assemblare la matrice di rigidezza struttura si far allora riferimento direttamente alla corrispondenza (mappa) tra i gradi di libert elemento e i gradi di
libert struttura, e tra le equazioni elemento e le equazioni struttura.
La mappa individua direttamente la corrispondenza tra la posizione del generico
coefficiente della matrice di rigidezza elemento e la sua posizione nella matrice di
rigidezza struttura.
Nel caso della struttura di figura 2.3 la mappa tra gradi di libert elemento e
gradi di libert struttura e tra equazioni elemento e equazioni struttura data
dalla tabella 2.4.
Tab. 2.4 Mappa per la corrispondenza dei gradi di libert elemento e dei gradi di
libert struttura
ELEMENTO
ELEMENTO
ELEMENTO
G.D.L. ELEMENTO
G.D.L. STRUTTURA
G.D.L. ELEMENTO
G.D.L. STRUTTURA
G.D.L. ELEMENTO
G.D.L. STRUTTURA
( fi )h =
( kij )h ( sj )h ( fei )h
2.17
j=1
51
Tab. 2.5 Mappa per la corrispondenza dei gradi di libert dell'elemento h-esimo e
dei gradi di libert struttura
ELEMENTO
G.D.L. ELEMENTO
...
...
G.D.L. STRUTTURA
...
G hj
...
G hi
Le equazioni di congruenza, di cui alla tabella (tab. 2.2), possono quindi essere
scritte come:
( s j ) h = S Ghj
2.18
Analogamente ciascun grado di libert statico (i = 1, nh ) dell'elemento corrisponder biunivocamente con un grado di libert statico della struttura, indicato
con Ghi e leggibile in corrispondenza della colonna i-esima della mappa dell'elemento (tab. 2.5).
La forza ( fi )h contribuir quindi all'equilibrio della forza F G struttura, come
hi
nella tabella 2.3. Formalmente questo contributo all'equilibrio si pu scrivere:
DF Ghi = ( f i ) h
2.19
DF Ghi =
( kij )h SG
hj
( f ei ) h
2.20
j=1
ovvero:
nh
DF Ghi =
DKG
hi G hj
S Ghj ( DF e ) G
2.21
hi
j=1
DK Ghi Ghj = ( k ij ) h
2.22
( DF e ) G = ( fei )h
hi
52
2.23
Dalla 2.22 si nota immediatamente che il coefficiente di rigidezza (kij )h dell'elemento h, di coordinate i, j va ad occupare, sommandosi, una casella di coordinate
Ghi , Ghj della matrice di rigidezza della struttura; un analogo trasferimento si ha
per i carichi nodali equivalenti, come si pu vedere dalla 2.23. La figura 2.4 illustra graficamente questo procedimento.
ESEMPIO 2.3
53
Una caratteristica tipica della matrice di rigidezza globale, oltre alla gi vista simmetria, quella di presentare una struttura a banda; cio tutti i coefficienti
diversi da zero sono raccolti intorno alla diagonale principale entro una fascia la
cui ampiezza indicata con 2B-1, essendo B la semiampiezza di banda, il cui
valore generalmente di gran lunga inferiore al numero N di equazioni del
sistema.
Queste caratteristiche, associate al fatto che, come si vedr in seguito, nel processo di soluzione la simmetria della matrice viene mantenuta e che i coefficienti
al di fuori della semiampiezza di banda non vengono alterati, permettono di
avere tutte le informazioni riguardanti la matrice stessa nei NxB coefficienti della
semibanda.
Si pu utilizzare allora una rappresentazione rettangolare della matrice di rigidezza della struttura (fig. 2.7 ), ottenendo cos un notevole risparmio della
memoria necessaria per immagazzinare i coefficienti della matrice di rigidezza.
54
B = G(M + 1)
2.24
2.25
Nel caso della figura 2.8b la massima differenza nella numerazione nodale
data da (3 1) ovvero dalla differenza nodale delle aste orizzontali, ed pari
a 2. La semiampiezza di banda risulta quindi:
Bb = 2 ( 2 + 1 ) = 6
2.26
mata dai coefficienti delle colonne che giacciono sotto la skyline (fig. 2.9). Per
conservare l'informazione riguardante la lunghezza effettiva di ciascuna colonna
per necessario costruire un secondo vettore [Diag ] in cui memorizzare la posizione nel vettore [S ], degli elementi che erano sulla diagonale principale della
matrice di partenza.
[ K ] { S } = { F } + { Fe }
2.27
Per illustrare formalmente la procedura di soluzione si immagini ora di riordinare le equazioni, scambiando opportunamente righe e colonne della matrice
[K ] in modo tale che i termini di spostamento noto occupino le prime posizioni
nel vettore degli spostamenti {S }.
Dopo aver riordinato le equazioni si esegua una partizione di matrici:
K 11
K 21
K 12 { S 1 }
{ F 1 } { F e1 }
=
{ S2 }
{ F 2 } { F e2 }
K 22
2.28
avendo indicato con {S1 } gli spostamenti noti e con {S2 } quelli incogniti, con
{F1} le forze incognite o reazioni vincolari e con {F2 } le forze note.
Operando separatamente sulle singole sottomatrici il sistema 2.28 si pu scrivere:
[ K 11 ] { S 1 } + [ K 12 ] { S 2 } = { F 1 } + { F e1 }
[ K 21 ] { S 1 } + [ K 22 ] { S 2 } = { F 2 } + { F e2 }
2.29
Si hanno cos due sottosistemi di equazioni; nel primo si hanno sia gli spostamenti che le forze come incognite; nel secondo le uniche incognite sono costituite dagli spostamenti. Dal secondo sottosistema verranno quindi ricavati gli
spostamenti incogniti {S2 }:
{ S 2 } = [ K 22 ] 1 ( { F 2 } + { F e2 } [ K 21 ] { S 1 } )
2.30
Noti infine gli spostamenti {S2 }, dal primo sottosistema vengono calcolate le reazioni vincolari:
{ F 1 } = [ K 11 ] { S 1 } + [ K 12 ] { S 2 } { F e1 }
2.31
da notare che le operazioni di riordino delle equazioni, con la conseguente partizione di matrici, e di inversione di matrice non sono effettivamente svolte nella
pratica di calcolo; sono state qui utilizzati al solo scopo di illustrare in modo formale lo schema di soluzione.
57
ESEMPIO 2.5
Calcolare, per la struttura di figura 2.10, gli spostamenti e le reazioni vincolari quando sia applicata, nel nodo 2 una forza verticale pari a 1.
0
0
0 1000
354 354
354 354
354 354
354 1354
U1
F u1
V1
F v1
U2
F u2
=
V2
F v2
U3
F u3
V3
F v3
2.32
V1 = 0
U3 = 0
F u2 = 0
V3 = 0
F v2 = 1
2.33
}T
= { F u1
V1
F v1
U3
F u3
V3 }
F v3 }
2.34
58
{ S2 } T = { U2
V2 }
{ F 2 } T = { F u2
F v2 }
2.35
V1
F v1
0
1000 0 1000
0
0
U
F
0
0
354 354 354 354 3 = u3
1000 0 354
354 1354 354 U
F u2
2
0
0
354 354 354 354
V2
F v2
2.36
2.37
V 2 = 3.82 10
2.38
U
F v1
0
0 2
=
354 354 V 2
F u3
354 354
F v3
2.39
e sostituendo i valori:
F u1 = 1
F v1 = 0
F u3 = 1
F v3 = 1
2.40
2.41
59
F
K 11 K 12 K 1i K 1n S 1
1
F
K 21 K 22 K 2i K 2n S 2
K i1 K i2 K ii K in S i
Fi
F
K n1 K n2 K ni K nn S n
n
2.42
Sostituire il vincolo cinematico nella direzione di S i con una molla molto rigida
equivale in termini matematici a sommare una rigidezza K * molto grande al
coefficiente K ii sulla diagonale principale di [ K ] corrispondente al grado di
libert S i e modificare la componente i-esima del vettore dei carichi nodali in
modo che la molla, sotto l'azione di tale componente, subisca uno spostamento
S i* ; si ha cos:
K ii = K ii + K*
F i = K* S i*
2.43
Dal momento che nel sistema sono stati conservati tutti i gradi di libert della
struttura, gli spostamenti noti, nulli e non nulli, vengono ricalcolati e le reazioni
vincolari possono essere determinate senza difficolt.
2.4.2 Modifica della mappa
Questo metodo tiene conto in modo esatto dei soli vincoli con spostamento
nullo (vincoli rigidi); i vincoli con spostamento noto devono essere trattati come
carichi nodali equivalenti.
Secondo questo procedimento le equazioni corrispondenti ai gradi di libert vincolati non sono assemblate e si considera solo il secondo sottosistema di equazioni della 2.29:
[ K 22 ] { S 2 } = { F 2 } + { F e2 }
2.44
ESEMPIO 2.6
Scrivere il sistema risolutivo della struttura di figura 2.13 utilizzando la modifica della mappa per l'applicazione dei vincoli cinematici.
62
Tab. 2.6 Mappa per la corrispondenza delle equazioni elemento e equazioni struttura
ELEMENTO
ELEMENTO
ELEMENTO
G.D.L. ELEMENTO
G.D.L. STRUTTURA
G.D.L. ELEMENTO
G.D.L. STRUTTURA
G.D.L. ELEMENTO
G.D.L. STRUTTURA
Le equazioni dell'elemento n. 1 non corrispondono a nessuna equazione struttura in quanto i due nodi tra i quali compreso l'elemento 1 sono entrambi
vincolati. Contribuiscono alle equazioni struttura solo le equazioni 3 e 4
dell'elemento 2:
[ k ]2 =
1000
0
1000
0
0 1000
0
0
0 1000
0
0
0
0
0
0
2.45
e le equazioni 3 e 4 dell'elemento 3:
[ k ]3 =
354
354
354
354
354
354
354
354
354 354
354 354
354 354
354 354
2.46
0 354
0 + 354
2.47
63
S
F 1 K 1i S i*
K 11 K 12 0 K 1n 1
*
S
K
S
2
2
2i
i
K 21 K 22 0 K 2n
S i*
0 0 1 0 Si
K n1 K n2 0 K nn S n
F n K ni S i*
2.48
ESEMPIO 2.7
V 1 = V 1*
U 3 = U 3*
V 3 = V 3*
F u2 = 0
2.49
F v2 = 1
1
0
0
0
0
0
64
0 0
0 0 0
1 0
0 0 0
0 1354 354 0 0
0 354 354 0 0
0 0
0 1 0
0 0
0 0 1
U 1*
U1
V *
V1
1
*
U2
F u2
=
V2
F v2*
U3
U 3*
V3
V *
3
2.50
con:
F u2* = 0 + 1000U 1* + 354U 3* 354V 3*
F v2* = 1 354U 3* + 354V 3*
2.51
Volendo determinare le reazioni vincolari un procedimento possibile per il calcolo manuale il seguente: si moltiplica la colonna della matrice di rigidezza
relativa allo spostamento noto per tale termine e si porta il vettore cos ottenuto
a secondo membro del sistema di equazioni, lasciando al primo membro le sole
incognite geometriche. Si ottiene cos un sistema risolutivo in cui il vettore degli
spostamenti ha, rispetto a quello iniziale, un numero di coefficienti minore; la
differenza data dal numero degli spostamenti noti e diversi da zero.
ESEMPIO 2.8
Calcolare, per la struttura di figura 2.14, gli spostamenti e le reazioni vincolari, dove l'appoggio di destra, indicato con il numero 2, ha subito un cedimento pari a d rispetto alla posizione indeformata.
6 12
----- -----l2 l3
4
6
--- ----l
l2
6 12
----- -----3l2 l
2
6
--- ----l
l2
6
----l2
V1
F1
2
-- M1
l A1
=
6 V
F2
----- 2
2
l A
M2
2
4
--l
2.52
65
12
6
-----3-
---- l
l2
F
1
6
2 V1
-----
--M
1
l 2
l
A
d
E
J
=
z
12
6 6
F2
---- ----- ---- A
l 3
2
l 2 l2
M2
6
2 4
------ -- 2
l
l
l
6
----l2
4
--l
2.53
2.54
1
2
6
M
----EJ
EJ
A
=
+
1
z l 2
zd
2
l
F
6
12
2
----2-
------
l
l3
2.55
da cui:
3EJz d
F 1 = ------------l3
3EJz d
M 1 = ------------l2
3EJz d
F 2 = ------------l3
2.56
66
F2 = Kv V2
M1 = Kr A1
2.57
[ K ] { S } = { F } + { Fe } + { Ke S }
2.58
dove [ K ] la matrice di rigidezza della struttura, {S } il vettore degli spostamenti generalizzati, {F } il vettore dei carichi nodali, {Fe } il vettore dei carichi
nodali equivalenti e {-KeS } il vettore dei carichi ai nodi dovuti alle reazioni vincolari elastiche. Portando al primo membro i termini che contengono gli spostamenti ed al secondo membro tutti gli altri:
[ K ] { S } + { Ke S } = { F } + { Fe }
2.59
{ Ke S } = [ Ke ] { S }
2.60
dove [Ke ] una matrice diagonale, cio una matrice in cui i soli coefficienti
diversi da zero sono quelli della diagonale principale e rappresentano le rigidezze
dei vincoli elastici. Raccogliendo {S} a fattor comune la 2.59 diventa:
[ [ K ] + [ Ke ] ] { S } = { F } + { Fe }
2.61
67
ESEMPIO 2.9
0 0
0 0
Kv 0
0 0
V1
F1
A1
M1
=
V2
F2
A2
M2
2.62
A1 = 0
F2 = F
M2 = 0
2.63
si ha:
12EJ
--------------z + K v
l3
6EJ
-----------z
l2
6EJ
-----------z
l2
4EJ z
----------l
V2
F
=
A
2
0
2.64
e, risolvendo il sistema:
Fl 3
V 2 = ----------------------------3EJ z + K v l 3
3Fl 2
A 2 = -------------------------------6EJ z + 2K v l 3
2.65
I due elementi in cui stata suddivisa la struttura sono collegati nel nodo 2 tramite una cerniera, attraverso la quale non si trasmette il momento flettente; in
questo punto sono diverse le rotazioni degli estremi degli elementi concorrenti
nel nodo.
Nel nodo 2 si introducono quindi tre gradi di libert cinematici: lo spostamento
V2 , la rotazione ( A 2 )' a sinistra della cerniera e la rotazione ( A 2 )'' a destra della
cerniera. Verranno pertanto scritte tre equazioni di equilibrio nel nodo 2, una
alla traslazione verticale e due alla rotazione:
( f2 )1 + ( f1 )2 = F2
( m 2 ) 1 = ( M 2 )
2.66
( m 1 ) 2 = ( M 2 )
La struttura sar quindi caratterizzata da sette gradi di libert cinematici, ordinati come segue:
{ S } T = { V 1 A 1 V 2 ( A 2 ) ( A 2 ) V 3 A 3 }
2.67
ELEMENTO
G.D.L. ELEMENTO
G.D.L. STRUTTURA
G.D.L. ELEMENTO
G.D.L. STRUTTURA
69
a 12
a 13
a 14
a 21
a 22
a 23
a 24
a 31
a 32
a 33 + b 11
a 34
b 12
a 41
a 42
a 43
a 44
b 21
b 22
b 23
b 24
b 31
b 32
b 33
b 34
b 41
b 42
b 43
b 44
b 13
b 14
V1
F1
A
M
1
1
V
F
2
2
( A 2 ) = ( M 2 )
( A 2 )
( M 2 )
V3
F3
A3
M3
2.68
avendo indicato rispettivamente con a ij e b ij i coefficienti della matrice di rigidezza del primo elemento e del secondo elemento
{ f }h = [ k ] h { s } h { f e }h
2.69
u2 u1
e = ---------------l
2.70
e la tensione, nel caso in cui non siano presenti deformazioni o tensioni iniziali,
da:
u2 u1
s = Ee = E ---------------l
70
2.71
ESEMPIO 2.10
3
3
{ S } T = 0 0 1 10 3.82 10 0 0
2.72
Dalla mappa di corrispondenza dei gradi di libert (tab. 2.4) si ricava che gli
spostamenti dell'elemento 2 e quelli dell'elemento 3, rispetto al sistema di
riferimento globale sono:
3
3
{ S } T = { S 1 S 2 S 3 S 4 } = 0 0 1 10 3.82 10
2.73
3
3
{ S } T = { S 5 S 6 S 3 S 4 } = 0 0 1 10 3.82 10
2.74
{ f }2 = { 1
0 1000 0
0
00
3
1
10
0 1000 0
0
0 0 3.82 10 3
0
0}
2.75
2.76
e, per l'elemento 3:
f u1
354 354 354 354
f v1
354
354 354 354
=
f
354
354 354 354
u2
354 354 354 354
f v2 3
T
{ f }3 = { 1
3
1
10
3
3.82 10
1 }
2.77
2.78
{ f }2 = { 1
T
{ f }3 = { 1.414
1
0
0}
1.414
2.79
0}
2.80
71
0.707
0.707
0
0
[R] =
0
0
0.707 0.707
0
0
0.707 0.707
2.81
2.82
2 10
2 10 }
2.83
0 0.707
0
0
0 0.707
0
0
0
0
0
0
2.84
Le forze elemento, nel sistema di riferimento locale, sono quindi date dalla
2.78.
cio suddividere il sistema in due sottosistemi: uno che ha come incognite i soli spostamenti, l'altro che contiene a secondo membro le reazioni vincolari
g. calcolo delle reazioni vincolari
h. per ciascun elemento estrarre dal vettore { S } gli spostamenti elemento
e calcolare le forze elemento e le tensioni;
i. per altri casi di carico ripetere i passi da f a h
mu + cu + ku = f (t)
2.85
avendo indicato con m la massa del sistema, con c lo smorzamento e con k la sua
rigidezza; f (t) rappresenta il carico, funzione del tempo.
Nel caso di un sistema con pi gradi di libert la 2.85 viene scritta:
[ M ] { S} + [ C ] { S} + [ K ] { S } = { f (t)}
2.86
[ M ] { S} + [ K ] { S } = { f (t)}
2.87
mentre se non ci sono effetti d'inerzia e le forze sono costanti nel tempo si ricade
nell'espressione 2.1 del caso statico, che pu quindi essere visto come un caso
73
{ S } = { S o } cos ( wt )
2.88
dove w rappresenta la pulsazione della vibrazione e {So } il vettore degli spostamenti massimi. Derivando due volte la 2.88 rispetto al tempo si ha:
{ S} = w 2 { S o } cos ( wt )
2.89
w 2 [ M ] { So } + [ K ] { So } = 0
2.90
( w 2 [ M ] + [ K ] ) { So } = 0
2.91
det ( [ K ] w 2 [ M ] ) = 0
2.92
La 2.92 una equazione algebrica in w2, le cui soluzioni forniscono gli autovalori
del problema, che in questo caso hanno fisicamente il significato di valori della
pulsazione della vibrazione.
da notare che, contrariamente al caso statico, non necessario che la matrice
di rigidezza [K ] sia definita positiva, cio non necessario che il sistema sia vincolato per poter risolvere la 2.92. In tal caso si otterranno degli autovalori nulli,
che corrispondono ai gradi di libert di moto rigido della struttura.
Noti gli autovalori w i del sistema possibile ricavare, sempre dalla 2.8, gli autovettori f i (o forme modali o modi di vibrare) corrispondenti a ciascun autovalore w i . Si ricorda, a tal proposito, che gli autovettori i sono determinati a
meno di una costante; possibile cio ricavare la forma del modo di vibrare, ma
non le ampiezze dell'oscillazione.
74
ESEMPIO 2.11
2.93
m1 0
2.94
0 m2
EA
------l
EA
------- w 2 m 2
l
U1
0
=
U2
0
2.95
2.96
si ottengono le soluzioni:
w 12 = 0
m1 + m2
w 22 = EA -------------------lm 1 m 2
2.97
75
2.98
[ m ]1 =
0 0
0 m2
2.99
[ m ]2 =
0 0
0 m3
2.100
e quelle dell'elemento 2:
EA
[ k ] 2 = ------- 1 1
l 1 1
76
U1
F1
U2 = F2
U3
F3
2.101
Imponendo le condizioni di vincolo e separando le equazioni che non contengono le reazioni vincolari:
m 0 U2
0
EA 2 1
------ w2 2
=
l 1 1
0 m3 U3
0
2.102
2.103
2.104
Assumendo EA l = 1 , m 2 = 1 , m 3 = 1 , si ha:
w 12 = 0.382
2.105
w 22 = 2.618
2.106
Assumendo U 2 = 1 si ricava U 3 = 1.618 ; essendo U 1 = 0 , la forma corrispondente al primo modo di vibrare data quindi da:
{ f } 1T = { 0
1.618 }
2.107
2.108
Assumendo U 2 = 1 si ricava U 3 = 0.618 ; essendo U 1 = 0 , la forma corrispondente al secondo modo di vibrare data da:
{ f } 1T = { 0
0.618 }
2.109
77
78
[M] =
0 m1 0
0 m2 0
0 m2 0
0 m3 0
2.110
0 m3
Imponendo le condizioni di vincolo e separando le equazioni che non contengono le reazioni vincolari:
U
1354 354 w 2 1 0 2 = 0
354 354
0 1 V2
0
2.111
2.112
2.113
w 22 = 1466.63
2.114
3.14
0}
2.115
2.116
0.32
0}
2.117
79
[K]{S} = {F }
2.118
Kij Sj + Kii Si +
j=1
K ij S j = F i
2.119
j = i+1
ovvero:
1
S i = ------ F i
K ii
i1
K ij S j
j = i+1
Kij Sj
j=1
2.120
S im
1
= ------ F i
K ii
i1
K ij S jm
j=1
K ij S jm 1
j = i+1
2.121
{ S }m + 1 { S }m < e
2.122
modo:
S im = S im 1 + b ( S im S im 1 )
2.123
S im
b
= ------ F i
K ii
i1
K ij S jm
j=1
K ij S jm 1
j = i+1
2.124
Il fattore di sovrarilassamento b generalmente compreso tra 1 e 2; il valore ottimale di b una funzione del problema in esame, ma spesso si assume un valore
di b = 1.6.
Una interpretazione fisica dell'equazione iterativa 2.124 che la quantit tra
parentesi tonde rappresenta lo squilibrio tra il carico applicato F i e la risposta
elastica della struttura. Il ciclo iterativo cerca lo spostamento S i che rende nullo
questo squilibrio.
2.9.2 Metodi di soluzione diretti: metodo di Gauss
Le tecniche di soluzione diretta comunemente adottate sono fondamentalmente
applicazioni del metodo di eliminazione proposto da Gauss.
Il metodo di Gauss pu essere suddiviso in due fasi principali: la prima fase consiste nel triangolarizzare la matrice dei coefficienti [K ] in modo che tutti i termini della matrice al di sotto della diagonale principale siano nulli; il vettore dei
termini noti {F } viene modificato conformemente. La seconda fase consiste nel
calcolo delle incognite {S } procedendo a ritroso dall'ultima equazione alla
prima.
Per illustrare le due fasi del metodo di eliminazione di Gauss si esamini in dettaglio il sistema di equazioni:
K 11 K 1i K 1n S 1
K i1 K ii K in S i
K n1 K ni K nn S n
= Fi
2.125
K 1i
K i1
K ii K 1i -------K 11
K n1
K ni K 1i --------K 11
F1
K i1
K i1
F F 1 ------K in K 1n --------
K 11 S i = i
K 11
K n1 S n
n1
F F K
K nn K 1n --------1 ------- n
K 11
K 11
K 1n
2.126
ovvero:
K 11 K 1i K 1n S 1
0 K ii* K in* S i
0 K ni* K nn* S n
F1
= F i*
Fn
2.127
Dalla seconda equazione si ricava ora S2 e si sostituisce nelle successive equazioni, con i = 3 , n. In questo modo si rendono nulli tutti i termini, eccetto i
primi due, della seconda colonna. Fisicamente questo corrisponde ad eliminare il
grado di libert S2 dalla struttura.
La stessa operazione di eliminazione viene ora applicata a tutte le restanti equazioni (i = 3,n).
Ottenuta cos la triangolarizzazione della matrice [K ], si procede alla seconda
fase, in cui vengono calcolate le incognite { S }, risolvendo per l'ultima in modo
diretto:
F n*
S n = ---------K nn*
2.128
e quindi, con procedimento a ritroso, risolvendo per sostituzione per le rimanenti incognite:
1
S i = --------- F i*
K ii*
K ij* S j
j = i+1
2.129
83
ESEMPIO 2.14
Per illustrare formalmente le due fasi del metodo si supponga di eseguire una
partizione del sistema 2.125 in modo da avere:
[ K 11 ] [ K 12 ] { S 1 }
{ F1 }
[ K 21 ] [ K 22 ] { S 2 }
{ F2 }
con:
[K11]
[K12 ]
[K21 ]
[K22 ]
{S1 },{F1 }
{S2 },{F2 }
2.130
matrice di ordine (1 x 1)
matrice di ordine (1 x (n-1))
matrice di ordine ((n-1) x 1)
matrice di ordine ((n-1) x (n-1))
vettori di ordine 1
vettori di ordine (n-1)
[ 0 ] [ K 1 ]* { S 2 }
{ F 1 }*
2.131
con:
[ K 1 ]* = [ K 22 ] [ K 21 ] [ K 11 ] 1 [ K 12 ]
2.132
{ F 1 }* = { F 2 } [ K 21 ] [ K 11 ] 1 { F 1 }
2.133
2.134
Da notare che la matrice dei coefficienti del sistema ridotto 2.126 ancora una
matrice simmetrica, quindi tutti gli elementi al di sopra della diagonale principale, questa inclusa, forniscono gli elementi della matrice ad ogni passo della
soluzione.
Si vedr anche che durante il processo di soluzione la semiampiezza di banda B
viene conservata e che il processo di triangolarizzazione coinvolge solo gli elementi entro la banda della matrice. Si pu trarre un notevole vantaggio da queste
caratteristiche: se n il numero di equazioni del sistema, il numero delle operazioni da eseguire per la soluzione del sistema si riduce da un fattore proporzionale a n3, nel caso si consideri la matrice completa, ad un fattore proporzionale a
nB2/2, nel caso si tenga conto della simmetria e della struttura a banda della
matrice.
84
1
2
1
0
0
1
2
1
0
0
1
1
F1
U1
U
1
2
=
U
0
3
0
U4
2.135
2.136
85
1
3
0 --- 1 U 3 = --2-
2
U
0
0 1 1 4
2.137
1
3
--2
0
1
U2
1
1 U = --2-
3
1 U4
1---
--3
3
0
2.138
2.139
da osservare che, al passo i-esimo sia della fase di triangolarizzazione sia della
fase di sostituzione, l'elemento sulla diagonale principale deve essere diverso da
zero. La matrice di rigidezza di una struttura in effetti definita positiva e lo
rimane ad ogni passo i-esimo del processo di triangolarizzazione, perch ci corrisponde a ricavare la matrice di rigidezza di una struttura in cui sia stato eliminato l'i-esimo grado di libert.
Se ci non avviene vuol dire che la matrice di partenza non era definita positiva,
cio che non erano stati eliminati tutti i gradi di libert di moto rigido.
86
ESEMPIO 2.16
Calcolare gli spostamenti della struttura di figura 2.25, identica a quella illustrata in figura 2.24, ma con un grado di libert in meno, quello corrispondente al nodo 2.
1
--2
3
--2
1
1---
0 U1
2
U
=
3
1---
1
2
U4
0
1
2.140
1
---
1 U3
= 2
U4
0
1
2.141
87
1
--3
1
--3
2---
U1
3
=
U
4
1---
3
2.142
2.143
equazione che coincide con quella ottenuta dopo il secondo passo di triangolarizzazione del sistema 2.138 associato alla struttura di figura 2.24.
ESEMPIO 2.17
88
F1
V1
12 6
A
6 2 1 = 0
12 6 V 2
0
6 4 A
1
2
2.144
A1
0
V2 = 0
A2
1
2.145
2.146
ed al secondo passo:
4 6 2
0 3 3
0 0 0
A1
0
V2 = 0
A2
1
2.147
89