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Monodromia e polidromia
1.1
Funzioni monodrome
1.2
Funzioni polidrome
Definizione Il punto q `e un punto di diramazione di una funzione polidroma f se, fissato w = f (p)
in un generico punto p, esiste un cammino chiuso attorno a q che inizia e finisce in p tale che f (z)
non ritorna al suo valore iniziale w dopo una rivoluzione lungo il cammino. Se il numero di
rivoluzioni necessario per tornare in w `e N + 1, il punto di diramazione `e detto di ordine N .
Analiticamente, `e possibile trovare il valore del punto di diramazione annullando largomento della
funzione polidroma.
Definizione La sorgente di polidromia `e la funzione = arg(z). Si definisce parte principale
dellangolo arg(z) il valore di assunto nel primo foglio di Riemann. Tale angolo definisce il ramo
principale della funzione f : `e allora possibile studiare la funzione polidroma seguendo con continuit`
a i suoi valori al variare di .
Definizione Le frontiere k sono individuato in ogni foglio da una curva semplice congiungete il
punto di diramazione con un punto allinfinito: tale curva prende il nome di taglio e il loro ruolo `e
quello di estrarre dalle funzioni policrome delle funzioni monodrome definite ovunque nello stesso
1
zn, n 2 Z
intesa come inversa della funzione monocroma z n . Usando la rappresentazione polare z = ei
e ricordano che ogni numero complesso espresso in forma polare deve riportare lintervallo di
definizione o 2 affinche il numero sia ben definito abbiamo
1
p p
p i+i2k
n
z n = n ei+i2k = n e n
p
p
Si vede che n `e ben definito mentre arg n z = +2
`e chiaramente non definitivamente determinan
to: per ritornare allo stesso valore bisogna, dunque, eseguire n giri attorno allorigine. Ricordando
che le propriet`
a di analiticit`
a nel punto allinfinito corrispondo, per definizione, alleppropriet`a di
analiticit`
a in z = 0 (per sostituzione con t = 1/z), si conclude che la funzione n z ha punto
diramazione anche allinfinito.
1.2.2 Logaritmo f (z) = log(z)
Come la radine n-esima, anche il logaritmo presenta punto di diramazione allinfinito oltre al
punto di diramazione individuato dalla radice del suo argomento. Utilizzando la notazione polare,
si ottiene
log(z) = log |z| + i + i2k
in cui lindice k rappresenta il foglio scelto ed `e dipendente dalla prescrizione.
1.2.3 Funzione con due punti di diramazione
Sia la funzione f (z) = [(z a)(z b)]1/2 in cui a, b 2 R con a < b. Essa presenta due punti di
diramazione del primo ordine in z = a e z = b e, come unica ulteriore singolarit`a, presenta un
polo del primo ordine nel punto z = 1. Supponiamo inizialmente di eettuare un giro completo
intorno al punto a, ma non intorno al punto b; consideriamo, cio`e, la sostituzione
z
a ! (z
a)e2i = ra ei(2+
a)
, |z
a| < b
. Indicando con fa+ (z) il valore della funzione dopo aver eettuato tale sostituzione, si ha
f (z) ! fa+ (z) = (z
a)1/2 ei (z
b)1/2 =
f (z)
Analogamente, si vede subito che compiendo un giro attorno al punto b, ma non intorno ad a, si
ottiene
z b ! (z b)e2i , |z b| < b a ) f (z) ! fb+ (z) = f (z)
Facendo poi un giro prima intorno ad a e poi intorno a b (o viceversa) si riottiene dunque per la
funzione il suo valore originario
f (z) ! fa+ b+ (z) = f (z)
` opportuno notare che girare prima intorno ad a e poi intorno a b `e topologicamente equivalente a
E
percorrere un unico cammino che giri intorno al segmento ab; di conseguenza si ha che, percorrendo
un cammino chiuso che circondi contemporaneamente i due punti di diramazione, la funzione
ritorna al proprio valore iniziale. In altre parole, si ha che leetto dei due punti di diramazione
in questo caso si compensa. Per rendere monodroma la funzione in esame, basta tagliare il piano
di z tra i punti a e b, in un modo arbitrario, In pratica, possiamo scegliere tra due convenzioni
dierenti.
Si eettua il taglio sullasse reale tra a e b e si assume che sul primo foglio di Riemann, la
funzione sia definita come positiva per z reale e maggiore di b. Sul bordo superiore del taglio
si avr`
a, allora,
p
p
p
i
f + (z) = (z a)(z b) = (z a)(b z)e 2 = i |(z a)(z b)|, a z b
Analogamente, sul bordo inferiore, si avr`a
p
f (z) = (z a)(z b) =
p
|(z
a)(z
b)|, a z b
Si noti, infine, che sulla semiretta reale z < a la determinazione di f (z), sempre sul primo
foglio di Riemann, risulta
p
f (z) =
(z a)(z b), z < a 2 R
` ovvio, infine, che tutte le determinazioni sul secondo foglio di Riemann risultano opposte
E
a quelle del primo foglio.
f (z) =
|(z
a)(z
b)|
La nozione di valor principale generalizza quella ben nota di integrale improprio. Si definisce
sullarco di estremi , una funzione g(z) continua su ad eccezione di un punto 2 in cui g
diverge. La circonferenza centrata in di raggio sufficientemente piccolo intersecher`a nei punti
0 e 00 e gli integrali
Z 0
Z
g(z 0 )dz 0 ,
g(z 0 )dz 0
00
lungo le porzioni (, 0 ) e ( 00 , ) del contorno di sono quindi ben definiti 8 > 0. Se per ! 0,
i limiti dei due integrali esistono entrambi, la loro somma `e lintegrale improprio di g(z) lungo .
Se invece i due limiti divergono separatamente, ma esiste il limite della loro somma
!
Z 0
Z
Z
lim
!0
g(z 0 )dz 0 +
g(z 0 )dz 0
=P
g(z 0 )dz 0
00
j=0
j00
Se le singolarit`
a di g(z) sono sommabili, la nozione di valor principale di un integrale coincide
ovviamente con quella di integrale improprio.
2.1
x0 )
b
a
f (x)
dx, x0 2 [a, b]
x x0
b
a
in cui
f (x)
dx = lim
!0
x x0
Z
x0
a
f (x)
dx +
x x0
f (x)
1
dx =
x x0
2
2iRes
f (x)
dx +
x x0
f (z)
, z0
z z0
b
x0 +
f (x)
dx
x x0
b
a
f (x)
dx, x0 2 [a, b] = lim
!0
x x0
b
a
f (x)
dx
x x0 i
i (x
x0 )g(x)dx
Il secondo termine della dierenza a secondo membro rappresenta lintegrale sul semicerchio ottenuto deformando il cammino di integrazione attorno al punto di singolarit`a. Si ha, allora, la
funzione generalizzata
1
1
= P i (x x0 )
x x0 i
x
in cui il segno indica se la deformazione avviene sopra o sotto il punto di singolarit`a. In conclusione
1
1
1
1
P
=
+
x x0
2 x x0 i x x0 + i
R
In molte applicazioni `e necessario calcolare lintegrale f (z)dz su un arco di cerchio che sottende
langolo , nel limite in cui il raggio di tale cerchio tenda allinfinito o a zero. Diremo che
una funzione g(z), continua nella regione D spazzata dallarco in questo limite, tende a zero
uniformemente, rispetto allargomento di z, per = |z| ! 1 (o per ! 0), se esiste una costante
dipendente unicamente da tale che
|g(z)| , z 2 D
! 0, ! 1, 0
Si dice, inoltre, che g(z) tende ad A uniformemente se g(z)
i seguenti risultati.
allora
f (z)dz
|dz| = ! 0, ! 1
Lemma Se (z
allora
!0
del cerchio |z
z0 | = ,
Gli ultimi due lemmi si dimostrano in modo analogo ai primi due. Se lintegrando contiene il
fattore eikz = eikx ky , k > 0, esso tende a zero esponenzialmente per |z| ! 1, nel semipiano
superiore e diverge esponenzialmente in quello inferiore. Vale allora il risultato seguente.
Lemma di Jordan Se f (z) ! 0 uniformemente, per R ! 1, sul semicerchio 1/2CR di raggio
R del semipiano superiore, allora, per k > 0
Z
lim
eikz f (z)dz = 0
R!1
1
2 CR
Quando k < 0, luguaglianza resta valida purche 1/2CR rappresenti il semipiano inferiore.
Dimostrazione Se k > 0, si ha
Z
|IR | =
R
e
1
2 CR
ikz
f (z)dz = 0
kR sin
2RR
|f (z)| d RR
/2e
2
kR(
eikx
ky
1
2 CR
|f (z)| |dz| = 0
e
0
) d = 2R
r
kR sin
2kR
d = 2RR
e
kR
/2
kR sin
1 ! 0, R ! 1
1
2 CR
sul semicerchio 1/2CR nel semipiano di sinistra (Re z < 0) se t > 0, in quello di destra (Re z > 0)
se t < 0.
Continuazione analitica
Assegnata una funzione analitica f (z) in un dominio D del piano complesso z, `e naturale chiedersi
se sia possibile estendere il suo dominio di analiticit`a, se sia cio`e possibile trovare un dominio D0 che
contenga D sui cui definire una funzione analitica F (z) che coincide con f (z) sul dominio iniziale
D : F (z) = f (z), z 2 D. Se questo `e possibile, allora, la funzione F (z) `e detta prolungamento
analitico della funzione f (z) dal dominio D al dominio D0 e linsieme {D, f (z)} `e detto elemento
iniziale del prolungamento analitico.
4.1
Unicit`
a del prolungamento analitico
Lunicit`
a del prolungamento analitico si basa sulle propriet`a degli zeri di una funzione analitica.
Se la funzione f (z), analitica in D, si annulla in z0 2 D, si possono presentare i due casi seguenti.
Lo sviluppo di Taylor della funzione f (z), centrato in z0 , ammette almeno un termine non
nullo.
I coefficienti dello sviluppo di Taylor di f (z), centrato in z0 , sono tutti nulli; in questo caso
la funzione f (z) `e identicamente nulla allinterno del cerchio di convergenza della seria.
In questo ultimo caso, una funzione identicamente nulla su tutto il piano complesso ne costituisce
il prolungamento analitico; tale continuazione `e unica essendo valido il
Teorema di unicit`
a del prolungamento analitico della funzione nulla Se la funzione f (z)
`e analitica in D e si annulla identicamente in un sottodominio B di D, allora f (z) si annulla
identicamente su tutto D.
Dimostrazione Ammettiamo per assurdo che esista un punto z1 2 D tale che f (z1 ) 6=
0 e tracciamo una qualunque curva contenuta interamente in D, che congiunge z1 ad
un punto z2 di B. In virt`
u dellanaliticit`a di f (z), dovrebbe allora esistere un intorno di
z1 in cui f (z) 6= 0 e, quindi, un punto z3 2 che divida stessa in due parti , in cui
si ha f (z) = 0 su
e f (z) 6= 0 su + . Ma ci`o non `e possibile poiche, per continuit`a,
f (z3 ) = 0, quindi z3 sarebbe una radice non isolata ed il suo sviluppo di Taylor sarebbe
identicamente nullo in urto un intorno di z3 che invaderebbe + .
Corollario Se le funzioni f1 (z) e f2 (z) sono analitiche in D e coincidono su una parte B di D,
allora esse coincido su tutto D.
4.2
z 2 D1 \ Dn , se per`
o la funzione `e a pi`
u valori (polidroma) allora nellintersezione dei domini si
pu`
o avere f1 (z) 6= fn (z). Questo succede ad esempio con la funzione log(z). Questa `e infatti una
funzione ad infiniti valori e ogni volta che si fa un giro completo attorno allorigine la funzione
aumenta di 2i.
4.3
Data una funzione analitica f (z) rappresentata da una generica serie di potenze
f (z) =
1
X
k=0
k!1
Si costruisca la funzione
(zt) =
1
X
ak
k=0
k!
ak
ak+1
(zt)k
costituisce una continuazione analitica di f (z) dalla regione di definizione iniziale (|z| < ) alla
regione di convergenza dellintegrale stesso. Infatti, risulta che
Z
(zt)dt =
in cui si ha che
Z 1
Z
e t tk dt = lim
0
!1
1
X
ak
k=0
1
0
k!
zk
t k
t dt = lim ( 1)k
!1
e t tk dt
dk
dk
1
0
1
X
ak z k
k=0
t k
t dt = lim ( 1)k
!1
dk
dk
= k!
Tanto basta per asserire che lintegrale rappresenta una continuazione analitica detta alla Borel
della funzione f (z).