LA TECNOLOGIA HA DONATO VERSATILIT A UNA SOSTANZA QUASI DIVINA
Il vetro: storia di una perfezione tutta terrena
Malgrado la sua notoria fragilit, il vetro la prima sostanza, per cos dire, alchemica, quasi il frutto di un impossibile miracolo terreno. Le sue stesse origini sono circonfuse di mistero. Pur nella prosaicit del primo incontro, tramandato da Plinio il vecchio nel I secolo d.C., il vetro suscita, nei mercanti fenici che per primi testimoniano la sua esistenza mettendo a contatto salnitro e sabbia con il fuoco, uno stupore primitivo, come se si trattasse di un dono divino. Assai prima della plastica, il vetro rappresenta quindi una materia miracolosa, che opera una conversione brusca della natura. Da un lato si trova la materia bruta, informe, terrena; dall'altro sta l'oggetto finito, levigato e perfetto. La perfezione raggiunta anche attraverso la trasparenza, che dona al vetro una caratteristica sovrannaturale: l'apparente immaterialit. La natura quasi divina che gli conferisce la trasparenza fa s che la sua esistenza si ritragga, facendogli assumere uno status simile a quello dell'aria. Sennonch la durezza interviene a ricordarne la nascita mondana, mentre l'intervento umano, per il tramite della tecnologia, riconduce il vetro saldamente nelle mani dell'uomo. Ma, come abbiamo detto, il racconto leggendario delle origini colloca il vetro a met strada tra la terra e il cielo. Il primo a riportare il mito della sua nascita Plinio il vecchio, nella sua storia naturale. Qui si narra che alcuni mercanti fenici, di ritorno dall'Egitto con un carico di salnitro, si fermarono in Siria, lungo il fiume Belo. Non avendo niente di meglio, impiegarono lo stesso salnitro
come base d'appoggio per le stoviglie.
Accesero dunque il fuoco per prepararsi il pasto, e si accorsero, con sorpresa, che il salnitro, a contatto con la fiamma e con la sabbia del fiume, si scioglieva a formare una materia lucida e trasparente. Il Novecento, epoca di secolarizzazione spinta, raschia via da ogni sostanza ogni patina di mistero, riportando tutto a processi scientificamente spiegabili. La tecnologia poi, con l'organizzazione industriale della produzione, ha fatto s che il vetro divenisse un materiale indispensabile per la realizzazione di innumerevoli oggetti di uso quotidiano. Prima la creazione di forni a calore continuo e poi la sostituzione del classico combustibile della prima rivoluzione industriale il carbone con il gas e l'elettricit hanno spianato la strada alla produzione di massa e all'applicazione del vetro in tutti i settori. Di vetro sono i borosilicati, conosciuti commercialmente anche sotto il nome di Pyrex, che trovano larghissimo uso in campo farmaceutico. Di vetro sono anche le lampadine e tutti gli oggetti legati all'illuminazione, dalle lampade al neon ai lampadari. Dall'allungamento del vetro fino a formare dei fili nata poi la lana di vetro, usata in particolare in edilizia: merito delle sue qualit di isolante termico e acustico e della sua natura incombustibile. In combinazione con un altro materiale come la plastica, il vetro forma fibre tessili anch'esse incombustibili, inalterabili e isolanti. Come dimenticare, infine, il vetro stratificato, materiale di cui sono fatti i finestrini, i lunotti e i parabrezza delle nostre automobili?
Una versatilit insospettata ai tempi di
Plinio, e umana, troppo umana. La fragilit, per, ne ostacola un impiego ancora pi ampio: non pu infatti paragonarsi alla natura proteiforme e sfuggevole della plastica, materia artificiale in grado di dominare la creazione delle forme e di sostituirsi alla natura stessa. Eppure il vetro, a differenza della plastica, non si fa inghiottire interamente dall'uso: rimane legato alla terra, richiamando, in maniera preziosa, la sua origine minerale.