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Lorenzo Zaganelli
Appunti di
Storia della pedagogia
INDICE
1. Introduzione terminologica
pag. 9
2. La Grecia arcaica
19
3. La polis greca
23
4. I Sofisti e Socrate
29
5. Platone
37
6. Aristotele
47
7. Lellenismo
55
8. Cenni sulleducazione nella cultura romana
63
9. I principi educativi del Cristianesimo
69
10. Agostino
73
11. La pedagogia nel Medioevo
81
12. Tommaso dAquino
85
13. La scuola nellUmanesimo e nel Rinascimento
93
14. Lidea pedagogica nella Riforma e nella Controriforma 99
15. Comenio
107
16. John Locke
111
17. Leducazione nellIlluminismo
119
18. Jean-Jacques Rousseau
125
19. La pedagogia del Romanticismo
131
20. Johann Heinrich Pestalozzi
135
21. Friedrich Frbel
141
22. Johann Friedrich Herbart
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Introduzione terminologica
Cos la pedagogia?
La pedagogia viene definita, con una affermazione semplice
ma importante, scienza delleducazione. Definire la pedagogia
come una scienza significa affermare lindipendenza di questa
disciplina rispetto alla filosofia e nei confronti delle altre scienze umane, identificandola al contempo come disciplina scientifica, con un suo specifico campo dindagine, dei metodi, delle
possibilit sperimentali e di misurazione, delle attivit i cui
risultati possono essere verificati. Ma prima di giungere alla
pedagogia intesa come scienza trascorreranno parecchi secoli e
numerose teorie, pratiche educative nelle diverse epoche e
civilt.
Il vocabolo pedagogia, in senso formale, indica la scienza e
lo studio delleducazione (come disciplina); in senso sostanziale, indica lidea delleducazione (come teoria e concezione).
Etimologicamente, pedagogia deriva dal greco pas che significa fanciullo e gogh che indica lazione del condurre, del guidare: perci vuol dire arte di guidare i fanciulli. Il pedagogo,
nella polis greca era lo schiavo incaricato di condurre il figlio
del suo padrone a scuola, alla palestra, ecc.; in seguito, divenne
uno schiavo abbastanza colto da aiutare il fanciullo nello studio.
Pedagogia, dunque, era il compito del pedagogo e, in generale,
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smettere queste informazioni. Anche in una struttura specificamente preposta alleducazione diretta e intenzionale, come la
scuola, in realt, la stragrande maggioranza dei valori, dei modi
di pensare e degli stili di vita, in una parola, della cultura, viene
acquisita in maniera non intenzionale.
Pedagogia come scienza delleducazione
Prima di parlare di pedagogia come scienza, sarebbe utile
intendere in maniera univoca il significato del termine scienza. Non esiste una definizione unica del vocabolo scienza e
di ci che si intende per scientifico. In senso lato, il termine
scienza indica un complesso di proposizioni ritenute vere,
riferite a un determinato oggetto, che abbiano sufficiente unitariet e che siano giustificate in maniera razionale. In questo
senso, anche la filosofia considerata scienza. In un significato
pi specifico, e pi diffuso, scienza (o meglio linsieme delle
scienze) il sapere fondato sullosservazione e sulla misurazione di fatti empirici, sulluso del metodo ipotetico-deduttivo,
della possibilit di effettuare misurazioni, calcoli e di quantificare i dati raccolti, attraverso luso della matematica (o della
statistica).
La pedagogia intesa come scienza o scienze delleducazione implica una presa di distanza dalla filosofia e dalle altre
scienze umane (tutte nate come discipline autonome in epoca
positivistica). Dire che la pedagogia una scienza, dunque,
significa definire, nella teoria educativa, un campo dindagine e
un oggetto di studio, un metodo preciso, una misurazione matematico-statistica e la possibilit di effettuare sperimentazioni e
verifiche dellesito dei risultati.
In campo educativo, per, non si ha quasi mai un rapporto
diretto fra fenomeno causa e fenomeno effetto, quindi si tratta
di una scientificit di tipo diverso: non si possono fare previsio-
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ni precise e perfette, stabilire ipotesi universali, ma solo relative e probabilistiche, tramite indagini statistiche. Ci nonostante, la pedagogia scienza per la sua necessit di analisi metodologica e fenomenologica di tutti gli elementi che concorrono
a produrre un certo evento o un dato comportamento.
Certamente, la pedagogia pu essere definita una disciplina
scientifica in quanto ha un proprio campo di indagine, in
grado di compiere osservazioni ed esperimenti, opera e risolve
i problemi che le si pongono seguendo dei metodi sperimentati
e effettuando attivit precise e rigorose che permettono di verificare i risultati dellazione educativa.
Lapproccio scientifico della pedagogia, per, non si accontenta di una pedagogia esteriormente scientifica, ma va direttamente alla ricerca culturale dei processi formativi e studia le
condizioni per la comprensione e il controllo dei fenomeni individuati.
Terminologia pedagogica
A completamento del discorso introduttivo sulla pedagogia,
utile aggiungere la definizione di alcuni altri termini che spesso si incontrano nel discorso sulle idee e teorie educative.
Innanzi tutto utile chiarire i termini principali che riguardano
lattivit educativa e scolastica, quali didattica, istruzione, formazione, curriculum, scuola.
Didattica designa il settore della pedagogia che si occupa dei
metodi e delle tecniche di insegnamento, delle procedure di
intervento pedagogico e degli strumenti operativi. Nelle origini
etimologiche, il termine deriva dal greco didskein, che significa insegnare, da cui didactics che vale per atto ad istruire e,
in seguito, il latino medievale didactica ars, arte didattica,
che venne assunto in maniera definitiva da Comenio nel XVII
secolo con il suo Didactica magna, la Grande didattica.
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fessionisti, come medici, ingegneri, economisti, tecnici specializzati, ecc.), quando sono chiamati ad aiutare il giovane ad
acquisire le competenze specifiche di una professione, che non
potrebbero essere apprese al di fuori dellambito lavorativo.
Formazione indica, quindi, il fatto che si apprende e ci si
forma anche al di fuori del luogo canonico e specifico dellistruzione, la scuola. La scuola listituzione preposta alla ricerca e alla trasmissione del sapere. Sorta per ovviare alla diminuita possibilit della famiglia e del gruppo sociale di trasmettere
un patrimonio culturale sempre pi vasto e differenziato da una
generazione allaltra, la scuola si pone come luogo delleducazione intenzionale e specifica anzich spontanea e informale.
Allinterno della scuola e nel corso della formazione di ogni
individuo viene seguito un curricolo. Il termine, usato spesso
nel latino curriculum, indica il complesso integrato di esperienze scolastiche che hanno lo scopo di concorrere alla complessiva formazione dello studente. Non si identifica solo con le
materie di studio, ma comprende anche lintera gamma di risorse educative, e comporta la possibilit di programmazione
intenzionale dellesperienza formativa in una situazione scolastica. Pi specificamente, il curricolo investe i problemi dellorganizzazione delle conoscenze allinterno dei singoli gradi
scolastici. Il curricolo attraversa i diversi piani dellesperienza
scolastica, dagli obiettivi cognitivi (le strategie dellistruzione e
le teorie dellapprendimento) ai contenuti culturali (il sapere
scolastico e la sua distribuzione in discipline), dalle metodologie dellapprendimento (per materie, per aree disciplinari, ecc.)
alle tecniche di valutazione (formative, sommative, in itinere, ecc.) Una impostazione curricolare razionale deve prevedere i contenuti essenziali della disciplina, le unit didattiche in
cui suddividere la materia, le possibili espansioni disciplinari in
collegamenti e riferimenti ad altre materie, i comportamenti
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16
Bibliografia essenziale:
W. JAEGER, Paideia. La formazione delluomo greco, 3 voll. [1936, 1944,
1945], trad. it. La Nuova Italia, Firenze 1953, 1978;
R. TISATO (a cura di), Enciclopedia di pedagogia, trad. it. Feltrinelli, Milano
1974;
A. VISALBERGHI, Pedagogia e scienze delleducazione, Mondadori, Milano
1978, n. ed. 1986;
P. BERTOLINI (a cura di), Dizionario di pedagogia e scienze delleducazione,
Zanichelli, Bologna 1996;
M. CALLARI-GALLI, Antropologia per insegnare, Bruno Mondadori, Milano
2000.
17
2
La Grecia arcaica
19
20
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Bibliografia essenziale:
W. JAEGER, Paideia. La formazione delluomo greco, vol. 1, trad. it. La
Nuova Italia, Firenze 1953, 1978;
B. SNELL, La cultura greca e le origini del pensiero europeo, trad. it.
Einaudi, Torino 1963
22
3
La plis greca
La plis (la citt-stato) viene definita come listituzione politica caratteristica della Grecia, dove per non si giunse mai a
uno stato unitario. Le singole citt, infatti, mantennero sempre
la loro autonomia, su di un piano culturale, sociale, politico,
giuridico, religioso, anche a causa della posizione geografica
del territorio greco, con catene montuose differentemente orientate che creavano regioni distinte con confini limitati.
Nellet arcaica, la plis greca introduce quello che oggi
chiamiamo res publica, ossia la partecipazione alla gestione
della cosa pubblica di un numero sempre maggiore di individui.
Le due pleis pi importanti della Grecia furono: Sparta e
Atene.
Educazione a Sparta
Sparta una citt che vive di agricoltura, collocata lontano
dal mare, chiusa in se stessa, e divisa rigidamente in classi: i cittadini, perieci, e gli iloti, gruppi subalterni. La legislazione
spartana, scritta dal mitico re Licurgo, assegna il potere politico ai primi, che governano attraverso una assemblea di 28
membri e 2 re, eletti con diritto ereditario. Il momento di mas-
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simo splendore di Sparta nel VII-VI secolo a.C., di poco posteriore allepoca dei poemi omerici. Da questi, la societ spartana prende il principio dellaret eroica, che in questo contesto,
per, non designa pi solo la vitalit, il coraggio, la forza fisica, ma assume contenuto e significato sociali. Latto eroico,
adesso, ha lo scopo di potenziare e difendere la patria, anzich
perseguire la gloria individuale. letica del membro di un
organismo militare, di soldati coinvolti in unazione e in un
destino comune. Dopo il VI secolo a.C., la societ spartana subisce una involuzione culturale, che la condurr verso un progressivo declino.
Una delle cause di questa involuzione la situazione creatasi dopo la conquista della Messenia, che porta lesercito spartano ad una situazione di guerra permanente con la popolazione
locale. Si rende necessaria ladozione di una nuova tecnica
militare, lo schieramento oplita, che richiede professionisti
militari estremamente addestrati, solidali fra loro fino a diventare una vera e propria casta chiusa. Vengono cos a negarsi del
tutto i valori individuali della societ omerica: lindividuo subisce una totale spersonalizzazione, per essere sacrificato alla
conservazione del potere politico da parte della classe dirigente.
Il sistema educativo spartano organizzato in modo da perseguire questi scopi politici. Il bambino, alla nascita, viene portato in un luogo detto tesche, e giudicato da una commissione
di anziani; nel caso risulti troppo debole, gracile, o malformato,
gettato in una voragine del monte Taigeto, detta Apotete.
Dopo la prima educazione in famiglia, dai sette anni in poi, lo
Stato si impossessa del fanciullo fino ai 20 anni di et, educandolo allinterno di comunit istituzionalizzate. La musica e la
ginnastica, insegnate in famiglia, lasciano il posto alla marcia
militare e alla ginnastica volta allindurimento del corpo. I
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ragazzi sono sottoposti al governo degli irni, allievi pi grandi che svolgono il ruolo di superiori. Dopo i 20 anni ogni giovane affidato a un anziano, che ne completa leducazione.
Nellepoca del declino spartano, si giunge a esaltare il furto, la
scaltrezza, la dissimulazione e la menzogna, e lesercitazione
militare arriva a prevedere anche spedizioni omicide contro gli
iloti. Leducazione intellettuale prevede, oltre a leggere e scrivere, linsegnamento (a memoria) dei poemi omerici. A causa
di questa limitata educazione intellettuale, Sparta non diede
contributi essenziali alla cultura greca. Caratteristica delloratoria spartana fu il discorso breve e conciso, tanto che ancora oggi
si definisce laconico (poich Sparta era situata nellentroterra della Laconia, il Lcone, o Lacedemone, era lo spartano)
quello stile che si esprime in poche parole.
Anche le donne erano addestrate militarmente, e godevano
di molti diritti. Non potevano scegliere lo sposo, ma avevano il
diritto di unirsi ad altri uomini dopo il matrimonio, per procreare figli sani e robusti per la comunit.
Educazione ad Atene
Differente il discorso per Atene, innanzi tutto perch,
essendo situata sul mare, alleconomia agricola si accosta, nel
corso dellVIII - VII secolo a.C., uneconomia basata sul commercio, che si sviluppa sulle rotte aperte dai Fenici.
Per conoscere i fondamenti delleducazione ateniese
necessario rifarsi ad un poeta famoso: Solone, che nel 594 a.C.
era alla guida della citt. Egli diede alla polis una costituzione
democratica, liber i contadini, istitu il tribunale del popolo e
cre il Consiglio dei Quattrocento. Laret eroica diventa civile, assumendo il significato di vivere equilibrato. Il prevalere
dellaspetto civile su quello militare della vita della polis fa s
che leducazione del cittadino comprenda: lalfabetizzazione
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Nonostante lalto livello di formazione culturale e di democrazia espresso dalla societ ateniese, leducazione era comunque riservata a una classe privilegiata: i cittadini aventi pieno
diritto alla vita istituzionale della polis erano non pi del 5%
della popolazione effettiva, in quanto i meteci (non originari di
Atene), gli schiavi, gli schiavi liberati e i debitori non erano
considerati cittadini. Per costoro, la formazione era limitata
allapprendimento di un mestiere, e si trasmetteva per via ereditaria. A partire dal V secolo a.C., comunque, anche al popolo
e alla piccola borghesia fu concesso di accedere allistruzione
primaria. Tra gli esclusi rientravano le donne, la cui formazione prevedeva unicamente la gestione della casa e lallevamento
dei figli.
Bibliografia essenziale:
W. JAEGER, Paideia. La formazione delluomo greco, vol. 1, trad. it. La
Nuova Italia, Firenze 1953, 1978;
B. SNELL, La cultura greca e le origini del pensiero europeo, trad. it.
Einaudi, Torino 1963.
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I Sofisti e Socrate
Lapertura sociale realizzatasi ad Atene a partire dal V secolo rende necessario un modello educativo nuovo, che consenta
alla classe aristocratica di mantenere i privilegi che va progressivamente perdendo. La classe emergente, che potremmo definire borghesia, daltra parte cerca di acquisire prestigio e
potere comprando quella cultura alla quale non aveva potuto
accedere. Si diffonde in questa situazione la figura del sofista,
specialista che insegna la propria arte a pagamento, dimostrando che anche le conoscenze pi elevate possono essere insegnate a tutti. Lideale pedagogico dei sofisti si fonda sulla convinzione che leducazione non sia un processo naturale, ma debba
essere guidata da un esperto, in un ambiente che favorisca la
crescita e lo sviluppo dellallievo. Il sofista un esperto di tecniche, che trasmette un sapere non astratto, teorico, ma utile
allaffermazione sociale, al successo nella vita pubblica. Non si
cerca una verit astratta, assoluta, al di l delluomo; al contrario, lunica verit quella stabilita dalluomo stesso. Questo
il significato della celebre frase di Protagora: luomo misura
di tutte le cose.
La tecnica (in greco, techn) pi utile al fine di ottenere laffermazione sociale desiderata, alla luce di questi presupposti, si
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Per Socrate, il filosofo e, in generale, luomo devono cercare la verit e il bene. Socrate affermava, contro i sofisti, che la
verit esiste e bisogna ricercarla, anche se egli affermava sempre di non possederla: celebre la sua affermazione, so di non
sapere; e quando, al riguardo, lo informano che loracolo di
Delfi, alla domanda su chi fosse il pi sapiente della Grecia,
aveva risposto: Socrate, il filosofo spieg che allora visto
che loracolo non pu sbagliare si deve considerare sapiente
colui che riconosce che la sua sapienza umana, in verit, non ha
nessun valore. In questo ragionamento implicita la condanna
contro tutti coloro che si arrogavano il diritto di essere sapienti
in qualcosa e si attaccavano ai propri pregiudizi. Attraverso un
metodo basato su un dialogo serrato fatto di rapide domande e
risposte, Socrate intende svergognare questi falsi sapienti. Il
primo momento del procedimento socratico lironia: Socrate
si rivolge ai sapienti manifestando deferenza, professando
una profonda ignoranza e chiede di essere da loro istruito,
ponendo domande precise. Queste persone, lusingate, per dimostrare la loro sapienza, rispondono e seguono il ragionamento di
Socrate che, dopo altre lodi ironiche, inizia a insinuare qualche
piccola obiezione; questo il momento della confutazione:
dopo una lunga serie di assensi, apparentemente ovvi e innocui,
i cosiddetti sapienti si trovano a contraddire quanto avevano in
principio sostenuto dimostrando, in realt, di essere solo dei
falsi sapienti.
Dopo questa fase distruttiva, inizia la pars costruens con la
domanda che cos? una determinata cosa, generalmente
riguardo problematiche morali (per esempio, la virt, il bene, la
giustizia). Attraverso il che cos?, Socrate intende definire
concetti universali, conoscenze valide per il maggior numero
possibile di persone. A questo punto lopera di Socrate procede
con la sua attivit pi importante: la maieutica (ossia il mestie-
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Bibliografia essenziale:
PLATONE, Apologia di Socrate, trad. it. Laterza, Roma-Bari 1966;
SENOFONTE, Apologia di Socrate, trad. it. in Socrate. Tutte le testimonianze,
Laterza, Roma-Bari 1986;
SENOFONTE, Memorabili, trad. it. Rizzoli, Milano 1989.
Letteratura critica:
F. ADORNO, Introduzione a Socrate, Laterza, Roma-Bari 1973;
G. REALE, Socrate, Rizzoli, Milano 2000.
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Platone
La morte di Socrate, avvenuta nel 399 a.C., segn il momento ultimo di una crisi culturale e politica che decret in Atene
una frattura nel rapporto fra intellettuale e societ, il quale si
sposta adesso dal piano della concreta esperienza socio-politica
della vita comunitaria a quello del puro pensiero. Lintellettuale
trasferisce la propria riflessione sulla ricerca delle condizioni di
possibilit di una rigenerazione dello Stato e dellesistenza individuale e collettiva.
La situazione storico-politica ateniese vide la citt sconfitta
dalla guerra del Peloponneso contro Sparta, e governata da una
democrazia appena nata (dopo i governi oligarchici instaurati
da Sparta), estremamente insicura, conservatrice, chiusa e difesa entro i confini dei valori tradizionali.
Platone (428-348 a.C.) nacque ad Atene, da famiglia di nobili. Decisivo fu lincontro con Socrate (avvenuto circa nel 408
a.C.), che lo introdusse al centro del dibattito culturale in Atene fra
retorica e logica, politica ed etica.
Pare che Platone, dopo la morte di Socrate, avesse viaggiato
per qualche tempo; storicamente documentati furono i viaggi
effettuati a Siracusa, dove strinse amicizia con Dione (cognato
del tiranno di Siracusa). Progett di fare di Siracusa un labora-
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si recupera la conoscenza delle idee). Al proposito celebre lepisodio dello schiavo, narrato nel Menone, che, dialogando con
Socrate, riesce a trovare complesse verit matematiche, seppur
non istruito.
Luomo pu ricordare le idee perch unit di corpo (sma)
e anima (psych), che immortale e d vita al corpo e alla
morte, lanima si distacca e ha un destino indipendente dal
corpo, andando a reincarnarsi (riprendendo la dottrina della
metempsicosi di discendenza orfico-pitagorica) in altri corpi.
Attraverso il famoso mito dellauriga, esposto nel Fedro,
Platone narra il viaggio dellanima nellal di l, una volta
separata dal corpo, di come essa conosce le idee e come viene
a reincarnarsi: lanima come un cocchio, trainato da due
cavalli alati, uno bianco, docile agli ordini dellauriga (simbolo
degli impulsi buoni e razionali) e uno nero, ribelle (simbolo
delle passioni carnali e mondane); quando domina il cavallo
bianco, il cocchio vola nel mondo delle idee e partecipa di esse,
quando domina quello nero, lanima cade sulla terra, perde le
ali e si incarna nei corpi. Per questo luomo deve tendere tutta
la vita a riscattarsi, a purificarsi interiormente della caduta subta e, liberatosi dalle passioni, giungere alla contemplazione
pura delle idee, per arrivare a quella pi bella e pi buona: lidea del bene. Anche lamore (ros) pu aiutare a raggiungere la
sapienza (sopha), perch chi ama, disprezza il piacere fisico e
si innamora dellanima tentando di educarla, cio di renderla
migliore. Tendere a migliorarsi, a compiere azioni giuste, a
prendere decisioni razionali, cercare il bene in terra un cmpito estremamente importante delluomo e delleducazione
della societ, perch nellal di l come racconta il mito di Er
nella Repubblica, a dimostrazione dellimmortalit dellanima
gli individui saranno gudicati dopo la morte e riceveranno
premi e ricompense o castighi e punizioni a seconda della scel-
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Leducazione quindi inutile, e tutto ci che serve la formazione professionale, alla quale provvede la famiglia, o la corporazione di appartenenza. Una istruzione superiore porterebbe
solo a non voler pi svolgere il compito assegnato, causando
disagio e disordine sociale.
Per leducazione dei guardiani, Platone guarda in parte al
modello spartano: alla nascita, i bambini vengono prelevati
dalle famiglie per essere inseriti in comunit statali. Dopo i
primi due anni, che prevedono lascolto della musica e la lettura delle fiabe, a 7 anni comincia leducazione vera e propria, la
cui prima fase prosegue fino a 18 anni. Le discipline sono:
musica (che comprende tutte le arti legate alle Muse: strumento musicale, canto, declamazione, poesia) e ginnastica (scherma, corsa, marcia, tiro con larco, esercitazioni militari). Questa
educazione proposta anche per le donne. Dai 18 ai 20 anni
sono previsti due anni di efeba, il servizio militare.
Mentre i guardiani, a questo punto, concludono il loro iter
educativo, per i filosofi si prevede una formazione pi lunga:
dai 20 ai 30 anni la disciplina studiata sar la matematica, la
quale, per il suo aspetto formale, non legato al mondo fisico,
avvicina al mondo delle idee; dai 30 ai 35 anni previsto lo studio della dialettica, intesa come discussione e contemplazione
della verit razionale pura. Seguono 15 anni di tirocinio, in cui
il filosofo partecipa alla vita politica e sociale della polis. A 50
anni si conclude il cammino formativo del governante, il quale,
a questo punto, potr svolgere saggiamente il proprio compito,
essendo in grado di prendere decisioni sagge per la vita della
comunit.
Bibliografia essenziale.
Opere di Platone:
La Repubblica, trad. it. in Opere, Laterza, Roma-Bari 1966;
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Aristotele
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menti in interazione tra loro. Lantropologia aristotelica costituisce il primo modello di un soggetto educativo concreto, calato nel mondo biologico e sociale.
A differenza di Platone, per Aristotele la psiche va vista nella
totalit delle sue dimensioni: fisica-organica, sensitiva e intellettiva. Nelluomo lanima una struttura unitaria portatrice di
diverse funzioni, atto di un corpo che ha vita in potenza.
Questa interazione spiega i numerosi fenomeni psichici che alimentano lesperienza umana. La psicologia di Aristotele
importante perch costituisce il primo modello organico di una
psicologia che trova i propri fondamenti nella biologia (ci
pone la premessa in modo oggettivo per uno studio scientifico
del soggetto da educare).
Lalunno, quindi, non va considerato solo come ente razionale, ma assunto come concreta individualit razionale e corporea, con bisogni che riguardano tutto il suo essere. Se ogni
ente ha come fine quello di attualizzare la propria forma, lindividuo umano tende ad attualizzare le proprie funzioni organiche, sensitive ed intellettive. Listruzione e leducazione sono
attivit che assecondano un processo di sviluppo che naturalmente attivo, la cui efficacia dipende sia dalle attitudini dellindividuo che dalle stimolazioni dellambiente. Aristotele ha unidea di educazione intesa come processo attivato dallinterno del
soggetto. Allinizio lindividuo non portatore di alcun sapere,
e giunge alla conoscenza attraverso gli organi di senso e lintelligenza, assimilando forme sensibili e intelligibili.
Abbiamo quindi due gradi del conoscere:
1) sensazione, che richiama il processo di assimilazione
materiale propria dellanima sensitiva;
2) conoscenza intellettiva, che induce le forme sensibili
(immagini) a forme intelligibili (idee, concetti).
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Lapprendimento, dunque, un processo che va dal particolare alluniversale, dal concreto allastratto, dal sensibile al
mentale (induzione). Il risultato dellapprendimento lesperienza, che dal punto di vista statico patrimonio di dati acquisiti, e dal punto di vista dinamico il processo di apprendimento.
Una buona educazione, perci, quella che sviluppa lutilizzo della razionalit e lesercizio di esperienza.
La virt, per Aristotele, non riguarda per solo la dimensione razionale, ma tutte le dimensioni personali che intervengono
nella condotta. La ragione si pone come principio di mediazione, di equilibrio tra passione e razionalit.
Principio etico fondamentale quello del giusto mezzo, che
criterio metodologico delleducazione. Questa mediet,
come stata definita, non da confondersi con la mediocrit,
dato che proprio in essa si esplica leccellenza del valore morale. Il mezzo sempre riferito al soggetto che agisce in determinate circostanze, variabili e contingenti. La virt sta in questa disposizione, efficace per la scelta di una condotta intermedia, che eviti gli eccessi e i difetti passionali. Sul campo di battaglia, per esempio, vanno evitati sia leccesso di passione (la
temerariet) che il difetto (vilt); di fronte ai piaceri, il giusto
mezzo sar quellatteggiamento fra lincontinenza sfrenata e
linsensibilit disumana. Riguardo allira, Aristotele indica la
virt della gentilezza, che evita gli inopportuni eccessi di collera ma non esclude il giusto adirarsi per le eventuali offese
ricevute.
Questa la condotta che permette alluomo di raggiungere il
proprio fine pi alto, la felicit, il quale non va confuso con i
diversi fini particolari, raggiungibili attraverso condotte specifiche (ad esempio, studio al fine di essere un bravo insegnante).
Luomo deve quindi esercitarsi a compiere buone azioni, razio-
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Lellenismo
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Originale e importante la logica stoica, spesso in opposizione e contraddizione con quella aristotelica, dalla quale si differenzia perch non analizza termini, ma proposizioni (, pertanto, una logica proposizionale e non formale), basate su fatti
reali, empirici, che debbono essere verificati dallesperienza.
Letica stoica ricerca la filosofia nella saggezza, che consiste
nellatarassia (assenza di turbamento) e nellapata (assenza di
passioni, imperturbabilit anche di fronte agli eventi pi gravi),
e si propone di vivere secondo natura, di adattarsi al lgos del
mondo, allo sviluppo degli eventi, al corso delle cose; solo cos
si pu raggiungere la felicit, ispirandosi alla ragione e alla
virt, la quale premio a se stessa. Le azioni autenticamente
virtuose sono quelle la cui intenzione completamente pura,
finalizzata a se stessa e sono compiute per il solo fine di perseguire la virt. Lo stoico, inoltre, non si oppone al destino, accettando serenamente ogni evento, compresa la morte: se si rende
conto che la soluzione pi razionale da adottare il suicidio,
egli non esita a metterlo in atto (come hanno fatto in et romana molti filosofi stoici, tra i quali, famoso, il caso di Seneca).
Lo scetticismo (dal greco skpsis, percezione, osservazione,
ricerca) nacque per opera di Pirrone di Elide (perci si parla
anche di pirronismo), e viene proseguito da Timone,
Arcesilao, Carneade e, nel mondo romano, da Sesto Empirico.
Punto fondamentale di questa dottrina laffermazione
secondo cui nulla vero in senso assoluto; tutte le teorie possono essere sottoposte a critica, e dimostrare cos i loro punti
deboli. Per questa via si arriva a rifiutare il linguaggio come
veicolo di conoscenza, tanto radicalmente da proporre lafasa
(cio lassenza di discorso), e lepoch, la sospensione del giudizio.
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della lingua, sia la lingua madre che quella greca, vista come
linguaggio comune per le diverse popolazioni dellimpero, alle
quali si insegn una lingua che era un adattamento del greco
classico.
Lo sviluppo educativo si venne a suddividere in varie fasi.
Educazione familiare, fino ai 7 anni, durante i quali il bambino veniva affidato alla famiglia, alle cure della madre che si
occupava dei problemi igienici e dello sviluppo biologico.
Nelle famiglie aristocratiche, alla madre si univa una schiava
che poteva adempiere a funzioni di nutrice ed educatrice.
Educazione primaria, dai 7 fino ai 14 anni, durante i quali il
bambino entrava a scuola, la quale poteva avere carattere pubblico, ma solitamente era privata. Le figure deputate alleducazione erano il maestro (didscalos) e linsegnante di lingua
(grammatists). Il primo trasmetteva uneducazione generica,
non aveva alcuna qualifica professionale e godeva di un prestigio sociale bassissimo, mentre il secondo, che cominciava linsegnamento solo quando lallievo aveva 12-13 anni, insegnava
lettura e scrittura, adottando un metodo mnemonico, basato
sulla ripetizione, la declamazione, e luso di punizioni corporali: si diffuse luso della verga. Il materiale didattico era ancora
pressoch assente. Unaltra figura rilevante per leducazione
del giovane era quella del paidagogs, termine che inizialmente designava uno schiavo incaricato di accompagnare lallievo
a scuola, e poi pass a indicare il tutore domestico, il quale
aveva anche un ruolo di supporto alla formazione degli alunni
affidatigli. Spesso divenne pi importante del maestro, superandolo per importanza e prestigio.
Educazione secondaria, dai 14 ai 18 anni, che fu caratterizzata per il ruolo privilegiato che veniva attribuito allinsegnamento letterario, a quello della grammatica e della geometria. Il
termine coniato in questo periodo fu quello di enkyklios paideia
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(cultura enciclopedica): intendeva definire lidea di una formazione generale, che per nei fatti si arrestava allo studio della
logica, della lingua e della letteratura. La figura scolastica
dominante era quella del grammatiks, insegnante di lingua,
letteratura classica e poesia, a cui univa in maniera non molto
organica materie complementari quali il calcolo, disegno, la
musica. Verso la fine dellellenismo prese il via la consuetudine di dividere le materie in due gruppi: quello letterario, che
comprendeva grammatica, retorica e dialettica, e quello matematico, che includeva aritmetica, geometria, astronomia e
musica.
Pi ricco era linsegnamento della ginnastica, che includeva
la corsa, la lotta libera (il famoso pancrazio) e le esercitazioni ginniche, e non era pi appannaggio dei soli aristocratici
come in precedenza. Queste discipline erano insegnate dal
pedotrba, maestro di ginnastica e guida spirituale, a cui si
affianc poi il gymnasts, lallenatore sportivo vero e proprio.
Educazione superiore, che coincideva con let dellefeba,
intesa come momento di educazione del carattere, mentre leducazione fisica assunse esclusivamente carattere sportivo. Il
livello degli studi superiori restava riservato ad una lite.
Il limite dellideale della formazione enciclopedica consistette nella sua astrattezza e nel suo formalismo. Lidea pedagogica dellet ellenistica, nondimeno, ebbe il pregio di aver posto
laccento sulle dimensioni intellettuali ed etiche della formazione della personalit. La dimensione estetica, affidata al disegno
(disciplina inserita per la prima volta nel curriculum di studi) e
alla musica, fu destinata a decadere poi attraverso i secoli, cos
come leducazione fisica, che perse la sua importanza di
momento formativo.
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Bibliografia essenziale:
A. LONG, La filosofia ellenistica, trad. it. il Mulino, Bologna 1991;
G. GULLINI, L ellenismo, Jaca Book, Milano 1998;
C. LVY, Le filosofie ellenistiche, Einaudi, Torino 2002.
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Cenni sulleducazione nella cultura romana
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Bibliografia essenziale:
R. FRASCA, Donne e uomini nelleducazione a Roma, La Nuova Italia,
Firenze 1991;
F. JACQUES, J. SCHEDI, Roma e il suo impero, trad. it. Laterza, Roma-Bari
1992;
A. SPINOSA La grande storia di Roma, Mondadori, Milano 1998.
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I principi educativi del Cristianesimo
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Bibliografia essenziale:
W. JAEGER, Cristianesimo primitivo e paideia greca, trad. it. La Nuova
Italia, Firenze 1966;
I vangeli, Mondadori, Milano 1973.
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Agostino
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Raccont tutto il suo travaglio spirituale e filosofico nellopera Confessiones (Le Confessioni), una sorta di autobiografia
filosofica e spirituale, che rivela una sensibilit psicologica e
pedagogica fino ad allora sconosciute. Altre opere importanti
sono il De vera religione (Sulla vera religione), il De Trinitate
(Sulla Trinit), il De Civitate Dei (Sulla citt di Dio), il De
Magistro (Sul maestro).
Prima di giungere, attraverso il platonismo, al cristianesimo,
Agostino abbracci in giovent dottrine diverse, il manicheismo e poi lo scetticismo.
Il manicheismo, religione nata ad opera del persiano Mani,
nel III secolo d.C., si fonda sulla concezione secondo cui esiste
una netta divisione fra Bene e Male, ontologizzati in due principi supremi. Per poter raggiungere la salvezza, luomo deve
separare in se stesso lio divino dallio demoniaco. un compito molto arduo, che pu essere portato a termine solo da pochi
individui. In questa visione della realt, il male non privazione, negazione, ma qualcosa di esistente, autonomo. Questo concetto di Supremo Principio del male come dimostrer S.
Tommaso una assurdit logica, in quanto una cosa completamente maligna, cattiva, distrugge anche se stessa, nella sua totale malvagit.
Lo scetticismo non d risposte, ma conduce alla drammatica
condizione del dubbio sulla verit e su tutte le strade che conducono alla sua conquista. Al futuro Vescovo di Ippona serv
per da base per liberarsi da ogni falsa certezza, eliminando
qualsiasi credenza infondata e giungere cos alla Verit del cristianesimo.
Il filosofo classico al quale Agostino si ispir maggiormente, integrandone il pensiero con la riflessione cristiana, fu per
Platone, dal quale egli mutu diversi temi. Il primo individuabile nel convincimento della necessit di ritirarsi dallesperien-
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za mondana, per potersi rivolgere verso le profondit della propria anima. Il secondo motivo platonico riguarda il problema
del male, che non assume consistenza ontologica, come nel
manicheismo, ma viene concepito solo in riferimento allessere, rispetto al quale costituisce una privazione, una parziale
negazione. Questo non significa che il male morale e fisico non
esistano, ma solo che vanno caratterizzati in modo appropriato:
il primo viene a definirsi come il pervertimento della volont,
che si distoglie da Dio e si rivolge a sostanze inferiori, mentre
il secondo viene inteso come una conseguenza del peccato originale, che ha reso il corpo debole e soggetto alla morte.
Nellopera Sulla vera religione, Agostino espose il percorso
che porta luomo a distogliere il pensiero dallesteriorit, per
rivolgerlo alla propria interiorit, in cui appare la luce divina.
Nel paragrafo 73, al cap. XXXIX, scrive Se non vedi ci che
dico e dubiti che sia vero, guarda almeno se non dubiti di dubitare di ci, e, se sei certo di dubitare, cerca la ragione di questa
certezza: in questo caso non ti si presenter certo la luce di questo sole, ma la luce vera, che illumina ogni uomo che viene in
questo mondo [citazione da Giovanni, I, 9]. Essa non si pu
vedere con questi occhi, e neppure con quelli con cui sono pensate le rappresentazioni []. Formula cos questa regola che
vedi: chiunque comprende di essere in dubbio, comprende il
vero, ed certo di questa cosa che comprende; dunque certo
del vero. Chi dubita, quindi, se vi sia la verit, ha in se stesso il
vero per cui non deve dubitare; ma non v vero che sia vero se
non per la verit. necessario, dunque, che non dubiti della
verit chi ha potuto dubitare per qualche motivo. nel dubbio
pi radicale che luomo trova la certezza: se si dubita di tutto,
non si pu dubitare per di una cosa, e cio del fatto che si sta
dubitando; di conseguenza si ha la certezza di dubitare. Una
verit, allora, esiste, e se vi una verit, vi la Verit, che si
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caratteristiche proprie, anche se segnata, come le altre, dal peccato e dalla tendenza ad allontanarsi dalla via del bene.
Agostino denunci lincapacit delleducazione del suo tempo
di aderire alle esigenze vitali del bambino, e la vacuit educativa dellapprendimento retorico, che dava importanza solo alla
ripetizione. Leducazione deve mirare, per i bambini come per
gli adulti, al controllo delle passioni, che non costituiscono di
per s il male, ma possono condurre a esso.
Nello scritto Sul maestro Agostino propose i fondamenti teoretici che istituiscono il rapporto educativo. Agostino analizz
innanzitutto le possibilit di comunicazione del linguaggio, poich nella comune esperienza linsegnamento viene concepito
come quella attivit attraverso la quale il maestro trasmette per
mezzo del linguaggio il proprio sapere allalunno. La conclusione di questa analisi che la spiegazione dellatto dellinsegnamento inaccettabile, perch la comunicazione linguistica
impossibile. Il linguaggio costituito da suoni e da segni, che
non hanno alcun rapporto reale con gli enti: se io pronuncio la
parola tavolo, il vocabolo resta un puro suono senza significato, a meno che colui che percepisce il suono non abbia gi
esperienza delloggetto corrispondente.
Lapprendimento, dunque, anzich derivare dal linguaggio,
sembra basarsi sul rapporto intuitivo con le cose, sulla percezione diretta, sensibile. Ma, a ben vedere, nemmeno questo risulta
in grado, da solo, di differenziare ci che nelle cose essenziale da ci che accidentale: se non posseggo previamente una
nozione delloggetto da conoscere, come potr, unicamente
attraverso il contatto diretto, distinguerne le propriet essenziali da quelle accidentali?
A questo punto, la conclusione raggiunta che linsegnamento impossibile.
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Per questa via, Agostino non vuole dimostrare che sia impossibile apprendere la Verit, ma solo che essa non insegnabile
dallesterno. Non attraverso linsegnamento derivante dalluomo che possiamo diventare sapienti. Lunico vero maestro,
infatti, Dio, il principio fondamentale e il fine ultimo delleducazione lamore e lobiettivo del percorso pedagogico la
scoperta della Verit. La Verit come abbiamo visto si trova
nellinteriorit delluomo, il quale deve scoprirla da s. Risulta,
a questo punto, molto svalutata lattivit didattica e pedagogica
del precettore, che non consegna la verit allalunno, ma ha il
solo compito di guidarlo in quella ricerca interiore e quotidiana
che deve condurlo a Dio, attraverso un atteggiamento spirituale aperto allamore e alla fede.
Il metodo pedagogico proposta da Agostino, in sintesi, pu
essere quello della ricerca dentro di s della conoscenza e della
Verit, attraverso un dialogo pedagogico interiore (come realizz attraverso Le Confessioni); anche, per, tramite un dialogo
maieutico tra maestro e discente che viene condotto a scoprire
la Verit (come propose nello scritto Sul maestro). La fede,
infatti, il presupposto fondamentale per ogni ricerca e ogni
conoscenza: credo per conoscere, si potrebbe dire con
Agostino. Se si possiede la fede si possono scoprire le verit e
lamore divini, presenti dentro ciascuno di noi.
Nel libro Sulla citt di Dio, opera composta dopo il sacco di
Roma compiuto nel 410 dai Visigoti di Alarico (evento che nellimmaginario collettivo del tempo rappresenta la fine del grande impero romano), il vescovo di Ippona deline la prima filosofia della storia del pensiero occidentale. Egli riesamin lintero cammino dellumanit, allo scopo di evidenziarne il senso
complessivo e il fine ultimo. Questo viene indicato nel trionfo
della Civitas Dei, la citt dei giusti, illuminata da Dio, sulla
citt del demonio, abitata dagli uomini dediti al male, simbolo
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La pedagogia nel Medioevo
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ta a pochissime persone. Affid allora funzioni civili agli ecclesiastici (organizzazione degli uffici anagrafici, restauro dei
codici, insegnamento), con il preciso scopo di diffondere maggiormente listruzione e migliorarne la qualit. Il principale
artefice di questo progetto fu Alcuino di York (730-804), che
incontr Carlo Magno a Parma nel 781 e insegn per otto anni
a corte. I risultati ottenuti furono per scarsi, perch il clero era
riluttante a istruire chiunque ne facesse richiesta senza intraprendere poi la carriera ecclesiastica. Nell825 Lotario, il successore di Carlo, apr le prime scuole statali, ma gli iscritti laici
furono scarsi. Lorganizzazione didattica delle scuole carolingie
prevedeva la divisione in due aree disciplinari: il trivio, comprendente grammatica, retorica e dialettica, e il quadrivio, che
includeva aritmetica, geometria, astronomia e musica. La
metodologia didattica era basata sulla lettura e il commento dei
testi, attraverso varie fasi: la lectio, lezione del maestro o lettura di un testo, la quaestio, discussione e obiezione dellargomento proposto, e la disputatio, presentazione della tesi risolutiva. Il trivio e il quadrivio rappresentavano quello che oggi
definito istruzione secondaria; listruzione primaria era oggetto
di scarsa attenzione, impartita unicamente con esercizi di ripetizione di lettere e sillabe, seguite da parole e infine testi.
Nel XII secolo il termine universit indicava una associazione di pi corporazioni: cerano quelle delle arti meccaniche
(scuole per la formazione professionale sorte dopo lXI secolo a
seguito dellincrementarsi del commercio e la maggiore richiesta di figure professionali a esso collegate: artigiani, commercianti) e quelle delle arti liberali: giudici, notai, medici e speziali. In seguito quel termine rimase a indicare solo il corso di studi
delle arti liberali. Le prime universit presentavano alcune
caratteristiche ben precise: non avevano una sede fissa, erano
indipendenti dal controllo ecclesiastico, erano promosse e gesti-
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Bibliografia essenziale:
PH. ARIS, G. DUBY, La vita privata dal Feudalesimo al Rinascimento,
trad. it. Laterza, Roma-Bari 1987;
A. DE LIBERA, La filosofia medievale, trad. it. il Mulino, Bologna 1991;
J. LE GOFF, Medioevo, trad. it. Laterza, Roma-Bari 1996.
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Tommaso dAquino
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il completamento del lavoro e dellintelligenza umana: conosco per credere, si pu dire con Tommaso. tramite la conoscenza, la ricerca (oggi diremmo scientifica), lesercizio delle
esperienze e luso della ragione (sulla scia di Aristotele) che si
trova la fede. studiando le creature e tutto il mondo creato che
si pu risalire al Creatore.
La riflessione filosofica di San Tommaso si colloca ai vertici della Scolastica (la filosofia cristiana del basso Medioevo),
cos come quella di SantAgostino si collocava ai vertici della
Patristica. La posizione che occupa Tommaso di mediazione:
disposta a riconoscere alla ragione la funzione di premessa fondamentale rispetto alle tematiche teologiche ed educative,
secondo una prospettiva in cui ragione e fede istituiscono positivi rapporti di collaborazione. La filosofia vista come sapienza cristiana, cio come presenza-possesso della beatificante
verit, che Dio.
Nelle sue opere pi importanti, De Ente et Essentia
(Sullente e lessenza), scritta fra il 1254 e il 1256, la Summa
contra Gentiles (Somma contro i Gentili), del 1269-1273, la
Summa Theologi (Somma teologica), iniziata nel 1269,
Tommaso rivendic il carattere di scienza della Teologia.
Teologia e filosofia sono due vie di accesso allunica verit.
Nella Teologia importante soprattutto lindagine razionale.
Ci da cui si parte la ragione, che accomuna tutti gli uomini.
Anche per il credente la ragione necessaria, e viene elevata
dal dono della Grazia.
Tommaso comp una distinzione tra Ente ed Essenza: lente
concreto, lessenza astratta. Gli enti sono di due tipi: gli enti
reali e gli enti logici. Il reale la sostanza, ci che qualcosa;
lente logico quello del verbo, dellessere, della copula .
Tommaso distinse poi le sostanze in semplici e composte: le
sostanze semplici sono quelle spirituali (angeli), quelle compo-
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ste sono il sinolo (unione) di materia e forma. La sostanza assolutamente semplice e pura Dio.
Nelle sue opere pi importanti (le Summae) Tommaso si
pose il problema di Dio: Dio esiste, e questo un dogma.
Tommaso cerc per di giustificare razionalmente lesistenza di
Dio. Egli sostenne che la conoscenza e lintelletto razionale
sono estremamente importanti per il credente, il quale ha il
cmpito di indagare la realt naturale, che la creazione di Dio.
Tommaso dimostr lesistenza di Dio attraverso cinque vie, di
chiara ispirazione aristotelica:
1) moto: dato che alcune cose si muovono e che tutto ci
che si muove mosso da un altro, allora, non accettando il
regresso allinfinito, si deve giungere a un primo motore immobile, che Dio;
2) causa: se vi sono degli effetti, debbono esserci le rispettive cause e, non potendo recedere allinfinito, deve esserci quindi una causa prima non causata: Dio;
3) possibile e necessario: le cose che vediamo possono essere e non essere; la loro esistenza non cio necessaria, e infatti in origine non esistevano. Deve quindi esserci una causa
necessaria e da sempre esistente; deve esistere, cio, un essere
per s necessario, in cui lesistenza e lessenza coincidono: Dio;
4) gradi: dato che ci sono gradi di perfezione, un pi e un
meno nelle cose (pi o meno buono, ecc.), deve esserci un valore assoluto a fondamento di tutti gli altri, e questo valore Dio;
5) fine: ogni cosa tende al suo fine, quindi deve esserci un
fine ultimo di tutte le cose: Dio.
Tutte queste vie si fondano sul principio aristotelico che
non possibile procedere allinfinito, e si basano sulla conoscenza sensibile, la quale non cos svalutata, ma ha un ruolo
importante nella ricerca della verit; importante, ancora una
volta, conciliare razionalit e fede.
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Morale e Politica
Luomo, grazie al suo intelletto, libero di conoscere e scegliere il bene, e i mezzi per ottenerlo. Lintelletto, dunque, pu
dominare la volont, alla quale per resta un margine di autonomia, per il fatto che lintelletto non presenta ad essa il bene
assoluto, ma dei beni particolari, finiti, che possono non essere
riconosciuti come tali. Gli uomini possiedono degli abiti, cio
delle abitudini e, al di l di questi, la legge divina, presente
anche nella legge naturale. Se dunque luomo segue la legge
naturale, che tende al bene, conoscer ci che si deve o non si
deve fare. Questa etica naturale si completa poi con letica cristiana della redenzione, della grazia e della vita eterna.
Per Tommaso luomo per natura un animale socievole, ma
non pu esserci vita associata senza il comando di qualcuno che
abbia di mira il bene comune. In questa ottica, giusto il governo che tende al bene della collettivit, e ingiusto quello che si
rivolge allesclusivo interesse dei governanti.
Si avranno cos varie forme di governo giuste (monarchia,
aristocrazia e politia) o ingiuste (tirannide, oligarchia e democrazia). evidente anche qui, come in altri aspetti della dottrina tomistica, il richiamo ad Aristotele.
importante il fatto che la legittimazione del potere non si
fonda sulla sua origine divina, ma sulla natura dei fini che vengono perseguiti dagli uomini: fini che per Tommaso convergono nel bene comune e si specificano nellordine e nella giustizia. Considerazioni particolarmente importanti per quegli anni
travagliati dalle lotte fra Chiesa e Impero e tra potere spirituale
e potere temporale.
Tommaso si distacc dal pensiero di Aristotele quando tratt lantropologia cristiana. Mentre per i pensatori dellet classica lo Stato esauriva tutti i fini delluomo, per Tommaso ci fu
reso impossibile dal fatto che luomo, data la sua duplice essen-
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La scuola nellUmanesimo e nel Rinascimento
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Dio e religione; al contrario, questi aspetti rimasero estremamente importanti, ma vennero affiancati da un recupero dei
valori mondani. Diventarono importanti tutte quelle attivit e
discipline realizzate dalluomo (humanitas): arte, letteratura,
politica (per la prima volta come scienza autonoma, distinta
dalla filosofia e dalla religione), etica e morale. Perci si riscoprirono i classici latini e, soprattutto, greci: nacque una nuova
disciplina, la filologia (lo studio della struttura della lingua), e
si registr un rinnovato interesse per la lingua dei poemi omerici. Nella cultura greca, gli umanisti trovarono quegli ideali di
bellezza, di ordine, armonia, equilibrio ed euritmia (perfetta
serenit dellanimo, buon rapporto dellindividuo con se stesso,
con gli altri e con tutto il mondo) che caratterizzavano la cultura antica. Cos, gli intellettuali umanisti pensarono che, riproponendo le forme artistiche e letterarie degli antichi, si potesse
ritrovare quella serenit danimo, quella nobilt interiore e
quella grande virt che erano sottintese alle loro opere darte.
Inoltre, nella vita tipica dellintellettuale umanista, svolta
allinterno delle corti (importanti soprattutto quelle dei Signori
degli Stati italiani: i Gonzaga a Mantova, i Medici a Firenze, gli
Estensi a Ferrara, dei Visconti a Milano, dei Montefeltro a
Urbino, e ancora le corti di Napoli, dello Stato della Chiesa a
Roma), divent fondamentale lideale di eleganza, di raffinatezza dei modi (come sottolineato anche dalla realizzazione di
opere come il Galateo di Giovanni Dalla Casa o Il cortegiano
di Baldassarre Castiglione); la vita dellintellettuale umanista si
svolge prevalentemente alla corte, dove il Signore diventa un
mecenate mantenendo a spese proprie i pi importanti intellettuali: artisti, filosofi, letterati, poeti, pittori, architetti, i quali
danno prestigio alla corte, contribuiscono a renderla sempre pi
splendida e aiutano il loro signore nelle mansioni amministrative e di ambasceria.
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Le human litter, dunque, vennero esaltate e ricercate perch rispondevano a una serie di bisogni e di valori che si erano
venuti a formare attraverso la vita comunale, la nuova economia e la vivace esperienza della vita cittadina, e successivamente delle Signorie, le quali pian piano soppiantarono, tra la fine
del XIV secolo e il XV secolo, i Comuni.
LItalia si trov, durante lUmanesimo e ancor pi durante il
Rinascimento, nella paradossale situazione di essere il punto di
riferimento e modello di vita, di stile, di arte e di cultura per
tutta lEuropa, mentre politicamente era estremamente fragile e
soggetta a subire le lotte delle varie potenze straniere, gi organizzate in grandi Stati nazionali, come la Francia e la Spagna.
Non fu la cultura classica a creare la figura dellumanista, ma
furono gli umanisti, ancora immersi nel mondo medievale in
trasformazione, che si accostarono alle opere classiche come a
dei modelli per meglio definire la loro identit e per costruirsi
limmagine morale del loro futuro.
Se lUmanesimo copr circa i primi ottantanni del
Quattrocento, il Rinascimento, dalla fine del XV secolo, prosegu lopera di rinnovamento iniziata dagli umanisti e port questo processo ai massimi livelli nei primi anni del Cinquecento,
fino al progressivo declino nella seconda met del Cinquecento.
Umanesimo e Rinascimento, dunque, possono essere considerati distinti per molti aspetti, ma anche intesi come un unico
processo storico, che si conclude con il XVI secolo.
Il termine Rinascimento indica la rinascita della vita e
della cultura, dopo i secoli dominati dalle preoccupazioni di
carattere religioso e per il Trascendente, caratteristiche del
Medioevo. Con il Rinascimento il fenomeno pi caratteristico
dato dallampliarsi del processo di disgregazione dellunit del
sistema culturale del Medioevo. Come era stato per larte, in
questi anni la politica, la filosofia e la scienza si disposero su di
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un piano orizzontale: ogni disciplina si distacc dalle altre, rendendosi autonoma e fondandosi su di un distinto valore: lutile
per la politica, la spiegazione della natura secondo propri princpi per la filosofia, la prospettiva come cnone di bellezza perfetta per la pittura. il fenomeno che port alla nascita delle
scienze moderne nel Seicento, anticipata nellUmanesimo dal
grande sviluppo dellastrologia, dellalchimia e delle scienze
magiche: esse, sebbene in maniera magica, possedevano gi
il criterio che, nel secolo successivo, caratterizz le scienze
moderne: cercare di conoscere la natura per dominarla e sottometterla agli scopi delluomo. Con lastrologia, soprattutto,
luomo cerc di trovare una corrispondenza tra microcosmo e
macrocosmo, vedendo ripercorrere nel ciclo vitale del singolo
individuo tutta lesistenza e la struttura delluniverso intero. Si
cerc di stabilire un rapporto fra le influenze degli astri, gli elementi naturali e luomo, per consentire a questultimo di piegare la natura ai propri fini.
Da qui nacque la nuova idea pedagogica fondata sulla volont umana e sulla fiducia nei poteri della ragione e della fantasia
creatrice. Lidea della renovatio proposta dagli umanisti rimanda allimitazione dellantico e si pone come idealizzazione del
passato, ripreso e rinnovato per essere adattato alle nuove esigenze della vita umanistica. Il passato viene esaltato perch creduto modello di perfezione morale, civile e sociale. Attraverso
limitazione, dunque, si cerc di riprodurre i grandi valori del
passato. A questo significato morale e artistico si leg, per,
anche un valore religioso-spirituale. Si volle far rinascere il passato come atto di fede in una perfezione (come una verit rivelata) che viene assunta quale modello al fine di rimuovere la
realt esistente e edificarne una nuova: limitazione del passato
diventa quindi un processo creativo e di adattamento da attivare nel presente e nel futuro. La continuit sotterranea fra passa-
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Bibliografia essenziale:
E. GARIN, Educazione umanistica in Italia, Laterza, Roma-Bari 1975;
E. GARIN, Leducazione in Europa. 1400/1600, Laterza, Roma-Bari
1976.
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Lidea pedagogica nella Riforma e nella Controriforma
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funzione mediatrice della Chiesa, e laltro organizzativo-culturale, che introdusse una serie di innovazioni che liberarono la
Chiesa dal malcostume dilagante, dallimmoralit del Clero,
dallignoranza dei fedeli e del basso clero, cio i parroci di campagna, che spesso erano semi-analfabeti. In questi anni la
Chiesa provvide ad arginare gli effetti del protestantesimo,
mediante il riordino della propria dottrina e la riorganizzazione
delle proprie strutture istituzionali.
Il termine Riforma cattolica indic, invece, un vasto movimento che ebbe le sue radici nel tardo Medioevo, e che attraverso Umanesimo e Rinascimento fu vlto al rinnovamento interno della Chiesa.
Riforma e Controriforma cattolica giunsero, a un certo
punto, a intrecciarsi, contribuendo a innescare un processo di
reazione della Chiesa a difesa del papato. Gli ordini religiosi
(fra i quali si possono ricordare i Gesuiti, i fratelli delle scuole
cristiane di San Giovanni Battista de La Salle, i Barnabiti, i
Somaschi, gli Scolopi, la congregazione dellOratorio di San
Filippo Neri) costituirono unespressione delle esigenze di
riforma interiore della vita religiosa e del modo di porsi della
Chiesa nel mondo, nonch degli strumenti per mezzo dei quali
il neo-cattolicesimo della Controriforma riusc ad affermarsi
nei paesi non ancora conquistati dal protestantesimo. I seminari di nuova istituzione provvedettero alla formazione morale e
culturale dei sacerdoti, anche in funzione delleducazione popolare delle parrocchie. La Controriforma costitu una svolta che,
nella storia della Chiesa, ebbe un significato importante: segn
il passaggio dal caos allordine, da una religione fattasi strumento di potere a una religione vlta alla salvezza dellindividuo. Nel sistema della cultura, la Controriforma riport a nuova
vita la lingua latina e ripristin la centralit della Scolastica. Tra
i metodi repressivi venne ripristinata e aumentata la forza del
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tribunale della Santa Inquisizione, che condannava tutte le eresie, e in molti casi arriv anche a decretare la morte per gli
appartenenti a una setta giudicata eretica, o chi era sospettato di
idee eretiche (pensiamo allesecuzione della condanna al rogo
di Giordano Bruno avvenuta il 17 febbraio 1600, in Campo de
Fiori a Roma); inoltre venne pubblicato lIndice dei libri proibiti dalla Chiesa.
I gesuiti e la ratio studiorum
Lo strumento pi energico di difesa e di controffensiva della
Chiesa di Roma nellet della Controriforma fu rappresentato
dalla Compagnia di Ges, sorta grazie a SantIgnazio di
Loyola (1491-1556), un ex-generale spagnolo. La struttura dellordine fu contraddistinta da un vocabolario e una disciplina
militareschi, e nacque con precisi compiti: la lotta alleresia e la
difesa della Chiesa. Lordine si pose alle dirette dipendenze del
Papa, Paolo III, come corpo dassalto per lottare contro leresia
e propagare la fede cristiana nel mondo, e ai tre voti tradizionali degli ordini religiosi, obbedienza, povert e castit, ne venne
aggiunto un quarto: assoluta sottomissione al Papa e al generale dellordine.
I gesuiti intesero divulgare la cultura e leducazione cattolica in diversi modi: da una parte, tramite la realizzazione di
scuole per poveri nelle campagne, cos da educare i bambini fin
da piccoli alle regole cristiane; dallaltra, attrverso la diffusione
del messaggio evangelico anche ad altre culture, che vennero
cos convertite, a opera di varie Missioni con lo scopo di evangelizzare. A questo proposito, particolarmente importanti si
riveleranno le missioni in Cina e in tutto lestremo oriente, che
aprirono le strade alla successiva colonizzazione europea.
La formazione del gesuita era severissima, e prevedeva sia la
totale abnegazione di ogni moto spontaneo della volont e del-
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lintelligenza individuale, sia lassoluta disponibilit allobbedienza, che via di perfezione interiore e di disciplina e si
acquista mediante appositi esercizi spirituali. Importantissimo
era poi laccurato studio letterario da svolgere allinterno del
collegio, in cui la disciplina era mantenuta attraverso punizioni anche corporali, e in cui i ragazzi erano sollecitati a denunciare, attraverso la delazione, i compagni che trasgredivano le
regole.
Lordine degli studi, come venne fissato dalla Ratio atque
Institutio Studiorum Societatis Jesu, compreso nelle
Costituzioni (del 1599), distingue tre livelli: un corso di grammatica triennale, un corso di umanit e retorica biennale, e un
corso di filosofia, che coincide col ginnasio inferiore, e uno di
teologia, che corrisponde al ginnasio superiore, al liceo e alluniversit. Inoltre, era obbligatorio luso della lingua latina nel
parlato.
La scuola dei gesuiti ricevette in eredit il piano di studi
degli umanisti, cristallizzandolo per entro larea privilegiata
dello studio letterario, e limitandone cos la portata nella destinazione sociale, ristretta ai membri della futura classe dirigente. Lidea pedagogica che essa cerc di realizzare risult pertanto quella di una formazione retorica: una formazione solida che,
per, lasci scoperte molte direzioni formative individuate in
et umanistica, come leducazione allo spirito critico e alla
creativit e lesercizio pratico. Altri limiti della formazione dei
gesuiti risiedono nel fatto che non veniva data importanza alle
scienze sperimentali, e il loro insegnamento scadeva nel manierismo e nel convenzionalismo morale.
Altre scuole da ricordare dellet della Controriforma con
orientamenti culturali e metodologici di grande interesse psicologico, etico-religioso e sociale, furono: la comunit dei fratelli, il cui fondatore San Giovanni Battista de La Salle (1651-
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Bibliografia essenziale:
H. OBERMAN, I maestri della riforma, il Mulino, Bologna 1982;
J. LORTH, E. ISERLOH, Storia della riforma, il Mulino, Bologna 1974.
Opere di Ignazio di Loyola:
Esercizi spirituali, trad. it. tea, Milano 1988.
Letteratura critica sulla Controriforma:
A. PROSPERI, Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari, Einaudi, Torino 1996.
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Comenio
Johann Amos Komenski, latinizzato in Comenio (15921670), nacque in Moravia. Fu una delle maggiori figure della
pedagogia e della scuola del XVII secolo. Durante la sua vita travagliata scrisse molte opere a carattere mistico-religioso e
pedagogico didattico, tra cui le pi importanti sono: Didactica
Magna (La grande didattica), del 1631; Leggi di una scuola
ben ordinata, pubblicata nel 1653; Quadro del mondo delle
cose sensibili, del 1658.
Lampia diffusione delle sue opere fece di Comenio un personaggio famoso in tutta Europa, tanto che i governi di
Inghilterra, Svezia, Olanda e Ungheria lo invitarono a riformare i sistemi scolastici dei relativi paesi. Nominato vescovo, termin la sua vita ad Amsterdam.
Nel corso del XVII secolo la riflessione sulla problematica
delleducazione assunse una nuova consapevolezza di s e una
nuova forma sistematica. Essa partecip allesigenza di elaborare fondamenti e metodi certi, relativamente ad mbiti di indagine miranti ad acquisire uno statuto teorico rigoroso.
Pedagogia e indagine giuridico-sociale si riferirono a tematiche
per pi versi analoghe, a cominciare dalla riflessione sulla natura razionale delluomo e dal problema delle procedure pi
opportune di analisi dellessere umano.
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John Locke
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popolazioni che non le hanno, o le possiedono in maniera differente dalla nostra. Locke, comunque, non ateo, ma pensa che
Dio esista e sia la causa prima di tutte le cose.
Per il pensatore inglese le esperienze possono dividersi in
due tipi:
- esperienze esterne (le sensazioni), che derivano dai sensi
esterni;
- esperienze interne (le percezioni, la memoria, il pensiero, il
discernimento, il volere), effettuate dai sensi interni.
Le sensazioni, a loro volta, sono di 2 tipi:
- primarie, cio oggettive (figura, estensione, solidit, movimento);
- secondarie, cio soggettive (colori, suoni, odori, ecc.).
Le sensazioni vengono a costituire le idee semplici delle
cose, dalle quali derivano le idee complesse, ottenute dalla
comparazione, unione ed elaborazione delle idee semplici. Per
esempio, lidea complessa dellargento formata dalle idee
semplici di estensione, colore, peso, ecc.
Politica
Locke reputato anche il filosofo della borghesia. Il borghese colui che si fatto da s, con la propria attivit e intraprendenza: la classe pi moderna e dinamica del Seicento, rispetto alla nobilt. Dal punto di vista politico, Locke elabor una
teoria contro il governo monarchico e contro tutti i privilegi che
i nobili possedevano, senza aver fatto nulla per meritarli.
Locke fu favorevole alla moderna concezione dello stato
liberale e costituzionale, in cui il potere in mano a tutti i cittadini che eleggono i loro rappresentanti. Ipotizz, come altri
pensatori, uno stato di natura in cui gli uomini vivevano in origine liberi, ma in uno stato di guerra di tutti contro tutti. Per
poter convivere necessario stipulare un contratto sociale, che
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faccia uscire gli uomini dallo stato di barbarie tramite ladozione di leggi razionali. I cittadini non possono per, come scrisse
il filosofo inglese Thomas Hobbes nella sua opera principale, il
Leviathan (Leviatano), cedere completamente i propri diritti
naturali a un sovrano assoluto. il popolo che deve essere
sovrano, ed eleggere liberamente i propri rappresentanti in
Parlamento. I poteri dello Stato, secondo Locke, devono essere
divisi in:
a) potere legislativo: votare le leggi, che spetta al
Parlamento;
b) potere esecutivo: mettere in atto le leggi, che spetta al
Governo;
c) potere giudiziario o federativo: far rispettare le leggi, che
spetta alla Magistratura e alla polizia.
Il primato deve essere dato al potere legislativo, in quanto
il popolo che elegge i propri rappresentanti in Parlamento, e ha
il diritto di ribellarsi a uno Stato i cui governanti commettano
abusi di potere e ingiustizie.
Religione
Le teorie religiose di Locke sono esposte nellEpistola sulla
tolleranza, in cui egli sostiene che nello Stato debba esistere
una pacifica convivenza di religioni diverse, e Stato e Chiesa
debbano mantenere una vita autonoma e indipendente luno
dallaltra.
Locke rifiut lidea che il genere umano discenda da Adamo
ed Eva, e confut senza difficolt la teoria di Robert Filmer, il
quale sosteneva che il monarca ha diritto a essere tale per
discendenza diretta da Adamo o dai Patriarchi. Il cristianesimo
deve essere il pi possibile semplificato e razionalizzato, eliminando le superstizioni per diventare ragionevole.
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Pedagogia
Il pensiero pedagogico di Locke la diretta conseguenza del
suo pensiero filosofico e politico. I Pensieri sulleducazione
nascono con lintento di educare non tutta la popolazione, ma il
gentleman, cio il rampollo della nuova classe sociale emergente, la borghesia, quel ceto che, durante le trasformazioni sociali dellInghilterra del XVII secolo, entr nellindustria, nel commercio, nella finanza, e si volle affermare per mezzo delle proprie ricchezze, capacit, intelligenza, cultura, intraprendenza e
con grande spirito diniziativa.
La pedagogia proposta da Locke educa alla libert, attraverso una istruzione sciolta da precetti e norme universali; luomo
deve conquistare la libert attraverso il rigore e la disciplina,
cos da giungere allautogoverno (il self-governement). Come
abbiamo visto, gli individui nascono senza alcuna idea innata;
la mente del bambino una tabula rasa, ed lesperienza che
forma le idee nella mente. Di conseguenza, nelleducazione laspetto pi importante lapprendimento. Perci al bambino
deve essere insegnato ogni sapere e comportamento corretto,
attraverso la disciplina e luso di premi e punizioni, la lode e il
biasimo, la stima e i castighi, in una parola: la capacit di autogovernarsi.
Educare, per Locke, significa far capire agli allievi che le
capacit e le nozioni trasmesse sono ragionevoli e utili e, se si
comanda o proibisce qualcosa, non per caso, per capriccio o
per collera; importante la persuasione e luso del ragionamento anche con i bambini, i quali, se il precettore adotta le giuste
parole, sono in grado di capire.
Leducazione proposta da Locke non tende per al conformismo o allautoritarismo: lindividuo deve sviluppare la propria
personalit, e non conformarsi passivamente alle regole della
societ. Contro il verbalismo e il dogmatismo delle scuole uma-
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Leducazione nellIlluminismo
LIlluminismo una corrente di pensiero che sent una profonda fiducia ottimistica nella capacit della ragione. Nacque in
Inghilterra, si svilupp soprattutto in Francia nel XVIII secolo,
per diffondersi poi in quasi tutti i paesi dellEuropa. Si ispir
alla cultura razionalista di Cartesio, alla scienza del Seicento, al
pensiero del filosofo materialista inglese Thomas Hobbes
(1588-1679). I maggiori pensatori inglesi, primo fra tutti David
Hume (1711-1776), diedero vita a concezioni filosofiche illuministiche le quali fecero propria la dottrina della conoscenza
dellempirismo. In Francia, dove lIlluminismo ebbe il suo centro promotore pi fertile e dinamico, vissero importanti filosofi
(i philosophes) come Voltaire, Condillac, Cabanis, Destutt de
Tracy; i materialisti DHolbach e Helvtius; gli autori
dellEncyclopdie (il primo grande progetto di realizzare unopera enciclopedica monumentale in cui fosse contenuto tutto il
sapere): Diderot e DAlambert; lautore dellopera Lhomme
machine, La Mettrie. I nomi pi importanti e originali
dellIlluminismo sono, per, Charles-Louis de Secondat
barone di La Brde e di Montesquieu (1689-1755) e JeanJacques Rousseau (1712-1778).
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Gli ideali politici degli illuministi di giustizia sociale, libert, democrazia, portarono a un grande movimento politico di
stampo progressista e riformatore, che sfoci nel XVIII secolo in
due importanti rivoluzioni: quella americana contro il dominio
inglese (1773-1783), alla met del secolo, e quella francese alla
fine del XVIII secolo (1789-1792). Queste rivoluzioni realizzarono una profonda trasformazione nella societ e nelle idee
politiche, ad opera soprattutto di una nuova classe sociale in
ascesa, la borghesia, la quale volle conquistare legemonia e il
potere politico contro la nobilt e la monarchia. Gli illuministi,
mostrando lignoranza e larretratezza delle leggi e delle strutture politiche a loro precedenti e contemporanee, diedero vita,
tramite la proposta delluso della ragione e unopera di educazione alla volont illuminata, a grandi e profonde riforme politiche e sociali.
La cultura, con lIlluminismo, si allarg a vasti strati sociali
e divent sempre pi ampia e disponibile al pubblico. Si formarono centri intellettuali nelle Accademie, ma la diffusione delle
notizie, delle nuove idee e dei nuovi ideali di riforma sociale
avvenne soprattutto nei salotti, nei caff, e attraverso i giornali
che in questi anni si moltiplicarono e ampliarono la loro distribuzione.
Leducazione svolse una funzione fondamentale e indispensabile per riformare la societ illuminata; si rese indispensabile
una profonda riforma di scuole e metodi didattici. Per questo
motivo, si svilupp un ampio dibattito attorno ai problemi educativi, che prese in esame fini, metodi e contenuti dellistruzione. Fu indispensabile, per la riforma sociale, che fosse lo Stato
a prendersi cura, a proprie spese, delleducazione, e organizzasse in maniera sistematica e razionale un sistema scolastico
nazionale, che desse ordine e omogeneit ai vari gradi di scuola, preparasse e controllasse il lavoro degli insegnanti.
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Bibliografia essenziale:
A. TAGLIAPIETRA (a cura di), Che cos lilluminismo?, Bruno
Mondadori, Milano 1997
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Jean-Jacques Rousseau
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La pedagogia del Romanticismo
Il termine romantico deriva dallinglese romantic per indicare il favoloso, lo stravagante, il fantastico, lirreale. Anche se il
termine di origine inglese, il centro di diffusione del
Romanticismo fu soprattutto la Germania.
Il Romanticismo fu un movimento artistico, letterario e filosofico. Indic una nuova sensibilit, che per le sue caratteristiche si contrappose al razionalismo illuministico. Alla ragione,
che per gli illuministi era il fondamento di tutta la conoscenza,
il movimento romantico oppose il sentimento, la fantasia, lintuizione, la soggettivit, gli aspetti irrazionali della nostra pi
nascosta individualit, il sogno, linconscio. Il Romanticismo
propose una visione tragica e sentimentale della vita, in cui
luomo alla perenne ricerca dellinfinito, di qualcosa di vago,
di indeterminato, di qualcosa che non si pu esprimere completamente. Il Romanticismo ritenne che luomo fosse in grado di
sentire quella fusione totale con la realt, per cui Spirito e
Natura vengono a unificarsi in una dimensione totale che pu
essere afferrata solo tramite lintuizione, la poesia, o una visione mistica intesa come consapevolezza immediata. Il movimento romantico rivalut larte, la religione e la storia, soprattutto
il Medioevo, screditato e definito dagli Illuministi i secoli bui
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Bibliografia essenziale:
C. DE PASCALE, Il problema delleducazione in Germania dal neoumanesimo al romanticismo, Loescher, Torino 1979
S. GIVONE, La questione romantica, Laterza, Roma-Bari 1992
C. LARMORE, Leredit romantica, Feltrinelli, Milano 2000
I. BERLIN, Le radici del romanticismo, Adelphi, Milano 2001
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Johann Heinrich Pestalozzi
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Friedrich Frbel
In maniera autonoma e originale Friedrich Frbel (17821851) prese spunto dal Romanticismo e dallIdealismo tedeschi
a lui contemporanei, ispirandosi in particolar modo dal filosofo Schelling. Elabor una pedagogia che tradusse poi in istituzioni scolastiche concrete, le prime del tempo in Germania.
Comp studi disordinati, e visse in contatto diretto con la natura, lavorando nellorto-giardino del padre (un pastore protestante), facendo lunghe passeggiate nelle foreste della Turingia, e
svolgendo lattivit di apprendista forestale. Queste esperienze
furono decisive per la maturazione di un rapporto mistico-sentimentale con la natura, di cui cercava linterna struttura per
scoprire le leggi che la regolano, e avere la conferma della sua
intuizione idealistica che tutto il molteplice riconducibile
allunit, che comprende in s realt e cultura. Tutto per Froebel
unit, tutto fondato sullunit, muove dallunit, tende, conduce e ritorna allunit di tutto il cosmo, per giungere allunit
assoluta di Natura e Spirito.
La sua pedagogia, e leducazione conseguente, si basarono
su un grande sistema filosofico idealistico, che lo espose ai
rischi delleccessiva teoria, dellastrattezza e del simbolismo
didattico. Dal punto di vista metodologico si bas sulle idee di
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no non nasce come una tabula rasa, ma possiede delle potenzialit da estrinsecare in modo libero e spontaneo, per realizzare il suo sviluppo.
Esaminiamo i due periodi dello sviluppo pi approfonditamente:
1) Prima infanzia: dallo stato di poppante, in cui viene semplicemente allevato, il bambino passa allinfanzia attraverso la
comparsa del linguaggio, che gli consente di inserire nellunit
originaria indifferenziata il molteplice, e di esteriorizzare i sentimenti e le impressioni traducendoli in rappresentazioni e poi
in azioni, in una parola in grado di esprimersi. La creativit di
ogni atto umano il momento espressivo del divino che nelluomo; perci importante che le rappresentazioni siano spontanee, naturali. Lattivit fondamentale del bambino il gioco
(Frbel stato il primo a identificare infanzia con gioco), attraverso il quale egli penetra nelle cose, e queste entrano in lui; il
bambino attribuisce vita, capacit di sentire, parlare e udire a
tutto ci che lo circonda. Lattivit ludica prepara e promuove
lo sviluppo del bambino verso il disegno, il linguaggio, le attivit logico-matematiche e il futuro lavoro. Gioco, linguaggio e
disegno sono dapprima manifestazioni del mondo interno del
bambino, e diventano poi il tramite per conoscere, assumendo
quindi funzioni cognitive. Il disegno sta a met fra le parole (
unimmagine) e le cose (rappresenta le forme e i contorni): con
esso ordina e trova un nesso fra le quantit delle cose, portandolo alla conoscenza del numero (armonia). Nelleducazione
della prima infanzia sono inclusi il movimento, gli esercizi corporei, il ritmo, la musica (il canto), la danza.
2) Seconda infanzia: in questa fase il bambino comincia a
interessarsi al mondo esterno, guidato dalla curiosit e dallinteresse. Anzich esprimere la propria interiorit con un movimento centrifugo, dirige la sua attenzione sul mondo, conoscen-
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giardino), e unarea pi ampia per il lavoro in comune. In questo modo viene alla luce la dialettica fra individualit e socialit, e si soddisfa un bisogno psicologico, il possesso, strumento
fondamentale per lidentit e leducazione alla responsabilit,
attraverso il lavoro nelle propriet individuali, e lo sviluppo
della cooperazione e della collaborazione, tramite il lavoro nei
campi in comune. Allinterno del Kindergarten la didattica si
esplica attraverso luso del materiale didattico prestrutturato, i
doni cui si fatto cenno in precedenza che riproducono le
strutture fondamentali della natura e dellessere. Essi, manipolati concretamente, permettono lo sviluppo della comprensione
delle forme della realt, delle loro connessioni, la numerazione,
le qualit. In ordine di utilizzo, i sei doni sono:
sfera, realizzata in 6 gomitoli di lana in 6 tinte diverse;
sfera e cubo di legno, accompagnati dal cilindro come forma
intermedia;
Cubo diviso in 8 cubetti;
Cubo diviso in 8 tavolette;
Cubo diviso in 27 cubetti;
Cubo diviso in colonne e mattoni.
Tralasciando la funzione metafisica attribuita da Frbel ai
doni, da notare che essi hanno una loro precisa valenza didattica, e aiutano a formare i concetti di categorizzazione e classificazione, permettendo al bambino di esprimere la sua creativit attraverso attivit costruttive e fantastiche. Lattivit attraverso la quale si deve utilizzare tutto il materiale didattico il
gioco, naturale espressione del vivere del bambino, in cui la
fantasia si fonde con la realt. Esso ha valenze estetiche, cognitive, motorie, costruttive e sociali, ed un diritto dellinfanzia,
la modalit unica della prima educazione. fondamentale che
lattivit ludica sia spontanea, anche se questo non implica una
svalutazione del ruolo del precettore, il quale dovr comunque
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Johann Friedrich Herbart
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La pedagogia del Positivismo
Nella seconda met dellOttocento, il grande sviluppo economico-industriale e tecnologico della Rivoluzione industriale
port a un mutamento della visione del mondo, della conoscenza e anche, di conseguenza, della pedagogia. Il Positivismo e il
materialismo storico-dialettico (di Karl Marx e Friedrich
Engels) dominarono in questi anni; il Positivismo aveva la certezza che la ragione e la scienza potessero spiegare tutto in
modo sicuro e certo. Alla visione gi positiva dellIlluminismo,
si aggiunse lo sperimentalismo permesso dai grandi progressi
scientifici e tecnologici, con invenzioni e scoperte che modificarono il modo di vivere degli uomini e il loro modo di esperire il mondo (mezzi di comunicazioni, di trasporto, di produzione nuovi furono il fondamento materiale per il nuovo orientamento di pensiero: telefono, radiotelegrafia, macchina per scrivere, raggi x, fonografo, cinema, bicicletta, automobili, dirigibili e aereoplani, tramway elettrici, navi a motore e sommergibili).
Atteggiamenti tipici e caratteristici della mentalit positivista furono lesaltazione incondizionata delle scienze particolari
e del loro metodo di ricerca empirica e analitica, la fiducia di
poter estendere tale metodo a tutti i campi della realt (compre-
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si luomo, la psicologia umana, la societ umana e leducazione), la negazione alla filosofia e particolarmente alla metafisica di un proprio campo dindagine e di un loro metodo specifico, con conseguente riduzione della loro attivit a sistemazione dei dati e delle conquiste scientifiche, quindi a fondazione e giustificazione dei procedimenti gnoseologici ed epistemologici dello scienziato. In sostanza: la filosofia venne considerata ancella di tante scienze isolate, poi ri-composte e ri-compattate in un sistema totale.
Rest intatta, nel Positivismo, una fiducia illuministica nel
continuo progresso della scienza, con un corrispondente costante miglioramento morale e sociale, e una ottimistica certezza
che grazie ai risultati della scienza, prima o poi, si potranno
conoscere e risolvere tutti i problemi.
Causalismo e determinismo meccanicistico rimasero presenti, trasformandosi in riduttivismo e scientismo. Gli elementi di
cui si compone il mondo vennero considerati elementi omogenei e passibili di essere studiati con lo stesso unico metodo della
scienza.
Con la fede nel progresso, nella scienza, nella tecnologia e
nellindustrializzazione, che avrebbero portato luomo a liberarsi sempre pi dai bisogni concreti, il Positivismo bas la sua
ricerca sul mondo naturale, sulloggettivit e necessit delle
cose, del mondo, delle leggi, attraverso una rigorosa osservazione dei fatti e dei dati di esperienza, cos da poter applicare lo
stesso metodo delle scienze oggettive anche alluomo e alla
societ. Il Positivismo pedagogico, in generale, propose: che
leducazione formi il bambino alla vita e alla convivenza sociale; che leducatore sia preparato scientificamente; di attribuire
importanza alla psicologia; che la scuola e leducazione debbano essere laiche; di utilizzare il metodo oggettivo; di far uso
della percezione sensibile come fondamento delle conoscenze
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razionali. Esalta limportanza dellosservazione e dellesperimento anche nella ricerca pedagogica, formulando leggi delleducazione.
Come ogni tendenza di pensiero che si affermi, gli elementi
eccessivi e autodistruttori dello scientismo positivistico furono
caratteristici e presenti pi nella mentalit dilagante dei personaggi meno noti e meno importanti, che negli scienziati e
filosofi pi seri. Infatti lesaltazione irrazionale della tecnologia, lelezione a dogma assoluto della scienza, dopo che si era
voluta distruggere la metafisica proprio per le sue pretese di
assolutezza, furono atteggiamenti tipici di piccoli scienziati
poco originali, che abbracciavano un sapere come una scuola,
acriticamente, decantandolo illimitatamente.
I grandi pensatori e teorici del Positivismo (August Comte,
Ernest Renan, Hippolyte Taine in Francia; James Stuart Mill,
Herbert Spencer in Inghilterra; Roberto Ardig, Aristide
Gabelli e Andrea Angiulli in Italia), invece, stemperarono la
visione ottimistica, prendendo in considerazionc pi aspetti
possibili di critica, meditando prudentemente i procedimenti del
proprio pensiero.
John Stuart Mill (1806-1873) e Herbert Spencer (18201903) si ispirarono allevoluzionismo di Charles Darwin
(1809-1882), portandolo sul piano sociale, ricollegando luomo
alle forme inferiori di vita in una unit e continuit evolutiva. Si
origin il darwinismo sociale, con risvolti piuttosto inquietanti
specie quando ci si rifer a esso a proposito delle persone pi
deboli, malate o handicappate, o quando ci si serv di esso per
giustificare e legittimare operazioni espansionistiche o imperialistiche: da questo deriv anche un darwinismo pedagogico, che
legittim e giustific come positive la competitivit e la selezione scolastica.
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Herbert Spencer (1820-1903) critic e si oppose alleducazione tradizionale, libresca, astratta e sostenne la necessit di
reimpostare i curricola e i programmi su base pi moderna. Le
prime nozioni da insegnare devono essere quelle di pi immediata utilit, che preparino alla vita concreta: fisiologia, igiene,
educazione fisica (che servono alla conservazione della specie);
poi le discipline scientifiche: biologia, matematica, chimica e
geologia (che servono alla propria professione e allo sviluppo
industriale); infine le conoscenze utili ai genitori nellallevamento dei figli: principi di alimentazione, educazione del
corpo. saperi morali e intellettuali, elementi di psicologia. Alla
base vi lidea che il bambino, nel suo sviluppo debba ripercorrere in breve levoluzione di tutta lumanit (il bambino visto
come luomo primitivo: deve essere lasciato libero di esprimersi secondo natura e far emergere i propri bisogni, ma deve
anche essere aiutato a imparare le nuove tecniche di adattamento allambiente). Il processo della conoscenza nelluomo procede dal semplice al complesso, dallindefinito al finito, dal concreto allastratto, dallempirico al razionale.
Auguste Comte (1798-1857) fu allievo e collaboratore di
Saint-Simon, ma se ne stacc presto poich riteneva che la
nuova societ industriale non potesse sorgere per mezzo di una
semplice azione politica, bens doveva essere preparata e preceduta da una profonda rivoluzione intellettuale e morale. Egli
ritenne che si possono cambiare le istituzioni solo dopo aver
cambiato le opinioni e i sistemi filosofici. Nel suo Corso di filosofia positiva (1830-1842), in 6 volumi, egli riordin tutte il
sapere secondo una scala delle scienze con in cima la sociologia (fondata come scienza) e present anche alcune importanti
riflessioni sulleducazione, pi adatta alla civilt moderna e
industriale.
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Bibliografia essenziale:
S. POGGI, Introduzione al Positivismo, Laterza, Roma-Bari 1987
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La pedagogia italiana tra XIX e XX secolo
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diretta. Sostenne che la scuola debba essere laica e professionale. Il curriculum che propose ricalc quello di Spencer, con il
primato della scienza rispetto alle discipline umanistiche. Per
Ardig, in linea con il Positivismo, non esiste nulla di inconoscibile, la scienza pu arrivare a conoscere tutto, e leducazione pu modellare gli uomini per i propri fini.
Il metodo delle sorelle Agazzi
Rosa (1866-1951) e Carolina (1870-1945) Agazzi nacquero a Volongo, in provincia di Cremona, e fondarono a
Mompiano, in provincia di Brescia, nel 1895, un asilo, chiamato la casa dei bambini.
Il lavoro teorico fu il frutto soprattutto del lavoro intellettuale di Rosa Agazzi, la quale pubblic numerose opere, fra cui:
Come intendo il museo didattico nelleducazione dellinfanzia
e della fanciullezza (1923); Larte delle piccole mani (1929);
Guida per educatrici dellinfanzia (1932).
Nella loro casa dei bambini, rifiutando il convenzionalismo delle sale di custodia e lo scolasticismo nozionistico, incoraggiarono le attivit individuali dei bambini, concedendo libero sfogo alle loro forme di vita spontanea. Con la casa dei
bambini di Mompiano, diretta da Rosa dal 1896 in poi, diedero lavvio a una riforma delleducazione infantile che serv da
esempio a molti asili che sorsero in seguito col nome e utilizzando il metodo delle sorelle Agazzi.
Considerarono lasilo per linfanzia la continuazione della
vita allinterno della famiglia cercarono di realizzarlo in collaborazione con la famiglia. Ebbero molta cura delligiene, della
cura e della pulizia personali.
Il loro metodo si fondava sulla spontaneit e sullesperienza
personale dei bambini, i quali vivevano in comunit, attendevano a lavori vari, alternati alla musica, al canto, alla conoscenza
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Bibliografia essenziale:
G. LOMBARDO RADICE, Il metodo Agazzi, La Nuova Italia, Firenze 1952
F. CAMBI, La pedagogia borghese nellItalia moderna, La Nuova Italia,
Firenze 1974
D. MARCHI, La scuola e la pedagogia del Risorgimento, Loescher,
Torino 1985.
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Karl Marx e Friedrich Engels
Nella seconda met dell800, se il Positivismo esalt i valori laici e lorganizzazione sociale ed educativa della classe borghese, con il mito del progresso, la fiducia nella scienza e nella
tecnologia, il Socialismo, daltro canto, espresse la posizione,
lideologia e i valori della classe antagonista, il proletariato. Il
movimento socialista esalt i valori di solidariet, uguaglianza,
partecipazione popolare al governo, delineando una societ
senza classi. Il socialismo si avvi, gi prima del 1848, con le
posizioni del socialismo utopico (soprattutto con Fourier in
Francia e Owen in Inghilterra), per poi definirsi in modo scientifico attraverso lopera di Karl Marx (1818-1883) e
Friedrich Engels (1820-1895), autori tra laltro del Manifesto
del Partito Comunista (1847-48), e fondatori del materialismo
storico: filosofi, teorici delleconomia e politici allo stesso
tempo, elaborarono anche alcune proposte intorno allistruzione.
Fin da subito il socialismo evidenzi, oltre a un nucleo centrale di problematiche politiche, anche interessi pedagogici,
esaltando gli ideali di giustizia sociale e di uguaglianza tra gli
uomini, con il principio di solidariet e di libert allinterno
delle classiche istituzioni sociali: la famiglia, la fabbrica, lo
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Stato. Colse in maniera consapevole il legame stretto tra educazione e societ, tra pedagogia e politica. La cultura socialista
non fece nessun richiamo al Trascendente (a Dio) e cerc laffermazione di ideali umani in cui le condizioni di vita delle
masse popolari non fossero caratterizzate dallo sfruttamento e
dallignoranza. Per Marx ed Engels la pedagogia doveva essere
impostata su una rigorosa base storico-materialista, contro ogni
metafisica astratta, ed evidenziare limportanza delle condizioni economico-sociali in cui lindividuo viveva e maturava per la
formazione e il pensiero delluomo.
Per Marx, luomo, attraverso il proprio lavoro e la sua dialettica rivoluzionaria, attivo e prepara il proprio riscatto. Il
lavoro lattivit propria delluomo e dunque va messo al centro anche della formazione individuale. Il lavoro attivit dialettica in quanto capace di mutare, attraverso la lotta di classe
da parte degli operai in senso rivoluzionario, le condizioni di
alienazione che storicamente contraddistinguono luomo.
Contro lindividuo unilaterale e specializzato, Marx credette
che levoluzione economico-politica della societ moderna portasse alla formazione di un uomo nuovo che avrebbe riunito
in s le attivit manuali e intellettuali, in maniera completa e
armonica. Marx ed Engels criticarono listruzione popolare,
rimasta circoscritta alle attivit di leggere, scrivere, far di conto
e al catechismo religioso. Sottolinearono la dipendenza delleducazione dalla societ, cio dalla classe dominante che decide
chi e come educare. In questo modo leducazione era vista
come uno strumento ideologico che esprime le concezioni della
classe al potere, venendo a rimarcare la divisione tra le classi
sociali (borghesia e proletariato), con indirizzi scolastici diversificati.
Evidenziando le oggettive condizioni di miseria e sfruttamento in cui i fanciulli delle classi povere vivevano (gli studi
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zione degli individui, tutti uguali fra loro (aspetto che fu privilegiato soprattutto l dove il socialismo reale si afferm, e cio
nella Russia post-rivoluzionaria in URSS sino alla caduta del
regime comunista nel 1989 e la nascita della C.S.I. nel 1991).
La cultura marxiana si diffuse in tutta Europa e venne portata
avanti da molti studiosi, fra i quali, in Italia, alla fine del XIX
secolo Antonio Labriola (1843-1904) e nel XX secolo Antonio
Gramsci (1891-1937), che ripens i principi metodologici del
marxismo, realizzando una delle pi ricche e pi alte esperienze pedagogiche del marxismo. La sua esperienza influ notevolmente sulla pedagogia italiana del secondo dopoguerra, guidando la strategia educativa del PCI e ispirando molti pedagogisti
italiani di oggi, fra cui Dina Bertoni Jovine, Lucio Lombardo
Radice, Mario Alighiero Manacorda.
Leducazione marxista
Per Marx leducazione deveva essere intellettuale, fisica e
tecnica, e trovare il completamento nel lavoro produttivo, che
non il semplice lavoro manuale, in quanto prevede la pianificazione e la specializzazione dellattivit produttiva.
In Russia, allindomani della Rivoluzione dottobre del
1917, si cerc di rifondare leducazione e la pedagogia in modo
non borghese, ispirandosi al materialismo storico e dialettico
del marxismo. In questo periodo due erano le correnti pedagogiche maggiormente diffuse in Russia, leducazione libera e leducazione scientifica, a cui si aggiunse la pedagogia socialista.
a) Leducazione libera si rifaceva a Rousseau e a Tolstoy, e
sottolineava limportanza della spontaneit e della creativit
individuale. Per lenfasi posta sulla libert poteva rientrare nella
costruzione della nuova societ sovietica senza stato, formata
da individui liberi e uguali.
b) La pedagogia scientifica continuava a essere borghese,
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Anton Siemionovic Makarenko
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Attivismo: scuole nuove e scuole attive
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e al dinamismo spontaneo del fanciullo. Limportanza di attivit non solo intellettuali, ma anche di manipolazione, che rispettino la natura globale del fanciullo, furono affermate, in
maniere diverse fra loro, un po da tutti i rappresentanti del rinnovamento scolastico novecentesco, e della scuola attiva
(come venne definita dal ginevrino Pierre Bovet) a partire dai
grandi nomi quali John Dewey (1859-1952) negli Stati Uniti,
Maria Montessori (1870-1952) in Italia, Ovide Decroly
(1871-1932) in Belgio, douard Claparde (1873-1940) in
Svizzera (direttore allIstituto Jean-Jacques Rousseau di
Ginevra, dove pi tardi avrebbe lavorato Jean Piaget, fondando
il Centro di Epistemologia genetica), fino ai nomi meno noti
come Hellen Parkhurst (1887-1973) che fu attiva a New York
ispirandosi alle posizioni montessoriane, Carleton W.
Washburne (1889-1968) operante vicino a Chicago, Roger
Cousinet (1882-1973) in Francia, Clestin Freinet (18961966) che dalla Francia ebbe ampia diffusione in Europa e
soprattutto in Italia.
Il movimento delle scuole nuove fu accompagnato da un
intenso lavoro di elaborazione teorica, mettendo in luce i fondamenti filosofici e scientifici che sono alla base della pedagogia. Gli autori Montessori, Dewey, Decroly, ecc. elaborano
teorie molto diverse fra loro, ma condivisero alcuni aspetti
caratteristici del rinnovamento delle scuole attive (il cui massimo rappresentante si pu considerare Dewey).
Lattivismo colleg strettamente la pedagogia alle scienze
umane, soprattutto alla psicologia e alla sociologia, e ne indic
anche le implicazioni politiche (in senso democratico) e antropologiche (per formare un uomo pi libero e felice, pi intelligente e creativo).
Questo movimento oper una svolta profonda nella pedagogia occidentale, durante i primi cinquantanni del XX secolo,
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3) tenere in grande considerazione le motivazioni e gli interessi dei bambini, spinti cos a cercare di conoscere e a sviluppare un migliore apprendimento;
4) la centralit dello studio dellambiente in cui il bambino
vive, ma anche dellambiente in cui si svolge il processo educativo, perch proprio dalla realt che lo circonda il fanciullo riceve stimolo allapprendimento;
5) laccento sulla socializzazione, considerata un bisogno
primario del bambino che deve essere soddisfatto e incentivato;
6) limportanza di un atteggiamento anti-autoritaristico, per
rinnovare profondamente la tradizione educativa e scolastica
che fino ad allora continuava a dare importanza ai fini delladulto a scapito delle esigenze del bambino;
7) lanti-intellettualismo: il non dare importanza cio solo ai
contenuti culturali dei programmi scolastici, ma valorizzare una
organizzazione delle conoscenze pi libera da parte del discente, per dotarlo di strumenti utili ad affrontare meglio il mondo
anzich di una massa di informazioni frammentarie e disarticolate, imparate in maniera mnemonica.
Bibliografia essenziale:
L. BORGHI, Il fondamento delleducazione attiva, La Nuova Italia,
Firenze 1952
A. ATTISANI, Problemi e prospettive di scuola attiva, Armando, Roma
1968.
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Maria Montessori
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Il metodo educativo proposto dalla sua pedagogia scientifica fu molto innovatore rispetto al passato. Se Frbel vedeva un
bambino ludico, la Montessori intese il suo bambino come
laborioso, impegnato nei suoi lavori svolti allinterno della
Casa dei bambini, in maniera dinamica e attiva; il bambino
non deve giocare per puro divertimento, per tenersi impegnato,
ma deve essere coinvolto nelle sue attivit. Tutto questo non
deve far pensare a un metodo duro, impositivo, coercitivo, dogmatico; al contrario, si debbono rispettare bisogni e interessi del
soggetto da educare, che laborioso perch segue la sua natura; il bambino si impegna spontaneamente, perch si diverte,
perch ogni cosa una nuova scoperta su cui concentrarsi ed
esercitarsi; quel bambino tutto frivolezze e pianti che molti
conoscono il prodotto dei genitori che lo viziano, lo tengono
sempre sotto il loro controllo, risolvendogli tutti i problemi,
anche i pi piccoli e insignificanti.
Il metodo della Montessori ebbe poca diffusione in Italia
negli anni in cui oper la pedagogista, perch richiedeva uno
sforzo finanziario molto alto e insostenibile a causa della grave
situazione economica in cui versava lItalia allinizio del
Novecento: fu necessario costruire gli asili che richiesero strutture particolari, fornire il materiale didattico, formare gli insegnanti. Si prefer quindi adottare il metodo Agazzi, molto meno
impegnativo e pi economico.
Inoltre, la Montessori fu perseguitata dal fascismo, dopo gli
anni 20 e costretta a riparare allestero. Viaggi in tutto il
mondo, realizzando numerose esperienze pedagogiche, fra le
quali importanti furono quelle in India. Soggiorn a lungo in
Olanda, dove mor. Solo nel secondo dopoguerra il metodo e gli
asili in stile Montessori si diffusero anche in Italia.
Le sue opere principali sono: Il metodo della pedagogia
scientifica applicata alleducazione infantile nelle Case dei
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risolvere loro ogni problema, anche solo per prendere un oggetto o aprire una porta, controllandoli sempre e offrendo troppe
cose gi fatte, rendendo i bambini dipendenti, passivi, invece
che attivi, liberi e autonomi. Per raggiungere lautosufficienza,
il fanciullo deve imparare da solo a fare ci che potenzialmente in grado di fare: deve cio autoeducarsi, e raggiungere cos
lautonomia.
Pertanto bisogna partire da zero con leducazione: costruire
un nuovo tipo di asilo e utilizzare un nuovo metodo, assieme a
nuovo materiale didattico strutturato. Tutto dovr essere a misura di bambino, vale a dire in miniatura, piccolo e basso, in
modo che egli sia in grado di fare tutto da solo: aprire le porte,
accendere gli interruttori, prendere e rimettere in ordine gli
oggetti dagli scaffali, andare in bagno da solo e altro ancora.
Tutto a sua disposizione, ferme restando la sicurezza e la continua supervisione e attenzione degli insegnanti. Senza dipendere dalladulto, il bambino lavorer impegnato, con piacere e
rendimento. Il gioco previsto dalla Montessori, ma non come
attivit fine a se stessa; deve invece intendersi come momento
della formazione della personalit del fanciullo, fondamentale
per sviluppare la creativit. Bisogna invece criticare molto
severamente il gioco fine a se stesso e lutilizzo di giocattoli per
distrarre o tenere impegnato il bambino. Lambiente proporzionato, creato nellasilo Montessori, assolse anche un
altro compito: quello di educare al bello, inteso come unestetica ordinata.
La vita scolastica, inoltre, anche vita di gruppo, perci
bene che i bambini si organizzino tra loro, formino dei gruppi,
lavorino in coppia e vengano rispettati dagli adulti, che dovranno cercare di non interferire nei gruppi e non aiutare i fanciulli,
ma lasciare che facciano da soli; il cmpito del maestro, quindi, sar quello di essere una buona guida. Il maestro deve avere
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John Dewey
John Dewey (1859-1952), filosofo e pedagogista statunitense, attento alla vita, alla cultura e alla scienza del Novecento,
nella sua lunga vita partecip in maniera consapevole alle grandi trasformazioni che la societ occidentale ha subito tra il XIX
e il XX secolo. Egli risent delle influenze culturali di Morris e
del Pragmatismo di Charles Pierce e William James. Il
Pragmatismo fu quella filosofia, maturata alla fine dell800, che
considera come verit ci che azione pratica e concreta utile
allaffermarsi delluomo nella societ. Questa corrente di pensiero diede vita, per opera di James e Granville Stanley Hall
primo psicologo che si occup dei problemi evolutivi alla psicologia funzionalista; assieme al Funzionalismo e alla Scuola
Progressiva di Dewey, fu la pi chiara espressione della tipica
mentalit americana, migliorista, ottimista, pragmatica, di chi
vuole affermarsi rapidamente e in maniera attiva, trasformando
il mondo e la natura alle proprie esigenze, e di chi deve risolvere in breve tempo i problemi di adattamento e convivenza con
un mondo fino ad allora impervio e selvaggio.
Al fondo della visione pragmatista ci furono laffermazione
dei diritti naturali originari e indipendenti dal vivere sociale, la
fiducia nelle capacit dellindividuo, lavversione per ogni
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interpretare e modificare la realt, in modo da adattarsi attivamente ai mutamenti sociali ed economici del mondo contemporaneo, al fine di realizzare una pacifica convivenza in democrazia. Il processo educativo che porta alla democrazia possibile
solo tramite una comunicazione continua, tanto per chi trasmette quanto per chi riceve; leducazione non unistruzione formalistica: un processo di nutrizione, di allevamento, di coltivazione, crescita, perch come la vita, anche leducazione
sviluppo; come la vita non ha altro fine che vivere, cos la crescita mira soltanto a una crescita ulteriore. importante che
linsegnante conosca gli interessi dei bambini per porli in un
rapporto attivo con lambiente, perci i docenti debbono essere
preparati, oltre che nelle loro discipline, anche in altre scienze,
in filosofia, in biologia, sociologia, psicologia.
Leducazione deve essere una pratica continua che guida lazione al miglioramento della societ e deve incentrarsi su forme
di attivit pratica, utili per la cultura e la societ. Il pensiero
sempre legato allazione, lo strumento che guida la conquista
attiva dellambiente. importante osservare i dati a disposizione, far osservare il bambino, per poi sperimentare le ipotesi
poste. La ricerca e la conoscenza, sia allinterno della scuola
che a livello scientifico debbono essere sempre aperte alla novit e mai porsi come risultato ultimo e definitivo. La scienza
deve avere grande onest intellettuale e apertura mentale,
cogliendo la profonda connessione fra individuo e societ, e
deve sempre essere consapevole di essere ricerca continua. Per
questa ragione pertanto Dewey fu estremamente critico nei confronti del Positivismo, e della pretesa infallibilit della scienza.
Anche la pedagogia e il lavoro didattico devono essere
scientifici in questi termini, cio aperti alla novit, al cambiamento e alla loro possibile falsificazione. Pertanto leducazione
non consiste nellapplicazione pura e semplice delle indicazio-
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Al contrario dei pedagogisti neo-idealisti italiani, che negarono il metodo in nome della creativit dello spirito, Dewey
sostenne che un metodo deve essere utilizzato; non per in
maniera dogmatica, ma in base allesperienza, scegliendo quello pi efficace e didatticamente produttivo e, comunque, aperto
alla novit e alle modifiche. In Italia la pedagogia di Dewey fu
a lungo ostacolata, sia dalleducazione di stampo cattolico, perch la pedagogia dello statunitense era laica, sia dal versante
marxista, perch espressione della cultura borghese americana.
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Ovide Decroly
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