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Meditazioni MetaIisiche












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1. Io ho gia loccalo quesle due queslioni di Dio e deII'anina unana neI discoiso
fiancese che diedi aIIe slanpe neII'anno 1637, iiguaido aI nelodo pei len conduiie Ia
piopiia iagione, e ceicaie Ia veiila peIIe scienze. Non aIIo scopo di liallaine aIIoia
veianenle a fondo, na soIo cone di sfuggila, a fine di appiendeie, pei nezzo deI.
giudizio, che se ne faielle, in quaI nodo aviei dovulo liallaine in appiesso. Lsse
infalli ni sono senpie senliale di laIe inpoilanza, che giudicai len fallo paiIaine pi
di una voIla, ed iI cannino che io peicoiio pei spiegaiIe cos poco lallulo, e cos
Ionlano daIIa via oidinaiia, che non ho ciedulo che fosse uliIe nosliaiIo in fiancese, ed
in un discoiso che polesse esseie Iello da lulli, pei pauia che gIi spiiili deloIi
ciedesseio che fosse Ioio peinesso di lenlai quesla via.

2. Oia, avendo piegalo in queI discoiso suI nelodo lulli queIIi che avesseio
liovalo nei niei sciilli quaIcosa degna di censuia di faini iI favoie di avveiliinene,
non ni si nuIIa olliellalo di nolevoIe se non due cose, su cio che avevo dello
iiguaido a quesle due queslioni, aIIe quaIi olliezioni vogIio iispondeie qui in poche
paioIe, piina d'inliapiendeie Ia Ioio spiegazione pi esalla.

3. La piina che, daI fallo che Io spiiilo unano, iifIellendo su se slesso, conosce
di non esseie aIlio che una cosa che pensa, non segue che Ia sua naluia o Ia sua essenza
sia soIanenle iI pensaie, in guisa laIe che quesla paioIa soIanenle escIuda lulle Ie aIlie
cose di cui si polielle foise anche diie che appailengono aIIa naluia deII'anina. AIIa
quaIe olliezione io iispondo che, in queI Iuogo, non eia nia inlenzione di escIudeiIe
secondo I'oidine deIIa veiila deIIa cosa (deIIa quaIe non liallavo aIIoia), na soIo
secondo I'oidine deI nio pensieio. Cos che iI nio senlinenlo eia che io non conoscevo
nuIIa che sapessi appaileneie aIIa nia essenza, se non che eio una cosa che pensa, o
una cosa che ha in s Ia facoIla di pensaie. Oia faio vedeie qui appiesso cone, daI fallo
che io non conosco nuII'aIlio che appailenga aIIa nia essenza, segue che non vi
neppuie nienle aIlio che in effelli Ie appailenga.

4. La seconda olliezione che, daI fallo che io ho in ne I'idea di una cosa pi
peifella di queI che io sia, non segue punlo che quesla idea sia pi peifella di ne, e
noIlo neno che queIIo che iappiesenlalo da quesla idea esisla. Ma io iispondo che in
quesla paioIa Idea v' qui deII'equivoco. Ioiche, o essa puo essei piesa naleiiaInenle
cone una opeiazione deI nio inleIIello, ed in queslo senso non si puo diie che essa sia
pi peifella di ne, o essa puo esseie piesa oggellivanenle pei Ia cosa che
iappiesenlala da queII'opeiazione, Ia quaIe, lenche non si supponga che esisla fuoii
deI nio inleIIello, puo nondineno esseie pi peifella di ne, secondo Ia sua essenza.
Oia, neI seguilo di queslo liallalo faio vedeie pi anpianenle cone, da cio soIo che ho
in ne I'idea di una cosa pi peifella di ne, segua che quesla cosa veianenle esisle.

5. Di pi, ho vislo anche due aIlii sciilli allaslanza anpi su quesla naleiia, na
che non conlallevano lanlo Ie nie iagioni, quanlo Ie nie concIusioni, e cio con
aigonenli lialli dai Iuoghi conuni degIi alei. Ma poich quesla soila d'aigonenli non
possono faie nessuna inpiessione suIIo spiiilo di queIIi che inlendeianno lene Ie nie
iagioni, e poiche i giudizi di paiecchie peisone sono cos deloIi e cos poco iagionevoIi
che si Iasciano noIlo pi spesso convinceie daIIe piine opinioni, pei quanlo faIse e
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Ionlane daIIa iagione possano esseie, che da una confulazione soIida e veia, na senlila
soIo in appiesso, non vogIio iispondeie qui, pei pauia di esseie innanzi lullo ollIigalo
a iipoilaie ceile olliezioni. Diio soIanenle in geneiaIe che lullo queI che dicono gIi
alei pei inpugnaie I'esislenza di Dio dipende senpie, o daI fingeie in Dio affezioni
unane, o daII'avei alliiluilo ai noslii spiiili lanla foiza e saggezza da fai piesuneie di
deleininaie e conpiendeie cio che Dio puo e deve faie, di guisa che lullo queIIo che
essi dicono non ci daia nessuna difficoIla, puiche soIlanlo ci iicoidiano che dolliano
consideiaie i noslii spiiili cone cose finile e Iinilale, e Dio cone un esseie infinilo e
inconpiensiliIe.

6. Oia, dopo avei in ceilo nodo conosciulo i giudizi degIi uonini io affionlo da
capo Ie queslioni di Dio e deII'anina unana, e insiene piendo a gellaie Ie fondanenla
deIIa fiIosofia piina, na senza allendeie Iode aIcuna daI voIgo, n speiaie che iI nio
Iilio sia Iello da noIli. AI conliaiio, io non consigIieio nai a nessuno di IeggeiIo, se
non a queIIi che voiianno con ne nedilaie seiianenle, e che polianno slaccaie iI Ioio
spiiilo daI conneicio dei sensi, e IileiaiIo inleianenle da ogni soila di piegiudizi, e
quesli io so anche lioppo che sono in piccoIissino nuneio. Ma pei queIIi che, senza
cuiaisi noIlo deII'oidine e deI Iegane dei niei iagionanenli, si diveiliianno a caviIIaie
su ognuna deIIe paili, cone fanno paiecchi, queIIi, dico, non liaiianno gian piofillo
daIIa Ielluia di queslo liallalo. L lenche foise possano liovaie occasione di faie deIIe
osseivazionceIIe ninule in paiecchi punli, a gian pena polianno olliellaie quaIcosa di
uigenle, o che sia degno di iisposla.

7. L poiche io non pionello agIi aIlii di soddisfaiIi a piina visla, e non piesuno
lanlo di ne da ciedeie di polei pievedeie lullo queI che polia piesenlaie deIIe
difficoIla a ciascuno, espoiio dappiina in quesle Medilazioni gIi slessi pensieii, pei
quaIi son convinlo di esseie peivenulo ad una ceila ed evidenle conoscenza deIIa
veiila, a fine di vedeie se, pei nezzo deIIe slesse iagioni che ni hanno peisuaso, polio
anche peisuadeine degIi aIlii. Dopo, iispondeio aIIe olliezioni che ni sono slale falle
da peisone d'ingegno e di dolliina, a cui ho invialo Ie nie Medilazioni in esane piina
di nelleiIe in islanpa, essi infalli ne ne hanno nosse in s gian nuneio, e di cos
diffeienli, che oso lene iipionelleini che saia difficiIe ad aIlii di piopoine di
inpoilanli che non siano slale gia loccale. Lcco peiche suppIico, queIIi che
desideieianno Ieggeie quesle Medilazioni di non foinaisene aIcun giudizio, senza
piina esseisi dala Ia pena di Ieggeie lulle queIIe olliezioni e Ie iisposle che vi ho falle.

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1. Cia da quaIche lenpo, ed anzi fin dai niei piini anni, ni sono accoilo di
quanle faIsila ho consideialo cone veie, e quanlo siano dullie lulle Ie concIusioni che
poi ho desunlo da quesle lasi, ho conpieso dunque che aIneno una voIla neIIa vila
lulle quesle convinzioni devono esseie sovveilile, e di nuovo si deve iiconinciaie fin
dai piini fondanenli, se nai io desideii fissaie quaIcosa che sia saIdo e duialuio neIIe
scienze. Quesla lullavia senliava esseie un'opeia assai inpegnaliva, ed aspellavo
dunque un'ela che fosse cos naluia da non doveine aspellaie un'aIlia pi adalla pei
inpadioniisi di laIi discipIine. L peicio ho alleso lanlo da esseie poi in coIpa se, queI
lenpo che iinane pei agiie, Io consunassi neI piendeie decisioni. L peicio
oppoilunanenle oggi ho Iileialo Ia nenle da lulle Ie pieoccupazioni, |18j ni sono
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piocuialo una quiele lolaIe, ne ne slo soIo, e quindi avio lenpo di disliuggeie
lolaInenle, con seiiela e Iileila, lulle Ie nie anliche opinioni.

2. Iei olleneie queslo iisuIlalo non saia d'aIlia paile necessaiio dinosliaie che
'queIIe opinioni' sono lulle faIse, cosa che foise non iiusciiei nai ad olleneie, na
poiche oinai Ia iagione ni peisuade che lisogna leneie accuialanenle Ionlano ogni
assenso daIIe convinzioni che non sono assoIulanenle ceile e indulilaliIi, non neno
che daIIe pioposizioni che sono apeilanenle faIse, lasleia quesla consideiazione pei
iespingeiIe lulle, se lioveio in ciascuna un quaIche nolivo di dullio. Non Ie dovio
esaninaie quindi lulle in nanieia pailicoIaieggiala, cosa che iichiedeielle un Iavoio
infinilo. Ma poiche, loIli i fondanenli, lullo queIIo che edificalo sopia quesli piincipi
cadia da se, affionleio sulilo piopiio quei piincipi sui quaIi poggiava cio che un
lenpo ho ciedulo.

3. Tullo cio appunlo che fino ad oia ho annesso cone veio aI nassino giado,
I'ho liallo dai sensi o pei nezzo dei sensi, lullavia ni sono accoilo laIvoIla che essi
ingannano, ed alleggianenlo piudenle non fidaisi nai di queIIi che ci hanno
ingannalo anche soIo una voIla.

4. Ma, sellene i sensi laIvoIla ci ingannino iiguaido ad aIcuni pailicoIaii ninuli e
naiginaIi, lullavia vi sono noIlissine aIlie opinioni deIIe quaIi non si puo chiaianenle
dulilaie, sellene siano desunle da ess Ai, cone ad esenpio che io sono qui, slo sedulo
piesso iI fuoco, indosso Ia nia veslagIia inveinaIe, locco con Ie nani queslo fogIio, e
cose siniIi. Ma in che nodo si polielle negaie che piopiio quesle nani, e che lullo
queslo coipo sia nio` A neno che non ni consideii siniIe a quei pazzi |19j iI cui
ceiveIIo luilalo e offuscalo da un vapoie cos oslinalo, piovenienle daIIa liIe neia,
che essi affeinano con lenacia di esseie dei ie nenlie sono poveiissini, oppuie veslili
di poipoia nenlie sono nudi, o di aveie un capo fallo di coccio, o di esseie deIIe
enoini zucche, o di esseie falli di velio. Ma cosloio sono pazzi e, se adallassi a ne un
quaIche esenpio pieso da Ioio, non senlieiei neno pazzo io slesso.

5. enissino dunque, cone se non fossi un uono che soIilo doiniie Ia nolle, e
nei sogni piovaie lulle queIIe innagini, e laIvoIla anche neno veiosiniIi di queIIe che
piovano cosloio da svegIi. Quanle voIle poi iI iiposo nolluino ni fa ciedeie veie lulle
quesle cose aliluaIi, ad esenpio che io sono qui, che sono veslilo, che sono sedulo
accanlo aI fuoco, nenlie invece sono spogIialo e sleso lia Ie IenzuoIa! Lppuie oia vedo
con occhi che sono sicuianenle desli queslo fogIio, queslo nio capo che nuovo non
addoinenlalo, slendo quesla nano con pienezza di ssi e di inleIIello e peicepisco: chi
doine non avielle sensazioni lanlo piecise. Cone se poi non ni iicoidassi che anche
aIlie voIle neI sogno sono slalo ingannalo da siniIi pensieii, e nenlie consideio pi
allenlanenle lullo cio, vedo che iI sonno, pei sicuii indizi, non puo esseie dislinlo nai
daIIa vegIia con lanla ceilezza che ni slupisco, e queslo slupoie laIe che quasi ni
confeina I'opinione che slo doinendo.

6. Ois dunque, innaginiano di sognaie e che non siano veii quesli pailicoIaii
~ che cio noi apiiano gIi occhi, nuoviano Ia lesla, slendiano Ie nani ~ e che foise
non Ie alliano neppuie Ie nani, e nenneno lullo queslo coipo. Tullavia di sicuio
lisogna annelleie che queI che ci appaie neI sogno iichiana aIcune innagini dipinle,
che non hanno polulo esseie iappiesenlale se non ad innagine deIIe cose veie e ieaIi,
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e peicio aIneno quesle cose geneiaIi, gIi occhi cio, iI capo, Ie nani e lullo iI coipo, non
sono oggelli innaginaii, na veii e ieaIi. L infalli anche gIi slessi pilloii, anche |2Oj
quando si adopeiano a iappiesenlaie neIIe foine pi inusilale Ie Siiene ed i Saliii, non
possono Ioio assegnaie deIIe foine naluiaIi conpIelanenle nuove, na si Iinilano a
nescoIaie insiene Ie nenlia di diveisi aninaIi, se poi si da iI caso che essi escogilino
anche quaIcosa di cos nuovo che nienle di siniIe sia nai slalo vislo, o che sia
conpIelanenle ailefallo e faIso, lullavia devono esseie veii aIneno i coIoii, con i quaIi
conpongono quesla Ioio innagine. L pei un uguaIe nolivo, sellene anche lulle
quesle cose geneiaIi, cio gIi occhi, iI capo, Ie nani ed aIlie cose siniIi, possano esseie
innaginaiie, lullavia lisogna annelleie necessaiianenle che vi sono ancoia deIIe
cose pi senpIici e univeisaIi, che sono veie ed esislenli, daIIa nescoIanza deIIe quaIi,
cos cone daIIa nescoIanza dei coIoii veii, sono foinale lulle quesle innagini deIIe
cose che sono neI noslio pensieio, siano esseie veie e ieaIi, oppuie finle e innaginaiie.

7. Di queslo geneie senliano esseie Ia naluia coipoiea conunenenle inlesa e Ia
sua eslensione, aIIo slesso nodo Ia figuia deIIe cose eslese, ed aIIo slesso nodo Ia Ioio
quanlila, Ia Ioio giandezza ed iI nuneio, aIIo slesso nodo iI Iuogo neI quaIe si liovano,
iI lenpo in cui duiano e siniIi.

8. L peicio da queslo polieno con quaIche iagione concIudeie che Ia fisica,
I'asliononia, Ia nedicina e lulle Ie aIlie discipIine che dipendono daIIa consideiazione
deIIe cose conposle, sono ceilo dullie, nenlie I'aiilnelica, Ia geoneliia ed aIlie
scienze di laI geneie, che non liallano se non di cose senpIicissine ed oIlienodo
geneiaIi, e poco si cuiano se esse si liovino neIIa naluia o no, conlengono quaIcosa di
ceilo e di scevio da ogni dullio. Infalli sia che io sia svegIio, sia che doina, due pi lie
fanno cinque e iI quadialo non puo aveie pi Iali di quallio, e non senlia che possa
accadeie che veiila lanlo evidenli cadano in sospello di faIsila.

9. Tullavia len fissa neIIa nia nenle una opinione assai inveleiala, cio che
esisle Dio che puo ogni cosa, e daI quaIe sono slalo ciealo cos cone sono. Ma quaIe
piova ho che egIi non allia fallo in nodo che non esisla aIcuna leiia, aIcun cieIo, aIcun
coipo esleso, aIcuna figuia, aIcuna giandezza, aIcun Iuogo, e lullavia lulle quesle cose
ni appaiano esisleie non diveisanenle da cio che oia ni appaie` Ld inoIlie, aIIo slesso
nodo in cui giudico che laIvoIla gIi aIlii si slagIiano iiguaido a cio che iilengono di
sapeie peifellanenle, non puo accadeie che ni slagIi ogni quaI voIla sonno insiene
due e lie, o conlo i Iali di un quadialo, o giudico di quaIche cosa ancoia pi faciIe, se si
puo innaginaie quaIcosa di pi faciIe di queslo` Ma foise Dio non ha voIulo che fossi
cos ingannalo, ed infalli viene definilo cone sonnanenle luono. Ma annelliano
che sia conliaiio aIIa sua lonla I'aveini ciealo laIe che ni inganni senpie: da quesla
slessa lonla senlieielle anche esseie aIieno iI peinelleie che ni inganni laIvoIla, e
quesl'uIlina cosa lullavia non si puo affeinaie con sicuiezza.

1O. Vi polielleio lullavia esseie deIIe peisone che piefeiiielleio negaie un Dio
lanlo polenle, piulloslo che ciedeie che lulle Ie aIlie cose sono inceile. Ma non ci
nelliano in conliaslo pei oia con Ioio, e annelliano puie che sia una favoIa lullo cio
che viene dello di Dio. Innaginino puie quesle peisone che io sia peivenulo aI punlo
in cui sono o pei deslino, o pei caso, o pei una ininleiiolla seiie di evenli, o in quaIsiasi
aIlio nodo, e daI nonenlo che esseie ingannali ed eiiaie una quaIche inpeifezione,
quanlo neno polenle saia I'auloie deIIa nia oiigine che esse ni assegneianno, lanlo
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pi piolaliIe saia che io sia cos inpeifello da slagIiaini senpie. Ceilo non so che
iispondeie a quesli aigonenli, na infine sono cosliello a confessaie che non c' nienle,
lia Ie cose che un lenpo iilenevo veie, di cui non sia Iecilo dulilaie, e cio pei nolivi
non fuliIi, na vaIidi e nedilali, e quindi dello sospendeie ogni assenso da quesli
piincipi, non neno che da piincipi apeilanenle faIsi |22j, se vogIio liovaie quaIcosa di
ceilo.

11. Ma non lasla aveie inluilo cio, lisogna faie in nodo che ne seili nenoiia,
infalli Ie opinioni consuele conlinuanenle iicoiiono, e si inpadioniscono deIIa nia
cieduIila cone soggiogala daIIa Iunga consueludine e da una soila di diiillo nalo daIIa
faniIiaiila con esse, quasi anche senza che io Io vogIia davveio. Non snelleio nai di
assenliie e di avei fiducia in esse, finche iileiio che siano quaIi sono in ieaIla, e cio in
quaIche nodo dullie, cone gia si noslialo, na lullavia noIlo piolaliIi e laIi che sia
noIlo pi iagionevoIe iI ciedeiIe che non iI negaiIe. L peicio, cone iilengo, non faio
naIe se, avendo iivoIlo Ia voIonla in lull'aIlia diiezione, ni inganneio da ne slesso, e
pei quaIche lenpo Ie consideieio deI lullo faIse e innaginaiie, aIneno finlanloche
nessuna calliva aliludine faccia pi deviaie iI nio giudizio daIIa iella peicezione deIIe
cose, cone se si fosseio equiIiliali daII'una e daII'aIlia paile i pesi dei piegiudizi. L
infalli so che da queslo piocedinenlo non deiiveia pi aIcun peiicoIo di eiioie, e che
non posso cedeie pi deI giuslo aIIa nia diffidenza, daI nonenlo che oia ni occupo
non di piolIeni pialici, na soIlanlo di piolIeni conoscilivi.

12. Suppoiio dunque che non Dio, sonno lene, fonle di veiila, na un genio
naIigno, sonnanenle polenle ed aslulo, allia poslo ogni suo sfoizo ad ingannaini,
iileiio che iI cieIo, I'aiia, Ia leiia, i coIoii, Ie figuie, i suoni e lullo iI nondo esleino non
siano aIlio che inganni di sogni, con i quaIi ha ceicalo di ingannaie Ia nia cieduIila.
Consideieio |23j di non avei nani, n occhi, n caine, n sangue, n aIlii sensi, na di
ciedeie faIsanenle di aveie lullo queslo, iinaiio oslinalanenle fisso neIIa nedilazione
di cio, e cos, anche se non in nio poleie di conosceie quaIcosa di veio, aIneno ~ e
cio dipende da ne ~ ni guaideio con coslanza di iagionanenlo daII'assenliie aI faIso,
e ceicheio che queslo ingannaloie, pei quanlo polenle e pei quanlo scaIlio sia, non
possa inpoini nuIIa. Ma quesla decisione penosa, ed una ceila pigiizia ni iiconduce
aIIa vila aIIa quaIe eio alilualo. Non diveisanenle da un piigionieio, che neI sonno
godeva di una innaginaiia Iileila, quando poi conincia a sospellaie di slaie
doinendo, lene di svegIiaisi, e si allandona noIIenenle aIIe sue doIci iIIusioni, cos
senza accoigeinene iicado neIIe vecchie opinioni, leno di svegIiaini, pieoccupalo di
doveie in seguilo viveie in una vegIia falicosa che liene dielio ad un piacevoIe iiposo:
non in una quaIche Iuce, na lia Ie inesliicaliIi lenelie deIIe difficoIla che sono slale
suscilale.

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1. Sono slalo gellalo in lanli dulli daIIa nedilazione di ieii, da non poleini pi
dinenlicaie di essi, e non vedo lullavia in che nodo possano esseie iisoIli. Cone se
fossi |24j cadulo aII'inpiovviso in un piofondo goigo, sono cos luilalo da non polei
posaie iI nio piede suI fondo, e da non poleie nenneno iisaIiie a fioi d'acqua.
Tullavia ni sfoizeio e lenleio di nuovo Ia slessa via neIIa quaIe ni eio incanninalo
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ieii, iinuovendo cio lullo cio che annelle un sia pui ninino dullio, piopiio cone
se avessi sicuianenle conpieso che lullo faIso. Conlinueio poi fino a conosceie
quaIcosa di ceilo, o, quanlo neno, fino a iaggiungeie quesla soIa ceilezza, che non vi
nuIIa di ceilo. Nienle, se non un punlo, che fosse saIdo e innulaliIe, iichiedeva
Aichinede pei sposlaie daIIa sua sede lulla Ia leiia, si possono dunque nuliiie Ie pi
giandi speianze, se lioveio anche Ia pi piccoIa cosa che sia saIda e inanoviliIe.

2. Suppongo dunque che lullo queIIo che vedo sia faIso, ciedo che non sia nai
esislila nuIIa di queIIe cose che una faIIace nenoiia ni iipiopone, non ho
assoIulanenle nessuno dei sensi, iI coipo, Ia figuia, I'eslensione, iI nolo, iI Iuogo, Io
spazio sono deIIe puie chineie. QuaIe saia dunque Ia veiila` Ioise queslo soIo, che
non vi nuIIa di ceilo.

3. Ma in lase a quaIi consideiazioni so che non vi nuIIa di diveiso daIIe aIlie che
ho passalo in iassegna oi oia, nuIIa su cui non ci sia iI lenche ninino nolivo di
dulilaie` Ioise vi un quaIche Dio, o con quaIunque aIlio none Io si vogIia chianaie,
che ni ispiia piopiio quesli pensieii` Ieiche poi doviei pensaiIa in quesla nanieia,
quando ne poliei foise esseie Iauloie io slesso` Ioise dunque aIneno io sono
quaIcosa` Ma gia ho negalo di aveie dei sensi, un coipo. Tullavia iinango invischialo
in quesli dulli. Che deiiva |25j infalli da cio` Sono dunque cos Iegalo aI coipo e ai
sensi, da non polei esisleie senza di essi` Ma ni sono convinlo che non c'
assoIulanenle nienle aI nondo, che non c' iI cieIo, che non c' Ia leiia, che non ci sono
spiiili, che non ci sono coipi. Non foise veio quindi che anche io non esislo` Lppuie
ceilanenle io esislevo, se ho avulo quaIche peisuasione. Ma vi un non so quaIe
ingannaloie, sonnanenle polenle, sonnanenle aslulo, che di pioposilo ni inganna
senpie. Senza dullio dunque anche io sono, se ni inganna, _e ni inganni puie quanlo
puo, lullavia non faia nai in nodo che io sia nuIIa, nenlie penso di esseie quaIcosa.
Cossiche, dopo avei vagIialo in nanieia accuialissina lulli gIi aspelli deI piolIena,
aIIa fine lisogna iileneie vaIido queslo: Ia pioposizione "Io sono, io esislo", ogni quaI
voIla viene da ne espiessa o anche soIo concepila con Ia nenle, necessaiianenle
veia.

4. Ma non capisco allaslanza lene queslo, chi nai io sia, che gia esislo
necessaiianenle. InoIlie lisogna che io ni guaidi daI piendeie inpiudenlenenle
quaIccosaIlio aI nio poslo, e cos eiii anche in queIIa conoscenza che soslengo esseie
sonnanenle ceila ed evidenle. L peicio oia di nuovo nedileio su che cosa nai
ciedessi di esseie una voIla, piina di cadeie in laIi pensieii e ne deduiio lullo cio che, i
lase ai iagionanenli falli, pole esseie anche nininanenle dinoslialo vano, in nanieia
laIe che iinanga piecisanenle soIo cio che ceilo e indisculiliIe.

5. Che cosa dunque piina ho pensalo di esseie` Lvidenlenenle ho pensalo di
esseie un uono. Ma che cosa un uono` Diio foise che un aninaIe dolalo di
iagione` No, peiche poi ci si dovielle chiedeie che cosa sia un "aninaIe", che cosa "
iazionaIe ", e cos da un soIo piolIena cadiei in piolIeni pi nuneiosi e pi difficiIi.
Ne ho lanlo lenpo Iiio da voIeine alusaie in nezzo a solligIiezze di laI geneie.
Iiulloslo, ni feineio a quesla donanda: che cosa sponlaneanenle |26j e con Ia guida
deIIa naluia iicoiieva piina aI nio pensieio, ogni quaI voIla consideiavo che cosa
fossi` Ceilo ni veniva in nenle in piino Iuogo di aveie un voIlo, deIIe nani, deIIe
liaccia, e lulla quesla nacchina deIIe nenlia, quaIe si vede anche in un cadaveie, e
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che chianavo coI none di coipo. Mi veniva poi in nenle che ni nuliivo, canninavo,
senlivo, pensavo, azioni che ceilo iifeiivo aII'anina. Ma che cosa fosse poi quesl'anina,
o non Io avveilivo, o innaginavo un non so che di incoipoieo cone iI venlo, o iI fuoco,
o I'eleie, che fosse congiunlo sliellanenle con Ie nie paili pi spesse. Riguaido aI
coipo, poi, non dulilavo neppuie, na eio convinlo di conosceie chiaianenle Ia sua
naluia. Se avessi lenlalo di desciiveie cone Ia concepivo con Ia nenle, I'aviei spiegala
cos: pei coipo inlendo lullo cio che adallo ad esseie incIuso in una ceila figuia, ad
esseie deleininalo da un Iuogo, e a iienpiie Io spazio in nanieia laIe da escIudeie da
esso ogni aIlio coipo, che puo esseie peicepilo daI lallo, daIIa visla, daII'udilo, daI
guslo o daII'odoialo, e che neIIo slesso lenpo puo esseie nosso in noIli nodi, non
lullavia da se slesso, na da quaIche aIlia cosa da cui sia loccalo. Infalli, quanlo
aII'aveie Ia foiza di nuoveisi da s, e neIIo slesso lenpo di senliie e di pensaie, in
nessun nodo Io giudicavo peilinenle aIIa naluia deI coipo, ed anzi piulloslo ni
slupivo che laIi facoIla si polesseio liovaie in aIcuni coipi.

6. L che cosa devo pensaie oia, quando suppongo che un polenlissino
ingannaloie ~ e, se giuslo diiIo, naIigno ~ si adopeia in ogni nodo ad ingannaini
quanlo puo` Iosso dunque affeinaie di possedeie, anche se in ninina paile, queIIe
facoIla caialleiisliche che gia ho dello iiguaidaie Ia naluia deI coipo` |27j Mi
concenlio, penso, iiesanino, non ni viene in nenle nienle, invano ni sfoizo di
iiesaninaie senpie Ie slesse cose. L cosa poi deIIe facoIla che alliiluivo aII'anina`
Nuliiisi o canninaie` DaI nonenlo che non ho un coipo, anche quesle non sono che
finzioni. Iiovaie sensazioni` Lppuie anche queslo non avviene senza iI coipo, e ni
senlialo di piovaie noIle sensazioni neI sonno, che poi ni sono accoilo di non avei
piovalo. Iensaie` Ho liovalo: iI pensieio, quesla soIa facoIla non puo esseie slaccala
da ne. "Io sono, io esislo", ceilo. Ma pei quanlo lenpo` Lvidenlenenle pei lullo iI
lenpo che penso, infalli polielle anche accadeie che, se cessassi da ogni pensieio,
cessassi di esseie lullo quanlo. Iin qui non annello se non cio che necessaiianenle
veio, e dunque sono esallanenle soIlanlo una cosa che pensa, cio una nenle, un
anino, un inleIIello o piulloslo una iagione, paioIe che piina eiano, pei ne, piive di
significalo. Ma dunque sono una cosa, e che esisle ieaInenle. Ma quaIe cosa` L'ho
dello: una cosa che pensa.

7. L che aIlio` Ceicheio di innaginaiIo. Non sono queII'insiene di nenlia, che
si chiana coipo unano, non sono neanche un quaIche lenue soffio infusa in quesle
nenlia, non venlo, non fuoco, non vapoie, non aIilo, nuIIa di lullo cio che ni posso
innaginaie, ho pieso infalli cone punlo di pailenza che lullo queslo sia nuIIa. Ma
iinane queslo piincipio: che lullavia io sono quaIcosa. Ma foise accade, che quesle
slesse cose, che suppongo non siano nienle daI nonenlo che ni sono ignole, lullavia
neIIa ieaIla non siano diffeienli da queII'io che conosco` Non so, non disculo su queslo:
posso giungeie ad un giudizio soIo suI conlo di cio che ni nolo. Ho capilo che esislo:
na ni chiedo chi sia queII'io che ho conosciulo. L ceilissino che Ia conoscenza di
quesla ieaIla cos piecisanenle deleininala non dipenda da queIIe cose che |28j non so
ancoia se esislono, e dunque da nessuna di queIIe cose che ni iappiesenlo con
I'innaginazione. Ld anche queslo veilo, innagino, ni annonisce deI nio eiioie.
Infalli fingeiei ieaInenle, se innaginassi di esseie quaIcosa, poiche innaginaie non
nienl'aIlio che conlenpIaie Ia figuia o innagine di una ieaIla coipoiea. Cia dunque
sono sicuio di esseie, e lullavia puo accadeie che lulle queIIe innagini, e
geneiaInenle lullo cio che si puo iifeiiie aIIa naluia deI coipo non siano aIlio che
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sogni. Avendo cio conpieso, ni senlia di esseie non neno in difficoIla quando dico:
"ni allandoneio aII'innaginazione pei iiconosceie pi dislinlanenle chi nai io sia"
che se dicessi: "sono svegIio, vedo quaIcosa di veio, na poiche non scoigo Ie cose con
sufficienle evidenza, ni addoinenleio a leIIa posla, peiche i sogni ni iappiesenlino
quesla slessa ieaIla in nanieia pi conciela ed evidenle". L peicio conosco che nuIIa di
queIIe cose che posso conpiendeie con I'aiulo deII'innaginazione sono peilinenli a
queIIa conoscenza che ho di ne slesso, e che Ia nenle deve esseie con sonna diIigenza
lenula Ionlana da lullo cio, pei olleneie che possa conosceie neIIa nanieia pi dislinla
Ia sua piopiia naluia.

8. Ma che cosa sono dunque` Una cosa che pensa. L che cos' essa` Ceilo una
cosa che dulila, conpiende, affeina, nega, vuoIe, disvuoIe, innagina anche e
peicepisce.

9. Tullo queslo non poco, se lullo queslo ni iiguaida. Ma peiche non ni
dovielle iiguaidaie` Non sono piopiio io che dulilo quasi di lullo, na che lullavia
conpiendo quaIcosa, che affeino soIo queslo cone veio e nego lulle Ie aIlie cose, che
desideio sapeie di pi, che non vogIio esseie ingannalo, che ni cieo lanle
innaginazioni pui non voIendo, e avveilo noIle aIlie cose cone se venisseio dai
sensi` Che cosa c' lia quesle cose |29j che non sia veio aIIo slesso nodo che iI fallo che
io sono, sellene doina senpie, sellene anche coIui che ni ha ciealo, pei quanlo in
suo poleie, ni inganni` Che cosa c' che puo esseie diviso daI nio pensieio` Cosa c'
che si possa diie sepaialo da ne slesso` Infalli lanlo nanifeslo che sono io che
dulilo, che conpiendo, che vogIio, che non c' lisogno di aIlio con cui cio si possa
spiegaie pi chiaianenle. Ld anche sono io slesso che innagino. Infalli anche se, cone
ho supposlo, nessuna cosa innaginala sia veia, lullavia Ia foiza slessa
deII'innaginaie esisle ieaInenle, e fa paile deI nio pensieio. Infine sono io slesso che
senlo, oppuie che avveilo Ie ieaIla coipoiee cone alliaveiso i sensi, ad esenpio vedo
Ia Iuce, odo i iunoii, avveilo iI caIoie. Ma quesle appaienze sono faIse, infalli doino.
Ma sicuianenle ni senlia di vedeie, di udiie, di piovaie caIdo. Queslo non puo
esseie faIso, queslo piopiianenle cio che in ne si chiana senliie, e queslo, cos
piecisanenle pieso, non nuII'aIlio che pensaie.

1O. Da lulle quesle consideiazioni dunque conincio a capiie aIquanlo negIio chi
nai io sia. Ma lullavia senlia ancoia che Ie ieaIla coipoiee, Ie cui innagini si foinano
pei nezzo deI pensieio, e che gIi slessi sensi espIoiano, possano esseie conosciule in
nanieia noIlo pi dislinla di queI nonsoche di ne che non cade sollo Ia nia
innaginazione ~ sellene ceilanenle sia sliano che queIIe cose che avveilo cone
dullie, ignole, diveise da ne, vengano conpiese da ne in nanieia pi dislinla di cio
che veio, che in uIlina islanza conosciulo suI conlo di ne slesso. Ma vedo cosa
accade: Ia nia nenle gode di snaiiiisi e non soppoila di esseie liallenula denlio i
confini deIIa veiila. Sia puie dunque cos, e IascianoIe ancoia una voIla Ie liigIie iI pi
Ienle possiliIe |3Oj, peiche, quando poco dopo liiiano di nuovo Ie iedini in nanieia
oppoiluna, soppoili pi faciInenle di esseie guidala.

11. Consideiiano queIIe cose che geneiaInenle si iiliene vengano conpiese neIIa
nanieia pi dislinla: cio i coipi che locchiano, che vediano, non ceilo i coipi
conunenenle inlesi ~ infalli quesle peicezioni geneiaIi sogIiono esseie aIquanlo pi
confuse ~ na uno in pailicoIaie. Iiendiano, ad esenpio, quesla ceia: da pochissino
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slala piesa dai favi, non ha ancoia peiso ogni liaccia deI sapoie deI nieIe, conseiva
ancoia un quaIche piofuno dei fioii dai quaIi slala iaccoIla, iI suo coIoie, Ia sua
figuia, Ia sua giandezza sono nanifesle, duia, fiedda, si locca faciInenle, e, se Ia
locchi con un dilo, enelleia un suono, sono piesenli in essa lulle queIIe quaIila che ci
senlia dellano esseici peiche un coipo possa esseie conosciulo neIIa nanieia pi
dislinla. Ma ecco, nenlie paiIo, viene avvicinala aI fuoco, vengono eIininali i iesli deI
sapoie, evapoia I'odoie, nula iI coIoie, vengono eIininali i conloini, ciesce Ia
giandezza, diviene Iiquida, diviene caIda, a slenlo si puo loccaie ne, se Ia locchi,
enelleia un suono. L senpie Ia slessa ceia` isogna diie di s, nessuno Io nega,
nessuno ciede diveisanenle. Che cosa eia dunque in essa che si peicepiva lanlo
dislinlanenle` Ceilo nessuna di queIIe cose che iaggiungevo coi sensi, e infalli lullo
cio che veniva peicepilo daI guslo, daII'odoialo, daIIa visla, daI lallo o daII'udilo
nulalo, iinane conunque ceia.

12. Ioise eia queIIo che penso oia: che Ia ceia slessa cio non fosse quesla
doIcezza deI nieIe, ne queIIa fiagianza dei fioii, ne iI coIoie lianco, ne Ia figuia, ne iI
suono, na un coipo che poco fa ni appaiiva evidenle in quei nodi, ed oia in foine
diveise. Cosa dunque piecisanenle queslo che innagino cos` |31j Consideiiano
allenlanenle e, eIininalo lullo cio che non iiguaida Ia ceia, vediano queI che iinane:
ceilo nuII'aIlio che quaIcosa di esleso, fIessiliIe, nulevoIe. Che cosa poi queslo che
fIessiliIe e nulevoIe` Ioise queIIo che innagino, che quesla ceia si possa canliaie
daIIa figuia iolonda in quadiala, o da quesla si possa canliaie in liiangoIaie` Iei
nuIIa. Infalli conpiendo che puo esseie capace di innuneievoIi nulazioni di laIe lipo,
na non posso lullavia con I'innaginazione passaie in iassegna lulli quesli infinili
canlianenli, ne dunque queslo concello puo esseie iaggiunlo nedianle
I'innaginazione. Che cosa I'eslensione` Ioise non Ia slessa eslensione sconosciula`
Infalli neIIa ceia che si sla Iiquefacendo naggioie, naggioie quando iiloIIe, e pi
giande ancoia se aunenla iI caIoie, ne giudicheiei lene che cosa Ia ceia, se non
pensassi che essa puo iaggiungeie anche vaiiela noIlo pi nuneiose, iiguaido
aII'eslensione, di quanlo possa nai concepiie con Ia nia innaginazione. Rinane
dunque che io annella che non posso nenneno innaginaie cosa sia quesla ceia, na
posso cogIieiIo soIlanlo con Ia nenle, e dico di quesla che ho qui in pailicoIaie, deIIa
ceia conunenenle inlesa, infalli, pi chiaio. Che cosa dunque quesla ceia, che non
si conpiende se non con Ia nenle` Ceilo Ia slessa che vedo, che locco, che innagino,
ed infine Ia slessa che pensavo esseie aII'inizio. Lppuie, cosa che da nolaie, Ia sua
peicezione non dipende daIIa visla, non daI lallo, non daIIa innaginazione, e non Io fu
nai, sellene piina senliasse cos, na soIo da una invesligazione deIIa nenle, che
puo esseie inpeifella e confusa, cone eia piina, o chiaia e dislinla, cone oia, a
seconda che pi o neno ni avvicini con I'allenzione a queIIe cose daIIe quaIi foinala.

13. Ma ni slupisco, fiallanlo, di quanlo Ia nia nenle possa cadeie neII'eiioie.
Infalli sellene consideii lullo cio in siIenzio e senza |32j espiineie aIcun suono,
lullavia iinango allaccalo aIIe slesse paioIe, e quasi sono ingannalo daIIo slesso uso
deIIa Iingua. Diciano infalli di vedeie Ia ceia slessa, se qui piesenle, na non di
giudicaie che essa esisle in ieIazione aI coIoie e aIIa figuia. In lase a queslo concIudeiei
sulilo: dunque Ia ceia viene conosciula alliaveiso Ia visla, e non daII'esane deIIa
nenle se pei caso non avessi gia scoilo da una fineslia degIi uonini che passano pei Ia
piazza, e affeino di vedeie piopiio degIi uonini in lase aIIa consueludine, aIIo slesso
nodo di cio che affeino a pioposilo deIIa ceia. Ma che cos'aIlio vedo se non leiielli e
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vesli, sollo i quaIi polielleio nascondeisi degIi auloni` Ma giudico che siano degIi
uonini. L quindi queIIo che pensavo di vedeie con gIi occhi in ieaIla Io conpiendo con
Ia soIa facoIla di giudizio, che neIIa nenle.

14. Ma si veigogni piulloslo coIui che, desideiando esseie pi sapienle deI voIgo,
liova naleiia di dullio daIIe foine di paiIaie che iI voIgo usa. Iioseguiano dunque
oIlie e consideiiano: foise io peicepivo cosa fosse Ia ceia in nanieia pi peifella e pi
evidenle, non appena I'ho visla, ed ho ciedulo di poleiIa conosceie piopiio con i sensi
esleini o aIneno con queIIo che chianano senso conune, cio con Ia polenza
deII'innaginazione` oppuie Ia conosco negIio adesso, dopo avei invesligalo con
naggioi diIigenza sia cosa essa sia, sia cone viene conosciula` Ceilo, saielle iidicoIo
dulilaie di queslo, infalli cosa c' slalo di dislinlo in queIIa piina peicezione` che cosa
che non polesse esseie coIlo da quaIsiasi aninaIe` Ma poi, quando dislinguo Ia ceia
daIIe sue foine esleine e Ia consideio nuda, cone se fosse spogIiala daIIe sue vesli,
sellene ancoia ci possa esseie un eiioie neI nio giudizio, lullavia in ieaIla non Io
posso cogIieie senza I'allivila deIIa nenle unana.

15. |33jChe cosa dunque doviei diie di quesla slessa nenle, o piulloslo di ne
slesso` Ld infalli fin qui non annello che in ne ci sia nuII'aIlio che Ia nenle. Che cosa
sono io ~ dico a queslo punlo ~ che senlio peicepiie in nanieia lanlo dislinla quesla
ceia` Non conosco foise ne slesso non soIlanlo con noIla naggioie veiila e con noIla
naggioie ceilezza, na anche in nanieia pi dislinla ed evidenle` Infalli, se giudico
che Ia ceia esisle pei iI fallo che Ia vedo, ceilo ne consegue in nanieia noIlo pi
evidenle che esisla anche io slesso pei iI fallo che Ia vedo. Iuo infalli accadeie che cio
che vedo non sia veianenle ceia, puo accadeie aIIo slesso nodo che io non allia
neppuie occhi con cui vedeie quaIcosa, lullavia, quando vedo ~ o piulloslo, cosa che
non dislinguo pi, quando penso di vedeie ~ assoIulanenle inpossiliIe che queII'io
slesso che pensa non sia quaIcosa. AIIo slesso nodo, se giudico che Ia ceia esisle pei iI
fallo che Ia locco, si veiificheia Ia slessa condizione, e cio che io sono. O pei iI fallo di
innaginaiIa o pei quaIsiasi aIlia causa, avviene senpie Ia slessa cosa. Ma quesla
veiila che ho iaggiunlo iiguaido aIIa ceia, Ia si puo appIicaie a lulle Ie aIlie cose che
sono posle fuoii di ne. Oidunque, se Ia peicezione deIIa ceia senliala pi dislinla
dopo che ni si piesenlala, e non soIo ad opeia deIIa visla e deI lallo, na pei pi
cause, quanlo pi dislinlanenle lisogna annelleie che io possa esseie conosciulo da
ne slesso, daI nonenlo che lulle Ie iagioni che possono seiviie aIIa peicezione deIIa
ceia o di quaIsiasi aIlio coipo dinosliano ancoi negIio Ia naluia deIIa nia nenle! Ma
neIIa slessa nenle si liovano ancoia lanle di queIIe cose che possono conliiluiie a
chiaiiine Ia naluia, che queIIe che vanno daI coipo aIIa nenle non neiilano nenneno
di esseie indicale.

16. Ld ecco, infine, che sponlaneanenle sono loinalo a queIIo a cui |34j voIevo
giungeie. Infalli, poiche oia ni nolo che gIi slessi coipi non sono peicepili
piopiianenle dai sensi, o daIIa facoIla deII'innaginazione, na iappiesenlali daI soIo
inleIIello, e non vengono peicepili pei iI fallo che sono loccali o veduli, na soIlanlo pei
iI fallo che sono conpiesi, conosco apeilanenle che nuIIa puo esseie iappiesenlalo da
ne in nanieia pi faciIe ed evidenle deIIa nia nenle. Ma daI nonenlo che Ia
consueludine con una anlica opinione non puo esseie allandonala lanlo pieslo, ni
piace feinaini qui, peiche quesla nuova conquisla deIIa nenle si possa inpiineie
neIIa nia nenoiia giazie ad una duievoIe nedilazione.
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1. Oia chiudeio gIi occhi, luieio Ie oiecchie, escIudeio lulli i sensi ed eIinineio
daI nio pensieio anche lulle Ie innagini deIIe cose coipoiee. Ioiche queslo si puo faie
a slenlo, quanlo neno non ne leiio nessun conlo, cone se fosseio vuole e faIse.
IaiIando soIo con ne e guaidando pi in piofondila, ceicheio di iendeini poco a poco
pi nolo e faniIiaie a ne slesso. Io sono una cosa che pensa, cio che dulila, affeina,
nega, conpiende poche cose e noIle ne ignoia, vuoIe, disvuoIe, ed innagina anche, e
senle. Cone infalli ho nolalo piina, sellene queIIo che senlo ed innagino fuoii di ne
foise non sia nuIIa, lullavia sono ceilo che quei nodi di pensaie ~ che, essendo soIo
dei nodi di pensaie, chiano sensazioni e innaginazioni |35j ~ sono in ne.

2. Con quesle poche paioIe ho passalo in iassegna lullo queIIo che so ieaInenle, o
aIneno queIIo che ho avveililo di conosceie fino a queslo nonenlo. Oia osseiveio con
naggioie diIigenza se, fino ad oia, pei caso vi siano aIlie cose piesso di ne che non ho
ancoia scoilo. Sono ceilo di esseie una cosa che pensa. Ioise dunque so anche che cosa
iichieslo pei esseie ceilo di quaIche cosa` In quesla piina conoscenza, dunque, non
vi nuII'aIlio fuoiche una chiaia e dislinla peicezione di cio che affeino, e quesla ceilo
non lasleielle pei iendeini sicuio deIIa veiila deIIa cosa, se nai ni polesse accadeie
che fosse faIso cio che puie allia peicepilo in nanieia cos chiaia e dislinla, e quindi
gia ni senlia di polei slaliIiie, cone iegoIa geneiaIe, che veio lullo cio che
concepisco in nanieia noIlo chiaia e dislinla.

3. Lppuie ho piina annesso cone deI lullo ceile e nanifesle deIIe cose che ni
sono ieso conlo esseie dullie. L quaIi sono slale dunque quesle cose` Ceilo Ia leiia, iI
cieIo, gIi aslii e lulle Ie aIlie cose di cui ni appiopiiavo pei nezzo dei sensi. Che cosa
dunque peicepivo chiaianenle di quesle cose` Che Ie idee di laIi cose, o piulloslo i
pensieii, si aggiiavano neIIa nia nenle. Ma neppuie oia nello in dullio che queIIe
idee siano in ne. Lia peio quaIcosa di diveiso queIIo che affeinavo, e che anche pei Ia
consueludine deIIe nie convinzioni iilenevo di scoigeie chiaianenle, na che in ieaIla
non peicepivo, e cio che vi fosseio deIIe cose fuoii di ne daIIe quaIi piocedevano
quesle idee, cose in lullo siniIi a Ioio. Lia in queslo che ni slagIiavo. Se poi iI nio
giudizio eia giuslo, di sicuio cio non ni accadeva pei Ia foiza deIIa nia peicezione.

4. L che` quando iiguaido aIIoggello deII'aiilnelica o deIIa geoneliia |36j
consideiavo quaIcosa sicuianenle noIlo senpIice e faciIe, cone che due pi lie fanno
cinque, o cose siniIi, foise non Ie inluivo in nanieia sufficienlenenle nella da polei
affeinaie che fosseio veie` Lvidenlenenle ho giudicalo di non polei dulilaie di cio
soIo peiche ni veniva in nenle che un quaIche Dio avesse polulo insliIIaie in ne una
laIe naluia da polei esseie ingannalo anche iiguaido a cio che senliava assoIulanenle
nanifeslo. Ma ogni quaI voIla ni viene in nenle quesla opinione piina concepila suIIa
sonna polenza di Dio, non posso non annelleie che, se soIo Io voIesse, saielle faciIe
pei Iui faie in nodo che io cada in eiioie anche in cio che iilengo di inluiie con gIi
occhi deIIa nenle neIIa nanieia pi nilida. Ogni voIla che ni voIgo a queIIe cose che
iilengo di peicepiie con giande chiaiezza, sono peisuaso da esse in nanieia cos
evidenle che sponlaneanenle ni liovo ad affeinaie ad aIla voce e con sicuiezza: "Mi
inganni puie chi puo, lullavia non faia nai in nodo laIe che io non sia nuIIa, finche
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penso di esseie quaIcosa, o che un gioino si possa diie che non sono nai esislilo,
nenlie veio che io sono, o foise anche che due pi lie siano pi o neno di cinque, o
cose siniIi, cose che vedo chianenle non polei esseie diveisanenle da cone Ie
concepisco". L ceilo nenlie non ho aIcun nolivo pei consideiaie che vi sia un quaIche
Dio ingannaloie, e ancoia non so nenneno con sufficienle ceilezza se vi sia un
quaIche Dio, pei dulilaie ho un nolivo assai lenue e, pei cos diie, nelafisico, che
dipende soIlanlo da queIIa opinione. Ieiche venga eIininala anche queIIa, non appena
si piesenleia I'occasione, devo esaninaie se Dio esisla, e, se esisle, se possa esseie un
ingannaloie, senza aveie una conoscenza ceila di cio, infalli, non ni senlia di polei
esseie conpIelanenle ceilo di nessunaIlia cosa.

5. Ma oia I'oidine deIIe aigonenlazioni senlia esigeie che, pei coninciaie, io
disliiluisca lulli |37j i niei pensieii in geneii deleininali piina di iiceicaie in quaIi
iisieda piopiianenle Ia veiila o Ia faIsila. AIcuni di quesli pensieii sono cone deIIe
innagini di cose aIIe quaIi soIe conviene piopiianenle iI none di idea, cone quando
penso un uono, una chineia, iI cieIo, un angeIo o Dio, aIlii poi hanno anche aIlie
foine: quando espiino un allo di voIonla, quando leno, quando affeino, quando
nego, senpie concepisco una quaIche cosa cone soggello deI nio pensieio. CoI
pensieio, peio, alliaccio anche quaIcosa che va aI di Ia deIIa neia coiiispondenza. Tia
quesli pensieii aIcuni si chianano alli di voIonla, aIlii affezioni e aIlii giudizi.

6. Iei quanlo poi iiguaida Ie idee, se saianno visle soIo pei se slesse e non Ie
iifeiiio a quaIcos'aIlio, non possono esseie piopiianenle faIse peiche, sia che innagini
una capia o una chineia, non neno veio che innagino I'una cone I'aIlia. In effelli
non vi da leneie nessuna faIsila neIIa voIonla o neIIe affezioni giacche, quanlunque
io possa desideiaie cose naIvage o cose che non esislono, lullavia non puo non esseie
veio che io Ie desideio. L quindi iinangono soIo i giudizi, nei quaIi ni devo guaidaie
daIIo slagIiaie. DaIlionde I'eiioie pi iiIevanle e pi fiequenle che si possa liovaie in
essi consisle in queslo, che io giudichi Ie idee che sono in ne siniIi o confoini a cose
posle fuoii di ne. Infalli, se consideiassi Ie slesse idee soIlanlo cone nodaIila deI nio
pensieio e non Ie iifeiissi a nuII'aIlio, a slenlo polielleio daini una quaIche occasione
di eiiaie.

7. Tia quesle idee poi aIcune senliano innale, aIlie avvenlizie, |38j aIlie poi
piodolle da ne slesso, infalli ni senlia di non polei liaiie da aIlio se non piopiio
daIIa nia naluia iI conpiendeie cosa sia una cosa, cosa sia Ia veiila, cosa sia iI
pensieio: che adesso io oda un iunoie, che io veda iI soIe o avveila iI caIoie deI fuoco,
finoia ho iilenulo che queslo deiivasse da aIcune cose posle fuoii di ne. Quanlo poi
aIIe siiene, agIi ippogiifi e cose siniIi, esse sono iaffiguiale da ne slesso. Ioise posso
anche slinaiIe lulle avvenlizie, o lulle innale, o lulle invenlale da ne, non ho ancoia
vislo chiaianenle Ia Ioio veia oiigine.

8. Ma qui lisogna invesligaie sopiallullo su queIIe idee che consideio desunle da
cose esislenli fuoii di ne: quaIe iagionanenlo ni induce a consideiaie laIi idee
coiiispondenli a quesle cose` Ceilo in piino Iuogo ni senlia che Ia naluia ni insegni
cos. InoIlie conslalo che esse non dipendono daIIa nia voIonla, ne da ne slesso.
Spesso infalli esse ni si piesenlano anche conlio Ia nia voIonla: pei esenpio senlo iI
caIoie sia che Io vogIia sia che non Io vogIia, e quindi iilengo che queIIa sensazione o
idea di caIoie giunga a ne da una cosa diveisa da ne, cio daI caIoie deI fuoco vicino
14
aI quaIe sono sedulo. Nienle pi ovvio di queslo: io giudico che quesla cosa e non
quaIcos'aIlio a innelleie in ne quaIche cosa che Ie sonigIia.

9. Vedio oia se quesle iagioni sono sufficienlenenle sicuie. Quando affeino di
esseie annaeslialo daIIa naluia, in queslo nodo conpiendo di esseie poilalo a
ciedeiIo soIo da un inpelo sponlaneo, e non che ni sia noslialo cone veio da un
quaIche Iune naluiaIe. Oia quesle due cose sono in giande conliaslo lia Ioio, infalli
lullo cio che ni viene noslialo da un quaIche Iune naluiaIe ~ ad esenpio iI fallo che
piopiio peiche dulilo ne consegue che io sono, e siniIi ~ in nessun nodo puo esseie
dullio, peiche non ci puo esseie nessun'aIlia facoIla neIIa quaIe possa confidaie cone
in queslo Iune, e che possa nosliaie che lulle quesle cose non sono veie, na quanlo
aIIe incIinazioni naluiaIi, |39j gia da gian lenpo ho giudicalo pi voIle che sono slalo
spinlo da esse aIIa sceIla peggioie quando si liallava di scegIieie iI lene, e non ho
nolivo di fidaini ancoia di esse in quaIche aIlia cosa.

1O. Quindi, sellene queIIe idee non dipendano daIIa nia voIonla, non evidenle
che esse necessaiianenle piocedano da cose posle fuoii di ne. Cone infalli queIIe
incIinazioni di cui paiIavo poco fa, sellene siano in ne, lullavia appaiono diveise
daIIa nia voIonla, cos foise in ne c anche una quaIche aIlia facoIla non ancoia da ne
allaslanza conosciula, che piovoca quesle idee, cone fino ad oia senpie senlialo
che esse si foinino in ne nenlie sogno, e deI lullo aI di fuoii di ogni conliilulo deIIe
cose esleine.

11. Infine quesle idee, pei quanlo piocedano da cose diveise da ne, non dellono
esseie necessaiianenle siniIi a quesli oggelli. Che anzi, in noIli casi ni senlia di avei
iiIevalo punli di visla noIlo diveisi: ad esenpio liovo in ne due diveise idee di "soIe",
una cone deiivala dai sensi, che pi di ogni aIlia deve esseie annoveiala lia Ie idee che
iilengo avvenlizie, e che ni fa appaiiie iI soIe noIlo piccoIo, un'aIlia desunla dai
piincipi deII'asliononia, cio deiivala da aIcune nozioni che sono innale in ne (o da
ne piodolle in quaIche aIlio nodo) e che ne Io fanno senliaie aIquanlo pi giande
deIIa leiia. Ceilo, non possono esseie lulle e due equipaialiIi a queI nedesino soIe che
esisle fuoii di ne, e Ia iagione ni peisuade che piopiio queIIa che senlia esseie
deiivala diiellanenle Ia pi diffoine.

12. Tullo queslo dinoslia che sinoia non in lase |4Oj ad un giudizio sicuio, na
soIlanlo pei un quaIche cieco inpuIso, ho ciedulo che esislano aIcune cose diveise da
ne, che facciano soigeie in ne deIIe idee o Ia Ioio innagine alliaveiso gIi oigani di
senso, o in quaIche aIlio nodo.

13. Ma ni viene oia in nenle un'aIlia via pei iiceicaie se aIcune deIIe cose di cui
sono in ne Ie idee esislono fuoii di ne. Iinche quesle idee sono soIlanlo deIIe nodaIila
di pensieio, non iiconosco aIcuna disuguagIianza lia di Ioio, e ni senliano piocedeie
lulle aIIo slesso nodo, na in quanlo I'una ni iappiesenla una cosa, I'aIlia un'aIlia,
chiaio che esse sono lia di Ioio noIlo diveise. Senza aIcun dullio, infalli, queIIe che ni
iappiesenlano deIIe soslanze sono quaIcosa di pi e, pei cos diie, hanno in se pi
ieaIla oggelliva di queIIe che iappiesenlano soIo deIIe nodaIila o accidenli. Di nuovo
queIIidea alliaveiso Ia quaIe concepisco un quaIche sonno Dio, eleino, infinilo,
onniscienle, onnipolenle e ciealoie di lulle Ie cose che esislono fuoii di Iui, queIIidea
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dico, ha ceilanenle in se pi ieaIla oggelliva di queIIe pei nezzo deIIe quaIi vengono
iappiesenlale Ie soslanze finile.

14. Cia secondo iI Iune naluiaIe chiaio che neIIa causa efficienle e lolaIe ci
devesseie aIneno lanlo quanlo si iisconlia neI suo effello. Infalli I'effello da dove nai
polielle piendeie Ia sua ieaIla, se non daIIa causa` L Ia causa cone polielle daigIi
quesla ieaIla, se non I'avesse in se` Da cio dunque consegue che nuIIa puo esseie
geneialo daI nuIIa, e neppuie che cio che pi peifello, cio che ha pi ieaIla in se, |41j
puo deiivaie da cio che neno peifello. Queslo non soIo evidenlenenle veio
iiguaido a quegIi effelli Ia cui ieaIla alluaIe o foinaIe, na anche iiguaido a queIIe
idee in cui si consideia soIlanlo Ia ieaIla oggelliva. Ad esenpio una pielia che piina
non esisleva non puo coninciaie ad esisleie oia, se non piodolla da quaIcosa in cui vi
sia lullo queIIo che foinaInenle o eninenlenenle gia neIIa pielia, ne iI caIoie puo
esseie innesso in un soggello che piina non eia caIdo se non da una cosa che sia di
un oidine aIneno lanlo peifello cone iI caIoie, e cos iI ieslo. InoIlie non vi puo
esseie in ne unidea di caIoie o di pielia, se non posla in ne da quaIche causa neIIa
quaIe aIneno vi sia lanla ieaIla quanla ne concepisco neI caIoie o in una pielia. Infalli,
pei quanlo quesla causa non liasfonda nienle deIIa sua ieaIla alluaIe o foinaIe neIIa
nia idea, lisogna iileneie non che quesla causa sia neno ieaIe, na che Ia naluia deIIa
slessa idea della esseie laIe da non esigeie in se nessun'aIlia ieaIla foinaIe oIlie a
queIIa che viene lialla daI nio pensieio, di cui una nodaIila.

15. Quanlo poi aI fallo che quesla idea conlenga Iuna o IaIlia ieaIla oggelliva, cio
sicuianenle Io deve deiivaie da quaIche causa neIIa quaIe cone ninino vi sia lanlo di
ieaIla foinaIe quanlo essa ne conliene di oggelliva. Se infalli annelliano che neII'idea
si liova quaIcosa che non neIIa causa, queslo "quaIcosa" Io deiiveielle daI nuIIa.
Lppuie, pei quanlo sia inpeifello queslo nodo di esseie pei cui Ia cosa esisle
oggellivanenle neII'inleIIello pei nezzo deII'idea, lullavia sicuianenle quaIcosa, e
quindi non puo deiivaie daI nuIIa. Non dello nenneno pielendeie che, siccone Ia
ieaIla che consideio neIIe nie idee soIlanlo oggelliva, non sia necessaiio |42j che Ia
slessa ieaIla sia foinaInenle neIIe cause di quesle idee: deve laslaini che si liovi in
esse anche oggellivanenle. Infalli cone queslo nodo desseie oggellivo appailiene
aIIe idee secondo Ia Ioio naluia, cos iI nodo desseie foinaIe appailiene aIIe cause
deIIe idee, aIneno aIIe piine e aIIe pi inpoilanli, secondo Ia Ioio naluia. L sellene
foise unidea possa nasceie da un'aIlia, lullavia qui non si da un piocesso aII'infinilo,
na si deve giungeie a quaIche piina idea Ia cui causa allia Ia foiza di un aichelipo in
cui ogni ieaIla che si liova neII'idea soIo oggellivanenle, vi sia conlenula anche
foinaInenle. Cosicche pei iI Iune naluiaIe ni chiaiissino che Ie idee sono in ne
cone innagini che possono faciInenle decadeie daIIa peifezione deIIe cose daIIe quaIi
sono desunle, na ceilo non possono conleneie quaIcosa di pi giande e di pi peifello.

16. Quanlo pi a Iungo e con quanla naggioie cuiiosila esanino lulle quesle
cose, con lanla naggioie chiaiezza e dislinzione iiconosco che sono veie. Ma quaIe
concIusione posso liaiie da lullo cio` Ceilo se Ia ieaIla oggelliva di quaIcuna deIIe nie
idee laIe che io sia ceilo che essa non in ne ne foinaInenle ne eninenlenenle (di
nodo che io non posso esseine Ia causa), da cio necessaiianenle consegue che io non
sono soIo neI nondo, na che esisle anche quaIche aIlia cosa che Ia causa di quesla
idea. Se invece non si liova in ne nessuna idea che allia laIi caialleiisliche, non avio
ceilanenle nessun aigonenlo che ni ienda ceilo deII'esislenza di quaIcosa aI di Ia di
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ne. Ho infalli esaninalo con sonna diIigenza lullo, e non ho polulo liovaie fino ad
oia nuII'aIlio.

17. Tia Ie nie idee poi, aII'infuoii di queIIa che ni iappiesenla a ne slesso,
iiguaido aIIa quaIe qui non vi puo esseie nessuna difficoIla |43j, un'aIlia queIIa che
iappiesenla Dio, aIlie che iappiesenlano Ie cose coipoiee e inaninale, gIi angeIi, gIi
aninaIi, ed infine aIlie che iappiesenlano aIlii uonini siniIi a ne.

18. Quanlo aIIe idee che iappiesenlano aIlii uonini, o aninaIi, o angeIi,
conpiendo chiaianenle che possono esseie conposle da queIIe che ho di ne slesso,
deIIe cose coipoiee e di Dio, e queslo avveiielle anche se neI nondo non vi fosseio
aIlii uonini oIlie a ne, ne aninaIi, ne angeIi.

19. Quanlo poi aIIe idee deIIe cose coipoiee, non si liova nuIIa in esse di cos
giande iiIievo da non senliaie che possano deiivaie da ne slesso, ed infalli quaIoia
osseivi con naggioie piofondila ed consideii Ie singoIe idee neI nodo in cui ieii ho
esaninalo I'idea deIIa ceia, ni accoigo che vi sono soIo pochi aspelli che in esse
peicepisco in nanieia chiaia e dislinla: cio Ia giandezza ~ eslensione in Iunghezza,
Iaighezza e piofondila, Ia figuia, che nasce daI Iinile di quesla eslensione, iI Iuogo, che
i coipi avenli diveise figuie occupano I'uno iispello aII'aIlio, ed iI nolo, cio Ia
nulazione di queslo Iuogo, ad esse si possono aggiungeie Ia soslanza, Ia duiala ed iI
nuneio, iI ieslo poi, cone Ia Iuce, i coIoii, i suoni, gIi odoii, i sapoii, iI caIdo e iI fieddo,
e Ie aIlie quaIila solloposle aI lallo non sono conlenule neI nio pensieio se non in
nanieia noIlo confusa ed oscuia, cosicche ignoio addiiilluia se siano veie o faIse, cio
se Ie idee, che ho di esse, siano idee di aIcune cose o di non-cose. Sellene infalli allia
fallo nolaie poco fa che Ia faIsila piopiianenle della, o foinaIe, non si puo liovaie se
non nei giudizi, c' lullavia sicuianenle una quaIche aIlia faIsila naleiiaIe neIIe idee,
quando iappiesenlano cio che non esisle cone se fosse quaIcosa, cos, ad esenpio, Ie
idee che ho deI caIoie e deI fieddo sono lanlo poco chiaie e dislinle |44j, che da esse
non posso sapeie se iI fieddo sia soIlanlo una piivazione di caIoie, o iI caIdo una
piivazione deI fieddo, o se anledue siano una quaIila ieaIe, o nessuna deIIe due. DaI
nonenlo che non ci puo esseie idea se non deIIe cose, seppuie veio che iI fieddo non
nuII'aIlio che piivazione di caIoie, len a iagione saia giudicala faIsa I'idea che ne Io
iappiesenla cone quaIcosa di ieaIe e posilivo,e queslo vaIe anche pei Ie aIlie idee.

2O. Non necessaiio che assegni a quesle idee un auloie diveiso da ne, infalli, se
anche sono faIse, e cio non iappiesenlano aIcuna cosa, pei iI Iune naluiaIe ni nolo
che deiivano daI nuIIa, cio che sono in ne peiche nanca quaIcosa aIIa nia naluia, non
deI lullo peifella, se poi sono veie, poiche lullavia ni iappiesenlano cos poco di
ieaIla, che non possono nenneno esseie dislinle da cio che non esisle, non vedo
peiche non possano esseie geneiale da ne slesso.

21. Quanlo aIIe cose che sono chiaie e dislinle neIIe idee ieIalive aIIa ieaIla
coipoiea, ni senlia che aIcune posso aveiIe deiivale daII'idea di ne slesso, cio Ia
soslanza, Ia duiala, iI nuneio e se ve ne sono aIlie di uguaIe lipo. Quando penso infalli
che Ia pielia una soslanza ~ ossia una cosa che adalla ad esisleie di pei se ~ e
anche io sono una soslanza, sellene conpienda che io sono una cosa che pensa e non
una cosa eslesa, nenlie Ia pielia una cosa eslesa e che non pensa, e quindi che
nassina Ia diveisila lia I'uno e I'aIlio concello, lullavia senliano appaileneie aI lipo
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deIIa soslanza. AIIo slesso nodo, quando conpiendo che oia esislo, e ni iicoido di
esseie esislilo anche piina pei un ceilo lenpo, quando ho vaii pensieii dei quaIi
conpiendo iI nuneio, acquisisco |45j Ie idee di duiala e di nuneio, che poi posso
appIicaie a quaIsiasi aIlia cosa. Tulle Ie aIlie cose poi daIIe quaIi sono foinale Ie idee
deIIa ieaIla coipoiea, cio I'eslensione, Ia figuia, iI Iuogo ed iI nolo, non sono
conlenule foinaInenle in ne, daI nonenlo che io non sono nienl'aIlio che una cosa
che pensa, na poiche esse sono soIlanlo aIcune nodaIila deIIa soslanza, ed io sono una
soslanza, senlia che possano esseie conlenule in ne eninenlenenle.

22. L quindi iinane Ia soIa idea di Dio, neIIa quaIe si deve consideiaie se vi sia
quaIcosa che non allia polulo piocedeie da ne. CoI none di Dio inlendo una soslanza
infinila, indipendenle, sonnanenle inleIIigenle, sonnanenle polenle, daIIa quaIe sia
io slesso, sia ogni aIlia cosa esislenle ~ se puie c' quaIcos'aIlio ~ siano slali cieali.
Tulle quesle cose sono laIi che, quanlo pi diIigenlenenle Ie esanino, lanlo neno ni
senliano pailiie da ne soIo. L quindi in lase a cio che si dello piina si deve
necessaiianenle concIudeie che Dio esisle.

23. Sellene ceilo vi sia in ne I'idea di una soslanza pei iI fallo slesso che sono
una soslanza, lullavia non polielle esseici I'idea di una soslanza infinila, daI nonenlo
che sono finilo, se non deiivasse da quaIche soslanza ieaInenle infinila.

24. Ne dello iileneie di concepiie I'infinilo non pei nezzo deIIa sua veia idea,
na soIlanlo daIIa negazione deI finilo, cone peicepisco Ia quiele e Ie lenelie alliaveiso
Ia negazione deI nolo e deIIa Iuce, aI conliaiio, conpiendo chiaianenle che vi pi
ieaIla neIIa soslanza infinila che in queIIa finila, e quindi in un ceilo senso Ia
conpiensione deII'infinilo in ne viene piina deI finilo, cio queIIa di Dio piina di
queIIa di ne slesso. In quaIe nodo infalli poliei conpiendeie di dulilaie |46j, di
desideiaie, cio avveiliie che ni nanca quaIcosa, e capiie che io non sono deI lullo
peifello, se non ci fosse in ne I'idea di un enle pi peifello, daI cui confionlo poliei
avveiliie i niei difelli`

25. Non si puo nenneno diie che quesla idea di Dio sia foise faIsa naleiiaInenle
e che peicio possa piocedeie daI nuIIa, cone poco fa ho conslalalo ciica Ie idee di
caIoie e di fieddo, e siniIi, aI conliaiio, essendo aI nassino giado chiaia e dislinla, ed
avendo pi ieaIla oggelliva di aIcun'aIlia, nessuna pi veia di pei se slessa, ne esisle
nessuna neIIa quaIe si liovi un ninoie sospello di faIsila. Quesla idea di un enle
sonnanenle peifello ed infinilo ~ affeino ~ veia aI nassino giado, anche se si
puo innaginaie che quesl'enle non esisla, lullavia non si puo innaginaie che I'idea di
esso non ni iappiesenli nienle di ieaIe, cone ho dello piina deII'idea deI fieddo.
anche sonnanenle chiaia e dislinla, infalli lullo cio che concepisco in nanieia chiaia
e dislinla, che ieaIe e veio, e che conpoila in se una quaIche peifezione, lullo
conlenulo in essa. Non vi poi un oslacoIo neI fallo che io non conpienda I'infinilo, o
che in Dio vi siano aIlie cose innuneievoIi, che non posso conpiendeie, e foise
nenneno iaggiungeie in nessun nodo coI pensieio, fa paile infalli deIIa naluia
deII'infinilo iI non polei esseie conpieso da ne, che sono finilo. L sufficienle che io
conpienda piopiio quesla cosa, e Ia giudichi,: che lulle Ie cose che concepisco in
nanieia chiaia, e che conpiendono -- queslo io so -- in se quaIche peifezione, ed anche
foise aIlie innuneievoIi peifezioni che ignoio, o foinaInenle o eninenlenenle si
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liovano in Dio, peiche I'idea che ho di Iui sia Ia pi veia, Ia pi chiaia e dislinla di lulle
queIIe che sono in ne.

26. Ma foise io sono quaIosa di pi giande di queIIo che io slesso conpiendo, e
lulle queIIe peifezioni che alliiluisco a Dio, in quaIche nodo sono in ne in polenza,
anche se non si spiigionano |47j e non si nanifeslano in allo. Infalli piovo Ia
sensazione che gia Ia nia conoscenza a poco a poco si ingiandisce, ne vedo quaIe
oslacoIo vi sia aI fallo che pi e pi ciesca aII'infinilo, e neanche peiche, essendo cos
aunenlala Ia nia conoscenza, non possa coI suo aiulo iaggiungeie lulle Ie aIlie
peifezioni di Dio, ne infine peiche Ia polenza che peinelle di iaggiungeie quesle
peifezioni, se gia in ne, non lasli a pioduine I'idea.

27. Lppuie nessuna di quesle ipolesi vaIida. In piino Iuogo, sellene sia veio
che Ia nia conoscenza aunenli giadalanenle, e che vi siano in ne noIle cose in
polenza che non sono ancoia in allo, lullavia nessuna di esse iiguaida I'idea di Dio,
neIIa quaIe ceilo nuIIa in nessun nodo in polenza, ed infalli quesla slessa cosa, cio
aunenlaie giadalanenle, una piova ceilissina di inpeifezione. InoIlie, sellene Ia
nia conoscenza aunenli senpie e senpie pi, lullavia conpiendo che nai divenleia
infinila in allo, peiche non aiiiveia nai a laI punlo che non sia capace di un naggioie
acciescinenlo, invece giudico che Dio sia cos infinilo neII'allo, che nuIIa si possa
aggiungeie aIIa sua peifezione. Infine conpiendo che I'esseie oggellivo di una idea
non deiiva da un soIo esseie in polenza, che piopiianenle paiIando non nuIIa, na
puo esseie piodolla soIo da un esseie alluaIe o foinaIe.

28. Sicuianenle non vi quaIcosa in lulle quesle cose, che, pei chi Ie esanini
diIigenlenenle, non sia nanifeslo pei Iune naluiaIe, na poiche, quando sono neno
allenlo, e Ie innagini deIIe cose sensiliIi iendono cieco I'acune deIIa nenle, non ni
iicoido cos faciInenle peiche I'idea di un enle pi peifello di ne necessaiianenle
pioceda da quaIche enle che sia ieaInenle pi peifello e ni piace iiceicaie pi in
piofondila |48j se io slesso che ho queII'idea poliei esisleie, anche se non esislesse in
aIcun nodo laIe enle.

29. Da chi dunque deiivo iI nio esseie` Da ne evidenlenenle, o dai niei geniloii,
o da quaIsivogIia aIlia causa neno peifella di Dio, infalli non si puo pensaie o
innaginaie quaIcosa di pi peifello o anche di uguaInenle peifello.

3O. Lppuie, se dipendessi da ne, non dulileiei, ne pioveiei desideii, ne in ogni
nodo ni nancheielle quaIcosa, infalli ni daiei lulle Ie peifezioni deIIe quaIi in ne
quaIche idea, e cos pei ne slesso saiei Dio. Ne dello iileneie che foise sia pi difficiIe
acquisiie cio che ni nanca, piulloslo che cio che gia in ne. AI conliaiio chiaio
quanlo sia slalo di gian Iunga pi difficiIe che io, cio una cosa o una soslanza
pensanle, sia eneiso daI nuIIa, piulloslo che allia acquisilo Ie conoscenze di noIle
cose che ignoio, Ie quaIi sono soIlanlo accidenli di quesla soslanza. Ceilo, se avessi
polulo deiivaie da ne queIIa cosa che Ia pi inpoilanle, non ni saiei piivalo
ceilanenle di queIIe cose che si possono aveie pi faciInenle, e neppuie aIcun'aIlia
cosa lia queIIe che conpiendo liovaisi neII'idea di Dio, poiche ceilo nessun'aIlia cosa
ni senlia pi difficiIe a ieaIizzaisi. Se poi aIcune cose fosseio pi difficiIi a faisi, ceilo
ni senlieielleio anche pi difficiIi, se puie deiivassi da ne Ie aIlie quaIila che
posseggo, poiche pioveiei sicuianenle che in esse liova iI suo Iinile Ia nia polenza.
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31. L non sfuggo Ia foiza di quesli iagionanenli, se suppongo di esseie senpie
slalo cone sono oia, cone se da queslo ne conseguisse che non si deve iiceicaie nessun
auloie deIIa nia esislenza. Ogni lenpo deIIa vila |49j puo esseie diviso in paili
innuneievoIi, deIIe quaIi ciascuna non dipende in nessun nodo daIIe aIlie. Quindi daI
fallo che poco fa io sia esislilo non ne consegue che della esisleie oia, se non peiche
quaIche causa ni ciei quasi di nuovo in queslo nonenlo, cio ni conseivi. L'
chiaiissino infalli, pei chi sla allenlo aIIa naluia deI lenpo, che c' lisogno
assoIulanenle deIIa slessa foiza e azione pei conseivaie quaIsiasi soslanza pei i singoIi
nonenli nei quaIi duia, che saielle necessaiia pei cieaiIa di nuovo, se non esislesse
ancoia, in nanieia laIe che iI fallo che Ia conseivazione diffeiisca daIIa cieazione soIo
in lase aI noslio nodo di pensaie, anche una deIIe cose che sono nanifesle secondo iI
Iune naluiaIe.

32. Oia devo inleiiogaie ne slesso, se io allia una quaIche foiza pei Ia quaIe
possa faie in nodo che lia poco possa esseie queIIo che sono gia oia, infalli daI
nonenlo che non sono aIlio che una cosa che pensa, o aIneno poiche oia liallo
soIlanlo di queIIa paile di ne che una cosa che pensa, se una quaIche foiza di laI
geneie fosse in ne, saiei conscio di cio aI di fuoii di ogni dullio. Ma sono sicuio che
non ve ne nessuna, e da queslo conpiendo neIIa nanieia pi evidenle che dello
dipendeie da quaIche enle diveiso da ne.

33. Ma foise queII'enle non Dio, e sono slalo fallo o dai niei geniloii, o da
quaIsiasi aIlia causa neno peifella di Dio. Lppuie, cone ho gia dello, chiaiissino che
aIneno lanla ieaIla vi deve esseie neIIa causa quanla c' neII'effello, e quindi daI
nonenlo che sono una cosa che pensa, e che ho in ne una quaIche idea di Dio,
quaIunque causa infine venga alliiluila aIIa nia naluia, dello annelleie che anche
essa sia una cosa pensanle, e che allia I'idea di lulle Ie peifezioni che alliiluisco a Dio.
Di nuovo quindi si puo invesligaie iiguaido ad essa, se sia causala da se slessa o da
un'aIlia causa. Se causala da se, evidenle da cio che alliano dello che essa slessa
Dio, poiche ceilo, |5Oj daI nonenlo che ha Ia capacila di esisleie di pei se slessa, aI di
fuoii di ogni dullio ha anche Ia foiza di possedeie in allo lulle Ie peifezioni di cui ha
in se I'idea, cio lulle queIIe che concepisco esseie in Dio. QuaIoia poi deiivi da
un'aIlia, di nuovo aIIo slesso nodo si invesligheia su quesl'aIlia, quaIoia deiivi da se, o
da un'aIlia causa, finche aIIa fine si giunga aIIa causa uIlina, che saia Dio.

34. Infalli allaslanza evidenle che qui non si puo veiificaie nessun piogiesso
aII'infinilo, sopiallullo pei iI fallo che non liallo qui soIlanlo deIIa causa che un lenpo
ni ha piodollo, na sopiallullo anche di queIIa che neI lenpo piesenle ni conseiva.

35. L non si puo innaginaie che pei caso deIIe cause paiziaIi alliano concoiso a
pioduini, e daII'una allia pieso I'idea di una deIIe peifezioni che alliiluisco a Dio, da
un'aIlia I'idea di un'aIlia, cosicche ceilo lulle queIIe peifezioni si liovino in quaIche
aIlio Iuogo deII'univeiso, na non lulle congiunle insiene in un soIo esseie, che sia Dio.
Infalli aI conliaiio I'unila, Ia senpIicila, o piulloslo Ia insepaialiIila di lulle queIIe cose
che sono in Dio, una deIIe nassine peifezioni che consideio esseie in Iui. Ne ceilo
I'idea di quesla unila di lulle Ie sue peifezioni pol esseie posla in ne da una
causa.diveisa da queIIa da cui non allia paiinenli avulo anche Ie idee deIIe aIlie
peifezioni. Ne infalli avielle polulo faie in nodo che Ie conpiendessi insiene
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congiunle ed insepaialiIi, se non avesse fallo neIIo slesso lenpo in nodo che polessi
capiie quaIi esse siano.

36. Quanlo poi ai geniloii, sellene siano lulle veie queIIe cose che nai allia
polulo pensaie di Ioio, lullavia ceilo essi non ni conseivano, ne in nessun nodo ni
hanno fallo, in quanlo cosa pensanle, na hanno poslo soIlanlo deIIe disposizioni in
queIIa naleiia in cui ho giudicalo |51j che fossi inseiilo io, cio Ia nenle: quando paiIo
di ne, inlendo piopiio essa. Quindi non vi puo esseie nessuna difficoIla a queslo
iiguaido, na lisogna ad ogni nodo concIudeie che pei iI soIo fallo che esislo, e che
una quaIche idea di un esseie peifellissino in ne, cio I'idea di Dio, si puo
dinosliaie in nanieia evidenlissina che anche Dio esisle.

37. Rinane soIo da esaninaie in quaIe nodo allia iicevulo quesla idea da Dio,
ed infalli non I'ho deiivala dai sensi, ne nai ni venula senza che ne Io aspellassi,
cone sogIiono veniie Ie idee deIIe cose sensiliIi, quando quesle cose si piesenlano agIi
oigani esleini dei sensi, o senliano veniie in nenle, non ciealuia deIIa nia nenle,
ed infalli non in nio poleie logIieivi ne aggiungeivi assoIulanenle aIcuna cosa, e
quindi non puo che esseini innala, aIIo slesso nodo che innala in ne I'idea di ne
slesso.

38. Ceilo non c' da slupiisi che Dio, cieandoni, ni allia innesso queII'idea,
peiche fosse cone un sigiIIo inpiesso daII'ailefice aIIa sua opeia, e neanche
necessaiio che queI nodeIIo sia quaIcosa di diveiso daIIa slessa opeia. Ma pei iI soIo
fallo che Dio ni ha ciealo, foilenenle ciediliIe che io in quaIche nodo sia slalo fallo
ad innagine e sonigIianza di Iui, e che queIIa sonigIianza in cui conlenula I'idea di
Dio, sia conpiesa da ne alliaveiso Ia slessa facoIla, con Ia quaIe io concepisco ne
slesso, cio, nenlie iivoIgo I'aculezza deIIa nenle veiso ne slesso, non soIo
conpiendo di esseie una cosa inconpIela e che dipende da un aIlio, e una cosa che
aspiia senza fine a cose via via pi giandi e nigIioii, na neIIo slesso lenpo anche
conpiendo che coIui daI quaIe dipendo ha in se quesle quaIila pi giandi non in
nanieia indefinila e soIlanlo in polenza, na in ieaIla Ie ha in se in nanieia infinila e
quindi Dio. L lulla Ia foiza deII'aigonenlo consisle in queslo, che ni iendo conlo che
non puo accadeie |52j che io esisla con una naluia laIe quaIe sono, e cio con in ne
I'idea di Dio, se Dio non esislesse in ieaIla, Dio, dico, queIIo slesso di cui in ne I'idea,
cio coIui che ha lulle queIIe peifezioni, che io non posso conpiendeie, na posso in
quaIunque nodo iaggiungeie coI pensieio, e che non passiliIe di nessun difello. Da
lullle quesle consideiazioni evidenle che egIi non puo esseie faIIace, ed infalli
nanifeslo in lase aI Iune naluiaIe che ogni fiode ed inganno dipende da quaIche
difello.

39. Ma piina di esaninaie cio con naggioie diIigenza, e neIIo slesso lenpo di
faie iiceiche su aIlie veiila che possono esseie desunle da cio, ni piace qui pei un ceilo
lenpo feinaini neIIa conlenpIazione deIIo slesso Dio, consideiaie neI nio inlino i
suoi alliiluli, e guaidaie, anniiaie e adoiaie Ia leIIezza di quesla innensa Iuce, pei
quanlo Io possa soppoilaie I'acune deI nio ingegno che si offusca. Cone infalli
ciediano pei fede che Ia sonna feIicila deII'aIlia vila consisla in quesla soIa
conlenpIazione deIIa divina naesla, cos anche speiinenliano di polei iiceveie iI
nassino piaceie, deI quaIe siano capaci in quesla vila, daIIa slessa conlenpIazione,
sellene noIlo neno peifella.
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1. In quesli gioini ni sono cos assuefallo a leneie Ionlana Ia nenle dai sensi ~
ed ho conpieso in nanieia cos esalla che sono noIlo poche |53j Ie cose che si possono
conosceie secondo veiila iiguaido aIIe ieaIla coipoiee, e che noIle pi sono queIIe che
possono esseie conosciule iiguaido aIIa nenle unana e noIle pi ancoia iiguaido a
Dio ~ che senza aIcuna difficoIla voIgeio iI nio pensieio daIIe cose innaginaliIi a
queIIe che sono soIlanlo inleIIegiliIi e Ionlane da quaIsiasi naleiia. L ceilo ho un'idea
deIIa nenle unana noIlo pi dislinla ~ in quanlo una cosa che pensa, non eslesa in
Iunghezza, Iaighezza e piofondila, piiva di quaIunque eIenenlo coipoieo ~ che di
quaIsiasi cosa coipoiea. L quando consideio che io dulilo, cio che sono una cosa
inconpIela e dipendenle, ni viene in nenle I'idea chiaia e dislinla di un enle
indipendenle e conpIelo, cio Dio, e pei iI soIo fallo che laIe idea in ne ~ o piulloslo
che io che ho queIIa idea esislo ~ concIudo nanifeslanenle che anche Dio esisle ~ e
da queIIo nei singoIi nonenli dipende lulla Ia nia esislenza ~ e confido che nienle di
pi evidenle, nienle di pi ceilo possa esseie conosciulo daII'ingegno unano. L gia ni
senlia di scoigeie una quaIche via alliaveiso Ia quaIe possa giungeie da quesla
conlenpIazione deI veio Dio ~ neI quaIe ceilanenle sono nascosli lulli i lesoii deIIe
scienze e deIIa sapienza ~ aIIa conoscenza deIIe aIlie cose.

2. Iiina di lullo iiconosco che non puo accadeie che egIi ni inganni nai, ed
infalli in ogni nenzogna o inganno si liova quaIche inpeifezione, e sellene iI polei
ingannaie senlii esseie una quaIche piova di aculezza o di polenza, senza dullio iI
voIeie ingannaie nanifesla o naIizia o deloIezza, e peicio non puo daisi in Dio.

3. Quindi speiinenlo che in ne c' una quaIche facoIla di giudicaie, che
ceilanenle, cone lulle Ie aIlie cose che sono in ne |54j, ho deiivalo da Dio, e poiche
egIi non ni vuoIe ingannaie, sicuianenle non ni ha concesso quesla facoIla in nodo
che, nenlie ne ne seivo coiiellanenle, possa nai eiiaie.

4. L non iinaiielle nessun dullio iiguaido a cio, se non ne seguisse che io
dunque non posso nai slagIiaie, infalli, se lullo cio che in ne, I'ho iicevulo da Dio,
ed egIi non avielle polulo daini nessuna possiliIila di slagIiaie, senlia che io non
possa nai eiiaie. Cos dunque, pei lullo iI lenpo in cui penso soIlanlo a Dio _, e ni
voIgo lullo a Iui, non coIgo nessuna possiliIila ne causa di eiioie o di nenzogna. Ma
poi, loinalo in ne, piendo allo di esseie lullavia esposlo ad innuneievoIi eiioii e ~
iiceicando pi da vicino Ia causa di essi ~ conpiendo che si liova in ne non soIlanlo
I'idea ieaIe e posiliva di Dio, e cio di un enle sonnanenle peifello, na anche un'idea
negaliva, pei cos diie, I'idea deI nuIIa, o negIio di cio che iI pi Ionlano possiliIe da
ogni peifezione. Conpiendo dunque che io sono cone quaIcosa di nezzo lia Dio e iI
nienle, o che sono cos coIIocalo lia iI sonno esseie e iI non esseie, che, in quanlo sono
ciealo daI sonno enle, non c' nienle in ne, pei cui io sia ingannalo o indollo in
eiioie, na in quanlo pailecipo in quaIche nodo anche deI nuIIa, oppuie deI non-enle, e
cio in quanlo io slesso non sono iI sonno enle, e ni nancano quindi noIlissine cose,
non c' da slupiisi che io ni inganni. L cos in nanieia sicuia conpiendo che I'eiioie,
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in quanlo eiioie, non un quaIcosa di ieaIe che dipenda da Dio, na soIlanlo una
nancanza, ne quindi pei slagIiaie ni necessaiia una quaIche facoIla dala da Dio a
queslo fine. Mi accade lullavia di slagIiaie, pei iI fallo che Ia facoIla di giudicaie iI
veio, che iicevo da Iui, in ne non infinila.

5. Ma in ieaIla queslo non ni soddisfa ancoia cpIelanenle, infalli |55j I'eiioie non
una puia negazione, na una piivazione, o piulloslo I'inconpIelezza di una ceila
conoscenza, che in ne ci dovielle esseie in quaIche nanieia. A chi consideia Ia naluia
di Dio non senlia che possa accadeie, che egIi allia poslo in ne una quaIche facoIla
che non sia peifella neI suo geneie, oppuie che sia piiva di una quaIche peifezione che
Ie dovula. Infalli se, quanlo pi espeilo I'ailefice, lanlo pi peifelle sono Ie opeie
che da Iui nascono, che cosa puo esseie slalo fallo da queI sonno ciealoie di lulle Ie
cose, che non sia peifello in lulle Ie sue paili` L non c' dullio che Dio ni avielle
polulo cieaie laIe, che non ni slagIi nai, e non c' dullio che non vogIia senpie cio
che ollino, oppuie foise negIio, aIIoia, che io ni inganni piulloslo che non ni
inganni`

6. Menlie vado consideiando cio con naggioie allenzione, ni viene in nenle in
piino Iuogo che non c' da slupiisi, se da Dio siano falle cose Ie cui iagioni non
capisco, e neppuie si puo dulilaie deIIa sua esislenza, pei iI fallo che foise posso
speiinenlaie che vi sono aIcune aIlie cose, che non conpiendo peiche o in che nodo
siano slale falle da Iui. Ioiche infalli so gia che Ia nia naluia noIlo deloIe e Iinilala,
nenlie Ia naluia di Dio innensa, inconpiensiliIe, infinila, da cio so anche con
allaslanza chiaiezza che egIi puo innuneievoIi cose di cui ignoio Ie cause, e pei
queslo unico nolivo non iilengo che lullo queII'insiene di cause, che sogIiono esseie
posluIale daI fine, alliano nessuna uliIila neIIe cose fisiche, ed infalli non posso
consideiaie piivo di leneiaiiela iI polei invesligaie i fini di Dio.

7. Mi viene inoIlie in nenle che lisogna guaidaie, ogni voIla che inveslighiano
se Ie opeie di Dio siano peifelle, non una soIa ciealuia sepaialanenle, na lulla Ia
ieaIla neI suo insiene. Cio che foise non inneiilalanenle, se fosse da soIo |56j,
senlieielle noIlo inpeifello, in quanlo paile deII'univeiso peifellissino, e
sellene, da quando ho conincialo a voIei dulilaie di lullo, ho conosciulo che nienle
esisle con ceilezza aI di fuoii di ne e Dio, non posso lullavia, da quando ho avveililo
I'innensa polenza di Dio, negaie che noIle aIlie cose siano slale falle da Iui, o possano
esseie falle, in nanieia laIe che io slesso sia poslo in iappoilo aII'univeisaIila deIIe cose
cieale in quanlo paile di essa.

8. L quindi, osseivandoni pi da vicino e iiceicando quaIi siano i niei eiioii ~
che soIi dinosliano in ne Ia piesenza di quaIche inpeifezione ~ conpiendo che essi
dipendono daI concoiso di due cause, cio daIIa facoIla di conosceie che in ne, e
daIIa facoIla di scegIieie, cio daIIa Iileila deII'aililiio, cio daII'inleIIello e insiene
daIIa voIonla. Infalli ad opeia deI soIo inleIIello conpiendo soIlanlo Ie idee suIIe quaIi
posso daie un giudizio, e in esso cos allenlanenle indagalo non si liova nessun eiioie,
sellene infalli esislano foise innuneievoIi cose, deIIe quaIi non ho in ne nessuna idea,
lullavia si deve diie che non sono piopiianenle piivalo di esse, na soIlanlo spiovvislo
di esse, poiche ceilo non posso adduiie nessun nolivo, con cui possa piovaie che Dio
avielle dovulo daini una facoIla di conosceie pi giande di queIIa che ni ha dala.
Sellene conpienda che un ailefice espeilo aI sonno giado, lullavia non iilengo che
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avielle dovulo nelleie neIIe singoIe sue opeie lulle Ie peifezioni, che puo poiie in
aIcune. L neanche ni posso Ianenlaie di non avei iicevulo da Dio una voIonla o Iileila
di aililiio non sufficienlenenle anpia e peifella, vedo infalli che non ceilanenle
ciicosciilla da aIcun Iinile. L cosa che ni senlia noIlo degna di nola in ne non vi
sono |57j aIlie cose lanlo peifelle o lanlo eslese, che, a nio giudizio, non possano
esseie pi peifelle o pi giandi. Se, ad esenpio, consideio Ia facoIla di conpiendeie,
sulilo iiconosco che essa assai inconpIela e noIlo Iinilala in ne ~ e neIIo slesso
lenpo io ni foino I'idea di un'aIlia facoIla noIlo pi giande, ed anzi assoIula ed
infinila ~ e pei iI soIo fallo che posso concepiie I' idea di Iui, conpiendo che essa
appailiene aIIa naluia di Dio. AIIo slesso nodo, se esanino Ia facoIla di iicoidaie o di
innaginaie, o quaIunque aIlia, non ne liovo nessuna, che non conpienda esseie in ne
lenue e ciicosciilla, in Dio innensa. Vi soIo Ia voIonla, o Ia Iileila deII'aililiio, che
speiinenlo esseie cos giande in ne, che non posso pensaine nessuna pi giande,
cosicche sopiallullo a nolivo di essa conpiendo di poilaie in ne una quaIche
innagine e iassonigIianza con Dio. Infalli sellene oIlie ogni paiagone sia pi giande
in Dio che in ne ~ sia a nolivo deIIa conoscenza e deIIa polenza, che a Iei congiunle Ia
iendono pi feina ed efficace, sia a nolivo deII'oggello, poiche si eslende in pi
diiezioni ~ lullavia, guaidala in se slessa foinaInenle e con piecisione, non ni
senlia pi giande. TaIe facoIla infalli consisle soIlanlo in queslo: che possiano faie o
non faie Ia slessa cosa (cio affeinaie o negaie, peiseguiie o fuggiie). O piulloslo
consisle soIlanlo in queslo, che quando affeiniano o neghiano, peiseguiano o
fuggiano cio che ci viene indicalo daII'inleIIello, agiano in nodo laIe che non ci
senliano deleininali da nessuna foiza esleina. Ne infalli necessaiio che io sia
poilalo indiffeienlenenle veiso I'una o I'aIlia paile, pei esseie Iileio, na aI conliaiio,
quanlo pi piopendo veiso una paile ~ sia peiche |58j in essa vedo evidenlenenle iI
nolivo deI lene e deI naIe, sia peiche cos Dio dispone I' inleino deI nio pensieio ~
lanlo pi Iileianenle Ia sceIgo. Ceilo ne Ia giazia divina ne Ia conoscenza naluiaIe
dininuiscono nai Ia Iileila, na piulloslo Ia anpIiano e Ia foilificano. QueIIa
indiffeienza poi, che espeiinenlo, quando nessun nolivo ni spinge da una paile
piulloslo che da un'aIlia, iI giado pi lasso deIIa Iileila, ed in esso non si liova
nessuna peifezione, na soIlanlo una nancanza neIIa conoscenza, o una quaIche
negazione, infalli se senpie iiconoscessi chiaianenle che cosa sia iI veio e iI lene, non
aviei difficoIla a decideie i leinini deIIa sceIla o iI conlenulo deI giudizio, e cos, pei
quanlo conpIelanenle Iileio, lullavia non poliei nai esseie indiffeienle.

9. Da cio poi avveilo che Ia facoIla di voIeie, che ho da Dio, guaidala di pei se
slessa, non causa dei niei eiioii ~ infalli giandissina e peifella neI suo geneie ~ e
neanche Ia facoIla di inlendeie ~ infalli lullo cio che conpiendo, daI nonenlo che iI
dono deII'inleIIello pioviene da Dio, senza dullio Io conpiendo lene, ne in cio puo
avveniie che io sia ingannalo. Donde nascono quindi i niei eiioii` Ceilo daI soIo fallo
che, siccone Ia voIonla si eslende pi deII'inleIIello, non iiesco a cosliingeiIa denlio gIi
slessi Iinili, na Ia iivoIgo anche a cio che non conpiendo, e daI nonenlo che
indiffeienle a laIi cose, faciInenle si dislacca da cio che veio e luono, e cos ni
inganno e pecco.

1O. Ad esenpio, esaninando in quesli gioini se esislesse quaIcosa neI nondo ed
avveilendo che, pei iI fallo soIo che Io slavo esaninando, ne conseguiva
evidenlenenle che esislevo, io slesso non ho polulo non giudicaie che eia veio lullo
cio che conpiendevo cos chiaianenle, non peiche |59j vi fossi spinlo da una quaIche
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foiza esleina, na poiche da una giande Iuce neII'inleIIello ne conseguila una giande
piopensione neIIa voIonla, e quindi con lanla naggioie sponlaneila e Iileila I'ho
ciedulo, quanlo neno sono slalo indiffeienle a queslo piolIena. Oia poi non soIlanlo
so che io, in quanlo sono una cosa che pensa, esislo, na inoIlie ni si piesenla anche
una quaIche idea deIIa naluia coipoiea, ed accade che dulili se Ia naluia pensanle che
in ne, o piulloslo che io slesso sono, sia diveisa da quesla naluia coipoiea, o se
anledue siano Ia slessa cosa. Suppongo che ancoia nessun nolivo si piesenli aI nio
inleIIello, che ni peisuada deII'una piulloslo che deII'aIlia cosa. Ceilanenle pei queslo
slesso fallo sono indiffeienle ad affeinaie o negaie una quaIsiasi di quesle due cose, o
anche a non daie aIcun giudizio su queslo aigonenlo.

11. Anzi quesla indiffeienza non si eslende soIlanlo a queIIe cose iiguaido aIIe
quaIi iI nio inleIIello non ha aIcuna conoscenza, na geneiaInenle a lulle queIIe cose
che non sono conosciule peispicuanenle in queIIo slesso lenpo in cui Ia voIonla
deIileia iispello ad esse. Sellene infalli deIIe congelluie piolaliIi ni liaggano da una
paile, Ia soIa consapevoIezza che siano soIlanlo congelluie, e non invece iagioni ceile
ed indulilaliIi, lasla a voIgeie aI conliaiio iI nio assenso. Cosa che ho piovalo in
nanieia sufficienlenenle sicuia in quesli gioini, quando ho supposlo che fosseio
conpIelanenle faIse ~ pei iI soIo fallo che avevo conpieso che in quaIche nodo di
Ioio si poleva dulilaie ~ lulle queIIe cose che piina avevo iilenulo ceilissine.

12. Se ni aslengo daI daie un giudizio, quando non concepisco in nanieia
allaslanza chiaia e dislinla che cosa sia veio, chiaio che agisco lene e non ni
slagIio. Ma se affeino o nego, aIIoia non ni seivo lene deIIa Iileila di aililiio, e se ni
|6Oj voIgeio a queIIa paile che faIsa, sicuianenle slagIieio, quaIoia invece alliacceio
Ia paile conliaiia, ceilo ni lioveio neIIa veiila pei caso, na non saio peicio piivo di
coIpa, peiche secondo iI Iune naluiaIe chiaio che Ia conpiensione deII'inleIIello deve
senpie piecedeie Ia deleininazione deIIa voIonla. Ld in queslo uso non coiiello deI
Iileio aililiio c' queIIa piivazione che cosliluisce Ia foina deII'eiioie, Ia piivazione,
dico, si liova neIIa slessa opeiazione pei quanlo dipende da ne, na non neIIa facoIla
che ho iicevulo da Dio, e neanche neIIa opeiazione pei quanlo dipende da Iui.

13. L d'aIlia paile non ho aIcun nolivo di Ianenlaini, pei iI fallo che Dio non ni
ha dalo una pi anpia capacila di conpiendeie ossia un Iune naluiaIe naggioie di
queIIo che ni ha dalo, peiche secondo Ia naluia di un inleIIello finilo iI non capiie
noIlo, ed secondo Ia naluia di un inleIIello ciealo I'esseie Iinilalo, c' invece nolivo
peiche io Io iingiazi pei quanlo ni ha donalo pui non dovendoni nuIIa, na non c'
nolivo che io iilenga di esseie slalo piivalo da Iui di laIi cose, o che egIi ni allia loIlo
cio che non ni ha dalo.

14. Non ho neanche nolivo di Ianenlaini, pei iI fallo che ni ha dalo una voIonla
pi anpia deII'inleIIello, poiche infalli Ia voIonla consisle soIlanlo in una cosa, e, in
quanlo indivisiliIe, non senlia che Ia sua naluia conpoili che quaIcosa Ie possa
solliallo, e ceilo quanlo pi anpia, lanla naggioie gialiludine devo a chi ne I'ha
dala.

15. Ld infine neanche ni devo Ianenlaie, deI fallo che Dio concoiia con ne a
suscilaie quegIi alli di voIonla o quei giudizi nei quaIi ni slagIio, giacche i suoi alli
sono deI lullo veii e luoni, in quanlo dipendono da Dio, ed in ne ~ in quanlo Ii posso
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foinaie ~ c' naggioi peifezione che se non polessi faiIo. La piivazione poi, neIIa
quaIe consisle iI soIo nolivo |61j foinaIe deIIa faIsila e deIIa coIpa, non ha lisogno di
nessun aiulo di Dio, peiche non una cosa ieaIe, e se viene iifeiila a Dio cone causa,
essa non deve esseie chianala piivazione, na soIo una negazione. Infalli ceilo non
cosliluisce aIcuna inpeifezione in Dio iI fallo che ni ha dalo Ia Iileila di assenliie o di
non assenliie ad aIcune cose, deIIe quaIi non ha poslo neI nio inleIIello una conoscenza
chiaia e dislinla, na fuoii di dullio che in ne cosliluisce inpeifezione iI non faie un
coiiello uso di quesla Iileila e appIicaie iI nio giudizio a queIIe cose che non
conpiendo lene. Osseivo lullavia che faciInenle Dio avielle polulo faie in nodo che
lullavia non slagIiassi nai, pui ieslando Iileio e in possesso di una conoscenza
Iinilala, se inveio avesse poslo neI nio inleIIello Ia peicezione chiaia e dislinla di lulle
Ie cose suIIe quaIi aviei dovulo espiineie un giudizio, o anche soIlanlo se avesse
inpiesso in nanieia cos feina neIIa nia nenoiia ~ cos da non poleinene nai
dinenlicaie ~ che non dovessi nai espiineie un giudizio su aIcuna cosa che non
polessi conpiendeie in nanieia chiaia e dislinla. L faciInenle conpiendo che io, in
quanlo ni consideii cone un lullo a se, saiei slalo pi peifello di queIIo che sono oia,
se fossi slalo fallo laIe capace di non slagIiaie da Dio. Ma non posso negaie che in
quaIche nodo una peifezione pi giande vi sia in lulla I'univeisaIila deIIa ieaIla ~ pei
iI fallo che aIcune sue paili non sono innuni dagIi eiioii, ed aIlie invece Io sono ~
piulloslo che se lulle fosseio assoIulanenle siniIi. Non ho nessun diiillo di
Ianenlaini che Dio allia voIulo che neI nondo soslenessi un laIe iuoIo, che non iI
pi giande e iI pi peifello di lulli.

16. InoIlie, sellene non possa leneini Ionlano dagIi eiioii in queI piino nodo
che deiiva daIIa evidenle peicezione di lulle queIIe cose suIIe quaIi si deve deIileiaie,
posso lullavia leneinene Ionlano in queII'aIlio nodo, che dipende soIo daI fallo che
|62j ni iicoidi ~ ogni quaI voIla non chiaia Ia veiila di una cosa ~ che ni devo
asleneie daII'espiineie un giudizio, infalli, sellene espeiinenli che in ne c' una
deloIezza deIIa nia naluia laIe che non posso slaie senpie Iegalo ad una nedesina
conoscenza, posso lullavia con una nedilazione allenla e pi voIle iipelula faie in
nodo che ni iicoidi di laIe deloIezza, ogni quaI voIla ve ne sia I'uliIila, e cos acquisli
una ceila consueludine a non slagIiaie.

17. Consideialo che Ia pi giande ed evidenle peifezione deII'uono consisle in
queslo, non ni senlia di avei liallo poco vanlaggio daIIa nedilazione di oggi, poiche
ho invesligalo Ia causa deII'eiioie e deIIa faIsila. Ceilanenle non vi puo esseie una
causa diveisa da queIIa che ho spiegalo, infalli ogni quaI voIla liallengo Ia voIonla
neII'espiineie i giudizi in nanieia laIe che si appIichi soIlanlo a queIIe cose che Ie
vengono iappiesenlale in nanieia chiaia e dislinla daII'inleIIello, non puo ceilo
accadeie che io slagIi, poiche ogni concezione chiaia e dislinla senza dullio quaIcosa
di ieaIe e posilivo, e quindi non puo veniie daI nuIIa, na ha necessaiianenle Dio cone
auloie ~ Dio dico, queII'enle sonnanenle peifello, che non puo esseie assoIulanenle
faIIace. L peicio fuoii da ogni dullio veia. Oggi non ho inpaialo soIlanlo da cosa ni
devo guaidaie pei non ingannaini nai, na anche a che cosa devo niiaie pei
iaggiungeie Ia veiila, sicuianenle Ia iaggiungeio, se daio iella soIlanlo aIIe cose che
conpiendo peifellanenle, e Ie sapio dislingueie daIIe aIlie, di cui ho una nozione pi
confusa ed oscuia. Iei iI fuluio ni adopeieio diIigenlenenle a iaggiungeie queslo
scopo.

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1. |63j Mi iinane ancoia noIlo da invesligaie sugIi alliiluli di Dio, e noIlo suIIa
nia naluia o su queIIa deIIa nia nenle, na lullo queslo foise Io iipiendeio in un aIlio
nonenlo. Oia a ne senlia che nuIIa possa esseie pi uigenle (dopo che ho conpieso
che cosa della esseie evilalo e che cosa si della faie pei iaggiungeie Ia veiila) che
lenlaie di eneigeie da quei dulli nei quaIi sono cadulo nei gioini piecedenli, e vedeie
se quaIcosa iiguaido aIIe cose naleiiaIi possa esseie consideialo ceilo.

2. Ii piecisanenle, piina di invesligaie se aIcune di laIi cose esislano fuoii di
ne, devo consideiaie Ie idee che Ie iiguaidano, in quanlo sono neI nio pensieio, e
vedeie quaIi nai lia esse siano dislinle e quaIi confuse.

3. In piino Iuogo di ceilo innagino dislinlanenle Ia quanlila, che noinaInenle i
fiIosofi chianano conlinua, o quanla sia I'eslensione in Iunghezza, Iaighezza e
piofondila di quesla quanlila o piulloslo deIIa cosa, annoveio in essa vaiie paili,
assegno ogni soila di giandezze, figuie, Iuoghi e noli IocaIi a quesle paili, ed a quesli
noli diveise duiale.

4. N queIIe cose ni sono assoIulanenle nole e chiaie soIlanlo in geneiaIe, na
quando concenlio I'allenzione, peicepisco anche pailicoIaii innuneievoIi iiguaido aIIe
figuie, aI nuneio, aI nolo e siniIi, Ia cui veiila cos evidenle, |64j ed cos adalla aIIa
nia naluia, che quando conincio a scopiiiIe, non lanlo ni senlia di inpaiaie
quaIcosa di nuovo, quanlo di iicoidaini di queIIe cose che sapevo piina, oppuie di
avveiliie cose che gia piina eiano in ne, sellene non vi avessi piina diiello Ia foiza
visiva deIIa nenle.

5. L, cosa che qui consideio sopiallullo degna di nola, liovo piesso di ne
innuneievoIi idee di aIcune cose, che anche se quaIoia non esislano in nessun Iuogo
fuoii di ne, lullavia non si puo diie che non esislano affallo, e sellene siano da ne
pensale secondo iI nio aililiio, lullavia non vengono innaginale da ne, na hanno
una Ioio veia ed innulaliIe naluia. Cone quando, pei esenpio, innagino un
liiangoIo, anche se foise una laIe figuia non possa esisleie affallo in nessun Iuogo aI di
fuoii deI nio pensieio, n nai sia esislila, vi lullavia ceilo una sua deleininala
naluia, o essenza, o foina, innulaliIe ed eleina, che non slala piodolla da ne, ne
dipende daIIa nia nenle, cone evidenle pei iI fallo che si possono dinosliaie vaiie
piopiiela di queslo liiangoIo, cio che i suoi lie angoIi sono equivaIenli a due ielli, che
aI suo angoIo naggioie solleso iI Ialo pi giande, e siniIi, che oia conpiendo
chiaianenle, voIenle o noIenle, anche se non allia pensalo affallo a quesle piopiiela
quando ho innaginalo Ia piina voIla un liiangoIo, pei cui non sono slalo io ad aveiIe
invenlale.

6. Non ha aIcun iiIievo a queslo punlo se io dico, che quesla idea di liiangoIo ni
venula casuaInenle daIIe cose esleine alliaveiso gIi oigani dei sensi, poiche
naluiaInenle laIvoIla ho vislo dei coipi con figuia liiangoIaie, posso infalli escogilaie
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innuneievoIi aIlie figuie, iiguaido aIIe quaIi non ci puo esseie nessun sospello che
nai siano peivenule a ne alliaveiso i sensi, e lullavia |65j posso dinosliaie vaiie
piopiiela di esse, non neno che deI liiangoIo, ed esse sono sicuianenle lulle veie, daI
nonenlo che posso conoscieiIe chiaianenle, e dunque sono quaIcosa, non un puio
nienle, evidenle, infalli, che lullo cio che veio, quaIcosa, ed ho gia dinoslialo
anpianenle che lulle Ie cose che conosco chiaianenle sono veie. Ld anche se non Io
avessi dinoslialo, Ia naluia deIIa nia nenle sicuianenle laIe che nondineno non
poliei non assenliie ad esse, aIneno finche Ie concepisco chiaianenle, e ni iicoido che
senpie, anche piina di adesso, quando eio pailicoIainenle Iegalo agIi oggelli dei
sensi, ho iilenule cone pi ceile di lulle queIIe veiila, che conoscevo in nanieia
evidenle, queIIe cio ieIalive aIIe figuie, ai nuneii e ad aIlii aspelli iiguaidanli
I'aiilnelica, Ia geoneliia, o in geneie Ia puia e aslialla Malhesis.

7. L gia se da queslo soIo fallo che posso liaiie fuoii daI nio pensieio I'idea di
quaIche cosa, ne consegue che lullo cio che peicepisco in nanieia chiaia e dislinla
cone piopiia di queIIa cosa, ieaInenle Ie appailiene, da cio non si puo foise liaiie
anche Ia piova deII'esislenza di Dio` Ceilo liovo in ne I'idea di Iui, cio di un enle
sonnanenle peifello, non neno che I'idea di quaIsiasi figuia o nuneio, e non
conpiendo neno chiaianenle e dislinlanenle che I'esislenza eleina piopiia deIIa sua
naluia, di cone che cio che dinoslio di quaIche figuia o nuneio iiguaida anche Ia
naluia di laIe figuia o nuneio, e dunque, sellene non lulle Ie cose, che in quesli gioini
passali ho nedilalo, iisuIlasseio veie, aIneno I'esislenza di Dio dovielle esseie piesso
di ne neIIo slesso giado di ceilezza, |66j neI quaIe sono slale fino ad oia Ie veiila deIIa
nalenalica.

8. Sellene ceilo quesla convinzione ad un piino esane non sia assoIulanenle
chiaia, na pienda I'aspello di un sofisna. Ioiche infalli sono alilualo in lulle Ie aIlie
cose a dislingueie I'esislenza daII'essenza, faciInenle ni peisuado che I'esislenza puo
esseie lenula dislinla anche daII'essenza di Dio, e cos si puo pensaie a Dio cone non
esislenle. Tullavia a chi consideii pi allenlanenle chiaio che I'esislenza non si puo
sepaiaie daII'essenza di Dio, pi di quanlo daII'essenza deI liiangoIo si possa sepaiaie
iI fallo che Ia giandezza dei suoi lie angoIi sia equivaIenle a due angoIi ielli, o daII'idea
deI nonle si possa sepaiaie I'idea deIIa vaIIe: cosicche non c' naggioi conliaddizione
neI pensaie Dio (cio un enle sonnanenle peifello ~ senza I'esislenza ~ piivo cio di
una quaIche peifezione) che neI pensaie ad un nonle aI quaIe nanchi Ia vaIIe.

9. Tullavia non poliei nenneno pensaie Dio che cone esislenle, cone non posso
neppuie pensaie un nonle senza vaIIe, na ceilo, cone daI fallo che pensi un nonle
con una vaIIe, non ne consegue che neI nondo ci sia quaIche nonle, cos neppuie daI
fallo che pensi Dio cone esislenle ne consegue peicio che Dio esisla: infalli iI nio
pensieio non inpone nessuna necessila aIIa ieaIla, ed aI nodo in cui possiliIe
innaginaie un cavaIIo aIalo, anche se nessun cavaIIo ha Ie aIi, cos foise posso
innaginaie I'esislenza di Dio, anche se non esisle aIcun Dio.

1O. Anzi in queslo si nasconde un sofisna, infalli pei iI fallo che non posso
pensaie ad un nonle se non unilo ad una vaIIe, non ne consegue che in quaIche Iuogo
esislano un nonle e una vaIIe, na soIlanlo |67j che iI nonle e Ia vaIIe, sia che esislano,
sia che non esislano, non possono esseie iecipiocanenle disgiunli. Ma pei iI fallo che
non posso pensaie Dio se non esislenle, ne consegue che I'esislenza non sepaialiIe da
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Dio, e che egIi quindi ieaInenle esisle, non peiche iI nio pensieio piovochi cio, o
inponga una quaIche necessila ad aIcuna cosa, na aI conliaiio peiche Ia necessila deIIa
cosa slessa, cio deII'esislenza di Dio, ni deleinina a pensaiIo, ed infalli non dipende
daI nio aililiio iI polei pensaie Dio ~ cio un enle sonnanenle peifello senza Ia
sonna peifezione ~ senza esislenza, cone in nio poleie innaginaie un cavaIIo con
Ie aIi o senza aIi.

11. L neanche qui si deve diie che necessaiio suppoiie Dio cone esislenle, dopo
che ho supposlo che egIi ha lulle Ie peifezioni, daI nonenlo che I'esislenza una di
esse, na che Ia piina supposizione non eia necessaiia , cone non necessaiio neppuie
che io pensi che lulle Ie figuie quadiiIaleie si insciivano in un ceichio, na poslo che
pensi queslo, saia necessaiio che annella che iI ionlo si puo isciiveie neI ceichio,
cosa che lullavia evidenlenenle faIsa. Infalli, sellene non sia necessaiio che nai ni
dedichi a quaIche pensieio iiguaido a Dio, ogni quaI voIla lullavia ni piace pensaie
aII'enle piino e sonno, e fai scaluiiie I'idea di Iui cone daIIo sciigno deIIa nia nenle,
necessaiio che gIi alliiluisca lulle Ie peifezioni, anche se non Ie enuneio lulle, e non
Ie penso singoIainenle: e quesla necessila sicuianenle lasla peiche poi, quando ni
iendo conlo che I'esislenza peifezione, concIuda giuslanenle che I'enle sonno e
piino esisle, aIIa slessa nanieia in cui non necessaiio che io innagini veianenle un
liiangoIo, na ogni quaI voIla vogIio consideiaie una figuia piana che allia soIlanlo lie
angoIi, necessaiio che Ie alliiluisca Ie quaIila |68j in lase aIIe quaIi si deduce
giuslanenle che i suoi lie angoIi non sono naggioii di due ielli, anche se aI nonenlo
non consideio in pailicoIaie quesla piopiiela. Quando poi esanino quaIi figuie si
insciivano neI ceichio, in nessun nodo necessaiio che pensi che lulli i quadiiIaleii
iienliino in esse, anzi addiiilluia queslo nenneno Io posso innaginaie, finlanloche
aIneno non vogIio annelleie nuIIa oIlie a queIIo che conpiendo in nodo chiaio e
dislinlo. InoIlie c' una giande diffeienza lia Ie faIse convinzioni di laI geneie e Ie idee
veie che sono innale in ne, deIIe quaIi Ia piina e Ia pi inpoilanle I'idea di Dio.
Infalli ceilo, in noIli nodi, conpiendo che essa non quaIcosa di fillizio che dipende
daI nio pensieio, na I'innagine di una veia ed innulaliIe naluia, in piino Iuogo,
peiche nessuna aIlia cosa puo esseie pensala da ne, aIIa cui essenza sia coIIegala
I'esislenza, aI di fuoii deI soIo Dio, quindi, peiche non posso annelleie I'esislenza di
due o pi di di laI geneie e peiche, poslo che gia uno esisla, vedo chiaianenle che
necessaiio che sia esislilo sin daII'eleinila, e che iinanga in eleino, ed infine peiche
conosco noIle aIlie quaIila in Dio, che non posso ne solliaiie ne nulaie.

12. Ma poi, di quaIunque iagionanenlo ni seiva pei dinosliaie, si loina senpie
a queslo, che ni peisuadono deI lullo soIlanlo queIIe cose che inluisco in nanieia
chiaia e dislinla. Tia Ie cose che poi cos concepisco ve ne sono aIcune ovvie pei
chiunque, na Ie aIlie inveio che sono nanifesle soIo a queIIi che osseivano pi da
vicino ed invesligano pi diIigenlenenle, lullavia, dopo che sono slale scopeile, non
vengono iilenule neno ceile di queIIe. Cone, sellene neI liiangoIo iellangoIo non
appaia cos faciInenle che |69j iI quadialo deIIa lase equivaIenle aI quadialo degIi
aIlii Iali, quanlo che Ia slessa lase sollesa aII'angoIo naggioie, lullavia quesla
piopiiela, una voIla che slala piovala, non viene ciedula neno vaIida . Iei quanlo
poi iiguaida Dio, ceilanenle se non cadessi nei piegiudizi e Ie innagini deIIe cose
sensiliIi non assediasseio da ogni paile iI nio pensieio, non conosceiei nienle piina o
in nodo pi faciIe di Iui, infalli che cosa pi evidenle di pei se slesso che c' un
sonno enle, cio che esisle Dio, aIIa cui soIa essenza appailiene I'esislenza`
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13. Lppuie, sellene ni sia slala necessaiia pei conpiendeie una allenla
consideiazione, oia lullavia non soIo sono ceilo di cio cone di ogni aIlia cosa che
senlii ceilissina, na inoIlie capisco anche che Ia ceilezza di lullo iI ieslo dipende ,
cosicche senza Dio nuII'aIlio nai puo esseie conpieso peifellanenle.

14. Sellene infalli io sia di una laIe naluia che, quando conpiendo quaIcosa in
nanieia assai chiaia e dislinla, non posso non ciedeie che sia veio, poiche lullavia
sono di laIe naluia che non posso fissaie I'aculezza deIIa nia nenle senpie neIIo slesso
oggello pei conpiendeiIo chiaianenle, e spesso ni soccoiia Ia nenoiia di un giudizio
espiesso piecedenlenenle, puo veiificaisi che, quando non ni appIico naggioinenle
ai nolivi iazionaIi pei i quaIi ho espiesso un laIe giudizio, possono piesenlaisi aIlii
nolivi che, se non conoscessi Dio, faciInenle ni faielleio canliaie opinione, e cos
non aviei nai iiguaido ad aIcuna cosa una scienza veia e ceila, na soIlanlo deIIe
opinioni vaghe e nulevoIi. Cos, ad esenpio, quando consideio Ia naluia deI liiangoIo,
daI nonenlo che conosco i piincipi deIIa geoneliia, ni appaie in nanieia
evidenlissina che i suoi lie angoIi sono equivaIenli a due ielli, e non posso non ciedeie
che cio sia veio, pei lullo iI lenpo |7Oj che ni dedico aIIa dinosliazione di cio, na non
appena ho aIIonlanalo I'aculezza deIIa nenle da queIIa dinosliazione, sellene ancoia
ni iicoidi di aveiIa esaninala in nanieia chiaiissina, faciInenle lullavia puo accadeie
che io dulili deIIa sua veiila, quaIoia non conosca effellivanenle Dio. Iosso infalli
peisuadeini di esseie fallo laIe daIIa naluia, che ni possa slagIiaie laIvoIla su cio che
iilengo di concepiie in nanieia evidenlissina, nenlie lullavia ni iicoido di aveie
iilenulo noIle cose cone veie e ceile, che, dopo, spinlo da aIlii nolivi, ho giudicalo
faIse.

15. Ma dopo che ho conpieso che Dio esisle, poiche neIIo slesso lenpo ho
conpieso anche che lullo iI ieslo dipende da Iui, e che egIi non inganna, e quindi da
queslo ho giudicalo che lulle queIIe cose, che conpiendo in nanieia chiaia e dislinla,
sono veie necessaiianenle, anche se non ni appIico pi oIlie aIIe iagioni pei Ie quaIi
ho giudicalo veio cio, sufficienle che ni iicoidi soIlanlo di aveiIe conpiese in
nanieia chiaia e dislinla, peiche non possa esseie poilala nessuna iagione conliaiia,
che ni spinga a dulilaie, na ne ho una scienza ceila e veia. L non soIlanlo di queslo,
na di lulle Ie cose che ni sono iicoidalo di avei dinoslialo un lenpo, cone dei
piincipi geoneliici e siniIi. Che cosa dunque oia ni si puo poilaie in conliaiio` Che io
sono fallo in nanieia laIe che spesso ni inganno` Ma so gia che non posso esseie
ingannalo in queIIo che conpiendo in nanieia chiaia. che io allia iilenulo in un aIlio
nonenlo cone veie e sicuie noIle cose, che poi ni sono accoilo esseie faIse` Lppuie
non avevo concepilo nessuna lia quesle in nanieia chiaia e dislinla, na ignaio di
quesla iegoIa alliaveiso Ia quaIe iaggiungeie Ia veiila Ie avevo ciedule pei aIlii nolivi,
che poi ho scopeilo esseie neno ceili. Che cosa si diia dunque` Ioise (oliezione che
poco fa ho fallo a ne slesso) che puo daisi che sogni, oppuie lulle queIIe cose, che oia
penso, non siano pi veie di queIIe che si piesenlano a chi doine` Lppuie anche
queslo non canlia nienle: ceilo infalli che |71j, anche se sognassi, queI che evidenle
aI nio inleIIello, senz'aIlio veio.

16. Cos vedo con laIe sicuiezza che Ia ceilezza e Ia veiila di ogni scienza dipende
daIIa soIa conoscenza deI veio Dio, che, piina di conosceiIo, non aviei polulo aveie
cognizioni sicuie di nessun'aIlia cosa. Ma gia ni possono esseie chiaianenle noli e
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ceili innuneievoIi aIlii piincipi, sia iiguaido piopiio a Dio e ad aIlie ieaIla
inleIIelluaIi, sia anche iiguaido a lulla queIIa naluia coipoiea, che I'oggello deIIa
puia Malhesis.





81 6-715/0123-

1. Mi iinane da esaninaie oia se esislano Ie cose naleiiaIi. L gia cone ninino so
che queIIe, in quanlo sono I'oggello deIIa puia Malhesis, possono esisleie, daI
nonenlo che Ie peicepisco in nanieia chiaia e dislinla. Non infalli dullio che Dio
sia capace di faie lulle queIIe cose che io sono capace di concepiie in queslo nodo, e
non ho nai giudicalo che aIcune cose non polesseio esseie falle da Iui, se non pei iI
fallo che non polevano esseie da ne peicepile in nanieia dislinla. InoIlie daIIa facoIla
di innaginaie, deIIa quaIe so pei espeiienza di poleini seiviie, quando ni appIico
aIIa consideiazione deIIe cose naleiiaIi, senlia conseguiine che esislano. Se consideio
in nanieia pi allenla cosa sia I'innaginazione, |72j non senlia esseie nienl'aIlio che
una appIicazione deIIa facoIla conosciliva aI coipo che Ie inlinanenle piesenle e che,
quindi, esisle.

2. Ieiche cio sia chiaio in piino Iuogo esanino Ia diffeienza che c' lia
I'innaginazione e Ia puia inleIIezione. Infalli, ad esenpio, quando innagino un
liiangoIo, non soIlanlo Io concepisco cone una figuia foinala e conpiesa da lie Iinee,
na anche quesle lie Iinee Ie vedo cone piesenli pei Ia foiza e Ia visla inleiioie deIIa
nia nenle, e queslo queIIo che chiano innaginaie. Se poi voIessi pensaie aIIa figuia
di un chiIiagono, ceilo uguaInenle lene conpiendo che una figuia foinala da niIIe
Iali, aIIo slesso nodo in cui conpiendo che un liiangoIo una figuia foinala da lie
Iali, na non neIIo slesso nodo innagino quei niIIe Iali, o Ii vedo cone se fosseio
piesenli. Sellene possa iappiesenlaini foise confusanenle una quaIche figuia, pei Ia
consueludine di innaginaie senpie quaIcosa, ogni quaI voIla penso ad una cosa
coipoiea, chiaio lullavia che essa non un chiIiagono, peiche in nuIIa diveisa da
queIIa che ni iappiesenleiei se pensassi ad un niiiagono o a quaIsiasi aIlia figuia di
noIli Iali, e non giova in aIcun nodo pei conosceie queIIe piopiiela, pei Ie quaIi iI
chiIiagono diffeienle dagIi aIlii poIigoni. Se poi iI piolIen conceine un penlagono,
posso ceilo conpiendeie Ia sua figuia, cone Ia figuia di un chiIiagono, anche senza
I'aiulo deII'innaginazione, na posso anche innaginaiIa, appIicando I'aculezza deIIa
nenle ai suoi cinque Iali, e neIIo slesso lenpo aII'aiea che vi conlenula. Qui
nanifeslanenle conpiendo che ni necessaiio |73j pei innaginaie un ceilo sfoizo
deII'anino, di cui non ni seivo pei conpiendeie: e queslo pailicoIaie sfoizo
deII'anino dinoslia chiaianenle Ia diffeienza lia I'innaginazione e I'inleIIezione
puia.

3. InoIlie consideio che quesla foiza di innaginazione che in ne, in quanlo
diffeienle daIIa foiza di conpiendeie, non necessaiia aIIa nia essenza, cio deIIa nia
nenle, ed infalli anche se non I'avessi affallo, senza dullio nondineno iinaiiei queIIo
slesso che oia sono, donde ne consegue che essa dipende da una quaIche cosa diveisa
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da ne. Conpiendo faciInenle che se esislesse un coipo a cui Ia nia nenle sia cos
congiunla da appIicaisi a invesligaiIo a suo piaceie, puo accadeie che alliaveiso queslo
slesso nezzo innagini Ia ieaIla coipoiea, in nanieia laIe che queslo nodo di pensaie
soIlanlo in queslo diffeiisca daIIa puia inleIIezione, che Ia nenle, nenlie conpiende, si
voIge in quaIche nodo a se slessa e guaida quaIcuna deIIe idee che si liovano in essa,
nenlie innagina, invece, si voIge aI coipo e vede in esso quaIcosa confoine aII'idea,
sia che essa I'allia concepila di pei se o peicepila alliaveiso i sensi. IaciInenle, dico,
conpiendo che I'innaginazione puo esseie cos piovocala, annesso che iI coipo
esisla, e poiche nessun aIlio nodo uguaenle convenienle ni soccoiie pei spiegaiIa,
conpiendo da cio che piolaliInenle iI coipo esisle, na soIlanlo piolaliInenle, e
sellene inveslighi lullo con accuialezza, lullavia non inluisco che da quesla idea
dislinla deIIa naluia coipoiea, che liovo neIIa nia innaginazione, si possa liaiie
aIcuna piova, che necessaiianenle dinoslii I'esislenza di un quaIche coipo.

4. |74j Sono soIilo poi innaginaie noIle aIlie cose, oIlie a queIIa naluia coipoiea,
che oggello deIIa puia Malhesis, cone i coIoii, i suoni, i sapoii. iI doIoie e cose siniIi,
na nessuna cos dislinlanenle, e poiche quesle cose Ie peicepisco negIio pei nezzo
dei sensi, dai quaIi senliano esseie giunle aIIa innaginazione giazie aIIa nenoiia,
pei paiIaie con pi agio di esse, aIIo slesso nodo lisogna disculeie anche deI senso, e
vedeie se da queIIe cose che sono peicepile alliaveiso queslo nodo di pensaie, che
chiano senliie, posso aveie una quaIche piova ceila iiguaido aIIa esislenza deIIe cose
coipoiee.

5. Iiina di lullo qui iichianeio aIIa nia nenoiia quaIi nai siano Ie cose che
piina ho iilenulo veie, in quanlo peicepile daIIa sensiliIila, e su quaIi nolivi si sia
lasala Ia nia ciedenza, quindi esanineio anche Ie cause pei cui sono slalo poi
ollIigalo a iinelleiIe in dullio, ed infine consideieio che cosa oia della ciedeie di
esse.

6. In piino Iuogo dunque ni sono accoilo di aveie un capo, deIIe nani, dei piedi
e Ie aIlie nenlia, di cui foinalo queslo coipo, che consideiavo cone una paile di
ne, o foise anche cone lullo ne slesso, e ni sono accoilo che queslo coipo si liova
insiene a noIli aIlii coipi, da cui puo iiceveie vaii lenefici o danni, e quesli lenefici Ii
individuavo con un ceilo senlinenlo di piaceie, nenlie i danni con un senlinenlo di
doIoie. Ioi, oIlie aI doIoie e aI piaceie, senlivo anche in ne Ia fane, Ia sele ed aIlii
desideii di laI geneie, ed inoIlie aIcune incIinazioni coipoiee aIIa gioia, aIIa liislezza,
aII'iia, ed aIlii senlinenli siniIi, fuoii poi, oIlie aII'eslensione dei coipi e aIIe figuie |75j
e ai novinenli individuavo anche in essi Ia duiezza, iI caIoie ed aIlie quaIila
dipendenli daI lallo, ed inoIlie Ia Iuce, i coIoii, gIi odoii, i sapoii e i suoni, pei nezzo
deIIa vaiiela dei quaIi dislinguevo a sua voIla iI cieIo, Ia leiia, i naii e gIi aIlii coipi.
Ceilo non senza iagione, consideiando Ie idee di lulle quesle quaIila che si offiivano aI
nio pensieio, e che soIe senlivo piopiianenle e innedialanenle, iilenevo di senliie
aIcune cose deI lullo diveise daI nio pensieio, cio i coipi da cui piovenivano quesle
idee. Avveilivo infalli, pei espeiienza, che esse soigevano in ne senza nessun
consenso da paile nia, cosicche non polevo avveiliie nessun oggello, pei quanlo Io
voIessi, se non fosse slalo piesenle aII'oigano di senso, e d'aIlia paile non polevo non
senliiIo quando I'oggello eia piesenle. L poiche Ie idee peicepile con i sensi iisuIlavano
noIlo pi chiaie ed evidenli, ed in quaIche nodo anche pi dislinle, di lulle queIIe che
io slesso ni iappiesenlavo nedilando neIIa pienezza deIIe nie faIcoIla nenlaIi, o
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avveilivo inpiesse neIIa nia nenoiia, senliava che non fosse possiliIe che
deiivasseio da ne slesso, e quindi iinaneva da annelleie che deiivasseio da cose
diveise. L poiche non avevo aIcuna nolizia da aIlia fonle di quesle cose aI di fuoii di
quesle slesse idee, non ni poleva veniie in nenle nuII'aIlio se non che queIIe cose
fosseio siniIi aIIe idee. Ioiche inoIlie ni iicoidavo di aveie usalo piina i sensi che Ia
iagione, e vedevo che Ie idee, che io slesso ni iappiesenlavo, non eiano lanlo chiaie
quanlo queIIe che peicepivo con i sensi, e spesso Ie piine eiano conposle da paili
deIIe seconde, ni peisuadevo faciInenle di non aveie nessuna idea neII'inleIIello che
non I'avessi piina neI senso. Non senza iagione infalli iilenevo che queI coipo, che pei
un quaIche speciaIe diiillo chianavo nio, |76j ni appailenesse pi che aIcun' aIlia
cosa. Non polevo infalli nai divideini da queIIo, cone dagIi aIlii coipi, avveilivo in
esso e pei nezzo di esso lulli i desideii e Ie affezioni, ed inoIlie avveilivo iI doIoie e gIi
slinoIi deI piaceie neIIe sue paili, non in aIlie paili posle fuoii di esso. Ieiche, poi, da
queslo indeleininalo senlinenlo deI doIoie ne consegua una quaIche liislezza
deII'anina, e daI soIIelicanenlo deI piaceie una quaIche gioia, o peiche queIIa non so
che slinoIazione deIIo slonaco, che chiano fane, ni spinga ad assuneie cilo, Ia
secchezza deIIa goIa ni spinga leie, e cos iiguaido aIIe aIlie cose: non avevo ceilo
nessun aIlio nolivo, se non che sono indollo a faie cos daIIa naluia. Non vi infalli
assoIulanenle nessuna affinila (aIneno pei queIIo che posso capiie) lia quesla
slinoIazione deIIo slonaco e Ia voIonla di piendeie iI cilo, oppuie lia Ia sensazione di
una cosa, che poila doIoie, e iI pensieio deIIa liislezza nala da quesla sensazione. Ma
ni senliava di aveie appieso daIIa naluia anche lulle Ie aIlie cose che giudicavo
iiguaido agIi oggelli dei sensi: ed infalli eio peisuaso che esse si foinasseio in ne in
queslo nodo, piina ancoia di aveie esaninalo un quaIche nolivo che polesse piovaie
cio.

7. Ma poi noIle espeiienze, a poco a poco, hanno disliullo ogni fiducia che avevo
iiposlo nei niei sensi, infalli laIvoIla Ie loiii, che ni eiano senliale iolonde da
Ionlano, da vicino ni appaiivano quadiale, e slalue giandissine, che slavano neII'aIlo
di esse, appaiivano piccoIe visle da leiia, ed in innuneievoIi aIlii falli di laI geneie
liovavo che i giudizi, foinali sui sensi esleini, eiano eiiali. L non soIo i giudizi lasali
sui sensi esleini, na anche queIIi lasali sui sensi inleini |77j, infalli che cosa ci puo
esseie di pi inlino deI doIoie` Lppuie ho senlilo diie laIoia da queIIi, a cui eia slalo
lagIialo un liaccio o una ganla, che senliava Ioio ancoia quaIche voIla di senliie iI
doIoie in queIIa paile deI coipo di cui eiano piivi, peicio anche a ne non senliava
allaslanza ceilo che un nenlio ni doIesse, sellene senlissi in esso iI doIoie. A quesle
cause di dullio ne ho aggiunle poco fa aIlie due geneiaIissine, Ia piina eia che non
ho nai ciedulo di polei senliie da svegIio cio che non possa pensaie di senliie quaIche
voIla anche nenlie doino, e poiche queIIe cose che ni senlia di senliie duianle iI
sonno, non ciedo che ni piovengano da cose posle fuoii di ne, non capivo peiche
dovessi ciedeie piulloslo cio iiguaido a queIIe cose, che ni senlia di senliie quando
sono svegIio. La seconda causa eia che, quando ancoia ignoiavo I'auloie deIIa nia
oiigine, o aIneno quando innaginavo di ignoiaiIo, ni senliava che nuIIa si
opponesse a che io fossi cos piedisposlo daIIa naluia ad ingannaini, anche in queIIe
cose che ni senliavano Ie pi veie. L quanlo aIIe iagioni, pei Ie quaIi piina ni eio
peisuaso deIIa veiila deIIe cose sensiliIi, non liovavo difficoIla a iespingeiIe. Ioiche ni
senliava di esseie spinlo daIIa naluia a noIle cose, che Ia iagione ni dissuadeva
daII'accellaie, non iilenevo che si dovesse daie noIla fiducia agIi insegnanenli deIIa
naluia. Sellene poi Ie peicezioni dei sensi non dipendesseio daIIa nia voIonla, non
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peicio iilenevo che si dovesse concIudeie che quesle idee deiivino da cose da ne
diveise, peiche foise in ne slesso vi puo esseie una quaIche facoIla che Ie piovoca,
sellene non sia ancoia da ne conosciula.

8. Oia poi, dopo che conincio a conosceie negIio ne slesso e I'auloie deIIa nia
oiigine, non iilengo ceilo che lulle Ie cose, che senlia ni piovengano dai sensi,
dellano esseie annesse senza iifIelleie, |78j na che neppuie lullo della esseie
geneiaInenle ievocalo in dullio.

9. In piino Iuogo, poiche so che lulle Ie cose che conpiendo in nanieia chiaia e
dislinla possono esseie falle da Dio quaIi io Ie conpiendo, lasla che possa concepiie in
nanieia chiaia e dislinla una cosa senza I'aIlia, peiche sia ceilo che I'una sia diveisa
daII'aIlia, giacche possono esseie posle sepaialanenle aIneno da Dio, e non inpoila
da quaIe polenza deiivi quesla sepaiazione, peiche io sia spinlo a giudicaiIe
diveisanenle, quindi, pei iI soIo fallo che so di esisleie e pei iI fallo che conpiendo
che nienle aIlio assoIulanenle cos peilinenle aIIa nia naluia o aIIa nia essenza, se
non che io sono una cosa che pensa, concIudo giuslanenle che Ia nia essenza consisle
in quesla cosa soIa, che sono una cosa che pensa. Sellene foise (o piulloslo, cone diio
poi, sicuianenle) so che ho un coipo, che congiunlo a ne in nanieia foilissina,
poiche lullavia da una paile ho I'idea chiaia e dislinla di ne slesso, in quanlo sono
soIlanlo una cosa che pensa, e non una cosa eslesa, e daII'aIlia paile ho un'idea dislinla
deI coipo, in quanlo cosa soIo eslesa, e non pensanle, ceilo che io in ieaIla sono
dislinlo daI nio coipo, e posso esisleie anche senza di esso.

1O. InoIlie liovo in ne deIIe facoIla di pensaie lulle pailicoIaii e dislinle da ne,
cone Ie facoIla di innaginaie e di senliie, senza Ie quaIi posso conpiendeie lullo ne
slesso in nanieia chiaia e dislinla, na non viceiveisa queIIe senza di ne, cio senza
una soslanza inleIIigenle aIIa quaIe siano allaccale: infalli incIudono una quaIche foina
di inleIIezione neI Ioio concello foinaIe, donde conpiendo che esse sono dislinle da
ne, cone Ie nodaIila da una cosa. Riconosco anche aIcune aIlie facoIla, cone queIIa di
nulaie Iuogo, o di assuneie vaiie foine, e siniIi, che puie cone Ie piecedenli, |79j
non possono esseie conpiese aI di fuoii di una quaIche soslanza aIIa quaIe siano
allaccale, e neppuie quindi possono esisleie senza di essa: na nanifeslo che esse, se
puie esislono, devono esseie allaccale ad una soslanza coipoiea od eslesa, na non
inleIIigenle, peiche ceilo una quaIche eslensione, na non ceilanenle una quaIche
inleIIezione, puo esseie conlenula neI chiaio e dislinlo concello di esse. L poi in ne vi
una quaIche passiva facoIla di senliie, cio di iecepiie e di conosceie Ie idee deIIe cose
sensiliIi, na di essa non poliei faie nessun uso, se non esislesse anche una quaIche
facoIla alliva, o in ne o in un aIlio, una facoIla capace di pioduiie o di piovocaie
quesle idee. Lppuie ceilo quesla facoIla alliva non puo esseie in ne, peiche non
piesuppone assoIulanenle aIcuna inleIIezione, e sellene io non vi coopeii, o
addiiilluia Ia nia voIonla vi si opponga, lullavia quesle idee ni sono sovenle
iappiesenlale, e quindi iinane che quesla facoIla sia in una quaIche soslanza diveisa
da ne, e poiche in essa ogni ieaIla, che oliellivanenle neIIe idee piodolle da quesla
facoIla (cone ho gia fallo nolaie piina), deve esseie conlenula sia foinaInenle che
eninenlenenle, o quesla soslanza un coipo, cio una naluia coipoiea, neIIa quaIe
ceilo sono conlenule foinaInenle lulle Ie cose che sono oggellivanenle neIIe idee, o
ceilanenle Dio, o quaIche aIlia ciealuia pi noliIe deI coipo, neIIa quaIe sono
conlenule eninenlenenle. Ma, daI nonenlo che Dio non un ingannaloie,
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assoIulanenle nanifeslo che egIi non pei opeia sua, innedialanenle, innelle in ne
quesle idee e neanche nedianle I'opeia di quaIche ciealuia, in cui Ia Ioio ieaIla
oggelliva sia conlenula non foinaInenle, na soIo eninenlenenle. Ioiche non ni ha
dalo assoIulanenle nessuna facoIla pei conosceie cio, na aI conliaiio una giande |8Oj
piopensione a ciedeie che esse siano piovocale daIIe cose coipoiee, non vedo in quaI
nodo si polielle capiie che egIi non un ingannaloie, se quesle idee venisseio enesse
da un'aIlia fonle piulloslo che daIIe cose coipoiee. L quindi Ie cose coipoiee esislono.
Tullavia lulle quesle foise non sono laIi, quaIi Ie affeiio con iI senso, poiche quesla
conpiensione dei sensi in noIli punli assai oscuia e confusa, na aIneno vi sono in
esse lulle queIIe cose che capisco in nanieia chiaia e dislinla, cio lulle Ie cose che,
guaidale geneiaInenle, iienliano neII'oggello deIIa puia Malhesis.

11. Iei quanlo poi iiguaida Ie cose ieslanli che o sono soIlanlo pailicoIaii, cone
che iI soIe sia di laIe giandezza e figuia ecc., o conpiese neno chiaianenle, cone Ia
Iuce, iI suono, iI doIoie e siniIi, sellene siano noIlo dullie e inceile, quesla slessa
iifIessione, che Dio non sia faIIace, e che peicio non puo accadeie che aIcuna faIsila si
liovi neIIe nie opinioni, senza che vi sia in ne anche una ceila facoIla dala da Dio pei
coiieggeiIa, ni fa nasceie una ceila speianza di conseguiie anche in queslo canpo Ia
veiila. Ceilo non vi dullio che lulle queIIe cose su cui sono annaeslialo daIIa
naluia alliano in se una paile di veiila, pei naluia infalli, guaidala geneiaInenle, oia
non inlendo nuII'aIlio che piopiio Dio, Iui slesso, o iI conpIesso oidinalo deIIe cose
cieale cosliluilo da Dio, e non inlendo aIlio pei naluia nia in pailicoIaie che iI
conpIesso di lulle queIIe cose che ni sono slale alliiluile da Dio.

12. Non vi nuIIa poi che quesla naluia ni insegni in nanieia pi evidenle che iI
fallo che ho un coipo, che sla naIe quando senlo un doIoie, che ha lisogno di cilo e di
levanda, quando soffio Ia fane e Ia sele e cose siniIi, ne quindi dello dulilaie che in
esso non vi sia una quaIche veiila.

13. |81j Infalli Ia naluia ni insegna, alliaveiso quesle sensazioni di doIoie, di
fane, di sele ecc., che io non lanlo ni liovo neI nio coipo cone un naiinaio si liova
neIIa nave, na che sono coIIegalo a queIIo in nodo sliellissino e quasi confuso, in
nodo laIe da cosliluiie quasi una soIa cosa con queIIo. AIliinenli, infalli, quando iI
nio coipo coIpilo, io, che non sono nienl'aIlio che una cosa che pensa, non senliiei
peicio doIoie, na affeiieiei quesla Iesione coI puio inleIIello, cone iI naiinaio
peicepisce con Ia visla se quaIcosa si spezza neIIa nave, e quando iI coipo ha lisogno di
cilo o di levanda, capiiei espiessanenle quesla nia necessila, non aviei deIIe
sensazioni confuse di fane e di sele.

14. Ceilanenle quesle sensazioni di sele, di fane, di doIoie ecc. non sono aIlio
che aIcuni nodi confusi di pensaie, nali daII'unione e quasi daIIa nescoIanza deIIa
nenle coI coipo. InoIlie sono anche annaeslialo daIIa naluia che esislono alloino aI
nio coipo aIlii coipi, aIcuni dei quaIi devo ceicaie di iaggiungeie, aIlii evilaie.
Ceilanenle, pei iI fallo che avveilo noIle diveise specie di coIoii, suoni, odoii, sapoii,
e anche caIoie, duiezza e siniIi, concIudo giuslanenle che nei coipi, da cui
piovengono quesle vaiie peicezioni dei sensi, vi sono deIIe vaiiela ad esse
coiiispondenli, anche se foise non sono ad esse siniIi, e pei iI fallo che aIcune di quesle
peicezioni ni sono piacevoIi, aIlie spiacevoIi, sicuianenle ceilo che iI nio coipo, o
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piulloslo lullo ne slesso, in quanlo sono conposlo di coipo e di nenle, puo esseie
fallo oggello di vaii lenefici e danni dai coipi che Io ciicondano.

15. |82j Ci sono poi noIle aIlie cose che, anche se senlia che io sia slalo
annaeslialo daIIa naluia, non ho iicevulo in ieaIla da essa, na da una ceila
consueludine di giudicaie in nanieia sconsideiala, e peicio accade faciInenle che
siano faIse, cone che lullo Io spazio, in cui non si piesenla nienle che nuova i niei
sensi, sia vuolo, che in un coipo caIdo, ad esenpio, vi sia quaIcosa di assoIulanenle
siniIe aII'idea di caIoie che in ne, in un coipo lianco o veide vi sia Ia slessa
lianchezza o coIoie veide che avveilo, in un coipo anaio o doIce Io slesso sapoie, e
cos pei iI ieslo, che gIi aslii e Ie loiii, e quaIsivogIia aIlio coipo Ionlano, siano soIlanlo
di queIIa giandezza e figuia che ni iappiesenlano i niei sensi, e aIlie cose di laI
geneie. Ma, peiche Ie nie peicezioni a queslo pioposilo siano allaslanza dislinle,
devo definiie in nanieia pi accuiala che cosa piopiianenle inlenda, quando affeino
che in quaIcosa sono annaeslialo daIIa naluia. Ceilo qui inlendo Ia naluia in nanieia
pi Iinilala che iiguaido aI conpIesso di lulle queIIe cose che ni sono alliiluile da
Dio, in queslo insiene infalli sono conlenule noIle cose che iiguaidano soIo Ia nenle,
cone iI fallo che peicepisco che cio che conpiulo non puo esseie non ieaIizzalo e
lulle Ie aIlie cose che sono nole secondo iI Iune naluiaIe, di cui qui non si paiIa, noIle
cose anche che iiguaidano soIo iI coipo, cone iI fallo che lenda in lasso pei Ia sua
pesanlezza e cose siniIi, di cui non paiIo, peiche soIo pei queIIe cose che ni sono slale
dale da Dio, in quanlo unione di nenle e di coipo. Ieicio quesla naluia insegna ceilo a
sfuggiie queIIe cose che poilano un senso di doIoie, ed a ceicaie queIIe cose che ci
poilano un senso di piaceie e siniIi, na non appaie che essa inoIlie ci insegni quaIi
concIusioni liaiie iiguaido aIIe cose, posle fuoii di noi da quesle peicezioni dei sensi,
senza iI piecedenle esane deII'inleIIello, peiche iI conosceie Ia veiila iiguaido ad esse
senlia spellaie |83j aIIa soIa nenle, non aIIa sua unione coI coipo. Cos, sellene una
sleIIa non coIpisca iI nio occhio pi che iI fuoco di una piccoIissina fiaccoIa, lullavia in
esso non c' nessuna piopensione ieaIe o posiliva a ciedeie che essa non sia pi
giande, na queslo I'ho giudicalo fin dai niei piini anni, pui senza aIcun iagionevoIe
fondanenlo, sellene avvicinandoni aI fuoco avveila iI caIoie, cone anche
avvicinandoni lioppo ad esso senlo iI doIoie, assoIulanenle non c' aIcun nolivo che
ni peisuada che neI fuoco ci sia quaIcosa di siniIe a queslo caIoie e neppuie a queslo
doIoie, na che in esso vi sia soIlanlo quaIcosa 3/4 quaIunque cosa esso sia 3/4 che
suscili in noi quesle sensazioni di caIoie o di doIoie. Sellene anche in quaIche spazio
non vi sia nuIIa che coIpisca i sensi, non ne consegue che in esso non vi sia nessun
coipo. Vedo peio che io in quesli ed in noIlissini aIlii casi sono soIilo luilaie I'oidine
deIIa naluia. DeIIe peicezioni dei sensi infalli (che piopiianenle daIIa naluia sono slale
dale soIlanlo pei conunicaie aIIa nenle quaIi cose aII'insiene 3/4 di cui paile 3/4
siano giovevoIi o non giovevoIi, e fino a che punlo sono allaslanza chiaie e dislinle)
ni seivo cone iegoIe ceile pei conosceie innedialanenle quaIe sia I'essenza dei coipi
posli fuoii di noi, iiguaido a cui lullavia non segnaIano nuIIa se non in nodo
conpIelanenle oscuio e confuso.

16. Lppuie gia piina ho vislo allaslanza lene in quaIe nodo, nonoslanle Ia
lonla di Dio, accada che i niei giudizi siano faIsi. Ma qui ni si piesenla una nuova
difficoIla iiguaido a queIIe cose che ni vengono piesenlale daIIa naluia cone
desideialiIi o dannose, ed anche iiguaido ai sensi inleini, nei quaIi senlio avei
liovalo degIi eiioii: cone quando quaIcuno, ingannalo daI gialo sapoie di quaIche
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cilo, assune iI veIeno che vi nascoslo denlio. |84j Tullavia viene aIIoia spinlo daIIa
naluia a iiceicaie soIo cio in cui si liova un sapoie giadilo, na non iI veIeno, che
assoIulanenle ignoia, e da cio non si puo concIudeie nuII'aIlio, se non che Ia naluia
slessa non sa lullo, e daI nonenlo che I'uono una cosa Iinilala, non ci dolliano
slupiie deI fallo che non gIi spella aIlio che una Iinilala peifezione.

17. Ma poi non di iado eiiiano anche in queIIe cose veiso Ie quaIi siano spinli
daIIa naluia, cone quando coIoio che slanno naIe desideiano un cilo o una levanda
che dopo poco nuoceia Ioio. Ioise oia si polia diie che coIoio che si conpoilano cos
slagIiano pei queslo nolivo: peiche Ia Ioio naluia coiiolla. Ma queslo non eIinina Ia
difficoIla, peiche in veiila un uono naIalo una ciealuia di Dio non neno di quanlo
Io sia uno sano, e dunque non senlia esseie neno inconpaliliIe che allia avulo da
Dio una naluia ingannevoIe. Cone un oioIogio cosliluilo di iuole e di pesi, quando
falliicalo naIe 3/4 e non indica in nodo giuslo Ie oie 3/4 osseiva Ie Ieggi deIIa
naluia, non neno accuialanenle di quando in ogni sua paile soddisfa i desideii
deII'ailefice, cos se consideiassi iI coipo di un uono cone una nacchina cos falla,
conposla di ossa, neivi, nuscoIi, vene, sangue e peIIe laIe che, anche se fosse piivo
deIIa nenle, lullavia avielle gIi slessi novinenli che oia in esso non deiivano daI
conando deIIa voIonla e quindi neppuie daIIa nenle. faciInenle conpiendo che pei
laIe coipo saielle uguaInenle naluiaIe 3/4 se, ad esenpio, fosse naIalo di idiopisia
3/4 soffiiie di queIIa aiidila deIIa goIa che iI senso deIIa sele suoIe induiie neIIa nenle,
ed esseie spinlo anche daIIa naIallia a dispoiie i neivi e Ie aIlie paili deI coipo in
nodo laIe da assuneie levande, aggiavando cos iI suo naIe 3/4 iispello a quando
non essendovi in Iui nessun noilo, indollo da una siniIe |85j secchezza deIIa goIa a
piendeie levande a Iui uliIi. L sellene possa diie ~ guaidando aII'uso deII'oioIogio
che slalo piedisposlo daI suo ailefice ~ che liaIigna daIIa sua naluia, quando non
indica lene Ie oie, ed aIIo slesso nodo ~ consideiando Ia nacchina deI coipo unano
cone piepaiala pei i suoi novinenli aliluaIi ~ possa iileneie che anche queIIa
liaIigna daIIa sua naluia, quaIoia Ia sua goIa iisuIli aiida, pui non giovando Ia
levanda aIIa sua conseivazione, lullavia conpiendo con sufficienle chiaiezza che
quesl'uIlino nodo di inlendeie Ia naluia noIlo diffeienle daII'aIlio. Queslo infalli
non aIlio che una denoninazione deiivala daI nio pensieio ~ che confionla un
uono naIalo ed un oioIogio naI falliicalo con I'idea di un uono sano e di un
oioIogio len fallo ~ ed esliinseca iispello aIIe cose di cui si paiIa, pei I'aIlio invece ni
iifeiisco a quaIcosa che in ieaIla si liova neIIe cose, e quindi ha in se quaIche veiila.

18. Ceilanenle, anche se in ieIazione ad un coipo naIalo di idiopisia, sia soIlanlo
una denoninazione esliinseca affeinaie che Ia sua naluia coiiolla, pei iI fallo che ha
senpie Ia goIa aiida, senza avei lisogno di leie, guaidando invece aII' insiene, cio
aIIa nenle unila ad un laIe coipo, non una puia denoninazione, na un veio eiioie
deIIa naluia iI fallo che allia sele quando Ia levanda gIi saia di danno, peicio qui
iinane da chiedeisi in che nodo Ia lonla di Dio non inpedisca che Ia naluia cos piesa
sia faIIace.

19. Dunque, in piino Iuogo, qui osseivo che c' una giande diffeienza lia Ia
nenle e iI coipo: secondo Ia sua naluia iI coipo senpie divisiliIe, Ia nenle
assoIulanenle |86j indivisiliIe. Quando Ia consideio, oppuie consideio ne slesso in
quanlo sono soIlanlo una cosa che pensa, non posso dislingueie in ne nessuna paile,
na conpiendo che sono una cosa deI lullo unilaiia ed inlegia, e sellene Ia nenle lulla
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quanla senlii esseie unila a lullo iI coipo, anche se viene loIlo un piede, o un liaccio o
quaIsiasi aIlia paile deI coipo, capisco che non slalo peicio loIlo nuIIa aIIa nia nenle,
e neanche Ie facoIla di voIeie, senliie, conpiendeie ecc. possono esseie delle paili di
essa, peiche una e nedesina Ia nenle che vuoIe, che senle, che conpiende. AI
conliaiio, nessuna cosa coipoiea o eslesa puo esseie da ne pensala, che non si possa
divideie faciInenle in paili coI pensieio, e che io non conpienda cone divisiliIe, e
quesla soIa nolazione , se non Io sapessi gia in nodo allaslanza chiaio da un'aIlia
fonle, lasleielle ad insegnaini che Ia nenle conpIelanenle diveisa daI coipo.

2O. In secondo Iuogo, conpiendo che Ia nenle non condizionala
innedialanenle da lulle Ie paili deI coipo, na soIlanlo daI ceiveIIo, o foise anche da
una piccoIissina paile di esso, cio da queIIa in cui si dice che vi sia iI senso conune,
quesla , ogni voIla che disposla aIIo slesso nodo, fa senliie Ie slesse cose aIIa nenle,
anche se lullavia Ie aIlie paili deI coipo possono esseie disposle in nodi diveisi lia
Ioio, cone piovano innuneievoIi espeiienze, che non c' lisogno qui di passaie in
iassegna.

21. Conpiendo inoIlie che Ia naluia deI coipo laIe, che nessuna paile di esso
puo esseie nossa da un'aIlia paile aIquanlo Ionlana, senza che possa aIIo slesso nodo
esseie nossa da quaIunque deIIe paili che si liovano in nezzo, sellene queIIa Ionlana
non conpia aIcuna azione. Cone, ad esenpio, in una fune ACD, quaIoia |87j venga
liiala I'uIlina paile D, non in aIlio nodo si nuoveia Ia piina paile A, che polielle
nuoveisi anche, se venisse liiala una deIIe inleinedie o C, e I'uIlina paile D
iinanesse innoliIe. L neppuie in nodo diveiso, quando avveilo iI doIoie di un piede,
Ia fisica ni insegna che quesla sensazione accade ad opeia dei neivi spaisi pei iI piede,
che, eslesi di Ia fino aI ceiveIIo cone deIIe funi, quando vengono liiali neI piede, liiano
anche Ie pi inleine paili deI ceiveIIo aIIe quaIi aiiivano, ed eccilano in esse un nolo,
foinalo daIIa naluia affinche Ia nenle venga coIpila daI senso deI doIoie, sellene esso
si liovi neI piede. Ma poiche quei neivi devono passaie alliaveiso Ia lilia, Ia ganla, i
Ionli, iI doiso e iI coIIo, peiche daI piede giungano aI ceiveIIo, puo accadeie che ~
anche se una paile di essi, che neI piede, non venga iaggiunla, na soIlanlo quaIcuna
deIIe paili inleinedie ~ avvenga neI ceiveIIo sicuianenle queIIo slesso novinenlo
che avviene neI piede naIalo, pei cui saia necessaiio che Ia nenle senla Io slesso
doIoie. L cio si deve iileneie di quaIsivogIia aIlia sensazione.

22. Nolo infine che ciascuno dei noli, che sono piovocali in queIIa paile deI
ceiveIIo che innedialanenle unila aIIa nenle, , non poila ad essa se non una quaIche
sensazione. Ieicio nuIIa poleva negIio escogilaie in queslo fenoneno di , che cio iI
nolo slesso piovochi queIIa sensazione che - lia lulle queIIe che puo piovocaie -
conduce con Ia naggioi foiza e con Ia naggioie fiequenza aIIa conseivazione deIIa
saIule di un uono. L'espeiienza poi piova che laIi sono lulli i sensi innessi in noi
daIIa naluia: quindi di ceilo in essi non si puo liovaie nuIIa, che non allesli Ia polenza
e Ia lonla di Dio. Cos, ad esenpio, |88j quando i neivi che sono neI piede, vengono
nossi vioIenlenenle ed oIlie iI consuelo, queI Ioio nolo che alliaveiso iI nidoIIo deIIa
spina doisaIe locca Ie paili pi inline deI ceiveIIo da piopiio I un segnaIe aIIa nenle
peiche avveila quaIcosa, cio un doIoie, cone se fosse neI piede, da cui Ia nenle slessa
viene spinla a iinuoveie, pei quanlo possiliIe, Ia causa che pioduce naIe aI piede. In
ieaIla, Ia naluia deII'uono avielle polulo esseie cos slaliIila da Dio, che queIIo slesso
novinenlo neI ceiveIIo indicasse aIIa nenle quaIsiasi aIlia cosa, ad esenpio che avesse
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fallo senliie se slesso, in quanlo neI ceiveIIo, o in quanlo neI piede, o in quaIche
aIlio dei Iuoghi inleinedi, o infine quaIsiasi aIlio fenoneno, na nessun'aIlia cosa
avielle condollo uguaInenle aIIa conseivazione deI coipo. AIIo slesso nodo quando
alliano lisogno di una levanda, da cio nasce una quaIche secchezza deIIa goIa che
nuove i suoi neivi, e ad opeia di essi nuove Ia paile pi inleina deI ceiveIIo, e queslo
novinenlo fa senliie aIIa nenle Ia sensazione deIIa sele, peiche in quesla occasione
nienle pei noi pi uliIe sapeie di queslo: alliano lisogno di leie pei nanleneie Ia
noslia saIule, e cos pei iI ieslo.

23. Da lullo cio assoIulanenle nanifeslo che, nonoslanle I' innensa lonla di
Dio, Ia naluia deII'uono, in quanlo conposlo di nenle e di coipo, non puo non
esseie quaIche voIla soggella a slagIiaie. Infalli se quaIche causa non neI piede, na in
un'aIlia quaIsiasi deIIe paili alliaveiso Ie quaIi i neivi daI piede giungono aI ceiveIIo, o
anche neIIo slesso ceiveIIo deleinina assoIulanenle Io slesso nolo, che suoIe esseie
piovocalo daI piede naIalo, si senliia iI doIoie cone se fosse neI piede, ed iI senso
naluiaInenle saia ingannalo. Infalli, daI nonenlo che Io slesso nolo neI ceiveIIo non
puo se non poilaie senpie Ia slessa sensazione aIIa nenle, e suoIe nasceie noIlo pi
fiequenlenenle daIIa causa che coIpisce iI piede, piulloslo che da un'aIlia che si liovi
in un'aIlia paile, naluiaIe |89j che faccia senpie senliie aIIa nenle iI doIoie deI piede,
piulloslo che di un'aIlia paile. L se laIvoIla Ia secchezza deIIa goIa nasce non cone
suoIe daI fallo che iI leie poili aIIa saIule deI coipo, na nasca da una quaIche causa
conliaiia, cone avviene in chi idiopico, di gian Iunga negIio che slagIi in laIe
ciicoslanza piulloslo che se ni ingannasse senpie, quando iI coipo sano, e cos pei iI
ieslo

24. Quesla consideiazione giova noIlissino non soIo aI fine che io conpienda
lulli gIi eiioii ai quaIi sollonessa Ia nia naluia, na anche peiche Ii possa coiieggeie
o evilaie faciInenle. Infalli ceilo, sapendo che lulli i sensi iiguaidanli cio che
allinenle aI lene naleiiaIe, indicano noIlo pi fiequenlanenle iI veio che iI faIso, e
poiche posso seiviini quasi senpie di noIli di quesli sensi pei esaninaie Ia slessa
cosa, ed inoIlie posso seiviini deIIa nenoiia, che unisce Ie cose piesenli con queIIe
che ho piovalo piecedenlenenle, e deII'inleIIello, che gia ha esaninalo lulle Ie cause di
eiioie, non dello pi oIlie leneie che siano faIse queIIe cose, che ni vengono
piesenlale ogni gioino dai sensi. Addiiilluia, quegIi ipeiloIici dulli dei gioini
piecedenli sono degni di suscilaie scoppi di iisa. Sopiallullo queI dullio geneiaIe
iiguaidanle iI sonno, che non dislinguevo daIIa vegIia, oia infalli conpiendo che vi
una giandissina diffeienza lia i due, in queslo: che i sogni non sono nai congiunli
daIIa nenoiia a lulle Ie aIlie azioni deIIa vila, cone queIIe azioni che accadono a chi
deslo. Infalli ceilo che se da svegIio ni appaiisse quaIcuno aII'inpiovviso, e poi
sulilo spaiisse, cone avviene neI sogno, in nodo laIe che evidenlenenle non vedessi
ne da dove sia venulo, ne dove vada, giuslanenle Io giudicheiei |9Oj uno spellio o un
fanlasna foinalosi neI nio ceiveIIo, piulloslo che un veio uono. Ma quando ni si
piesenlano queIIe cose che capisco dislinlanenle donde, dove e quando ni capilano,
ed unisco Ia Ioio peicezione con lullo iI ieslo deIIa nia vila senza nessuna inleiiuzione,
sono assoIulanenle ceilo che non ni si piesenlano neI sogno, na quando sono svegIio.
DeIIa Ioio veiila non devo dulilaie anche nininanenle, se dopo che ho iichianalo
lulli i sensi, Ia nenoiia e I'inleIIello pei esaninaiIe, da nessuno di essi ni viene
segnaIalo quaIcosa che conliasli con gIi aIlii. DaI fallo che Dio non faIIace, ne
consegue assoIulanenle che in laIi cose non n'inganno. Ma poiche Ia necessila di agiie
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non senpie Iascia iI lenpo di un esane lanlo accuialo, lisogna annelleie che Ia vila
unana iiguaido aIIe cose pailicoIaii spesso esposla agIi eiioii, e lisogna iiconosceie
Ia deloIezza deIIa noslia naluia.

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