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<<La chiamano mal dAfrica, quella sensazione che ti prende

dopo che ci sei stato, che hai vissuto qualche giorno, settimana
o mese in questi luoghi; una morsa che ti prende la gola e che
ti impedisce di mandare gi la saliva che si forma nella tua
bocca, ti blocca persino il respiro. Dicono che questa sorta di
malattia produca effetti particolari che non riesci a controllare
perch non dipendono da te, si dice che una volta tornato a
casa, quando meno te lo aspetti, i ricordi ti assaliranno, gli
occhi lacrimeranno da soli e le immagini scorreranno veloci,
senza poterle fermare. Queste terre cos ricche e cos
disperatamente martoriate non possono fare altro che
insinuarsi sotto la tua pelle, incidendo colori, odori, rumori nel
tuo cuore.

Un cuore che, seppure troppo affaticato e stremato dalle
sensazioni tumultuose ed estreme di questo anno, ti far
tornare spesso in questo mondo, almeno con i ricordi.

E quelli, non li cancellerai mai.

Sono indelebili.

Proprio come questa avventura.

Proprio come il popolo del villaggio, proprio come il Darfur,
proprio come lAfrica.>>

Dal settimo capitolo di Bout de Souffle ~ Nell Violacea ~

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