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Concorso Letterario Nazionale Guido Zucchi 2014

Gianluca Gaiardoni Diani


Castello d'Argile
347/2643168 - 3382247909
Il cane-volpe e la tigre

Mi addormentai ascoltando la radio basso volume e sentii il dj che diceva di aspettare perch l'ascoltatore
non rispondeva al telefono: nel frattempo io immaginavo di essere un inviato della radio che entrava
nell'appartamento dell'ascoltatore e lo stava cercando.
Suonai il campanello: nessuna risposta; la porta era socchiusa. Mi addentrai e cominciai a cercare i
proprietari di casa.
Tutti i tempi coincidevano: mentre il telefono suonava libero io vagavo per lappartamento aspettando di
incontrarli. Finalmente risponsero e, come per magia, in casa spuntarono tre cani da una stanza e si
precipitarono a farci le feste, fermandosi attorno al tavolo da pranzo che si trovava davanti a noi.
Uno dei cani poggi le zampe anteriori sulla panchina a fianco al tavolo e mi fiss: era simile ad un cucciolo
di pastore tedesco ma nero con i dei riflessi rossi. (NdR: decisamente ricordvaa la volpe incontrata la sera
prima in macchina al ritorno da San Luca)
Gli inviati eravamo io e la mia ragazza e l'appartamento era tutto, interamente bianco: dai mobili alle
pareti, dai pavimenti agli infissi delle finestre.

Uscii dall'appartamento e cominciai a volare in giro: c'era una atmosfera crepuscolare, una luce grigiastra
ma brillante. (Ndr: Il posto ricordava molto il condominio dove vivevo con i miei)
Volavo tra gli alberi e ad un certo punto vidi dei rami stretti: allora chiudo gli occhi ed immagino di ridurre
le mie dimensioni per poter passare meglio: cos accadde, e subito dopo salii in quota emergendo dal
giardino per poi scendere in picchiata e tornare su dalla rampa di accesso ai garage.
Qui vidi una pozzanghera dove si riflettevano il cielo ed i rami degli alberi che delimitavano il giardino:
decisi quindi di entrare nel mondo d'acqua, e nuovamente, per un attimo, chiusi gli occhi e mi tuffai in volo.
Il mondo cambi completamente: era pi luminoso, intenso, i colori pi vividi e le figure meglio definite.
Nuotai tra quelli che sembrano dei tunnel per arrivare fino ad una grande sala che comunicava con tre
grosse stanze chiuse da sbarre. Sembrava un vecchio sistema fognario, ora asciutto e pulito: era come se ci
fosse una barriera a bloccare l'acqua in quella sezione (NdR: io stesso mi sentivo asciutto nel sogno).
La stanza di fronte a me conteneva una grossa cassa di legno massiccio ed una calma, imponente tigre
avvinghiata sopra in bella mostra.
La fissai per un momento, per poi svegliarmi soddisfatto.

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