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Lenergia eolica ha sempre fornito la forza propulsiva

alle navi a vela ed stata usata per almeno tremila anni


per azionare i mulini a vento. Lutilizzo di questo tipo di
energia caduto successivamente in disuso con la dif-
fusione dellenergia elettrica e con lestesa disponibilit
a basso costo di motori alimentati da combustibili fos-
sili. Sebbene il rapido aumento del prezzo del petrolio
nel 1973 abbia stimolato, in molti paesi, un gran nume-
ro di programmi di ricerca sullenergia eolica, questi
sforzi si sono successivamente ridotti, nel 1986, in con-
comitanza con la discesa del prezzo del petrolio. Tutta-
via, le conoscenze acquisite in quel periodo sono state
sufficienti ad avviare lo sviluppo delle grandi turbine
eoliche; inoltre, la recente attenzione rivolta ai cambia-
menti climatici, lesigenza di incrementare la quota di
energie rinnovabili e i timori di una diminuzione futura
della produzione di petrolio hanno promosso un rinno-
vato interesse per la produzione di energia eolica. Que-
sto tipo di energia, in confronto ad altre energie rinno-
vabili, richiede investimenti molto inferiori e utilizza una
risorsa generalmente disponibile ovunque e particolar-
mente fruibile nelle zone temperate, dove si trova la mag-
gior parte delle nazioni industrialmente sviluppate.
Durante lultimo decennio del 20 secolo sono stati
costruiti e testati diversi modelli di turbine eoliche: con
rotori ad asse orizzontale e verticale, con numero varia-
bile di pale, con il rotore posizionato sopravvento o sot-
tovento alla torre, ecc. La turbina ad asse orizzontale con
rotore a tre pale sopravvento si dimostrata la tipologia
pi idonea e ha avuto di conseguenza un notevole svi-
luppo, segnato sia da una rapida crescita in dimensione
e potenza, sia da unampia diffusione.
6.2.1 Il vento come risorsa
Il vento un movimento dellaria determinato dalla-
zione dellenergia solare; il riscaldamento superficiale
in punti diversi del pianeta produce effetti differenti, che
danno luogo a movimenti nellatmosfera. Su larga scala
si pu osservare alle diverse latitudini una circolazione
di masse daria che viene influenzata ciclicamente dalle
stagioni; su scala pi piccola, si ha un riscaldamento
diverso tra la terraferma e le masse dacqua, con con-
seguente formazione delle brezze quotidiane di terra e
di mare. Anche il profilo e le irregolarit della superfi-
cie della terraferma o dellacqua influenzano profon-
damente il vento e le sue caratteristiche locali (DNV,
2002). Il vento soffia con maggiore velocit su super-
fici grandi e piatte come il mare, e questo rappresenta
lelemento principale di interesse per gli impianti eoli-
ci costieri o marini. Si rafforza sulla sommit delle altu-
re o nelle valli orientate parallelamente alla direzione
del vento dominante, mentre rallenta su superfici irre-
golari, come citt o foreste, e la sua velocit rispetto
allaltezza o al wind shear influenzata dalle condizioni
di stabilit atmosferica.
Per poter sfruttare lenergia eolica, molto impor-
tante tenere conto delle forti variazioni di velocit tra
localit diverse: siti distanti tra loro pochi chilometri pos-
sono essere soggetti a condizioni di vento nettamente
differenti e rivestire un interesse sostanzialmente diver-
so ai fini dellinstallazione di turbine eoliche.
Il regime di vento in un determinato sito pu essere
caratterizzato statisticamente mediante la distribuzione
di Weibull. La funzione di densit di probabilit (il cui
integrale su un qualsiasi intervallo di velocit fornisce
la probabilit che il vento abbia una velocit compresa
in tale intervallo) data dalla formula:
f (V)k (V
k1
C
k
) e
(VC)
k
in cui V la velocit del vento, C il parametro di scala
e k il parametro di forma.
La fig. 1 illustra un confronto tra i dati registrati in
un sito (Manwell et al., 2001) e una funzione di distribu-
zione di Weibull, calcolata con un parametro di scala C
561 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
6.2
Generazione elettrica dal vento
uguale a 7,9 m/s e un parametro di forma k uguale a 2.
Si usa caratterizzare le condizioni locali di vento median-
te il valore della sua velocit media V
media
. Di regola, si
pu considerare la velocit media del vento come il para-
metro di scala della distribuzione di Weibull moltiplica-
to per 0,89 (Burton et al., 2001). La forza del vento cam-
bia su una scala di giorni o di ore, a seconda delle con-
dizioni meteorologiche; le brezze, per esempio, sono
responsabili di una componente quotidiana del vento.
Infine, fa parte dellesperienza comune il fatto che la
direzione e lintensit del vento fluttuano rapidamente
intorno al valore medio: si tratta della turbolenza, che
costituisce una caratteristica importante del vento, poi-
ch determina fluttuazioni nella forza esercitata sulle
pale delle turbine, aumentandone cos lusura e ridu-
cendone la vita media. Lintensit della turbolenza viene
determinata, in modo statistico, come la deviazione stan-
dard della velocit del vento su brevi scale di tempo. Su
un terreno complesso il livello di turbolenza pu variare
tra il 15% e il 20%, mentre in mare aperto questo valo-
re pu essere compreso tra il 10% e il 14% (Manwell et
al., 2001). In un impianto eolico, la scia sottovento a una
turbina pu influenzare altre turbine (Barthelemie et al.,
2004). Una turbina eolica deve poter sopportare la peg-
giore tempesta che possa aver luogo nel sito di installa-
zione, durante lintera vita del progetto. Se la turbina
rimane installata per 20 anni, la raffica estrema che si
considera quella che si ripresenta in media ogni 50 anni.
Sono stati stabiliti degli standard che forniscono i valo-
ri indicativi da considerare. La tab. 1 riproduce le diver-
se classi prese in considerazione dalla Commissione elet-
trotecnica internazionale (IEC, 1999); la velocit del
vento di riferimento definita come la media, calcolata
su 10 minuti, di un vento estremo che si presenti in media
ogni 50 anni; vengono anche indicate raffiche che si pos-
sono presentare con periodicit compresa tra 1 e 50 anni.
Esistono anche variazioni su scale di tempo pi lun-
ghe, e le condizioni del vento non sono le stesse da un
anno allaltro. Leffetto potenziale del riscaldamento glo-
bale sulle condizioni future del vento rimane, inoltre, un
problema aperto.
La variabilit rappresenta uno degli svantaggi mag-
giori dellenergia eolica. Finch la quota di potenza pro-
dotta dallimpianto eolico piccola rispetto alla capa-
cit di trasporto della rete elettrica locale, si trasferisce
energia alla rete solo quando soffia il vento, e la produ-
zione corrispondente viene considerata come una dimi-
nuzione di domanda per i generatori convenzionali. In
alcuni paesi si stanno prendendo in considerazione
impianti eolici di grandi dimensioni, prevalentemente
gruppi di turbine in alto mare. Tali parchi eolici avran-
no una potenza di diverse centinaia di MW, equivalente
a quella di impianti convenzionali, e dovranno poter pre-
vedere la loro produzione di energia con 24 ore di anti-
cipo. Questa una conseguenza della liberalizzazione
del mercato dellenergia elettrica nelle nazioni occiden-
tali, per cui diverse compagnie possono competere sulla
stessa rete elettrica. Il gestore della rete deve poter cono-
scere in anticipo la domanda prevedibile rispetto alle
offerte dei diversi produttori (Makarov e Hawkins, 2003).
La predicibilit della produzione rappresenta un valore
aggiunto dellenergia (Nielsen et al., 2003): la mancata
erogazione implica delle penali e sono allo studio meto-
di per disporre di una previsione utile con un anticipo di
almeno 24 ore (Giebel et al., 2003).
Quando si prende in considerazione un sito per lin-
stallazione di una turbina eolica, fondamentale valu-
tare lentit reale della risorsa eolica. Si installa quindi
562 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
d
e
n
s
i
t


d
i

p
r
o
b
a
b
i
l
i
t

0
0,02
0,04
0,06
0,08
0,10
dati del luogo
distribuzione
di Weibull
0,12
velocit del vento (m/s)
0 5 10 15 20 25
fig. 1. Confronto tra la velocit del vento misurata
e la distribuzione di Weibull.
tab. 1. Parametri della velocit del vento per le classi di turbine eoliche (IEC, 1999)
Parametri Classe I Classe II Classe III Classe IV
Velocit del vento di riferimento V
ref
(m/s) 50 42,5 37,5 30
Velocit del vento media annuale V
media
(m/s) 10 8,5 7,5 6
Velocit media (calcolata su 10 minuti)
di una raffica con periodicit di 1 anno (m/s)
52,5 44,6 39,4 31,5
Velocit media (calcolata su 10 minuti)
di una raffica con periodicit di 50 anni (m/s)
70 59,5 52,5 42
nel sito una stazione meteorologica per diversi mesi, in
modo da monitorare la velocit e la direzione del vento
e i livelli di turbolenza a quote diverse. I dati registrati
consentono la valutazione sia della produzione futura di
energia, sia della fattibilit economica del progetto.
6.2.2 Teoria delle turbine eoliche
Nella fig. 2 illustrato schematicamente il flusso daria.
Il rotore fronteggia il vento, e la figura mostra la forma
del tubo di flusso tangente allestremit delle pale. Poi-
ch al vento viene sottratta una certa quantit di energia
cinetica, la velocit sottovento al rotore risulta inferiore
a quella sopravvento. Di conseguenza il diametro del
tubo di flusso maggiore alle spalle del rotore rispetto
al davanti. In assenza del rotore laria attraverserebbe la
sezione S
r
con velocit V
0
. La potenza associata al flus-
so sarebbe:
1
E
23
rS
r
V
3
0
2
dove r la densit dellaria. La porzione di tubo davan-
ti al rotore in effetti minore di S
r
e la potenza effettiva
P solo una frazione della potenza incidente. Possiamo
quindi definire un coefficiente C
P
di potenza tale che:
PC
P
E
Si pu dimostrare che la velocit dellaria sul piano
del rotore (Betz e Prandtl, 1919):
1
V
r

23
(V
0
V
w
)
2
in cui V
w
la velocit dellaria nella scia sottovento al
rotore.
Si pu calcolare il valore del coefficiente di potenza
come funzione del rapporto tra la velocit della scia sot-
tovento al rotore e quella sopravvento: il valore ottimale
di C
P
si ha quando questo rapporto vale 1/3. In questo caso
C
Pmax
16/270,593; il rapporto 16/27 deriva dalla teo-
ria del momento assiale, assumendo valide alcune appros-
simazioni, ed noto come limite di Betz (Betz e Prandtl,
1919). Non possibile progettare una turbina con un mag-
gior valore del coefficiente di potenza; le turbine odierne
hanno dei coefficienti di potenza pari a circa il 70-80%
del limite teorico. La teoria prevede che la potenza sia pro-
porzionale al cubo della velocit del vento, il che giusti-
fica linteresse verso siti molto ventosi per linstallazione
delle turbine eoliche. La potenza anche proporzionale
alla densit dellaria e le turbine devono essere declassa-
te quando operano in climi caldi o sulle montagne.
Una pala essenzialmente unala. La fig. 3 mostra le
diverse forze che agiscono su un segmento di pala. Se chia-
miamo W la velocit angolare del rotore, la velocit tan-
genziale di un segmento di pala a distanza r dallasse
uguale a Wr. La velocit tangenziale dellaria V
t
ha prati-
camente lo stesso modulo. Il vettore di velocit risultante
forma un angolo fcon il piano del rotore, determinato da:
V
r
V
r
tan f
1

21
V
t
Wr
Langolo b tra il piano del segmento di pala e il piano
del rotore si definisce angolo di pitch, e langolo a tra
il vettore del flusso incidente e il piano del segmento di
pala si chiama angolo dattacco. Abbiamo quindi:
fa b
La forza aerodinamica su un segmento di pala di
area A si pu scomporre in una forza di portanza (lift)
F
L
(perpendicolare alla direzione del vento apparente W
563 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DAL VENTO
fig. 2. Schema di flusso
intorno a una turbina eolica
ad asse orizzontale.
sullelemento di pala) e una forza a essa perpendicola-
re di resistenza (drag) F
D
:
1
F
L

23
C
L
ArW
2
2
in cui C
L
il coefficiente di portanza e
1
F
D

23
C
D
ArW
2
2
dove C
D
il coefficiente di resistenza.
Come si vede dalla fig. 3, la composizione di queste
forze genera una forza propulsiva F
M
nel piano del roto-
re, e una forza assiale F
T
perpendicolare alla prima. Un
profilo dato della pala caratterizzato dalla relazione tra
a, C
L
e C
D
. La fig. 4 mostra, per esempio, i valori dei
coefficienti di portanza e di resistenza per il profilo alare
DU-91-W2-250. Come si pu vedere, il coefficiente di
portanza quasi proporzionale allangolo di attacco per
valori di a minori di 10. Per valori maggiori dellango-
lo di attacco la portanza crolla e la resistenza aumenta
drasticamente. Per piccoli angoli, in condizioni di flusso
laminare, laria avanza con regolarit intorno al profilo;
per angoli grandi, il flusso va in stallo e si forma una scia
turbolenta. Il rapporto tra la velocit tangenziale alle-
stremit della pala e la velocit del vento si indica con l:
WR
l
123
V
0
dove R il raggio del rotore.
Il coefficiente di rendimento (performance) C
p
si pu
stimare in funzione di l e della solidit, definita come
il rapporto tra larea totale delle pale e larea spazzata
dal rotore. La solidit si pu variare cambiando il nume-
ro di pale e il valore della corda (larghezza delle pale).
Allaumentare del numero di pale (o della solidit) la
velocit ottimale l diminuisce.
6.2.3 Sistemi di regolazione
per le turbine eoliche
Regolazione passiva di stallo con velocit
di rotazione fissa
Consideriamo una turbina eolica che ruota a velo-
cit costante. Al crescere della velocit del vento lan-
golo di attacco sulle pale aumenta. Al di sopra di una
certa velocit il flusso daria inizia a distaccarsi dalla
superficie esterna delle pale. Questo fenomeno di stal-
lo si presenta allinizio in prossimit del mozzo, e si
estende verso lestremit della pala allaumentare della
velocit del vento. Lo stallo progressivo fornisce un
meccanismo automatico di regolazione della potenza.
La regolazione passiva di stallo era utilizzata diffusa-
mente nelle prime turbine commerciali con potenze
nominali di poche centinaia di kW, dotate di generato-
ri asincroni (le cosiddette turbine eoliche danesi). Que-
sto tipo di regolazione pone dei problemi associati al
fenomeno stesso dello stallo: vibrazioni, instabilit, dif-
ficolt nella previsione sia dellentrata in stallo, sia del
ritorno al flusso laminare. Le vibrazioni inoltre causa-
no nel tempo unusura supplementare delle pale. Se il
rotore pu ruotare a diverse velocit possibile in qual-
che misura regolare lentrata in stallo; molte turbine
degli anni Novanta erano dotate di generatori asincroni
a due velocit: a seconda delle condizioni di vento il
rotore girava alla velocit superiore o a quella inferiore.
564 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
F
M
F
T
V
0
V
t
V
r
W
F
L
F
D
Wr
/
b
a
fig. 3. Le forze agenti su un segmento di pala.
c
o
e
f
f
i
c
i
e
n
t
i

d
i

p
o
r
t
a
n
z
a

e

d
i

r
e
s
i
s
t
e
n
z
a
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
1,6
C
L
(coefficiente
di portanza)
C
D
10
(coefficiente
di resistenza)
angolo di attacco ()
4 0 4 8 12 16
fig. 4. Forma e caratteristiche del profilo di pala
DU-91-W2-250 (Jeppe, 1999).
La fig. 5 rappresenta le curve di potenza di una tipica
turbina da 400 kW con regolazione passiva di stallo e
di una turbina da 660 kW, dotata di sistemi attivi di rego-
lazione. Relativamente alla turbina da 400 kW, la poten-
za raggiunge un valore massimo in corrispondenza della
velocit nominale del vento, al di sopra del quale si ha
una perdita di potenza. Quando la velocit del vento
supera il massimo valore accettabile, in condizioni meteo-
rologiche avverse, la turbina viene bloccata, utilizzan-
do freni ad aria collocati allestremit delle pale.
Regolazione di pitch
Dalla fig. 3 si pu vedere che se si aumenta lango-
lo di pitch b e si riduce langolo di attacco a, la por-
tanza diminuisce e la pala definita messa in bandie-
ra. Tutte le grandi turbine moderne sono dotate di mec-
canismi per la regolazione del pitch delle pale. Quando
la velocit del vento diventa eccessiva, il rotore viene
fermato, ruotando le pale nella posizione in cui il bordo
dattacco rivolto al vento. Il carico aerodinamico sulle
pale viene cos ridotto al minimo. Al crescere della velo-
cit del vento, invece di aumentare langolo di pitch
delle pale per metterle in bandiera si pu anche ridur-
lo, allo scopo di provocare intenzionalmente lo stallo.
Con questo metodo lampiezza della rotazione delle pale
necessaria per regolare la potenza inferiore a quella
per metterle in bandiera, cosicch in teoria la regola-
zione pi rapida.
Velocit variabile
Nelle grandi turbine eoliche la velocit del rotore pu
variare intorno al valore nominale (tipicamente del 30%
in eccesso o in difetto). Questo reso possibile da un
allestimento specifico del generatore, che incorpora del-
lelettronica di potenza accoppiata con il sistema di rego-
lazione del pitch delle pale, il quale assicura unerogazio-
ne costante di potenza, malgrado le fluttuazioni rapide
del vento. Quando la forza del vento aumenta improv-
visamente, il rotore lasciato libero di accelerare per
alcuni secondi e lincremento di velocit di rotazione
accumula energia cinetica nel rotore stesso. Se il vento
resta forte, si varia langolo di pitch delle pale per dimi-
nuire laccumulo di potenza e mantenere la velocit del
rotore entro i valori accettabili. Durante un successivo
calo di vento lenergia immagazzinata nel rotore viene
rilasciata nel rallentamento del rotore stesso. Se neces-
sario, si cambia di nuovo langolo di pitch, in modo da
far recuperare velocit al rotore. La fig. 5 mostra la curva
di potenza di una turbina da 660 kW, dotata di questi
sistemi attivi di regolazione. La produzione di energia
ha luogo a partire da una velocit minima del vento di
3-4 m/s. La curva di potenza segue, pi o meno, la curva
cubica teorica, finch la velocit del vento si mantiene
al di sotto di quella nominale (14-16 m/s). Al di sopra di
questa velocit la potenza rimane praticamente costan-
te. Per motivi di sicurezza la turbina viene fermata con
venti che superano una velocit massima di circa 25 m/s.
Produzione di energia
A seconda delle condizioni locali prevalenti di vento,
si possono scegliere i parametri della curva di potenza
(velocit del vento minima, nominale e massima) per
ottimizzare la progettazione della turbina. La fig. 6 mostra
come esempio lenergia prodotta nellarco di un anno da
una turbina da 2.000 kW, caratterizzata da una distribu-
zione di Weibull con parametro di scala di 9 m/s e para-
metro di forma pari a 2. I risultati in figura sono espres-
si come numero totale di ore/anno in cui la potenza
superiore a un certo valore. Lerogazione annuale di ener-
gia data dallarea sottesa alla curva. Come si pu vede-
re, la turbina funziona per 7.500 ore in un anno, delle
quali soltanto 700 circa alla potenza nominale, mentre
la maggior parte dellenergia viene prodotta a velocit
di vento intermedie. Lefficienza nellutilizzo di una tur-
bina in un sito specifico viene valutata spesso in termi-
ni di rapporto tra lenergia totale annuale prodotta (in
kWh) e la potenza nominale della turbina (in kW). Il
risultato espresso in numero equivalente di ore/anno;
565 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DAL VENTO
p
o
t
e
n
z
a

(
k
W
)
0
100
200
300
400
500
600
700
regolazione di stallo
regolazione di velocit
variabile e di pitch
velocit del vento (m/s)
0 5 15 10 20 25 30
fig. 5. Curve di potenza tipiche per turbine
con diversi sistemi di regolazione.
p
o
t
e
n
z
a

(
k
W
)
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
numero totale di ore/anno
0 2.000 1.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000
fig. 6. Produzione annuale di energia ottenuta
con una turbina da 2.000 kW.
nellesempio di fig. 6 sono 3.150. Dividendo questo
numero per le ore di un anno, si ottiene il fattore equi-
valente di utilizzo, in questo caso, pari al 36%. Un pro-
getto di impianto eolico viene considerato economica-
mente fattibile se il numero equivalente di ore/anno supe-
ra le 2.000. Localit ventose sono caratterizzate da valori
tipici di 2.500 ore/anno, mentre gli impianti in mare aper-
to possono superare le 3.000 ore/anno. Il numero di
ore/anno si pu ottimizzare scegliendo accuratamente il
tipo di turbina eolica. I costruttori di turbine ne offrono
diverse versioni per ogni determinato tipo a seconda delle
risorse locali: per esempio, rotori pi ampi per le aree
meno ventose.
6.2.4 Elementi delle turbine
Pale
Le pale sono gli elementi che interagiscono con il
vento e la loro forma progettata in modo da ottenere
una buona efficienza aerodinamica. La fig. 7 mostra il
profilo di una tipica pala di turbina, in diverse sezioni
lungo il suo sviluppo longitudinale. In prossimit del
mozzo la pala ha una sezione circolare (Rooij, 2004).
Un supporto alloggiato nel mozzo consente il movimento
di rotazione della pala per la regolazione del pitch. Un
elemento di raccordo collega la base alla parte aerodi-
namica della pala. Al crescere della distanza dallasse
del mozzo (raggio) lo spessore della pala diminuisce cos
come la corda. La velocit tangenziale di un segmento
della pala cresce con il raggio. Secondo la fig. 3, si deve
diminuire langolo di pitch per poter mantenere un buon
angolo di attacco. La pala si avvolge di un angolo com-
plessivo di circa 25 tra linizio e lestremit della sezio-
ne aerodinamica. Le forze aerodinamiche variano con il
quadrato della velocit relativa locale e crescono rapi-
damente con il raggio. quindi importante progettare la
porzione della pala vicina allestremit in modo da avere
una buona portanza e una bassa resistenza. Le pale sono
flessibili e possono subire quindi una deflessione sotto
lazione del vento. Per evitare che esse possano sbatte-
re contro la torre, lasse del rotore spesso inclinato di
un piccolo angolo.
La sezione della pala di una turbina eolica piutto-
sto spessa, allo scopo di ottenere lelevata rigidit neces-
saria per resistere ai carichi meccanici variabili che agi-
scono su di essa nel corso del funzionamento. La forza
centrifuga dovuta alla rotazione tipicamente da sei a
sette volte maggiore del peso della pala nella sezione alla
base. Il peso della pala stessa crea un momento fletten-
te sulla base, in modo alternato a ogni rotazione. Il vento
esercita una forza non costante, sia per le fluttuazioni
dovute alla turbolenza sia per la maggiore velocit cau-
sata dallaltitudine. Una pala collocata in posizione ele-
vata sottoposta a un vento pi intenso rispetto a una
posizionata pi in basso; anche le corrispondenti flut-
tuazioni di carico si ripetono a ogni rotazione. Tutti que-
sti carichi variabili determinano usura, e ci costituisce
la maggiore difficolt tecnica nella progettazione delle
pale. necessario effettuare unanalisi accurata per eli-
minare il rischio di risonanza tra i diversi oscillatori mec-
canici (pale, torre, organi di trasmissione, ecc.).
Le pale sono costruite con materiali leggeri, come le
plastiche rinforzate in fibra, con buone propriet di resi-
stenza allusura. Le fibre sono in genere in vetro, ma per
le pale pi grandi vengono utilizzate le fibre di carbonio
nelle parti in cui si presentano i carichi pi critici. Talune
pale sono costruite interamente in fibra di carbonio, men-
tre alcuni fabbricanti utilizzano laminati in legno. Le fibre
sono incorporate in una matrice di poliestere, resina epos-
sidica o a base di vinilestere, e le pale sono costituite da
due gusci uniti insieme. La struttura inoltre rinforzata
da una matrice interna. La superficie esterna della pala
viene ricoperta con uno strato levigato di gel colorato, allo
scopo di prevenire linvecchiamento del materiale com-
posito causato dalla radiazione ultravioletta.
I fulmini costituiscono una delle principali cause di
avaria; viene perci fornita una protezione attraverso
566 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
fig. 7. Tipica forma di una pala e sue sezioni trasverse (ingrandite).
linstallazione di conduttori, sia sulla superficie della
pala sia al suo interno.
A seconda della tecnologia utilizzata dal produttore e
dalla sua esperienza, le pale possono essere dotate di ele-
menti addizionali, come i generatori di vortice per aumen-
tare la portanza, i regolatori di stallo (stall strip) per sta-
bilizzare il flusso daria o alette inserite allestremit della
pala per ridurre la perdita di portanza e il rumore.
Organi di trasmissione
Le pale sono collegate al mozzo che ospita i mecca-
nismi di regolazione del pitch. Il mozzo di solito un
pezzo di acciaio o di ferro a grafite sferoidale ed pro-
tetto esternamente da un involucro di forma ovale, lo
spinner. Lalbero del rotore sostenuto da supporti e ruota
a velocit relativamente bassa (10-40 giri al minuto). La
dimensione e il peso dei generatori elettrici sono appros-
simativamente proporzionali alla velocit di rotazione.
quindi importante progettare i generatori con una velo-
cit di rotazione elevata (per esempio, 1.000 o 1.500 giri
al minuto) e utilizzare un moltiplicatore di giri interme-
dio per trasformare la rotazione lenta dellalbero nella
velocit di rotazione elevata del generatore. La fig. 8 illu-
stra lo schema interno di una turbina eolica tipica.
Moltiplicatore di giri
Il moltiplicatore di giri impiegato per incrementa-
re la velocit del rotore fino ai valori richiesti dai gene-
ratori convenzionali. In alcune turbine il rapporto del
moltiplicatore pu superare 1:100. Leffetto si ottiene in
tre fasi separate. Il primo stadio di solito un moltipli-
catore planetario, mentre gli altri sono moltiplicatori
paralleli o elicoidali. Il moltiplicatore di giri comun-
que una sorgente di rumore, che i produttori si sforzano
di ridurre, per esempio utilizzando moltiplicatori elicoi-
dali invece di moltiplicatori ad assi paralleli. Il molti-
plicatore viene lubrificato e lolio viene continuamente
filtrato e raffreddato. Nellambito della manutenzione
preventiva, che pratica standard, si controllano nor-
malmente sia la temperatura del moltiplicatore sia le sue
vibrazioni.
Generatore
Il generatore lunit di trasformazione dellenergia
meccanica in potenza elettrica. Vi sono due tipi princi-
pali di generatori: asincroni e sincroni.
Generatori asincroni
I generatori asincroni sono essenzialmente motori tri-
fase a induzione. Sono caratterizzati da una velocit sin-
crona, determinata dal numero di poli del rotore e dalla fre-
quenza di rete. Con una rete a 50 Hz e un generatore fab-
bricato con due paia di poli sul rotore, la velocit sincrona
di 1.500 giri al minuto. Se la coppia meccanica agente
sullalbero fa aumentare la velocit di rotazione, il gene-
ratore trasferisce energia elettrica alla rete. La differenza
tra la velocit effettiva di rotazione e la velocit sincro-
na detta slip. Nei generatori asincroni convenzionali do-
tati di un rotore a gabbia di scoiattolo, lo slip circa del-
l1%, cosicch tali generatori sono considerati dispositivi
567 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DAL VENTO
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1 pala
2 supporto della pala
3 attuatore dellangolo
di pitch della pala
4 mozzo
5 spinner
6 supporto principale
7 albero principale
8 luci di segnalazione
aerea
9 moltiplicatore di giri
10 albero a velocit
elevata e freno
11 unit idraulica e
dispositivo di
raffreddamento
12 generatore
13 strumentazione elettrica
e dispositivi di controllo
14 anemometri
15 trasformatore
16 struttura della gondola
17 torre
18 organo di trasmissione
per limbardata
fig. 8. Struttura tipica di una turbina eolica.
a velocit costante. La corrente di magnetizzazione per
lo statore fornita dalla rete stessa. Allavvio, lo statore
collegato alla rete da un avviatore statico (soft starter)
che limita la corrente iniziale. Il generatore consuma una
certa quantit di potenza reattiva, che devessere com-
pensata da un insieme di capacitori. Quando una raffica
di vento colpisce la turbina, la sua erogazione di energia
subisce una fluttuazione e, se la potenza di corto circuito
della rete locale bassa, ne possono derivare variazioni
rapide di potenza sui dispositivi collegati in prossimit,
come, per esempio, le lampade elettriche. Queste flut-
tuazioni di illuminazione, dette a volte sfarfallii, sono
particolarmente spiacevoli e hanno indirizzato la ricerca
verso la realizzazione di sistemi a velocit variabile. Una
soluzione consiste nellutilizzare un rotore a bobina ali-
mentato da una corrente alternata indipendente, elabora-
ta da un convertitore di frequenza elettronico. La velocit
sincrona quindi una funzione della differenza tra la fre-
quenza di rete e la frequenza della corrente del rotore. Si
pu raggiungere una variazione di velocit inferiore o
superiore al 30%; vale la pena sottolineare che lenergia
elettrica richiesta dal rotore solo una frazione (circa il
10%) dellenergia utile disponibile allo statore.
Generatori sincroni
In questo caso il rotore costituito da un insieme di
elettromagneti o magneti permanenti. La frequenza della
corrente prodotta da questo tipo di generatore diretta-
mente proporzionale alla velocit di rotazione. Un tale
generatore, connesso direttamente alla rete, ruota a velo-
cit fissa, senza alcuna variazione. Per permettere una
modalit di funzionamento a velocit variabile, si con-
verte la corrente a frequenza variabile del generatore in
corrente continua, mediante un raddrizzatore elettroni-
co, e si ritrasforma la corrente continua in corrente alter-
nata idonea alla distribuzione sulla rete. Tutti i genera-
tori a trasmissione diretta funzionano secondo questo
principio. I generatori di questo tipo sono pi costosi di
quelli asincroni, ma lassenza di un moltiplicatore di giri
elimina una fonte di problemi di manutenzione e riduce
il rumore complessivo della turbina. Per poter produrre
la potenza elettrica richiesta, questi generatori hanno un
grande diametro. La fig. 9 mostra lo schema di una tur-
bina a trasmissione diretta. La gondola molto pi gran-
de rispetto alle turbine dotate di moltiplicatore di giri e
di generatore a velocit di rotazione elevata, come quel-
la mostrata in fig. 8. Alcuni fabbricanti di turbine pro-
pongono una soluzione ibrida, con un generatore che
ruota a velocit intermedia e un moltiplicatore di giri con
un basso rapporto di moltiplicazione.
Trasformatore e cablaggio
Il livello di tensione di uscita del generatore re-
lativamente basso (per esempio, 690 V) e deve essere
568 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
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1 pala
2 avvolgimento dello statore
3 avvolgimento del rotore
o magnete permanente
4 supporto della pala
5 attuatore dellangolo
di pitch della pala
6 mozzo
7 albero
8 supporto del rotore
9 rotore
10 statore
11 luci di segnalazione aerea
12 anemometri
13 strumentazione elettrica
e dispositivi di controllo
14 struttura della gondola
15 involucro della gondola
16 torre
17 organo di trasmissione
per limbardata
fig. 9. Turbina a trasmissione diretta con generatore sincrono.
aumentato a un livello medio (per esempio, 36 kV) per
mezzo di un trasformatore, per ridurre le perdite di tra-
smissione. Il trasformatore installato nella gondola, o
alla base della torre. I cavi elettrici flessibili, che colle-
gano la gondola alla base della torre, formano un anel-
lo al di sotto della gondola, per consentirne i movimen-
ti di imbardata. Tali movimenti vengono monitorati: se
la rotazione superiore a due giri, la gondola viene imbar-
data in direzione opposta durante il periodo successivo
di assenza di vento, per sbrogliare i cavi.
Sistema di imbardata
Lintera gondola viene fatta ruotare sulla sommit
della torre da un sistema di imbardata, per fare in modo
che il rotore fronteggi sempre il vento. La velocit e la
direzione del vento vengono monitorati continuamente
da sensori collocati sul tetto della gondola. In genere il
rotore viene posizionato secondo la direzione media del
vento, calcolata sugli ultimi 10 minuti dal calcolatore
della turbina.
Torre
Laltezza della torre dipende dal regime di vento loca-
le. Sulla terraferma, la gondola viene collocata in gene-
re a unaltezza pari a 1 o 1,2 volte il diametro del rotore.
In zone con venti deboli la gondola viene posizionata in
alto, in modo da essere esposta a venti pi intensi; in
mare essa pu essere posizionata pi in basso, tipica-
mente a unaltezza pari a 0,8 volte il diametro del roto-
re. Le torri tubolari sono costruite generalmente in acciaio
laminato, anche se alcune sono in cemento; hanno forma
conica, con il diametro della base maggiore di quello
allaltezza della gondola. Le diverse sezioni sono colle-
gate da flange imbullonate. Le torri tubolari hanno il van-
taggio di proteggere la strumentazione allinterno e gli
accessi alla gondola per la manutenzione sono molto pi
sicuri e agevoli rispetto alle torri a traliccio. Si pu acce-
dere alla gondola mediante una scala allinterno della
torre e nelle turbine pi grandi disponibile un ascen-
sore. Le torri, che hanno sezione cilindrica per motivi di
simmetria (poich il vento pu soffiare da ogni direzio-
ne), creano una notevole scia sottovento; questo il moti-
vo principale per cui nella maggior parte delle turbine il
rotore posizionato sopravvento. Si tratta inoltre di strut-
ture molto visibili, che non devono mostrare segni di cor-
rosione per molti anni; a questo scopo si sceglie un rive-
stimento appropriato.
Le prime turbine eoliche erano installate su torri a
traliccio. Queste si possono utilizzare anche per grandi
turbine e vengono tuttora preferite quando le capacit
locali di realizzazione le rendono lopzione pi razio-
nale. Le torri sono fissate nel terreno grazie a fonda-
menta costituite in genere da piastre di cemento collo-
cate a una certa profondit.
569 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DAL VENTO
tab. 2. Caratteristiche tipiche di una grande turbina eolica
Potenza nominale 4,5 MW
Numero di pale 3
Diametro del rotore 120 m
Controllo inclinazione della pala e velocit variabile
Lunghezza della pala 58 m
Corda massima della pala 5 m
Massa di una pala 18 t
Massa della gondola con rotore e pala 220 t
Massa della torre (struttura tubolare in acciaio) 220 t
Altezza della torre (in dipendenza dalle condizioni locali del vento) 90-120 m
Diametro della torre alla base 5,5 m
Velocit di rotazione del rotore 9-15 giri/min
Rapporto del moltiplicatore di giri 100:1
Velocit del vento di avviamento della turbina 4 m/s
Velocit del vento nominale 12 m/s
Velocit del vento di arresto della turbina 25 m/s
Dispositivi ausiliari
I principali dispositivi ausiliari allinterno della gon-
dola sono: un freno meccanico installato sullalbero di
rotazione veloce per bloccare la rotazione in condizioni
meteorologiche avverse o per permettere la manuten-
zione; un dispositivo idraulico per lubrificare il molti-
plicatore di giri o altre parti meccaniche; scambiatori di
calore per il raffreddamento dellolio e del generatore.
Sulla sommit della gondola sono collocati anemometri
e banderuole per il controllo della turbina, luci di segna-
lazione per la navigazione aerea, una piattaforma di sup-
porto agli elicotteri (per laccesso alle turbine in mare).
La strumentazione viene continuamente perfeziona-
ta, per migliorare laffidabilit e la convenienza econo-
mica delle turbine e si utilizzano oggi molti sensori per
monitorare lo stato della strumentazione e facilitarne la
manutenzione. Ci particolarmente critico per le turbi-
ne in mare, alle quali non facile accedere; queste tur-
bine sono dotate di gru per semplificare le operazioni.
6.2.5 Caratteristiche tipiche
delle grandi turbine attuali
La tab. 2 riassume i dati pi rilevanti relativi alle gran-
di turbine. I valori specifici dipendono dalla tecnologia
in possesso dei diversi produttori, ma i parametri indi-
cati nella tabella si possono considerare tipici di una tur-
bina da 4,5 MW.
La fig. 10 mostra la gondola di una turbina da 5 MW:
il diametro del rotore di 126 m e la gondola colloca-
ta a 100 m di altezza. Nella fig. 11 si osserva una turbina
da 2 MW a trasmissione diretta, con la gondola di gran-
de diametro tipica di questo tipo di apparato, dotato di un
grande generatore e privo di moltiplicatore di giri.
6.2.6 Altri tipi di turbine eoliche
Vi sono altri tipi di turbine eoliche e, anche se il tipo
orizzontale a tre pale sopravvento che abbiamo descrit-
to finora il pi diffuso, alcuni altri modelli hanno una
loro rilevanza. Nel seguito sono descritti brevemente i
principali sistemi esistenti.
Turbine ad asse orizzontale a due pale. La fig. 12
mostra il tipo di turbina a due pale installato nei Paesi
Bassi. I rotori a due pale devono ruotare pi velocemente
di quelli a tre pale e perci il rumore aerodinamico
maggiore. Un rotore a due pale soggetto a gravi squi-
libri dovuti alle variazioni di velocit del vento causate
dallaltezza e a effetti giroscopici quando la gondola
viene imbardata. Un metodo per ridurre i carichi corri-
spondenti consiste nellutilizzare dei mozzi di traballa-
mento (teetering hub) con il rotore incernierato allal-
bero principale. Le turbine a una pala, invece, sono state
prevalentemente installate in Italia; sono ormai in disu-
so da alcuni anni.
Turbine multi-pala. La velocit di rotazione diminuisce
al crescere del numero delle pale, ma la coppia aumenta.
570 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
fig. 11. Turbina a trasmissione diretta da 2 MW
(per cortesia dellAutore).
fig. 10. Turbina da 5 MW. Si osserva unesercitazione
di accesso per mezzo di un elicottero
alla sua sommit (per cortesia di Repower).
In zone con venti deboli, queste turbine si utilizzano spes-
so in agricoltura, per azionare pompe per lacqua.
Turbine eoliche per zone interessate da cicloni. Que-
ste turbine sono installate su torri inclinabili che vengo-
no posizionate orizzontalmente e assicurate al terreno
quando si preannuncia un ciclone.
Turbine ad asse verticale. Il vantaggio principale di
questo tipo di turbina consiste nellassenza di un siste-
ma per limbardata. Si tratta di un tipo di turbina meno
efficiente di quella ad asse orizzontale, ma la semplifi-
cazione che la caratterizza riveste un interesse per pic-
coli impianti, da utilizzare in zone climaticamente seve-
re, come quelle montuose o artiche. Il rotore pu posse-
dere unelevata solidit, e quindi una resistenza meccanica
elevata. La fig. 13 mostra un dispositivo da 6 kW usato
per il riscaldamento dellacqua, in una stazione sciisti-
ca in Valle dAosta.
6.2.7 Sviluppo della produzione
di energia eolica
sulla terraferma
Lenergia eolica si sviluppata notevolmente a parti-
re dagli anni Novanta. La tab. 3 riassume la potenza
installata in alcuni paesi alla fine del 2005. La potenza
totale di ca. 53 GW, la maggior parte della quale in
Europa (Tishler e Milborrow, 2005). In Germania e in
Danimarca, poich diventato difficile allestire nuovi
siti, stata aumentata la potenza di quelli esistenti, sosti-
tuendo le vecchie turbine con modelli pi moderni e pi
grandi. La potenza installata molto diversa tra i vari
paesi, e questo riflette il sostegno politico e gli incenti-
vi finanziari resi disponibili localmente.
Esistono alcuni problemi ambientali connessi allin-
stallazione di una turbina eolica: limpatto visivo deve
risultare accettabile per la popolazione locale; si devo-
no studiare il disturbo e lalterazione degli habitat per
uccelli, pipistrelli e altri animali; necessario valutare il
rumore nei pressi della turbina anche se stato notevol-
mente ridotto nei modelli pi recenti e non pi perce-
pibile a 500 m di distanza dalla torre.
Gli investimenti necessari per un impianto sulla ter-
raferma dipendono da diversi fattori: a) la potenza della
turbina; b) il numero di turbine del parco eolico; c) la
distanza e le caratteristiche dei collegamenti alla rete;
d) le difficolt connesse alla costruzione della turbina.
In genere si considera un costo complessivo compreso
tra 900 e 1.100 /kW (anno di riferimento 2006). Il costo
della turbina ammonta a circa 800 /kW; tale costo di-
minuito di circa il 50% negli ultimi 15 anni (Morthorst
e Chandler, 2004) e il costo dellenergia gi, in alcu-
ne circostanze, minore di quello della produzione elet-
trica da gas (Milborrow, 2005).
6.2.8 Sviluppo della produzione
di energia eolica in mare
Il vento sulla superficie del mare aperto pi intenso e
stabile che sulla terraferma e costituisce pertanto una
sorgente di energia molto allettante, che pu rappre-
sentare in effetti una risorsa del 30-40% pi grande di
quanto non sia sulla terraferma. La tecnologia che si
571 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DAL VENTO
fig. 12. Turbine a due pale nei Paesi Bassi
(per cortesia dellAutore).
tab. 3. Potenza installata (GW) in alcuni paesi
alla fine del 2005
Germania 18,1 Paesi Bassi 1,2
Spagna 9,8 Portogallo 1,0
Stati Uniti 8,9 Giappone 0,9
India 4,2 Francia 0,8
Danimarca 3,1 Austria 0,7
Italia 1,7 Cina 0,7
Regno Unito 1,3 Svezia 0,5
impiega attualmente per imbrigliare il vento al largo
molto simile a quella disponibile sulla terraferma, alme-
no per ci che riguarda la parte aerea della turbina. Si
tratta di impianti a tre pale e ad asse orizzontale, salda-
mente ancorati al fondale.
Le turbine eoliche marine devono affrontare alcuni
problemi specifici:
il momento dei carichi sul rotore esercitato sul fondo
aumentato dalla lunghezza aggiuntiva della torre
al di sotto della superficie dellacqua;
le onde provocano carico e usura aggiuntivi sulla
struttura, che possono superare di molto quelli dovu-
ti al vento;
le caratteristiche meccaniche del terreno che costi-
tuisce il fondale spesso non sono buone e le fonda-
menta devono perci essere di maggiori dimensioni;
la valutazione di impatto ambientale deve prendere
in considerazione una grande variet di forme di vita
marine e lecosistema nel suo complesso non anco-
ra compreso appieno;
in mare hanno luogo diverse attivit e i cavi elettrici
sottomarini rappresentano spesso un pericolo.
Le strutture di supporto per le turbine marine posso-
no essere di diversi tipi (fig. 14). In acque basse le turbi-
ne possono appoggiarsi su piastre di cemento, ovvero su
cosiddette strutture gravity base, posizionate sul fondo.
Se la profondit dellacqua inferiore a 20 m, la strut-
tura un tubo dacciaio (monopile), conficcato nel fon-
dale da un martello idraulico fino a una profondit suf-
ficiente a trasferire i carichi al terreno. Se questo trop-
po duro per consentire la penetrazione del pilone, si
procede alla perforazione del fondale e alla successiva
cementazione del pilone stesso. Sebbene questo sia il tipo
pi economico di fondamenta, il suo utilizzo limitato
572 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
fig. 13. Turbine di piccole dimensioni ad asse verticale in Valle dAosta
(per cortesia di Ropatec).
fig. 14. Schemi di strutture di supporto
per turbine eolico-marine.
dal rischio di avere le frequenze di risonanza della strut-
tura allinterno dellintervallo di frequenze eccitate dalle
onde, dalla rotazione del rotore o dalla frequenza di pas-
saggio delle pale. La frequenza di risonanza diminuisce
con la lunghezza della struttura e aumenta con il suo dia-
metro; in acque profonde, il diametro del pilone diventa
inaccettabile. Si costruiscono quindi delle strutture a trep-
piedi, costituite da elementi saldati insieme, ancorate al
fondale con pali a ogni angolo, con una gravity base o
delle ancore a ventosa (bucket suction anchor), secondo
le caratteristiche del fondale. Questa struttura pi com-
plessa rende le fondamenta pi costose.
Linstallazione di turbine in mare aperto richiede lim-
piego di navi speciali, equipaggiate con grandi gru, e di
puntelli che si appoggiano sul fondale per immobilizzare
la piattaforma durante le operazioni di sollevamento
(fig. 15).
Le turbine devono essere molto affidabili, dato che
le operazioni di manutenzione necessitano dellacces-
so alla turbina e le cattive condizioni meteorologiche
possono rendere impossibile, per motivi di sicurezza,
lavvicinamento con navi. Si giustifica quindi una ridon-
danza per alcuni componenti dellapparato e si adotta
di routine il monitoraggio tramite sensori collocati nelle
parti pi critiche.
Le turbine per limpiego in mare sono progettate
in modo da resistere allambiente marino: le strutture
sottomarine sono protette dalla corrosione mediante pro-
tezione catodica, le parti in aria sono adeguatamente ver-
niciate, lisolamento delle parti elettriche viene rinforza-
to, e laria allinterno della gondola e della torre viene con-
dizionata in modo da evitare la formazione di condensa.
La potenza installata alla fine del 2004 era di 600 MW,
con molti progetti di grandi dimensioni in corso di svi-
luppo. Gli impianti eolici in mare sono particolarmente
interessanti quando si ha un mare a bassi fondali in pros-
simit di zone densamente popolate come, per esempio,
intorno al Mare del Nord, lungo la costa orientale degli
Stati Uniti, in Cina, ecc. Gli investimenti richiesti per gli
impianti eolici in mare dipendono in gran parte dalle
condizioni locali, dalla profondit dellacqua, dai regi-
mi ondosi, dalle caratteristiche del fondale, dalla distan-
za dalla costa e dai punti di collegamento alla rete. Il
costo varia tra 1.500 e 2.500 /kW o pi (anno di rife-
rimento 2006) ma destinato a diminuire in futuro, con
laumentare della potenza installata.
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573 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
GENERAZIONE ELETTRICA DAL VENTO
fig. 15. Installazione
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574 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
GENERAZIONE ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI

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