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Audulus per iPad prima parte

Written by Antonio Antetomaso on 30 agosto 2014. Posted in Software


Dopo alcuni tentativi di creare un environment virtual modular alla Reaktor su iPad che per, vuoi la
ancora limitata potenza elaborativa dei tablet di Cupertino, vuoi alcune scelte non troppo felici, vuoi una non
adeguata campagna di promozione, non hanno avuto il successo sperato, Audulus sembra aver imbroccato il
sentiero giusto.
Di Antonio Antetomaso
Sviluppato da Taylor Holliday, Audulus sia unapp per iPad e iPhone, sia unapplicazione, sia un plugin
VST/AU per Mac (Niente Windows o altro al momento) e si configura come un sintetizzatore virtual
modular, ovvero un linguaggio di programmazione visuale con cui programmare di tutto, da singole patch a
veri e propri sintetizzatori pronti a deliziare le nostre orecchie, ad esperimenti sonori i cui limiti risiedono
solo nella fantasia del programmatore (oltre che nella CPU della macchina ospite ovviamente). Al che la
domanda nasce spontanea: Ho gi Reaktor, ho Max4Live, ho il Nord Modular G2che me ne faccio di un altro
ambiente virtual modular? Perch dovrei scegliere proprio questo?. Nel corso di questa mini serie
cercheremo di rispondere (se possibile) a questa domanda.
E per fare questo, che ne dite di procedere in tal guisa?
Unanalisi del prodotto, con particolare riferimento alla versione per iPad;
Un tentativo di reverse engineering di un noto sintetizzatore vintage in ambiente Audulus, alla ricerca di
limiti, pregi, difetti e potenzialit di questultimo;
Giudizi finali e (possibili) miglioramenti;
Iniziamo ordunque dal primo punto. Chi non avesse mai avuto a che fare con un linguaggio di programmazione
virtual modular, non sbaglierebbe ad immaginare questultimo e in particolare Audulus come un bel
secchio di mattoncini con cui letteralmente costruire il synth dei nostri sogni. E cos come in un secchio di
costruzioni Lego possiamo trovare mattoncini di qualunque forma e dimensione con i loro incastri particolari,
cos in Audulus troveremo oscillatori, filtri, step sequencers, inviluppi, LFO e cos via, da assemblare a nostro
piacimento.

E gli incastri? Gli incastri sono dati dai cavi virtuali che tracciamo da un modulo allaltro ad interconnettere
entrambi, come se stessimo connettendo due moduli di un sintetizzatore modulare mediante patch cords.
Unocchiata alla figura seguente fugher ogni eventuale dubbio:

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E veniamo alla prima peculiarit di Audulus, rispetto ad altri ambienti virtual modular pi diffusi:
linterfaccia grafica! Moderna ed essenziale ma allo stesso tempo stravagante ed accattivante, veramente
difficile resistere. E una volta provata, vi renderete conto che a queste prerogative si aggiunge lestrema
facilit di utilizzo, credete a me.
Altro punto a favore di Audulus, iPad/iPhone e MAC ovverosia mobile e desktop. In pratica, avendo a
disposizione entrambe le versioni, programmo una patch su un dispositivo e me la porto sullaltro (e
viceversa). Immaginate di programmare una patch comodamente seduti davanti al vostro iMac 27. A
programmazione terminata, la caricate su iPad, infilate il tablet ed il vostro mini controller MIDI
comodamente nello zaino e partite per il vostro concerto live, con il minimo sforzo e la minima occupazione
di spazio.
Oppure state in vacanza, programmate sulliPhone la vostra patch in un momento di particolare creativit e
poi la caricate sullambiente per MAC per completarla ed utilizzarla nelle vostre produzioni musicali
mediante la vostra DAW preferita.
Non poco, convenite?
Entrando maggiormente nel dettaglio, la versione per MAC di Audulus costa 29 euro e spicci ed
comodamente acquistabile tramite AppStore. Effettuato il download dellapp, una volta lanciata possibile
effettuare il download del componente AU.
La versione per iPad/iPhone invece viene venduta a 13 euro e 99. Entrambe le versioni offrono moduli
aggiuntivi mediante acquisti in app. In pratica il costo totale supera i 50 euro.impegnativo per unapp,
non c che dire, anche se le estensioni sono associate allaccount iTunes, quindi vanno acquistate una volta
sola (o su iPad o su iPhone o su Mac).

Capiamo insieme se ne vale la pena, quali espansioni conviene acquistare e di quali si potrebbe fare a meno.
In merito allambiente di programmazione, allinterfaccia e al meccanismo di interazione, c da dire che
quello che colpisce di primo acchitto la semplicit di intervento da parte dellutente, complice, inutile
dirlo, anche il meccanismo di gestures previsto per gli iDevices, debbo dire sapientemente sfruttato.
Come pure, inutile dirlo, il massimo della comodit si ottiene ovviamente su iPad, dispositivo per il quale
Audulus nato. La versione per MAC e quella per iPhone sono dei porting che sono stati effettuati in seguito.

Avviata lAPP essa presenta subito allutente una lista di patch di esempio da caricare, provare e studiare.

Prima di concentrarci su una di esse, di derivazione squisitamente casareccia (ehehehehe), creiamo una
nuova patch e carichiamola: niente di pi facile, un tap sul tasto + in altro sulla toolbar per veder
realizzato e caricato loggetto del nostro diso.

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Ultimi commenti
Attilio De Simone
24 settembre 2014 | #
Visto quello che Roland NON ha
fatto per i computer (salvo
lesperimento Edirol e salvo
lhardware per computer) credo
che Roland svilupper software
per ipad solo se obbligata, come
dice il maestro, dal fatto che
nessuno voglia pi acquistare i
suoi strumenti hardware. La
scelta di Roland stata precisa:
non buttarsi nella mischia dei
software e dei plugin per
continuare a produrre
sintetizzatori e workstation in
carne ed ossa. Certo che lipad
sarebbe stato il terreno ideale
per Aira. 25 per lapplicazione
base e 5-10 per ogni
estensione con la replica dei
synth storici di casa Roland.
Sarebbe bello e appetitoso.
Speriamo che lutenza con le
sue scelte li metta con le spalle
al muro e li obblighi ad andare
su ipad.
Gianclaudio
24 settembre 2014 | #
Dita incrociate allora
Attilio De Simone
24 settembre 2014 | #
Ciao, purtroppo non credo sia
possibile conoscere il firmware
installato sullo strumento
perch non c un diplay e la
waldorf non ha sviluppato alcun
software per fare
laggiornamento (dal quale
presumibilmente dovrebbe
essere indicato il firmware gi
installato). Considera per che
lultimo aggiornamento alla
versione 1.08 molto recente,
quindi presumibilmente non
sar installato sul tuo
strumento. Ti conviene
scaricarlo, collegare lo
streichfett al computer,

E qui, i programmatori Reaktor o Max4live dovrebbero ritrovarsi subito in un ambiente familiare, gli altri non
faticheranno a capire che cosa hanno sottomano: un modulo che rappresenta una sorgente di input e un
modulo che rappresenta un canale di output (laudio di sistema naturalmente).
Uhmok, benee ora? Come mi muovo in questo nulla? Usate un po di fantasia ragazzisu! Siamo su un
iPad no? E allora usate le gestures pi comuni per zoomare la patch (due dita ad allargare) e per restringerla
(due dita a chiudere) o per spostarla su e gi per larea dello schermo (trascinamento con un dito).
Con un doppio tap su di un modulo possibile intervenire sui parametri da esso offerti. Un altro doppio
tap riporta alla visione globale della patch ed alle gestures di default.


Per interconnettere un modulo ad un altro, dopo aver effettuato un doppio tap sulluno o sullaltro, tracciate
con il ditino un cavo virtuale dalloutput del primo allinput del secondo.


I cavi sono di colore azzurro o rosso e possono essere spessi o sottili. Il rosso indica transito di segnale da
quel cavo (e vi assicuro che tale informazione non poco in fase di programmazione). Un cavo sottile implica
segnale monofonico attraverso esso. Un cavo spesso, segnale polifonico.
Ancora, un tap prolungato su un modulo fa comparire sullo schermo un menu nascosto offrente operazioni di
servizio. Tale menu diverso, secondo se ci troviamo in modalit navigazione od in modalit editing.

lanciare il suo sequencer,
caricare il file .mid nel
sequencer, assegnare lo
streichfett dal midi out della
traccia a cui hai attribuito il file
midi e far partire il play del
sequencer. Se, mentre avviene
il play, vedi le quattro lucine
dei preset che lampeggiano,
vuol dire che lupdate sta
avvenendo con successo.
ric
24 settembre 2014 | #
no, nessun riferimento. si parla
solo del file che contiene i 12
presets salvati sulo strumento.
Enrico Cosimi
24 settembre 2014 | #
uhm sul manuale o sul sito
Walforf non c nulla a
riguardo?
ric
24 settembre 2014 | #
Grazie del chiarimento. Ho
acquistato lo strumento oggie
voleso chiederti se sai come si
fa a vedere che firmware ha
prima di aggiornarlo? Grazie
Enrico Cosimi
24 settembre 2014 | #
speriamo nel futuro se il
mercato dovesse andare
PESANTEMENTE in quella
direzione, stai pur sicuro che le
ditte ci balzeranno sopra a piedi
pari!
Simone Marossi
24 settembre 2014 | #
Ottimo, complimenti !! : )
gianclaudio
23 settembre 2014 | #
Mi dispiace tanto non vedere
questi synth Roland su Ipad : )
Roccuzzo
23 settembre 2014 | #
Grazie mille, Enrico.
Ora cerco un beatstep e provo
laccrocchio.
Appena sperimentato condivido,
magari serve a qualcun altro.
Enrico Cosimi
23 settembre 2014 | #
Teoricamente, dovrebbe essere
possibile: dalluscita MIDI del
BeatStep escono i dati del
sequencer E i dati di MIDI Clock;
dalluscita CV e Gate,
ovviamente, solo i dati della
sequenza. Tu mandi CV/Gate al
Dark Energy, che esegue la
sequenza con la velocit
definita dal rotellone del

Prima di passare in rassegna veloce i moduli offerti dalla versione base e le espansioni, un rapido sguardo alla
toolbar.

In fase di selezione di una patch essa assume il seguente aspetto:


e consente (da sinistra verso destra) di aggiungere una patch, mostrare o nascondere lanteprima,
selezionarne una per cancellarla, condividerla via rete (comodissimo) o duplicarla, mostrare lhelp in linea,
configurare lapp (audio in background, modalit di interazione, solite cose..) e accedere allarea store da
cui possibile acquistare i pacchetti di espansione.

A patch caricata la toolbar si presenta cos:

Da sinistra verso destra, vengono offerti pulsanti per uscire e tornare al menu delle patches, tasti di undo e
redo (non sapete quanto servano, ragazzi), un pulsante che evidenzia i nomi degli ingressi e delle uscite e
consente di interconnetterli tra di loro senza operare un doppio tap su uno dei moduli (comodo se ho patch di
grandi dimensioni), tasto di aggiunta di un nuovo modulo (il pi importante se vogliamo), blocco dello
scorrimento, comparsa di una tastiera virtuale sensibile alla dinamica per suonare le nostre patch dallo
schermo delliPad (sempre utile).

E veniamo ai moduli disponibili.

Dicevamo che lapp molto giovane (uscita un paio di anni fa, circa), per cui non aspettatevi la miriade di
moduli offerti da Reaktor o da Max4Live o dal Nord Modular G2.tanto per rompere il ghiaccio. Ed in
particolare, a mio avviso, la giovent dellapp si avverte proprio nella presenza di pochi moduli della
categoria Synthesis:
1. Un oscillatore multi wave
2. Un ADSR
3. Un generatore di NOISE
BeatStep. Simultaneamente,
con lo stesso rotellone e con lo
stesso BPM spari dati di MIDI
Clock sulluscita MIDI del BS,
che hai collegato al MIDI In del
Modular Mk1. Al suo interno,
devi definire la ricezione del
MIDI Clock External e se
come sul MK2, tutto dovrebbe
andare in passo
Enrico Cosimi
23 settembre 2014 | #
dipende dal delay
Attilio De Simone
23 settembre 2014 | #
Amare i delay pi della propria
compagna?
Roccuzzo
23 settembre 2014 | #
Ciao a tutti, non ho capito bene
una cosa e provo a chiedervela:
vorrei prendere il Beatstep per
controllare un Dark Energy (via
cv/gate) e dare (via midi)
bpm/start/stop ad una mfb 522.
Potrebbe funzionare?
Inoltre, e qui mi allargo, come
potrei mantenere in sincrono
delle patch di un nord modular
1 (che a loro volta si basano su
step sequencer)?
Ringrazio in anticipo chi sapesse
fare luce sui miei dubbi.
Enrico Cosimi
23 settembre 2014 | #
amore (per i delay )
Ciro Urselli
23 settembre 2014 | #
Articolo interessante e ben
scritto!. Complimenti per la
chiarezza espositiva e
sinceramente, dalla mia piccola
esperienza, posso dire che non
avevo mai letto un trattato sul
delay cos chiaro a prova di
capra. Ottimo Maestro!
Attilio De Simone
22 settembre 2014 | #
un bundle di plugin Waldorf
da attivare online: PPG Wave 2,
Attack e D-Pole.
Ric
22 settembre 2014 | #
Ho letto sulla sua scatole che
forniscono un the Waldorf
Edition LE sa di cosa si tratta.
Grazie
Jacopo Mordenti
22 settembre 2014 | #
S, quello della piattaforma un
limite non secondario di
Firebird. In ambito VST/Win, a
4. Un modulo SAMPLE & HOLD
5. Uno step sequencer
6. Un Phasor
Al momento ,c un solo filtro, un passa basso risonante a 12 db per ottava. E vero che gli altri filtri posso
costruirli da solo maalmeno un filtro multi modo si poteva inserire.

Senza entrare nel dettaglio di tutti i moduli offerti (vi rimando al manuale, pena fare un trattato), diciamo
che nella versione di base il set offerto non consente di programmare patch eccessivamente complesse. Delle
espansioni disponibili, ritengo indispensabile lacquisto delle seguenti:
1. Math Expression Node: inserimento di espressioni matematiche. Come farne a meno? Usando questa
espansione, i moduli mancanti, con un po di fatica si riescono a costruire.
2. Switch pack: offre multiplatori e demultiplatori. E vero che si possono realizzare con i moduli
espressione, ma dato il loro ampio utilizzo conviene propendere per il loro acquisto.

Le altre espansioni:
1. Custom nodes: programmata la nostra patches consente di costruire uninterfaccia Live offrente solo i
controlli che decidiamo di esporre. Controllare la nostra patch agendo sullinterfaccia di
programmazione mentre si suona dura ragazzi. Al momento per, mi duole dirlo, tale modulo non
funziona correttamente. Sono in contatto con Taylor (persona squisita) per la risoluzione di tale bug da
parte sua e il beta testing da parte mia (non ve lho detto? Sono diventato beta tester ufficiale!). Vi
aggiorner in merito, promesso;
2. Timing mode: offre moduli per la misurazione dei cicli di CPU e lottimizzazione delle nostre patch. Pu
fare la differenza se si programmano patch complesse, specie su dispositivi pi datati.
3. Poly pack: offre moduli aggiuntivi per il trattamento e la conversione di segnali polifonici. Utile anche
questo ma non del tutto indispensabile.

Nella seconda parte entreremo nel dettaglio della programmazione di una patch, allo scopo di toccare con
mano lefficienza dellapp, saggiarne i limiti dellattuale versione, misurarne la stabilit e giudicare il
risultato timbrico (che poi alla fine quello che conta no?). Protagonista, il signorino di sotto:


ne vedremo delle belle, una certezza.
Restate con me!





Tags: Audulus
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mio parere rimane a ogni modo
un buon biglietto da visita per
le potenzialit dei prodotti
Tone2. Buon divertimento!
Attilio De Simone
21 settembre 2014 | #
Inoltre non va dimenticato che
Korg ha fatto uscire da poco
unapp (Gadgets) che gira solo
su ios, insieme ad una serie di
altre app a marchio Korg,
anche interesse di korg spingere
la piattaforma dove pu anche
vendere qualcosa. e non mi
meraviglierei se rendessero i
volca gestibili da Gadgets o
qualche scherzetto del
genere..
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