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I Mille volti dellEroe

Un Percorso Interiore

HARRY POTTER E LE FIABE ARCHETIPICHE
di viviana vivarelli


"Arrivo alle storie come una cantadora"
(Clarissa Pinkola Ests)

"Harry Potter sei tu, sono io, siamo noi, con tutte le sindromi abbandoniche e tutte le soffe-
renze; il nostro bambino interiore con il suo strumento preferito: la bacchetta magica. Con
essa possiamo creare `magia nelle nostre vite e in quelle degli altri, possiamo operare profondi
cambiamenti, credere nei sogni anche se poi non si avverano, avere fiducia e speranza e at-
tendere sereni le risposte alle nostre domande, anche se non arrivano nei tempi e modi stabiliti
dalle nostre previsioni mentali, sapersi gustare un gelato al gusto di `miracolo quotidiano e
cercare di vedere le cose dal lato pi bello e gustoso, di profilo e di fronte, diventare tutti pro-
tagonisti di questo grande show."
(Miriam)

Linconscio collettivo costituito da archetipi, che sono le forme di funzionamento della psiche
profonda, essi hanno una vita eterna, immutabile nel tempo, vengono ereditati geneticamente
e influenzano il comportamento delluomo, guidando la sua vita. Non solo sono forme-guida
ma sono dotate di una immensa energia psichica, rigenerante. Gli archetipi sono le grandi pul-
sioni della vita che agiscono nelluomo, provenendo dal suo profondo. Noi non sappiamo cosa
siano in s. Essi si rappresentano proiettandosi in maniera simbolica, manifestandosi come fi-
gure, simboli o storie. Il mito appunto una storia, in cui si manifesta un archetipo. In tal mo-
do esso lavora sulla immaginazione interiore, risvegliando le energie corrispondenti. Il mito
non si spiega, vivo, agisce, energia in cammino. I miti hanno sempre accompagnato come
grandi forze viventi la storia dellumanit, attivando modelli di comportamento. Questo avviene
fin dalla nascita delluomo e infatti le fiabe sono i miti dei bambini, che li aiutano ad avviarsi
sulla storia della vita, insegnando loro le grandi trame dellesistenza, la lotta, il coraggio, la pa-
zienza, labnegazione, il sacrificio, laltruismo. Sono dunque grandi trame etiche sulle quali co-
mincia a disegnarsi lanima. Ogni fiaba rappresenta un significato psicologico essenziale; la fia-
ba dunque un modello archetipico. Le fiabe narrano gli archetipi, e pongono degli imprinting
che lavorano nellinconscio profondo, creando modelli di comportamento e idealit morali. Esse
hanno dunque un grande scopo pedagogico ed educativo.
Per esempio Cenerentola una fiaba presente in tutto il mondo, in Oriente come in Occidente
o in Africa, perch la storia di una ragazza maltrattata da un femminile anaffettiva e maligno
(la matrigna, la sorellastre), ma che porta in s un destino regale e che riscatta la sua frustra-
zione della sua condizione infelice diventando regina. La fiaba indica il desiderio di ognuno di
essere apprezzato e, ascoltandola, ci sentiamo riscattare dalle nostre frustrazioni. Questo ar-
chetipo tanto diffuso che lo troviamo perfino delle fiabe tibetane, nella raccolta del Ro
Sgrung. C un bellissimo film neozelandese, `La ragazza delle balene, che riprende larchetipo
dellemarginazione e la pulsione al riconoscimento. Il film una fiaba dove troviamo molti mo-
tivi archetipici: i gemelli, la balena, la Madre Natura.
Miti e favole nascono dallinconscio collettivo, cos come i sogni, e spesso sono fatti della stes-
sa materia di cui sono fatti i sogni, essi fanno parte delle opere d'arte e possono essere inter-
pretati allo stesso modo. I bambini hanno bisogno delle fiabe come gli uomini hanno bisogno
dei miti. E tutti hanno bisogno della bellezza.
Nei tempi antichi cerano narratori itineranti che giravano di villaggio in villaggio. Poi ci fu chi
raccolse queste fiabe per il proprio paese, come i fratelli Grimm per la Germania nel 1800, o la
propria regione, come Giambattista Basile per la Campania del 1500 .
Anche i sistemi religiosi nascono come raccolte di grandi fiabe sulle origini del mondo e sulle
energie divine. Il Vangelo stesso una sequenza di storie.
Clarissa Pinkola Estes, grande narratrice di archetipi junghiani, dice:


"Le storie sono un balsamo... Hanno un tale potere: non ci chiedono di fare, essere, agire, ba-
sta ascoltare. I rimedi per reintegrare o reclamare una pulsione psichica perduta si trovano
nelle storie. Esse generano l'eccitamento, la tristezza, le domande, gli struggimenti e le cono-
scenze che spontaneamente riportano in superficie l'archetipo... Le storie sono disseminate di
istruzioni che ci guidano nella complessit della vita... ci mettono in grado di comprendere il
bisogno dell'archetipo e i modi per far risalire l'archetipo sommerso... sono una medicina che
rafforza e guida l'individuo e la comunit".
Analizzando le storie di tutti i tempi e i luoghi, appaiono trame simili, come se le storie fossero
nate per scopi analoghi. Tramandate per via orale o fissate nei libri, le fiabe sono sempre esi-
stite per aiutare i bambini a entrare nel mondo adulto, nella complessit del reale. Rappresen-
tano una iniziazione.
Le fiabe che si sono tramandate attraverso i secoli sono quelle pi prettamente archetipiche,
che contengono una specie di saggezza eterna dellumanit. Il `Cera una volta proietta il
bambino nella terra dellinconscio collettivo, che al di fuori dello spazio e del tempo, dove
trover alimento per le coordinate della sua anima. Il bambino manifesta di aver fame di fiabe
come di latte. Come il latte nutre il suo corpo, le fiabe nutrono la sua psiche e la modellano.
Esse hanno relazione coi sogni, tant che si pu pensare che le fiabe non siano altro che gran-
di sogni fissati nella memoria della specie.
La pi importante allieva di Jung, Marie Louise von Franz, analizz con linguaggio semplice il
messaggio dei sogni e delle fiabe. Nel corso della sua opera analizz 65.000 sogni, dicendo che
la cosa pi sana che un uomo possa fare seguire i propri sogni. Per Jung il sogno non la
spia di un contenuto rimosso ma pu essere la guida per la sua vita. La von Franz diceva che:
"i sogni ci indicano come trovare il senso della vita, come realizzare il nostro destino ed espri-
mere al massimo il potenziale che dentro di noi. Insomma i sogni come le fiabe aiutano il
nostro principio di individuazione. Ci fanno capire chi siamo, per quale motivo siamo venuto al
mondo, perch troviamo certi problemi e come possiamo risolverli.
Siamo fatti tutti di una stessa sostanza cosmica che parla attraverso significati, la nostra vita
si modella nella scelta di questi significati. Sogni e fiabe sono i nostri aiuti immaginari.
Sentirsi vivi un fatto fisico ma soprattutto psichico. Ci sentiamo vivi quando siamo in pieno
contatto col fluire della vita e intendiamo chiaramente i suoi significati, questo realizza il nostro
pieno senso del vivere.
Un buon sogno pu essere un oracolo, che ci alimenta e fortifica come una buona fiaba, ci
permette di sentirci presenti alla vita e a noi stessi, ci fa sentire colmi di intensit. Noi siamo
anche la fiaba che ci raccontiamo.
Diceva la von Franz che il pi grande problema umano lo squilibrio dellenergia. Quando
lenergia di cui siamo intessuti si sbilancia, possiamo avere due casi ugualmente drammatici, o
lenergia langue e allora luomo diventa astenico, pigro, apatico, depresso e irresponsabile, non
valuta e non sceglie, delega la sua vita ad altri o la vive come un vegetale, sar pertanto un
cattivo uomo e un cattivo cittadino che fa deperire la vita intorno a s, non utile a se stesso
n agli altri e produce una cattiva democrazia. Oppure lenergia sovrabbondante ma non cen-
trata, e il sovraccarico si scarica in aggressivit, irritabilit, intolleranza, irrequietezza, mole-
stia, danno umano e ambientale. Questo pu avvenire nel bambino come nelladulto. Molti ma-
li, sia fisici che psichici, e anche molti cattivi comportamenti individuali e sociali dipendono da
un dispiegamento squilibrato delle energie. Spesso ci dipende dalla mancanza di modelli di
comportamento giusti. Luomo o il bambino che ha un giusto sentire e giusti scopi si attiva in
modo naturale e sano ed utile al mondo. Colui che non centrato in se stesso invece non so-
lo infelice o agitato ma disturba anche lopera degli altri.
Perci, come il bambino ha bisogno di una buona storia per essere bene ispirato, cos ladulto
ha bisogno di buoni esempi e di ideali per dare uno scopo pi alto alla sua vita. I miti e le fiabe
curano e guidano. Si dice, in India, che ci sono delle fiabe che curano, e il mondo ha un grande
bisogno di essere curato. Poich ognuno di noi conserva la sua parte bambina, ognuno anche
protagonista della propria fiaba di vita, in quanto si identifica con un personaggio che gli fa da
modello e guida. Nel principio di individuazione c anche la ricerca di questo modello che noi
rappresentiamo, per deve essere un buon modello, di cui essere fieri, non pu essere un per-
sonaggio che non ha stima di s. Provate a chiedervi quale personaggio della storia o della let-
teratura o del cinema vi piacerebbe impersonare o vi sembra di portare addosso, e le due cose
potrebbero anche essere diverse o opposte. Come c una identit negativa, cos deve esserci
una identit positiva.


La letteratura di ogni tempo ha sempre avuto i suoi personaggi ispiratori, nelle fiabe dei bam-
bini come nei miti dei popoli. Pensiamo ai grandi cicli epici: poemi omerici, quelli celtici, i cicli
carolingi, la saga tibetana di Gesar, il Mahabarata indiano, le saghe dei popoli polinesiani, le
storie dei canti degli aborigeni australiani, lEdda scandinava, il Beowulf anglosassone, le storie
della Bibbia ecc.
Oggi, nella letteratura infantile, troviamo le storie di Harry Potter, pi adatto come modello a
ragazzi dai 10 ai 13 anni, ma lette anche da ragazzi pi piccoli. Anche Harry Potter portatore
di archetipi, rappresenta lEroe, impegnato nella lotta tra Bene e Male. Ha in s grandi valori,
come lamicizia, il coraggio, la fedelt, la purezza; una specie di moderno Pollicino per ragaz-
zi pi grandi, calato in un mondo dominato dalla magia, cosa piuttosto strana in un Occidente
arido e materialista, che sembra voler fagocitare anche limmaginazione dei giovani volgendoli
a prodotti tecnologici del mercato, per cui il mondo alternativo e magico di Harry Potter un
giusto complemento alla materialit del mondo consumistico e neoliberista.
Come tutti i protagonisti che si rispettino, Harry Potter lultimo, il pi piccolo, il non difeso,
colui che non ha n padre n madre. I genitori di Harry sono stati annichiliti dal Male ed esi-
stono solo nel suo rimpianto soffocato.
Harry Potter orfano e le persone a cui affidato sono meschine e rappresentano un prototi-
po negativo: il patrigno e la matrigna, figure emblematiche di tante fiabe, parte negativa
dellarchetipo materno e paterno e non manca in cugino che surroga le sorellastre di altre fia-
be. Il mondo di Harry Potter diviso tra coloro che non conoscono limmaginazione creativa e
sono legati a cose materiali, i `babbani e i `maghi, creature `altre, dotate di poteri superiori,
che possono usare nel bene come nel male. Il dualismo etico del mondo potteriano rigoroso.
Gli zii di Harry sono dei `babbani , profani, privi di intuizione magica e attaccati alla materia.
Harry leroe puro del Mondo Nuovo, per predestinazione, perch lEssere si duplica nelleroe e
nel suo antagonista negativo. Contro di lui si riversa Voldemort, il Mangiamorte, il Male puro
nella sua forma massima, ridotto a pura essenza, senza pi volto, il cui solo nome suscita ter-
rore e che si incorpora in coloro che usa strumentalmente, persone dallapparenza innocua, in-
segnanti, tutori della legge e della conoscenza, in un cerchio dove nulla come appare e dove
lipocrisia nasconde e controlla, creando chimere e infingimenti, un mondo crudele dove non si
pu stare soli ma occorre unirsi tra simili. Harry, infatti, combatter gli intrighi del male che
vuol diventare potere supremo con laiuto dei suoi amici, formando con loro un gruppetto di
piccoli resistenti. La nuova lezione che la fiaba ci d che oggi il mondo tropo complesso, le
cose non sono come sembrano, il Male troppo grande e occorre trovare degli alleati.
Di fronte allo strapotere del Male la lotta decisamente impari, i ragazzi sono soggetti alle
forze malefiche che vogliono distruggerli e devono imparare difese straordinarie, sorretti dalla
purezza del cuore. La fiaba ci regala lArchetipo dellAmicizia tra pari come nuovo strumento
di difesa. Contro il potere del Male senza nome, da soli non si pu vincere.
Ma non male solo il terribile Voldemort, fanno parte del male anche i Babbani, gli stupidi
cloni stupidi del sistema, incapaci di comprendere e di vedere, privi di creativit e di bellezza,
massificati e cloroformizzati dal materialismo. e sono male anche gli arrivisti, i piccoli arram-
picatori, ragazzini intelligenti e dotati, spesso ricchi, quindi privilegiati per nascita, ma rivolti
alla carriera e al potere e pronti a usare mezzi illeciti per procurarseli. Insomma abbiamo un
bello spaccato sociale. In questo mondo difficile, i piccoli protagonisti portano avanti un ap-
prendimento magico, personale e nascosto, sviluppano conoscenze iniziatiche, rafforzano le-
gami personali, formano una pattuglia di eroi.
La fiaba insegna che occorrono forze speciali per sconfiggere un Male speciale, che si articola
in molti modi, che non muore mai ma sempre si trasforma e seduce o incorpora i suoi succubi.
La fiaba insegna che la lotta non si pu fare sperando in aiuti esterni, e che ognuno deve cre-
dere fortemente in se stesso, per quanto piccolo sia, sperimentando forme nuove di resistenza,
partendo dal proprio cuore e usando le forze soprannaturali dello spirito. Mentre nelle fiabe
precedenti il protagonista riceveva aiuti magici dallesterno, la novit di Harry Potter che egli
educa la sua propria magia. Ci sembra indicare un passaggio evolutivo nelleterna lotta del
bene col male e lo svilupparsi nelluomo di poteri sovra-naturali. La magia, o potenza, siamo
noi; questo il nuovo potere. Ma deve essere supportato dalle capacit morali: il coraggio, la
fedelt, lamicizia, la speranza, la lealt, lonest, la giustizia, il sacrificio, laltruismo... le ener-
gie che da sempre configurano leroe attivo e positivo e trasfigurano la sua opera.
Harry Potter vince perch compie scelte libere e responsabili. Per quanto piccolo e fragile, non
cede davanti al terribile Voldemort, ma resiste. La storia dice che per quanto il Male sembri es-


sere diventato gigantesco, la natura stessa che in Harry gli contrappone un valido antagoni-
sta. Dunque cresce il Male ma cresce anche il Bene. La salvezza del mondo nelle mani dio
questa nuova generazione. La fiaba di Harry Potter diventa la fiaba della RESPONSABILITA
INDIVIDUALE dei nuovi giovani rispetto al male del mondo.
Se Harry Potter pu vincere `Colui di cui non si pu dire il nome, abbiamo tutti qualche spe-
ranza. Chi resiste non perduto e uniti si pu vincere .
Ma Harry Potter anche un piccolo sciamano, colui che il Male ha segnato sulla fronte ma
sopravvissuto, un nato due volte, un vocatus.
Dal dolore: la resistenza; dalla perdita: leroismo. Harry il `vocato, perch "La volont non
basta, necessaria la predestinazione .
Contro le forze del Male pu stringersi la resistenza dei Buoni, che devono usare poteri specia-
li: lintuizione, la capacit di oltrepassare se stessi, la costanza, il non arrendersi mai, il sacrifi-
cio, lo spirito...La lotta tra Voldemort e Harry Potter la lotta tra il materialismo e lo spirito.
"Insegnare la tensione della ricerca. Abituarsi a cancellare ogni moto egoistico come non desi-
derabile e infine saper riconoscere colui che porta il segno e seguirlo come guida. Abituarsi a
pensare che uniti si una forza e che nulla vale come lamicizia che il contrario dellegoismo.
La magia ha sempre abitato le fiabe con i suoi poteri sottili, c sempre stato accanto al prota-
gonista un mago per aiutarlo, ma questa volta il mago Harry stesso, e ci segna lingresso
del magico nellessere umano, che deve trovare in se stesso il nuovo potere senza aspettarselo
dagli altri; si apre il varco a una nuova generazione di esseri speciali, che partono da loro stes-
si e si fanno promotori di mondo nuovo, agendo in prima persona. La magia non pi fuori
delluomo in improbabili creature di altre dimensioni, ma la possibilit di percepire linvisibile
e di usarlo a fin di bene. Per questo dico che Harry Potter prepara a un salto evolutivo della
specie.
Abbiamo la storia di un eroe e ci dice che possiamo essere tutti eroi. Non c Male che tenga di
fronte allintuizione del cuore e alla purezza dello spirito. "LIntelligenza del Cuore la visione
del reale, una visione integrale che esclude ogni possibilit di interpretazione personale. Essa
lintuizione preparatoria .
La scuola per maghi lambiente primario, ma linsegnamento agisce diversamente secondo
chi lo riceve. "La bocca del Maestro rivela allorecchio del discepolo i principi fondamentali; il
discepolo li intende secondo lapertura del suo cuore . Tutti ad Hogwarts imparano le stesse
cose, ma solo i puri si salvano, i puri uniti in un cerchio di amici. Harry Potter un predestinato
e studia forze magiche, ma la purezza del suo cuore la sua arma vincente. E il nuovo eroe e
i ragazzini lo percepiscono immediatamente, ricevendone insegnamenti sottili.
I MITI DELL'EROE appartengono a tutte le culture: l'eroe un archetipo, un modello antichis-
simo dell'energia, una grande immagine psichica trainante e rigenerante che d coraggio
alluomo e lo porta a fare cose grandi. Leroe parte sempre da una situazione di deprivazione e
sofferenza, di oscure origini o l'ultimo della famiglia, il reietto o il dimenticato, lorfano,
lemarginato. Il suo scopo lindividuazione e laffronta molto presto, perch non ha un buon
inizio, per questo lascia la casa e incontra avventure e pericoli, aiutato da forze magiche, fin-
ch supera le prove o uccide il drago e le sue virt sono ricompensate col tesoro o le nozze re-
gali.
La storia la metafora dell'avventura della vita. Tutti noi siamo dominati da qualche mancan-
za, lasciamo la famiglia, affrontiamo ostacoli che temprano il nostro carattere, e alla fine, se ci
siamo condotti bene, riceviamo un premio, che pu consistere in una integrazione personale
(le nozze regali rappresentano lunione delle nostre parti psichiche, lequilibro e larmonia) o un
aumento del nostro essere spirituale (il tesoro della conoscenza, la luce della trasformazione).
In ogni parte del mondo c' un bambino che deve crescere, emanciparsi, raggiungere l'indi-
pendenza, individuarsi, trovare una compagna e dare un senso alla sua vita. "Il Dio-eroe e il
suo cammino costellato di cimenti sono un paradigma immutabile di comportamento ideale per
il genere umano" .
Nella fiaba ci sono le fasi principali della vita: la situazione primaria con le sue difficolt, la so-
litudine, il viaggio, le prove, il combattimento, la ricompensa. L'eroe un trovatello, un abban-
donato, un orfano, il figlio di una madre perseguitata o fuggente . La madre c' e non c', in-
degna o inadeguata, il padre manca o ostile o inutile. Il `fanciullo divino in una situazione
di debolezza, pericolo e solitudine, questa la norma che esprime il massimo dei contrasti, il
punto pi basso dell'energia che pu divenire il pi alto. Leroe parte da una situazione di mise-
ria , esprime la solitudine primordiale, lo stato di bisogno e di mancanza di noi tutti.


"Il ciclo dell'Eroe, a qualunque latitudine, un messaggio cifrato dell'istinto che consiste in un
racconto didascalico tramandato nei secoli."
Nel mito pu variare qualche dettaglio, ma il modello fondamentale resiste: si va da una man-
canza a una conquista, da un equilibrio difficile a uno stato consolidato, attraverso lesercizio
del bene e il rafforzamento del carattere attraverso delle prove. Il modello fondamentale che
viene appreso l'ARCHETIPO, in questo caso larchetipo delleroe. Esso produce l'Eroe-Anima e
il Drago-Pericolo, cio la lotta tra io e non io, Bene e Male, anche se il drago che minaccia di
distruggerci pu essere una controparte della psiche stessa, un frammento da cui ci siamo se-
parati, o una persona vicina o qualcosa di pi astratto (una madre-vampiro, un padre-padrone,
una persona cara che ci ha abbandonato morendo, un padrone corrotto, un sistema ideologi-
co), anche un evento esogeno dalla portata collettiva (guerra, povert, malattia, dittatura,
pregiudizio ecc.).
Se riusciamo a domare il drago, a superare la prova, a temprare le forze e a far emergere po-
teri nuovi e sottili, lenergia focalizzata sul positivo ci render pi forti e maturi, porter avanti
la nostra individuazione per il bene sociale (Sigfriedo diventa invulnerabile proprio perch si
bagna nel sangue del drago). La forza non viene dalla mollezza ma dalla difficolt.
La fiaba insegna il coraggio e la responsabilit, il cui premio l'arricchimento spirituale, l'inte-
grazione psichica, l'espansione dellanima, la pienezza del s, l'equilibrio energetico,
lindebolimento del Male dentro e fuori di noi. Cos linconscio ci d la traccia dell'avventura
umana che si personalizza, entra nelle coordinate spazio-temporali, ma, come struttura univer-
sale, resta compito onnipresente ed eterno.
Le fiabe cominciano dicendo: "C'era una volta e insieme non c'era.... , ci proiettano in una
meta-realt, raccontando la storia dell'essenza del mondo, non la cronaca dei tempi.
Raccontiamo le favole ai bambini per prepararli a costruire il loro mito personale; parliamo al
loro inconscio per educarli a vivere la Vita. Creiamo in loro immagini che nutriranno la loro vo-
lont e il loro spirito, perch "lideale non un desiderio ma un principio per il quale uno eser-
cita la volont.

vivianavivarelli@fuoriradio.com

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