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Racconto di Valentino Sala 2009 (pubblicato nell'antologia Into The Galaxy)

Peter pensava di essere stato grande quando la sua proposta per compiere lesperimento in
superficie era stata accettata. Sentiva di essere un maledetto genio, tutti si sarebbero ricordati di lui.
Sarebbe diventato immortale o almeno, lo sarebbe diventato il suo nome. Il gruppo di studio in cui
Peter era stato inserito si era mostrato oltremodo scettico sulla sua soluzione superficie, ma lui era
riuscito a rassicurare tutti parlando di sonde e registratori adatti a resistere in quel tipo di atmosfera
e capaci di comunicare in anticipo ogni probabile modificazione dei parametri. Si accorsero tutti
immediatamente che qualcosa era andato storto. Lesplosione avrebbe dovuto svilupparsi in un
vortice verticale mentre chiaramente, londa durto si era sviluppata orizzontalmente. ra un
enorme fungo nero copriva quasi un terzo del pianeta.
!u"i"o, io scendo alla Sette. Se registri qualche variazione importante avvertimi subito.
Peter si premur# di informare la sua collaboratrice.
Il tunnel trasparente subacqueo era perennemente illuminato da lampade che irradiavano una luce
verdognola, rendendo spettrale la piccola figura dalla pelle grigia ferma ad attendere che uno dei
veicoli a sospensione magnetica si fermasse a quel livello. $uttattorno una moltitudine di specie
acquatiche spiava, attratta dai movimenti degli ascensori allinterno dei tubi illuminati.
Il blu era della solita insondabile profondit%.
La cupola Sette era in preda a un caos inimmaginabile. Stava per essere svuotata. La maggior parte
delle apparecchiature erano gi% imballate e qualcuno si stava preoccupando di trasferirle in tutta
fretta.
&osa succede' chiese Peter allarmato.
rdine di evacuazione.
(vacuazione' &i sono migliaia di persone che non sanno neppure cosa sta succedendo.
(vacuazione immediata. rdine del comandante, ribad) secco linterlocutore di Peter.
Peter, vieni qua immediatamente, trem# la voce di !u"i"o nellinterfono.
Peter si precipit#.
*al veicolo scorse una lunga fila di persone che si stava dirigendo verso la cupola +no. Sapeva che
avrebbero trovato i portelli gi% bloccati. La colonna di piccoli esseri dai grandi occhi si torse su se
stessa, come un gigantesco serpente marino che ha trovato preclusa quella che pensava essere la sua
unica via di fuga. Il fungo di fumo se ne stava l) immobile. Le onde, solitamente accarezzate da
debolissime brezze erano ora spazzate dalla furia dei venti provocati dallesplosione. *entro la
massa liquida creature dalle forme pi, diverse si stavano accartocciando per il calore sprigionato.
-ltri riuscivano a fuggire. -nche il fumo sarebbe penetrato in quellinvolucro umido per modificare
qualcosa, non si sarebbe dovuta aspettare la lenta trasformazione che imponeva il perenne divenire
delluniverso. *al fondo piatto della cupola +no, si sprigion# unintensa luce.
Il blu non era pi, della sua insondabile profondit%.
La superficie delle onde si incresp# ancora. +na luce azzurra illumin# la spuma sulla superficie
dellacqua, in pochi minuti lastronave spar) nello spazio siderale e i piccoli esseri grigi rimasti non
avrebbero pi, visto sorgere allorizzonte i loro soli azzurri. Il ventre delloceano fu squarciato
dallonda durto e in superficie i venti formarono un gigantesco ciclone che si rivolt# su se stesso e
and# a investire il fungo di fumo. Le particelle furono sparse nellatmosfera e un sottile strato
gassoso avvolse il pianeta. La luce del sole filtr# attraverso le particelle rimaste in sospensione e il
suo calore fu catturato. Lacqua delloceano evapor# poco alla volta e iniziarono a emergere zone
asciutte, anche per effetto della spinta che la gigantesca deflagrazione aveva impresso alle
montagne sommerse.
.on sarebbe mai pi, stato il pianeta -qua.
Le piccole esplosioni controllate che Peter aveva programmato, erano riuscite a spezzare londa
durto, che altrimenti avrebbe spazzato via le cupole rimaste ancorate al fondo. Peter guardava
!u"i"o. (ra diventata ancora pi, bella nei tre anni che erano passati dal fallito esperimento. Le
lunghe sopracciglia che si inarcavano sopra gli enormi occhi neri assottigliandosi fino a raggiungere
le orecchie, le labbra scure incorniciate da unesile linea di trucco bianco, le vene prominenti sulla
pelle grigia e lucida della testa. $utto contribuiva a renderla particolarmente affascinante.
/edi, si 0 modificata la composizione gassosa dellatmosfera.
!u"i"o stava aggiornando Peter sulle ultime modificazioni. Peter stava fissando stupefatto lo
schermo. Le immagini inviate dalle fibre ottiche esterne erano perfettamente nitide.
1uarda.
2o visto, i nuovi nati sono tutti diversi.
.on sembra che le malformazioni impediscano la sopravvivenza.
.on sono vere e proprie malformazioni, !u"i"o. Sono mutazioni
Peter si accorse che !u"i"o era rimasta turbata. La giovane creatura scorreva sullo schermo, ignara
di essere osservata. .on possedeva le grandi pinne triangolari allaltezza del torace, come invece
aveva la madre. !u"i"o appoggi# il viso alle sue tre grandi dita.
Peter, sono incinta. 2o paura.
.ei mesi a seguire i cuccioli di molte specie svilupparono arti adatti a camminare sulla terraferma e
colonizzarono le aree asciutte emerse. La temperatura si stabilizz# e per !u"i"o arriv# il momento
del parto. (ra grande per essere un neonato della loro specie. La pelle rosea non assomigliava per
niente a quella di !u"i"o, ma era estremamente morbida. 1li occhi erano piccoli e verdi e attorno si
potevano vedere le sclere bianche, ma possedevano palpebre come quelli della madre. Sulla testa
cera un ciuffo di peli neri, e la bocca era decisamente larga, secondo i loro parametri. Le mani e i
piedi portavano alle estremit% cinque sottili dita, anzich3 tre, come le mani della madre. !u"i"o
guardava con stupore quel piccolo essere cos) diverso da lei e cos) simile allo stesso tempo. Si sent)
una grande madre che aveva dato inizio a una nuova razza.

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