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STORIE DA TRE PAROLE. RANA, LUCE, CUCCHIAIO Jartino abitava poco fuori citta, fuori abbastanza da credere che tutto attorno alla sua casa potesse esserci solo Campagna, La sera. appena le luci della strada si accendevano el sole spariva dietro ai campi, si metteva sul davanzale e guardava le nuvole scure passare davanti alla luna. Un giorno, dalla finestra, mentre il cielo era pulito come una tovaglia appena lavata, senti uno strano rumore, come un gracidio. venire da sotto la finestra, proprio dove c’era il pozz0. Incuriosito decise di scendere in cortile. La sera era fresca, come solo una notte di acerba primavera pud assicurare. Si diresse, nella penombra, verso il pozzo seguendo il suono che a tratti rompeva il silenzio delfaia, una luna a occhio di bue incombeva sulla notte, Martino guardo nel pozzo e vide che in fondo in fondo c’era una lucina Che brillava. Silenzio. Provo a buttare il secchio, ma appena senti il tonfo nell'acqua e guardo git si accorse che la luce era sparita, inghiottita dai cerchi concentrici in superticie. Silenzio. Dall'alto dei suoi sei anni Martino provd di nuovo. Tird il secchio e la luce ricomparve, lo lascio improvvisamente e toccando il pelo dell'acqua la luce scomparve di nuovo. Ritentd un paio di volte senza riuscire a capacitarsi dei capricci della lucina. Poi, come sei il pozzo gli avesse suggerito un segreto, corse in casa e. dal cassetto del tavolaccio in legno prese un bel cucchiaio da minestra Con quello e un po’ di pazienza avrebbe catturato quella luce impertinente, Con il sorriso di tn bambino furbo ritornd al pozzo, calo il secchio lentamente immergendolo del tutto e attese. Quando il pelo dell'acqua si chetd fa luce comparve, incorniciata dalla bocca del secchio. Con estrema cautela tece salire il secchio, sempre attento a che la luce non scappasse via, Bloccé la corda al chiodo e tird il secchio sui mattoni del pozzo. Cucchiaio alla mano si sporse sull acqua pronto a catturare la luce e in quel momento si senti per la prima volta davvero un bambino. La luce altro non era che il riflesso della luna, La toced con il cucchiaio e quella si spense in mille onde. Con un sospiro gird il cucchiaio nel secchio, come fosse catfelatte in una tazza. E solo allora si accorse che sul fondo cera una piccola ranocchia bianca, pallida come la neve. Per un attimo rimase pensieroso. poi decise che se non poteva avere la luna avrebbe almeno potuto tenere Ja rana, Cosi, nel silenzio della notte che ormai aveva mangiato ogni cosa. tornd in casa e mise la bestiolina in un bel vaso trasparente con due briciole di pane. Lo appoggid sul davanzale della finestra e andd a dormire, Da quel giorno ogni mattina appena finita la colazione portava qualche briciola di pane o di biscotti alla sua nuova amica. I] tempo passava e guardando la ana si accorse che sotto la pelle bianca si muoveva qualcosa, come se una nuova rana stesse crescendo dentro alla prima. Briciola dopo briciola la rana diventava sempre pitt scura € Martino stava ore a osservarla mentre pigra nuotava nel vaso. Un giorno. per6, tornato in camera con un pezzetto di pan dolce € il muso ancora sporco di fatte corse al vaso e vide che la rana non c’era pi. Se rera andata, lasciando sul fondo, come un vestito vecchio, la pelle stropicciata che un tempo aveva indossato. Luca Merendi

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