IL LISIDE
DI PLATONE
DE VAMICITIA,
Tradotto da Francefeo Colombi:
ET IL FVRORE
POETICO,
Tradotto da Nicolo Triuifani
in lingua Tofcana,
Con gratia,e privilegiode PMluftrié.
Senato Veneto per anni X.
IN VINEGIA. M.D. XLVIIILa V MAGNIFICL BE -MAGNANKIs
mi Giouani M.Frattcefco Venieri, M.Lunigt
Giorgi, € M. Vincentio Mulini ,
Francefco Colombi.
RE ‘Coft fono Signori miei noa
bilifimi,che principalmente cona
fiderar fi debbono ne la’ perfonds
4 cui qualcofafi confacra,6 dond,
uolendofi ottenere la gratia , che
fi'dimanda.La prima e,che ella le
ficonuenga ; la feconda , che elld ld conofed,eVin=
tenda;e la terza,che ella babbia cara, ele fia dca
cette. E di qui nacque:, che ,facendoft gia qualche
facrifitio 4 qualche Dio ; peg hawer gratia da lui,
glift facena di quella uittima , che gli fi conueniffes
che egli conofceffe , e gli aggradaffe,.o per qualche
uendetta 6 per qualche altra cagione,che d lui fos
disfaceffe-. percio, uolendofi impetrare aiuto da
Bacco, pli fi facrificaua i! Becco per fia uendetta,
thauendo rofe le uite , che d-lui confacrate fono . 4
Cerere la troia : perche entrata nei fuoi facri cola
tile. fue biade fbietatamente guakd . La nota
te chiede i gallo a’ chi. da let wiole impetrare
Wl fico faaue aiuto , effendoche egli-aunifala venus
Wédel giorno,che cotanto odid.. Minerua fi placa,
e 2nédendofi diftefa innanzi lacapra , che fa feccye
col morfo i faci uittoriofi rami. Pridpo pieno
Sdegno,e Vira ft adolcifce , e mitiga ilfuo furore ,»
diuien benigno , fe imnanzi al facro altare uede cis
dere morto fino , che col fuo ragghiare deft i
faa card Lotide , mentreche pian piano cercaua i
guitar con effa gli ultimie bramofi frutti de defioh
amanti . Ercole finalmente gode, che il fio altare)
bagni del fangue del toro,che fa fegno dele fué fri
furate.e fopra natural prodexze . La onde , bras
mando io con ardentifimo defio fopra ogn’altrac
fa@effere abbracciato dala comune beneuolenzs
nostra , che fetelo fhecchio dela Republica Venes
tiana , tradufi il Lifide Pamicitia del diuinifim
Platone in lingua Tofcana , perche io giudicai,ch
facilmente io potefi ottenere tal gratia , fe io uel
confacraferefJendoche facendouifi facrifitio del’4
micitia , che folo 4 uoifi afpetta,farete sforzatiuol
tare in me i benigni occhi de gVanimi uoftri . Ne
€ da dutitare , che eglinonfi conuenga d uoi foli:
perche,fi per la comune oppenione , fi per le feame
biewoli operationi , che uoi ufate tra wok , fiuelt
chiaramente , chenon e cofa neffuna, che ui fia pin
propia dilei,e cheVanimo uoftro ¢ tutto affetto
@amicitia . La onde come gPamorofi affetti fans
wo rifentire,e fueglidre gli animidi coloro,che fons
daloro dolcemente feriti., ogni uolta che ueggon
lacofa amata , cosi gP amicheuoli fpiriti wodtriueeduto quello Dialogo, fubito fpinti dal loro propio,
tfolo affetto , lo conofceranno , conofcendolo Pas
meranno , cy amandolo ne faranno degni;e che
non lo conofehino , e amino ¢ impofibile ; impe a
roche , comela calamitd accostata al ferro , fubia
lod felo tira sre la fpugna fucciaPacqua , e fe wem
pie tutta ; cost uoi , effendo infufi di quefto fantifia
mo affetto ,icuori ,le menti,e gli animi , fubito ,
cheuoileggerete , gli fpiriti tutti infieme fi fueglics
rao ,e qual calamita,e fpugna tireranno 4 fe
quefto loro proprio oggetto , fe ne empieranno ; fe
ne fatieranno ,interpreteranno i facri mifteri, gli
alti concetti i miracolofi pareri, non @altri intec
fischedaloro . Onde ciafcuna uolta , che io'confis
dero que&auo8ra propia ndturd,ueggo rinuoud=
ve trd uoiVamicitia , che gid fu traPAtenicfe , ex
i Romano ,e mi tornad memoria tl cafo d’lone,
che per effer rapito dal medefimo furore,che Omea
ro , non era neffano , che intende(Je Vopere fue me=
glio di lui. Effendo adunque conforme folo ala
natura uoftra,enon potendo effere ad altri dce
‘cetto, ne altri intenderlo, ex eflerne degni, des
fiderando @effere abbracciato da la beniuolenza ,¢
cortefia , e liberalita uoftra , perche doueuo ad alz
tri, che d-uot confecrarlo ? ouero doi far fucric
fitio Valera uittima , che di quefta? Inolt¥e, coz
me ordio ho fatto il debito mio 4 dare d noi quel’,
che ¢ uoktro , cosi fe altrimente io haueBi'fatto-,barrei fatto primieramente come i diffoluti, e dif.
fipatori prodighi , che tolgono ad altri per dare
altrui.dapoicontro dlauoglia del mio maeftro
M. Gionannt Fabrint , 4 cui io debbo quantoio fo,
€ poffo . Onde per tutte quefte cagioni fono stato
sforzato 4 uoiconfacrarlo .ilqudleio non ui pres
g0 , che accettidte , perchenon accade, che io priez
ghi,che uoi accettiate il ferro dela calamita uofra,
Sogliono molti , quando dedicano una operad uno
fufarfi , che la cofa non e tanto degna,quanto mes
vitdla uirtu fua: mad me non accade far tale fous
Ja, perche io non fo , che cofa pix ui fi conuenga ,
-e che cofa fia maggiore ,e pi onoratd ,erard de
Vamicitia . onde lo feufarmi in quefto farebbe uno
tacito mordimento , e un uoler dire , che uoi non
ne fofte degni, ex una dedicatione irronica.
Suolfi dipoi feufare dela tradutione , che none coz
si-ben fatta: ma di quefto non mi feuferd per due
rdgioni 1a prima é , perche io fo, quanto uoi fez
te difcreti ,e quanto uoi conofcete , che ne le cofe
facili da uecchi fi erra non che da giouant di fedis
dict , 0 diciafette anni ne le dificili .Paltra perche
‘non € neffino , che lo polfa interpretare perfettas
mente , fe non uoi , chefoli hauete hauto dala naz
turail potere imterpetrarlo . Molte altre cofefoa
gliono effer fatte dai confacratori , che al prefene
te to lafcio andare, perche io fo, che uoi nonui
dilettate di cirimonie . Percic , facendo fine , utchieggio ,tton per obligo , che per quefto wot ms
habbiate ,ma per uostra cortefia ( perche io ui bo
dato quello , che ¢ wostro ) che uot mi uogliate tex
nere nel numero deiuoftre fidelifimi feruitort.
State fani.VARGOMENTO DI MARS]
LEO EILCINI FLORENTINO
fopral Lyfide d’Amicitia di Platone,
[\ vando Socrate difputa con i Sofiti,
6 contloro feguaci,sbatte Poppenio
Al ni falfe , e pis profio toccalecofé wes
; | re, che eglile infegni : Imperoche glk
acuti igegni,mddate 4 terra le cofe, appoco appd
co cercano le vere, ilche chiaro fi uede ne PEutidea
mo,nel Protdgord,nel Menone,nel Ippid, nel Eutt
frone,e nel Lifide,Ma,quando poi eght parlicd glt
frolari,e con gli fludenti ,'le moftra, ePinfegna; la
qual cof i conofce in molti Dialoghi.Difputddoft
aduique nel Lifide tra molti feolari di Sofifti de Paa
micitia , Socrate fi affatica pit in confutare le cofé
falfe,che in moftrare le uere. Ma qual fia il parere
di Platone de Vamicitia,e de Pamore, noi lo poBiam
mo conofcere da quefto libro, eda molti altri de le
beggi.Vuole adunque Platonesche Pamicitia fia una
om Sa,e perpetua conghiuntione di volonta , e che
il fuo fine fia una uita fola,cioe che gli amici uiuina
duno medefimo modo: principio unto congniungt
mento, ex il mexo uno amore. Ma per mogtrate,
she ella ¢ onefta , we cana le conuerfationi de gl
buomini cattini ex i parlamenti lafciuiofi.Per-moz
ftrare,che ella ¢ perpetua,anuertifce,che le leogieri
beneuolentie dei gioudni, dncor che elle fifJero one
Besnon fi debbouo chiamare ainicitie , Per moftrom
AARGOMENTO
te che ella éde lauolontd, moftra , che non baftad
fare Pamicitia una fomiglianza @oppentone so uero
Parte Palcunt. E per mostrare finalmente,che ellg
€ und communtone,d uero una cofa fte{Ja,mofra la
reciprocatione de la beneuolentia.tl fuo fine ¢ , che
uot nimi diuentino uno per uolonta, e Vund uoz
donta nafca una fol uita , ¢ finalmente @und uita di
wna deitase dela medefima idea , ust-godimento 11
principio ¢ un cdgniungimento,con ilquale fi incits
il defiderio di queta communione;ll cogniungimen
to-e una cOucnientia ne Pidea per fella; per genio,
€ per un-affetione di anima,e dicorpo : Imperoche
coloro,che pédono da-uno,fi sforzane ritornare in
quo, per uno,et ad uno.L’amore ¢ uno mexose.quds
fiuna certa wid 40 ambicitia. Ma , effendo-Pamor
tune defiderio del bello, e uenédo Pamicitia dal’ ame
re,e necefJario, che quelli , che harmo a effere amic,
fiano belli, belli dico Panimo . L’buomo e Panimo,
7 ilcorpo de Phuomo-e lo frumento . Chiunche
amd tl corpo bello;nd-amaVhuomo,ma quelle cof,
ehe fino dePhuomo.Per laqual.cofa ciafcyna uolta,
she we quel cogniungimento,e la bellexza de gP ae
nimi , nafce la perfetta amicitia. Se la bellexza de
gorpo € accozzata d.quellade gl’ animi, prefto cos
yuinciano amare , e di corto-.acquiftano Phabito de
Pamicitia.ilche acéaddene lafcambieuole beneuolen
Rid.di Plétone e di Dione.Masfe la bellexza del cor
po ¢ congiunta con la bruttexza de Panimo,non nd
Se-uno onefo congniungimento. ma una brut.DEL LISIDE
Laftviof compagniaonde won nafce amicitia, anced
primamente una drvo. gantia, € dipot und difcordia.
Fer laqual cofa, fe manca il cOgniungiinento mai fa
ranno amicisfé we i cOgniungimento,e manca ogni
bellezza,qualche uolta fono pin preflo beneuoli,che
amici.Masfe la bellexza del corpo,e non de anime
€agcionta al cigniungimento , per il defiderio de
Pamicitia nafce uno ardore d’una brutta compas
grid.Quando poi uno ¢ bello di animo , ePaltro é
brutto,quel cB gniungimento partorifce ammonitio
nize riprenfiont.£, fe Panimo d’uno ¢ bello,e Puns
dltro,ne bello,ne brutto; nafce da quefto cOgniungd
mento una uolonta Pinfegnare,e d’imparare feama
bieuolmente . Ma findlmente da quella ammonitios
nese da quefta dottrina nafce Pamicitia ; ilche moa
ftra amore di Socrate ne"l Fedro,e nel’ Alcibiade,
Mail cogniungimento ndto daVund , eda Paltra
bellexza,prefto genera uw amicitia,che mai uiene at
meno,e quefto fir ne La beneuolenza di Platone , ¢ dé.
Aftere . E quefto ¢ wl parere de’l noftro Elatone de
Pamicitia , come fi raccoglie di molte fue cofe . In.
quefto Dialogo adunque riprende primamente colo.
ro,che ufano male Pamore,e {otto fpetie di amicitia
ufano tra loro una brutta libidine. Dipoi ammonia
fee coloro,che per la fola bellezza del corpo fi rea
putano degni d’eflere amati . Oltredique/to confirs
ta coloro,che non hauenano buona oppenione: Via
timamente moftra una certa uia d gli animi fagacd
tcercare Pamicitia «Tutte le parti ne fuot luoght
aARGOMENTO
faramuo manifefte ai lettort ; imperoche,mentrecky
Socrate dala baia per irronia a Ippotele , et 4 ct
fippo, mostra,che fuffero prefi da brutto amore ,«
métrechei prefenza loro artmaeftrat giouani, am
moni fce @Pamatori in che modo fi debbono amare,
ex in che modo infieme debbono uinere. Et,hauenz
do ammaeftrato ePamanti, mette mano a la fecora
da parte del Dialogo ad ammgeftrare gl’amatizdy
econ uno lungo ordine d’indutione imfegna , che
ton ¢ conueniente acquiftare gD amici con una bel.
lexza,che adombra il corpo,ma conla uerd belle
xa de Panimo,cioc conla fapienza,e conla pruden
za.nel terzo luago confitd,e primamente la fenten
tia di Solone,che dice,che gl’ amati {610 amici. ilche
dice non efler uero,efJendo che fheffe uolte hanno in
odio gPamanti.dice ancora , che g?amanti non {oz
4d dmici,iinperoche fheffe uolte foro odiati da gP4a
wrati.doue conchiude,che la reciproca beneuolenza
fi debbe chiamare amicitia. Dipoi riprende Empe-
docle,ilquale ualfe,che una femplice fimilitudine ba
fraffe 4 Vamicitia,ilche Ls fimilitudine di molte arti
moftra effer falfo,laquale genera pitt freffo inuidid,
_ @ odia,che amicitia.Viene poi drieto 4 quefto lop
penione di Efiodo,e di Erdclito,cioe che le cofe ami
che fone diBimili ,e quefto fi conofce effer falfo per
quefta ragione,che effendo Vodio, ePamore diftmi
Linon fono amicine Phuomo giufto,e l’ingiufto,e co
fide gPaltri nel medefimo modo.Imperoche,fe pare
che qualcuno defideri cofa difSimile.d fe, come quel,DEL LISIDE. z
chee arido defideraPhumore , e quello che ¢ caldo
defidera il freddo , won bifogna per quefto dire, che
epl ami il contrario,md che cerchi dal contrario la
trtitutione di fe mnedefimo; imperoche quello,che €
troppo calde fuor de la fiua natura, fi abrucia ; ma
x lo freddo fi riduce 4 la temperanza naturalé.la
‘onde non dna il freddo , ma la temperanza per lo
eddo 5 cofieda giuiicare de gPaltri contrarij.
co Socraté confutate quefte cofé , dice quaft
indouinando una certa oppenione, come Jud , doue
diuide Paffetioni de Panimo in tre partiscioe Pani
no buonc,e7 il cattino,ex quello,che non € buono,
wwe cattind.e dice,che ilcattiva per La diuerfita mat
puo effere amico al buono ,e che il cattino effendo
dal cattino per PinginStitia offefo , non fi poffona
amare Puno con P altro;e quellé,che non ¢ te buon
to,ne cattino € impofibile,che ami il cattino , pche
auocendo il cattiuo per la fua natural’ha fempre
in odio . Refta,che Pamicitia fia tra il buoto,er it
buono ; e tra quello,che none cattino,ne buono,ex
il buono ; imperoche quella prima confifte in gaue
dio,e queftaltra in defiderio , da lequali fono nate
due certe forti Pamicitie.Ma nafcono certe obietio
niche pare,che pturbino quefto,lequali Socrate ma
nifeSidye fubito le rifolue.La prima e,che il buono é
fimile al buono, e contra Empedocle fi diffe , che le
coft fimili non fono amiche.doue bifogna intendere,
che non fi é detto,che le cofe fimili im modo nefJuno
wonpofino effere dmiche anzifi e negato,chefemaARGOMENTDO
plicemete ogni fimilitudine bafti a fare Pamicitiz,
Similmente fi fa un altra obietionedicendo.U! buos
no bafta per fe fiefJo,onde non defidera alcuno, ¢ pr
v6 non ama,imperoche nd ¢ amico del buono. Que
fio fi debbe cfborre in quefta modo, che quefta aor
dita non nafce da la mente di Platone, ma da i dettj
di Empedocle,e di Eraclito;ne. quali-non distinguo
40 ildefiderio de Vamore da Pamicitia . Per laqua!
-cofa.e nece[Jario,che infieme con Pamicitia fiaun
‘perpetuo defiderio.M.t Platone uuole, che P amia
tid fia uno certo babito nato dauno lungo amor.
onde nafce,che Pamore uiene dal amicitia, e Vamic,
tia. da uno amore inuecchiato , nelquale resti molto
‘pits di piacere,che di defiderio.del che ne feguita,che
chi haueua defiderato pia,ora fi diletti. Talchel ha
bito del’amicitia non necelJariamente ¢ uno ardore
del prefente defiderio,ma und diletatione. Se aduna
que il buono non defidera il buono , non ¢ per que-
ftc,che non fi rallegri del buono , tlche gioua affad
conferuarePamicitia.E questa c una forte fala d’aa
micitia trail buone , ¢7 ul buono , che confilte piu
prefto in gaudio , che im defiderio. E' poi un’altr,
‘che ha pitt di defiderio, che di piacere , cioe quella
che ¢ trail buono,e quello,che none cattino ne buo
‘no;laquale,perche ragione,e per cagid di chi, e per
‘che cofa fid,e chiaro afjai nel tele . Defcrive quella
primamente,come Voppenion por ge, dipot appoco
appoco coregge;imperoche,hauendo detto,che quel
lo,che non ¢ buono , ne cattino aina il buono amico.DEL LISIDE 4
er it eattino inimico,e per cagion del buono anit
ge fubito dando contro d detti fi correpge . doue
primamente infegna,che tutte quelle amicitie, che ft
diriz ano in uerfo g“Vbuomini, fono imperfette ,
immagini d’amicitte,lequal cofe Siricercano al priz
mo bene,cx autore di tutte le cofe, cioe d Dio, che
rimdmente ¢ amato;ilche ¢ cagione,che tutte que
fre cofe fi amino , e cisfcuno’, che ama qualche cofa.
ama [ui primo,come fine de Pamore; inaperoche dat
primo bene niene il bene 4 tutte le coft,e dal primo
bello la gratia.e cofila bonta citira ela bellexza
cialletta.nd adtique quefte cofe infeviori cl muouoz
noma quel principio ci tira.e ci alleta in quefle.co
fese coft noi amiamo lui in queffe cofe; x fuor di que
fr cofe,e non amiamo quefte cofe. Nelaqual cofala
pietd del nostro Flatone uerfo Iddio,e la grande re
ligione marduigltafamante rifplende.Mosira oltra
di quefte,che nd fempre noi fiamo amict per cagion
Pu altro ;lmperoche noi non defideriamo il primo
bene per cagion del ben Pun’ altro.Similmente dice,
che non fi defidera il bene per il male:1mperoche,fe
fife leuato tutto il male,reSterebbe il bene, che faz
rebbe per fra natura grato,er il defiderio di quel=
lo citirerebbe da quella cofa,che foffe manco buona
4 quella che foffe pi buona , imperoche non € male
quello , che eccital’appetito del fommo bene ; ma
quel minor bene diventa bene perfetto,er' afjoluto,
€ piglia quello,che gli manca 4 effere bene maggio=
texcol tirare Pappetito nel fommo bene,ilche non fidebbe chiamar male (imperoche maiil male tira g
bene.ne uno contrario 4 Paltro contrario) ma pi,
preflo uno principio del bene . Corvette quefte co,
fi; introduce uno certo principio pit perfettoj
cercare Pamicitia,e dice,che il cogniungimento,el
conuenienza dela natura genera Pamicitia , del
quale alfai fi e detto nel principia.Vitimaméte moy
dé quei giouani,che non fanno, che co fa meritamen
te fi debbq amare,e qual fialauera amicitia , ein
che modo ella fia onesta,e Stabile , che amanti, ch
eglino imparina quefto,cominciano 4d amare pars
xamente,fiuriofamente,er arrogantemente;md,aca
cioche non fe oli facci nimict , mostra quefte
cofé nafcofamente , eriprende fe fleffo
infieme conloro.Quefta bast in=
torno 4 Pargomento.Vena
ghiamo al Lifide,
HLfide