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Marco Soria2
Marco Soria2
di
Guido
Sacerdoti
attorno
a
qualche
vecchia
foto
e
ai
suoi
ritratti
di
Marco
Soria
Guido
Sacerdoti
aveva
un
anno
e
mezzo
pi
di
me.
Da
bambini,
i
nostri
percorsi
si
erano
incrociati
nei
locali
della
piccola
comunit
ebraica
napoletana.
Svolgeva
le
funzioni
rabbiniche
il
vecchio
Umberto
Coen,
che
qui
appare
in
una
foto
del
1953
insieme
con
gran
parte
dei
bambini
ebrei
napoletani
dellepoca.
Loccasione
era
una
festa
in
maschera
per
Purim.
Io
recitavo
una
poesia
umoristica
del
repertorio
di
Nicola
Maldacea,
fine
dicitore
napoletano,
che
sintitolava
Il
Cicerone.
Guido
in
ultima
fila,
col
cappello
a
tricorno.
Purim
1953
Dei
primi
anni
nel
dopoguerra
della
Comunit
di
Napoli
ricordo
la
grande
coesione
e
il
senso
di
appartenenza
ad
una
grande
famiglia,
cos
importante
per
me
che
crescevo
figlio
unico
senza
neanche
cugini
o
cugine
a
me
vicini.
Le
nostre
mamme
erano
quasi
tutte
venute
da
citt
diverse
da
Napoli,
e
questo
rafforzava
in
loro
il
desiderio
di
stare
insieme
e
di
trasmetterci
una
forte
impronta
della
nostra
identit
ebraica.
Nel
grande
stanzone
attiguo
alla
Sinagoga
esisteva
(ed
esiste
ancora,
ha
solo
cambiato
nome)
lAsilo
Rothschild.
Al
mattino,
in
ununica
sala,
la
maestra
Cleofe
Fo
intratteneva
noi
bambini
pi
piccoli
che
eravamo
impegnati
con
le
tessiture,
un
ordito
di
carta
lucida
che
dovevamo
riempire
di
striscioline
colorate,
e
contemporaneamente
seguiva
i
pi
grandi
come
i
fratelli
Formiggini
e
Mario
Beraha
che
erano
alle
elementari.
Cleofe
Fo
era
una
istituzione
della
microscopica
Scuola
Ebraica
napoletana,
era
stata
maestra
elementare
anche
di
mia
suocera
Loletta
Coen
nei
primi
anni
30.
Io
lho
avuta
come
maestra
fino
allla
seconda
elementare,
poi
in
terza
venuta
a
sostituirla
Mina
Minerbi
solo
per
un
anno
scolastico,
dopo
di
che
la
scuola
stata
chiusa
e
noi
bambini
siamo
passati
alla
scuola
pubblica.
Tre
anni
dopo,
nel
1956,
di
nuovo
festa
di
Purim
organizzata
dalle
signore
dellADEI
napoletana.
I
bambini
sono
cresciuti,
la
sorella
di
Guido,
Paola,
recita
con
voce
tremolante
una
poesia
che
mi
rimasta
impressa
da
allora.
Me
lha
fatta
tornare
in
mente
in
seguito
mia
moglie
Orietta
che
la
conosceva
bene
(la
poesia,
non
Paola):
Un
giorno
la
signorina
Vanit...
ecc.;
fa
parte
di
una
raccolta
di
poesie
per
bambini
di
Lina
Schwartz
che
abbiamo
passato
in
eredit
ai
nostri
nipotini,
si
chiama
Ancora...
e
poi
basta.
La
recita
di
Purim
consiste
in
una
serie
di
sketch
che
si
susseguono.
Solo
le
foto
mi
aiutano
a
ricordarli,
uno
il
Processo
ad
Amman:
Guido
con
le
mezze
maniche
nere
e
gli
occhialini
immagino
sia
il
cancelliere,
Sergio
Lattes
e
Sandro
Temin
sono
gli
avvocati,
io
il
giudice.
Franco,
fratello
di
Guido,
limputato
in
divisa
di
carcerato.
Purim
1956
Processo
ad
Amman
Altra
foto,
altro
sketch.
Anche
questa
volta
faccio
il
giudice,
ma
di
un
concorso
di
bellezza.
Seduti
con
me
al
tavolo
della
giuria
ci
sono
uno
dei
tanti
cugini
e
cugine
di
Guido,
Enrico
Pinto
vestito
da
Re
Assuero,
e
di
nuovo
il
fratello
Franco.
Paola
sfila
con
una
fascia
da
reginetta
di
bellezza,
con
lei
appaiono
anche
Miriam
Rebhun
e
poi,
nella
foto
successiva,
Serena
Temin
che
ruba
la
scena.
Nel
corso
degli
anni
successivi
allinfanzia
e
alladolescenza,
con
Guido
non
ci
siamo
pi
frequentati.
Abitavamo
in
zone
diverse
della
citt,
e
andavamo
in
scuole
diverse.
Da
mia
madre
mi
arrivano
echi
delle
mirabolanti
performances
scolastiche
di
Guido,
che
insieme
a
quelle
dei
miei
cugini
francesi
Robert
e
Pierre
Haiat
servono
a
rinforzare
le
sgridate
per
i
miei
ahim
carenti
risultati
scolastici
al
ginnasio
e
al
liceo.
Grande
mia
meraviglia
quindi
quando,
iscrittomi
a
Medicina,
incontro
Guido
fra
i
colleghi
a
lezione.
Mi
spiega
che
dopo
un
anno
di
Architettura
ha
deciso
di
lasciar
perdere
e
di
passare
a
Medicina.
Di
lui
so
solo
che
oltre
ad
essere
bravo
a
scuola
anche
molto
impegnato
con
la
politica;
a
suo
tempo
avevo
notato
qualche
manifesto
affisso
per
strada
di
unorganizzazione
giovanile,
Nuova
Resistenza:
chiedono
che
la
polizia
italiana
sia
disarmata
come
in
Inghilterra,
so
che
lui
ne
fa
parte
con
i
suoi
fratelli.
La
politica
estranea
ai
miei
interessi,
in
famiglia
e
tra
i
nostri
amici
lorientamento
laico-
liberale.
Saremmo
democristiani
se
non
fosse
che
siamo
ebrei,
mio
padre
si
considera
un
buon
borghese,
nessun
altro
dei
miei
amici
si
occupa
di
politica,
men
che
meno
nel
PCI
come
Guido.
Decidiamo
di
preparare
insieme
qualche
esame,
il
primo
Biologia.
Va
bene
a
tutti
e
due,
meglio
per
me.
Poi
Anatomia,
una
noia
mortale.
Dopo
una
giornata
sui
libri,
Guido
fa:
Adesso
per
rilassarci,
niente
di
meglio
che
una
bella
partita
a
scacchi.
Abbiamo
proprio
due
teste
diverse,
mi
batte
in
poche
mosse,
non
c
storia.
Non
ho
proprio
la
testa
per
gli
scacchi,
preferisco
ascoltare
la
musica
con
lui,
soprattutto
perch
suo
fratello
Franco
tornato
da
Londra
con
dei
dischi
di
autori
di
musica
classica
moderna
di
cui
ho
poca
dimestichezza:
Mahler,
Bartok,
Kdaly,
Shostakovic.
A
sciare
mi
rompo
un
malleolo,
sono
bloccato
a
casa
e
lui
mi
regala
la
Sinfonia
Classica
di
Prokofief
e
la
N.
1
di
Shostakovic.
A
me,
che
ero
fermo
a
Gershwin
e
Katchaturian,
si
aprono
gli
occhi
e
le
orecchie.
E
il
1966
e
prepariamo
Biochimica
o,
come
si
diceva
allora,
Chimica
Biologica.
Una
foto
mi
ritrae
appeso
agli
anelli
nel
verde
della
terrazza
di
casa
Sacerdoti.
Spesso
mi
fermo
a
pranzo
da
loro,
mangio
carne
di
una
qualit
a
me
sconosciuta.
Solo
anni
dopo
capir
che
la
mamma
di
Guido
da
piemontese
avvezza
a
ben
altri
tagli
di
carne
rispetto
a
quelli
che
ci
propinavano
i
macellai
napoletani
di
allora.
Questi
tagli
di
carne
li
conosce
ancora
meno
la
mia
mamma,
che
pure
-
in
ricordo
della
nata
Tunisi
-
delizia
me
e
mio
padre
e
tanti
ospiti
con
lo
spezzatino
per
il
suo
favoloso
cous-cous.
Anche
qualche
altro
piatto
di
cucina
francese
sa
fare
la
mia
mamma,
come
il
cassoulet,
spezzatino
con
pomodoro
e
fagioli
di
cui
va
matta
la
sua
amica
Cristina
Newburg.
Un
giorno
veniamo
invitati
a
pranzo
nella
sontuosa
nuova
casa
Newburg
in
via
Petrarca:
anche
Guido
della
partita,
non
mi
ricordo
che
cosa
ci
viene
servito;
ma
uscendo
Guido
commenter:
la
pietanza
pi
buona
che
io
abbia
mai
mangiato.
Nonostante
il
mio
ego
abbia
avuto
un
notevole
rinforzo
dai
brillanti
risultati
degli
esami
universitari,
non
posso
fare
a
meno
di
invidiare
a
Guido
di
avere
gi
incontrato
lanima
gemella.
Mentre
studiamo
e
ci
alterniamo
nella
lettura
(sono
io
a
leggere),
lui
disegna
in
continuazione
sui
fogli
per
gli
appunti.
Un
suo
schizzo
a
penna
su
un
foglio
rigato
di
quaderno
lho
conservato
per
tutti
questi
anni,
mi
piace
pensare
che
possa
rappresentare
Marcella
anche
se
non
ne
abbiamo
mai
parlato.
Marcella?, 1966
La
nostra
casa
in
via
Petrarca
ha
una
vista
molto
panoramica,
Guido
un
giorno
decide
di
farmi
un
ritratto
a
carboncino
e
sullo
sfondo
disegna
gli
alberi
di
Posillipo
e
Capri
in
lontananza.
Il
nostro
collega
di
studi
in
medicina
Marco
Salvatore
vuole
che
Guido
dipinga
un
suo
ritratto
a
olio:
Guido
gli
chiede
una
cifra
esorbitante
per
le
nostre
finanze
dellepoca
sperando
che
desista,
ma
Marco
non
arretra
e
ottiene
il
ritratto;
spero
solo
che
lo
abbia
conservato
e
ce
labbia
ancora,
ma
non
ho
mai
pi
avuto
occasione
di
parlargliene.
Del
1966
sono
anche
due
foto
che
ci
ritraggono
dopo
una
partitella
di
calcio
e
poi
a
mare,
probabilmente
in
spiaggia
a
Licola
oppure
Torregaveta.
Fra
tutti
oltre
a
Guido
riconosco
di
allora
solo
Massimo
Menegozzo.
Ma
pubblico
la
foto
su
Facebook,
e
immediatamente
salta
fuori
che
accanto
a
Guido
c
Elio
Cosentino,
altro
assiduo
frequentatore
di
casa
Sacerdoti
di
quegli
anni.
Ricordo
di
averlo
incontrato
solo
una
volta
in
treno,
e
visto
di
sfuggita
in
una
fugace
apparizione
televisiva
molti
anni
fa.
A
mare
dopo
la
partita
(Licola?),
1966
Nel
1967
inizio
a
frequentare
lIstituto
di
Patologia
Generale,
il
laboratorio
la
mia
nuova
casa.
Ma
in
aprile
avvengono
i
prodromi
delle
rivolte
dell
68,
a
Roma
durante
i
disordini
muore
lo
studente
Paolo
Rossi.
Per
andare
alla
grande
manifestazione
alla
Citt
Universitaria
di
Roma
partiamo
da
Napoli
nella
500
di
mia
madre,
al
ritorno
ai
miei
dir
che
sono
stato
al
cinodromo
(!)
con
un
collega
dellIstituto.
Pochi
giorni
dopo
uscendo
dal
laboratorio
incontro
Guido
con
uno
zaino
sulle
spalle.
Mi
dice
che
non
possiamo
studiare,
sta
andando
ad
occupare
lUniversit.
Per
me
come
se
mi
annunciasse
che
sta
partendo
per
andare
su
Marte.
Mi
aggrego
anchio
a
va
sans
dire,
e
passo
la
mia
prima
notte
fuori
casa
in
un
sacco
a
pelo
-
con
grande
preoccupazione
dei
miei.
Di
notte
in
uno
stanzone
al
buio,
sdraiati
per
terra
facciamo
finta
di
dormire.
Nel
buio
sento
esclamare:
Ren,
e
ppurptt!.
Renato
un
capellone
con
la
chitarra,
si
mette
a
cantare
una
canzoncina
umoristica
napoletana
di
un
innamorato
che
si
consola
dei
soldi
che
spendeva
per
la
precedente
fidanzata,
dicendo
che
ora
con
quei
soldi
pu
comprarsi
da
mangiare
tante
cose.
In
seguito
Roberto
Murolo
mi
far
conoscere
meglio
questa
e
tante
altre
canzoncine
del
repertorio
unoristico-sentimentale
napoletano.
Pensare
che
Ren
lho
incontrato
recentemente
a
Fisciano,
allUniversit
di
Salerno
dove
io
insegno
e
lui
direttore
delle
attivit
teatrali.
E
Renato
Carpentieri,
che
ho
riconosciuto
in
televisione,
a
teatro
e
nei
film:
gli
racconto
di
questo
episodio
di
quaranta
anni
prima,
e
lui
esclama:
Io
cero!.
Durante
loccupazione
Guido
dipinge
dei
poster,
il
pi
bello
(Contro
la
subordinazione
una
cultura
nuova)
viene
imboscato
dal
sottoscritto
che
anni
dopo
lo
far
incorniciare,
conservandolo
gelosamente.
Per
un
po
stato
anche
appeso
in
casa
di
mio
figlio
Alex
quando
viveva
con
i
suoi
amici,
poi
da
quando
Alex
si
sposato
il
poster
tornato
a
casa
mia
e
di
mia
moglie.
La
data
in
basso
a
destra
27-4-1967
una
mia
aggiunta,
il
manifesto
non
firmato
e
Guido
si
era
anche
dimenticato
di
averlo
mai
eseguito
quando
glie
ne
ho
parlato
e
glie
lho
mostrato.
Sono
gli
anni
del
Living
Theater
che
per
la
prima
volta
urla
tutta
la
rabbia
contro
la
guerra
in
Vietnam
(qualcuno
in
sala
se
ne
va
sdegnato,
i
pi
applaudono),
ascoltiamo
le
canzoni
del
Cantacronache
e
scopriamo
i
bei
canti
popolari
nello
spettacolo
e
nel
disco
Le
canzoni
di
Bella
Ciao
del
Nuovo
Canzoniere
Italiano.
Non
ancora
esploso
il
68,
ma
c
gi
molto
fermento
e
allUniversit
di
Napoli
Guido
in
prima
linea
nellorganizzare
la
protesta
contro
lintreccio
affaristico
di
molti
dei
nostri
docenti,
che
frena
laggiornamento
culturale,
organizzativo
e
infrastrutturale
in
uno
stato
di
obsolescenza
dellAteneo
napoletano.
Ho
trovato
recentemente
nella
mia
biblioteca
una
copia
dellallora
Libro
Bianco
sulledilizia
universitaria,
ciclostilato
a
Napoli.
Lho
regalato
con
piacere
a
Guido
e
Marcella,
in
ricordo
dei
vecchi
tempi
(veramente
allepoca
Marcella
non
la
conoscevo,
ma
ne
sentivo
molto
parlare).
Alla
fine
del
67
io
sono
partito
per
Israele,
al
mio
ritorno
dopo
un
anno
di
lavoro
al
Weizmann
mi
sono
laureato
in
tutta
fretta
e
nellautunno
del
69
ero
gi
in
piazza
a
Washington
a
manifestare
contro
la
guerra
nel
Vietnam.
Ma
il
mio
interesse
per
la
politica
era
del
tutto
marginale,
ben
presto
il
lavoro
per
il
dottorato
a
Harvard
mi
richiese
un
impegno
totale
con
ben
scarso
tempo
libero.
A
fine
74
il
ritorno
in
Italia,
il
lavoro,
il
matrimonio,
i
figli.
Sentivo
parlare
di
Guido
da
sua
cugina
Annie,
che
come
me
vive
a
Milano.
Una
volta
lo
ho
anche
incrociato,
partecipante
alla
Maratona
di
Milano.
Ad
Annie
ho
chiesto
in
anni
pi
recenti:
ma
non
che
Guido
ha
fatto
come
tanti
altri
ex-comunisti,
diventati
berlusconiani?.
Sono
stato
ovviamente
subito
rassicurato.
E
poi
il
mio
ritorno
a
Napoli,
su
e
gi
per
la
Penisola
a
pendolare
fra
Milano,
Napoli
e
Fisciano.
Guido
e
Marcella
vengono
a
trovarci
allElba
provenienti
da
Alassio
sulla
via
del
ritorno
a
Napoli.
Con
Guido
facciamo
lunghe
passeggiate,
e
lo
accompagno
in
ospedale
per
un
problema
prostatico.
Una
mattina,
mentre
parlo
con
Marcella
seduti
al
tavolo
del
loro
residence
a
Cavo,
mi
accorgo
che
Guido
si
messo
a
disegnare:
ne
esce
un
mio
ritratto
datato
2009.
Con
Guido
il
dialogo
come
se
si
fosse
interrotto
laltro
ieri,
non
quarantanni
prima.
Siamo
accomunati
da
molti
interessi,
soprattutto
musicali,
e
con
il
mio
spirito
pragmatico
mi
rivolgo
spesso
a
lui
per
un
parere
filosofico.
Parliamo
anche
di
esperienze
mediche,
e
lo
faccio
divertire
raccontandogli
della
mia
pseudo-epatite
B
di
qualche
anno
prima.
Sono
stato
donatore
di
sangue
fino
ai
canonici
65
anni,
e
quindi
venivo
sempre
controllato
con
esami
di
laboratorio
preventivi
a
ogni
donazione.
Ma
un
bel
giorno
risulto
positivo
allantigene
dellepatite
B:
come
me
la
sar
beccata?
Mia
moglie
mi
guarda
con
sospetto,
capisco
che
protestarle
la
mia
fedelt
serve
a
poco.
Ma
mi
viene
in
soccorso
mio
figlio
Alex
infettivologo,
che
mi
sottopone
ad
un
interrogatorio
sulle
mie
abitudini
alimentari.
Salta
fuori
una
cross-
reattivit
antigenica
anomala
con
un
componente
delle
compresse
di
crusca,
che
io
ingerivo
allepoca
per
regolarizzare
lintestino:
basta
sospenderle
e
rifare
gli
esami,
e
la
positivit
allepatite
sparisce.
Sospiro
di
sollievo
per
tutti,
e
posso
riprendere
a
donare
il
sangue.
Altre
volte
Guido
mi
parla
dei
rapporti
fra
stato
psichico
e
stato
allergico,
e
posso
constatare
di
persona
come
i
pazienti
lo
adorino;
li
incontriamo
spesso
ai
concerti
della
Scarlatti,
e
questo
mi
fa
ricordare
di
quando
i
miei
genitori,
per
telefono
da
Napoli,
ne
tessevano
le
lodi
come
medico
a
me
che
stavo
a
Milano.
Guido
mi
parla
del
suo
pensionamento
anticipato,
mi
convince
a
provare
SKY
in
televisione
col
suo
programma
di
musica
classica
e
di
opera
lirica.
E
questo
mi
ricorda
di
come
da
ragazzo
snobbavo
lopera,
ed
stato
lui
invece
a
trasmettermi
lamore
per
la
voce
umana
come
strumento
musicale.
Poi
questo
dialogo
si
improvvisamente
interrotto.
Quanto
mi
manchi
e
ci
manchi,
Guido.