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Il libro raccoglie citazioni di diversi scrittori che contengono tutte la parola -libro-
Qualche premessa
2 Il libro mi ha sempre affascinato anche come forma, come contenitore. Lo si può aprire
e chiudere, leggere e guardare, far risuonare. Ha sempre mosso la mia fantasia. Mi ha
sempre riportato alla calma anche lo scrittore più inquieto
3 Leggere un libro è guardare dall’altra parte del cannocchiale: vedere la propria curiosità
riflessa, qualcosa di nuovo o di vecchio di noi stessi che ci era sfuggito
4 Leggere un libro è come scorrere le parole – figure della nostra infanzia che risuonano
in noi insieme al paesaggio di allora. Nel suono magico della loro pronuncia, nel loro
effetto evocativo veniamo riportati a gratitudini, rapine e a immense nostalgie. E’ in
questo patire che inizia l’ascolto delle parole, le parole un tempo gesti e ora libro
5 Lo spazio bianco attorno al testo è per ospitare eventuali glosse e commenti e disegni
6 Con questo libro ho tentato di ordinare i vari biglietti disseminati qua e là sul mio
tavolo: creavano un disordine fastidioso
7 Comprare questo libro è come comprare un mio disegno. E’ dipinto su carta con
inchiostro nero tipografico marca K + E
Meri Gorni
I fogli sparsi sulla scrivania riportano poche parole. Non c’è disordine, ma una sorta di
catalogazione, di mappa, di percorso non ancora ricomposto. Sono squarci di paesaggi mentali,
trovati nel tracciato delle vite scritte. Le frasi sui libri, tratte dai libri letti da Meri Gorni, si
spalancano nei nostri pensieri, dolci come cartoline di luoghi ambiti; continue come le lettere che
Alighiero Boetti mandava ogni giorno dall’Afghanistan ai suoi amici. Ma qui non c’è un ufficio
postale, non ci sono francobolli e posta elettronica, c’è un libro che contiene altri libri (come tutti i
libri in fondo). Se Boetti trascina la parola, colorata e misteriosa, nella scacchiera dell’opera e
trasforma la quotidianità nell’eccezionalità, chiedendo alle donne afgane di ricamare le sue mappe,
Meri chiede ai poeti e agli scrittori – anzi chiede ai loro libri – di realizzare la sua opera. Come
Andy Warhol demandava ai miti contemporanei l’icona del suo tempo e ai collaboratori della
factory l’esecuzione seriale delle opere, Meri si avvale della molteplicità della individualità per
tracciare la mappa della contemporaneità intima e sociale. La parola si fa disegno e s’accompagna
al monumento libro. Come sarebbe la nostra storia se ai monumenti pubblici degli eroi si
sostituissero i libri alle armi? Questo è un racconto corale, familiare, inevitabile. E’ un percorso
emozionale che ha il potere terapeutico di rallentare il tempo. “Oggi siamo tutti in terapia con il
fisico o con lo spirito” ha affermato recentemente Urs Luthi parlando del suo lavoro, con una
stridula nota ironica.
“Possiamo sfogliare questo libro – scriveva Anais Nin – nei giorni vuoti, quando né la nostra
tristezza, né la nostra felicità trovano voce”.
Ciò che troviamo in questo libro è il viaggio necessario, contrapposto al minaccioso e lugubre
avventarsi di parole e immagini nel fiume grigio della cronaca. Il viaggio che si contrappone
all’incombenza del presente, perché quasi tutti i pensieri sono espressi al passato, sono già esauriti,
compiuti, superati. Sono i nostri pensieri, espressi con quel lessico familiare che è la storia di
sempre.