Sei sulla pagina 1di 2

DONNE

UNICHE IN UNITALIA UNICA


Le donne sono lasse portante della nostra societ e delle nostre famiglie, della nostra
Italia. Possono e devono diventare le protagoniste anche delle nostre istituzioni e della nostra
economia. Vogliamo pi donne nelle istituzioni, se necessario anche imponendo quote di
opportunit elettorali, e pi donne al lavoro. La mancanza e la bassa remunerazione del
lavoro femminile, con tassi ancora pi impressionanti al Sud, sono sbagliate due volte: prima
di tutto perch sintomo di discriminazioni inaccettabili, in secondo luogo perch, se
allineassimo davvero il livello di occupazione femminile a quello maschile, avremmo un
incremento del PIL di quasi il 14%.

PRIORITA LAVORO FEMMINILE. Il tasso di inoccupazione e disoccupazione femminile
spaventoso: se le donne italiane potessero lavorare quanto gli uomini, il nostro Paese
crescerebbe moltissimo (e in modo senzaltro migliore).
Sviluppiamo politiche attive per linclusione e la valorizzazione delle donne nel
mondo del lavoro: agevolazioni fiscali per le imprese che rispettano la parit di
genere e che introducono servizi di welfare aziendale adeguati alla conciliazione tra
famiglia e lavoro.
Vanno poi introdotte regole molto pi severe sul lavoro, per contrastare le
discriminazioni di genere e assicurare parit di trattamento alle donne, che
troppo spesso vengono remunerate e valorizzate meno degli uomini pur avendo eguali
(o superiori) titoli e competenze.
Incentiviamo il regime di flessibilit dellorario di lavoro, soprattutto nei settori a
pi alta intensit intellettuale e comunque a favore delle donne con figli. Introduciamo
nuove forme di smart working che permettano di calcolare in modo elastico le
ore dedicate al lavoro anche con strumenti tecnologici che consentono di
lavorare da remoto o in movimento.
Rafforziamo i permessi parentali condivisi con i mariti per le donne che lavorano
soprattutto durante e nei tre anni dopo le gravidanze.

PRIORITA FIGLI E FAMIGLIA. Un paese civile deve garantire asili nido e scuola materna
per tutti (anche attraverso iniziative di autorganizzazione, aziendali e in generale di Terzo
Settore) e scuola elementare a tempo pieno per tutti. Naturalmente, con maggiori e migliori
investimenti sulla scuola. Senza questi presupposti sar inutile parlare di eguaglianza di
partenza, ma soprattutto sar inutile parlare di facilitare il lavoro delle donne fuori di casa.
La famiglia la struttura sociale pi importante e oggi maggiormente sotto stress
perch tutto si scarica su di essa e in particolare sulla donna, che spesso non pu
lavorare al di fuori del nucleo familiare per far fronte al super impegno che le
varie generazioni (figli, anziani) le richiedono.
Servono asili nido, scuola materna ed elementari a tempo pieno per tutti:
paghiamo il tempo pieno con i fondi che recuperiamo accorciando a 4 anni,

anzich 5, le scuole superiori.


Per gli asili pubblici, non serve girare il mondo alla ricerca di buoni esempi: abbiamo il
modello Reggio Emilia che ci invidiato a livello internazionale per i suoi effetti
virtuosi e che potrebbe persino rappresentare uno standard minimo da stabilire per
tutti i Comuni a livello nazionale.
Si pu anche prevedere lobbligo di avere un asilo nido per le strutture pubbliche
e private in sedi con oltre un certo numero di dipendenti (es. 500) bilanciato, per,
da sgravi fiscali per linvestimento nellasilo.
Infine, introduciamo il sistema dei voucher per tutte le spese famigliari destinate a
servizi socio-assistenziali: badanti, assistenza domiciliare, colf, babysitter, altri
servizi di welfare per la famiglia. La famiglia acquista dallo Stato voucher che
includono gi il pagamento dei contributi e delle tasse per i lavoratori, li usa per
pagare i lavoratori e i lavoratori vanno ad incassare i voucher presso le banche e altre
realt convenzionate. In un colpo solo si combatte levasione fiscale e contributiva
nel settore del welfare privato e si lascia totale libert di scelta dei servizi e dei
lavoratori alle famiglie.

Potrebbero piacerti anche