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In copertina:
(in alto a sinistr): A. M. Remy, Trttato dell'arte del carpentiere, prima trduzione italiana dell'Ing. Gi Romano Antonelli, Venezia, 1856
(in basso a sinistra): nodo monaco-catena rotto di una capriata (S. Eufemia, Verona)
(a destr): bellissimo esempio di nodo chi uso (foto genti l mente oferta da LegnoDOC, Firenze)
Copyright 2000 by FrancoAngeli s. r. l . , Mi lano, Italy
Ri stampa Anno
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 20 l o
[vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo efettuata, compresa la fotocopia, non autorizzata.
Per legge la fotocopia lecita solo per uso personale purch non danneggi l'autore. Ogni fotocopia che eviti l'acquisto di un libro illeci ta
ed punita con una sanzione penale (art. 171 legge n. 633/41 ). Chi fotocopia un l i bro, chi mette a di sposizione i mezzi per fotocopiare,
chi comunque favorisce questa pratica commette un furo e opera ai danni della cultura.
Stampa: Tipomonza, via Merano 18, Milano.
I lettori che desiderano essere i nformati sulle novi t pubblicate dal la nostra casa editrice possono scrivere, inviando il loro i ndirizzo a:
"FrancoAngeli, vi ale Monza 106, 20127 Mi lano"
o consultare i l nostro sito Internet: www. francoangel i . it ordinando poi i volumi desiderati alla loro li breria preferita.
Indice
Introduzione, di Franco Laner
1 . Capriate: i ntuizione, tecnologia e scienza delle costruzioni
2. Storia, come fonte di conoscenza per l ' i nnovazi one
1. Le capriate: sviluppo storico della concezione strut
turale, di Umberto Barbisan
2. Terminologia e tipologie, di Franco Laner
l . Terminologia. Tetti e capriate
2. Tipologie
3. Esempi di dimensionamento, di Umberto Barbisan
l . Cenni preliminari sui criteri di dimensionamento
2. Capriata trangolo sempl i ce con carico concentrato al
colmo
3. Analisi nodo puntone-catena
4. Aste composte
5. Capriata con monaco
6. Capri ata tri angolo semplice con carico uni forme
mente distribuito
7. Verifica attrito agli appoggi di una capriata rispetto
al vento
8. Capriata con monaco e due saette
9. Confronto capriata soggetta a carichi concentrati e a
carichi uniformemente di stribuiti
l. Capriate all ' inglese
1 1 . Capri ate soggette a carichi non simmetrici
1 2. Soluzioni a confronto
1 3. Capriata i nteramente iperstatica con carico unifor
memente distribuito
1 4. Copertura a travi i ncl inate
1 5. Arcareccio soggetto a flessione deviata
4. Paricolari costruttivi, di Franco Laner
l . Interfacci a capriata-muro
2. Puntone-catena
3. Monaco-colmo e monaco-puntone
4. Il nodo monaco-catena
b. Criteri e tecnologie per il recupero, di Franco Laner
l . L' ipotesi del l a sostituzione di parti
pag. 7
7
1 3
1 7
35
35
39
50
50
58
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89
90
9 1
V4
94
97
98
99
l 01
l 01
J
2. Un esempio di recupero per sostituzione mirata ( Arse
nale di Venezia)
3. Attualit del la tradizione del legno
4. Sulla cautela dell ' i mpiego di resine e del l ' acciaio
pag. 1 03
1 07
l 08
b.Manti di coperura, di Umberto Barbisan
1 1 2
Appendice A. La deformazione diferita del legno, di
Federico Zgo
1 27
l . Consi derazioni generali sul l a deformazione differita del
legno 1 27
2. Fattori che infuenzano la deformazione vi scosa per i l le-
gno di conifera
1 28
3. Appl icazioni numeriche 1 29
4. Osservazioni sul l a frecci a 1 3 1
5 . Commento 1 3 7
Appendice B
1 40
Bibliografia
1 45
Introduzione
T . Capriate: i ntui zione, tecnol ogi a e sci enza del le co
struzi oni
Lo studio sul l e capriate, si a che venga svolto con i ntendimenti storici -
il suo i mpiego fora la coltre di molti secoli - o con i ntendimenti tecni
co-costruttivi - le sol uzioni adottate contemplano i pi alti saperi sul
legno - o i nfine con obietti vi didatti ci o di i nnovazione, rivela l a com
plessit di questo componente strutturale diffusamente adottato per me
die ed i mportanti luci di copertura.
Il forte intreccio di storia, tecnologia, architettura e cultura materiale,
fa inoltre comprendere come l a capriata non sia faci lmente riducibile a
categorie, schematismi o anche complessi model l i strutturali . Anzi, con
efficace si ntesi , si pu affermare che le capriate non appartengono al
la scienza delle costruzioni, bens all ' arte del costruire, quasi a sottoli
neare che, per quanto raffinati siano i model l i di calcolo, ni ente pi
del l a perizia esecutiva, speci e nella real izzazione dei nodi di confluen
za del l e membrature resi stenti, o gi unzioni e unioni, o nel l a scelta del
materiale, garantisca la sicurezza strutturale.
A questo proposito significativa la raccomandazione di Pall adio che,
nel descri vere le modali t esecutive dei ponti reticolari i n legno, i nvita
al i ' attenzione per il dettaglio, specie dei nodi di confluenza delle aste,
che descrive minuzi osamente, mentre non dedica nemmeno una riga
del dimensionamento degl i elementi struttural i . Anzi il nodo strutturale
che propone (Libro III, cap. VII) cos fatto, che quanto maggiore ca
rico c sopra il ponte, tanto pi le parti si stringono assieme e fanno
maggiore la fermezza dell ' opera.
D' altra parte anche l e stati stiche sulle cause di fuori -servizio' del le
strutture l ignee non regi strano casi dovuti ad i nsufficienza di sezione,
quanto piuttosto, quando il crollo ascri vibile a cause strutturali , al le
incertezze progettuali e, soprattutto all ' errata esecuzione dei nodi di in
terfacci a legno-legno o l egno-altri materi al i .
I l disegno e l ' esecuzione del particolare costruttivo dunque i l massi
mo i ndicatore del l a capacit progettuale e della perizia tecnica. I l det
taglio la cartina al tornasole delle strutture l ignee e dal particolare
faci l e risalire alla concezione strutturale e rendersi conto del valore
del l ' opera.
L' altro grande argomento del progetto del l e capriate e, i n generale, di
tutte l e strutture lignee, riguarda la necessit di concepire la struttura
spazialmente. La grande dimestichezza con le strutture in calcestruzzo
?
Cantiere medioevale con carpentieri che appa
recchiano l a coperura; perni e cavicchi in le
gno sono i mpiegati per l ' uni one degl i elementi
strutural i . Soto, analogo ti po struturale conte
nuto nel l ' edizione veneziana del 1 567 del tratta
to di Vitruvio tradotta da D. Barbaro con di se
gni di A. Palladio.
,rico di casa rurale in Romania, regione di Maramures: particolare e suggestivo esempi o di nodo l i gneo. Le due saette
'Ila mensola sono unite al pi l astro con incastro a tenone e morasa e cavi cchi di legno. La necessit strutturale quindi
egata dalla capacit del magistero costruttivo (foto di A. Al pago Novell o). A destra dettagl i di nodi in edificio rurale al pino
. Gebhard, Alte Bauernhauser. Von den Halligen bis zu den Alpen, Callawey, Monaco, 1 977).
terpretazione di un nodo di col legamento delle aste di un
mte l i gneo proposto da A. Palladio, l quattro libri dell'ar
Jitettura, Venezi a, 1 570, Libro 11.
Crol l o di una capriata mal concepita ed indebol ita nel pun
to di massi ma sol lecitazi one (G. Del l a Gi usti na, Pari gi ,
1 985).
.
dversement
du mur
chevrons 8 X9
6 nvir0n
pannes 18 X9
arbaltriers 17 X 11
i
armato o in muratura e la ancor scarsa pratica con le strutture in ac
ci aio, sono un forte ostacolo alla concezione tridimensionale, al i ' im
piego dei controventi , alla l imitazione del l e l uci l ibere di i nflessione e
alla convi venza con un materiale che ha un relati vamente basso modu
lo di elasticit.
Concezione strutturale spaziale, attenzione al dettagl io e alla deforma
bilit del legno sono quindi i grandi temi del progetto con un materiale
che, se ben capito, pu riservare soddi sfazione sia sul piano economico
e tecnico, sia e soprattutto su quello espressivo.
Un altro fattore contribui sce a rendere poco "calcolabili" l e strutture in
legno. Mi riferisco alla notevole di spersione dei valori di resi stenza
meccani ca tale da non consentire, pur appl i cando grandi coefficienti di
sicurezza, gi udizi signi fi cati vi sul l ' effi cienza strutturale (il ragiona
mento vale soprattutto per i l legno massiccio e meno per i l l egno la
mellare che ha contenuti coeffi cienti di di spersione) .
Come noto, l a resi stenza meccanica del l egno, anche del l a stessa spe
cie legnosa, assai variabile, non solo per i luoghi di provenienza, ma
addirittura per segati dello stesso albero.
Dati sperimentali , osservati su un cospicuo numero di provini sottopo
sti a flessione, portano a coeffi cienti di di spersione o variazione (b = O
/ Rm, rapporto fra scarto quadratico medio e resi stenza media) i l cui
valore supera faci lmente lo 0, 2 (20% ) , ritenuto parametro oltre i l quale
ha poco significato l' applicazione dei normali criteri di verifi ca della
sicurezza. Come i nfatti si vede, nel successivo grafico, la relazione
coef di dispersione/coef di sicurezza assai aleatoria quando si ha a
che fare con forte di somogeneit. | d' altra parte assai intuitivo che pi
cresce l ' i gnoranza sulle effettive capaci t di resistenza, pi ci si debba
cautelare.
Relazione schematica fra coeficiente di sicurezza e coeficiente di di
spersione. Materiali omogenei (basse di spersioni) sono gravati da piccol i
coeficienti di si curezza. Aumentando la di spersione, aumentano i coefi
cienti di sicurezza. L'andamento asi ntotico della curva fa vedere come
sia i mproprio e labile assegnare coefficienti di si curezza per o maggi ore
del 20%.
10
W
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4
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L
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0,5 0,10 0,15 0,20
coeHicientedid|sperslone
In alto: a sinistra, ricostruzione del tempi o di Apollo a Creta con coperura a falde (travi incl inate, trave orizzontale e pi lastro
centrale); a destra e sotto costruzioni medi oeval i del centro e nord Europa nel le qual i l a coperura a falde risolta con si ste
ma a travi incl inate e travi orizzontal i . H. Phleps, Allemanische Holzbaukunst, Wiesbaden, 1 967.
A destra, progressione del l o svi l uppo della capriata romana secondo G. C. lzenour, Roofed Theaters of Classica/ Antiquity,
Val e University Press, New Haven, 1 992.
A sinistra, capriata l i gnea della chiesa di S. Caterina sul Monte Sinai . L.T. Courenay, Holzdacher und Tirme, in Aa. Vv. (a cura
di R. Mark), Von Fundament zum Deckenwolbe, Bi rkhauser Verlag, Basel, Boston, Berlin, 1 995, ed. tedesca di Architectural Te
chnology up to the Scientific Revolution. The Ar and Structure of Large-Scale Building, Mit Press, Cambridge (Mass. ), 1 993.
A destra, sezione prospettica di una stavkirke medioevale norvegese.
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Capriate secondo Jacopo Mariano detto il Taccola, Liber Tertius de inge
neis ac aedifitiis, 1 427-1 433.
L'impiego del l e capriate tende qui ndi ad assumere speci fi che caratteri
sti che local i . Nel l e regi oni mediterranee si consol ida un tipo essenzi al e
con ridotta i ncl i nazione di falda, nel centro e nel nord Europa sono
presenti capri ate generalmente pi compl esse, con articolati tipi strut
tural i spesso iperstati ci . Inol tre, nel centro e nord Europa si trovano
strutture di copertura orientate verso una concezione strutturale tri di
mensional e, soprattutto nel le coperture a fal da ad accentuata i ncl i na
zione dove maggi ore l ' azione l aterale del vento, real i zzate con nume
rosi el ementi di controventamento nel l e tre dimensi oni . Tale sol uzione
presente anche i n ambi to mediterraneo essenzialmente nelle copertu
re di maggi ore impegno statico, mentre nel l ' edi fi cato strutturalmente
meno complesso e con falde poco i ncl i nate si ricorso pi frequente
mente al l ' uso di capriate i n serie concepite bi dimensi onalmente.
Nel centro e nord Europa la capriata spesso parte i ntegrante del l a
struttura i n el evazione, con sottotetti abitabi l i, e catene che svolgono
anche l a funzi one di sostegno dei sol ai . In alcuni casi , come nel le
stavkirke norvegesi , copertura e pi l astrature in legno sono parte di un
i nsieme strutturale concettualmente vicino al l o schematismo del tel ai o
con nodi parzi almente rigidi .
Agl i esordi del Rinascimento Jacopo Mariano detto il TaccolaJ pro
spetta di versi di segni di capriate in l egno, fra cui due con il monaco
strettamente unito al l a catena ri nforzata i n mezzeria, una senza catena,
e una senza monaco e catena i n metal lo, i n cui appare abbozzata l ' i dea
del la concezione reticolare.
La consuetudi ne di staccare il monaco dal l a catena trova i ncerta data
zione. Per esempio attorno al 1 539 Gi ovan Batti sta Da Sangal l o di se
gna una capriata a tre monaci e due saette i n cui i monaci sono eviden
temente staccati dal l a catena.
Tale si stema costruttivo appare pl ausi bi l mente suggerito dalla necessit
di non i nterferire nel l a catena cui spesso erano appesi del icati soffitti
l i gnei i ntonacati e qui ndi affrescati , oppure pseudo-vol te real i zzate con
centi ne in legno i ntonacate al i ' i ntradosso.
Nel l e capri ate presenti nel trattato di Andrea Pal l adio4 non appare i l
monaco staccato dal l a catena, anzi i n al cuni di segni lo stesso plausi -
I
~* . ` ` ...:-------
!
.___ ~ ..
Capriata con triplo monaco staccato dalla cate
na. G. B. da Sangal lo, 1 539 circa, di segno a cor
redo di una traduzione manoscrita del trattato
vitruvi ano.
A. Pal ladio, l quattro libri dell'architettura, Ve
nezia, 1 570.
S. Serlio, Tutte l'opere d'Architettura di Seba
stiano Serlio Bolognese, Venezia, 1 584.
Leonardo da Vinci, analisi del l ' equi l i brio della
capriata.
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.
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-
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'
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jztan. ,) . . . . . (4.1 ).
305. 1'e tlmut .,-- the feet ofthe rafter8 of a :--in wl1ich
flu! tie-benm s.ptded from the rirge by a king-post.
lt wi l l be 5hown in 0 suhsCquCnt por ti on of thi s work
. .
(sce cquntion 5G3) that, in this
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cnse, the strai n upon lhc ki ng-pust
DD is eqnnl to ths uf thc weigh t
or thc tie-bcnm. H.eprcscnti ng,
thcreforc, thc weight of each foot
in the length of thc tic-bcam by
@ nml proCC0di ng cxnctly ns in thc l nst artide, wc shnl l
obti n for thc prCssurC P upon the fcet of the raftcrs, and
i ts i ncl i nntion lD the vcrt i cnl , lhe expresions
l f thc surface5 of contoct be o8k, 0d thin lips of ook p!ank hc lxcd
0ndct thc fcet othc rnfcr so thnt lhc surfacs of cont:cl may precnt
(rfllcl lbrc ofthc woI tone unothrr(by which orrnngem
nt the friction
wilt Ix grently imrcncl), tnn. ~ 18(see g. 52.) nhrnccrt follows thnt
IhcrnJtcr wilt not slip, pro,iJel that their inc!inntion excecll cot.-1 '9,or
10" 0.
TWO PAEL TRUSSES.
I. There nre three forme of truss dnpt8bl e to
brirl gcs with a single centrai bcnm or ctoss benrer
F1a. a
O
a b c
(which mny be called two
pnnl trusses), the general
characterietics of wbich,
are respectively repre
sented by Fi gues 3, 4 nn d
5. Fig. 3 rept'esents B
po.r of rnfer brnceR, with
fcet connecte.d by horizontal tie, anc with a vertical
tie by which the beam is uspeded nt or near the
hori Zotnl tic, or the chord, ns usunl ly designnted.
For coneni encC of compnl' iAon, l et bd =v, = l , = ver
ticnl rench of obl i e members in each :gure. A}so,
l et ech chonl equa l 4v, = 4, and the half cbor = 2
h = hori?ontnl rcach of obliques in Figa. 3 nnd 4. Then
ad, I'ig. 3, cquals v l2+v2 M v5, aud if tbe tl'uss be
J onded wi th R wcight , at tbe point b, bd will bave &
tcneion equnl to V nnd abc, [eee rul e at end of Sec.
VII,B eeion equnl to ]u, weight s.stied by ad,
mul t i pl i cd by thc hori zontal , and divicled by the ver
ticnl rcnch of ad ; thnt is, equa! to ]w, = ]ic J, ^ w ;
"hi l e ad e1if'rs compression from end to end, equal to
;. Dut ad = .5, nnd v =l. Whcnce j
}vl
Z+ 1h OUE 1UO0.
w I Uo eeen l!8t O lDOr 0nU l' !lce, nn the olJ l iques
p:nl l el the1ewi t h, nrc ! nU o to mnxi mum wei ghts os
Ol ! Ow8 procei ng from end to end.
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O rCe8Onl mntcrinl . . . . for comgre$on 33. 215M, ten
8IOn 23. 6161'.
The end bmce, 8tI8In n n 4. 5 (w + w'), = 6tl, oxCr|8
n t enei on Ol 4w upon the end eecf i on Ol lhu O\\:Cr
ch01d. The next brnce susfnine Ji (w + w') = 210,
Wu
e
= I0 or (C d z = c d z = ;
Substituting this \"Riuc wc fnd
For the pressurc upon A Rnd B =
X d X (l + d)
For the presanrc upon C =
l + d
If the end of the posts inste:d or resting :g:unst sol id poinf
of support, be plaeed upon eecond beam, the circumstanccs
of the cnse will be \'ery difercnt.
Fxa. 42.
Let A C and D F bo two equRl beams connected by 0B
upright in the ccntre Rn loaded with a weight at B.
Ir we suppose B E to be perfcctly incompreesiile, then in
cnso of fexurc W c an D F \ould retnin thcir pRrnllel posi
tions, nn e:ch would nssiat equnlly i n eustnining the lond, the
pos t would thcn be presse!) upwars ogninst the poi nt J W|h
0 force equ:l to the rcRction of the lower bc:m or equa! to
J0I I l the post be clasti c i t lViii be compressed I0 80mo ex
tcnt by the oclion of _ nnd ns a consequence, D F would
ris<, ond the delection becoming less it would eustnin Jess of
the w0ighta A C must then sink lo\er to compensate for this
di mi ni shcd etmin on the lower beam, :nd in proportion to thc
elasticity of B r will be the diferenco of the etraina upon A c
and D F.
To detcrminc lhc strains Rnd delections of thc beRms ahd
the degre0 of comprcssion of f. he posts by cnlcuiRtion. Let the
benms bo suppos(d of nny relntive eize, 0hd to mRke thc case
Uno dei pri mi trattati contenenti l ' anal i si strutturale delle capriate si
deve al l ' i nglese H. Moseley1 4 che se pur trattando i l problema del l a
stabi l i t dei piedritti si occupa, di riflesso, del le capriate.
Lo statunitense S. Whipple, i nvece, nel An Elementar and Practical
Treatise o n Bridge Building, del 1 873 seconda edizione stesa sul l a ba
se di An Essay on Bridge Building (Utica, N. Y. ) del 1 847, affronta l ' a
nal isi statica delle reticol ari , i n riferimento ai ponti, a cui fa seguito i l
trattato di H. Haupt, Generai Theor of Bridge Construction (New
York, 1 85 1 ) . Whipple pubblic i l suo trattatel lo nel 1 847 i n cui dimo
strava il metodo per calcol are le sollecitazioni nelle travi reticolati ma
venne contestato da H. Haupt il cui trattato vide la luce solo quattro
anni dopo quello di Whipplel s .
Whipple, inoltre, anal izza a fondo l a questione dei nodi preccupandosi
di val utare la questione del col legamento fra acciaio e legno e legno
con legno.
Fra i l 1 850 e i l 1 854 i l russo D. E. Jourawski , docente all ' Istituto di In
gegneria delle vie di comunicazione di San Pietroburgo, anal i zza i l
problema delle travi reticolari rettili nee e l o studio del tagl i o nel l a fes
sione. Ambedue i problemi si erano posti al l ' attenzione di Joukowski
nella progettazione dei ponti ferrovi ari in legno a trave reticolare e con
elementi a travi in legno sovrapposte.
Uno dei pri mi manual i europei contenenti procedimenti di anal i si delle
sollecitazioni nel le capriate quello di J. Wei sbach1 6 che propone un
essenziale procedimento: per esempio, per l a seguente capriata triango
lo CAC:
0- 23
J
Wei sbach determina l a sollecitazione orizzontale H con:
H ~ S G l h ~ V cotg a ~ V l tang a
dove:
S ~ bracci o di leva del carico G
G = carico
h ~ altezza della capriata
V ~ reazione.
J. W. Schwedlerl 7 fra i primi a ri solvere analiticamente e compiuta
mente il problema del l a valutazione delle sollecitazioni nelle reticolari ,
seguito dagl i studi di Wohlerl s.
?J
Schewdler el abora una articolata spiegazione e dimostrazione del fun
zionamento del l e reticolari , procedimento che pu essere cos interpre
tato1 9:
Ne = M /h
s
Nd = T d/h
S
dove:
Ne = sollecitazione di trazione o di compressi one nei correnti paral l el i
M momento nella sezione in esame
LP30
|
d=UO
JOINT 4
(d)
i
.
0
JOINT 0
(e) (f)
Attualmente la diffusione di software a basso costo agli el ementi fi niti
ha adombrato i vi rtuosismi del l a statica grafica; nei trattati pi diffusi
europei sono presenti i procedimenti di Ritter e di Cremona, mentre
nel l a cul tura angl osassone preferita la sol uzi one proposta da
Maxwell e l ' i mpiego di tabelle approntate sul metodo dei coefficienti .
Tale consuetudine, tipica dell a cul tura nord-americana, pur essendo ef
ficace, appare priva di riflessione critica.
Note
l . Per la stesura di questo capitolo devo un particolare ringraziamento ad Antonio Mat
tarucco che ha dato prezioso aiuto per la ricerca bibliografca.
2. D. Barbaro, l dieci libri dell'architettura di M. Vitruvio (. . . ) , Venezia, 1 567, Delle
ragioni Toscane de i sacri Tempi, cap. VII, p. 192.
3. J . Mariano detto i l Taccola, Liber Tertius de ingeneis ac aediftiis non usitatis, 1427-
1 433, edizione a cura di J. Beck, Il Pol iflo, Milano, 1 969.
4. A. Palladio, l quattr libri del/ 'architettura, Venezia, 1570.
5. A. Palladio, op. cit., Libro Primo, capitolo XXIX.
6. J. Leupold, Teatrum Pontifca/e, Lipsia, 1 726.
7. B. F. de Belidor, L Science des lngnieurs, Pari gi , 1 729, tr. i t., L scienza degli in
gegneri . . . con note del signor Navi e r . . . versione italiana di Luigi Masieri, Mi lano,
1 840, Libro IV, pp. 204-205.
8. G. Branca, Manuale d'architettura, Roma, 1 629, edizione riveduta e corretta da L.
De Vegni , Roma, 1 772, p. 25.
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Truss Pr ali
B I c 2 . 5 0 3. 33 3 . 50 4 . 6 7
A D c 4. 74 3. 35 2. 70 CK c 4 . 00 5 . 3 3 6 . 00 B . OO
BE c 3 95 2. BO 2 . 26 DM c 4 . 50 6 . 00 7 . 50 1 0 . 00
DC T 4 . 50 3. 00 2. 25 EO c
. .
B . OO 1 0. 67
FC T 3 . 00 2 . 00 1 . 50 GH o o o o o
D E c l . 06 0. 90 O. B4
GJ T 2 . 50 3 . 3 3 3 . 50 4 . 6 7
E F T l . 06 0 . 90 O. B4
GL T 4 . 00 5 . 33 6 . 00 B. OO
GN T
. .
7 . 50 10. 00
Truss 2 - F i nk
AH c 3 . 00 3. 00 4 . 00 4 . 00
l J c 2 . 5 0 2 . 50 3 . 50 3 . 50
BO c I I . OB 7. B3 6. 31 KL C 1 . 50 1 . 50 2 . 5 0 2 . 50
C H c 1 0. 76 7. 3B 5. 76 MN c 1 . 00 IOO | . 50 l . 50
DK C 1 0. 44 6. 93 5. 20 OP c
. .
l . 00 l . 00
E L c 10. 1 2 6 . 4B 4. 65
H l T 3. 53 4 . 1 7 4 . 95 5 . B3
FG T 1 0. 50 7. 00 5. 25
J K T 2 . 1 2 2 . 50 3 . 54 4. 1 7
F l T 9 . 00 6 . 00 4 . 50
LM T o. 7 1 O. B3 2 . 1 2 2 . 50
NO T
. .
o . 7 1 O. B3
FM T 6 . 00 4 . 00 3. 00
GH c 0 . 95 O. B9 0. 83 Truss b ~ Ho w e
H l T l . 50 1 . 00 0 . 75 BH o o o o o
l J C l . 90 | . 79 | . 66
CJ c 2 . 50 3 . 3 3 3 . 5 0 4. 67
J K T 1 . 50 l . 00 0 . 75
DL c 4 . 00 5 . 33 6 . 00 B. OO
K L c 0. 95 O. B9 O . B3
E N c
. .
7 . 50 10. 00
G l T 2 . 5 0 3 . 3 3 3 . 50 4 . 67
JM T 3. 0 2 . 00 1 . 50
GK T 4 . 00 5 . 33 6 . 00 B . OO
LM T 4 . 50 3 . 00 2 . 25
GM T 4 . 50 6 . 00 7 . 50 10. 00
GO T
. .
B . OO 10. 67
Tr uu * Ho w e AH c 0. 50 0. 50 0. 50 0 . 50
B F c 7 . 9 5. 59 4. 5 1
I J T 1 . 50 | . 50 2 . 50 2 . 50
CH c 6 . 32 4. 50 3. 61
KL T 0. 50 0 . 50 I . 50 l . 50
MN T o o 0 . 50 o . 50
DJ C 4. 75 3. 35 2 . 70
OP o
. .
o o
EF T 7 . 50 5. 00 3 . 75
H l C 3. 53 4 . 1 7 4 . 95 5. B3
E l T 6 . 00 4. 00 3 . 0
JK c 2 . 1 2 2 . 50 3 . 54 4 . 1 7
GH c I . SB l . 1 2 0 . 90
LM c 0 . 7 1 O . B3 2 . 1 2 2 . 50
H l T 0. 50 0. 50 0 . 50 NO c
. .
0 . 71 O .B3
I J C I . BI l . 41 l . 25
Tr uss 1 Wa r r en
JK T 2 . 00 2 . 00 2 . 00
B I c 2 . 50 3. 33 3. 50 4. 67
DM c 4. 50 6 . 00 7. 50 10. 00
Tr uu 4 ~ Pra t i GH o o o o o
BF c 7. 90 5. 59 4. 51 GK T 4. 00 5 . 33 6 . 00 8 00
CG c 7. 90 5. 59 4. 51
GO T
. .
B . OO 10.67
D I c 6. 32 4. 3 . 61
AH c 3. 00 3. 00 4 . 00 4 . 00
E F T 7 . 50 5. 00 3 . 75
l J c 1 . 00 1 . 00 l 00 l .00
KL o o o o o
EH T 6 . 00 4 . 00 3. 00
MN c 1 . 00 1 . 00 1 . 00 1 . 00
E J T 4 . 50 3 . 00 2 . 25
OP o
. .
o o
FG C 1 . 00 1 . 00 1 . 0
H l T 3. 53 4 . 1 7 4 . 95 5. 83"
GH T I . B I | 41 l 25 J K c 2 . 1 2 2 . 50 3. 54 4. 1 7
H l c l . 50 l . 50 1 . 50 LM T 0. 71 O . B3 2 1 2 2 . 50
I J T 2 1 2 l . BO 1 . 6B NO c
. .
0 . 7 1 O . B3
Simpl e Fi n k
w
hk
w
Ho we
Pr o t t
Pr ol i - ponel
#I2 # # # # # # # #I2
6
Prol i - pone!
#I2 # # # # # Nr2
6
Howe ponel
w w w w w w w
D - E +
Howe - ponel
#I2 # # # # # #r2
Worren ~ ponel
Metodo dei coeficienti per la val utazione delle sollecitazioni i n capriate e travi reticolari. J. E. Ambrose, Simplified design of
steel structures, John Wi ley & Sons, New York, 1 997.
9. F Mi l izia, Principi i di architettura civile, Final e, 1 78 1, edizione Remondi ni , Bassa
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12. J. Banks, On the Power Machines, W. Penni ngton, Londra, 1803, pp. 108- 109.
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1 6. J. Wei sbach, Der lngenieur, Drud und Berlag von Friedrich Bieweg und Sohn,
Braunsweig, 1850, pp. 495-496.
17. J. W. Schwedler, Theorie der Briickenbalkensysteme, Zeitscheriet fr Bauwesen,
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1 8. Wohler, Theorie rechteckiger eiserner Briickenbalken mit Gitterwinden und mit
8/echwinden, Zeitscheriet fir Bauwesen, Berlino, 1855.
JJ
1 9. Contenuto in E. Benvenuto, L scienza delle costruzioni e il suo sviluppo storico,
San soni , Firenze. 1 98 1, pp. 785-786. Tale interpretazione contenuta, i noltre, in S. P.
Timoshenko, History of Strenght of Materia/, New York, 1 953, p. 189. Ambedue gl i
studiosi interpretano i n maniera esempl i ficati va quanto esposto da Schwedler nel
Theorie der Briickenba/kensysteme. Berlino, 185 1 , che risult assai pi complesso ed
espositivamente meno li mpido.
20. A. Ritter, Elementare Theorie und Berechnung eisernen Dach und Briicken Con
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2 1 . K. Cul mann. Die Graphische Statik, Zurigo, 1866.
22. L. Cremona, Le .figure reciprche nella statica grafica, Mi lano, 1 872.
23. E. Benvenuto, La scienza delle costruzioni e il suo sviluppo storico, Sansoni, Fi
renze. 198 1. p. 794.
24. C. Saviotti. La statica grafica. Lezioni dell 'ingegnere Carlo Saviotti Prof presso la
R. Scuola d ' applicazione per gl 'Ingegneri in Roma. Con una prefazione del prof Luigi
Cremona, Hoepl i , Mi l ano, 1888.
25. A. Clebsch, Theorie der Elasticitat fester Korper, 1862.
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28. O. Mohr, Beitrage zur Theorie des Fachwerks, i n atti Zeitschrit des Architekten
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29. M. Wi l l iot, Notion pratique sur la statique graphique, in Annales du Gnie Ci vi l ,
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30. E. Benvenuto, op. ci t. , p. 777.
3 1 . H. F. B. MUi ler-Breslau, Die graphische Statik der Baukonstruktionen, Lipsia, 1896.
32. G. Colonnetti, L statica nelle costruzioni, Torino, 1932.
33. O. Bell uzzi, Scienza delle costruzioni, Zanichel l i , Bologna, 1 94 1 e seg. , vol. I ,
cap. XIV, vol . 2, cap. XXIII .
34. O. Belluzzi, Scienza delle costruzioni, Zanichel l i , Bologna, 194 1 e seg. , vol . l , pp.
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35. F. Scaramuzzino, Calcolo strutturale con gli elementi fniti, Etas Libri, Mi lano, 1995.
/. Termi nol ogi a e tipol ogi e
1 . Termi nol ogi a. Tetti e capriate
La vasta di ffusione del le coperture in legno e la loro compl essa artico
lazione ha arricchito anche i l lessico del l e parti , componenti , apparec
chi , strumenti di lavoro, con sfumature regional i e tal vol ta local i , che
solo attente ricostruzioni l i ngui stiche o etnologiche - i ndicative sono
ad esempio le raccolte museali del lavoro tradizionale del carpentiere e
del fal egname - possono restituire.
La terminologia delle coperture stata defi ni ta dalle tabelle UNI 8090-
809 1 del l a qual e l a prima figura del l a pagi na seguente, sintetizza alcu
ni contenuti .
Certamente una terminologia "comune ed uni ficata" necessari a, pena
la confusione ed errori conseguenti . Per esempio - accadutomi nel di
mensionare un solaio - per i piacentini "tavol ato" significa tramezza,
( partizione i nterna verti cal e non portante), per noi veneti il tavolato so
no le tavole interposte fra l e travi i n legno: c' voluto un po' di tempo
per chiarire, dopo fax e tel efonate, che i l carico trasmesso dai tavol ati
pi acentini era gi usto che fosse l 00 daN/m2 e che quello dei tavol ati ve
neti poteva essere di 20 daNJm2 !
Ma in questa uni fi cazione termi no l ogi ca c' anche una perdita cul tu
ral e.
I l l i nguaggio di cantiere assai ricco e spesso congela efficacemente,
in un nome, non solo l ' oggetto, ma la sua destinazione, il modo di es
sere posto i n opera, la sua funzione. Appena lontanamente la parola
rompi tratta, assai generica, sostitui sce la parol a "cristo", n "tegola
curva" potr mai sostitui re l ' i mmediatezza di "coppo", cos come "in
cal mo" efficacemente indica quel l ' operazione di sostituzione di una
parte degradata di trave con un tassel l o sagomato, si mi l e alla tecni ca
botanica del l ' i nnesto ( i ncal mo, appunto, in veneto).
Molti termini delle coperture l i gnee hanno origine da nomi di animal i :
a cominci are da capriate, cicogna, gattel lo, cane di ferro: sarebbe i nte
ressante approfondi re l ' etimologia, ma i l cantiere edile (cantiere da
canterius ~ bestia da soma) sempre stato ricco di queste analogie
(gru, cavall etto, somiere, capra, asi no) .
Nel le figure del le pagine seguenti , sono i ndicati i princi pal i elementi
che costitui scono un tetto in legno coi l oro nomi, una capriata ed una
sezione del pacchetto di copertura, mentre la successi va i mmagine, a
pagina 37, riporta qual che esempio di uni one di travi l ignee, la cui va
riet non solo di pende dal tipo di sol lecitazione, ma dagli strumenti ed
accessori a di sposi zi one, nonch dalla cul tura e tradi zi one dei l uoghi .
J'
RB80 CORVB|8
OfZZOR8B
trave rompitrata
8K8
WR|O
RB8 0| COPVB|S8
RCR88
~onacosuper|oe
.
puntone
A si nistra, assonometria di una co
perura con i ndi cazi oni termi nol o
gi che.
Al centro, struture pri nci pal i e se
condarie.
Sotto, termi nol ogi a degl i elementi
della capriata.
trave di colmo
arcarecci
listelli
puntone o trave di falda
dormiente
controcatena
-
------
.
saea
p
f
..........
menso,a
c.
manto
(tegole, scandal e,
l astre, . . . )
l iste I l i
(4x4o 4x6cm)
tavolato
terzera (arcareccio o
corrente)
gattello
canale di gronda
puntone
(o trave J| falda)
testa sagomata
dormi ente (banchi na o
rema o radice)
Termi nologia degl i elementi di coperura.
A si ni stra, gi unzioni e uni oni di elementi l i gnei di cultura occidentale e gi apponese. La composizione rivela profonde diferen
ze, dovute al "geni us loci " e obietivi diversi, come la maggior duti l it delle unioni a grappolo (aumento supericie di contat
to, qui ndi attrito) per megl i o resistere al l ' azione sismica.
A destra gi unzioni e unioni di elementi l ignei di tradizione europea.
.
|
l
u
1. . . ~ . . . .._
. `
.
.
Tipi di capriate in legno.
capriata
sempl ice
capriata
con saette
capri ata
pal l adi ana
sempl ice
capriata
palla di ana
composta
capriata
zoppa (o con
catena
rialzata)
capri ata
a forbice
Tipologi e di profi l i teste sporgenti delle travi nelle coperure.
Concezioni strutural i in relazione al le modalit di esecuzione dei nodi .
I
!
tra ve
sempl icemente
appoggiata
arco a tre
cerni ere
tra ve
reticolare
I I confronto fra le unioni in legno europee e quel l e giapponesi , ad
esempio, dimostra, macroscopi camente, proprio nel l e differenze con
cettual i ed esecuti ve del l e unioni, come il costrui re si a una componente
essenzi almente cul tural e. Ma notevol i di fferenze esi stono tra paesi eu
ropei , ol tre che fra l e nostre regioni .
Infi ne spesso uti l e, quando ci si i mbatte in un nome nuovo, anche se
si i ntui sce i l si gni ficato, cercare di approfondire, proprio perch dietro
un nome si aprono questioni non sol o termi nol ogiche, ma tecnol ogiche
e cul tural i . Un gl ossario di termini del l a carpenteri a edi l e in legno
spesso ri portato nei l i bri di G. Gi ordano e nel l a ri vi sta Adruleu.
Z. Ti pol ogi e
I tetti di cui ci occupiamo sono a fal de spi oventi . General mente l e fal
de sono due, ma anche tre o quattro (a padi gl ione) e, per aggi unta di
corpi di fabbrica o di segno di pi ante compl esse, possono variamente
articol arsi , specie se si i mpone uguale quota al l a l i nea di gronda.
L' el emento struttural e, caratterizzante i tipi che appartengono a queste
parti zi oni , sono l e strutture l i gnee di sostegno, l e capri ate, anche se so
vente l e fal de sono ottenute con travi sempl icemente appoggi ate a muri
interni di spina o trasversal i . In questo caso fondamentale la direzio
ne del l ' ordi tura del l e travi princi pal i . Se ci sono muri di spina trasver
sal i , sagomati a triangol o, il tetto pu essere real i zzato appoggi ando l e
travi orizzontal mente al l e fal de. Se i l muro di spina l ongitudinal e, l e
travi sono i ncl i nate, paral l el e al l e fal de. Nel primo caso si ha l a ti polo
gia cosiddetta "al l a piemontese", nel secondo si tratta del tetto "al l a
lombarda".
Ovvi amente, questa disti nzi one non sufficiente a cl assificare le strut
ture l ignee del tetto, anche se, dal punto di vi sta del l a prevenzione si
smi ca, l a pecul i ariet del tetto al l a pi emontese che non genera spinte
sui muri d' ambito. Si qui ndi preferito di fferenziare le tipol ogie di ca
priate con un cri terio afferente la concezione strutturale sottesa al pro
getto e al l a confezione del l a capri ata.
Le grandi famiglie indi vi duate, si ri chi amano alla trave sempl icemente
appoggi ata (a), al l ' arco, con monaco staccato (b), al l a tra ve reti col are
( c), con nodo chiuso, con arti fi ci ed apparecchi di grande intel l i genza
costrutti va, al l e sol o apparenti capri ate (d), poich i monaci e l e catene
appoggi ano su muri o pi l astri intermedi , fi no al l e capriate spazi al i (e),
che si vol uta considerare ti pol ogi a - nonostante l a sua rarit - per l a
sua uti l i t i n caso di si sma e per l a bel l ezza formal e.
Questo criterio di cl assifcazione si dimostrato mol to uti l e per l a conse
quenzi al i t che esiste fra particolare costruttivo (nodo monaco-catena,
puntone-catena, puntoni monaci di col mo), concezione strutturale e l ogi
ca di intervento conservativo o di adeguamento. Consente, quindi , di ri
conoscere immediatamente l a corettezza degl i i nterventi di recupero e di
guidare l ' intervento ed eventual i addizioni , senza contraddire l ' esi stente.
Di segui to si riportano, in modo quasi escl usi vamente iconografico,
esempi del l e di verse cl assi ficazioni , che dimostrano ol tretutto l e quasi
infi ni te possibi l i t di vari azioni sul tema.
J
- `
==
H
/
Ti pi di capriate secondo C. G. Reuss, Anwei
sung zur Zimmermannskunst, Li psia, 1 764.
Esempi di tracciamento di piante di tetti con
ugual quota di l i nea di gronda. La regola fonda
mentale che le l i nee di colmo i ncl i nate siano
bisettrice dell 'angolo da cui parono (0. Warh,
Die Konstruktionen in Holz, Li psia, 1 900).
:56
Tavola riassuntiva dei ti pi di capriate i ndi vi dua
te nel Nord-Est del l ' Ital i a (F. Laner, Atlante delle
parizioni orizzontali, ricerca Mi nistero per i Be
ni Ambiental i e Cultural i , luav, 1 997).
Schema e paricolari dei tipi "alla lombarda" e
"al l a piemontese".
Za- lla lom6arcc
Fienile a Este (Padova); esempi o di funziona
mento a trave sempl i cemente appoggi ata di
una strutura che sol o formal mente assomi gl ia
ad una capriata (ti po "a").
TIPI
.
C
'
|
a &. .
- l
col mo
- ' appoggi o centrale
---
ppoggi o laterale
nodo di col mo
a
b
nodo
di appoggi o
a
b
Schematizzazione nodo di colmo e di appoggi o
capriate ti po "b".
La tradizione angl osassone e tedesca ha sem
pre concepito i l nodo monaco-catena chi uso
tramite i ncastri e stafe di acci ai o.
!lpo `Do Caprlafe a nodoapeno
| di gran lunga il tipo pi diffuso e praticamente l ' unico riportato nei
manuali tecnici ital i ani . In area germanica ed anglosassone invece le
capriate sono state concepite e continuano ad essere proposte col mo
naco "chi uso", cio ben fissato alla catena.
| questo un aspetto assai intrigante, che mi ha portato a tante discus
sioni, ricerche, tesi , con pochi elementi fermi , d' altronde ribaditi in al
tri parti del libro, primo fra tutti il concetto che, in caso di restauro,
debba essere in ogni modo ri spettata la concezione origi naria, nel sen
so che se trovo un nodo chiuso, non lo posso "aprire", solo perch
controllo meglio la concezione ad arco!
Che il monaco sia staccato dal l a catena la regola insegnata in tutte le
nostre scuole tecniche e cos accettata che non si esita, nei casi di in
tervento sul l ' esistente, qual ora i l monaco sia in qualche modo solida
rizzato alla catena, di segarlo e renderlo indipendente e reali zzare cos
il comportamento ad arco a tre cerniere.
A ben vedere, questa regola abbastanza singolare. General mente, nel
le costruzioni, gli elementi strutturali sono fra loro giuntati ( c' conti
nuit, con possibil it di rotazione) od uniti (conti nuit senza possibil it
di movimento), mai c' discontinuit.
Per la verit, anche se monaco e catena non si toccano, pure la staffa
mantiene in asse il monaco, l o controventa cio, e, in casi di infl essio
ne dell a catena, per fluage o per poca inerzia del l a catena, la staffa
un utile indice di tale abbassamento, poich la catena le si appoggia.
Chiesa a Correggio (Reggi o Emi l ia); i n questo caso anche se i l monaco
fissato con un "piolo" pu considerarsi l i bero in quanto il perno, i nfisso
parallelamente al le fibre, non ha eficacia e qui ndi permette lo scorri men
to vericale.
4?
Ma che funzi one pu avere il monaco staccato? Ai fi ni strettamente
struttural i , nessuna. Il monaco pu permettere di real i zzare l ' i nterfacci a
dei due puntoni al col mo e, quando ci si ano l e saette, di venta ti rante,
assumendo i n questo caso ovvia funzi one struttural e. La presenza del l e
saette, a loro vol ta, permette la gi unzione dei puntoni di fal da. Le saet
te, in questo caso. sono compresse.
Lo schema struttural e. a cui si pu ri condurre questa tipol ogia, come
spesso ripetuto, c l ' arco a tre cerniere. Qual ora si ano note l e reazioni ,
si possono cal col are l e sol l eci tazioni nel l e varie sezioni :
J( x ) = K_ - px
` . . | . | . . . | . |
!
Ha= pL2
2
Ha = pL8f
Nell ' immagi ne di pagi na 42 c schemati zzato il nodo di colmo e quel l o
di appoggi o. I si stemi di di stacco del monaco del l a catena sono assai
vari e le figure ne dimostrano la variet.
Esempi di nodi "aperi" con stafe metal l iche suficientemente "l asche" per permettere lo spostamento del monaco i n ma
niera i ndi pendente dalla catena. La maggior eficacia del collegamento delle stafe data dal l ' al l argamento di pi chiodi ,
realizzando la condizione pi idonea al l a resistenza a trazione. Ovviamente, i n caso di trazione del l a stafa, ci o quando i l
nodo chiuso.
4J
Esempi di nodi "aperti " ottenuti con perni e
"fermo-gui da".
Si stemi per l a real i zzazi one di nodi "aperti "
senza util izo di staffe metal l i che.
Casa rurale a Castion (Fri ul i ); anche se il nodo
monaco-catena fosse stato "chi uso", saremmo
di fronte ad una delle pi interessanti capriate
realizzate per le costruzioni in zona si smica. In
fatti , la struttura "chi usa", i ntelaiata e il con
troventamento assi curato dalle terzere chi use
tra puntone e trave di falda.
Nodo aperto. Con i l difuso i mpiego dell 'acciaio
i n edi l izia (nel l ' Ottocento, nel Veneto), la catena
viene spesso realizzata con questo materiale.
Vedi , ad esempio, i l caso Arsenale, dove gli i n
gegneri torinesi sostitui rono le catene l i gnee
delle grandi tese. Il problema del nodo in que
sto caso non si pone e la questione si sposta
al l ' appoggio, con ricorso a scatole metal l iche.
L' i nteraccia legno-acciaio non di faci l e sol u
zione, a causa del diverso comporamento i gro
termico: si formano condense, qui ndi umi dit,
funghi , xi lofagi . E necessario realizzare sempre
la possi bi l it di areazione.
C Merl oni (Ravenna); in questo fieni l e stata
real izzata una capriata con nodo "chi uso" e ca
tena doppi a real i zzando uno schema oggi
usual e per le capriate i n legno lamel l are.
Massalombarda (Ravenna); capannone con co
perura in legno iperstatica e nodi chi usi .
!/pO "C". Capr/a/e a nOdO Ch/uSO
Questa tipologia si trova quasi escl usi vamente in capriate con una da
tazione precedente al 1 850, o in zone di forte i nfluenza tedesca ed an
glosassone. , a nostro gi udizio, la capriata classica, concepita come
reticolare, quindi con nodi chi usi .
la capriata proposta da Pal l adi o, che trova nel nodo quel meccani
smo che "quanto pi l a capriata caricata, tanto pi si rinserra" e che
ha trovato nel corso dei secol i innumerevoli appl icazioni, ma che ora si
trova assai raramente, perch le capriate sono state modificate e le
nuove sono tutte a nodo aperto. Si presta ad essere real i zzata con la ca
tena doppia, nel le capri ate composte da pi elementi (assi) e nelle ca
priate complesse. Si riportano alcuni esempi .
4
Capriate di un deposito ferroviario; la strutura, molto aricolata, rinvia a
schemi centro-europei sia per la complessit, sia per i nodi "chi usi ". Ci
molto probabi l mente dovuto al fatto che fra la fine del l ' Otocento ed i
pri mi del Novecento gl i i ngegneri ferroviari si rifacevano al l a manuali sti
ca francese, tedesca e i nglese per la realizzazione delle grandi struture
l i gnee come i depositi ferroviari, i si los e i fieni l i .
S. Eufemi a (Verona). I l nodo chi uso, se non correttamente realizzato, es
sendo soggetto a fori sol lecitazioni in caso di cedi menti e deformazi oni
del l a struttura, pu collassare faci l mente come i n questo caso.
Casacca (Udi ne), esempi o di capriate a nodi
chi usi con monaco e catena doppi.
Torrile (Parma); complessit di una coperura di
un deposito real i zzata con struttura reticolare
iperstatica a nodi "chi usi ".
Capriata con appoggio i ntermedi o della catena;
tale situazione nega, di fato, la funzione della
capriata e la catena una trave su tre appoggi,
peranto, sol o apparentemente la struttura
una capriata.
Capriata i perstatica risultato di interventi di re
cente modifica.
Casacco (Udi ne), capriata apparente di recente
realizzazione e di dificile letura statica.
!/pO "d". Capr/a/e apparen//
Si vol uto dedicare un paragrafo a questa configurazione strutturale,
che a causa d el i ' introduzione di appoggi intermedi, di fatto nega l ' es
senza del l a capriata che per su definizione appoggia solamente agli
estremi . Il comportamento strutturale quindi rapportabile a quel lo
delle travi continue su pi appoggi, anche se formal mente mantiene l a
configurazione di capriata. Spesso questa tipologia i l ri sultato di in
terventi a posteriori , specie quando gli appoggi sono col locati in corri
spondenza dei monaci . In caso di intervento, il problema che si pone
non indifferente: mantenere l ' anomalia strutturale o restituire le ca
priate origi narie?
4
_____=
_
Ra - pA
Ne puntone =
sen L
Ra - Pa
Nt catena = --
tang L
Analogamente anche in presenza di capriata soggetta a carico unifor
memente di stribuito nei puntoni :
J?
' q L
L
Ra Rb
L
essendo
Ra
. .
L/4
q L
Ra - -
4
Ne puntone =
sen a
q L
Ra - -
4
Nt catena = --
tang a
q L
Ra =
"
2
le precedenti diventano:
dato che:
q L
Ne puntone =
4 sen a
q L
Nt catena =
4 tang a
h 2h
tang a =
=
~
L L
2
la sollecitazione di trazione sulla catena uguale a:
qL2
Nt catena =
8h
L/2
Ad analogo risultato si gi unge, ovviamente, imponendo l ' equi l ibrio dei
momenti ri spetto alla cerniera C:
qL L qL2
Nt h = "
= "
2 4 8
JJ
da cui :
qL2
Nt catena =
8h
Nel l e capriate non assimilabil i al l a struttura tri angolo semplice, c1 0e
quando il nodo puntone-catena risulta esterno al baricentro del piedrit
to (capriate plurisaette con elementi connessi ad incastro o semi -i nca
stro interamente iperstatiche) l o schema strutturale assimilabile a
quello di una trave ad anima all eggerita con sezione ad altezza variabi
le. Per il calcolo delle sollecitazioni agenti nel puntone e nella catena
deve qui ndi essere valutata l a reazione applicata al nodo; nella situa
zione sinistra del seguente diagramma, essa Ra, in quello a destra,
ovviamente, Ra - P l :
R
R
I n tali condizioni si pu procedere sfruttando quanto deli neato da
Schewdler2 e Ritter3, cio di videndo il valore del momento in ogni se
zione per la relativa altezza e quindi, in presenza di carico assimilabile
a quello uniformemente distribuito, l a sol lecitazione massima non
quella presente in mezzeria come, d' altra parte, avviene in ogni capria
ta con moltepl i ci saette e catena formata da di verse aste:
R
dato che:
J4
L
M
x
Nt
x
catena =
h
x
qLx qx2 qx(L - x)
M
x
=
-
- =
2 2 2
h
x
= x tang L
ne consegue che:
essendo:
qx(L - x) q(L - x)
Nt
x
catena = =
2 x tang L 2 tang L
2h
tang L
L
qL(L - x)
Nt
x
catena
4h
Ovviamente ne consegue:
q(L - x) q(L - x)
Nc
x
puntone
2 tang L cos L 2 sen L
Per x si ottiene:
q L
Ne puntone ~
2 sen L
qL2
Nt catena
4h
Come si pu notare la sol lecitazione nel puntone e nel l a catena
doppi a rispetto a quel l a relativa al triangolo sempl ice o al l a reticola
zione pura con nodi a cerni era e nodo catena-puntone assiale all ' ap
poggi o.
I nfatti, in mol ti manuali anglosassoni e tedeschi , i n riferimento al
problema del disassamento del nodo puntone-catena ri spetto al pie
dritto e capriate iperstatiche si propongono analoghe formul azioni .
Per esempio per l e capriate con moltepl i ci saette e carico uniformen
te distribuito K. Gotz, D. Hoor, K. Mohl er, e J. Natterer propongono4
(pensando al possibi le di sassamento del nodo puntone catena ri spetto
al pi edritto ) :
Drei eckformi ge Fachwerktrager: erf. h
b
I I I I I I I -
-
_
q . l
A = , =
2
zur Vorbemessung:
Obergurt : mox O L
=
l
2 si n
l
2
UnfergurI . mox U U
d
Tale procedimento inoltre presente anche in testi come quelli di G.
LederS, W. Schuell er6, W. Monck7 che utili zzano analoga formulazio
ne; per esempio i n Schueller:
B-
C.
O-
J
Nb = V / tang a = VL / 2d w L2 / 4d
Nt = -V / sen a = - (wL / 2) / sen a
ci o con si mbologia a noi consueta:
N trazione
L
M
x
Nt
x
catena =
h
q Lx
M =
x
2
x
qx2 qx(L - x)
=
2 2
z &chwerk md qene1qten 6urten
A- B -ze
M'" in Fef-
mit
,
"
e
Mm _
erh;; %e
e
Oe
Zsin{
q
e
<
i
"
4
Oesni lst!ce
A.f;005
-
>
MHx
A (;OOJ
J?
G. Leder, Hochbaukonstruktionen, Band 1:
Tragwerke, Springer-Verlag, Berl i n, Heidelberg,
New York, Tokyo, 1 985. Nella penulti ma colonna
a destra procedimento per i l di mensionamento
dei puntoni e della catena per capriate multi
saete i n legno, al l ' estrema destra per capriata
i n acciaio. Come si nota la sollecitazione di tra
zione sul l a catena proposta pari a ql2 / 4h.
2h
h = x tang L = x -
X
L
L' equazione generale quindi :
per x = L l 4:
Nt catena =
qL(L - x)
4h
L 2h h
h
L/
4
= -=
4 L 2
L
q
'
qL -
4
M
L/
4
=
2 2
3qL2
M
u
4
32
Nt catena = =
h
L/
4
h
-
2
per x = L l 8, l ' equazione diventa:
7qL2
Nt catena =
32h
per diventare, in prossi mit degl i appoggi :
qL2
Nt catena =
4h
3qL2
=
32
3qL2
=
1 6h
I n generale per l ' anali si delle reti co l ari iperstatiche (per sovrabbon
danza di aste o di vi ncol i ) si fa ricorso al principio dei l avori vi rtuali
bench si a possi bi l e, con accettabi l e approssimazione, scomporre l a
struttura i n due o pi strutture i sostatiche, sommando i l valore dell e
sollecitazioni trovate. Per, necessario rimarcare l a questione del
l' aleatoriet di cal col i troppo sofisticati impiegando strutture i n l egno
e che nelle capri ate i n l egno l a questione si centra soprattutto sul l a
soluzione dei nodi che condiziona l o stesso dimensionamento del l e
aste.
Z. Capriata tri angol o sempl i ce con carico concentrato
al col mo
Progetto di una capriata a triangolo semplice a sostegno di una trave di
colmo, nelle seguenti condi zioni :
J
P = 2. 500 dN
S l S2
8 m
i l carico di 2. 500 daN, si divide equamente nei due puntoni e si pu
scomporre, graficamente o analiticamente, nelle forze S I e S2:
S I = S2 = P l (2 cos 70) = 2. 500 l ( 2 cos 70) 3. 655 daN
(sollecitazione di compressione sul puntone)
La sollecitazione di 3. 655 daN appl icata alla base dei puntoni si scom
pone in S3 e S4:
S3 S I cos 20 = 3. 655 cos 20 3. 434 daN
(sol lecitazione di trazione sul l a catena)
S4 = S l sen 20 3. 655 sen 20 = 1 . 250 daN
(ovvi amente pari alla reazione)
La forza S4, pari al valore del la reazione, viene trascurata nel dimen
sionamento degl i elementi del l a capriata poich si trasferisce diretta
mente al l ' appoggio (purch sia assiale al nodo) .
La forza S3 tende a spaccare "il tallone" dell a parte termi nale del l a ca
tena: in questo caso diviene fondamentale val utare la sezione orizzon
tale reagente sollecitata a taglio nel piano delle fibre (esempio 4. 2).
Per i l dimensionamento del l e aste necessario util izzare un procedi
mento di dimensionamento che consideri il problema del l ' i nstabili t.
I n queste condizioni possiamo utilizzare l a formul a di Eulero per de
terminare orientativamente il momento di inerzia minimo della sezio
ne, poich, generalmente, si rientra entro i l imiti di val i dit del l a teoria
euleriana:
72EJ .
RH
N
crtico
-Lt2
dove:
E modul o di elasticit del legno
72 1 0
-
- .
R=2
. 750 dN
R
R
J
o
.._..... ..
Trave composta con biete in legno duro e per
ni metal l i ci .
Capri ata senza catena, procedi mento grafico
per la determi nazione delle sol lecitazi oni nelle
aste secondo F. E. Kidder, T. Nol an, The Archi
tects' and Builders' Handbook, J. Wi ley & Sons,
New York, 1 884, edizione 1 921 .
120
Spn . 60'0''
Rise s'o "
R: 420
Trs without Tie-bea:. Trs
diagra
Trus without Tie
beam. Stres-diagram
Graficamente, uti l i zzando il cremoniano, si ottengono le seguenti solle
citazioni (il disegno fuori scal a) :
puntone, compresso = circa -2. 300 kg
catena, tesa = circa + l . 900 kg
Come si nota nel cremoniano i carichi P1 e P3 sono el iminati in quan
to si considerano assorbi ti dal i ' appoggio.
Svolgendo il procedimento anali tico rispetto al solo carico P2 = 2. 500
daN (dato che i carichi P l e P3 sono assorbiti dal i ' appoggio) si ottiene:
N trazione sul l a catena = M l h
M = P L l 4 = ( 2. 500 x 6) l 4 = 3. 750
N = 3. 750 l 2 = + 1 . 875 daN
in luogo di 1 . 900 daN ottenuti graficamente (errore dovuto al l ' appros
si mazione del disegno)
N compressione sul puntone = T d l h
T = P l 2 = 2. 500 l 2 = 1 . 250 daN
d = 3, 6 m
N compressione sul puntone = 1 . 250 X 3,6 l 2 = 2. 250 daN
in luogo di 2. 300 daN ottenuti graficamente (erore dovuto ali ' appros
simazione del disegno) .
Assumendo i valori maggiori per sicurezza:
puntone = -2. 300 daN di compressione
catena = + l . 900 daN di trazione
La capriata in esame formata da elementi in legno a sezione quadrata
da 1 6 X 1 6 cm di sezione (A = 256 cm2) soggetti a:
u
I
= 2. 300 l 256 = 8, 98 daNicm2
aaea-
',,(a,
= 1 . 900 l 256 = 7,42 daNicm2
tensioni modeste che i nducono a ritenere pi che soddisfacente i l di
mensionamento delle sezioni resistenti ; per sicurezza va verificato ad
instabi li t i l puntone inferiore utilizzando i l metodo "omega":
u = w N I A
C
J = J = 1 6 X 1 63 l 1 2 = 5. 46 1 cm4
RH
A = 1 6 X 1 6 = 256 cm2
Lt = Lreale = 360 cm
(considerando i l puntone come asta i ncerierata agl i estremi )
p = = 4,6 1 cm
D//4/| ^ ,2
I
l
I
t L
SltR5 m
ADD Ll/(.
' .
// A////c/OZ.
//l/ /CD/ /CC/ //U.
R = Lt l p = 360 / 4,6 1 = 78
w = 2, 2 (si assume per sicurezza il valore di w superiore
ci o per R = 80)
N = 2. 300 daN
O = N w l A = 2. 300 x 2,2 l 256 = 1 9, 76 daNicm2
C
tensione modesta per qualsiasi legname idoneo al l ' i mpiego strutturale.
. Capriata tri angol o sempl i ce con cari co uniforme
mente di stri buito
Si supponga di dover progettare una capriata tri angolo semplice i n le
gno lamel l are per coprire una luce di 1 2 m, con catena binata e carico
uniformemente distribuito lungo i puntoni . Le capriate si presume ab
bi ano interasse di 4 metri :
q JDm
?
/t!fD S!CTIOI
OaPiLUL OUTCR
AalND C
J-1_..- Dft!L n _
Manual istica anglosassone, progetto per trave
reticolare a sostegno delle travi i ncl i nate di fal
da. W.J. Jaggard, F. E. Drury, Architectural Buil
ding Construetion, Cambridge University Press,
Londra, 1 942.
Riconducendo i l carico ai nodi :
P
A
= P
8
= 2. 1 00 daN P
c
= 4. 200 daN
Da equi librio di sezione:
Ncatena = (4. 200 - 2. 1 00) X 6 l 4 = +3. 1 50 daN
Npuntone = (4. 200 - 2. 1 00) 7,2 l 4 = -3. 780 daN
Ovviamente si giunge allo stesso risultato con:
Ncatena = qL2 l 8 h = 700 X 1 2
2
l 8 X 4 = +3. 1 50 daN
Util i zzando il procedimento approssimato di dividere l a reazione, epu
rata del carico direttamente gravante ali ' appoggio, per l a tangente e il
seno del l ' angolo fra il puntone e l a catena si ottiene:
q L
Nt catena = = (700 1 2) l (4 tang 33) = +3233 daN
4 tang L
q L
Ne puntone = -- = (700 X 1 2) l (4 sen 33) = -3. 855 daN
4 sen L
I n questo caso i valori del l e soll ecitazioni sono approssimati per ecces
so i n quanto il puntone in realt l ungo 722 cm e l ' angolo di incl ina
zione leggermente superiore a 33; adottando un software di calcolo
agli elementi finiti si otterrebbe, i nvece, un valore di 3. 785 daN.
Essendo i l carico uniformemente distribuito lungo i puntoni questi de
vono necessariamente essere progettati e verificati a presso-flessione:
L = 7, 2 m
q = 700 daNim
M
ma
x = (700 X 7,22 l 8) cos 33 = 3. 804 daN m = 380.400 daN cm
Si pu quindi impostare il dimensi onamento delle sezioni dei puntoni
adottando una tensione di riferimento alquanto contenuta, per esempio
55 daNicm2, e determinare i l modul o di resi stenza:
W = M l o
,,
= 380. 400 l 55 = 6. 9 1 6 cm3
che corisponde ad una sezione l ame I lare di 20 X 48 cm ( 1 5 lamel l e da
3, 2 cm ognuna) con W x = 7. 680 cm3 e A = 960 cm2.
Verifca a presso-flessione:
o__
.
_= (3. 780 l 960) + (380.400 l 7. 680) = 3,9 + 49, 5 = 53,4 daNicm2
In realt il valore tensionale inferiore in quanto si dovrebbe omo
geneizzare la tensione di compressione e quella di flessione. In questo
d
d2
l
d3
&........,,&&.&&&&&&_.......
l
.a.a.a.a.....~...~.a.a.a. .a.a. _..,,... ..a
i
|
|
.a.a_a. a. a. a._.a.a.
spessore elemento inferiore = s l 0,5 s2 6 _
distanze = d l , d2, d3 3 _e comunque l O cm
di stanze = d4, d5, d6 6 _e comunque l O cm
d4
dJ
d
Nel caso in esame, essendo il nodo puntone-catena costitUito da tre
elementi si pu fare riferimento ad una tensione di rifol l amento com
presa fra 20 e 30 daNicm2. Considerata l a confi gurazione del l a capriata
supposta isostatica interamente ed esternamente si assume la forza di
sollecitazione di trazione sulla catena:
solleci tazione di trazione = 3. 1 50 daN
s _ = spessore del l ' elemento pi sottile = l O cm
F =
'
,,
.
_
S I
_ = F l rri f s
1
= 3. 1 50 l (30 X l O) = 1 0, 5 cm
cio 6 bul loni 1 8 mm. Ogni bullone sopporta:
3. 1 50 l 6 = 525 daN
la superficie che si oppone al legno, ricondotta ad un rettangolo di lun
ghezza l O cm e altezza pari al di ametro, cio l , 8 cm ( in realt si tratta
della met di un ci l i ndro) ha la seguente area:
?0
1 , 8 X l O 1 8 cm2
che si traduce in uno stato tensionale pari a:
u = 525 l 1 8 = 29, 2 daN/cm2
accettabil e per un buon l amel l are.
. Veri fi ca attrito agl i appoggi di una capriata ri spetto
al vento
Si supponga di voler verificare la situazione al l ' appoggio di una ca
priata parte di una copertura l i gnea per un ambiente di 7 m di l uce nel
l e seguenti condizioni :
7 m
La capriata, che si suppone verificata, trasmette agl i appoggi un carico
pari a 1 . 308 daN.
Tab. - Coeficienti di attrito radente
Natura dei corpi Coeficiente Coeficiente Coeficiente
di attrito di atrito di attrito
massimo medio minimo
l egno su l egno (secco) 0, 50 0, 35 0, 1 9
l egno su l egno ( umido) 0,25
l egno su l egno ( unto) 0, 1 6 O, 1 1 0, 06
l egno su muratura in o laterizio 0, 60 0, 50 0, 30
l egno su calcestruzzo 0, 55 0, 45 0, 25
Assumendo un coefficiente di attrito fra i l legno e i l cordol o di calce
struzzo armato di appoggio pari a 0,45 si ottiene:
At K_ 0,45 X 1 . 308 589 daN di attrito
La spi nta generata dal vento supposta pari a 60 daN/m2 che agisce su
ogni capriata :
2 X 3,9 X 60 468 daN < 589 daN
per cui l ' attrito sufficiente ad assicurare la stabilit al l o scorrimento
degl i appoggi dovuto al vento se questo genera azioni non superiori a
?!
Ti pol ogi e tradi zi onal i di nodi al l ' appoggi o. F
Stade, Die Holzkonstruktionen, Li psia, 1 904.
Capriata l i gnea con elementi doppi e bi nati uti
l izzata per un ponte i n legno con oltre 1 2 metri
di l uce l i bera. A. Mucha, Holzbricken, Bauver
lag, Wiesbaden e Berl i no, 1 995.
z, , z -
l
I
"
l
. .
:apriate con gi unti chiodati . O. Fri ck-Knol l , Baukonstruktionslehere, Tel l 2, Holzbau, Stoccarda, 1 948. A destra, gi unzi oni
: on cavi gl iere metal l iche. H. Bronneck, Holz im Hochbau, Vienna, 1 926.
iezione longitudi nale e trasversale della coperura del la sala conceri di Snape, I nghi lterra (1 967-1968), studi o Arup. Aa.Vv.,
lolbau Atlas 1, l nstitut fur i nternationale Architektur-Dokumentation, Monaco, 1 980.
.angsscni tt, Querschn itt
)etoi lquerscn i tt
)ochtrogwerk
'
TrDgerlage
kAnsluB Giebelsprren
t Fintpunkt mit Zugdiagonalen
0 1,2 Knoren, Zugdiagonalen
eod Drudst6be
0Auflagor
1 Oborgur 2 4,51
2cm Vallholz
2 Drudulabo
9, 5111 cm Vallholz
3 DrucbiGbo
9,5123 cm Vollholz
4 Zugsl6b ( 19 mm
5 Sparren
2 4,5123 cm
in Walmflaco
6 Dbl ( 10 mm
I AnscluOplallo
8 Docplallon
9 8olzon ( 5 mm
l0 Futlorhalz
11 Pfollon
60 daNim2. Gi in presenza di un vento che generi azione pari a 80
daNim2 si ha:
2 X 3,9 X 80 = 624 daN > 589 daN
per cui l ' attrito non garantisce l a stabil i t del l a capriata che dovr essere
collegata a ceriera con i piedritti diventanto esteramente iperstatica.
. Capriata con monaco e due saette
Si supponga di dover progettare una capriata con monaco e due saette
per coprire una luce di 1 2 m (interasse 4 m) con carichi concentrati sui
nodi, nel l e seguenti condizioni :
FJ
I F4
.
FI F>
s..
.- . .- ..
.. ...,......,
`
1I| _ _
7 ` .
-
t : : i
r.-. m mil
.- .,. :..
..,...-,
s
.-...,..
.,...
.. :.
,
RmtooktdotHonoodor
.-
. .
=
~
=
-
. . .
.
.. `
--.
,,__
.
_,,__
'
-
Venalz fal1c unc ridtig: folsd. rictig: bei kurzem Balkenkopf Versotz
an der lnnenseite .-.+-.- fol sc ricl i g: bei doppelter Klaue in nere Klaue
tiefer ol s OuBere Klaue anordnen, dodurc zwei AbscherCchen.
Reict die ua.+miege lt die Aufnahme der Scerlr6fe ni ct aus, kooeoHnkelx
kl6Heeingebut werden: _von hinten engesetzt (bei f 2-3mm Luf .a.e. l),
_ bei grOBerer Vorholzlange Ver.atz.loz an der Oberlante. _mit durc.
laufendem Klotz.
_. _aufgedUbehe Shle mi l vieredigen Horholzdi.beln (Ouerscnitl 4I6, 5t8,
6II 2 usw. ) Uber die ganze Bolken- und Sohlbreite je hClfig e;ngelassen. _Sparren
scwelle umkrect zur Oacneigung, @scwace Sporrenscwelle mi zwei Abscer
f6cen.
??
P1 = P5 = 1 . 000 daN
P2 = P3 = P4 = 2. 000 daN
RA = RB = 4. 000 daN
J
r
1 2 m
N catena (estremi) = (4. 000 - 1 . 000) X 6 l 3 = 6. 000 daN
N puntone (inferi ore) = (4. 000 - 1 . 000) X 6,7 l 3 = 6. 700 daN
Per deterinare lo stato di sollecitazione sul tronco centrale del l a cate
na lecito, per esempio, determinare i l valore del momento massimo
in mezzeria, considerando la capriata come una trave soggetta a tre ca
richi concentrati :
M = P L l 2 = 2. 000 1 2 l 2 = 1 2. 000 daN
ma
x
e quindi per l ' equi l ibrio alla rotazione:
Ne (spezzone centrale) = M
ma
x
l h = 1 2.000 l 3 = + 4. 000 daN
Le altre aste sono soggette a valori di sollecitazione inferiori e qui ndi
la loro sezione determinata dalle modal it di realizzazione dei nodi
sapendo che se si mantengono le medesime dimensioni di sezione di
puntone e catena saranno ampiamente verificate (le saette pi lunghe
sono interessate a trazione da ci rca 1 . 500 daN, mentre quelle pi corte
a compressione da circa 1 . 885 daN) .
Aumentando i l numero del l e aste, si ottiene:
P4
P5
P6
1 2 m
?
P1 = P7 = 250 daN
P2 = P3 = P4 = P5 = P6 = 500 daN
RA = RB = 1 . 500 daN
N catena = ( 1 . 500 - 250) X 6 l 3 = 2. 500 daN
Npuntone = ( 1 . 500 - 250) X 6, 7 l 3 = 2. 792 daN
Le sollecitazioni sui montanti verticali sono rispettivamente O daN per
quel li estremi, 250 daN per gli intermedi e 1 . 000 daN di trazione per
quello centrale, quindi un tondino < 1 6 mm sarebbe pi che abbondante
essendo soggetto a 500 daNicm2 di solleci tazione unitaia di trazione.
per necessario pore attenzione sulle condizioni di carico poich una
sol lecitazione dal basso verso l ' alto dovuta al vento (per esempio una
copertura i n un ambiente aperto da due lati) pu modifcare lo stato di
sollecitazione di tali elementi come vedremo in successivo esempio.
T T . Capriate soggette a cari chi non si mmetri ci
I n genere la sostituzione degl i elementi tesi delle capriate complesse
con tiranti metal lici attuata solo per gl i elementi sicuramente sempre
tesi , in quanto per l e di verse condizioni di carico (vento e neve) varia
lo stato di sollecitazione negli elementi , gi ungendo, in alcuni particola
ri casi, ad inverti rsi lo stato di sollecitazione (da compressione a trazio
ne e viceversa) .
Per esempio nell a seguente capriata:
Capriata con appoggio intermedio. R. Ahner, K. H. Krause, Typische Baukonstruktionen von 1890 bis 1960. Band 1, Verlag
fur Bauwesen, Berli no, 1 991 . A destra, magazzi no scuole Pitsfiled, Massachusets (1 982) realizzato con strutura a telaio e
coperura a capriate con monaco passante la catena che sostiene un solaio praticabi le. J. Sobon, R. Schroeder, Timber Fra
me Construction, Garden Way Publ ishi ng, Pownal , Vermont, 1 984.
7u
m
|
tl
Ld
?
P3
P4
1
2
m
P 1 = P5 = 1 . 000 daN
P2 = P3 = P4 = 2. 000 daN
Ne (estremi ) = +6. 000 daN
Ne (centrale) = +4.000 daN
Np (inferiore) = -6. 700 daN
Np (superiore) = -5. 21 8 daN
Ns (estere) = - 1 . 885 daN
Ns (centrali ) = + 1 . 500 daN
i nserendo due carichi vertical i dal basso verso l ' alto:
0
rz
P6 = 1 . 000 daN
P7 = 2. 000 daN
r0
r
r+
z
r:
:i mangono tesi solo la catena e la saetta centrale sinistra, mentre tutte
l e altre aste risul tano compresse (la saetta centrale sinistra da + 1 . 500
1a, passa a -745 daN) .
1nalogamente pu accadere con carichi asimmetri ci ; per esempio i n
Jna capriata che debba sostenere una terrazza i n legno ri sulterebbe
;aggetta ad elevati carichi vertical i da una parte, supponiamo a sini
;tra, ed a uno laterale del vento sul l a terrazza che si trasmette alle
;trutture del l a capriata; supponendo tale condizione di carico:
0
Pl = 250 daN
P2 = 4. 000 daN
P3 = 4. 000 daN
P4 = 500 daN
P5 = 250 daN
P6 = 1 . 000 daN
P7 = 250 daN
P8 = 1 . 000 daN
P9 = 1 . 000 daN
PI O = 1 . 000 daN
N (puntone inferiore sini stro) = - 1 0. 342 daN
N (puntone superiore sini stro) = -8. 1 06 daN
N (puntone superiore destro) = -7. 547 daN
N (puntone inferiore destro) = -8. 665 daN
N (catena estremo sinistro) = + 1 3. 250 daN
N (catena centrale) = +8. 750 daN
N (catena estremo destro) = +8. 750 daN
N (saette estera si ni stra) = -4. 243 daN
N (saetta esterna destra) = O daN (comunque un puntone)
N (saetta centrale sinistra) = +3. 354 daN
N (saetta centrale destra) = O daN (comunque un tirante)
Come si nota cambiano le condizioni di sollecitazione delle aste. Per
cui in sede di dimensionamento del l e sezioni necessario comprendere
in maniera effcace le possibil i condizioni di carico che dovranno esse
re comunque sempre tutte verificate e utilizzae con l e dovute cautele
l a sostituzione degl i elementi presunti tesi con tiranti metall i ci .
I
Strutura a capriate di gran l uce con puntoni re
ticolari. H. Bronneck, Holz im Hochbau, Vienna,
1 926.
T Z. Sol uzi oni a confronto
A parit di luce e carichi la di versa concezione strutturale, in pratica la
quantit di aste e l a loro disposizione, determina i l variare delle solle
citazioni nelle aste e quindi nei nodi .
Per esempio, rispetto a una l uce di l O metri , con i seguenti carichi con
centrati nei nodi :
Pl = 1 . 000 daN
P2 = 2. 000 daN
P3 = 1 . 000 daN,
e aste di sezione costante pari a 20 X 20 cm, la pi semplice tipologi a
strutturale, quella a triangolo, dimostra i seguenti stati di sol lecitazione:
P2
l' l
1 0 m
RA = RB = 2. 000 daN
Npuntone = -1 . 943 daN a = -,9 daN/cm2
N catena = + 1 . 666 daN a = +4, 2 daN/cm2
Inserendo un monaco strettamente uni to all a catena non cambia l o sta
to di sollecitazione sui puntoni e l a catena, infatti :
2
P2
1 0 m
Pl = 1 . 000 daN P2 = 2. 000 daN P3 = 1 . 000 daN
RA = RB = 2. 000 daN
Npuntone = -1 . 943 daN
N catena = + 1 . 666 daN
a = -4,9 daN/cm.:
a = +4, 2 daN/cm2
l nserendo due saette
PJ
P2
P4
1 0 m
P l = P2 = P4 = P5 667 daN
P3 1 333 daN
RA = RB 2. 000 daN
Npuntone inferiore = -2. 592 daN a = -6,5 daN/cm2
Ncatena = +2. 222 daN a = +5, 6 daN/cm2
N monaco = +667 daN a = l ,7 daN/cm2
N saetta = -648 daN a = l , 6 daN/cm2
cio aumentando il numero di aste, a parit di cari co totale (RA = RB
= 2. 000 daN, ma con di versa distri buzione) aumenta la sollecitazione
sul 1 e aste principali .
l nserendo altri due monaci , o montanti verticali, si ottengono analoghi
val ori :
P3
P2
P4
8 7
6 5
l O m
Npuntone inferiore = -2. 592 daN a = -6,5 daN/cm2
Ncatena = +2. 222 daN a = +5,6 daN/cm2
Come faci l e osservare la presenza dei due montanti non comporta
variazioni del la sol lecitazione su catena e puntoni . Modificando la con
figurazione strutturale, per esempio adottando il seguente schemati smo
statico:
J
P3
P2
P4
| 0 m
sempre a parit di carico totale:
si ha:
RA = RB = 2. 000 daN
Np = 2. 98 1 daN c = 7,4 daN/cm2
Ne = 2. 667 daN c = 6,6 daN/cm2
cio aumentano i valori di sollecitazione su puntone e catena, come
analogamente accade se si trasforma la struttura in una capriata tipo
Polonceu:
P3
P2
P4
l O m
Npuntone inferiore = -3. 588 daN c = -8, 9 daN/cm2
Ncatena inferiore = +3. 1 1 9 daN c = +7, 8 daN/cm2
Npuntone superiore = -3. 289 daN c = -8, 2 daN/cm2
Ncatena centrale = +2. 000 daN c = +5,0 daN/cm2
N saetta = + 1 3 1 3 daN c = +3,3 daN/cm2
Ncontraffisso = -573 daN c = -1 ,4 daN/cm2
in questo caso la soll ecitazione su puntone e catena risulta l a pi eleva
ta rispetto alle precedenti soluzioni .
I n altri termini l ' aumento del numero di aste non direttamente col le
gato a una diminuzione del lo sforzo su quelle pi sollecitate e, vicever
sa, lo schemati smo essenziale (i l tri angolo semplice) quello pi effi -
4
ciente in termini di ottimizzazione carichi-sezioni resistenti e semplifi
cazione dei nodi se non entrano in gioco problemi di i nstabilit degl i
elementi snell i .
Altrettanto interessanti sono l e considerazioni legate all a dislocazione
degli appoggi. I n una capriata con monaco e due saette nella seguente
classica configurazione:
P
P l
P3
8 m
P 1 = P2 P3 = 1 . 000 daN
RA RB = 1 . 500 daN
Npuntone inferiore -2. 500 daN
Npuntone superiore -1 . 667 daN
Ncatena +2. 000 daN
Nsaetta = -833 daN
Nmonaco + 1 .000 daN
se si aggiunge un appoggio sotto i l nodo monaco-catena otteniamo, ol
tre alla vari azione del l e reazioni , si ha anche una modifcazione del l o
stato di sollecitazione nel l e aste:
P2
P l
P3
A
8 m
Npuntone (a sinistra) -833 daN
Npuntone (a destra) 0,0 daN
Ncatena (a sinistra) +673 daN
Ncatena (a destra) 0,0 daN
Nsaetta (a sinistra) -833 daN
Nsaetta (a destra) -9 daN
B
Ci quanto spesso accade nel l ' edificato storico o ve per effetto del ri
l assamento ed ammaloramento del l egno nel tempo la capriata si
deforma fno ad appoggiarsi al l e eventuali pareti intere presenti . La
J
situazione diviene pi interessante nel caso di cupri u|u con dupp1 a 'a
tena e due monaci lateral i :
P2
P l
p_
H
A
H
8 m
nell a condizione con carrello e appoggio i n A e B , si ottiene. sempre
supponendo P l = P2 = P3 = 1 . 000 daN:
Ncatena i nferi ore = +2. 000 daN
Npuntone inferiore = -2. 500 daN
Ncatena superiore (in realt un puntone) = -1 . 333 daN
Npuntone superiore = -833 daN
Nmonaco = 0,0 daN (comunque funzionante come tirante)
I nserendo un appoggio in C la si tuazione diventa:
P
8 U
Ncatena inferiore = + 2. 000 daN
Npuntone i nferiore = - 2. 500 daN
Ncatena superiore (i n realt un puntone) = - 1 . 333 daN
Npuntone superiore = - 833 daN
Nmonaco = 0,0 daN (comunque funzionante come tirante)
Se i nvece si i nseri scono appoggi ri spettivamente in C e D l a situazione
cambia i n maniera rilevante:
P2
P l
P3
3
m
A
B
8 m
2 m
Ra Rb
1 2 m
Considerando i nodi fra le aste come incastri ed essendo il nodo punto
ne-catena disassato rispetto ai piedritti , la capriata assimi l abile, se
condo quanto precedentemente esposto, ad una trave ad anima allegge
rita con altezza di sezione variabile e qui ndi si appl i ca:
q L
Ne puntone = = (400 X 1 2) l (2 sen 1 8) = 7. 766 daN
2 sen a
qL2
Nt catena = = (400 X 1 22) l (4 X 2) = 7. 200 daN
4h
Ad analogo ri sultato si giunge, ovvi amente, con:
Ne puntone = Ra l sen a = 2.400 l sen 1 8 = 7. 766 daN
N t catena = Ra cotang a = Ra l tang a = 2.400 l tang 1 8 = 7. 386 daN
La differenza di valore di sollecitazione sul l a catena conseguenza
dell ' approssimazione del valore di h i n realt pari a 1 ,9495 m.
Assumendo per sicurezza i valori maggiori di sollecitazione e una ten
sione di riferi mento del legno pari a 50 daNicm2, ne consegue:
Sezione puntone = 7. 766 l 50 = 1 55 cm2
cio una sezione, per esempio lamell are, pari a l O X 1 6 (5 lamel l e da
3, 2 cm ognuna) con area A = 1 60 cm
2
.
In tal e tipo di capriata i nodi sono generalmente ottenuti per sovrappo
sizione chiodata, avvitata o bullonata degli elementi , per cui una solu
zione pu essere costituita dalla realizzazione di puntoni e catena bina
ti stringenti le saette interne (ovvi amente si potranno ridurre le sezioni ,
essendo binate, per esempio a 8 X 1 6 cm).
STAF FE
ACC I A I O
Z. Puntone-catena
Nel paragrafo precedente, negl i schemi di interfaccia capriata-muro so
no rappresentati anche alcuni esempi del l a giunzione puntone-catena.
I n tal e nodo l a forza che percorre il puntone, si scompone in una com
ponente orizzontale ed in una verticale.
La forza verticale - reazione - quanti fi ca il tagl i o al i ' appoggio, mentre
quella orizzontale esprime l a sollecitazione che impegna la catena e
soprattutto sollecita il tallone, che pu "saltare" per spacco come de
scritto in un esempio contenuto nel capitolo sul dimensionamento.
E buona regola che i tre assi (puntone-catena-muro) si incontrino in un
punto come nei casi a), b), c), altrimenti si ingenerano momenti fletenti e
sforzi tangenziali assai pericolosi (caso d) e da val utare nel di mensiona
mento delle sezioni resistenti.
- . - -~ -
-1
. .. .. .. .. .
1
__
. / l / l
l"
l
l
l
. l /
'
,
.
l
.
l
l
--
-
,... ~
a)
o)
l
---1
-
-
.
l
_ __
-... -- -- -- _l_
1
l
l
l
l
c)
/
.
l
d)
?
Appoggio al l a muratura di capriata mista legno
acciaio.
Corina D' Ampezzo (Belluno); appoggio della ca
priata su pi lastro l i gneo; il nodo i l l ustrato rievo
ca i sistemi costrutivi tipici della carpenteria de
centro Europa (per esempio come quello i l l ustra
to da O. Warh, Die Konstruktionen in Holz, Li
psia, 1 900) anche se privo degl i incastri, che so
no sbrigativamente sostituiti dalla bul lonatura.
Paricolare puntone-catena pericoloso poich
mi ni ma la sezione resistente che soppora lo
sforzo di tagl i o.
Nodo monaco-puntone. La testa del monaco
soggetta a forte compressione trasversal mente
alle fi bre. Per tale motivo la trattatistica otto
centesca privilegia, per questo elemento, l ' i m
piego di specie legnose pi resistenti a tale sol
lecitazione (legni duri).
buona regola che l ' asse del puntone, della catena e del muro si in
contri no in un punto poich ogni disassamento d l uogo ad indesiderati
momenti flettenti , oltre che a pericolose tensioni tangenzi ali, come i l
caso del particolare nel l a seguente i mmagine, che i mmediatamente, an
che senza avere forti doti di perspicacia statica, trasmette una sensazio
ne di insicurezza.
Sui tipi di giunzione (non di unione, poich il nodo preferibil mente de
ve consentire piccole rotazioni ) si pu ricorere a pi o meno comples
si incastri , a chiodature, bullonature e staffature. La scelta dipende ov
viamente da ci che si preferi sce vedere o dall e attrezzature a disposi
zione. Per la protezione al fuoco, bulloni e chiodi sono da preferirsi ,
perch protetti dal legno.
3. Monaco-col mo e monaco-puntone
Anche questi nodi si possono concepire con particolari incastri o con il
ricorso a ferramenta pi o meno celata al l a vista.
La manuali stica del l ' Ottocento riporta ingegnose soluzioni . La testa
del monaco ri sul ta, per l ' effetto contrastante dei puntoni , sol lecitata a
compressione.
Sol uzi oni del nodo monaco-col mo secondo la tradizione della carpente
ria tedesca (T. Krauth, F. Sales Meyer, Die Bau und Kunstzimmerei, Li
psia, 1 895).
a)
b)
.
staffa
bulloni
d)
c)
chiodature
chiodatura e
e)
_ piatto d'acciaio
piara in legno
confinato
g)
e chiodatura
piastra dentata
g)
Esempi di sol uzioni del nodo puntone-catena secondo T. Krauth, F. Salt
Meyer, Die Bau und Kunstzimmerei, Lipsia, 1 895.
In alto, a si nistra, sol uzioni per il raforzamento del nodo puntone cate1
secondo A. Ceccotti, Raforzamento antisismico delle struture di /eg1
di antichi edifici, i n Restauro de/ legno, Palutan, Mi lano, 1 983.
Sotto, a si ni stra, sol uzioni per uni oni al colmo di puntoni di capriate
legno lamellare.
ben noto come il legno, in caso di compressione trasversale, sia p
vulnerabile. Perci sarebbe buona norma impiegare l egni resi stenti
tale sollecitazi one, i mpiegando specie di verse dal i ' abete che i nvece
benissimo per le altre membrature del l a capriata.
Questa regol a ora del tutto trascurata, considerato l' appiattimen
culturale e tecnologico del cantiere, condizionato solo da ragioni ec
nomiche, per cui l a specie legnosa scelta solo i n base alla consuet
dine commerciale.
Le soluzioni col l egno l amel l are di questi nodi sono suscettibil i di nu
ve invenzioni, soprattutto per l a faci l i t di i nserimento di piastre met
l i che (vedi cap. 3 ), oppure di raddoppio del l e aste, che comunque ha
suo archetipo nel l a tradizione, specie del l a cul tura centro-europea.
4. Il nodo monaco-catena
i l particolare costruttivo che rivela non sol o la capacit tecnologi1
del carpentiere, ma anche riporta - come spiegato nel capi tolo 3. 3 - '
la concezione strutturale sottesa alla capriata. Le figure di quel capito
possono i spirare anche la reali zzazione - aperta o chiusa - di ques
nodo.
Se il monaco concepito staccato dall a catena (funzionamento "ad 2
co" dell a capriata) si ricore alla staffa che ovviamente non deve a
poggiare alla catena, n deve essere ad essa chiodata. Se il nodo co
cepito chiuso (funzionamento a "reticolare" del l a capriata) , i l monat
Appl icazione di una reggetta ad un travetto di
legno rotto; i l travetto cos riparato, sottoposta
a prove speri mental i ha di mostrato elevata efi
cienza.
Esempi o di ri parazione di elementi l i gnei di ca
priate con reggette metal l iche.
Esempi o di i ncal mo di un puntone di una ca
priata e, sotto, con elementi i n legno l amel l are.
Il ricorso alla tecnica del lamel lare trova gi usti
ficazione nella mi gl iore essiccazione delle tavo
le rispetto al legno massiccio, cos da ridurre i l
pericolo di movimenti e gl i scol lamenti. Ha l o
svantaggi o di essere assai pi costosa.
Si accennato alle tecniche di i ncalmo e fettonatura. Tal i tecniche so
no particolarmente indicate quando i danni sono l ocali zzati e ci suc
cede sempre nei punti dove per cause di verse ristagna l ' umidit, i n pri
mis in corri spondenza degl i appoggi ai muri . Il tipo di incalmo dipende
ovviamente dal i ' enti t del danno e soprattutto dal tipo di sollecitazione
(compressione, torsione, flessione, tagl io) che i nsi ste sul l ' elemento.
Ovviamente l' incalmo pi difficile dove ci sia trazione o flessione,
mentre quasi banale nel caso di compressione.
Spesso l a sovrapposizione dei pezzi per garantire l a tenuta cos este
sa che assai pi veloce ed economica l a sostituzione del l ' i ntero ele
mento.
Affi nch non ci sia "ri getto" fra l e parti incalmate - nel senso visivo,
ma anche comportamentale, specie dal punto di vi sta deformativo
i grometrico - si deve scegli ere legno del l a stessa specie legnosa, ma
soprattutto con l a stessa umidit fra i pezzi . Un incalmo con legno
"fresco" (con umidit superiore a quel l a compatibile col l ' ambiente in
cui dovr coesi stere), provocher i nevitabil i di stacchi , rotazioni , spac
cature.
Perci si possono ricavare i pezzi da sostitui re da travi in opera, o ri
correre a sovrapposizione di tavolette, che per i l loro l i mitato spessore,
sono faci l i da "stagionare".
L' i ncalmo pu anche essere esegui to con getti di conglomerati epossi
dici, generalmente con barre di vetroresina o acciai o.
questa una tecnica che molte i mprese attuano ormai da al cuni anni e
che non amo per niente, perch preferisco l egno con legno e perch
questi getti irrigidiscono nodi e parti modificando vincoli e concezi oni.
Ad ogni modo non difficil e trovare od avere assistenza per chi i nten
da seguire questa strada riparativa. Non si intenda questo atteggiamen
to come presa di posizione contro l e resine, che peraltro uso giornal
mente per altre appl icazioni nelle strutture l ignee, a cominciare dal l a
mel l are o per le connessioni legno-calcestruzzo, ma solo per coscienza
restaurativa, vi sto che si pu tranqui l l amente fame a meno ed i mpiega
re legno col legno.
4. Sul l a cautela del l ' i mpi ego di resi ne e del l 'acci ai o
Ho gi ribadito l a preferenza da assegnarsi agl i interventi riparati vi do
ve il l egno sia sempre protagonista: non solo per ovvie ragioni di com
patibilit, ma soprattutto perch l ' esito del l e protesi esegui te con altri
materiali meno affidabile. La mi a preferenza al legno anche dovuta
alla totale fiduci a che assegno a questo materiale.
Spesso le protesi esegui te con l ' acciaio portano al l a distruzione rapida
del legno, sia perch l a massa acciaiosa favori sce la condensa, sia per
ch spesso precl usa ogni possibilit di circolazione del l ' ari a. Ogni
volta che succede questo, a causa del l ' umidit persi stente, si svi luppa
no funghi, le cui ife distruggono l e sostanze organiche del legno anche
i n punti distanti dall e cuffie metal liche. L' acciaio pu comunque essere
impiegato, con garbo e discrezione. Nella figura mostrata una protesi
"pesante". La figura della capriata, ripresa dal l a pubbl icazione del-
I0
l ' ASSA (Associazione per lo Svil uppo delle Strutture in Acciaio) L'ac
ciaio nel consolidamento, 1 99 1 , dimostra una completa sfiducia nelle
caratteristiche del l egno e del l e sue condizioni di vita (pag. 1 1 0).
La figura al centro mostra invece un intervento di rinforzo di una trave
sottodimensionata con la tecnologia dell a "tra ve armata". Qui il van
taggio evidente, poich il rinforzo ottenuto senza agire sul pacchet
to di copertura, ma solo nel l ' intradosso della tra ve.
Sugl i interventi con l e resine, specie quando queste siano i mpiegate
non come coll ante, ma come "massa", che sostitui sce in pratica la tra
ve di legno per buoni tratti, d' obbligo la sospensione del giudizio
perch non ancora chiaro i l comportamento nel tempo del l a massa
epossidica che, con forti escursioni termiche, sembra infragi l ire e,
quindi , microfessurarsi , perdendo l e caratteri stiche di resi stenza a tra
zione. Comunque questo fenomeno non ha, fi no ad oggi , dimostrazio
ne scientifica. Al tempo, grande gi ustiziere, il responso.
Invece, come gi accennato, la protesi epossidica modifica le condizio
ni di vi ncolo. Infatti, specie nel nodo puntone-catena, non pi possi
bile nessun tipo di rotazione o assestamento e ci pu i ndurre tensioni
non prevedibi l i , o, comunque, di difficile controllo. Anche i n questi ca
si i l problema non tanto quello di dire si o no alle resi ne, quanto
quello di i mpiegarle per ci che servono, senza esagerazione. Nessuno
vuole demoni zzare il nuovo, la tecnologia, la chimica. Il problema
sempre l ' uso di screto, mirato, opportuno. Le teste delle capriate si pos
sono riparare con ottimo esito con di screti incal mi , che richiamano la
maestria del carpentiere, la tradizione, i l rispetto del l ' esistente.
Infine, a concl usione di questo capitolo sui materi ali per il consolida
mento, un cenno al l ' impiego del legno l amellare. Brevemente, il le
gno l amel l are non "legno", perci non lo si deve considerare come
sosti tuto. Si pu intervenire, con successo, con i l legno lamel l are !ad
dove non sia pi possibile interveni
.
re con le tecniche per i l legno fi
nora i l l ustrate. Il l egno l amel l are, pi del calcestruzzo armato o del -
Ri parazione di una testa di capriata con cuf
metal l i ca; a pare l ' i nestetica protesi, l ' acci
che avvol ge compl etamente il legno provo
condensa e non permette l ' areazione, condE
nando i l legno a i nevitabi l e degrado.
Esempi o di i ntervento di consol idamento c
l ' acciaio, per l ' armatura della trave eccessi\
mente sol lecitata. Questo i ntervento ha i l vE
taggio della faci l it esecutiva, non eccessi\
mente i nvasivo ed totalmente reversi bi le.
Ri costruzione di un nodo puntone-catena con beton epossidico e barre di vetroresi na o barre i n acciai o ad aderenza mi gl
rata. Dall 'alto verso i l basso: el i mi nazione del l egno deteriorato e i nseri mento del l a barre; realizzazione del cassero e ge1
del conglomerato epossi dico; di sarmo. Due consi derazi oni si i mpongono: la durabi l it del conglomerato epossidico (cor
relativo i nfragi l i mento della resi na) e i l conseguente i rrigidi mento del nodo prima capace di deformarsi i n relazione ai cari<
e al l e variazioni di umi dit.
| 0
!
ML9E II .
0UL|0
Realizzazione con tecnologie "i ndustri al i " di ca
priate i n legno lamel lare e relativi nodi monaco
puntone e monaco-catena (Laner, I legno la
mel/are, Habitat, 1 988).
Proposta di protesi metal l iche troppo i nvasive
(L'acciaio nel consolidamento, Assa, 1 991 )e
l ' acciaio, ci avvicina al i ' esi stente, poich le caratteristiche sono simil i
e la concezione strutturale l a medesima. Ma sempre di nuovo mate
riale e di progetto si tratta, non di restauro; pertanto, anche se si man
tengono tipologie, schemi e concezioni del l ' esistente, deve essere
chiaro che i l legno lamel l are non un surrogato del legno e se ne
metteranno in mostra le di verse prestazioni. Il legno lamellare un
prodotto d eli' i ndustria, non dell ' artigianato. Anche per questo i parti
colari costruttivi saranno di versi . Ad esempio (v. foto a fi anco), i l no
do monaco-catena della capriata un "nodo aperto", ottenuto con
un' asola nel puntone, molto faci l e da realizzare con l e attuali tecnolo
gi e e nuovo pure l ' i ncastro di colmo, real izzato con l ' inserimento di
una l ama di acciaio, in una sede ottenuta con un semplice tagl io prati
cato con l a motosega.
Ancora un breve cenno all e possibilit real izzative consentite dai mez
zi di cantiere. Generalmente si cerca di effettuare la riparazione del le
strutture in opera senza rimuoverle dall a loro sede, sia per i costi, sia
per coerenza con l ' esi stente: l a conservazione anche rispetto del sito
e di chi cos l ' ha fatto: ogni rimozione manomissione, anche se non
una regola insuperabi l e. Talvolta tuttavi a necessario l avorare su piani
e in spazi pi comodi ; certe strutture, allora, possono essere preparate
a pi d' opera o in stabi l i mento, e faci l mente rimesse in sito.
Non ho mai sentito nessuno gridare allo scandalo quando una scultura
o un quadro vengono rimossi dal l oro sito e portati in laboratorio per i
necessari restauri . Perci ritengo compatibile anche il restauro di un
componente edi lizio, come l e capriate, a pi d' opera o in offici na, vi sto
che spesso bisogna consolidare sia gli appoggi delle capriate, sia rifare
i pacchetti di copertura. Le macchine di sollevamento permettono oggi
nuove alternati ve: in un giorno due autogr con cestel lo hanno consen
tito a quattro operai di sostitui re l ' intero manto di c_opertura di coppi di
un condominio di ci nque piani proprio davanti casa mia ed i n assol uta
sicurezza. Per questa operazione ci sarebbe voluta una settimana solo
per i ponteggi di accesso al tetto.
8
! ! 0
Montare con autogru una capriata anche una sorta di col laudo: se
non ben chiusa nei nodi faci l e che non regga ad i mprevisti arresti
dinamici durante il sollevamento.
I nnovati vi e potenti mezzi di cantiere, dutti l i e flessibili macchine per
la l avorazione del legno, ma soprattutto un nuovo atteggiamento nei
confronti del manufatto l igneo, concettualmente e culturalmente diver
so dai manufatti i n muratura, o acci ai o o c. a. , stanno profondamente
modificando l a filosofia del recupero del legno, finora debitore di pra
tiche ed intenzioni proprie di altri materiali, ma ora sempre pi in gra
do di proporsi con codici e magisteri propri, carichi di invenzione e
reinterpretazione del l a tradizione.
Esempi o di i ncal mo di un puntone di una capriata (coperura Teatro
Trento).
I I I
Capriate riparate a pi d' opera.
Sol levamento delle capriate riparate a pi d' c
pera. l mezzi di cantiere consentono nuove te1
nologie di riparazione.
b. Manti di copertura
Dal punto di vista termico il legno un "materiale i solante", poich
ha un coefficiente di conduzione termica variabile fra ,1 2 a 0,20
kcal/m h C, quindi elevato rispetto ai 0,6070,90 kcal/m h L dei mat
toni pieni e 0, 3070, 70 kcal/m h L dei l ateri zi forati . Il sughero
espanso un otti mo materi ale i sol ante avendo un coefficiente di con
duzione termica variabile da 0, 035 a 0,05 kcal/m h C, come pure il
conglomerato di fibre di legno che ha coefficiente variabile fra 0, 054
e 0,068 kcal/m h C.
Come noto, i l legno assorbe l ' umidit aspetto, questo, negativo poich,
se assorbita i n eccesso, favorisce il deterioramento e l ' attacco da parte
dei funghi .
Fortunatamente il rischio di degrado del legno si presenta con umidit
superiore al 1 8%, se posto in opera non i mpregnato.
La seguente tabel l a restituisce i valori di equilibrio igroscopico del le
gno in funzione del l a temperatura ambientale e del tasso di umidit:
Umidit Temperatura Temperatura Temperatura Temperatura
relativa ambiente ambiente ambiente ambiente
dell'aria 1 0 oc 20 oc 30 oc 40 oc
30% 6, 2 6, 1 5, 9 5, 6
40% 7, 9 7, 5 7, 3 7, 1
50% 9, 6 9, 1 8, 9 8, 4
60% 1 1 , 5 1 0, 8 1 0, 5 1 O, 1
70% 1 3, 7 1 3, 1 1 2, 7 1 2, 1
80% 1 7, 0 1 6, 2 1 5, 7 1 5, 1
90% 22,0 20,6 20, 1 1 9, 3
1 00% 30,0 30,0 30,0 29,0
Come si pu osservare il problema si evidenzia in presenza di umidit
ambientale del l 00% e il fenomeno della putrefezione del legno fa
vorito con temperature variabi l i dai l ai 30 C, mentre superati i
45750 L e sotto i L il fenomeno inibito, come pure in presenza
di umidit del legno inferiore al 1 8%.
La presenza del l e condizioni negative si pu presentare, per esempio,
nella copertura i n legno di una piscina, in una sauna, mentre gi un ba
gno posto direttamente nel sottotetto in l egno, pur raggiungendo i valo
ri critici di temperatura e umidit, tale condizione non costante e, in
genere, ogni locale bagno ha un sistema di ventilazione interna.
l l2
L' esperienza dimostra che il deterioramento precoce del legno deter
minato, nella maggior parte dei casi , dal diretto contatto del legno con
i nfiltrazioni meteoriche e mancanza di drenaggi o.
Avendo perci l ' accortezza di non porre i l materiale l i gneo a diretto
contatto con fonti di umidit ( infi l trazioni da cornicioni, manti senza
strato di i solamento, ecc. ecc. ) i n genere non sussi stono sostanziali
problemi e il tetto i n l egno dimostra elevata durabi l i t nel tempo.
In base al funzionamento termoigrometrico si possono avere quattro ti
pi di pacchetto di copertura:
l . Coperture non isolate e non ventilate. Fra le quattro categorie la soluzione
pi semplice e oggi non pi proponi bile per l ' edi fcato residenziale; formata
dagli elementi portanti (capriate, travi, arcarecci), dagli elementi di supporto
(tavolato e l i stelli) e dallo strato di tenuta all ' acqua (manto di tegole o lastre).
2. Copertura non i solata e venti lata. Questo tipo, uguale al precedente, per
realizzato con sistema di venti lazione del l ' ambiente interno oppure con mi
croventilazione fra gli elementi di tenuta al i ' acqua e lo strato di supporto.
3. Copertura i sol ata e non venti l ata. Questo tipo di copertura, spesso definito
"tetto caldo", permette l'uti lizzo degl i ambienti sottotetto.
4. Copertura i solata e ventilata. Fra l e quattro tipologie quel la che somma i l
maggior numero di vantaggi pur di mostrando una stratificazione di mag
giore complessit.
La scelta del tipo di soluzione non sempre faci l e ed immediata, in
quanto i ntervengono di versi fattori poich si tratta di valutare l ' artico
l ato equil ibrio fra una real isti ca previ sione dell a temperatura, del l ' umi
dit e venti lazione interna e le condizioni ambientali esterne! .
I l tetto ventilato sfrutta l a circolazione del l ' aria che entra dalla l i nea di
gronda e fuoriesce al colmo apposi tamente predisposto per rispondere
a tale requi sito; i n tale mani era si riduce l a concentrazione di umidit
fra i coppi e le tegole contribuendo a mantenere pi costante la tempe
ratura fra gli strati .
Il tetto ventil ato ri sulta i n genere vantaggioso nel cl i ma mediterraneo,
viceversa i n talune condizioni pu essere non efficace. In Germania e
nei paesi nordici "al cune ricerche sui tetti venti l ati e non, effettuate i n
edifici sperimentali in condizioni cl imatiche normali (n. f. t. rispetto ai
cl i mi nordi ci ), quanto riscontri pratici di danni causati dal i ' umidit sui
tetti venti lati, hanno dimostrato che i tetti venti lati non sono pi sicuri
di quelli non venti l ati e che, anzi pu essere vero i l contrari o"2
La scelta del ti po di stratificazione esterna dipende molto dali ' i ncli na
zione di falda, a sua volta in funzione del le condizioni ambientali loca
l i oltre che da questioni prettamente compositive.
I ncl i nazi oni orientative del l e falde di coperure i n relazione alla condizioni
meteoriche local i delle regi oni cl i matiche itali ane.
Zona
alta montagna
zone al pi ne
val l e padana e si mi l i
alto Appenni no
basso Appenni no
Ital i a central e
I tal i a meri di onal e e i sol e del Sud
Pendenze medie
P 60%
50+60%
35+50%
40+45%
30+35%
25+35%
1 5+25%
I IJ
C O P E R T U RA
NON I SOL ATA- NON v(NJ| cJ
' .
C OP E R T UR A
I SOLATA * N O N VENTI L ATA
C O P E R T U RA
NON I SOLATA - V (NT I L ATA
\0tuMt
| scAt 0Ao
M At0A0
O P E R T U R A
I SOLATA .
V E N T I L ATA
Schema dei quattro pri nci pal i ti pi di coperu
i n relazione al comporamento termoi gromet
co. R. Nelva, Le coperure discontinue, Be-N
Mi lano, 1 987.
mic|oveoti|azoo
venti|azone
Schema pri nc1 p1 o di funzi onamento del tet1
venti lato; a si nistra ventilazione sempl ice o M
croventilazone otenuta lasciando passare l ' ar
dalla gronda al colmo fra l e tegole e i l istel l i P'
sti paral lelamente al l ' andamento della falda;
destra teto ventilato con doppio strato.
Rapporto fra l ' i ncl i nazi one in percentual e e
l ' angolazione in gradi e pri nci pal i stratificazione
di coperura: A) coperura con lastre di rame o
di piombo; B) coperura con pannel l i di lamiera
metal l ica; C) coperura con "tegole canadesi "
bi tumi nose: D) copertura con scandale i n le
gno; E) coperura con lastre ondulate di fibro
cemento F) coperura con lastre sotti l i di arde
sia; G) coperura con tegole di calcestruzzo o
laterizio a i ncastro; H) coperura con tegole di
laterizio; l ) coperura con coppi di laterizio o l a
stre pesanti i n pietra.
Tipi di stratificazioni di coperura.
B
n
Ordi ni di grandezza del peso proprio di coperure comprensive del l ' ardi
tura secondaria.
Tpo di coperura Ordine di grandezza del peso proprio
compresa orditura secondaria
tegol e "canadesi" o si mi l i in materi al e si ntetico
lastre di fibrocemento
tegol e e coppi
lastre di l ami era zi ncata, i n rame e si mi l i
lastre sotti l i di ardesi a
l astre di pi etra natural e
in daN/m
da 60 a 1 00
da 1 1 0 a 1 20
da 1 00 a 1 20
da 1 20 a 1 30
da 1 40 a 1 70
da 200 a 240
Peso proprio a m2 di al cune soluzioni di stratificazione.
Tpo di strato Peso proprio in daN/m2
comprensivo dell'eventuale
sovrapposizione
lastre metal l iche spessore 0, 8-1 mm
l ami ere grecate rivestite
lastre di pi ombo 3- mm
tegol e si ntetiche ti po tegol a canadese
l astre di materiale pl astico, transl uci do, ondul ate
scandal e in l egno, spessore 1 5-25 mm
lastre di ardesia spessore da 8-1 4 mm
lastre di fi brocemento, spessori 6-8 mm
tegol e i n calcestruzzo
tegol e ed embri ci i n lateri zi o
l i stel l i i n l egno per pi ccol a armatura sottotegol a
cartonfeltro bi tumi nato, guai ne e si mi l i
pannel l i rigi di termoi sol anti i n l ana di roccia o si mi l i ,
spessori 25-40 mm
pannel l i di l egno truci ol are o si mi l i
pannel l i i n l egno mi neral izzato spessori 4-6 cm
tavelle o pi anel l e i n laterizi o, spessore 3-5 cm
tavolato spessore 2, 5 cm
8-1 0
1 0-1 5
35-45
1 0-1 5
4-8
20-30
30-80
30-45
50-65
35-75
4-8
2-5
3-1 0
35-45
8-1 2
35-60
1 5-25
Fra le capriate e lo strato esterno si inseriscono, a seconda del l a confi
gurazi one strutturale uti l izzata, gl i arcarecci e la piccola ordi tura che
svolge anche parziale funzione di controventamento ortogonale delle
capriate. Per grandi luci arcarecci e piccola orditura possono essere
non sufficienti , soprattutto nel casi di elevati i nterassi fra le capriate,
per cui si tende a real izzare controventamenti ortogonal i al piano delle
capriate con strutture reticolari .
Gli arcarecci che svolgono la doppia funzione di travi pri ncipali di so
stegno del l a stratificazione di copertura e di elementi di controventa
mento, sono i n genere di sposti parallelamente alla l i nea di col mo e so
no val utati come travi semplicemente appoggiate (anche se chi odate o
collegate alle capriate e qui ndi parzi al mente incastrate) soggette a fes
sione devi ata.
In genere si tende a non uti l izzare arcarecci a trave continua su pi ap
poggi poich le di l atazioni termiche e la maggiore compl essit di mon
taggio ne vanifi cano il vantaggi o economico derivato dal la ri duzione
di sezione.
I I4
Sopra gli arcarecci sono posti in opera i travetti del la piccola orditura
anche questi , generalmente, verificati come travi sempl icemente ap
poggi ate.
Tradizionalmente le stratificazioni esterne di copertura erano caratte
rizzate dal la reperibi l it del l a materia prima e dalle caratteristiche cli
matiche del sito. Attualmente i manti esteri sono cos suddivi si :
- copertura con canne palustri;
- scandale i n legno;
- elementi in pietra;
- elementi i n laterizio (coppi ed embrici );
- elementi sintetici con feltri bitumati (spesso definite "tegole canadesi");
- tegole i n calcestruzzo leggero.
Al le stratificazioni con singoli elementi si contrappongono manti a
lastre continue cosi divisibi l i :
- coperture a lastre i n piombo;
- coperture a lastre in rame;
- coperture a lastre di all uminio;
- coperture a lastre di acciaio zi ncato;
- coperture a lastre di fibro-cemento;
- coperture a lastre di resine si ntentiche fi bra-rinforzate.
Per quanto riguarda i si stemi di impermeabi l i zzazioni e di isolamento
termico si impiegano:
- cartoni o feltri bitumati;
- fogl i si ntetici el astici;
- lastre si ntetiche ondulate sottotegola;
- pannel l i in l ana di roccia;
- pannel l i in l egno mineralizzato.
In ogni caso, necessario valutare con precisione il tipo di impermea
bili zzazione e di isol amento termico in funzione del tipo di struttura e
ambiente sottotetto, assicurando sempre adeguata venti l azione che evi
ta, nelle strutture di copertura i n legno, i l precoce deterioramento del
materiale.
La copertura con scandale in legno, soluzione tipica del la tradizione
alpina, sono real izzate con elementi in legno spaccati l ungo l e fibre
con cuneo o segati . Le scandale ottenute per "spaccatura" radiale del
tronco ri sultano pi efficienti nel tempo, rispetto a quel le "segate", in
quanto l e fibre rimangano i ntatte. Viceversa l e scandale ottenute per
segagione, pur essendo di pi razi onale posa i n opera essendo di spes
sore costanti , hanno durata inferiore poich l e operazioni di tagl io con
sega reci dono le fibre in maniera casuale.
Quando poste i n opera le scandale hanno i l caratteri stico colore chiaro
del legno e nel l ' arco di sei-otto mesi passano alla colorazione grigio
chiara e, successi vamente, grigio scuro, a causa de l i ' esposizione ai
raggi ul traviol etti e degl i agenti aggressivi atmosferi ci .
Le dimensioni del l e scandale variano da un minimo di 6 X 1 2 cm ad un
massimo di 30 X 90 cm (medio per legnami europei 16 X 60 cm) con
spessori variabili da poco meno di I cm ad un massimo di 2-2,5 cm.
I IJ
Produzione del la scandale in legno per spacc
radi al e del tronco con formazione di scandale
sezione cuneiforme. H. Pheleps, Holzbaukun
Der 8/ockbau, A. Bruder, Karlsruhe, 1 942.
12
* `
- - :3co+
O 7O
I
IJ
Dettagl i copertura a scandal e in l egno (due
strati). O. Schmi dt, Finderckung der Dacher, Je
na, 1 885.
Coperura con lastre di pietra, regi oni al pi ne. G.
Si moni s, Costruire con la pietra, Mi lano, Trento,
1 993.
_ _ _
a-"- -r
c < u
. ..
.. ..
b
L
dato che:
a = M I W
Tipi di lastre i n ardesia e sovrapposizione;
lastre al l i neate"; al centro, "a lastre romboic
l i "; sotto, "a squame".
Coperura a coppi a sovrapposizione sempl ice.
Pendenza i nsuficiente e l unghezza della falda
(rel azi onata al l a quantit d' acqua) possono
causare i nfi ltrazioni d' acqua i n funzione del ti
po di manto di coperura.
r r r
t t
dove:
a = tensione unitaria a fl essione, in daNicm2
N momento massi m o, in d aN cm, nel caso N___ = N 20 l 4
W modulo di resi stenza, in cm3, nel caso W
x
b s2 l 6
a = 30 N l b s2
Le norme Uni stabi l i scono una serie di valori valori minimi di stato ten
si onale a rottura per flessione in funzione degli spessori inferi ori , fra cui :
Spessore medio della lastra
in ardesia
3
4
5
Resistenza minima a rttura
per fessione in daN/cm2
1 00
1 60
230
La resi stenza al gelo delle lastre di ardesia, reali zzata i mmergendo i
campioni in acqua con temperatura + 1 5 L per 48 ore e sottoponendoli
poi a ci cl i di congelamento a -1 5 L per l ora e +1 5 L per I ora,
consi derata accettabi l e se con una successiva prova a flessione i cam
pioni si fratturano con valori non inferiori al l ' 80% di analoghi campio
ni provati a secco e senza ciclo di gelivit.
Ampi amente diffuse e parte del l a tradizione sono l e coperture con cop
pi, embri ci e tegole in laterizio. La scelta fra il coppo, l ' embrice e l a te
gola in funzione dell ' i ncli nazione e della l unghezza del l a falda. Per
esempi o, una copertura con coppi ed embri ci , i nclinazione del 35% e di
l unghezza superiore ai l O m, i n caso di elevata e prolungata piovosit
pu permettere i l trafi l aggio d eli ' acqua in quanto il bordo degli embrici
non i n grado di contenere l a quantit d' acqua che scorre. I n tale si tua
zi one di viene necessario aumentare l ' inclinazione dell a falda (ricorren
do al fi ssaggio dei coppi e degl i embri ci ) oppure interrompere l a falda.
I coppi i n lateri zi o, l unghi ci rca 45-50 cm del peso medio di 2 kg ogu
no, sono posti i n opera i n doppio strato, quello i nferiore con la conca
vit ri volta verso l ' alto; l a pendenza minima superiore al 30% e la
sovrapposizione dei coppi mediamente di l O cm ma dipende dal l e
condizioni cl i matiche ambi ental i e dall a l unghezza della falda. I coppi
lateri zi possono essere posti i n opera sempl i cemente appoggi ati appura
fi ssati con speci fi ce staffe, necessario per pendenze superi ori a
40745% o in condi zioni ambientali particol armente gravose (presenza
di forti venti ) . La struttura di supporto viene real izzata con l i stel l atura
in legno o material i al terati vi come elementi preconfezi onati in mate
riale plastico, oppure direttamente sul l o strato di calcestruzzo con fi s
saggio a malta (coperture i n latera-cemento o legno-calcestruzzo) .
Fra le tegole si di stinguono, l ' embrice o tegola romana (elemento pi a
no trapezoidale in l ateri zi o, posta in opera in connubio con i l coppo; i n
alcuni casi si pone i n opera con doppi o ordine) ; tegola portoghese (for
mata dal l ' unione di un coppo e un embri ce); tegola marsi gl i ese (qua
drangol are piana con incavi e si stemi di i ncastro per la sovrapposizio
ne) ; tegol a ol andese (con sezione ondulata) ; tegole piane.
Queste tegole sono prodotte anche i n congl omerato cementi zio sotto
posto ad elevate pressioni e rivestite di grani gl iato con di versi fi cata co-
I I
l orazione. L' inclinazione minima di falda e di ci rca il 30% e la sovrap
posizione, garantita da sagomatura della tegola, di circa 7-1 0 cm.
La norma Uni 8635 sanci sce le prove da svolgere sugli el ementi di co
perura i n laterizio, e prevede le seguenti anal i si :
- esame vi sivo del l ' aspetto;
- determinazione delle dimensioni e del l a planari t;
- determinazione del la massa volumica convenzionale:
- determi nazione della resistenza al gel o;
- determinazione del l a porosit;
- determinazione del l a permeabil it al l ' acqua;
- determinazione del la resistenza a rottura per flessione.
Stabilite le tolleranze per dimensioni , planait e massa volumica conven
zionale, e la resistenza al gelo, come per le lastre di ardesia, di particolare
importanza la valutazione della porosit in rapporto alla gel ivit della
tegola o coppo in laterizio. Tale prova consiste nella determinazione, con
porosimetro al mercurio, del diametro e del volume dei pori ; se i l diame
tro dei por superiore a l ,8 mm (definito diametro critico) il materale
accettatto e considerato non gelivo mentre nel caso di pori di diametro in
feriore a 0,5 m l ' elemento non accettato e considerato gelivo.
La permeabili t all ' acqua degl i elementi laterizi per coperture viene
svolta con prova pi complessa rispetto a quella per le lastre di ardesia;
I' elemento viene inserito in apposito contenitore e regolando l ' acqua in
modo che tutta la tegola o i l coppo abbiano una copertura d' acqua non
inferiore a l O cm. Dopo 7 giori l ' elemento non deve aver permesso il
passaggio di 6 cm3 di acqua per cm2 di superficie bagnata ogni 24 ore.
La prova di resi stenza a fl essione viene effettuata a secco e dopo i l ci
clo di gel i vi t; nel l e condizioni a secco i l carico concentrato di rottura
del l ' elemento non deve essere inferiore a 1 . 500 N, mentre dopo il ciclo
di geli vit non inferiore a 1 . 000 N. I n generale a riguardo della val uta
zione visiva delle tegole o coppi i n lateri zio, la norma Uni 8626 stabi
li sce i seguenti parametri di riferi mento:
Tpo di difetto Definizione Limite di accettazione
Fessurazi one I ncri nat ura di pi ccol a l campi oni non devono presentare
estenzi one ri guardante fessure vi sivamente ri levabi l i o
t utto l o spessore del - ri l evabi l i con percussi one
l ' el emento
Protuberanza Sol l evamento parzi al e Per ogni campi one non sono am-
e l ocal izzato di lateri zi o messe protuberanze nel l a superi ci e
esterna ( estradosso) di di ametro
medi o maggi ore di 1 5 mm; i noltre
non devono presentarsi pi di 1 pro
tuberanza di di ametro medio com
presa fra 7 e 1 5 mm ogni 2 dm2 di
superfi ci e
Scagl i atura I rregolarit del l a super- Si appl i cano gl i stessi l i miti previsti
f i ci e or i gi nata dal di - per l e protuberanze
Sbavatura
stacco di scagl i e di l a-
teri zi o
Sporgenza di l ateri zi o Di fetto tol l erato purch non i ntereri
i n corri spondenza dei sca nel l a posa i n opera degl i el e-
bordi menti
I I
Le cosiddette tegole canadesi sono costi tui te da tel i di fibre i norga
niche i mpregnate di bitume, hanno dimensioni di circa 30 X 1 00 cm,
sono molto l eggere (circa l O daN/m2) di faci le posa i n opera e adat
tabi l i anche a coperture non retti l inee. Possono essere messe in ope
ra con qual si asi i ncl i nazione di falda superi ore al 1 5 -20% essendo
chiodate al lo strato di supporto che deve essere i n tavolato l i gneo, in
pannel l i multistrato oppure costitui to da uno strato di calcestruzzo
leggere tale da poter sopportare i chiodi di acci ai o zi ncato a testa
l arga.
Essendo impregnate di materiale bituminoso sono soggette a variazioni
dimensional i dovute alla dil atazione termiche per cui sono poco indi
cate i n regioni soggette ad elevati sbalzi termici che ne limitano l a du
rata nel tempo, variabile da l O a 30 anni in funzi one del la qualit del
prodotto.
Per la loro deformabi l i t e adattabilit le "tegole canadesi" sono adatte
anche per coperture di configurazione complessa e irregolare pur ri
chiedendo un preciso e piano di supporto.
I requi siti che le "tegole canadesi" devono soddi sfare riguardano la
stabilit dimensionale alle elevate temperature (conteni mento degl i al
l ungamenti e ritiri rispetto alle variazioni di temperatura; il calore,
inoltre, non deve determinare fessurazioni e degrado del l e capacit di
resi stenza al passaggio del l ' acqua) , flessibil it al freddo (alle basse
temperature le "tegole canadesi" non devono perdere elasticit e infra
gi l irsi ), resi stenza al l ' acqua, al l ' ozono e ai raggi ultravioletti , e resi
stenza alle azioni meccaniche (i n particolare trazione (generata dal l e
di l atazioni termiche).
Detagl i o al l 'appoggi o e del contrafisso nel l ' Ar Museum a Schi ma; 5)
manto di coperura i n tegole; 6) canale di gronda in acciaio; 7) tubolare
in acci ai o; 8) seto in calcestruzzo armato; 9) trave di bordo in legno la
mallare 20 x 20 cm; 1 0) monaco compresso tubo la re i n acciaio < 19 m m;
1 1 ) nodo ci l i ndrico metal l ico < 55 mm; 1 2) tirante i n acci ai o < 9 mm; 1 3)
sistema di col legamento ti ranti . Detai, n. 5, l ugl io-agosto 1 996.
bb
|20
Le lastre in piombo, di spessore variabi l e fra 2 e 3 mm, sono vantag
gi ose per l a durata nel tempo, l ' impermeabi l i t e l ' adattabili t alle for
me pi svariate e non retti linee. I l pi ombo, che non richiede verici
protettive, per l a sua composizione forma uno strato superfici al e di os
sido che l o protegge naturalmente dal i ' ossi dazione successiva. Come
elemento negati vo hanno l ' elevato costo e il peso proprio. Le l astre in
piombo sono faci l mente deformabi l i a freddo e non sono attaccabi l i
dagli aci di . A contatto con la mal ta cementi zia e di cal ce idrauli ca i l
piombo rapidamente corroso e quindi deve essere protetto con spal
matura di bitume o avvolto in carta catramata.
Le coperture a l astra continua i n rame, pur avendo come il piombo un
elevato costo i niziale, presentano di versi vantaggi, fra cui :
- ottima resistenza agli agenti atmosferici poich la pati na che si forma a
contatto con l ' ossigeno de li ' aria protegge il rame dal la successiva ossida
zione;
- adattabi l i t ai pi di versi supporti e forme, confrontabi le a quel l a del
piombo;
Prospeto e dettagl i costrutivi della cappel l a di Si lton i n Canada. Aa.Vv.,
Holzbau Atlas 1, l nstitut tur i nternational e Architektur-Dokumentati on,
Monaco, 1 980.
Schni tt
und Gru ndri f
Trogwerk
A Anscl uB
Dochpyromi de
Houpttrager
_a
i Houpt
t rager
28/78 cm
2 Trouf
bol ken
42/33 cm
3 Spreng-
werkri egel
1 8/23 cm
4 Grot-
sporren
2 x5/25 cm
5 Zugst ob
C 5 mm
6 Zugst ob
zwi scen
Grot
sporren
C l 9 mm
7 Sporren
St 25 a l l e
40 cm
/"
//
B
*
bb
B Kreuzungspunkt
Houpttrager
', C Spi tze Dadl
pyromi de
GC
c
l 2l
Lastre grecate
Distanziatore
Elemento
portante
Telo
resistente
Tampona mento
interno
termico
Telo posato
su supporo
Lastra o nastro
Sol uzioni per coperure ventilate i n rame. C. Comoleti , Il rame sui tetti,
Electa, Mi l ano, 1 994.
- buona resistenza meccanica che permette ridotti spessori e qui ndi contenu
to peso dell a stratificazione di copertura;
- buona durabilit e ridotta manutenzione;
caratteri stica colorazione dovuta alla pati na di protezione (attualmente si
pu ottenere anche il rame preinverdito ) .
La propriet principal e delle lastre di rame l a grande resi stenza agl i
agenti atmosferici dovuta al l a formazione di uno strato di carbonato
basico (il colore verderame) in presenza di aria umida, che costitui sce
una pel licola aderente che protegge il metal lo dall a successiva carbo
natazione; il rame per tende a corodersi a contatto con altri metalli
come alluminio, ferro, nichel , stagno e piombo; inoltre attaccabile
dal i ' acqua marina.
Nelle lastre di copertura si i mpiega rame elettrolitico con spessore va
riabile da 0, 5 a l mm, mediamente 0,6-0, 8 mm.
La dimensione del l e lastre commercialmente disponibili sono di l X 2
m, mentre le lastre a rotolo hanno larghezza variabi le da 25 a l 00 cm.
Essendo el evata l a di l atazione termi ca, per escursione termi ca di
80--90 C, tipica di molte regioni italiane, si verifica un al lungamento
di 1 -1 ,5 mm per ogni metro di l unghezza di lastra, circa 8--1 2 mm per
una lunghezza di 8 m che costituisce la lunghezza massi ma accettabi l e
per lastre di rame unitarie, superata l a qual e necessario interrompere
la continuit delle stesse.
Quindi nella posa i n opera e nel l a giunzione delle lastre i n rame deve
essere tenuta in considerazione l ' elevata dilatazione termi ca.
I??
inoltre necessario evitare coppie gal vani che n el i ' unione del rame
con al tri metal l i ; in particol are si deve evitare il di retto contatto fra i l
rame l ' acci aio, lo zinco e l ' al lumi ni o, poich i l rame ne causa l a cor
rosione.
Le coperture a lastre di alluminio a pannelli sagomati verniciati hanno
i seguenti fattori positi vi :
- elevata resistenza alla corrosione;
- elevata leggerezza rispetto alle prestazioni meccaniche;
- possi bi l i t di ottenere lastre di consi stente di mensione;
- elevato potere riflettente del cal ore.
L' alluminio metal lico o primario resiste bene al i ' ossidazione in quanto
la sua superficie si ricopre di un sotti le strato di ossido, di aspetto opa
co, che protegge i l materiale dal i ' ulteriore ossidazione.
Risulta un metallo con elevata duttilit, modesta resi stenza alle solleci
tazioni meccaniche rispetto al i ' acciaio e ri dotta resi stenza a fatica
(azione ciclica di carichi statici ) . Al contempo resiste bene all ' aria e al
l ' acqua, al l ' anidride solforosa, agli acidi organici , al l ' ammoni aca, agli
idrocarburi , e alle resine del l a cel l ulosa.
L' alluminio pri mario ed alcune del l e sue leghe possono essere trattati
elettroliticamente in modo da formare uno strato di ossido molto com
patto che protegge il metallo da un' ulteriore ossidazione e pu essere
anche variamente colorato (alluminio anodizzato). Lo strato anodizzato
viene per intaccato dal le malte di calce o di cemento poich l ' ossido
i ntaccato dal i ' idrossido di calce. Ri sul ta quindi osservare alcune cau
tele nella progettazione di elementi costruttivi che utili zzano i due ma
teri ali (mal te e alluminio anodizzato). Con un particolare tipo di ano
di zzazione si pu colorare con verniciatura a polveri (pol veri termoin
durenti a base di resine epossidiche, poliuretaniche e acri l iche) che po
l i merizzano formando una pellicola resi stente e l i scia.
Le l ami ere per l e coperture sono sagomate in modo da ottenere sezioni
irrigidite tali da permettere la posa i n opera su appoggi con interasse di
circa l m e oltre; di particolare i nteresse ed effi cienza sono i pannel l i
formati da due l astre di al luminio sagomato a sandwich con interposi
zione di materiale isolante.
Lo spessore delle lastre di alluminio varia da 0, 6 a l mm; la l unghezza
del l e l astre pu raggiungere anche i 1 2 m e l a posa in opera viene ef
fettuata chiodi speciali o viti di fi ssaggio al l ' orditura portante ed pos
sibile utilizzarle anche per coperture di modesta inclinazione.
Gli strati di copertura con l astre di acciaio zincato sono costitui te da
lamiera ondulate o grecate per ottenere l a necessaria rigidezza del l e
stesse, pur potendosi utilizzare lastre li sce che devono essere fissate su
supporto pi ano (in genere tavolato).
Le lastre i n l ami era zi ncata hanno spessore variabile da 0, 6 a l ,5 mm
e, quando sagomate, possono essere sostenute da orditura con i nte
rasse fi no a 2 m. La posa in opera deve rispettare i seguenti accorgi
menti :
- la di sposi zione delle lastre utile sia realizzata con adeguata sovrapposi
zione longitudinal e dei gi unti;
I?J
Dochbohn Ankerklip
Pfete
Verklemmen der Vernkerun
|DO
Holtestrifen
&Prfilbnd
halter
Coperure a lastre in al l umi nio. Aa.Vv., Baukc
struktionslehre Teil 2, Teubner Verlag, Stutga
1 993.
- la lunghezza della sovrapposizione laterale deve avere non meno di una so
vrapposizione di un'onda o di una greca nelle zone poco ventose e non
meno di due sovrapposi zioni nelle zone ventose;
- il fissaggio delle lastre ali' orditura secondaria in legno deve essere real i z
zato con chiodi o viti di acci aio (con guarnizione) protetti contro l 'ossida
zione, per i chiodi sono preferibi l i quel l i ad aderenza migliorata;
- il chiodo o la vi te devono essere posizionati sulla sommit del l ' onda o del
la greca dove non passa i l flusso di acqua che scorre nel l a gola;
- la chi odatura o avvi tatura vi ene disposta in file distanziate non oltre l m.
La durabi l i t delle lastre in acci aio zincato in funzione del l o spessore
del rivestimenti in zinco che per risulta idoneo negli ambienti rurali ,
alpini e urbani non industrializzato i n quanto gl i agenti corrosivi che
formano per associ azione del l ' acqua e del l ' anidride carbonica si realiz
zano ossidi di zinco, correntemente e vol garmente chiamati ruggine
bi anca che ral lentano l ' ulteriore corrosione del le lamiere zincate; al
contrario negli ambienti in zona mari na e industriali zzati la zi ncatura
tendere a dissol versi pi rapidamente a cusa del l a presenza di sostanze
come l ' anidride solforosa, solfuri, cloruri che i n presenza del l ' umidit
intaccano lo zinco. Di particolare durabi l it sono le l astre in acci aio
inossidabi l e particolarmente resistenti alla corrosione ma di ovvio ele
vato costo.
Particolarmenti effi caci sono le lastre mi ste formate da un elemento in
l amiera zi ncata rivesti te in ambo l e superfci ; per esempio con strato di
al luminio o di asfalto e fbre o di rame (con interposizione di strato
isolante per evitare la corrosione galvanica).
Le l amiere grecate sono indicate per realizzare fal de di copertura di
elevata ampiezza e ridotta incl i nazione (fno al 2% per l astra continua
e 7% per l astre sovrapposte) e quindi anche in verticale (90). Prodotto
non solo in acciaio zincato ma anche in rame, acciaio inox e all uminio,
sempl ice e a sandwich (con coibentazi one interna) sono poste i n opera
secondo due sistemi :
- lastre di copertura autoportanti: lamiere grecate e pannel l i dotati di adegua
ta resistenza meccanica ai carichi i n modo da essere poste con orditura se
condaria o pri ncipale ad elevato intersasse;
- lastre di copertura poggi ate: lamiere grecate di contenuto spessore che
svolgono solo la funzione di strato di tenuta all'acqua e che richiedono uno
strato di supporto continuo (tavolato o pannel l i in legno multi strato) in gra
do di sopportare i cari chi previ sti.
Particolare attenzione va posta nell ' i solamento termico e nel controllo
della condensazione i n quanto l a lastra metal lica costituisce una barrie
ra al vapore posta nel l ato freddo del l a copertura, cio dove non an
drebbe posizionata l a barriera al vapore.
In tal i condizioni appare auspicabi l e reali zzare i l tetto ventilato se le
condizioni di incl inazione di falda lo permettono (evidentemente con
inclinazioni minime minimo i l contributo del l a ventilazione fra gli
strati) oppure i mpiegare pannel l i coibentati che riducono l a condensa
zione ali ' intradosso dello stesso.
I n funzione del tipo di profilo grecato e dello spessore della l ami era si
possono realizzare pannel l i semplice o sandwich di copertura fi no a
quasi 6 m di luce grazie al l e prestazioni meccaniche di tali pannel l i .
I?4
Le lastre in fibro-cemento, in genere a sezione ondulata ma anche pia
na, risultano di maggiore peso proprio rispetto a quelle in acciaio per i l
maggiore spessore richiesto (mediamente 6 mm), sono poco soggette
alla corrosione ma risultano fragi l i e richiedono l e dovute attenzioni
nel l a posa in opera.
Sono economicamente vantaggi ose e sono poste in opera analogamente
a quelle ondul ate in metallo con l a dovuta maggiore attenzione dovuta
alla loro fragi l it.
Le lastre ondul ate, sagomate, piane i n fibro-cemento per coperture so
no soggette alla norma Uni 8635 che sancisce l e seguenti prove:
- esame visivo;
- determinazione del l e dimensioni, profi l o e pl anarit dell e lastre;
- determinazione della permeabi l i t al l ' acqua;
- determinazione della resistenza a] gelo;
- determinazione del l a resistenza a rottura per flessione.
Le prove sono svolte i n maniera analoga a quel le per le l astre di arde
sia, precedentemente i l l ustrate, e devono garantire i seguenti ri sultati
affi nch le lastre siano accettate:
- le facce esterne devono essere l i sce, con bordi dritti e ben squadrati;
- le di mensioni devono avere tol l eranze di l O m m ( -5 m m per la l arghezza);
- ] o spessore deve avere una tolleranza di 5 mm;
- i l profi l o deve evere to1leranze di J mm in altezza, 2 mm su] passo, 8 mm
sul le onde termi nal i ;
- per essere considerate impermeabil i al i ' acqua l e lastre devono dimostrare
di non permettere il passaggio del l ' acqua dopo 24 ore (un lato dell a lastra
sottoposto a 50 cm di acqua che non deve attraversa, sotto forma di gocce,
]a stessa l astra) ;
- dopo la prova di geli vit le lastre devono di mostrare assenza di fessurazio
ni o altre alterazioni ;
- la resistenza a flessione non deve essere i nferiore a 200 daN/cm2 (a1cune
lastre speci al i possono raggi ungere una resi stenza a fl essi one di 400
daNfcm2).
Le lastre i n materiale sintetico (ondulate e piane) possono essere opa
che o translucide, sono in genere molto leggere (da 2 a 3 daN/m2) e so
no formate da resine si ntetiche e fibre e sono poste in opera come
quelle ondulate in lamiera.
Un' ul tima questione: per l ' efficienza della copertura sono importanti le
canalizzazi oni di gronda e i pluvial i .
I l manto di copertura deve essere posizionato i n modo che l ' acqua me
teorica cada al centro del canale di gronda, e i l canale deve essere pro
porzionato in funzione del l a piovosi t onde evitare il trabocco del l ' ac
qua.
Il canale di gronda, che pu assumere di verse configurazioni in ragio
ne delle esi genze compositive del corni cione, deve comunque avere,
oltre ad una sezione adeguata alla quantit d' acqua, una leggere pen
denza verso i l pluviale di raccolta (non inferiore al i ' l %) . Facendo rife
ri mento al canale di gronda a sezione semicircolare in funzione dei m2
di copertura (i n proiezione piana), si possono adottare i seguenti riferi
menti :
I?J
Sezione di coperura in legno e tegole, detagl
del canale di gronda. O. Schmidt, Findercku,
der Dacher, Jena, 1 885.
WUFD1|L
[ ALHQt1AI L_ 1
PFANNLNI ttL 1 1
lt LLL wN [ / ~ :z --
L
.
AUbLL tl UN D---;
i
~" Z
20
Dettagl i o di copertura i n l egno con tegol e,
gronda e teste del l e travi protette. H. Banz,
Baukonstruktions-Detail, Karl Kramer Verl ag,
Stuttgar, 1 985.
Detagl i aggancio gronde. H. Schmit, A. Heene,
Hochbau Konstrukion, Vieweg, Braunschwei g,
Wiesbaden, 1 993.
Area della coperura
in m
1 0
1 0+30
30+60
60+1 00
1 00+200
>200
Diametr medio del canale
di grnda in cm
8+1 0
1 0+1 4
1 4+1 6
1 6+1 8
1 8+20
>20
Diametro minimo
del pluviale in cm
6
8
1 0
1 2
1 4
>1 6
Lo spessore del le l amiere d' acci ai o zincate per i canali di gronda non
dovrebbe essere inferiore a 0,6 mm al fine di evitare un precoce dete
rioramento; per gronde di lunghezza e dimensione normale risulta i do
neo uno spessore di 0, 8 mm. Per grondaie di maggiore dimensione si
adottano spessori maggiori tenendo presente il maggiore costo di lavo
razione soprattutto nel caso di sezioni articolate.
Le lamiere zincate devono qui ndi essere trattate con accurate stratifica
zioni di verici protetti ve.
Alterativa alle lamiere zincate sono le gronde in lamiera di rame di
l unga durata nel tempo e di particolare ri sultato per i l cromatismo del
rame (normale o preinverdito ) .
I pluviali di scarico sono generalmente in l amiera zincata o i rame e
devono avere diametro e di sposizione proporzionata alla quantit d' ac
qua.
In generale idonea l a loro col locazione esterna alla struttura del l ' edi
ficio bench in alcune situazioni i pluviali contrasti no con la configu
razione della facci ata. La consuetudine di i nserire i pluvial i ali ' interno
del l a struttura rischiosa sia per la difficolt di reali zzare la manuten
zione, sia per l a concentrazione di umidit nel condotto.
In altri termini i pluvial i dovrebbero essere presi in considerazione co
me el emento congruamente i nserito nei prospetti, oppure necessario
inserire gli stessi entro apposite cavit ispezionabili .
Altrettanto problematica la collocazione del pluvial e entro i pil astri ,
soprattutto se interni al i ' edificio, sia per i problemi di condensazione
del l ' umi di t, sia per la gi ci tata difficolt di realizzare la manutenzio
ne. I n tali situazi oni il pluviale conviene sia in materiale pl astico di
consistente spessore e con giunzioni accuratamente realizzate analoghe
a quelle dei tubi di scarico del l e acque degli impianti igienico sanitari .
Note
l . Per maggiori approfondimenti si confronti con R. Nelva, Coperture discontinue, Be
Ma, Mi l ano, 1987; S. Croce, "1 si stemi di copertura ed il processo di difusi one del va
pore", Modulo, n. 5, 1975; E. Berti ni Malgari ni , Coperture discontinue a grandi ele
menti, Be-Ma, Mi lano, 1986; Aa. Vv. , Una copertura chiamata tetto, Be-Ma, Milano,
1979.
2. E. Schunk, T. Finke, R. Jenisch, H. J. Oster, Dach Atlas, Institut ftr internationale
Architektur-Dokumentation, Monaco, 1996, tr. it.. Atlante dei tetti, Utet, Tori no, 1 998,
p. 78.
I?
Appendice A
La deformazi one differita del l egno
U| OOO//CO ZdgO
T . Consi derazi oni general i sul l a deformazione diferita
del legno
I mpiegare i l l egno come componente strutturale comporta sempre
un' azione progettuale molto complessa.
Le difficolt interpretative sul reale comportamento delle giunzioni, le
pecul i arit proprie di un materiale di natura biologica, l ' elevata ani so
tropia, l a diversit di modul i elastici a compressione e a trazione, l ' e
strema sensibil i t alle variazioni igrometriche i nducono a dover consi
derare i l legno come un materiale al tamente specialistico. L' arte del
costrui re che, unitamente al le forul azioni teori che del l a scienza del l e
costruzioni, gi oca un ruolo sempre molto importante per ogni materiale
strutturale, diviene fondamentale e forse preminente per il progetto dei
si stemi costrutti vi lignei.
La capriata costituisce, per gli aspetti citati, un esempio classico. Pur
non presentando le problematiche del l e travature reticolari o di tipo
Vi erendeel , essa si configura pur sempre come un telaio a nodi sposta
bili pi o meno complesso. Risulta, dunque, non sempre agevole, se
mettiamo in conto i di versi fenomeni , determinare con sufficiente ap
prossimazione gli effetti primari . Le diffi colt, naturalmente, si esalta
no per quelli del secondo ordine e, fra questi, la deformazione differita
dovuta alle azioni di l unga durata; deformazione che, com' noto, in
crementa nel tempo l a deformazione el astica i stantanea. Quest' ul ti ma,
peraltro, gi di consistente entit a causa del rel ativo basso val ore del
modul o elastico del legno.
Nella capriata, quale si stema costruttivo iperstatico, l a deformazione
differita modifica non solo lo stato deformativo delle singole membra
ture ma anche quello tensionale, il quale tuttavi a pu subire l ' effetto
spesso benefico del rilassamento. La capriata, inoltre, per essere realiz
zata necessita di giunzioni che presentano caatteristiche viscose diver
se da quelle del l egno, per cui l o scorimento vi scoso si esalta e pu
presentarsi sia a trazione che a compressione causa il rifollamento del
legno stesso. Nel telaio, e dunque nella capriata, a tale complessit di
fenomeni si aggiungono l e deformazioni conseguenti alle sollecitazioni
composte dovute alle azioni di l unga durata: tensoflessione e, soprat
tutto, pressoflessione.
I fenomeni che incidono sugli effetti del secondo ordine per i l materia
le l i gneo sono di conseguenza innumerevoli, deci samente complessi e,
causa l a loro difficil e identificazione, non trattabil i in modo si stemati
co con le formulazioni del la scienza delle costruzioni . Nel tempo, pe-
I??
raltro, la deformazione elastica pu i ncrementarsi in misura anche no
tevole non solo per vi scosit, bens per un accumulo di percentuale di
deformazione elastica non restituita causa l ' alternarsi stagionale dei ca
richi e dell ' umidit. Tale particol arit stata riscontrata i n molte mem
brature di legno anti co.
Nei componenti l ignei inflessi i n condi zioni parti colari , ad esempio per
costruzioni in ambiente molto umido e con carichi agenti in modo per
manente capaci di determinare uno stato tensi onale pari a quello mas
simo consentito, l a deformazione differita pu tripl icare quella el astica.
Per i l calcolo del l a freccia totale dovuta al momento flettente i l modu
lo elastico convenzionale di calcolo, in tale ipotesi, deve assumersi pa
ri a E/4.
Z. Fattori che i nfl uenzano la deformazi one vi scosa per
il legno di conifera
Ad umidit d el i ' aria variabi l e, cio nel caso generale, la deformazione
vi scosa ri sul ta essenzial mente i nfluenzata dai seguenti fattori :
Specie /ignea, il legno di larice tende a fluire in misura maggiore del
l ' abete;
Qualit /ignea, ad un pi elevato modulo elastico corrisponde una leg
gera riduzione del l a vi scosit;
Entit del carico di lunga durata, per carichi di lunga durata capaci di
valori di tensione inferiori a 1 /5 del l a massima consentita l ' incidenza
sul fenomeno vi scoso modesta;
Tipo di sollecitazione, l a deformazione viscosa per compressione pu
considerarsi dell ' ordine del 50% di quella per flessione, mentre tra
scurabile a trazione. A tagl i o pu essere omessa in quanto le sezioni
delle membrature che compongono una copertura non sono n di tipo
snello, n variabi l i ;
Valore medio dell 'umidit dell ' aria, l a deformazione vi scosa aumenta
molto velocemente al i ' aumentare del l ' umidit relativa d eli ' ari a;
Campo di variazione dell ' umidit, maggi ore i l campo di variazi one,
maggiore l ' entit del fenomeno viscoso;
Difusione de/l ' umidit ambientale nel componente /igneo, l ' i ncidenza
sulla deformazione vi scosa tanto pi elevata quanto pi esile il
componente ligneo.
Alla luce di tali fattori , attraverso una campagna di prove sperimental i
svolte presso il laboratorio di Sci enza delle Costruzioni del l ' IUAV di
retto dal prof. G. Creazza, chi scrive ha el aborato un metodo per il cal
colo del la deformazione nel tempo! che uti l i zza dei coefficienti per
mettere i n conto le diverse variabi l i i n gioco.
Per una membratura i nflessa, la freccia totale a tempo i nfinito, a meno
del la deformazione differita per tagl io, si scri ve:
|?
nella quale f
P
esprime la freccia i stantanea per azioni di breve durata,
1 + il fattore per fuage e variazioni di umidit che si appl ica al la
freccia istantanea per azioni di l unga durata (fJ e la freccia per effetto
tagliante dovuta ai carichi total i (q p + g).
II parametro ', nel caso generale, ad umidit relativa variabi le, con il
metodo dei coeffi cienti elaborato speri mentalmente, si scrive.
Gli stessi coefficienti ri sultano, rispetti vamente, funzione del modul o
elastico, del valore medio del l ' umidit relativa del l ' aria, del tipo di
sollecitazione (flessione o compressione) e del la specie li gnea, del
campo di variazione del l ' umidit del l ' aria e, infine, del rapporto di for-
ma (
bh
, con b e h rispetti vamente base e altezza della sezione).
b + 2h
Il parametro ', in ambito flessional e varia da un minimo di O, I4 ad un
massimo di 3, 33. I l valore inferiore corrisponde a membrature i n legno
di abete lamel l are, di modulo elastico pari a 1 4. 000 N/mm2, poste in
ambiente ad umidit costante del 50% e soggette ad una tensione do
vuta a carichi di l unga durata non maggi ore di 3 N/mm2.
Quello superiore rel ativo a membrature in l arice massiccio, di modu
lo elastico pari a 1 0.000 N/mm2, con umidit medi a del l ' aria del 90%,
soggette ad una tensione per carichi di l unga durata di 1 0 N/mm2, con
campo di variazione del l ' umidit del 1 6% (82 e 98%) e aventi rappor
to di forma non maggiore di 2 cm.
Lo stesso parametro , rapportato al l e numerose riduzioni previ ste
dal l e normative i nternazional i 2, vari a da O a 3 per l e norme francesi
e tedesche e da O a 2, 75 per quelle svi zzere. I val ori massi mi , co
munque, sono riferiti a costruzi oni i n ambiente estremamente umi do
e con cari chi totali escl usi vamente di l unga durata. Per l ' Eurocodice
5 Strutture in legno il parametro dovuto al i ' i nci denza per fl uage e
per variazione di umi di t, sempre per azioni di l unga durata, vari a
fra 0, 5 e 2: il val ore pi alto riferito al l a cl asse maggi ore di umi
dit.
3. Appl icazi oni numeri che
La norma tedesca DIN l 052 E 1 984 prevede che l a freccia elastica per
componenti l i gnei costituenti un solaio non superi 1 /300 del l a luce,
mentre per arcarecci e correnti consente 1 /200. Per l e membrature di
una capriata o di un tetto in l egno possiamo, dunque, senz' altro atte
nerci al rapporto di 1 1200 della luce mettendo in conto anche gl i effetti
differiti per i carichi di lunga durata ed eventual mente la freccia elasti
ca per taglio per quelli totali .
I n condizione di semplice appoggio con carico uniformemente di stri
buito, la freccia totale per una membratura i nflessa a sezione rettango
lare, si scri ve:
|?
bL qV
f
t
ot
= [p + ( l + <)g]+ 1 , 2 --
384EJ 8GA
nel l a qual e p e g esprimono l ' entit dei carichi di breve e l unga durata
ed L la lunghezza del l a membratura. Nel caso che l a stessa sia i ncl i na
ta, si considerano trascurabi l i gli efetti conseguenti allo sforzo assial e
(di trazione n el i ' ipotesi che lo spostamento al piede si a prevalente o di
compressi one qualora lo spostamento prevalente avvenga i n sommit) ;
tale sforzo, infatti, a fronte delle dimensioni del la sezione, i nduce ef
fetti modesti gi del primo ordine.
3. 1 . Esempio: umidit ambientale variabile fra il 60 e l'BO%;
q= 700 daN/m, di cui 400 di lunga durata
Verifica di una membratura i ntessa per una capriata i n abete massiccio
di seconda categori a, di sezione pari a 24 X 30 cm (J = 5,4 1 Qcm4, A =
7, 2 I02cm2, coeffi ciente di forma = 8, 6 cm) di luce L = 600 cm, i cui
valori di E e G si ano 1 0.000 e 500 N/mm2, soggetta a carichi di breve
e l unga durata capaci di tensioni pari a 3, 75 e 5,00 N/mm2, posta in
ambiente ad umidit media rel ativa del 70% il cui campo di variazi one
sia del 20%.
c = | ,08 0, 80 0,62 1 ,03 1 ,00 = 0, 55
La frecci a risulta:
5 64 l 08 7 6
2
l 04
f
t I
= ( 3, 0 + 4, 0 X 1 ,55) + 1 , 2
D
384 l U5,4 l U 8 5 7, 2 l U'
= 0,937 + l ,938 + 0, 1 05 = 2,98 cm < 600/200
Osserviamo che la freccia per deformazione differita, pari a 0, 69 cm,
i ncide per i l 23% del la totale e quel l a elastica per tagl i o per appena i l
3, 5%. Quest ' ultima, i nfatti , con sezione costante, pu sempre essere
espressa in funzione del l a tensione per flessione e del l ' al tezza della
trave secondo la rel azione:
t h
f = 0, 2 a (0, 2 X 8, 75 X 30/500 = O, 1 05 cm).
T
G
3.Z. Esempio: umidit ambientale variabile fra il 68 e il 92%;
q= 560 daN/m, di cui 400 di lunga durata
Stessa membratura del l ' esempio A3. l , soggetta a carichi di breve e
lunga durata capaci di tensioni pari a 2 e 5 N/mm2, posta in ambiente
ad umidi t medi a relati va del l ' 80% con campo di variazione del 24%.
I l parametro c, ri sulta
c = l , 08 l , 1 5 0,62 I , 1 6 I,O l = 0,90
IJ0
La freccia totale di viene:
5 64 l 08 5,6 62 l 04
f
t
l
= ( 1 ,6 + 4 X 1 ,90) + 1 ,2
O
384 X l 0 X 5,4 X 1 08 8 X 5 X 7,2 X 1 05
= 0, 500 + 2, 375 + 0,084 = 2,96 cm < 600/200.
In tale semplificazione la freccia per deformazione diferita, pari a I , 1 3
cm, incide per i l 38% del l a total e.
3. 3. Esempio: umidit ambientale variabile fra l'BO e il 96%;
q= 400 daN/m di lunga durata
Sempre l a stessa membratura del l ' esempio precedente, soggetta a cari
chi escl usi vamente di l unga durata capaci di una tensione pari a 5,0
N/mm2, posta in ambiente ad umidit media relativa dell ' 88% con
campo di variazione del 1 6%.
I l parametro c, diviene:
c = |,08 x l , 80 0,62 , 05 l ,06 = l , 34
La freccia total e, risulta:
f =
5 64 l 0
2, 34 4 , 2
4 62 I04
lO|
384 X 1 0 X 5,4 X 1 08 8 X 5 X 7, 2 X 1 05
= 2,925 + 0,060 = 2, 99 cm < 600/200
La frecci a differita, pari a l ,68 cm, i ncide per il 56% del l a totale. Sot
tol inei amo che la tensione per flessione pari a soli N/mm2 che cor
risponde al 50% del l a massima consentita. Qualora i l valore del modu
lo E fosse da considerare inferiore a l 0. 000 N/mm2, la tensi one e per
tanto i l carico dovrebbero ridursi ulteriormente.
4. Osservazi oni sul l a freccia
Per una membratura l i gnea di copertura con carico uniformemente di
stribui to, in condizioni di sempl ice appoggio e di sezione rettangolare
costante, il rapporto fra le tensioni di flessione e taglio, con L luce ed h
altezza, risulta:
a L
=
' h
Con E e G, rispettivamente pari a 1 0. 000 e 500 N/mm2, il rapporto fra
le frecce elastiche diviene:
f 5 L2
a
=
--
f 96 h2
T
IJI
4. 1 . Parametro c = 0,50 (g = q)
Nel l ' ipotesi che i l parametro < sia pari a 0, 50 ( l + < = 1 , 5 ; E" =
E/ 1 , 5) con carichi esclusi vamente di l unga durata, o con altre combina
zioni equivalenti di carico sino a < = 0,75, e assumendo che la freccia
totale per fessione (elastica + differita) sia pari a 1 /200 del l a l uce, la
tensione in funzione di L ed h e con E = l 00.000 daN/cm2, si scrive:
h
a = 1 . 600 -( daN/cm2).
L
I l carico totale q, assume la seguente forma:
4 h3 6.400 h3
q = --ab = b -(daN/cm).
3 L3 3 L3
La tensione per taglio, diviene:
h2
r= 1 . 600 -( daN/cm2).
L2
Le frecce elastiche per flessione e tagl io dovute al carico totale (p + g
= q), sempre natural mente in funzione di L ed h, risultano:
L
f = = L/300 (cm),
t1
1 , 5 X 200
L 95h2 h2
f = -= 0,064 (cm).
T
300 5L2 L
Nella tabel la l , per < = 0, 50 e 0, 75, sempre in rel azione al l a percen
tuale di carico di l unga durata, abbiamo riportato i n funzione del l a ten
sione per flessione (a), dovuta ai carichi totali (q = p+ g), i valori del
rapporto L/h, del carico q, del l a tensione tangenziale (r)e del l a freccia
elastica per tagl io (f
T
), assumendo che l a freccia totale a tempo infi nito,
a meno di quella elastica per tagl io, sia pari a 1 1200 del l a luce.
Tab. 1 O e i n daN/cm2. q i n daN/cm
p = O, g = q; = 0, 50
p = q/3; g = 2q/3; " = 0, 75
O 1 00 90 80 70 60 50
Uh 1 6,00 1 7, 78 20, 00 22, 86 26, 67 32, 00
q/b 52, 08% 37, 97% 26, 67% 1 7, 86% 1 1 , 25% 6, 51 %
6, 25 5, 06 4, 00 3, 06 2, 25 1 , 56
f.h 4, 0%o 3, 6%o 3, 2%o 2, 8%o 2. 4%o 2, 0%o
IJ?
4.1 . 1 . Applicazione
Membratura di copertura in legno di abete, tensione per carichi di lun
ga durata pari a 60 daN/cm2, L/h = 20, Eo = E l l , 5 (freccia differita =
0,5 della freccia elastica).
La tensione dovuta ai carichi total i , diviene:
1 . 600
a = = 80 daN/cm2 ;
20
80 - 60 l 3
p = q = -q; g = -q.
80 4 4
26, 7 b
q = -- = (cfr. tabel l a l ) .
1 00
Poich con p = O e g = q il parametro < pari a 0, 50; per p = q
e g = q, lo stesso di viene 0,666 0, 50 ,
Per esempi o, con sezione pari a 24 X 30, risulta:
f =
go
5 64 l 08
6,4
+ .
6,4 l ,666,
384 X 1 0 X 5,4 X ) 08 4 4
= 0, 3 1 25 9, 6 = 3, 00 cm (600/200)
La freccia differita evidentemente uguale al 50% di quel l a elasti ca
( l , 00 cm di differita e 2, 00 cm di el astica per un carico totale di 640
daN/m) ; i nfatti per ipotesi abbiamo assunto Eo = E/ 1 ,5.
Quella elastica per tagl io, dovuta ai carichi total i , si scri ve:
302
f = 0,064 = 0, 096 cm,
7
600
freccia che si pu ottenere anche dal la citata relazione:
f = 0, 2 = 0, 2
80 X 30
= 0,096 cm
1
G 5. 000
4. Z. Parametro ,= 1,00 (g = q)
Qualora le condizioni ambiental i del l a copertura richi edano per le
membrature l ignee che la compongono la scelta di un parametro < pari
a l , 00 ( l + < = 2,0, Eo = E l 2, 0) con carichi di l unga durata, o con al
tre combinazioni equivalenti di carico sino a < = l , 25, la tensione di
flessione e il carico totale q risultano:
IJJ
h
a = l . 200 -( daN/cm2),
L
h3
q = 1 . 600 -(daN/cm).
LJ
La tensione dovuta agl i effetti taglianti , sempre in funzi one di L ed h,
diviene:
h2
T = 1 . 200 -(daN/cm2).
L2
Le frecce elastiche per flessione e taglio, dovute al carico totale, s1
scri vono:
L
f = = L/400 (cm)
t1
2 X 200
L 96h2 h2
f = -= 0,048 -(cm)
400 5L2 L
Le ri sul tanze, per < compreso fra !,00 e l ,25, in rel azione alla percen
tuale di carico di l unga durata, vengono riportate in tabel l a 2.
Tab. 2 O e i n daN/cm2,q i n daN/cm
p = O; g = q; ' = 1 , 00
p = q/5; g = 4q/5; ' = 1 , 25
O 1 00 90 80 70 60 50
Uh 1 2, 00 1 3, 33 1 5, 00 1 7, 1 4 20, 00 24, 00
q/b 92, 59% 67, 50% 47, 41 % 31 , 76% 20, 00% 1 1 , 57%
8, 33 6, 75 5, 33 4, 08 3, 00 2, 08
t /h 4, 0%o 3, 6%o 3, 2%o 2, 8%o 2, 4%o 2, 0%o
4.Z. 1 . Applicazione
Membrature di copertura in l egno di abete con rapporto L/h = 1 6, < =
!,20 ed E" = E/20.
La tensione per carichi totali , diviene:
1 . 200
O = = 75 daN/cm2.
1 6
I l carico totale q ri sulta:
|J4
1 . 600
q/b = 39, 06%,
] 63
quello di l unga durata (g) dato dal totale (q) per il rapporto fra i para
metri :
1 ,00
g = q = 0, 833q,
1 , 20
-
32, 55
b g -
1 00
Sempre con sezione 24 X 30 cm, la freccia totale si scri ve:
f =
a
o
5 X 4 84 X 1 08
' ( 1 , 56 + 7, 8 1 X 2, 20) = 0, 1 28 X 1 8,74
384 X 1 0 X 5,4 X 1 08
= 2,40 cm ( 480/200) .
La differita i n tal caso, poich Eo = E l 2, 0, eguaglia quella el astica.
Quell a per tagl io, dovuta a q, diviene:
302
f = 0,048 = 0, 09 cm.
1
480
4.3. Parametro c = 1,40 (g = q)
I n condizioni ambientali maggiormente sfavorevoli i l parametro c de
ve assumersi maggiore di I,00. Per c, ad esempio, pari a I,4 ( l + c =
2,4, E
o
= E/2,4) con carichi esclusi vamente di l unga durata, sempre as
sumendo che la frecci a per fl essione a tempo i nfi nito sia eguale a
1 1200 della luce, la tensione per flessione nonch il carico q e la ten
sione per tagl i o assumono i seguenti valori :
h
a = 1 . 000 -(daN/cm2),
L
4. 000 h3
q = b = -(daN/cm),
3 L3
h2
T = 1 . 000 -(daN/cm2).
L2
Le corrispondenti frecce elasti che risultano:
L L
f = = -(cm)
a
2, 4 X 200 480
h2
f = 0,040 -(cm).
1
L
!JJ
Nel la tabel l a 3 si riassumono le risultanze conseguenti al variare del l a
tensione per flessione.
Tab. 3 e i n daN/cm2; q i n daN/cm
p = O; g = q; ' = 1 , 40
O 1 00 90 80 70 60 50
Uh 1 0,00 1 1 ' 1 1 1 2, 50 1 4, 29 1 6, 67 20, 00
q/b 1 33, 33% 97, 20% 68, 27% 45, 73% 28, 80% 1 6, 67%
1 0, 00 8, 1 0 6, 40 4, 90 3, 60 2, 50
f/h 4, 0%o 3, 6%o 3, 2%o 2, 8%o 2, 4%o 2, 0%o
4.3.1 . Applicazione
Membratura di copertura capace di carichi di breve e lunga durata, l e
cui condizioni ambientali consigl ino di assumere i l parametro < del
l ' ordine di l , 80.
Tale valore, relativamente elevato, non si pu conseguire con tensioni
dovute a carichi di lunga durata troppo modesti .
Assumiamo che i carichi total i siano capaci di una tensione del l ' ordine
di 80 daN/cm2 e che il parametro < per tali carichi sia di l ,50 (E" =
E/2, 5, freccia differita uguale a l ,5 volte l ' elastica) .
I l rapporto L/h, riferito a < = 1 ,4 (cfr. punto A4. 3) , si scrive:
L
=
l + l ,4
l . 000
= 1 2
h l + 1 , 5 80
Le frecce, elastica e differita, ad esempio con h = 30 cm, divengono:
L 300
f =
= = 0 72 cm
O
2, 5 X 200 500
' '
Quell a totale, naturalmente, pari a l , 80 cm (360/200) .
I l carico totale, in funzione del l a l arghezza del la membratura, risulta:
q =
1 + l ,4
X
4 000
b = 0,74l b(daN/cm),
1 + 1 , 5 3 X l 23
di cui 0, 6 1 8 b
1
50
0, 74 l b,di l unga durata e 0, 1 23 b di breve durata.
1 , 80
Infatti, con b = 24 cm ad esempio, si ottiene:
f =
O=
IJ
5 3 64 1 08
'
(2, 96 + 1 4, 82 2, 80) = 0,0405 44,456
3 84 l 05,4 l 0
= 1 , 80 cm.
Per la sollecitazione tangenziale, possiamo scrivere:
2,4 1 . 000
r= X = 6, 67daN/cm2;
2, 5 ] 22
f ~
-
0,040 -30
=
2
80 -30
, = 0,096 cm.
2, 5 1 2 5. 000
b. Commento
Rileviamo che con tensione per flessione pari a 50 daN/cm2, corispon
dente al 50% della massima compatibile per i l legno di abete, una
membratura di copertura, consi derata semplicemente appoggiata, con '
= 0, 50 o 0, 75 (cfr. Tabel l a 1 ) , pu raggiungere una l uce pari a 32 volte
l ' altezza, la stessa luce si riduce a 24 volte l ' altezza con ' = l ,00 o
l ,25 (cfr. Tabell a 2) e a 20 volte l ' altezza con < = l ,4 (cfr. Tabel l a 3 ) .
I l carico totale q passa rispettivamente dal 6, 5 1 b% ( daN/cm) ali ' 1 1 , 57
b% e al 1 6,67 b%. Mentre la luce, dunque, si ri duce del 25% e del
37, 5%, i l carico a parit di b aumenta del 77, 7% e del 1 56%.
Avendo assunto, pertanto, l a freccia per flessione a tempo infinito pari
a 1 1200 della luce, con E e G rispettivamente pari a I00.000 e 5. 000
daN/cm2, la tensione dovuta alla flessione per i carichi di breve e lunga
durata (c), quella di taglio (r) e i l carico totale (q) in funzione di L/h,
in generale si scrivono:
xy =
2. 400
l + (
2. 400
xy2 = --
l +
'
4 2. 400
xy3 = -X
3 l + '
con x = c e y = L/h; ( l )
con x = re y = L/h; (2)
con x = q/b e y = L/h ( 3)
I l val ore del modulo el astico fi ttizio per fl uage e umidit (Eo) , natural
mente, ri sulta:
Eo = E l l + <.
Riprendendo, ad esempio, la verifi ca del puntone ri portata al para
grafo 4.9 del testo, di luce pari a 500 cm e di sezione di 1 8 X 26 cm,
del qual e peral tro conosci amo i l carico total e q ( ci rca 4, 00 daN/cm)
e dunque l a tensione per fessi one pari a 6 1 , 5 daN/cm2, dal l a l si ot
tiene:
l + ( =
2. 400 -26
6 1 , 5 -500
= 2, 03
Il parametro ' i n tale esemplificazione raggiunge il valore di l ,03 per
carichi esclusivamente di lunga durata; l a freccia a tempo infinito, a
IJ?
meno di quella per taglio, risulta naturalmente di 2, 5 cm (500/200). Lo
stesso parametro < assume il val ore di l ,54 ( l ,03 X 3/2) qualora i cari
chi siano per 1 13 di breve e 2/3 di lunga durata. I n questo caso, infatti,
diviene:
f =
5 X 54 X 1 08
-4 + -4 X 2, 54
D?
384 X 1 0 X 2, 6364 X 1 08 3 3
= 2, 5 cm (500/200) .
La freccia per tagl io, noti r, h e G, oppure in funzione di l + <, h e L,
rispettivamente si scri ve:
f = 0, 2 X = 0, 2 X
61
'
5 X 26
= 0,064 cm,
1
G 5. 000
96 h2 96 262
f = -X = -X = 0,064 cm.
1
5 ( l + <) 200L 5 2,03 200 500
La freccia totale diviene di 2, 564 cm e l ' incidenza di quella dovuta al
taglio per i carichi totali sul l a complessiva pari al 2,5%.
Rileviamo che, riducendo l a frazione di carico di l unga durata e au
mentando nel contempo il parametro < (ad esempio, < = 2,06 con p =
g = q/2) la freccia per flessi one a tempo ' ri sulta sempre pari a l /200
del l a luce. Tale ipotesi , per, non ri sulta compatibil e; invero, ad un pa
rametro < dovuto al fl uage e all ' umi di t rel ativamente elevato ( l + < =
3, 06) corrisponde una tensione per i carichi di lunga durata di appena
30,75 daN/cm2 (6 1 , 5/2). Tensione questa decisamente modesta per por
gere, anche i n condizioni molto sfavorevoli di umi dit, un val ore di <
dell ' ordine di 2,00.
Con il metodo dei coefcienti, infatti, il valore di |per tensione dovuta
ai carichi di lunga durata di 3,0 N/mm2 pari a 0,46 (abete massiccio di
seconda categoria) e raggiunge il valore massimo di l 00 per tensione cor
rispondente a l 0,00 N/mm2. Poich in condizioni estreme il valore pi
elevato di <, come accennato al punto A 2, di 3, 33, con | = 0,46 lo
stesso parametro < non pu superae il valore di 1 ,53 (3, 33 X0,46/ 1 ,00) .
Ne consegue che <, con p = g = q/2 e con tensione del l ' ordine di 3
N/mm2, deve risultae non maggiore di 1 ,53; pertanto 2,06 non compa
tibile. Per ottenere tale valore, in condizioni sempre estreme ( legno com
pletamente imbibito), la tensione per flessione dovuta ai carichi di lunga
durata deve risultare almeno pari a 5 N/mm2 ||= 0,62) .
In prima approssi mazione, e peranto in fase progettuale di predi men
sionamento, i l parametro < pu assumersi del l ' ordine di l ,00 per cari
chi esclusivamente di lunga durata capaci di tensione per flessione
co
Flessione
, t
1 4 1 6 1 8 22 24 27 30 35 4 30 3S 40 so 6 70
Traione parallela
,c,t
8 10 I l 1 3 1 4 1 6 1 8 21 24 1 8 21 24 30 36 42
Traione perpendicolare
x t
0,3 0,3 0,3 0,3 0,4 0,4 0, 4 0,4 0,4 0,6 0,6 0,6 0,6 0,7 0, 9
Compressione parallela
:.c,t
1 6 1 7 1 8 20 21 22 23 25 26 23 2S 26 29 32 34
Compress . perpendicol.
:,x, t
4,3 4,6 4,8 S , l S, 3 S, 6 S, 1 6, 0 6, 3 8,0 8, 4 8, 8 9, 7 IO, S 1 3, 5
Taglio
., t
1 ,7 1 , 8 2,0 2,4 2,S 2, 8 3, 0 3, 4 3, 8 3, 0 3,4 3, 8 4, 6 S, 3 6, 0
Propriet di rigideza in kN/mm
Flichen
inhalt
F
( l
( l
b o ( H -l,
B H -( l
Schwerpunkts-
abstand
Trigheitsmoment
J
l
:
l
2
-|
z
J
l
3
H
:
H
6_ - 0, 4244 1
6_ = 0, 57561
R
d'
_= 0, 049 1 d<
1 o
`9'
=
- 0, 1098 1
Widerstands
moment
0 -
6
b
o
]2
-
|
1 2 "
=0, 1 1 79 h
3
~ 0,0982 d
; D -d'
g
z L
w g - 0,2587 ,.
W _ = O, 1 908 r
Ri duzione del legno dovuta al fuoco (campi oni 5 x 1 2 x 80 cm), rielaborata da M. Cai roni , L. Bo nera, I legno la mel/are: il cal
colo, Habitat Legno, Brescia, 1 989
Specie legnosa Penetrazione in mm Penetrazione in mm Penetrazione in mm
al minuto dopo 1 O minuti al minuto dopo 20 minuti al minuto dopo 30 minuti
abete rosso 0, 68 0, 78 0, 70
castagno 0, 56
douglas 0, 75 0, 70 0, 63
larice 0, 62 0, 58 0, 61
pi no si l vestre 0, 53 0, 50 0, 52
faggio 0, 72 0, 77 0, 69
|44
Bi bl i ografi a
Le fonti bibliografiche sul l e coperture i n legno e l e capriate i n
particolare sono assai numerose, anche perch, come abbiamo
gi ricordato, in tutto il mondo e da sempre, il legno stato i m
piegato a questo fi ne.
Le ri vi ste di architettura e di edi l i zi a riportano spesso interessan
ti i mpieghi del legno, specie ora che il sottotetto abitato e
quindi le strutture sono a vista. Nel nostro paese l ' unica rivista
che si occupa escl usi vamente del l ' i mpiego del legno e del legno
l amel l are per strutture Adrastea, editore Habitat Legno, curata
da F Laner.
Altre riviste che riguardano il settore legno in edi l izia sono Ser
ramenti e Falegnameria e Mondo legno di A. Greco editore, Xi
fon, edizioni Cepra e Il legno, edita a cura dell ' industria del mo
bi l e; ri vi sta Il Tetto. Il trimestrale Puu, finl andese, e il mensile
Bauen mit holz, tedesco, entrambe pubbl i cazioni degl i i ndustriali
del settore, sono i l riferimento pi aggiorato e documentato in
ambito europeo.
Fra i l ibri i mpossibile occuparsi di legno senza riferirsi a quel l i
del prof. Gugl i el mo Giordano, che ha segnato l a cultura tecnica
nel nostro paese di questi ultimi cinquant ' anni .
Ulti mamente, anche nel nostro Paese, a questo prestigioso auto
re si sono affiancati i suoi collaboratori e al l ievi, ol tre a valorosi
studiosi, per cui l a produzione scientifica assai vasta ed artico
l ata. Certamente, come si vede scorrendo titol i ed autori, la let
teratura di area tedesca protagonista di questo settore, anche se
per l ' innovazione e la ricerca bisogna guardare soprattutto ci
che viene dal nord America, Canada e Usa.
Aa. Vv. (a cura di F Laner), Prgetto Legno, Peg-Ribera, Mila
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